Migranti, Coldiretti, scatta click day per 89050 stagionali

Lunedì 25 marzo scatta il click day per l’arrivo in Italia di 89050 lavoratori stagionali extracomunitari previsti dal nuovo decreto flussi 2023-2025. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il nuovo appuntamento riguarda soprattutto lavori stagionali nei settori agricolo e turistico-alberghiero. I lavoratori stranieri sono diventati una componente importante per la filiera agroalimentare italiana. Quasi 1/3 del Made in Italy a tavola a livello nazionale viene prodotto nei campi e nelle stalle da migranti che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo ben il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti che ha collaborato all’ultimo Dossier statistico immigrazione a cura del Centro studi e ricerche Idos

La comunità di lavoratori agricoli extracomunitari più presenti in Italia – spiega Coldiretti –sono quella degli indiani, seguita dai marocchini che precedono albanesi, senegalesi, pakistani, tunisini, nigeriani e macedoni. Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che – continua la Coldiretti – sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri paesi, perfettamente integrati, che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno spesso nella stessa azienda con reciproca soddisfazione.

Il contributo dei flussi migratori al Made in italy sostiene molti “distretti agricoli” dove i lavoratori stranieri sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – conclude la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani.




Migranti, Coldiretti Toscana, in arrivo 10 mila lavoratori stagionali con click day (25 marzo 2024)

Al via le procedure per far arrivare in Toscana 10 mila lavoratori stagionali extracomunitari il cui apporto è fondamentale per i primati del Made in Tuscany a tavola ma anche per molti altri comparti, dal turismo alla ristorazione. Un prodotto agricolo su due è infatti raccolto da mani straniere garantendo una forza lavoro indispensabile in una regione dove la carenza di manodopera è diventata una emergenza strutturale. Sono quasi 24 mila i lavoratori provenienti da tutto il mondo che hanno trovato regolarmente occupazione nelle aziende agricole toscane assicurando circa 3 milioni di giornate di lavoro. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti Toscana in vista del Click Day il 25 marzo per l’ingresso in Italia di 89.050 lavoratori subordinati stagionali con contratti fino a 9 mesi. “Si tratta di una forza lavoro importante per sopperire alla mancanza di manodopera soprattutto durante le fasi della raccolta della frutta, del vino e dell’olio ma anche nella zootecnica e negli agriturismi dove si fatica a trovare personale. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Il lavoro c’è, mancano le mani ed i cervelli. In questo senso è importante affrontare il tema della disponibilità di lavoratori con una gestione dei flussi più efficiente ed allineata con le esigenze delle imprese che devono attendere molti mesi prima di poter contare sui lavoratori stagionali richiesti attraverso il decreto flussi”.

Nelle campagne servono – sottolinea Coldiretti Toscana – non solo addetti alla raccolta per le verdure, la frutta e la vendemmia ma anche figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori. Non vanno dimenticati poi – continua Coldiretti Toscana – i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Quasi un’azienda agricola su due (41%) si trova o si è trovata in carenza di manodopera mentre il 53% fa ricorso ai lavoratori stranieri soprattutto nel periodo primaverile ed estivo secondo l’indagine conoscitiva “Gli immigrati e l’agricoltura nella Regione Toscana” realizzata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. La durata del rapporto di lavoro per le aziende che hanno fatto ricorso a manodopera non italiana e? di almeno 6 mesi (fino ad un anno) nel 44% dei casi, tra 3 – 6 mesi nel 31%, tra 1 e 3 mesi nell’11%. Meno di un mese per l’8%. – prosegue Coldiretti Toscana – Un dato spiegabile con la stagionalità? del lavoro agricolo salvo in quei casi neanche troppo minoritari in cui l’impresa e? gestita insieme a immigrati presenti da tempo in Italia e fidelizzati presso le aziende che affidano ruoli della durata maggiore di 6 mesi. La forma contrattuale a tempo determinato è la più comune (66%).

Tutte le domande – precisa Coldiretti Toscana – possono essere presentate fino al 31 dicembre in base alla disponibilità delle quote. I Paesi che hanno sottoscritto l’accordo sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina.




Agricoltura, Oil e Uila: un lavoro dignitoso per i migranti, conoscere i diritti, difendere i salari

“Un lavoro dignitoso per i migranti: conoscere i diritti, difendere i salari” è il titolo del convegno, organizzato dalla Uila Latina, che si svolgerà venerdì 26 gennaio 2024, a partire dalle ore 15.30, presso l’Hotel Europa (via Emanuele Filiberto 14). Il convegno giunge a conclusione di un progetto di informazione e formazione sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori migranti nella provincia di Latina, realizzato in collaborazione dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e dalla Uila Latina; sarà anche l’occasione per evidenziare le criticità e i problemi da affrontare e risolvere per garantire una efficace ed effettiva conoscenza dei diritti del lavoro in agricoltura, a partire dal tema della mancata o irregolare retribuzione, il cosiddetto “furto salariale”.

 

I lavori, presieduti dalla Segretaria nazionale Uila EnricaMammucari, saranno introdotti da Giorgio Carra, Segretario territoriale Uila-Latina e Frosinone; seguiranno gli interventi di Gianni Rosas, Direttore Ufficio OIL Italia e San Marino, Stefania Congia, Direttrice generale immigrazione e politiche d’integrazione, Ministero del lavoro, Don BrunoBignami, Direttore Ufficio nazionale problemi sociali e del lavoro-CEI, Santo Biondo, Segretario confederale Uil,

Jaspria Kaur, operatrice Uila Pontinia. Le conclusioni saranno svolte dal segretario generale Uila StefanoMantegazza.

Nel corso del convegno verranno, inoltre, consegnati gli attestati di partecipazione agli operatori che hanno lavorato al progetto OIL-Uila sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori migranti.

È prevista la partecipazione del Prefetto di Latina Maurizio Falco, del Vescovo di Latina Mariano Crociata, del Direttore provinciale INPS MaurizioMauri, della Direttrice dell’Ispettorato del Lavoro di Latina Anna Maria Miraglia, del Segretario generale Uil Lazio Alberto Civica, del Segretario generale Uil Latina Luigi Garullo




Migranti, Coldiretti, bene permessi a stranieri con stop frontiere

Con i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti Paesi per l’avanzare dei contagi è importante la proroga dei permessi di soggiorno per i lavoratori stranieri presenti in Italia scaduti il 30 aprile scorso. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la misura interessa oltre 30mila operai agricoli che rischiavano di dover tornare nei propri Paesi con il rischio della perdita dei raccolti Made in Italy in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare degli italiani pure per le difficoltà degli scambio commerciali

Un risultato ottenuto grazie all’azione della Coldiretti nella seduta del Consiglio dei Ministri n. 16 del 29 aprile 2021 che ha approvato il decreto-legge che introduce la proroga al 31 luglio 2021 dei permessi di soggiorno in scadenza il 30 aprile. Il ritardo accumulato per il decreto flussi e i limiti agli spostamenti dovuti alla pandemia in attesa dell’arrivo del pass vaccinale europeo per il COVID stanno determinando preoccupazioni per il mancato arrivo di lavoratori specializzati dall’estero che tradizionalmente arrivano in Italia per una stagione per poi tornare nel proprio Paese.

Da qui la richiesta di Coldiretti di superare le difficoltà burocratiche che ostacolano l’impiego dei lavoratori italiani. Non è stata, infatti, prorogata nel 2021 la possibilità di lavorare nelle campagne per i percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza. Si tratta di contratti a termine non superiori a 30 giorni – spiega Coldiretti -, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020, che potrebbero rappresentare un’opportunità importante per i bilanci delle famiglie anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici.

A livello nazionale viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola, con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti. Con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire – rileva Coldiretti – ai cittadini in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali. “Una opportunità che deve essere dunque accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro” chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “serve anche una radicale semplificazione che possa ridurre la burocrazia, garantire flessibilità e tempestività del lavoro stagionale in un momento in cui tanti lavoratori di altri settori sono in difficoltà”.




Question time Patuanelli su sanatoria migranti: No a sospensione ma sanatoria non è mezzo adeguato

Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli risponde al question time alla Camera all’interrogazione di Lolllobrigida e altri relativo alla regolarizzazione dei migranti a seguito “degli scarsi risultati della sanatoria avviata nel 2020, con solo il 15 per cento degli stagionali per un totale di 30mila richieste”.

“La risposta non può che essere no relativa alla sospensione della sanatoria”, spiega Patuanelli precisando che la misura è di competenza anche di altri ministeri che hanno posto la firma a loro tempo. “La questione è invece quella del caporalato, un tema che storicamente colpisce il settore agricolo e sono d’accordo che è errato cercare la soluzione attraverso sanatorie. Occorre garantire il reddito per chi lavora nei campi e contestualmente far percepire il valore aggiunto del prodotto nel corso della filiera”.

 




Migranti, da Fai Cisl e Inas Cisl assistenza braccianti anche in Romania e Albania

Fai Cisl e Inas Cisl avviano un nuovo progetto con l’obiettivo di rafforzare l’assistenza rivolta ai lavoratori agricoli migranti. La collaborazione riguarda in particolare i braccianti rumeni e albanesi, due comunità tra le più presenti nel settore agricolo italiano, la prima con circa 100 mila lavoratori e la seconda con 34 mila.
Gli operatori del patronato Inas Cisl attivi in Romania e Albania, con uffici a Bucarest e Tirana, sono stati opportunamente formati per supportare tutte le lavoratrici e i lavoratori agricoli che, per qualsiasi motivo, siano rientrati nei loro territori di origine: forniranno informazioni, tutele e assistenza, in questo momento soprattutto per la presentazione delle domande di disoccupazione agricola, la cui scadenza è prevista per il 31 marzo. Il lavoro degli operatori del patronato, in costante coordinamento con la Fai, la Federazione agroalimentare e ambientale della Cisl, consentirà di informare i lavoratori rumeni e albanesi sui vari servizi offerti e le agevolazioni previste per sé e i propri famigliari.
“Il contributo dei lavoratori stranieri all’agricoltura italiana – commenta il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota – è un dato strutturale e in crescita costante, è un nostro dovere concepire i servizi di tutela e assistenza mettendo al centro la persona e i suoi bisogni, in un percorso che consolida il senso di partecipazione e rappresentanza. Grazie alla sinergia con il nostro patronato, un bracciante agricolo rumeno o albanese, che si trova nel proprio Paese di origine, può presentare ad esempio domanda di disoccupazione agricola oppure chiedere altri servizi senza necessariamente spostarsi in Italia. È anche questo un metodo per rendere esigibili i diritti e per andare incontro alle esigenze di tutti, specialmente in questo periodo difficile, promovendo azioni congiunte e intese anche con i Paesi di origine”.
“Grazie a questo progetto – sottolinea Gigi Petteni, Presidente Inas Cisl – mettiamo in campo tutele che rispondono a bisogni specifici dei lavoratori: l’analisi di tali esigenze, frutto della collaborazione con la Fai Cisl, è alla base di questa iniziativa attraverso la quale garantiamo assistenza dove serve, anche oltreconfine. Essere sempre presenti per le persone è la missione che l’Inas, al fianco della Fai, mette al primo posto: grazie a questa sinergia accedere ai propri diritti sarà più semplice anche lontano dall’Italia”.



Migranti, Coldiretti: 2020 senza 2 stagionali su 3, servono voucher

La pandemia con il blocco delle frontiere ha impedito l’arrivo in Italia di quasi 2 lavoratori stagionali su 3 (65,1%) da Paesi extra Ue con un impatto drammatico sulle attività agricole. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai Cittadini non comunitari in Italia nel primo semestre del 2020. Se si considera il livello regionale – sottolinea la Coldiretti – la percentuale sale addirittura fino al 90% in Emilia Romagna, che è la regione in cui era stato registrato il maggior numero di permessi per lavoro stagionale. La situazione – sottolinea la Coldiretti – non è migliorata nella seconda metà dell’anno per effetto del ritardo nell’emanazione del decreto flussi che ha dato il via libera all’ingresso di 18mila lavoratori stagionali extracomunitari solo a partire da metà ottobre. Una situazione che – continua la Coldiretti – ha avuto un impatto sulle attività di raccolta, dalla frutta alle olive fino alla vendemmia, in assenza di strumenti flessibili adeguati per affrontare l’emergenza. Il mancato arrivo di braccianti che non è stato infatti fino ad ora accompagnato – conclude la Coldiretti – da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.




MIGRANTI, ACCORDO RAGGIUNTO. CRIMI: “SODDISFATTI, ACCOLTE NOSTRE RICHIESTE”. EMERSI GLI INVISIBILI. AL VIA PIATTAFORMA LAVORO

Un accordo “soddisfacente” per il capo politico del Movimento Cinque Stelle Vito Crimi quello che sembra si sia raggiunto in ambito governativo. E aggiunge: “accoglie nostre specifiche richieste e mette al centro il lavoro regolare”. Un’intesa “frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a quello di domenica scorsa”.

Non si tratterebbe di una vera e propria sanatoria ma di far emergere i lavoratori tramite una regolarizzazione legata alla durata del contratto.

Ora il Dl Rilancio è pronto per il Cdm di domani.

Il numero uno della Farnesina Luigi Di Maio pochi minuti prima dell’ok di Crimi aveva dichiarato a Fuori dal Coro su Rete 4: “ho detto e ripeto che siamo contro qualsiasi sanatoria indiscriminata, se imprenditori agricoli italiani ci chiedono una mano per i lavoratori stranieri da assumere gliela diamo, ma non deve essere un’occasione per sanatorie indiscriminate. Dobbiamo mettere al centro i nostri imprenditori e quello che ci stanno chiedendo”.

MANODOPERA AGRICOLA, BELLANOVA: CHIESTO A CATALFO DI PREDISPORRE PIATTAFORMA OFFERTA-DOMANDA

Posted by Redazione × Pubblicato il 13/05/2020 at 09:01

“Ho chiesto al ministro del Lavoro di predisporre una piattaforma dove tutti i cittadini italiani che vogliono andare a lavorare in agricoltura, o in altri settori, possano offrire la propria disponibilità così che le aziende sappiano dove trovare le competenze di cui hanno bisogno”. Così a Radio Anch’Io su RADIOUNO il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova che ieri pomeriggio sul tema ha fatto una lunga video call con i sindacati agricoli e il ministro Nunzia Catalfo. “Più cittadini italiani offriranno la loro disponibilità ad andare a lavorare in agricoltura tanto prima risolveremo questa emergenza di manodopera nel settore”. “Lo scorso anno avevamo dai 110 ai 150 mila lavoratori arrivati dalla Romania, più quelli di Polonia e altri paesi, in aggiunta a quelli che sono in Italia in modo regolare o irregolare. Oggi ci sono corridoi verdi per merci e persone, ma mi dicono che le persone non sono disponibili a salire sui voli charter per Italia”. All’estero “i corridoi verdi sono stati realizzati anche con la collaborazione delle imprese”.

Era già stato scritto:

MIGRANTI, M5S DIVISO E ACCORDO NON C’E’. MA IL TEMA HA VINTO IL BANCO: TUTTA ITALIA PARLA DEGLI INVISIBILI

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Dopo una giornata fiume in Consiglio dei ministri, la quadra ancora non c’è. Da quanto apprende AGRICOLAE la parte pentastellata che sostiene il premier Giuseppe Conte che a sua volta appoggia il ministro delle Politiche agricole per far emergere i lavoratori irregolari è in minoranza di partito.

Il Cdm è stato rinviato a domani quando – si presume – avrà luogo un altro lungo confronto. Confronto che si traduce in scontro all’interno dello stesso Movimento Cinque Stelle diviso su chi vuole archiviare la questione e magari rimandarla a tempi migliori e chi vuole portare avanti una battaglia mossa ormai, più che da esigenze meramente economiche, dalla volontà di dare trasparenza a una situazione che non riguarda solo l’agricoltura ma il lavoro nero in generale.

Al di là di come andranno le cose, se vincerà la Bellanova, la Catalfo, Crimi o Conte, oppure Di Maio, la missione è comunque riuscita: mettere il tema al centro del paese.




MIGRANTI, M5S DIVISO E ACCORDO NON C’E’. MA IL TEMA HA VINTO IL BANCO: TUTTA ITALIA PARLA DEGLI INVISIBILI

Dopo una giornata fiume in Consiglio dei ministri, la quadra ancora non c’è. Da quanto apprende AGRICOLAE la parte pentastellata che sostiene il premier Giuseppe Conte che a sua volta appoggia il ministro delle Politiche agricole per far emergere i lavoratori irregolari è in minoranza di partito.

Il Cdm è stato rinviato a domani quando – si presume – avrà luogo un altro lungo confronto. Confronto che si traduce in scontro all’interno dello stesso Movimento Cinque Stelle diviso su chi vuole archiviare la questione e magari rimandarla a tempi migliori e chi vuole portare avanti una battaglia mossa ormai, più che da esigenze meramente economiche, dalla volontà di dare trasparenza a una situazione che non riguarda solo l’agricoltura ma il lavoro nero in generale.

Al di là di come andranno le cose, se vincerà la Bellanova, la Catalfo, Crimi o Conte, oppure Di Maio, la missione è comunque riuscita: mettere il tema al centro del paese.




MIGRANTI, SCANAVINO, CIA: NOI DA SUBITO A FAVORE MA NON CONVIENE PIU. ORA SI VADA OLTRE E SI PENSI A MISURE AGRICOLE

“Noi siamo sempre stati a favore alla regolarizzazione dei migranti, anche quando c’era qualcuno che aveva dubbi. Ma a fronte di quanto sta accadendo, il gioco non vale più la candela. Sia per quanto riguarda i contenuti che i tempi non ci siamo”.

Lo dichiara ad AGRICOLAE il presidente della Cia Dino Scanavino in merito alla questione della sanatoria dei migranti che ha messo letteralmente in stand by Palazzo Chigi sul Dl Rilancio.

“In primis gli irregolari non sono tutti in agricoltura”, prosegue Scanavino. “Poi c’è da tenere conto che anche se dovesse passare così come è stata presentata in origine, i tempi tecnici non garantirebbero comunque la raccolta nei campi”.

Secondo il presidente della Cia, così come si sono messe le cose, “non è il caso che il governo rischi per una partita che a questo punto non conviene più a nessuno ma che è diventata, prima che una battaglia ideologica e di principio – o economica – soltanto un braccio di ferro tra forze politiche”.

“Lo scontro si è spostato a livelli troppo alti nell’asse di governo e di maggioranza”, prosegue ancora Scanavino. “A questo punto conviene che il governo tutto si concentri solidale su alternative soluzioni efficaci ed immediate per il comparto agricolo e per coloro che vi lavorano a tutti i livelli. E si concentri sulle misure agricole che sono sul tavolo in attesa del prossimo Consiglio dei ministri”.

 




SANATORIA MIGRANTI, ANCORA NESSUN ACCORDO. CONFRONTO-SCONTRO SI SPOSTA TRA CONTE E CRIMI

Non si trova la quadra sulla sanatoria dei migranti. Dopo che in un primo momento sembrava fosse stata trovata già nella giornata di ieri, si era poi invece acuito il confronto-scontro interno al Mipaaf tra il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova in quota Italia Viva e il suo sottosegretario Giuseppe L’Abbate in quota Movimento Cinque Stelle a suon di dichiarazioni a favore e contro la regolarizzazione dei migranti.

Oggi la querelle si sposta più in alto: tra il premier Giuseppe Conte e il capo politico del Movimento Cinque Stelle. Se esce una nota di Palazzo Chigi in cui Conte parla di regolarizzazione come “un atto di dignità” e come di “un’arma contro il caporalato e il lavoro nero” smentendo alcuno scontro con il Movimento pentastellato, pochi minuti dopo è il capo politico del Movimento che su Facebook ribadisce un netto “no” parlando invece di “maldestre forzature”. Smentendo di fatto e nelle parole, il premier.

Era già stato scritto:

MIGRANTI, CONTE: REGOLARIZZAZIONE SPUNTA ARMI A CAPORALATO E CONTRASTA LAVORO NERO

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“La posizione del Presidente resta identica a quella già espressa nei giorni scorsi, nel corso di una intervista a un autorevole quotidiano: regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto piu’ in questa fase di emergenza sanitaria”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Vengono poi smentite tensioni tra il Premier e il Movimento Cinquestelle: “va precisato – prosegue la nota – che questo tema, che spazia dalla dignità delle persone alla trasparenza dell’economia alla sicurezza nei rapporti di lavoro, è così complesso che non si lascia filtrare dalle tradizionali distinzioni ideologiche destra/sinistra, visto che, in passato, provvedimenti di regolarizzazione di cittadini immigrati molto consistenti sono stati approvati da governi di centrodestra”.

MIGRANTI, CRIMI, M5S: NON ARRETREREMO DI UN MILLIMETRO. NESSUN ACCORDO AL DI LA DI ‘MALDESTRE FORZATURE’

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“Nella riunione tenutasi domenica sera per affrontare l’argomento dei lavoratori stagionali, avevo dato a nome del Movimento 5 stelle la disponibilità a modificare i testi al fine di trovare una soluzione condivisa da tutte le parti. Benché migliorati, i testi non hanno ancora incontrato la mia approvazione. Le notizie emerse in senso contrario sono evidentemente il frutto di maldestre forzature da parte di altri che hanno cercato di far credere ciò che non è”. Lo scrive su Facebook il capo politico del M5s, Vito Crimi, su Facebook. “Fin dall’inizio – prosegue – sono state evidenti a tutti le mie perplessità sul provvedimento, nella parte relativa alla regolarizzazione dei migranti. Ritengo che ogni eventuale regolarizzazione debba passare da un contratto di lavoro regolare, e non viceversa. In particolare, non ritengo possibile un colpo di spugna da parte dello Stato rispetto a reati odiosi come lo sfruttamento di esseri umani. Una sanatoria di questo tipo avrebbe effetti ‘morali’ devastanti sul Paese. Inoltre si tratterebbe di una vera offesa nei confronti di quelle imprese oneste che hanno scelto di intraprendere un percorso di legalità, che si sono fidate di uno Stato che ha dichiarato lotta senza quartiere al lavoro nero e al caporalato. Non possiamo voltar loro le spalle proprio adesso e dire “abbiamo scherzato””.“Purtroppo – conclude – l’ultima bozza visionata ieri sera riporta ancora la sanatoria dei reati penali e amministrativi per chi denuncia un rapporto di lavoro irregolare. L’auspicio di trovare una soluzione positiva rimane, continuiamo a lavorare con spirito collaborativo per questo obiettivo. Ma resta fermo che sul punto non arretreremo di un millimetro. Chi ha sfruttato le persone e ha drogato i mercati usando manodopera in nero a basso costo eludendo contributi e tasse, non può farla franca”, conclude.




MIGRANTI, CRIMI, M5S: NON ARRETREREMO DI UN MILLIMETRO. NESSUN ACCORDO AL DI LA DI ‘MALDESTRE FORZATURE’

“Nella riunione tenutasi domenica sera per affrontare l’argomento dei lavoratori stagionali, avevo dato a nome del Movimento 5 stelle la disponibilità a modificare i testi al fine di trovare una soluzione condivisa da tutte le parti. Benché migliorati, i testi non hanno ancora incontrato la mia approvazione. Le notizie emerse in senso contrario sono evidentemente il frutto di maldestre forzature da parte di altri che hanno cercato di far credere ciò che non è”. Lo scrive su Facebook il capo politico del M5s, Vito Crimi, su Facebook. “Fin dall’inizio – prosegue – sono state evidenti a tutti le mie perplessità sul provvedimento, nella parte relativa alla regolarizzazione dei migranti. Ritengo che ogni eventuale regolarizzazione debba passare da un contratto di lavoro regolare, e non viceversa. In particolare, non ritengo possibile un colpo di spugna da parte dello Stato rispetto a reati odiosi come lo sfruttamento di esseri umani. Una sanatoria di questo tipo avrebbe effetti ‘morali’ devastanti sul Paese. Inoltre si tratterebbe di una vera offesa nei confronti di quelle imprese oneste che hanno scelto di intraprendere un percorso di legalità, che si sono fidate di uno Stato che ha dichiarato lotta senza quartiere al lavoro nero e al caporalato. Non possiamo voltar loro le spalle proprio adesso e dire “abbiamo scherzato””.“Purtroppo – conclude – l’ultima bozza visionata ieri sera riporta ancora la sanatoria dei reati penali e amministrativi per chi denuncia un rapporto di lavoro irregolare. L’auspicio di trovare una soluzione positiva rimane, continuiamo a lavorare con spirito collaborativo per questo obiettivo. Ma resta fermo che sul punto non arretreremo di un millimetro. Chi ha sfruttato le persone e ha drogato i mercati usando manodopera in nero a basso costo eludendo contributi e tasse, non può farla franca”, conclude.




MIGRANTI, CONTE: REGOLARIZZAZIONE SPUNTA ARMI A CAPORALATO E CONTRASTA LAVORO NERO

“La posizione del Presidente resta identica a quella già espressa nei giorni scorsi, nel corso di una intervista a un autorevole quotidiano: regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto piu’ in questa fase di emergenza sanitaria”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Vengono poi smentite tensioni tra il Premier e il Movimento Cinquestelle: “va precisato – prosegue la nota – che questo tema, che spazia dalla dignità delle persone alla trasparenza dell’economia alla sicurezza nei rapporti di lavoro, è così complesso che non si lascia filtrare dalle tradizionali distinzioni ideologiche destra/sinistra, visto che, in passato, provvedimenti di regolarizzazione di cittadini immigrati molto consistenti sono stati approvati da governi di centrodestra”.




MIGRANTI, GOVERNO IN STALLO. LA PARTITA SI GIOCA IN UN CONFRONTO-SCONTRO AL MIPAAF

Governo impantanato sulla sanatoria migranti. Dopo che sembrava che l’accordo fosse fatto e che la quadra trovata, arrivano categorici ‘niet’ da parte del Movimento Cinque Stelle – anche all’interno dello stesso Mipaaf – a una “regolarizzazione tout-court” e a “uno scudo alle ‘malefatte’.

Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova ci mette la faccia e la poltrona, obiettivo: far emergere gli ‘invisibili’ e porre – tra chi è a favore e chi contrario alla sanatoria – la questione dei migranti irregolari al centro del dibattito di governo, politico e di opinione pubblica.

Il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate precisa che non bisogna scordare l’obiettivo primario, ovvero quello di “garantire manodopera immediata al comparto agricolo”. Poi, tutto il resto, eticamente condivisibile, “dovrà essere affrontato separatamente”. Ma “no a scudo alle malefatte” riferendosi all’eventuale scudo penale e amministrativo per i datori di lavoro che hanno utilizzato manodopera in nero.

Governo alla prova dei fatti, gran parte della partita si gioca dalle scrivanie di via Venti Settembre.

SANATORIA MIGRANTI, PASSA LINEA BELLANOVA: OK PER 6 MESI. INCERTO SCUDO PENALE E AMMINISTRATIVO. TRA FAVOREVOLI E CONTRARI, EMERGONO GLI INVISIBILI

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Intesa raggiunta su sanatoria migranti. Dopo un serrato confronto all’interno della maggioranza – secondo fonti governative – avrebbe avuto la meglio la posizione del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova: al via una regolarizzazione di sei mesi per i braccianti agricoli, colf e badanti.

Ancora sul tavolo della discussione invece l’eventuale scudo penale e amministrativo per le aziende che denunciano le pregresse irregolarità. In questo caso la procedura dovrebbe avvenire su richiesta dell’immigrato irregolare o dello stesso datore di lavoro beneficiario dello scudo.

Tra favorevoli e contrari, il tema dell’emersione del lavoro nero è stato posto dal ministro Bellanova al centro dell’attenzione del governo, della politica tutta e dell’opinione pubblica.

L’articolo sarà inserito nel Dl Rilancio e riguarderà circa 500mila soggetti interessati.

La reazione:

SANATORIA MIGRANTI, M5S: RESTA NOSTRO FERMO NO. EVITARE REGOLARIZZAZIONI INDISCRIMINATE

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“Sul tema dei lavoratori stagionali, rimaniamo fortemente contrari rispetto a qualunque intervento che si configuri come una regolarizzazione indiscriminata. Non riteniamo questa una soluzione che possa rispondere alle reali esigenze nostre aziende del settore agroalimentare. Confermiamo il nostro principio di partenza: il permesso di soggiorno deve essere legato ad un contratto di lavoro, non viceversa”. Lo scrive in una nota il Movimento 5 Stelle. “Resta poi confermato il nostro fermo ‘no’ rispetto a qualunque ipotesi di sanatoria sui reati commessi. Non possiamo immaginare che possa farla franca chi si è macchiato di caporalato, di sfruttamento delle persone. Questo significherebbe, tra l’altro, anche prendersi gioco di tutte quelle aziende oneste che invece hanno sempre rispettato le leggi e rispettato i diritti dei lavoratori. Se vogliamo dare un segnale forte e chiaro, dovremmo inasprire le pene e aumentare i controlli”.

MIGRANTI, L’ABBATE, MIPAAF: REGOLARIZZAZIONE PER I SOLI LAVORATORI AGRICOLI. NO A SCUDO ‘MALEFATTE’

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Dare l’opportunità a chi è entrato in maniera regolare in Italia in passato, per prestare la propria opera in agricoltura, e che si trova ora ai margini della società, magari lavorando in nero. È su questo che la regolarizzazione dei migranti deve concentrarsi senza sconfinare in sanatorie che nulla hanno a che vedere con la problematica che stiamo vivendo in questo momento”. Lo dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate.

 

È bene ricordare che il punto di partenza della discussione sono i circa 300mila lavoratori stagionali stranieri che ogni anno, per la maggior parte da Paesi comunitari, giungono in Italia e che oggi sono impossibilitati a causa della pandemia in corso, nonostante i cosiddetti “corridoi verdi” promossi dall’Ue su cui potremmo lavorare ulteriormente. Accanto al lancio della piattaforma digitale istituzionale per l’incontro tra domanda e offerta in agricoltura, realizzata dall’Anpal, risulta necessario pertanto coinvolgere i braccianti che non arrivano alle 51 giornate presenti nei database Inps, i percettori di sussidi dallo Stato Italiano e quei migranti che, oggi come in passato, lavorano nel comparto agricolo, permettendo a loro e solo a loro di ottenere una estensione del permesso di soggiorno scaduto, come del resto già concettualmente permette il Decreto Sicurezza in caso di impossibilità nel ritorno al proprio Paese d’origine. Una sanatoria “tout court” creerebbe storture sul mercato del lavoro a totale danno dei lavoratori attualmente regolari, come sostenuto dai sindacati, e diverrebbe un incredibile ‘scudo alle malefatte’ che rappresenterebbe un vero e proprio schiaffo agli imprenditori agricoli onesti che, fortunatamente, sono la maggior parte nel nostro Paese. Qui parliamo, invece, di circa 50.000 persone, già schedate e note allo Stato e che le stesse imprese agricole conosconoconclude il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate




SANATORIA MIGRANTI, PASSA LINEA BELLANOVA: OK PER 6 MESI. INCERTO SCUDO PENALE E AMMINISTRATIVO. TRA FAVOREVOLI E CONTRARI, EMERGONO GLI INVISIBILI

Intesa raggiunta su sanatoria migranti. Dopo un serrato confronto all’interno della maggioranza – secondo fonti governative – avrebbe avuto la meglio la posizione del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova: al via una regolarizzazione di sei mesi per i braccianti agricoli, colf e badanti.

Ancora sul tavolo della discussione invece l’eventuale scudo penale e amministrativo per le aziende che denunciano le pregresse irregolarità. In questo caso la procedura dovrebbe avvenire su richiesta dell’immigrato irregolare o dello stesso datore di lavoro beneficiario dello scudo.

Tra favorevoli e contrari, il tema dell’emersione del lavoro nero è stato posto dal ministro Bellanova al centro dell’attenzione del governo, della politica tutta e dell’opinione pubblica.

L’articolo sarà inserito nel Dl Rilancio e riguarderà circa 500mila soggetti interessati.

La reazione:

SANATORIA MIGRANTI, M5S: RESTA NOSTRO FERMO NO. EVITARE REGOLARIZZAZIONI INDISCRIMINATE

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“Sul tema dei lavoratori stagionali, rimaniamo fortemente contrari rispetto a qualunque intervento che si configuri come una regolarizzazione indiscriminata. Non riteniamo questa una soluzione che possa rispondere alle reali esigenze nostre aziende del settore agroalimentare. Confermiamo il nostro principio di partenza: il permesso di soggiorno deve essere legato ad un contratto di lavoro, non viceversa”. Lo scrive in una nota il Movimento 5 Stelle. “Resta poi confermato il nostro fermo ‘no’ rispetto a qualunque ipotesi di sanatoria sui reati commessi. Non possiamo immaginare che possa farla franca chi si è macchiato di caporalato, di sfruttamento delle persone. Questo significherebbe, tra l’altro, anche prendersi gioco di tutte quelle aziende oneste che invece hanno sempre rispettato le leggi e rispettato i diritti dei lavoratori. Se vogliamo dare un segnale forte e chiaro, dovremmo inasprire le pene e aumentare i controlli”.