Cia: Mastrocinque (CAF), su cartelle esattoriali superare logica rinvio

“La proroga di un ulteriore mese dell’invio delle cartelle esattoriali, approvata dal Consiglio dei ministri, è sicuramente una buona notizia, ma va trovata una soluzione concreta per un problema che deve essere affrontato in maniera veloce e risoluta”. È quanto afferma Alessandro Mastrocinque, presidente del Caf CIA, il centro di assistenza fiscale promosso di Cia-Agricoltori Italiani.

“Sono 50 milioni gli atti il cui invio è stato sospeso durante la pandemia”, prosegue Mastrocinque. “Sarebbe perciò auspicabile che la politica si interrogasse al più presto per superare la logica del rinvio ed evitare di intaccare un tessuto sociale già in evidente difficoltà”. A questo proposito gli scenari di riflessione sono tanti, così come le vie da percorrere per arrivare a uno scenario improntato anzitutto sull’equità: “Organizzare una nuova edizione della rottamazione delle cartelle, proporre una riedizione del saldo e stralcio, ampliare la possibilità di rateizzare il debito per un periodo più lungo rispetto agli attuali dieci anni. E infine -conclude Mastrocinque- partendo da un’analisi dell’effettiva capacità di recupero, determinare una sanatoria con degli scaglioni di percentuale legati alle reali capacità economico-reddituali dei soggetti debitori”.

Questi e tanti altri temi che affrontano il rapporto tra i cittadini e il fisco, saranno al centro dell’evento online “Per le persone, per le Comunità”, organizzato da Caf CIA per la giornata di lunedì 15 febbraio dalle ore 10.




WORLD PASTA DAY, CIA CAMPANIA: INTERVENIRE PER FAVORIRE FILIERA REGIONALE

 

WORLD PASTA DAY, CIA CAMPANIA

WORLD PASTA DAY, CIA

Chiudere al più presto la filiera regionale della pasta. E’ la richiesta di Cia Campania in occasione della World pasta day, Giornata Mondiale della Pasta, regina indiscussa delle dieta mediterranea e simbolo globale del mangiar bene italiano. La Campania è una delle regioni più importanti in Italia sia per produzione di grano duro che di pasta. I consumi si assestano sui 28 kg a persona di pasta annui posizionando i campani tra i primi consumatori di pasta al mondo. Purtroppo ad una grande crescita qualitativa e quantitativa dell’industria campana, che oggi rappresenta il 15% dei 120 pastifici italiani e che è diventata sinonimo di qualità sui mercati esteri, non è seguita una crescita degli altri comparti della filiera.

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“Per quel che riguarda la filiera cerealicola, il Psr va rivisto. Purtroppo – osserva Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania e vicepresidente nazionale di Cia – Agricoltori Italiani – la misura principale di sostegno alle imprese agricole non ha ritenuto rilevante la filiera cerealicola in Campania.  Le conseguenze di questa linea di indirizzo sul come utilizzare i fondi agricoli per lo sviluppo, ha escluso quasi completamente la produzione cerealicola e di conseguenza quasi tutto il territorio delle aree interne, creando dei criteri di accesso insuperabili per la maggior parte delle aziende cerealicole”. “Noi – prosegue Mastrocinque – come Cia Campania ci stiamo impegnando affinché si possano porre in essere quanto prima azioni concrete di sostegno alle imprese per favorire la chiusura della filiera sul territorio”.

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Nonostante tutte queste difficoltà, la Campania è tra le prime regioni produttrici in Italia di grano duro soprattutto nelle aree interne. Attualmente i seminati a grano in Campania sono circa 90.000, con una produzione stimata di circa 2 mln di quintali. Lo stoccaggio è il comparto che presenta maggiori criticità, soprattutto a livello dei centri di stoccaggio dei consorzi agrari, in alcuni casi quasi in abbandono. “Andrebbe prevista una giusta premialità – sottolinea Mario Grasso, direttore di Cia Campania – per coloro che si impegnano a stoccare solo materia prima italiana e ancor di più campana”. Le imprese cerealicole svolgono inoltre una funzione di presidio del territorio: la coltivazione della pasta assicura in quelle aree che non avendo altre possibilità di coltivazione andrebbero incontro a sicuri quanto costosi interventi di ripristino in caso di dissesti idrogeologici. Ricordiamo che le coltivazioni a seminativi interessano il 48,8 % dei 549.530 di SAU del territorio campano.