Apicoltura, Tiso(Confeuro): Tutelare miele italiano sia priorità governo

Stiamo seguendo con molta attenzione e viva preoccupazione la situazione del miele italiano, messo in crisi dall’import sleale e dal cambiamento climatico. In particolare, la redditività dei nostri apicoltori rischia di essere affossata dalle importazioni di prodotti extra Ue di qualità scarsa e con prezzi assolutamente fuori mercato, nonché dall’incremento dei costi di produzioni dovuti anche alle perturbazioni atmosferiche.

 

Insomma, un contesto allarmante e problematico che deve essere immediatamente attenzionato dal governo nazionale. A giudizio di Confeuro, che esprime forte vicinanza al comparto degli apicoltori, è necessario agire con urgenza su 3 fronti: innanzitutto in sede legislativa, tutelando le aziende apistiche italiane dal dumping commerciale extracomunitario. Soprattutto tramite urgente riforma Pac. In secundis, bisogna subito riprendere la questione pesticidi, cercando una valida alternativa per tutelare le api dai veleni dei fitofarmaci. Infine, ma non meno importante, proporre una campagna di sensibilizzazione tra i consumatori, accendendo i riflettori sulle etichette delle confezioni.

 

È necessario che si legga attentamente la provenienza del miele. Ne va della salute dei cittadini. Auspichiamo dunque che la tutela dei nostri produttori e della qualità del nostro miele diventi priorità istituzionale dell’agenda governativa”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Miele, Pierro (Lega): Governo al fianco degli apicoltori con misure concrete

“C’è chi dall’opposizione cerca di usare gli apicoltori per attaccare il governo, ma dimostra di non sapere di cosa sta parlando. Proprio grazie alla tenacia dell’Italia, nell’ambito della revisione della Direttiva Breakfast, è stata possibile in Ue l’indicazione obbligatoria in etichetta di tutti i paesi di origine e delle percentuali esplicitate in ordine decrescente. Il sottosegretario con delega al settore, Luigi D’Eramo si è battuto per ottenere il risultato più ambizioso e la massima trasparenza proprio per difendere i nostri produttori dalla concorrenza sleale dei Paesi terzi. Nell’ambito della nuova Pac le risorse per la filiera sono passate da 9 a 17 milioni di euro. Non solo, il Masaf sta lavorando per definire quanto prima il disciplinare di un Sistema di qualità nazionale e presto partirà una campagna di comunicazione mirata a incentivare i consumi di mieli di qualità come sono quelli italiani. Niente spot, ma misure molto concrete per sostenere e valorizzare una filiera strategica del Made in Italy”.
Così in una nota il deputato della Lega, Attilio Pierro, membro della commissione Agricoltura di Montecitorio.



Miele, D’Eramo (Masaf): Sistema di qualità nazionale e comunicazione per sostenere filiera strategica

Il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, è intervenuto questa mattina al sit-in promosso dall’associazione “Miele in cooperativa” a Piazza Santi Apostoli, a Roma. Un’occasione in cui i produttori italiani hanno ricordato le criticità con cui sta facendo i conti il settore, dai cambiamenti climatici ai mieli spesso adulterati provenienti da paesi extra Ue, in particolare dalla Cina, venduti a prezzi stracciati fino all’aumento dei costi di produzione per far fronte a maltempo e siccità. “Consapevoli delle difficoltà che stanno vivendo i nostri apicoltori stiamo mettendo in campo misure concrete che potranno contribuire a sostenere la filiera – ha ricordato il sottosegretario con delega al settore -. Tra le priorità dei prossimi mesi la realizzazione di una prima campagna di comunicazione che ha l’obiettivo di rilanciare i consumi interni. Contemporaneamente – ha continuato D’Eramo – al Masaf si sta lavorando alla definizione del disciplinare di un Sistema di qualità nazionale. A questo si aggiunge il risultato ottenuto in Europa, anche grazie alla tenacia dell’Italia, nell’ambito della Direttiva Breakfast, con l’indicazione obbligatoria in etichetta dei paesi di origine e delle percentuali. Nei casi in cui il miele proviene da più Paesi, questi dovranno essere indicati chiaramente sulla confezione con ordine decrescente e in modo proporzionale. Con la massima trasparenza in etichetta e rafforzando i controlli puntiamo a contrastare la concorrenza sleale e a valorizzare la qualità dei prodotti Made in Italy”, ha concluso D’Eramo. 




Apicoltura: Lega, stop a miele fatto in laboratorio o da paesi terzi

“So quanta fatica hanno fatto gli apicoltori per organizzare questo evento”. Esordisce così il presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni a margine della manifestazione degli apicoltori in Piazza Sant’Apostoli a Roma. “Dobbiamo ringraziarli, – prosegue – perché stanno facendo un favore ai consumatori italiani che devono capire cosa c’è dietro un’etichetta. C’è una grande differenza tra un miele fatto in italia e l’altro miele. Lo sappiamo bene e la commissione è al vostro fianco. Per questo stiamo predisponendo un testo per tutelare la tracciabilità del prodotto. La vera battaglia, però, è sui confini europei e deve essere recepita a Bruxelles. Oltre il 70% del miele utilizzato nell’agroindustria proviene dalla Cina. La Lega dice no! Grazie a tutti gli apicoltori italiani”.
“Il miele non può costare 1,5 euro al chilo! – aggiunge il deputato della Lega Attilio Pierro, componente della commissione Agricoltura che prosegue – Quello che su molti scaffali viene definito così, non è miele. Sull’etichetta deve esserci scritta la provenienza del miele, in maniera chiara. Perché non vogliamo crescere i nostri figli con il miele cinese! Lo spiegheremo chiaramente alla comunità europea”.



Fai (Confagricoltura). Filiera apistica: verso un sistema di qualità nazionale e una campagna promozionale per il miele italiano

Disaggregati, deboli e disorientati: sono queste le principali criticità degli apicoltori italiani chiamati ad affrontare la costante competizione del mercato globale e le crescenti difficoltà di un’apicoltura produttiva, remunerativa e sostenibile. Ecco perché siamo favorevoli alle proposte emerse oggi al tavolo della filiera apistica, convocato dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.»

 

A sostenerlo il presidente della FAI, Raffaele Cirone, che ha preso parte ai lavori ed è intervenuto in rappresentanza della Federazione Apicoltori Italiani – sigla storica del comparto – e di Confagricoltura, cui aderisce.

 

La proposta di schema di un sistema di qualità alimentare nazionale del miele, presentata oggi dal Sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, sebbene necessiti di ulteriori approfondimenti e interventi correttivi attesi dalla base produttiva, rappresenta ad avviso della FAI uno strumento indispensabile a indirizzare gli sforzi degli apicoltori che, nonostante l’elevata professionalità, fanno ancora fatica a far percepire al mercato le ragioni per cui un prodotto di qualità garantita deve poter essere facilmente riconosciuto dai consumatori e giustamente remunerato.

 

«Servono azioni coordinate, disciplinari stringenti e controlli adeguati ad una politica di valorizzazione del già eccellente prodotto nazionale – ricorda Cirone – altrimenti si rischia di deludere le attese di un consumatore sempre più attento, consapevole, propenso all’acquisto del prodotto migliore».

 

Apprezzamento, da parte di FAI e Confagricoltura, sulla pianificazione di un’attività promozionale a sostegno del consumo del miele nazionale: «La nostra è una filiera d’eccellenza dell’agricoltura italiana, con circa 2 milioni di alveari e 80.000 apicoltori, e i suoi tratti distintivi vanno sottolineati con un’adeguata azione informativa e una promozione mirata alle fasce più attente al consumo del miele di alta qualità: bambini, giovani, sportivi e anziani in modo particolare, prima ancora dei tanti estimatori. E’ questa la raccomandazione del presidente FAI, anche a nome di Confagricoltura, al tavolo apistico, affinché la filiera nazionale preservi la dignità del lavoro di ciascun apicoltore italiano e il patrimonio di alveari indispensabili all’agricoltura e all’ambiente».

 




Ue, Lega presenta interrogazione su miele artificiale su mercato Ue: tutelare consumatori e produttori

L’Europa intervenga per frenare l’espansione del miele artificiale prodotto senza l’impiego delle api, e valuti l’opportunità di vietare del tutto il suo ingresso nel mercato comunitario per tutelare i consumatori da una possibile frode alimentare alla luce della direttiva 110 del 2001. Dopo aver raccolto l’allarme lanciato dall’associazione Miele in cooperativa, che rappresenta circa 390 mila alveari in Italia, abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere di agire con tempestività contro la diffusione del miele artificiale, brevettato e già immesso sul mercato da alcune società extraeuropee, che ora minaccia di arrivare anche sugli scaffali dei nostri negozi come prodotto contraffatto, mettendo a rischio la corretta informazione dei consumatori e la sopravvivenza degli apicoltori italiani, che producono miele vero e di altissima qualità. Contemporaneamente chiediamo a Bruxelles più rigore e maggiori controlli per contrastare la vendita in Europa di tutti i tipi di miele contraffatto, adulterato o non in linea con i parametri di trasparenza e qualità definiti dalla direttiva sul miele, che costituisce purtroppo quasi la metà di tutto il miele importato dai Paesi extra Ue. Come eurodeputati che rappresentano a Bruxelles le regioni del Nord-Ovest, dove opera oltre un quarto di tutti gli apicoltori italiani, sentiamo il dovere di difendere questo settore di eccellenza, da sempre impegnato nella produzione di qualità e nella cura del nostro territorio”.

Così in una nota gli europarlamentari della Lega Isabella Tovaglieri e Marco Campomenosi (capo delegazione), firmatari dell’interrogazione.




Miele, D’Eramo: rafforzando controlli e certificazioni saremo più forti e difenderemo settore da frodi

“Come è accaduto su altre questioni, anche sull’etichettatura del miele in Europa non abbiamo tentennato e sono orgoglioso delle posizioni che stiamo portando avanti come Italia. Siamo per il risultato più ambizioso, indicare paesi di origine e percentuali. Altri forse non hanno il nostro stesso interesse perché per loro il miele non è espressione dei territori. Più controlliamo e più certifichiamo più noi italiani saremo forti, anche a livello internazionale”. Lo ha detto il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, intervenendo al villaggio Coldiretti, al Circo Massimo a Roma, all’incontro su “Tracciabilità del miele e contrasto delle frodi”.

Ricordando come da una recente indagine europea quasi la metà dei campioni di miele analizzati introdotti in Ue sia risultata adulterata, il sottosegretario ha aggiunto: “è una percentuale in preoccupante crescita rispetto al passato. Oltre al danno economico si rischia un danno di reputazione. Il lavoro che stiamo facendo va nella direzione di garantire una sempre maggiore tracciabilità e certificazione in etichetta. Per la difesa e valorizzazione di un settore chiave per l’agroalimentare Made in Italy e per l’ambiente nei prossimi mesi puntiamo a intervenire per dare strumenti adeguati alle imprese per far fronte ai cambiamenti climatici e per sburocratizzare, affrontando ad esempio la questione del nomadismo”, ha concluso D’Eramo.




Siccita, Coldiretti, addio a 1 vaso di miele su 4, solo 23 mln kg

L’Italia ha dovuto dire addio a quasi 1 vasetto di miele su 4 (23%) rispetto a poco più di un decennio fa con una raccolta che nell’ultimo anno a livello nazionale è stata di circa 23 milioni di chili condizionata da siccità ed eventi estremi che hanno causato oltre 6 miliardi di euro di danni all’agricoltura italiana. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione di APIMELL, la più importante Mostra Mercato Internazionale specializzata nel settoreapicoltura, su dati Osservatorio nazionale miele che registrano una produzione 2022 che, seppur migliorata in confronto all’anno nero precedente, è ancora molto distante dai 30 milioni di chili potenziali raggiunti nell’ormai lontano 2010.

Se la carenza di piogge ha consentito voli di raccolta regolari da parte delle api, le alte temperature e la mancanza di acqua con fioriture anticipate – spiega Coldiretti – hanno costretto gli apicoltori a partire prima verso le aree montane e a portare razioni di soccorso e acqua negli alveari già nei primi giorni di agosto. I raccolti della prima parte della primavera e dell’estate hanno sofferto in particolare per le ondate di calore. Il 2022 – spiega Coldiretti – è stato l’anno piu’ caldo mai registrato prima con la temperatura media superiore di quasi un grado (+0,98°) con la caduta del 30% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla banca dati Isac Cnr che evidenziano  come la stessa anomalia si conferma anche nei primi mesi di quest’anno.

Ma oltre alla situazione climatica dell’anno più caldo di sempre – sottolinea Coldiretti – i “pastori delle api” hanno dovuto fare fronte anche all’esplosione dei costi per le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina: dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio. In Italia – precisa la Coldiretti – si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania.

Il Belpaese però vince in biodiversità con più di 60 varietà da quelli Dop come il Miele della Lunigiana, e il Miele delle Dolomiti Bellunesi e il miele Varesino, fino a quelli speciali in barrique o aromatizzati, dal tiglio agli agrumi, dall’eucalipto all’acacia.

Un patrimonio messo a rischio dalle importazioni dall’estero cresciute di quasi il 18% nei primi undici mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 – evidenzia Coldiretti – anno in cui il totale delle importazioni è risultato superiore ai 24 milioni di chilogrammi. 

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – consiglia la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.




Giornata mondiale delle api, Polizzi (Mipaaf): protagoniste nel piano strategico nazionale. Stanziati 7,7 milioni per il settore – VIDEOINTERVISTA


“Celebriamo una giornata dedicata alle api, che hanno trovato un posto da protagonista nel piano strategico nazionale e riprende la riforma approvata lo scorso anno, dunque il settore apistico come settore strategico per la sua valenza valenza dal punto di vista agroambientale e fondamentale per la catena alimentare. L’amministrazione nel corso degli ultimi 2 anni ha dobuto gestire diverse risorse destinate al settore sia provenienti dall’Unione europea che a livello nazionale. Di recente stiamo approvando un decreto che stanzia 7,750 milioni di euro per azioni per la valorizzazione dell’impollinazione e la pratica del nomadismo, quest’ultima particolarmente importante. Sono risorse destinate per migliorare l’associazionismo del settore, che vede una grossa frammentazione. Le associazioni sono un nucleo fondamentale che vanno supportate anche con assistenza tecnica per lavorare nel miglior modo possibile e trarre la maggior remunerazione possibile dalla propria attività”.

Così ad AGRICOLAE Luigi Polizzi, direttore generale del Mipaaf, in occasione dell’evento di presentazione Generazione Honey, progetto organizzato da cooperative apistiche aderenti a Confcooperative Fedagripesca e finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.




Giornata delle Api, Confcooperative presenta il progetto Generazione Honey per rilanciare la filiera del miele italiano

Miele di qualità, italiano e prodotto da api italiane. Questo è l’obiettivo prefissato da Generazione Honey, nato da FedAgriPesca Confcooperative con l’idea di rilanciare l’informazione e la conoscenza di un prodotto naturale spesso poco utilizzato nei normali consumi. Generazione Honey coinvolge oltre 30 enti tra cooperative ed associazioni, 9.000 apicoltori e 350.000 alveari e si inserisce in una azione europea di salvaguardia delle api, come ha sottolineato Luigi Polizzi, direttore generale del Mipaaf: “Il settore apistico ci ha impegnato molto. Ieri abbiamo stanziato 7,7 milioni di euro per incentivare l’impollinazione e incentivare l’associazionismo. Tutto questo alla luce dell’importanza data dall’Ue. Il settore è in salute ma ancora frammentario. Abbiamo creato un partenariato pubblico-privato”.

La giornata dedicata alle api e al miele ha previsto un avvicinamento attraverso un breve corso di assaggio guidato da Floriana Carbellano, coordinatore tecnico apistico dell’ associazione AgriPiemonte miele,  docente dell’albo in esperti analisi sensoriale del miele e direttore responsabile della rivista l’Apicoltore italiano.

“La consapevolezza sul mondo apistico parte dalla salvaguardia ambientale: le api sono principalmente minacciate dalla cementificazione, insetticidi agricoli e modificazioni climatiche, l’apicoltura ha bisogno di acqua, come le piante. Una maggiore informazione può portare il consumatore ad una cultura del miele, con una maggiore consapevolezza per scegliere la qualità”, spiega la Carbellano.

“Gli apicoltori raccolgono solo il miele in eccesso rispetto al fabbisogno dell’alveare. Il miele ha poi diversi colori, dovuto alle sostanze vegetali oltre che al nettare estratto, ma invecchiando diventa più scuro. Durante il processo di confezionamento può venire utilizzato un processo di trattamento termico più forte, che però rovina la qualità del prodotto e ne distrugge le caratteristiche. Questi trattamenti non sono vietati, ma non è obbligatorio inserirlo in etichetta. I produttori italiani vogliono invece promuovere un prodotto il più possibile naturale, senza trattamenti”, continua la docente.

“Il miele può cristallizzarsi, ma questa caratteristica ne conferma la qualità, la non manipolazione, perché è un processo naturale. I mieli più ricchi di glucosio sono quelli che cristallizzano più velocemente. Un aspetto sottolineato durante l’incontro è come il miele debba essere considerato sulla tavola: si tratta di un vero e proprio alimento, da utilizzare quotidianamente dalle famiglie, indicato nelle diete equilibrate di sportivi ed anziani, bambini e prezioso per i sali minerali ed enzimi presenti. Ci sono 18 mieli monoflorali riconosciuti e con caratteristiche univoche. il monoflorale è un miele con una unica fioritura, mentre il miele millefiori varia molto durante l’anno e a seconda della zona di raccolta, ma quest’ultimo possiede ricchezza culturale importante, perché è legato alle condizioni climatiche e all’ambiente, conclude ancora la Carbellano.

A spiegare gli obiettivi di Generazione Honey è Riccardo Terriaca, responsabile apicoltura Confcooperative: “Generazione Honey ruota attorno ad un concetto: il miele non è solo un alimento, va oltre il valore nutrizionale, racchiude la biodiversità degli ambienti, mantiene la sostenibilità del territorio e la circolarità dell’agricoltura. Per salvaguardare la api è necessario preoccuparsi degli apicoltori, il miele italiano deve essere associato proprio all’allevamento delle api italiane. In questo modo si crea sinergia con il territorio, senza sacrificarlo per il profitto. Le api oggi non sono a rischio estinzione, tranne quelle selvatiche. Oggi però l’ambiente sta cambiando e le api soffrono di fronte al cambiamento, ma non possiamo rispondere a questo problema con l’allevamento intensivo e l’ibridazione: vanno invece salvaguardate le razze autoctone, è necessario innovare mantenendo intatta la storia e la cultura del territorio. C’è inoltre un altro pericolo di fronte a noi quello del miele sintetico, un assurdo che dobbiamo prevenire: il miele in vitro non è miele”.

Leggi il comunicato ufficiale:

Giornata delle api, al via il progetto di comunicazione Federagripesca per accrescere la conoscenza del miele

Leggi la dichiarazione di Giorgio Mercuri:

Giornata del miele, Mercuri: ruolo fondamentale nell’impollinazione soprattutto per l’ortofrutta

Guarda l’intervista a Luigi Polizzi, direttore generale del Mipaaf

 

 




Giornata delle api, al via il progetto di comunicazione Federagripesca per accrescere la conoscenza del miele

“Vogliamo dar vita a una nuova narrazione del miele, non più solo un alimento salubre ed energetico, ma un testimone della straordinaria biodiversità del territorio italiano e della cultura qualitativa delle nostre produzioni agroalimentari”. Così Giorgio Mercuri, Presidente di FedAgriPesca Confcooperative ha tenuto oggi a battesimo, in occasione della Giornata Mondiale delle Api, la prima iniziativa del progetto biennale Generazione Honey, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e presentato da Agrireteservice, la società di sistema di Fedagripesca, in collaborazione con le cooperative e le associazioni di Miele in Cooperativa. L’iniziativa, un corso di avvicinamento al miele, è stata introdotta da un saluto istituzionale di Luigi Polizzi, direttore generale Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali e dello Sviluppo Rurale del MIPAAF.

 

L’obiettivo del progetto Generazione Honey, che coinvolge oltre 30 enti tra cooperative ed associazioni, 9.000 apicoltori e 350.000 alveari, è quello di approfondire la conoscenza del miele, per conferire al prodotto una rinnovata identità, volta anche a sottolineare il ruolo svolto dal miele nell’ottica della tutela ambientale, dello sviluppo sostenibile e dell’economa circolare.

 

Il progetto di comunicazione coinvolgerà opinion leader, giornalisti ed influencer che raggiungeranno i consumatori finali attraverso messaggi che contribuiscano ad una migliore collocazione del prodotto miele, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. La vera identità del nostro miele è data dall’allevamento delle api italiane ed è proprio puntando al legame con il territorio che questa scelta presuppone, che il miele italiano può riuscire a rafforzare il suo livello di competitività nei confronti di prodotti a basso costo e di dubbia qualità, provenienti dall’estero.

 

La prima azione che ha dato avvio questa mattina al percorso di divulgazione del miele è stata incentrata sull’assaggio guidato del miele, con l’assistenza dei docenti dell’albo nazionale degli esperti in analisi sensoriale del miele (i “sommelier” del miele): ai partecipanti, giornalisti e food blogger, è stato presentato un racconto delle caratteristiche organolettiche del miele, approfondendo il legame con i singoli territori e presentando i vari colori, sapori ed aromi delle principali produzioni nazionali.




Miele, Alleanza cooperative “soddisfazione per stanziamento 5 milioni di euro per settore apistico”

“Accogliamo con soddisfazione la notizia dello stanziamento di cinque milioni di euro, a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale per calamità, per aiutare gli imprenditori apistici ad affrontare i danni subiti a seguito dei cambiamenti climatici che hanno messo in notevole difficoltà il comparto del miele. Il risultato raggiunto, attraverso un emendamento presentato nell’ambito del DL Sostegni bis, seppur non completamente risolutivo dei problemi che gli apicoltori hanno dovuto sostenere , potrà rappresentare  comunque una boccata di ossigeno nei confronti di un comparto che oramai da diversi anni è costretto a fare i conti con le problematiche legate ai cambiamenti climatici con conseguenti significativi danni alla popolazione delle api e alle produzioni di miele.”

Così il Presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ha espresso il proprio ringraziamento al Sottosegretario Mipaaf, Gian Marco Centinaio, per il raggiungimento di tale obiettivo, nel corso del webinar “Alveare Italia. La straordinaria rete dei messaggeri del miele italiano’ organizzato questa mattina da Agri Rete Service, società di servizi di Confcooperative-Fedagripesca.

“Auspichiamo che ci sia ora – conclude il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari – un prosieguo dell’attenzione verso gli oltre 50.000 apicoltori che svolgono quotidianamente un lavoro di fondamentale rilevanza per la salvaguardia dell’ecosistema e per l’intera agricoltura”.




Miele, Centinaio: 5 mln a settore apistico un inizio. Bene progetto Confcooperative su ruolo produttori per economia e ambiente

“Ringrazio il presidente Mercuri e tutta la cooperazione per il grandissimo lavoro che stanno facendo, in questo caso per il settore apistico e del miele. Si va nella direzione in cui ho sempre creduto, ovvero una stretta collaborazione fra agricoltura e turismo. Avevo preso l’impegno di destinare parte dei fondi stanziati per aiutare i settori colpiti dalle gelate dei mesi scorsi anche agli imprenditori apistici. Pochi giorni fa è arrivata la conferma dalla Commissione Bilancio. Sono stati stanziati cinque milioni di euro per il settore, che non aveva mai usufruito di misure simili. È stato fatto un primo passo al quale spero ne seguano altri”. Lo ha evidenziato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, sen. Gian Marco Centinaio, partecipando al webinar “Alveare Italia – La straordinaria rete dei messaggeri del miele italiano”, iniziativa di AgriReteService, società di servizi di Confcooperative FedagriPesca, che ha coinvolto circa 25 tra associazioni e cooperative apistiche, presenti in dieci regioni italiane e che rappresentano circa 300.000 alveari (pari a circa il 20% del patrimonio apistico nazionale), tutte aderenti a Confcooperative. “È un progetto che mi è subito piaciuto. Avere dei messaggeri vuol dire avere ambasciatori – ha aggiunto il sottosegretario -, persone competenti che parlano con entusiasmo del proprio lavoro e dell’intero settore. Purtroppo non tutti conoscono il ruolo delle api per il nostro ecosistema ed è per questo importante comunicare anche il ruolo dei produttori di miele e la qualità del prodotto italiano. Non si tratta solo di aiutare un segmento economico del nostro paese ma anche di tutelare l’ambiente e fare una scelta di vita”.




Giornata api, Coldiretti: crolla del 30% raccolto miele

Crolla di almeno il 30% la produzione di miele in Italia in un 2021 segnato in media da quasi un evento estremo al giorno tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo in piena primavera che ha distrutto le fioriture compromettendo pesantemente il lavoro delle api. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione della giornata mondiale delle api sulla base dei dati della banca dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), L’inverno bollente e la pazza primavera segnata da gelate – sottolinea la Coldiretti – hanno creato in molte regioni gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare con un crollo dei raccolti per tutti i tipi, dall’acacia agli agrumi,  rispetto alla produzione media annuale nazionale di 25 milioni di chili. Le difficoltà delle api – sottolinea la Coldiretti — sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao. Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Le anomalie del meteo che si sono registrate a macchia di leopardo lungo la Penisola con pioggia ed il forte vento hanno ostacolato l’attività di bottinatura delle api per salvare le quali – precisa la Coldiretti – sono stati somministrati sciroppi a base di zucchero o miele con un intervento straordinario e costoso da parte degli apicoltori. Il danno economico e ambientale colpisce il Paese in una situazione in cui la svolta salutista degli italiani per effetto della pandemia Covid ha portato all’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nel 2020 ma – evidenzia Coldiretti – sugli scaffali dei supermercati italiani già più di 1 vasetto di miele su 2 viene dall’estero, con una produzione nazionale stimata pari a 18,5 milioni di chili nel 2020. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – consiglia la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. In Italia – precisa la Coldiretti – esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele in Italia ci sono 1,6 milioni di alveari curati da circa 70mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo.




Apicoltura, Comagri Senato. Cefalo (Unaapi): Produzioni adulterate, stop a import falso miele cinese. Etichettatura, controlli e Osservatorio europeo per tutelare vero miele

La domanda a livello mondiale di miele cresce ininterrottamente dal 2010, con un incremento costante di 20mila tonnellate all’anno.

Questo consumo deriva in parte dalla crescita della popolazione mondiale e dall’altra parte da una preferenza del consumatore verso alimenti naturali e sani. Tuttavia a forte di questo incremento della domanda non c’è una crescita della capacità produttiva mondiale.

Il mondo dell’apicoltura mondiale non è in grado di crescere simmetricamente”.

Così il Presidente Unaapi, Giuseppe Cefalo, nel corso dell’audizione in Comagri Senato, in relazione all’affare assegnato n. 338 (problematiche del settore dell’apicoltura).

“Nell’Ue, e soprattutto in alcune aree del mediterraneo o dell’est Europa, si registrano con cadenze annuali cali della produzione. Queste flessioni sono imputabili a una serie di concause come la crescita della monocoltura e dunque la perdita di aree impollinabili dalle api, ma anche l’impatto devastante dei pesticidi, la diffusione di nuove parassitosi e il cambiamento climatico caratterizzato da fenomeni estremi” prosegue.

“Data la sua alta richiesta il miele è quindi un prodotto che presta il fianco alle frodi, ed è infatti il terzo alimento più contraffatto al mondo, dopo il latte e l’olio.

In questa situazione drammatica ci sono dei paesi che riescono ad entrare nel mercato con delle produzioni assolutamente ingiustificate, con degli incrementi produttivi e trend di crescita costante come la Cina. Proprio in Cina però il numero degli alveari resta costante, se non in lieve flessione, non si spiega perciò l’aumento produttivo. È verosimile dunque pensare che il prodotto che viene da loro venduto in Ue come miele non sia tale. Dal 2013 in poi le esportazioni di miele cinese in Europa sono aumentate mediamente di 80mila tonnellate all’anno e la Cina rappresenta ben il 50% dell’import totale di miele in Ue, ad un prezzo medio di 1,24 euro al kg. Già questo dato di vendita motiva dei sospetti fondati.

Il miele destinato invece al mercato interno cinese si aggira sui 9 euro, con punte fino ai 36 euro.

Questa differenza di prezzo non può essere spiegato se non attraverso un processo fraudolento, caratterizzato da un’aggiunta massiccia di sciroppo di zucchero” sottolinea Cefalo.

“Un altro paese con una crescita insolita è l’Ucraina, passando dalle 20mila tonnellate di miele esportato del 2013 alle 47mila del 2017, con un prezzo medio che si aggira a circa 1,69 euro.

Il prodotto miele venduto dalla Cina alla Ue è tale per le norme di produzione cinese ma non per quelle europee. Non è conforme alla nostre normative, per cui abbastanza consapevolmente chi importa, commercializza e rivende un prodotto acquistato in Cina a prezzi così bassi commette una frode. Una frode che però passa impunita e sotto traccia, perché quello che l’Europa acquista dalla Cina non è miele” evidenzia.

“Il miele è un alimento eccezionale, frutto dell’interazione tra mondo animale e vegetale. Nessun procedimento umano può arrivare a trasformare dal punto di vista industriale quello che fanno le api, ci si può avvicinare ma non è miele.

Questo fissa il punto di partenza, al prodotto miele l’uomo non può aggiungere nulla. Questa è la definizione che la direttiva comunitaria attribuisce al miele. In Cina si compie invece un processo di maturazione accelerata, che ai sensi della direttiva europea -lo ripeto- non è miele” dichiara Cefalo.

“Riteniamo di fondamentale importanza adoperarsi in Ue e in Italia affinché nell’etichettatura del miele vi sia obbligatoriamente indicato il paese d’origine. Proponiamo che vengano indicati anche le percentuali dei mieli presenti nella miscela e che i nomi dei paesi siano facilmente identificabili, senza cioè sigle.

Occorre rafforzare il sistema di tracciabilità non solo per il miele confezionato ma anche per quello sfuso, così da aumentare la trasparenza. Infine per i lotti superiori ad un certo numero di tonnellaggio si introducano nuovi sistemi di analisi, servono controlli più incisivi altrimenti chi falsifica il prodotto sarà sempre più avanti di noi. Bisogna attivarsi poi per individuare nuove tecniche di individuazione delle adulterazioni e che siano ampiamente diffuse. Per ultimo la creazione di un Osservatorio europeo per il mercato del miele, con lo scopo di monitorare l’andamento dei prezzi, importazioni ecc.

In Italia occorre spostare il controllo sulla qualità e l’origine del miele. Ci dobbiamo poi adoperare affinché l’Efsa formuli delle indicazioni chiare e univoche sulla salubrità del miele” conclude.