Siccità, Cia Puglia chiede un incontro urgente a Emiliano e Pentassuglia

Un piano di interventi per l’indipendenza idrico-irrigua della Puglia, per garantire agli agricoltori del nostro territorio l’acqua necessaria per le diverse colture e per ridurre gli sprechi che compromettono il già insufficiente apporto di acqua.

È quanto chiede CIA Agricoltori Italiani della Puglia che, in una lettera inviata, questa mattina, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, ha chiesto un incontro urgente per conoscere quali siano le iniziative che si intendono avviare nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al fine di aumentare la disponibilità idrica regionale e di risolvere i problemi degli agricoltori pugliesi, alle prese con carenza di acqua, aumento dei costi di approvvigionamento e diminuzione del valore di diverse colture.

CIA Puglia ritiene che non sia più rinviabile la realizzazione di invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale, oggi fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe.

CIA Puglia chiede che siano potenziati gli impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque di recupero e il finanziamento di sistemi dotati di innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica.

«È necessario potenziare le infrastrutture già esistenti, per renderle in grado di ridurre gli sprechi e recuperare quanta più acqua possibile. Si deve, infine, investire sull’innovazione tecnologica, in modo da assicurare sempre più il risparmio idrico, rendere più efficienti gli impianti e garantire ai nostri agricoltori il necessario apporto idrico a prezzi equi e sostenibili», scrive Cia Puglia nel testo della missiva, inviata per sollecitare il governo regionale a porre in essere iniziative che aiutino gli agricoltori ad affrontare le difficoltà che, in questo momento, stanno vivendo, costretti a un aumento del 50% delle spese per l’approvvigionamento idrico dei campi, a fronte di una perdita di valore delle colture che coinvolge diversi settori.

Con ripetute ondate di caldo torrido e una siccità durata diversi mesi, la Puglia ha subito una forte diminuzione della disponibilità dei suoi serbatoi idrici.

Nonostante gli oltre 67 milioni in più rispetto al 2020, nel mese di agosto, infatti, le riserve idriche si sono ridotte di circa 40 milioni di metri cubi.




OCM VINO, FILIERA SCRIVE A EMILIANO: PORTARE QUESTIONE IN CONFERENZA STATO REGIONI. ECCO LE RICHIESTE FINORA DISATTESE

L’Alleanza delle cooperative, la Cia, la Copagri, Confagricoltura, l’Unione italiana vini, Federdoc, Federvini e Assoenologi scrivono a Michele Emiliano per chiedere che nella prossima riunione della Conferenza Stato Regioni venga inserita la questione Ocm Vino promozione. Dato che gli operatori non sono messi nelle condizioni di poter spendere le risorse loro assegnate a causa del blocco Covid. E rischiano così di perdere i fondi e al contepo di lasciare spazi di mercato liberi ai paesi Ue competitor.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera in Pdf e a seguire il testo estrapolato:

2020_05_19_FILIERA_VINO_PNS_MISURA_PROMOZIONE

“Le scriventi Organizzazioni apprendono con rammarico che, anche nel corso della prossima riunione della Conferenza Stato Regioni, non sarà inserito all’ordine del giorno un provvedimento di cruciale importanza per il settore vitivinicolo concernente la modifica del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del 10 aprile 2019 n. 3893, misura “promozione nei mercati dei Paesi terzi” nell’ambito del Piano Nazionale di Sostegno.

Con la presente nota, si portano all’attenzione di codeste Regioni le principali istanze che la filiera vitivinicola ha rivolto più volte al Ministero delle Politiche Agricole, con l’obiettivo di semplificare l’implementazione della misura “promozione” nell’attuale contesto, assicurare l’attuazione dei progetti nei Paesi terzi e rafforzare le posizioni delle nostre imprese nei mercati internazionali.

Si auspica che codeste Regioni possano sostenere le seguenti richieste, condivise dalle imprese vitivinicole di tutto il territorio nazionale:

• Sterilizzazione delle penalizzazioni previste dall’art. 17 del DM 3893/2019.

• Maggiore flessibilità nel cambiamento delle azioni previste dai programmi.

Infatti, data la situazione attuale connotata da grande incertezza nella diffusione dell’epidemia, le aziende partecipanti segnalano evidenti e comprensibili difficoltà nell’attuazione delle azioni, sia per motivi logistici, sia per la riprogrammazione o annullamento di eventi già calendarizzati (cambio location, mercato, tipologia di azione ecc.).

• Variazioni progetti “OCM promozione” già approvati:

Le aziende si stanno strutturando per realizzare attività promozionali in maniera alternativa, promuovendo ad esempio degustazioni sul web piuttosto che realizzate direttamente in loco; sarebbe opportuno dare la possibilità alle aziende, che sperimentano queste nuove modalità nell’ambito della promozione, di poter inserire nel piano OCM i costi sostenuti per la loro realizzazione, che si concretizzano ad esempio nella spedizione dei vini necessari per le degustazioni, nei costi per il personale sia diretto che a contratto con incarichi di brand ambassador o analoghi, anche residente nei paesi destinatari, nonché costi legati un rinnovamento anche parziale delle proprie tecnologie e/o all’acquisizione in modalità ASP (application service provisiong) attraverso il pagamento di un canone di servizio di strumenti e servizi per la collaborazione on line (sistemi di

videoconferenza, sistemi di e-learning, etc.) che consentano adeguato livello di professionalità nei collegamenti.

In particolare, sempre in via temporanea ed eccezionale, al fine di non interrompere – per quanto possibile – anche le azioni dei beneficiari in loco, sarebbe molto importante prevedere la possibilità di inserire, tra i costi ammissibili, anche i costi del personale che, direttamente o indirettamente rispetto al beneficiario stesso, opera nel Paese destinatario per la presentazione, promozione e/o commercializzazione dei prodotti oggetto del progetto di promozione.

Data la situazione che al momento rende impossibile la realizzazione di attività a forte socializzazione, inoltre, sarebbe opportuno eliminare i vincoli (5% dell’ammontare complessivo delle azioni) previsti per le attività di PR e marketing expertise che al momento paiono essere quelle più facilmente realizzabili dalle aziende per presidiare i mercati.

Considerato quanto sopra detto, si ritiene che nel periodo di svolgimento delle attività, le variazioni tra le sub azioni debbano essere sempre consentite anche se si tratta di sub azioni non previste a progetto e/o nelle varianti presentate, senza che questo comporti una ulteriore e preliminare richiesta autorizzativa.

Si ritiene di poter permettere ai soggetti proponenti, che avevano presentato investimenti sui diversi Paesi target, di attivare nuovi Paesi sui quali possano prevedere la realizzazione delle azioni promozionali, in deroga a quanto previsto dal decreto direttoriale circa gli investimenti minimi per paese. In questo modo, potrebbero essere ri-destinati gli investimenti inizialmente previsti, in tutto o in parte, detraendoli dai Paesi dove non si riescano a realizzare le attività del progetto.

A fronte di progetti destinati a più Paesi target, si chiede altresì di poter prevedere lo spostamento di budget tra i diversi Paesi, per riuscire a massimizzare la spesa totale prevista, derogando, se del caso, ad eventuali elementi che abbiano determinato la posizione in graduatoria del progetto. Rispetto alle tempistiche delle richieste di variazioni nei progetti già approvati, infine, in ragione dello scenario estremamente incerto, sarebbe opportuno assicurare che le medesime possano avvenire senza limiti temporali.

• Estensione del calendario: si ritiene opportuno consentire una estensione del calendario delle attività dei progetti 2019/2020 in fase di svolgimento, garantendo il principio di non sovrapposizione tra le annualità, almeno fino a fine Marzo 2021, per consentire alle aziende di assorbire in parte la flessione economico/finanziaria causata da questa emergenza, svolgendo attività che non si sono potute realizzare nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 (Necessaria approvazione nazionale e UE).

• Posticipo della pubblicazione del prossimo bando (campagna 2020/2021) facendo slittare il termine della presentazione dei progetti alla fine di settembre 2020 e la contrattualizzazione entro il 31 marzo 2021, affinché sia possibile una programmazione veritiera sperando di avere, nel secondo semestre del 2020 stesso, un quadro internazionale più stabile e chiaro.

• Per quanto riguarda le azioni rivolte al mondo GDO/Off Premise, che per forza di cose saranno la maggior parte di quelle messe in atto, sarebbe opportuno – in via del tutto eccezionale e temporanea – valutare l’estensione ad azioni di vendita in quelle superfici, non limitandosi esclusivamente ad azioni di promozione”.

Era gia stato scritto:

OCM VINO, 44 MLN DI EURO PER DISTILLAZIONE VINI GENERICI. REGIONI CHIEDONO DI PORTARE QUESTIONE IN CONFERENZA STATO REGIONI

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44 milioni di euro per la distillazione dei vini generici basandosi come punto di riferimento al valore di 2,5 per ettogrado. Per una media di circa 30 centesimi a litro, a seconda dei gradi. Questa la proposta emersa nel corso dell’incontro tra Mipaaf e Regioni in merito all’Ocm Vino – piano nazionale di sostegno di questa mattina.

Una proposta che sembrerebbe abbia creato non poco scompiglio tra le regioni (alcune non sono d’accordo) e che avrebbero chiesto di portare la questione all’ordine del giorno della prossima Conferenza Stato – Regioni del 21 maggio.

Era già stato scritto:

OCM VINO, MIPAAF IN RIUNIONE CON LE REGIONI. SUL TAVOLO LE RISORSE PER LA PROMOZIONE DA SACRIFICARE PER LA DISTILLAZIONE VINI QUALITA

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Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il ministero delle Politiche agricole abbia convocato le regioni per parlare di Ocm vino – piano nazionale di sostegno. Il prossimo 21 maggio è prevista infatti la Conferenza Stato Regioni ma per ora nell’ordine del giorno resta assente il tema della promozione del vino tricolore. E gli operatori non si trovano dunque nelle condizioni di poter spendere le risorse loro assegnate per far ripartire l’export del vino.

Il grande tema è quello relativo alla distillazione dei vini di qualità. Sulla scia di quanto annunciato dalla Francia nei giorni scorsi.

Sempre da quanto si apprende sembrerebbe che alcune regioni (la Puglia e la Campania) vogliano rinegoziare il piano di sostegno nazionale sottraendo risorse alla promozione e veicolandole verso la distillazione.

Si tratta di utilizzare una parte di risorse 2020 e una parte di risorse 2021.

OCM VINO DIMENTICATO DA CONFERENZA STATO-REGIONI. GOVERNO DICE “CORRETE” MA POI BLOCCA TUTTO. SI COPIA LA FRANCIA E AL CONTEMPO LA SI METTE IN CONDIZIONI DI SURCLASSARE ITALIA

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In un momento in cui con l’ultimo Decreto “rilancio” si attiva uno straordinario stanziamento finanziario, pari a ben tre manovre finanziarie, per il rilancio del “sistema Italia” gli esportatori del vino tricolore non sono messi nelle condizioni di poter spendere le risorse comunitarie già stanziate e assegnate loro nel periodo precedente l’emergenza COVID-19 per promuovere il Made in Italy all’estero.

E’ questa la conseguenza che emerge dall’ordine del giorno della Conferenza Stato – Regioni, convocata per il prossimo 21 maggio che purtroppo continua a disattendere le attese dei numerosi esportatori di vino italiano nel mondo che – con un valore dell’export pari a oltre 6,5 miliardi di euro/anno (base 2019) – rappresentano la prima voce di sostegno del made in Italy agricolo nel mondo.

Operatori che per rendere realizzabili e operativi i programmi loro approvati, antecedentemente rispetto all’emergenza COVID-19, avevano sollecitato, attraverso un documento inviato lo scorso 23 aprile dalle organizzazioni professionali della filiera (Vedi AGRICOLAE www.agricolae.eu/ocm-vino-mipaaf-ascolato-filiera-regioni-lo-stoppato-documento/ ) tutti gli enti preposti ad attivare una urgentissima modifica del decreto 3893/2019 (a firma di Centinaio) che consenta loro di poter operare una rimodulazione di programmi indispensabili per sostenere le correnti di export del vino italiano nel mondo e che allo stato sono irrealizzabili a seguito di tutte le misure restrittive  attivate a seguito della pandemia.

Ma niente da fare. A distanza di quasi un mese dalle richieste formulate dalle organizzazioni professionali della filiera gli enti preposti non hanno raccolto il grido d’allarme lanciato dagli operatori, disattendendo le attese già nella scorsa riunione della CSA del 7 maggio e con buone probabilità che dette attese verranno disattese anche il prossimo 21 maggio (a meno di un inserimento all’ultima ora con un’integrazione dell’ODG).

Senza un immediato dietrofront tutti i ritardi sino ad oggi accumulati e che purtroppo continuano a perdurare, rischiano seriamente di pregiudicare la competitività del vino italiano di qualità nel mondo con quote di mercato, in volume e valore, che nel corso del 2020 rischiano di essere perse a vantaggio dei nostri principali competitors europei (Francia in primis con l’imponente stanziamento messo in atto a sostegno del loro settore vinicolo), paesi del nuovo mondo (Cile, Argentina, Sud Africa e Nuova Zelanda) e degli USA pronti a approfittare della inevitabile perdita di competitività che ne deriverà per i produttori italiani nelle diverse aree del pianeta.

Importante l’impatto che questi programmi, a costo zero per le finanze pubbliche, hanno avuto nella crescita del nostro export che la politica unita alla burocrazia rischia ora di compromettere per i prossimi anni (perché non sarà facile riconquistare ciò oggi si è faticosamente raggiunto e che si rischia di perdere).

Il tutto, in una situazione che avvalora le voci di un forte contrasto tra uffici del Ministero (e sembrerebbe con il supporto di alcune Regioni) che nel mettere un freno alla promozione del vino italiano nel mondo vedono la possibilità di attivare quelle economie che potranno tornare utili a finanziare la distillazione operando una rimodulazione del Piano Nazionale di sostegno del Vino.

In un momento insomma in cui si chiede di ‘correre’ affrontando un ‘rischio calcolato’ (parole del premier Giuseppe Conte) per far ripartire l’economia del Paese e rimettere in moto l’export sembrerebbe che la scelta sia quella di sacrificare il nostro export enoico di qualità (che peraltro sta soffrendo anche a livello europeo) per finanziare lo smaltimento delle eccedenze del vino invenduto e presente nelle cantine sociali di qualità. Copiando l’idea francese ma al contempo permettendo ai cugini d’oltrampe di surclassarci e di guadagnare quote di mercato all’estero. Con la Cina, dove la Francia padroneggia, che sta investendo proprio in import alimentare.




XYLELLA, PROTOCOLLO INTESA MIPAAF DI BELLANOVA – MIBACT DI FRANCESCHINI – PUGLIA DI EMILIANO SU REIMPIANTO ULIVI. ECCO IL TESTO

Al via il protocollo d’intesa tra il ministero dei Beni culturali di Dario Franceschini, il ministero delle Politiche agricole di Teresa Bellanova e la regione Puglia di Michele Emiliano per l’espianto e il reimpianto degli ulivi infetti da Xylella.

Un accordo – si legge nella documantazione di cui AGRICOLAE è venuta in possesso – teso a creare una sinergia collaborativa tra i due ministeri e la regione della durata di sette anni.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il testo e a piè di pagina il documento in PDF:

Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio(di seguito denominato Ministero), rappresentato dal Direttore generale, arch. Federica Galloni,

e

il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale, rappresentato dal Capo Dipartimento, dott. Giuseppe Blasi,

e

la Regione Puglia,- Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale, (di seguito denominata Regione),rappresentato dal Direttore del Dipartimento, prof. Gianluca Nardone,

Congiuntamente indicate “Parti”

PREMESSO CHE

• con la Decisione comunitaria 2352/2017 del 14 dicembre 2017 è venuto meno il dispositivo della Decisione di esecuzione (UE) 2015/789, che prevedeva il divieto di reimpianto di specie potenzialmente ospiti del batterio della Xylella nelle aree dichiarate infette, demandando agli Stati membri le modalità di attuazione dei nuovi impianti di olivi e specificando che “….lo Stato membro interessato privilegia le piante ospiti appartenenti alla varietà che si sono rivelate resistenti o tolleranti all’organismo specificato”;

• la disposizione europea è stata attuata con il D.M. 13 febbraio 2018 del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, n. 4999, “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica italiana”, che all’art. 8, co. 2 rimanda a successive disposizioni del Servizio fitosanitario regionale;

• con Determinazione del Dirigente della Sezione Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, n. 274 del 04.05.2018, e successiva rettifica n. 280 del 17.05.2018 è stato disposto “di autorizzare nella zona infetta, ad eccezione della zona di 20 km della zona infetta in cui si applicano le misure di contenimento, l’impianto delle seguenti varietà di ulivo: Leccino e FS17 (favolosa), resistenti alla Xylella fastidiosa sottospecie pauca”

• la Regione Puglia-Dipartimento Sviluppo Rurale e Ambientale nell’ambito del Programma di sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 Puglia – approvato con Decisione di esecuzione della Commissione C(2015)84112 del 24 novembre 2015 – ha pubblicato un avviso per la presentazione di domande volte all’erogazione di “Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici “ (BURP n. 73 del 31.05.2018) e che detto avviso ha attivato la Sottomisura 5.2 con riferimento esclusivo “all’evento calamitoso derivante dalla diffusione di Xylella fastidiosa nel territorio dell’UE, limitando gli interventi di sostituzione degli olivi danneggiati e/o distrutti con varietà di olivo riconosciute tolleranti/resistenti al batterio dalle autorità economiche”;

• con Determinazione dell’Autorità di Gestione del PSR Puglia n. 274 del 10 dicembre 2018 (ratificata con Determinazione n. 293 del 20.12.2018) è stata approvata la graduatoria delle 426 domande ammesse e che le particelle interessate dalla Sottomisura 5.2 riguardano 1.718 ettari olivetati dei quali 781,70 ettari ricadono in aree vincolate ai sensi dell’art. 134 del D. lgs. 42/2004;

• la Regione Puglia ha posto come unica condizione per ottenere contributi pubblici ai fini del reimpianto che, laddove non sia documentata la disponibilità irrigua dell’azienda agricola, non sia superato il limite della densità di piantumazione utile per la condotta in asciutto del fondo, ovvero 300 piante per ettaro;

• la Commissione europea, a seguito delle ispezioni (“audit”) eseguite in Italia e in particolare in Puglia nel 2014 dove ha rilevato la ridotta attuazione delle misure stabilite dall’Unione per fronteggiare la diffusione della Xylella, ha avviato la Procedura di infrazione n. 2015/2174 che si è conclusa con la presentazione, in data 04.07.2018, alla Corte di Giustizia Europea del ricorso n. 2018-3843283 contro la Repubblica Italiana a cui è seguita la sentenza di condanna del 5 settembre 2019;

• la Decisione di esecuzione (UE) 2018/927 del 27 giugno 2018 che ha modificato la Decisione di esecuzione (UE) 2015/789 relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa (Wells et al.), ridefinendo la “Zona cuscinetto” in Italia, e di conseguenza anche la “Zona infetta”, che nella “Parte A” della stessa Decisione di esecuzione (UE) 2018/927, viene indicata come comprensiva della provincia di Lecce, della provincia di Brindisi e di alcuni comuni situati nella provincia di Taranto, nonché del comune di Locorotondo nella provincia di Bari;

• il decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27, recante “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e del settore ittico nonché di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l’emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel Comune di Cogoleto”, convertito con modificazioni dalla legge 21 maggio 2019 n. 44, ha inserito – al fine di snellire le procedure di eradicazione delle piante infette e di assicurare il rispetto dei tempi imposti dalle disposizioni dell’Unione Europea – l’art. 18-bis nel D. Lgs. 19 agosto 2005, n. 214, disponendo, in via generale che “le misure fitosanitarie ufficiali e ogni attività ad esse connessa, ivi compresa la distruzione di piantecontaminate, anche monumentali, disposte da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, sono attuate in deroga a ogni disposizione vigente, comprese quelle di natura vincolistica…”;

• l’art. 8-ter del citatodecreto-legge 29 marzo 2019 n. 27, nel dettare le misure per il contenimento della diffusione del batterio Xylella fastidiosa, ha previsto che “ … per un periodo di sette anni, il proprietario, il conduttore o il detentore a qualsiasi titolo di terreni può procedere, previa comunicazione alla regione, all’estirpazione di olivi situati in una zona infetta dalla Xylella fastidiosa, con esclusione di quelli situati nella zona di contenimento di cui alla decisione di esecuzione (UE) 2015/789 della Commissione, del 18 maggio 2015, e successive modificazioni, in deroga a quanto disposto dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1945, n. 475, e ad ogni disposizione vigente anche in materia vincolistica, nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di  impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal procedimento di valutazione di incidenza”;

• la Corte di Giustizia europea con la sentenza del 5 settembre 2019 ha condannato l’Italia, all’esito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione, per non aver rispettato gli obblighi di monitoraggio della presenza del batterio, sia nella zona di contenimento che di cuscinetto, e di rimozione immediata degli alberi infetti nella zona di contenimento;

VISTE

• la nota prot.n. 28833 del 25 ottobre 2019 dell’Ufficio legislativo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo;

• la nota prot. n. 1979 del 30 ottobre 2019 della Regione Puglia;

CONSIDERATO CHE

• l’agricoltura salentina è caratterizzata dall’estrema frammentazione della proprietà dove gli appezzamenti di terreno la cui superficie è inferiore a un ettaro è pari al 58% del totale delle aziende agricole e quelle con superficie non superiore a due ettari rappresentano l’85% del totale della superficie agricola utile (SAU) della provincia di Lecce e che tale frammentazione aumenta il rischio di abbandono delle aree colpite dalla Xylella, che, se non economicamente utilizzate anche a seguito di sostegni al reddito delle aziende agricole, risulterebbero comunque depauperate delle loro qualità paesaggistiche;

• l’avvenuta “liberalizzazione” delle procedure di espianto degli ulivi in zona infetta (art. 8-ter del decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27) impone alle Amministrazioni coinvolte di agire tempestivamente, al fine di salvaguardare il paesaggio identitario e impedire la desertificazione dei luoghi, anche in considerazione delle risorse già stanziate, a favore degli agricoltori, per il reimpianto degli olivi;

• anche alla luce della complessità del fenomeno in esame, nelle aree nelle quali il legislatore ha già consentito l’eradicazione delle piante infette in deroga al regime vincolistico, la sostituzione di ulivi con altri ulivi, e in particolare le operazioni di reimpianto delle uniche specie di olivi resistenti, possono essere, a determinate condizioni,considerate pratiche colturali non soggette ad autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell’art. 149, comma 1, lett. b) del D. lgs. 42/2004;

• lo scenario strategico del PPTR individua, per gli ambiti paesaggistici interessati, obiettivi di qualità paesaggistica a cui è necessario tendere per contrastare le trasformazioni delle aree colpite dalla Xylella; in particolare, al fine di riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici, occorre salvaguardare l’integrità delle trame e dei mosaici colturali dei territori rurali di interesse paesaggistico che caratterizzano gli ambiti, con particolare riguardo ai paesaggi dell’oliveto delle serre, ai paesaggi del mosaico costituito dalla consociazione tra vigneto, oliveto; occorre, inoltre, salvaguardare e valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata, nonché valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi;

• la previsione di tempi celeri relativamente all’iter amministrativo, incentivando il cittadino ad adoperarsi nell’immediato per la ricostituzione del bene paesaggio, ridurrebbe il rischio di abbandono di coltivazione del territorio che altrimenti, se non economicamente utilizzato, oltre che improduttivo rimarrebbe in definitiva non presidiato con conseguente depauperamento della sua qualità paesaggistica complessiva;

• al fine di procedere speditamente alle operazioni di reimpianto degli olivi, garantendo al contempo la ricostituzione del paesaggio olivicolo pugliese nelle aree infette vincolate ai sensi della Parte III del D. lgs. 42/2004, si ritiene opportuno stipulare un Protocollo tra le Amministrazione interessateil Ministero e la Regione Puglia, quale strumento idoneo al perseguimento dell’obiettivo di procedere quanto prima alla sostituzione, nelle aree con vincolo paesaggistico, delle piante infette eradicate con ulivi resistenti al batterio;

• visto l’articolo 14 del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 giugno 2019, n. 76;

vista la delibera della Giunta regionale della Regione Puglia del …………..;

tutto ciò premesso e considerato, le Parti convengono e stipulano quanto segue

Art. 1- Oggetto e finalità

1. Le premesse fanno parte integrante del presente Protocollo.

2. Con la sottoscrizione del presente Protocollole Parti, nell’ambito delle rispettive finalità istituzionali, intendono instaurare un rapporto di collaborazione e sinergica convergenza nell’interesse pubblico comune che consenta di procedere celermente alla ricostituzione del paesaggio olivicolo nelle aree vincolate ai sensi dell’art. 134 del D. lgs. 42/2004, e ricomprese nella zona definita “infetta”, in modo da salvaguardare il paesaggio identitario regionale edi impedire processi di abbandono e di desertificazione delle aree colpite dal batterio della Xylella fastidiosa.

3. Oggetto del presente Protocolloè la definizione dei casi in cui è possibile ricondurre le operazioni di reimpianto degli ulivi alle pratiche agricole esenti da autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 149, co. 1, lett. b), del D. lgs. 42/2004 nelle zone dichiarate “infette” dal batterio della Xylella fastidiosa, con l’indicazione delle condizioni o prescrizioni tecniche ritenute opportune.

4. Le aree nelle quali si possono applicare le disposizioni di cui all’art. 149, co. 1, lett. b) del D. lgs. 42/2004, alle condizioni previste all’art. 2 del presente Protocollo, per il reimpianto delle cultivar di olivo resistenti alla Xylella, sono quelle vincolate ai sensi della Parte III del D. lgs. 42/2004, ricadenti nelle zone definite “infette” (con esclusione di quelle di “contenimento”), come perimetrate dalle Determinazioni del Dirigente della Sezione Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia in “Recepimento Decisione di esecuzione UE/2018/927 di modifica della decisione UE/2015/789. Aggiornamento delle aree delimitate alla Xylella fastidiosa sottospecie Pauca ST53”.

Art. 2 – Condizioni per l’applicazione dell’art. 149 del D. lgs. 42/2004

1. Le operazioni di reimpianto nelle aree vincolate ricadenti in zone infette (con esclusione della zona di contenimento), come indicate all’art. 1, comma 4, del presente Protocollo, possono essere ricondotte a pratiche agricole non soggette ad autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell’art. 149, co. 1, lett. b), del D. lgs. 42/2004, alle seguenti condizioni:

a) nelle aree infette nelle quali si è proceduto all’estirpazione di olivi ai sensi dell’articolo 8-ter deldecreto-legge 29 marzo 2019 n. 27 nelle quali si è proceduto all’espianto delle piante colpite dal batterio della Xylella, sono reimpiantate unicamente cultivar di olivo resistenti, quali il Leccino o la Fs-17, o altre varietà di ulivi che dovessero rivelarsi resistenti o tolleranti all’organismo specificato, sulla base di apposita certificazione del Comitato Fitosanitario Nazionale;

b) nelle operazioni di reimpianto sono salvaguardati tutti i beni diffusi caratterizzanti il paesaggio rurale (muretti a secco, lamie, specchie, trulli, cisterne pozzi, canalizzazioni delle acque piovane ecc.) in conformità con gli artt. 76, 77, 78 e 83 delle NTA del PPTR;

2. Laddove il reimpianto non rispetti le suddette condizioni, gli interventi sono sottoposti alla procedura ordinaria di cui all’art. 146 del D. lgs. 42/2004.

Art. 3 – Monitoraggio

1. La Regione Puglia esegue il monitoraggio delle autorizzazioni al reimpianto di ulivi secondo le condizioni di cui al presente Protocollo tenendo informatio il Ministerio.

Art. 4 – Durata

1. Il presente Protocollo ha la durata di sette anni, decorrente dalla sottoscrizione delle Parti, pari al periodo previsto dall’art. 8-ter del citato decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27, e può essere prorogato a seguito di formale dichiarazione di interesse delle Parti.

ART. 5 – Disposizioni finali

1. Le Parti si impegnano a garantire nell’esecuzione del presente Protocollo il rispetto della normativa vigente in tema di privacy e anticorruzione.

PROTOCOLLO INTESA