Carloni, Lega: giornata storica per Marche, Umbria e Toscana. Si apre la Guinza

“Una giornata storica per le Marche, l’Umbria e la Toscana. Dopo tanti anni e tante chiacchiere finalmente si apre la Guinza per collegare Grosseto con Fano”.

Così in un post su Facebook il presidente della Comagri Camera Mirco Carloni.




Agricoltura: Carloni (Lega), ok a fondo per danni da peronospera anche alle Marche

“Firmato il decreto per il contributo straordinario dai danni della peronospera anche alle zone colpite nelle Marche. Questa pericolosa muffa ha contaminato le viti della nostra regione e rischia di rovinare il comparto dell’uva, fondamentale per le eccellenze del Made in Italy. Adesso anche le province di Ascoli Piceno, Ancona, Macerata, Pesaro Urbino e Fermo vengono riconosciute come zone infettate dalla peronospera e gli agricoltori che, di conseguenza, hanno avuto minori ricavi, potranno accedere al fondo per l’emergenza. La Lega è e sarà sempre in prima linea dalla parte degli agricoltori”.

Così in presidente della commissione Agricoltura, il deputato marchigiano della Lega Mirco Carloni.

Peronospora, Carloni: firmato il decreto per le Marche sulla Peronospora. Ora via a rimborso perdita ricavi. IL DECRETO




Peronospora, Carloni: firmato il decreto per le Marche sulla Peronospora. Ora via a rimborso perdita ricavi. IL DECRETO

“È stato firmato il Decreto di riconoscimento eccezionalità attacchi di peronospora (Plasmopara Viticola) ai sensi del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito con modificazioni dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, nel territorio della Regione Marche.

“Molto importante questo decreto che riconosce anche agli agricoltori marchigiani l’infezione della peronospera” dichiara il presidente della Comagri Camera Mirco Carloni.

”Ringrazio il Masaf e ora si può procedere a dare rimborso alle perdita dei ricavi” conclude Carloni.

Di seguito AGRICOLAE pubblica il pdf: 

MASAF-2024-0036061-MASAF-2024-0030426-Allegato-DMp_240126_121213

Agricoltura: Carloni (Lega), ok a fondo per danni da peronospera anche alle Marche




Ocm vino, ecco le graduatorie regionali senza soglie minime: a Gruppo Generali 64 euro per portare vino italiano in Usa, Giappone, Corea

108,15 euro (su un investimento totale di 216 euro) per far conoscere il vino italiano in Canada e 181,69 euro (a fronte di un investimento di 378,53 euro) per farlo conoscere in Cina.

Pronte le graduatorie regionali provvisorie Ocm vino deputate a sostenere il vino italiano all’estero. L’eliminazione delle soglie minime di investimento previste dal nuovo decreto approvato dagli uffici di Oreste Gerini e su cui ha lavorato l’ufficio di Isabella Verardi, sembra aver portato – come si evince leggendo alcune graduatorie dalle quali è possibile accedere a tutti i beneficiari e i relativi importi come quella del Veneto e del Lazio – a finanziamenti di alcune centinaia di euro per portare il vino Made in Italy nel mondo. Anche ad aziende che coprono grandi fette di mercato.

Quando un Ati decide di fare promozione in un Paese, tutti i partecipanti – diversamente dal passato – hanno l’obbligo di partecipare. Era prevista una soglia che poi – fanno sapere alcuni esponenti regionali ad AGRICOLAE – ragionando assieme al ministero, è stato deciso di togliere. E ora ogni regione fissa le proprie.

“Hanno scritto che potevamo definire il minimo per progetto e per paese, ma comunque non sotto i 100.000 e 50.000 (P. emergente 25.000) rispettivamente”, precisano ad AGRICOLAE. “Ma non hanno dato possibilità di fissare minimo per azienda.
Quindi potrebbe succedere, essendoci la regola per cui se una ATI va in un paese, tutti i componenti ATI devono fare qualcosa in quel paese, un soggetto di un ATI possa aver fatto una singola azione a spesa irrisoria dentro un progetto che comunque rispetta i minimi previsti”.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta la lettera inviata in data 05 07 2023 dalla Regione Veneto – il cui assessore è anche il coordinatore delle regioni per quanto attiene l’agricoltura – in cui veniva chiesta agli uffici di Oreste Gerini e di Isabella Verardi la definizione di una soglia minima:

CONTRIBUTO REGIONI AVVISO OCM VINO 05 07 23

Se si confrontano i decreti del 2022 e quello del 2023 emerge che i commi 7 e 8 all’articolo 5, deputati a fissare le soglie minime dei progetti per la promozione 2022-2023, sono spariti nel decreto successivo per la campagna 2023-2024.

MIPAAF_2022_DECRETO PROMOZIONE COM VINO 2022-23

MASAF_2023_DECRETO PROMOZIONE OCM VINO 2023-24

Un meccanismo che ha “consentito” Le Tenute del Leone Alato, del Gruppo Genagricola – la più estesa azienda agricola italiana, controllata dal Gruppo Generali che vanta un fatturato di circa 60 milioni di euro – a beneficiare di 64,93 euro di contributi comunitari a fronte di un investimento di 129,85 previsto negli Stati Uniti, in Giappone, in Corea del Sud e nel Sud Est asiatico.

Presumibilmente per essere presenti e partecipare, al pari di altre aziende partecipanti un raggruppamento proponente, ad un evento “comune” a tutte le aziende del gruppo. Nel caso dell’azienda Le Tenute del Leone Alato, l’investimento di 129,85 euro moltiplicato per le 20 aziende partecipanti il programma proposto dall’Associazione Vigneto Italia si arriva ad un investimento complessivo di euro 2.597,00 con un contributo richiesto di euro 1.298,50).

Una ‘strategia’ che arriva proprio in un momento d flessione dei volumi (non del valore) dell’export del vino italiano nel mondo che difficilmente può essere sostenuto da investimenti da 120 euro.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica le graduatorie provvisorie:

GRADUATORIA ABRUZZO B

GRADUATORIA ABRUZZO

GRADUATORIA BASILICATA

GRADUATORIA CALABRIA

GRADUATORIA EMILIA ROMAGNA

GRADUATORIA FVG

GRADUATORIA LAZIO A

GRADUATORIA LAZIO B

GRADUATORIA MARCHE

GRADUATORIA PIEMONTE

GRADUATORIA PUGLIA

GRADUATORIA SARDEGNA

GRADUATORIA SICILIA B

GRADUATORIA SICILIA

GRADUATORIA TOSCANA

GRADUATORIA UMBRIA

GRADUATORIA VENETO




Vino (Imt): Boom spumanti marchigiani, imbottigliato a +58% sul 2020

Anno spumeggiante per le bollicine marchigiane, che si apprestano a chiudere il 2021 con un imbottigliato a +58% rispetto al 2020, pari a 360mila bottiglie a denominazione d’origine.  Di queste, una su tre verrà stappata proprio nel corso delle festività natalizie. Un rimbalzo della tipologia che maggiormente ha sofferto i lockdown, che si tradurrà a fine anno in un aumento di oltre 130 mila bottiglie di spumanti, a partire dall’exploit del Verdicchio dei Castelli di Jesi (+70%) in versione bollicine. Lo rileva l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che con 16 denominazioni e 652 soci rappresenta circa il 70% dell’intero export vinicolo della regione.

 

Secondo le stime previsionali Imt, a trascinare la squadra delle bollicine afferenti al Consorzio c’è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante con un imbottigliato che quest’anno sfiora le 170mila bottiglie e che rappresenta i due terzi della produzione spumantistica delle Marche. Sugli scudi però sono tutte le produzioni artigianali di altissima qualità, a partire dal Verdicchio di Matelica Spumante al Colli Maceratesi Ribona, alla Vernaccia di Serrapetrona, fino al San Ginesio e al Bianchello del Metauro Spumante.  Secondo il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni: “A causa della loro particolare morfologia – perlopiù composta da piccole e micro-imprese – le aziende vitivinicole marchigiane hanno sofferto l’emergenza in misura maggiore rispetto alla media nazionale. Oggi possiamo dire che il settore è ripartito e lo ha fatto anche con una tipologia, quella degli sparkling, che offre ampi margini di crescita. In particolare, le uve di Verdicchio rappresentano una unicità per la propria versatilità, dai bianchi fermi, a quelli dolci fino agli spumanti”.

 

Ottime conferme arrivano anche dal fronte delle guide: sono 96 i massimi riconoscimenti ottenuti nel 2021 dai vini marchigiani secondo le sette principali guide di settore del Belpaese (Gambero Rosso, Bibenda, Vinibuoni d’Italia, Slow Wine, Veronelli, Guida Essenziale ai Vini d’Italia e Guida Vitae Ais). Anche in questo caso il protagonista assoluto è il Verdicchio con 68 premi (53 per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e 15 per il Verdicchio di Matelica).




Made in Italy, Centinaio (Mipaaf): Da Ue ok proroga modifica disciplinare mozzarella Stg. Difendiamo i nostri prodotti da chi non riesce a competere con eccellenze italiane

“Abbiamo ottenuto oggi un primo importante risultato. Ora il nostro obiettivo è quello di scongiurare futuri attacchi al Made in Italy da parte di paesi che non possono vantare le nostre stesse eccellenze agroalimentari”. Con queste parole il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, sen. Gian Marco Centinaio, commenta il via libera della Commissione europea alla proroga di altri tre mesi chiesta dal Mipaaf in riferimento alla modifica del disciplinare della mozzarella Specialità Tradizionale Garantita, a fronte dell’opposizione della Germania che aveva cercato invece di ottenerne la cancellazione. “Ci impegneremo a difendere nelle sedi opportune il disciplinare della denominazione che contraddistingue i nostri prodotti che sono apprezzati, invidiati e spesso oggetto di italian sounding all’estero”.
Tra i primi a commentare positivamente la decisione di Bruxelles Mirco Carloni, vice presidente della Regione Marche, che ha tra le sue deleghe anche quelle all’Industria agroalimentare: “come Regione abbiamo portato all’attenzione del Mipaaf una preoccupazione delle nostre imprese locali. Ringrazio il sottosegretario Centinaio per il suo sostegno e per essersi personalmente impegnato a risolvere una vicenda che nel nostro territorio suscita incertezze e timori fra le aziende del settore”.



Marche, agroalimentare è risorsa per sviluppo Parco del Conero e territorio Battistoni: unità di intenti è un grande vantaggio. Silvetti: agricoltori primi custodi

Condivisione, unità di intenti, sinergia, equilibrio tra tutela e valorizzazione delle attività produttive. Ecco le parole d’ordine emerse tra i vertici istituzionali del Parco, quelli politici, accademici e il mondo dell’agricoltura ribadite nel corso dell’incontro tematico organizzato dallo stesso Ente Regionale Parco del Conero in collaborazione con le principali sigle Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri.

Daniele Silvetti Presidente dell’Ente Regionale Parco del Conero, ha introdotto l’incontro ricordando la necessità di lavorare alla valorizzazione del territorio del Parco composto da 6.000 ettari di estensione tra 4 comuni con coloro che vi operano «di questo che potrebbe essere definito un parco agricolo considerando – ha detto – che il 50% del territorio è destinato all’agricoltura e, di questo, il 50% è destinato al seminativo». La valorizzazione anche di questa attività produttiva e imprenditoriale è strategica, un piccolo laboratorio a cielo aperto, che ha bisogno della modifica di alcuni strumenti normativi. «Per questo – ha aggiunto – abbiamo previsto una Commissione tecnica per modificare il Piano del Parco che definisca le osservazioni da condividere con tutti gli attori coinvolti per dare strumenti nuovi e certi. Questo è coerente col nostro obiettivo di prevedere progettualità che consentano a questo Ente di produrre risultati valorizzando le proprie professionalità attraverso un dialogo costante con Regione Marche che sia un rapporto di dare e avere». «Le aree protette – ha aggiunto Silvetti – hanno bisogno di avere risorse per evitare ogni difficoltà in termini di programmazione. Da qui l’idea di riprendere il progetto di filiera certa che parta dal produttore e arrivi al consumatore.

Per Mirco Carloni, Vice Presidente della Giunta Regionale ed Assessore all’Agricoltura «oggi è l’occasione per ribadire il ruolo del Parco del Conero, serbatoio di coltura e di cultura agricola, che va sviluppato e messo a sistema in filiera così da valorizzazione sia il territorio sia chi vi lavora». «Abbiamo bisogno – ha detto – di coltivazioni di qualità e il Parco del Conero può partecipare a pieno titolo proprio ad una produzione di qualità che non solo tuteli i consumatori ma sia uno strumento di promozione del territorio e della Regione Marche».

Il Senatore Battistoni, Sottosegretario all’Agricoltura ha sottolineato l’unità di intenti tra l’istituzione Parco e le associazioni di categoria. «Con piacere – ha detto – apprendo la perfetta sintonia che sono un volàno per questo territorio e un traino per l’economia di questo territorio». «Nelle Marche – ha ricordato – c’è grande tradizione del biologico. Il 5% dell’agricoltura biologica italiana è nelle Marche e la percentuale è di oltre il 20% rispetto alla media nazionale del 15%. L’agricoltore è il primo a rispettare l’ambiente e il suo ruolo va valorizzato con l’approvazione, speriamo in tempi brevi, della legge in discussione».

Anche su queste tematiche è proficuo il confronto sotto l’aspetto tecnico con l’Università Politecnica delle Marche. Davide Neri, Professore Ordinario alla Facoltà di Agraria ha sottolineato che «puntiamo ad un approccio di collaborazione che si basi sulla sostenibilità attraverso l’innovazione e la formazione – ha detto – tenendo insieme l’innovazione e la tradizione e penso alle molte specie antiche che si trovano in questo Parco». «Occorre ritrovare varietà antiche, riportarle in campo, selezionarle. Il caso dei “paccasassi” è un caso di successo nel quale hanno vinto tutti: università, agricoltori, ristoratori.

Pieno appoggio da parte tutte le sigle sindacali al lavoro del Presidente Silvetti.

Per Giuditta Politi, Cia: «Gli agricoltori si impegnano a rispettare i vincoli essendo manutentori del territorio e tale impegno dovrebbe avere un riconoscimento anche economico. La burocrazia è un problema e ben venga il cambio delle norme. Saremo attenti a valutare le proposte assicurando che la comunità del Parco è coesa e sinergica».

Per Alessandro Alessandrini, Confagricoltura: «Noto un cambio di passo della nuova presidenza del Parco, nel voler gestire il problema della fauna selvatica e nell’aver sottolineato che l’importanza delle attività economiche. L’agricoltura era vista come qualcosa che andava contro l’ambiente. Ovviamente per noi non è mai stato così. Siamo favorevoli a iniziative di filiera sia corta che lunga».

Per Giovanni Bernardini, Copagri: «Il 50% della superficie del Parco più che coltivata è custodita dagli agricoltori perché la redditività non è garantita. In Senato è in discussione una legge che riguarda l’istituzione della figura dell’agricoltore-custode. La situazione burocratica circa la tempestività degli aiuti va corretta. Sui cinghiali ben venga la zona di rispetto allargando i confini perché è uno degli elementi alla base della volontà di dare un futuro a questa attività».

Per Maria Letizia Gardoni, Coldiretti: «Questo Parco è fortemente antropizzato e quindi è necessario introdurre un elemento di gestione per le tante imprese che vi insistono. La filiera agroalimentare determina una fruibilità precisa del territorio recuperando il brand legato al Parco del Conero e una filiera che preveda un grande coinvolgimento di tutti gli attori».




Biologico, Carloni (Marche): banca dati sul vino strumento strategico, Mipaaf lo comprenderà

“Attivare una banca dati nazionale su produzione e vendita dei vini biologici non è solo un’idea condivisibile ma anche una scelta strategica per far crescere una pratica a forte valore aggiunto che va nella direzione auspicata dalla Regione Marche. Sottoporrò l’istanza al ministero delle Politiche agricole, certo che il ministro Stefano Patuanelli e il sottosegretario con delega al vino, Gian Marco Centinaio, ne comprenderanno il valore strategico”. Lo ha detto oggi l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni, in risposta alla proposta del direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e rappresentante dei consorzi italiani al Comitato vini presso il Mipaaf, Alberto Mazzoni. Secondo Mazzoni, i consorzi italiani del settore lamentano infatti la mancanza di informazioni relative al percorso produttivo e a quello delle vendite dei vini certificati biologici. Da qui la richiesta di istituire una banca dati relativa a un fenomeno che vede i produttori marchigiani tra i principali player italiani. “La scorsa settimana – ha aggiunto l’assessore Carloni – abbiamo siglato il Patto per il Distretto biologico unico della regione e il vino dovrà certamente essere un protagonista nella partita che giocheremo in favore dell’agroalimentare marchigiano ma anche dei consumatori, dell’ambiente e del turismo del territorio. Le Marche – ha concluso – vogliono essere identificate come l’avamposto italiano del biologico e i suoi vini – la cui superficie green vanta un’incidenza doppia rispetto alla media del vigneto-Italia – hanno bisogno di strumenti strategici per continuare a crescere e ad assecondare un mercato in forte espansione”.

 




Fai Cisl Marche, Danilo Santini eletto segretario generale

Danilo Santini è il nuovo Segretario Generale della Fai Cisl Marche. Ad eleggerlo è stato il Consiglio Generale della federazione regionale riunitosi oggi in presenza a Fermo nel pieno rispetto delle normative anti Covid, con la partecipazione del Segretario Generale della Cisl Marche, Sauro Rossi, e del Segretario Generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota. “Da parte mia e da tutta la segreteria nazionale – ha detto Rota nel suo intervento – auguri di buon lavoro e congratulazioni a Danilo, ha conoscenza e sufficiente esperienza per interpretare al meglio i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, è la persona giusta per rafforzare la nostra rappresentanza in un territorio in cui l’agroalimentare ha conosciuto una crescita sia quantitativa che qualitativa enorme, e su di lui abbiamo riscontrato un consenso ampiamente condiviso. Riconoscenza e un grande ringraziamento vanno a Giuseppe Giorgetti per il lavoro svolto in questi anni con passione e coerenza, dando alla federazione regionale unità e radicamento nel tessuto sociale e produttivo”.
Danilo Santini, 47 anni, originario di Fano, ha iniziato la sua militanza nella Fai Cisl Pesaro dal 2000, prima come operatore e poi, per due mandati, come Segretario Generale, ed è diventato componente della segreteria regionale nel 2013, dove ha esercitato le sue deleghe su pesca, forestazione, consorzi di bonifica, cooperative agricole, diventando nel 2016 anche segretario amministrativo. Per il settore pesca, in particolare, svolge il ruolo di coordinatore regionale e dal 2018 segue i lavori della Commissione acquacoltura a Bruxelles. La Fai Cisl Marche conta quasi 4 mila iscritti. A guidare la federazione, al fianco di Danilo Santini, saranno Gabriele Monaldi, eletto Segretario Generale aggiunto, e Anna Barba e Stefano Pepa in qualità di componenti di segreteria. Erano presenti al Consiglio Generale anche Alfonso Cifani, della Ast Cisl Fermo e Maurizio Andreolini, vicepresidente di Terra Viva Marche. “Ringrazio tutti coloro che nella federazione mi hanno aiutato a crescere – ha detto Santini – praticando la cultura delle relazioni industriali e del dialogo sociale anche in situazioni difficili e complesse, nell’ottica di trovare sempre soluzioni a favore dell’occupazione e della qualità del lavoro”. Tra i temi emersi durante gli interventi, particolare rilievo hanno avuto le mobilitazioni in corso in questi giorni a livello nazionale sia per i lavoratori agricoli, esclusi dai ristori nonostante abbiano perso milioni di giornate di lavoro, che per gli operai idraulico forestali, senza contratto nazionale dal 2012.




Marche, Giunta ha emanato le disposizioni attuative in materia di ittiturismo, Carloni: “Ultimo passaggio necessario per rendere operativa la legge”

“Con questa delibera la Giunta regionale finalmente rende possibile una nuova opportunità, da anni ferma, per gli imprenditori della pesca che potranno aprire attività di ricezione e somministrazione per promuovere il nostro prodotto ittico e far vivere un’esperienza gastronomica ai turisti. Il mio auspicio è che, in questo senso, possano aprire nuove attività e nuovi posti di lavoro”. È quanto ha affermato il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alla Pesca, dopo che la Giunta regionale ha approvato la delibera attuativa sull’ittiturismo. Normato con legge regionale 33/2019 e disciplinato con regolamento regionale 1/2021, il comparto del turismo legato alla pesca aveva bisogno dell’ultimo passaggio necessario per rendere operativa questa opportunità nelle Marche. La Giunta ha approvato il modello di Scia, di piano aziendale e le disposizioni igienico sanitarie da rispettare nella preparazione e somministrazione degli alimenti. “Le Marche si allineano a quanto sta evolvendo a livello nazionale, per consentire alle imprese della pesca di acquisire quella multifunzionalità capace di garantire un’integrazione del reddito e di valorizzare una filiera produttiva, anche del pesato, locale”, ha detto Carloni.




Ciclo di incontri del Psr Marche 2021/2022, rinviato l’appuntamento odierno di Castelraimondo

È stato rinviato, a data da destinarsi, l’odierno appuntamento di Castelraimondo, promosso dalla Regione Marche nell’ambito del ciclo di incontri per la raccolta delle istanze del mondo agricolo. Cinque momenti di confronto con il territorio per condividere il biennio conclusivo del Programma di sviluppo rurale delle Marche 2012/2022. L’incontro rinviato si sarebbe dovuto tenere nel pomeriggio, presso il Lanciano Forum.




Marche, Ime. Acquaroli: Prodotti di eccellenza ma ancora poco conosciuti. Lavorare su promozione e internazionalizzazione

“È importante sottolineare il ruolo dell’agricoltura per la nostra regione, un valore che dobbiamo conservare e sviluppare. La sfida che abbiamo di fronte è quella della promozione dei nostri prodotti e la conquista di nuovi mercati e l’interlocuzione con nuovi buyer” dichiara Francesco Acquaroli, Presidente Marche in occasione del debutto di “Studio Marche”, studio televisivo e piattaforma digitale per la promozione dell’agroalimentare regionale nel mondo, sostenuto dalla Regione e firmato da Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime).

“Col vino facciamo conoscere una terra, attiriamo un turismo che poi ha ricadute su tutto il territorio. La Regione farà il possibile in tal senso, è nei nostri programmi implementare l’agricoltura per portare una rinascita della nostra terra. La vocazione industriale degli ultimi anni non può far dimenticare quella ben più radicata verso l’agricoltura. Questo polo deve essere dunque uno strumento di promozione e affermazione dell’agroalimentare e del turismo nelle Marche.

Importante sarà poi destagionalizzare il nostro turismo per far vivere le Marche durante tutto l’anno e l’agricoltura in questo può aiutare molto” prosegue.

“Dobbiamo infine comprendere come migliorare le politiche di internazionalizzazione e promozione dei nostri prodotti. Per livello dei prodotti che abbiamo ancora non siamo conosciuti sufficientemente, su questo dovremo lavorare e svilupparci” conclude Acquaroli.




Marche, Ime. Bacci: Struttura di alto valore per enogastronomia e turismo dell’intera regione

“Abbiamo avuto grande forza nel portare avanti questo progetto, è stato un percorso lungo, ma fondamentale è stata la collaborazione e la compartecipazione con la regione. Abbiamo creato così una struttura polivalente e unica, e con Jesi siamo al centro della regione, una posizione strategicamente importante per chi vuole esplorare il territorio con le sue eccellenze” dichiara Massimo Bacci, Sindaco di Jesi. nel corso della presentazione di “Studio Marche”, studio televisivo e piattaforma digitale per la promozione dell’agroalimentare regionale nel mondo, sostenuto dalla Regione e firmato da Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime).

“Una struttura di altissimo valore, che può diventare un riferimento per l’enogastronomia ma anche per il turismo dell’intera regione. Possiamo far conoscere nel mondo i nostri prodotti e le nostre eccellenze. Ora l’obiettivo è quello di far crescere ancora di più il polo.”




Marche, Ime. Centocanti: Progetto multifiliera per far conoscere territorio ed eccellenze marchigiane

“Quest’idea nasce da una collaborazione con la Regione Marche partita nel 2013 insieme al comune di Jesi” dichiara il Presidente Ime (Istituto marchigiano enogastronomia), Antonio Centocanti nel corso della presentazione di “Studio Marche” a Jesi, studio televisivo e piattaforma digitale per la promozione dell’agroalimentare regionale nel mondo, sostenuto dalla Regione e firmato da Istituto marchigiano di enogastronomia (Ime).

“Quello enogastronomico è un settore fondamentale della regione Marche, che si è sempre più sviluppato ed oggi ha un pil importante. Abbiamo eccellenze uniche e volevamo far conoscere i nostri prodotti e la nostra cultura nel mondo, perciò abbiamo voluto creare questo polo, con tutte le Dop, doc, igp, ecc. Un progetto multifiliera unico in Italia.

Potremo così sviluppare le eccellenze territoriali promuovendo la tradizione e le peculiarità della nostra regione.

Il mondo sta cambiando ed è sempre più importante la comunicazione, questo studio televisivo risponde a queste esigenze. Ci permette di entrare in contatto con i buyer di tutto il mondo” prosegue.

“Importanti sono stati gli aiuti economici, le istituzioni ci hanno dato fiducia e non è mai mancato il supporto della regione.

È assolutamente fondamentale far conoscere le Marche, qui abbiamo un territorio ancora vero, vergine che lascia un senso di autenticità ai turisti e il boom riscontrato negli ultimi tempi lo dimostra.

Con questo polo mettiamo insieme tutte le realtà del territorio, dunque non solo enogastronomia ma anche turismo. Ancora non siamo capaci di dare il giusto valore ai nostri prodotti, con questa realtà speriamo di dare una accelerata e cambiare direzione” conclude Centocanti.




Impianto di biometano sulla Valdaso, Marche. Latini: La questione presto all’esame della Giunta regionale

“Sto seguendo con attenzione quanto sta accadendo lungo la Valle dell’Aso in merito alla realizzazione dell’impianto di biometano. La mobilitazione dei sindaci del territorio è un segnale chiaro che qualcosa non sta funzionando. Farò presente in Giunta che è necessario definire una strategia condivisa, capace di dare risposte adeguate alle esigenze manifestate”. Lo afferma l’assessore regionale Giorgia Latini, intervenendo sulla questione dell’impianto di biometano sulla Valdaso. “Gli interessi in gioco, sia sul fronte economico, ambientale e sanitario, non possono essere affrontati ignorando le comunità locali. Non c’è nessuna preclusione ideologica alla realizzazione di tali impianti, ma il loro collocamento va condiviso con il territorio e scelto in maniera consapevole e strategica, tenendo conto delle peculiarità dei territori stessi” afferma l’assessore. “La Valle dell’Aso, riconosciuta tipicamente per la sua vocazione agricola merita un’attenzione particolare. Infatti, la Giunta è al lavoro per reperire le risorse necessarie al completamento del Ponte Rubianello, opera rimasta nel dimenticatoio per troppo tempo; la sua realizzazione impatterà positivamente sulla Valle. Ringrazio, per questo, il sindaco di Montefiore Lucio Porrà che ci ha subito segnalato la problematica e l’assessore regionale Francesco Baldelli che si è prontamente attivato in questo senso. In sede di Giunta valuteremo e approfondiremo tutti gli aspetti per giungere a una scelta consapevole e condivisa” conclude l’assessore Giorgia Latini.