Caso Centurione, Lollobrigida: incontrato Gay perché rientrasse al ministero con tutta la dignità formale. Non deve pagare chi è innocente
“Ho ritenuto opportuno invitare Ludovico Gay in questo ministero perché rientrasse con tutta la dignita formale necessaria rispetto al caso di malagiustizia avvenuta tanti anni fa. Merita un attestato positivo in quanto quando c’è lo scandalo ne parlano tutti i giornali ma quando c’è una notizia positiva a riguardo non ne parla nessuno”.
Così ad AGRICOLAE il ministro delle Politiche agricole e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida in merito all’ordinanza della Corte di Appello che stabilisce il risarcimento a Gay – all’epoca dirigente dell’allora Mipaaf – per ingiusta detenzione in quanto assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste” in merito all’inchiesta denominata Caso Centurione.
“Un esempio di quello che non deve accadere”, prosegue il ministro. “La giustizia deve fare il suo corso e chi sbaglia deve essere punito. Ma non deve pagare chi è innocente. Mi sento in dovere – conclude poi – di porgere a Gay le scuse a nome del dicastero e dello Stato che allora si costitui addirittura parte civile contro di lui e gli altri imputati”.
Caso Centurione, manager Mipaaf (oggi Masaf) risarciti per ingiusta detenzione. Mef condannato a pagare a Gay 160mila euro. L’ORDINANZA
Finisce il calvario del giornalista e manager del Mipaaf (oggi Masaf) Ludovico Gay risarcito per ingiusta detenzione e per le spese legali sostenute a causa del cosiddetto caso Centurione che coinvolse oltre 11 anni fa dirigenti ministeriali, di organizzazioni, e imprenditori.
Quattro mesi a Regina Coeli per una vicenda di cui Gay – dirigente pubblico, già direttore del servizio promozione dell’attuale MASAF e quindi dirigente generale di una società controllata del Ministero, Buonitalia S.p.A., che venne poi messa in liquidazione – era totalmente estraneo. Svegliato all’alba del 11 dicembre del 2012, condotto a Regina Coeli, carcere romano tra i più degradati in Europa, con l’accusa di essere un corrotto in base ad un’ordinanza emessa dal PM Stefano Rocco Fava (oggi a processo per vari reati a Perugia) e controfirmata dalla GIP, Flavia Costantini. Coinvolti, oltre Ludovico Gay altri 37 indagati tra dirigenti e imprenditori a vario titolo accusati di aver sottratto 32 milioni di contributi pubblici.
Gay passa quattro mesi dietro le sbarre, viene scarcerato dalla Corte di cassazione a cui si era appellato e che riconosce l’insussistenza delle motivazioni di custodia cautelare. Ma Gay per vedersi riconosciuta la propria innocenza dovrà attendere più di dieci anni e due sentenze di assoluzione con formula piena perché “il fatto non sussiste”.
Dieci anni nel corso dei quali Ludovico Gay ha perso il lavoro, ha avuto la carriera stroncata, la famiglia distrutta, riconoscimenti pubblici sospesi – come quello di Cavaliere della Repubblica – per non parlare della gogna mediatica che aveva già decretato sulla stampa la colpevolezza del dirigente pubblico.
Alla fine, una volta avuta l’assoluzione, Ludovico Gay chiede un risarcimento per quei 119 giorni di privazione della libertà. A giugno 2023, presso la Corte d’appello di Roma e presso l’Avvocatura di Stato, Gay presenta le proprie istanze per chiudere una volta per tutte la pagina di vita segnata da quello che si è rivelato un abbaglio del sistema giustizia. E la giustizia, a settembre scorso, decide di riconoscere le sue ragioni ribadendo la mancanza di qualsiasi profilo di colpa, la totale inconsistenza delle accuse e riconoscendo che già durante l’interrogatorio di garanzia, Gay aveva dato una propria versione dei fatti, con spiegazioni e prove documentali – che, si legge – “se fosse stata esaminata con cura sin dalla fase delle indagini preliminari sarebbe emersa la carenza della gravità del quadro indiziario, come poi affermato nella sentenza di assoluzione”.
Ma non solo, i giudici di appello hanno riconosciuto il “comportamento collaborativo” di Ludovico Gay e il fatto che gli elementi informativi offerti dallo stesso avrebbero “potuto e dovuto essere apprezzati in maniera più approfondita”.
Un errore cui la Giustizia ha inteso riparare, insomma, senza alcun indugio escludendo totalmente la “sussistenza di condizioni ostative”, che, a prescindere dalla piena assoluzione, come la legge dispone, potrebbero comunque essere ravvisate dalla Corte.
Ludovico Gay e Riccardo Deserti, oggi direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, la cui posizione venne a suo tempo archiviata, sono gli unici indagati, dei 37, che – al momento – hanno ricevuto il riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione. Entrambi lavoravano al Masaf.
Anche se la cifra liquidata dalla Corte d’Appello di Roma e dall’Avvocatura di Stato – riportata di seguito da AGRICOLAE – è intorno ai 160mila euro – non restituisce a Gay tempo, affetti, carriera, spese sostenute e soprattutto la reputazione che gli è stata rubata, certamente è un ulteriore elemento comprovante la totale estraneità e l’assoluta correttezza della condotta del personaggio.
Il governo Meloni sembra essere molto attento ai casi di malagiustizia i cui dossier sembrerebbero essere sui tavoli di lavoro.
Nel libro-intervista La Versione di Giorgia Meloni scritto da Sallusti, il presidente del Consiglio aveva già ricordato come dall’ultimo rapporto del ministero della Giustizia emerge che in un anno sono stati risarciti 562 cittadini per ingiusta detenzione per un totale di 24,5 milioni di euro sottolineando la necessità di affrontare nel merito la questione per fare in modo che sia sempre più difficile che un innocente finisca in carcere.
Ieri Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture già ministro degli Interni ha ribadito nel corso della trasmissione 5 minuti di Bruno Vespa che negli ultimi 30 anni sono stati incarcerati ingiustamente 30mila italiani. Vuol dire mille all’anno, che si traduce nel fatto che stasera tre persone finiranno in carcere senza motivo.
Turismo, Lollobrigida: con Meloni consigliammo a Draghi di fare il ministero. Abbiamo possibilità di risanare economia e creare lavoro
L’Italia “è un piccolo pezzettino di territorio del pianeta, lo 0,2%, ma abbiamo al nostro interno il 70% del patrimonio culturale immateriale protetto dall’Unesco, abbiamo il maggior numero di specie in termini di biodiversità, siamo un crogiolo di identità e valori nato e configuratosi nella nostra storia. Abbiamo assorbito all’interno di questo nostro piccolo territorio la cultura dell’Impero Romano che era il mondo conosciuto allora e abbiamo avuto la capacità di essere contaminati da tutti coloro che entravano in contatto con la romanità allora. Poi gli arabi, le invasioni barbariche, il Rinascimento… L’Italia ha messo insieme tante cose in modo unico. L’agricoltura in questo ha un vantaggio: abbiamo oggi un’agricoltura moderna, capace di essere innovativa, rispettosa dell’ambiente, rispettosa di un equilibrio all’interno delle filiere che distribuiscono in maniera equa il valore. Ma abbiamo anche una particolarità rispetto alle altre nazioni: abbiamo un numero enorme di prodotti, anche protetti attraverso le indicazioni protette, che proprio adesso l’Europa con un approccio trasversale alle forze politiche siamo riusciti a proteggere. Indicazione geografica vuol dire che un prodotto viene realizzato così per la cura, la capacità di trasformazione ma anche per l’identità che si porta dietro attraverso il rapporto con quel territorio specifico. Non è possibile produrlo in un altro luogo. L’Italia è una nazione che tra Dop e Igp, ha un numero superiore a qualsiasi altra nazione e l’enogastronomia è l’attrattore principale assieme ai beni culturali e al nostro ambiente dei flussi turistici di massa. La gente viene in Italia anche per mangiare bene, ritornando a casa con la consapevolezza del prodotto di qualità. Non sempre questo elemento caratterizza gli acquisti negli altri paesi”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida intervenendo al forum internazionale del Turismo di Baveno sul Lago Maggiore.
“Noi abbiamo un’offerta turistica molto ampia, la destagionalizzazione è necessaria, la possibilità di offrire tutto, ma a mio avviso, ci sono dei luoghi che si possono specializzare nel turismo di massa. Uno va a Rimini e non di aspetta di avere ambienti e silenzio particolari, uno va in altre zone e cerca tipologie turistiche differenti. Non puoi trovare il menù turistico a 11 euro in posti di eccellenza ma devi dare anche la possibilità a coloro che fanno turismo di massa a basso costo di trovare delle località idonee. Un’offerta ampia insomma. L’Italia è in grado di fare qualsiasi cosa, quello che abbiamo lo offriamo e quello che non abbiamo lo possiamo inventare”, ha aggiunto il ministro.
Come sono legati agricoltura e turismo? “Il sistema nel suo complesso con le istituzioni che garantiscono sicurezza, trasporti, logistica e anche l’offerta dei nostri prodotti e della qualità, che ha il vantaggio di essere offerta in Italia ma anche quando vai all’estero. Noi abbiamo lanciato la candidatura della cucina italiana patrimonio dell’Unesco non tanto e non solo perché era un’aberrazione che venisse riconosciuta tale la cucina francese, messicana, giapponese e coreana e l’Italia non ci fosse – ha rammentato Lollobrigida -. Sgranano gli occhi persino i protagonisti di queste cucine sulla mancanza della cucina italiana protetta. Ma questo accadrà nel 2025, è il percorso, la possibilità di raccontare all’estero attraverso i nostri ambasciatori cuochi, trasformatori, ristoratori le nostre produzioni agganciandole al territorio. Chi mangia prodotti lì è anche curioso di sapere dove sono stati fatti, una bufala campana, una burrata di Andria, un gianduiotto di Torino. O uno dei centinaia di prodotti che attraggono turismo, portano anche a visitare i luoghi di produzione. Ed è anche una cosa tipica della nostra Italia. È raro che tu parti da qui per andare a mangiare una cosa qualsiasi da qualche parte nel mondo, invece in Italia è esattamente il contrario. Moltissimi vengono sulle colline del Chianti, vanno in Sicilia, puoi scegliere qualsiasi regione e trovare le caratteristiche che attraggono anche sull’enogastronomia il turista”.
“Quando tornano a casa (il turista, ndr) ha assaggiato i prodotti italiani e cerca i posti dove comprarli e aumenta la nostra ricchezza perché quello che è accaduto in questi anni, e lo sa il mondo imprenditoriale che abbiamo ascoltato, è stato l’esatto opposto: non investire nel turismo. Noi andammo da Draghi con Giorgia (Meloni ndr) e dicemmo: presidente non ti sosteniamo. Ti proviamo a dare dei consigli nell’interesse dell’Italia. Una cosa devi fare: rimettere il ministero del Turismo – ha sottolineato il ministro -. E devo dire che il presidente Draghi ci diede retta specializzando questa nazione in una promozione che era utile anche coordinare con le regioni ma con una visione di carattere unitario superando quella fase in cui noi avevamo mandato in crisi il mondo del turismo. Il mondo del turismo ha bisogno di persone che lavorano, gli imprenditori che creano lavoro e il modo di fare ricchezza perché qualcuno ha pensato che in Italia si potesse distribuire la ricchezza facendo debito. O svendendo gli asset principali che abbiamo già svenduto. Abbiamo un unica possibilità per risanare l’economia di questo paese e creare lavoro investendo sulle imprese che lo danno e ti sei trovato invece che la risposta che era stata data agli imprenditori era di sottrarre possibilità di lavoro mettendo il reddito di cittadinanza. Sono tutti argomenti che abbiamo superato e che per fortuna guardiamo con occhi molto ottimistici anche grazie al lavoro dei nostro rappresentanti istituzionali ma ovviamente del grandioso impegno degli imprenditori italiani che hanno superato la fase della pandemia che era di vera sofferenza e oggi tornano a sorridere”, ha concluso Lollobrigida.
Dieci anni di settore Primario che trasforma il Secondario e muove il Terziario raccontati dai ministri e dai presidenti
Agricolae compie 10 anni.
Grazie a tutti voi che contribuite con il vostro lavoro, a voi che leggete e a voi che apprezzate e in caso criticate quanto fatto da questa redazione.
Qualcuno ci ha ringraziato per il nostro lavoro, ma siamo noi a dover ringraziare tutti coloro che usano questo mezzo di informazione per conoscere e far conoscere e – quando ci si riesce – a risolvere i problemi di questo meraviglioso comparto.
Inutile qui parlare di dati a chi i dati li conosce meglio di tutti. Come è superfluo parlare di Pil, di economia reale, lavoro, importanza strategica o di garanzia sociale. Oppure di tradizioni, cultura, bontà, storia e bellezza. Come diventa inutile parlare finanche di sicurezza alimentare e del ruolo di peace keeper che svolge il comparto nelle aree del mondo a rischio guerra: ogni paese considerato civile dovrebbe dare per scontato come tutto ciò dipenda dall’Agricoltura, settore Primario che si trasforma in Secondario e che muove il Terziario.
Ma non è mai inutile parlare di terra, perché è dalla terra che noi veniamo. Come vengono dalla terra e dal mare tutte le forme di vita che conosciamo.
E chi lavora la terra è per definizione un padre fondatore della nazione, un tutore e un eroe.
Potrebbe dunque apparire blasfemo pensare che c’è chi vorrebbe demonizzare i prodotti naturali che arrivano in tavola per sostituirli con prodotti artificiali di proprietà di pochi, nati e cresciuti nell’acciaio. O immaginare interessi economici mascherati con un buonismo ambientale che rischia di aver di buono ben poco, e certo non a tavola.
Certo che questo non farebbe bene alla terra, dato che la terra dipende da chi la cura e la ‘coltiva’. E neppure all’uomo, che dipende dalla terra stessa da cui proviene.
Un rapporto, quello tra l’uomo e la terra di dare-avere-dare.
Ma sappiamo che una società colta e civile queste cose le sa già. Altrimenti non sarebbe colta e civile.
Agri-cultura è la parola chiave del 2023 con la quale l’Italia, paese della terra e del mare, può portare nel mondo l’educazione alla cura della terra.
Perché troppo spesso guardiamo al cielo con meraviglia e troppo di rado guardiamo verso il basso, dove poggiano i nostri piedi.
Ocm vino, Agea riconosce a Cavit 135mila euro a fronte dei 2 mln decisi dal Consiglio di Stato. La lettera e tutta la storia
Da due milioni a 140mila euro. Sembra concludersi così – per ora – l’annosa vicenda che ha visto contrapporsi nelle aule di tribunale il ministero delle Politiche agricole e Cavit, sui fondi Ocm vino Promozione. Con tanto di nomina di commissario ad acta nella persona del ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta. Ora Agea, alla quale è passata la palla da parte del ministero per provvedere alla liquidazione, scrive che “all’esito del rapporto di controllo risulta che, a fronte di una rendicontazione complessiva di euro 3.890.301,39, l’importo ritenuto ammissibile risulta essere pari ad euro 300.821,13, di cui euro 135.369,51 a titolo di contributo unionale”.
Ricostruiamo la vicenda:
Nel 2017 il Tar del Lazio con sentenza 12342/2017 rigetta il ricorso da parte di CA.VIT. S.C.A. Cantina viticoltori del Trentino – una delle più importanti realtà cooperative del settore vitivinicolo italiano che associa 11 cantine sociali per un totale di oltre 5.000 viticoltori – per l’esclusione dai progetti ammessi al finanziamento a valere su fondi nazionali nell’ambito del programma di promozione del settore vitivinicolo Ocm vino 2016-2017.
Nel 2019 il Consiglio di Stato, con sentenza 865/2019 ribalta quanto deciso dal Tar e annulla gli atti impugnati. La sentenza non viene impugnata e passa in giudicato.
Il 30 giugno del 2019 Cavit chiede al Mipaaf di disporre il pagamento della somma di 1.791.000.00 oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria specificando di aver provveduto, nonostante l’esclusione, a dare regolare attuazione al progetto presentato per l’ammissione al contributo e di avere quindi diritto di incassare quanto disposto dal Consiglio di Stato a fronte della presentazione dei documenti necessari relativi all’attuazione e alla rendicontazione del programma di promozione.
Il 4 giugno 2021 Cavit diffida il Mipaaf al pagamento chiedendo, nel caso in cui il ministero non avesse provveduto a pagare, la nomina di un commissario ad acta.
Il 5 agosto 2021 Cavit notifica al Mipaaf e ad AGEA l’istanza, presentata al Consiglio di Stato, di nomina del Commissario ad acta e di condanna ex art. 114, comma 4, lettera e) del Codice di procedura amministrativa delle stesse amministrazioni per tutti i danni patiti e patiendi ammontanti ad oltre 1,8 milioni di euro “oltre a interessi e rivalutazione a decorrere dalle date in cui avrebbe dovuto essere erogato o, quanto meno, dalla data di pubblicazione della sentenza n. 865/2019 ovvero, in subordine, della sua notifica oppure, in ulteriore subordine, dal suo passaggio in giudicato…”.
A marzo 2022 viene nominato commissario ad acta il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta che chiede al Mipaaf notizie relative all’istruttoria al fine di procedere e agire di conseguenza.
A Cavit viene chiesto di presentare ad Agea la documentazione della rendicontazione necessaria per il pagamento dato che la sentenza del Consiglio di Stato non aveva stabilito solo un risarcimento nei confronti di Cavit, bensì il reintegro tra i beneficiari del bando, da cui inizialmente era stato escluso.
Ora Agea, dopo aver fatto i controlli del caso, risponde in una lettera che si rende disponibile a pagare 135mila euro sui due milioni circa richiesti.
Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in forma PDF e a seguire in forma testuale la lettera Agea:
Oggetto: CAVIT vs. Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali/Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA). Ottemperanza all’Ordinanza del Consiglio di Stato, sez. III, n. 375/2022. Si fa seguito alla intercorsa corrispondenza relativa all’oggetto ed alla nota prot. n.141785 del 28 marzo 2022, con la quale codesto Ministero ha incaricato lo scrivente Organismo Pagatore Agea di procedere al pagamento dell’aiuto previsto dalla misura Promozione nei Paesi terzi dell’OCM Vino, in favore di CAVIT. Nella nota in questione è specificato che la liquidazione può avvenire nel limite dell’importo del contributo unionale assegnato pari ad € 1.791.000,00, “previo espletamento delle verifiche di legge e previo esame della documentazione giustificativa delle attività svolte e della regolarità e ammissibilità delle spese sostenute da CAVIT medesima per la realizzazione del piano promozionale per il quale è stato attribuito detto contributo, applicando le disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale n. 32072 del 18 aprile 2016, nel Decreto Direttoriale n. 43478 del 25 maggio 2016, come rettificato dal Decreto Direttoriale n. 45253 del 1° giugno 2016 e la normativa unionale e nazionale di riferimento”. A riguardo, si comunica che è stata disposta ed effettuata, per il tramite dell’Organismo di controllo delegato Agecontrol, la verifica richiesta, mediante controllo in loco presso la sede del beneficiario, in applicazione delle procedure di riferimento. All’esito del rapporto di controllo risulta che, a fronte di una rendicontazione complessiva di euro 3.890.301,39, l’importo ritenuto ammissibile risulta essere pari ad euro 300.821,13, di cui euro 135.369,51 a titolo di contributo unionale. Il dato risulta sensibilmente inferiore rispetto al rendicontato, in ragione di diverse anomalie rilevate, documentate nel verbale, la cui quota maggiore è ascrivibile alla mancata apposizione sul materiale prodotto dell’emblema comunitario e/o della menzione specifica previsti dall’art 15, comma 1, 2 e 3 del D.M. 32076 del 18/04/2016. Premesso quanto sopra, è possibile procedere alla liquidazione dell’importo di euro 135.369,51, riconosciuto come ammissibile all’esito del controllo in questione, a partire dal prossimo esercizio finanziario FEAGA 2022/2023 (16 ottobre 2022), come indicato da codesto Ministero medesimo nell’avviso prot. n. 29300 del 20/05/2022. Si resta in attesa di urgente riscontro prima di procedere secondo quanto sopra delineato.
Masaf, La Pietra: costruire visione e strategia per rilanciare sistema agricolo nazionale. Su cibo sintetico nessuna apertura, obiettivo è difesa Made in Italy. In Ue dialogo, ma senza sudditanza
“Quello del cibo sintetico è un tema su cui anche il ministro Lollobrigida si è espresso in maniera molto chiara,non è un argomento che possa trovare alcuna apertura presso il nostro ministero. Il cibo sintetico va esattamente contro quello che è il nostro concetto di sovranità alimentare, ovvero la difesa dei nostri prodotti e produttori. Su questo tema non c’è dunque alcuna disponibilità da parte nostra.”
Così ad AGRICOLAE il sottosegretario Masaf Patrizio La Pietra.
“In merito alle azioni del ministero e del governo è chiaro che le azioni principali si stanno concentrando verso il tema dell’agricoltura e dell’intero sistema produttivo italiano, quindi caro energia e caro materie prime. Bisogna poi guardare ad alcune emergenze, come quella idrica e del contenimento della fauna selvatica. Cerchiamo però di lavorare per andare anche al di là della fase emergenziale, vogliamo costruire una visione e una strategia per aiutare e rilanciare tutto il sistema agricolo nazionale.
Per quanto riguarda l’Europa la nostra azione verterà sulla difesa e salvaguardia dei prodotti nazionali. Vogliamo far capire all’Europa che deve essere madre e non matrigna degli stati che la compongono. Occorre allora salvaguardare i prodotti, ma non è solo un problema italiano, penso infatti anche alla Francia, alla Spagna e a quei paesi che hanno una forte identità alimentare e produttiva. È chiaro che allora bisogna dialogare con l’Europa ma non più da una posizione di sudditanza, bensì da paese sovrano che vuole tutelare i propri produttori. Quindi bene il dialogo ma bisogna far capire specialmente alla Commissione che occorre muoversi in maniera collegiale nella difesa dei prodotti e dei produttori.”
Governo Meloni mette Agricoltura in primo piano, al MEF il viceministro consulente agricolo (tra le altre cose) nel portale con Frascarelli e Allegretti
Agricoltura in primo piano nel governo Meloni. Se il Mipaaf, prossimamente definito Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e forestale – Masaf, è sotto la guida di una delle personalità più influenti di Fratelli D’Italia, Francesco Lollobrigida,il MEF ha come viceministro – come anticipato da AGEEI lo scorso 19 ottobre – Maurizio Leo, esperto di agricoltura e consulente del portale specializzato Consulenzaagricola.it.
ConsulenzaAgricola.it – si legge sul sito – “è un portale di informazione online attivo dal 2011, specializzato nel settore dell’agricoltura, nato con l’intento di offrire un orientamento sulle problematiche sorte a seguito del mancato coordinamento tra una normativa in evoluzione e il complicato quadro legislativo stratificatosi nei decenni, i cui principi spesso sono riconducibili a un’epoca in cui l’attività agricola divergeva profondamente da quella attuale.
Pertanto, fin dalle sue origini, il portale è nato con lo scopo di offrire risposte ad aziende e professionisti le cui problematiche sono state oggetto di specifici studi ed approfondimenti. Le circolari, i libri, gli e-book, le guide ed i formulari redatti da ConsulenzaAgricola.it sono frutto dell’esperienza ultratrentennale di un gruppo di esperti professionisti, che, quotidianamente, offrono assistenza a imprese del settore affrontando con esse tutte le problematiche fiscali, amministrative, contabili, economiche e giuslavoristiche.
A un pool iniziale di esperti in materia fiscale e contenzioso, rappresentato da Luciano Mattarelli, Maurizio Leo e dal compianto Gian Paolo Tosoni da sempre attenti al mondo della fiscalità agricola alla formazione e all’informazione in tale ambito, si è aggiunto da qualche anno il Prof. Angelo Frascarelli esperto in politiche e finanziamenti comunitari e il Dott. Gianni Allegretti, grande conoscitore del mondo delle cooperative e del fisco in agricoltura”
Maurizio Leo, noto esperto in questioni economiche e tributarie, nel 2001 fu eletto alla Camera dei deputati per Alleanza Nazionale ha una lunga esperienza: Nel 2006 fu rieletto alla Camera dei deputati fino alle elezioni politiche del 2008 quando fu nuovamente rieletto alla Camera dei deputati con Il Popolo della Libertà (PdL), come componente della Commissione Finanze. Temporaneamente sostituì il Sottosegretario Alfredo Mantovano nella Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Già presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. Dal giugno 2009 al gennaio 2011 è stato anche Assessore al Bilancio ed allo sviluppo economico di Roma Capitale.
Nel 2018 è eletto dalla Camera componente laico del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e il 3 agosto è eletto vicepresidente fino al settembre 2019.
Il Car festeggia Vent’anni, al centro qualità e digitalizzazione per puntare alla sovranità alimentare. VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, Pallottini, Gualtieri
Si sono svolte oggi le celebrazioni per i 20 anni del Centro Agroalimentare di Roma (CAR). Molti i temi al centro dell’incontro svoltosi a Guidonia alla presenza, tra gli altri, del neo ministro alle Politiche Agricole e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Diventare punto di riferimento per tutto il mondo produttivo, non solo dei prodotti ortofrutticoli e ittici, avviare un polo formativo per i mestieri della filiera agroalimentare e incrementare l’integrazione con i mercati rionali. Il CAR, il primo Mercato all’Ingrosso d’Italia, guarda in maniera lucida al futuro nel giorno di celebrazione dei propri Vent’anni.
Pesca, Alleanza cooperative: bene proroga Mipaaf su contratti di filiera
L’alleanza delle cooperative italiane esprime soddisfazione per la decisione del Mipaaf di concedere, come richiesto, una proroga al 30 novembre del termine di scadenza fissato originariamente al 31 ottobre per la presentazione delle domande per i contratti di filiera pesca e l’acquacoltura. Con un mese in più di tempo – prosegue l’alleanza pesca – ci sarà modo di completare la progettazione in corso consentendo, attraverso un plafond di 50 milioni di euro del fondo complementare del PNRR, di far partire nuove iniziative di sviluppo nelle nostre marinerie. Quello dei contratti di filiera è uno strumento completamente nuovo per il nostro settore, voluto fortemente dal mondo cooperativo per migliorare il posizionamento ed il valore del prodotto. Con più tempo a disposizione si potranno così cogliere meglio le opportunità offerte da questo meccanismo che richiede interconnessioni tra soggetti diversi lungo la filiera e forme di cooperazione interregionale.
Pesca, prorogata al 30 novembre la presentazione contratti filiera. Ecco decreto Mipaaf
Ci sarà tempo fino al 30 novembre per la presentazione delle domande per l’avviso pubblico recante le modalità per la presentazione delle domande di accesso ai contratti di filiera per il settore pesca e dell’acquacoltura.
A fronte delle richieste di proroga del termine per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni da parte degli operatori del settore e garantire una più ampia partecipazione, il Mipaaf, oggi Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, pubblica le Modifiche all’avviso pubblico e di conseguenza delle modalità di erogazione delle agevolazioni.
Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il decreto Mipaaf:
Governo, Lollobrigida in pole per il Mipaaf. In seconda e terza posizione De Carlo e Berutti
Nato a Tivoli il 21 marzo del 1972 sarà Francesco Lollobrigida – da quanto apprende AGRICOLAE da fonti parlamentari di Centro Destra – il prossimo titolare Mipaaf. Se il neonominato capogruppo Fdi alla camera è in pole position per la guida del Mipaaf, in seconda e terza posizione Luca De Carlo, già responsabile nazionale Agricoltura di Fratelli d’Italia e Roberto Berutti, funzionario del gabinetto del commissario Ue all’Agricoltura. Dato dalla stampa per certo come prossimo ministro delle Politiche agricole.
Governo, Berutti designato ministro Mipaaf. Trait d’union tra Made in Italy e Ue e pontiere tra Wojciechowski e ministri europei
Roberto Berutti sarà – secondo le ultime indiscrezioni – il prossimo ministro delle Politiche agricole.
Berutti, che attualmente lavora presso il gabinetto del Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, potrebbe fungere da trait d’union tra le esigenze e le istanze dell’Italia e del Made in Italy e i vincoli europei. Nell’ottica di un gioco di squadra europeo.
Da quanto apprende AGRICOLAE sarebbe stato lo stesso Commissario Ue, attualmente non forte nei rapporti con gli altri ministri Ue, a far sapere che Berutti sarebbe potuto essere un’opportunità sia per l’Italia che per l’Europa nella gestione di una serie di dossier e come pontiere tra la Commissione e i ministri all’Agricoltura europei.
Governo, rimandato a oggi duello Meloni-Salvini su Mipaaf e Turismo. Così lo switch dei 2 ministeri ne ipoteca azione politica in Conferenza Regioni
Ancora un punto interrogativo sui nomi e partiti che andranno alla guida del ministero del Turismo e dell’Agricoltura. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti l’incontro previsto ieri pomeriggio tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per dirimere la questione e sciogliere i nodi sarebbe stato rimandato ad oggi. Anche a causa del trambusto con Silvio Berlusconi che ieri ha annunciato ministri differenti da quelli desiderati dalla premier in pectore.
L’incontro di oggi è importante per entrambi i partiti e rischia di tradursi in un pericoloso autogol per il celere svolgersi delle attività fino al loro compimento: La Lega infatti è molto forte, a livello regionale, per quanto riguarda i temi agricoli. Fratelli d’Italia è invece al primo posto per gli assessori al Turismo. Nominare ministri switchati, dando alla Lega il Turismo e a Fratelli d’Italia l’agricoltura, depotenzierebbe, nei fatti, l’azione politica di entrambi i dicasteri e di conseguenza dei partiti politici che ne prendono la guida.
Nel caso in cui – come sembrerebbe stia accadendo – il Mipaaf vada a Fdi e il Turismo (forse) al Carroccio, la strategia politica del titolare del Turismo potrebbe infatti arenarsi in sede di Conferenza delle regioni con gli assessori di Fratelli d’Italia; stessa cosa potrebbe accadere per il titolare del Mipaaf quando i provvedimenti avranno a che fare con il vaglio degli assessori della Lega.
Questa eventuale empasse sui due ministeri rappresentativi dell’economia reale, si inserisce in un contesto di altre ‘ipoteche’ politiche. Se la Meloni ha ipotecato eventuali voti contrari alle decisioni prese da Palazzo Chigi e che passano per il Mef mettendo il numero due della Lega Giancarlo Giorgetti alla guida del ministero dell’Economia, Forza Italia ha ipotecato le strategie politiche di Fratelli d’Italia alla Camera con Alessandro Cattaneo capogruppo e al Senato, dove i numeri ballano di più, con Licia Ronzulli capogruppo. E Piantedosi, prefetto di Roma e già capo di gabinetto di Salvini, all’Interno che – come si diceva ai tempi della Democrazia Cristiana – vale il 3 per cento dell’elettorato (con i suoi oltre 300mila dipendenti).
Governo, vertice Meloni-Salvini su nodo Turismo-Mipaaf. Rischio conflitto interessi Santanchè riapre i giochi e scombina le carte (e i ruoli)
Le ultime battute del governo Meloni si consumeranno fra poche ore, nel corso dell’incontro previsto tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per sciogliere i nodi legati al ministero dell’Agricoltura e al ministero del Turismo.
Da quanto apprende AGRICOLAE nessuno dei due sembrerebbe disposto a fare un passo indietro per avere le quote nei due ministeri maggiormente rappresentativi dell’economia reale: La leader di Fratelli D’Italia insiste su entrambi i ministeri, in primis sul Mipaaf per il quale avrebbe una rosa di tre nomi. Il numero uno del Carroccio punta sul Mipaaf promesso a uno dei suoi generali, Gian Marco Centinaio. Già ministro e già sottosegretario.
Ma dalle notizie che arrivano prima dell’incontro, sembrerebbe che la Meloni sia disposta a cedere il ministero del Turismo, ma non il Mipaaf.
La spiegazione di questa decisione potrebbe dipendere non dai nomi (Daniela Santanché sembra essere la donna giusta al posto giusto e Gian Marco Centinaio l’uomo giusto al posto giusto). E neppure dai desiderata: Santanche da quanto si apprende, sarebbe ben felice di essere alla guida del dicastero come Centinaio di tornare al primo piano di via Venti Settembre. Ma dalla necessità di uscire da un’empasse pericolosa che potrebbe ritorcersi sulla Meloni stessa:il conflitto di interessi che verrebbe a crearsi – e che qualcuno all’interno ha già fatto notare – con la proprietaria di un noto stabilimento balneare della Versilia a capo del Turismo nazionale.
A tutto questo si aggiunge l'”ipoteca” che la Meloni ha piazzato sulla Lega di Salvini che si chiama Giancarlo Giorgetti. In questo modo sarà difficile al gruppo di Salvini votare ‘no’ alle decisioni prese da Palazzo Chigi che passano per il Mef.
Governo, squadra quasi pronta ma Meloni non molla sia Mipaaf che Turismo. Scontro con Salvini. Domani vertice ad hoc
La squadra di governo è quasi pronta ma da quanto apprende AGRICOLAE Giorgia Meloni e Matteo Salvini stanno ancora discutendo sul ministero delle Politiche agricole e il ministero del Turismo. Ed è braccio di ferro.
Se infatti la leader di Fratelli d’Italia non molla, il numero uno del Carroccio non la da vinta e tiene duro seppur molto contrariato. Per fare fifty/fifty sui due dicasteri forse più rappresentativi dell’economia reale italiana.
Sempre da quanto si apprende domani pomeriggio ci sarebbe un ulteriore vertice per sciogliere i nodi e decidere i nomi, definitivi, di coloro che guideranno i due dicasteri.