Dieci anni di settore Primario che trasforma il Secondario e muove il Terziario raccontati dai ministri e dai presidenti

Agricolae compie 10 anni.

Grazie a tutti voi che contribuite con il vostro lavoro, a voi che leggete e a voi che apprezzate e in caso criticate quanto fatto da questa redazione.

Qualcuno ci ha ringraziato per il nostro lavoro, ma siamo noi a dover ringraziare tutti coloro che usano questo mezzo di informazione per conoscere e far conoscere  e – quando ci si riesce – a risolvere i problemi di questo meraviglioso comparto.

Inutile qui parlare di dati a chi i dati li conosce meglio di tutti. Come è superfluo parlare di Pil, di economia reale, lavoro, importanza strategica o di garanzia sociale. Oppure di tradizioni, cultura, bontà, storia e bellezza. Come diventa inutile parlare finanche di sicurezza alimentare e del ruolo di peace keeper che svolge il comparto nelle aree del mondo a rischio guerra: ogni paese considerato civile dovrebbe dare per scontato come tutto ciò dipenda dall’Agricoltura, settore Primario che si trasforma in Secondario e che muove il Terziario.

Ma non è mai inutile parlare di terra, perché è dalla terra che noi veniamo. Come vengono dalla terra e dal mare tutte le forme di vita che conosciamo.

E chi lavora la terra è per definizione un padre fondatore della nazione, un tutore e un eroe.

Potrebbe dunque apparire blasfemo pensare che c’è chi vorrebbe demonizzare i prodotti naturali che arrivano in tavola per sostituirli con prodotti artificiali di proprietà di pochi, nati e cresciuti nell’acciaio. O immaginare interessi economici mascherati con un buonismo ambientale che rischia di aver di buono ben poco, e certo non a tavola.

Certo che questo non farebbe bene alla terra, dato che la terra dipende da chi la cura e la ‘coltiva’. E neppure all’uomo, che dipende dalla terra stessa da cui proviene.

Un rapporto, quello tra l’uomo e la terra di dare-avere-dare.

Ma sappiamo che una società colta e civile queste cose le sa già. Altrimenti non sarebbe colta e civile.

Agri-cultura è la parola chiave del 2023 con la quale l’Italia, paese della terra e del mare, può portare nel mondo l’educazione alla cura della terra.

Perché troppo spesso guardiamo al cielo con meraviglia e troppo di rado guardiamo verso il basso, dove poggiano i nostri piedi.

Anno 2022: 

2022-2023, l’editoriale di Francesco Lollobrigida: difendere legame millenario tra la terra e gli italiani per seminare l’Italia del futuro

2022-2023, l’editoriale di Patrizio La Pietra: basta inseguire emergenze, da questo governo soluzioni strutturali

2022-2023, l’editoriale di Luigi D’Eramo: l’economia della terra è l’economia reale garanzia di ogni società

2022-2023, l’editoriale di Luca De Carlo: si riporta “la chiesa al centro del villaggio”. Settore Primario torna ad essere primario

2022-2023, l’editoriale di Mirco Carloni: ottimista per Paese che si muove per la prima volta come un’unica macchina che riparte

2022-2023, l’editoriale di Frascarelli e Zaganelli: le prospettive per l’anno che si apre

2022-2023, l’editoriale di Carlo Gaudio: la ricerca alleata del futuro per produrre sempre di piu con meno

2022-2023, l’editoriale di Ettore Prandini: di questi anni resterà l’eco nella storia, ma nessun beneficio spostando il cibo dalla terra ai laboratori

2022-2023, l’editoriale di Massimiliano Giansanti: un Paese moderno deve poter produrre ciò di cui ha bisogno

2022-2023, l’editoriale di Cristiano Fini: imprenditori agricoli capaci di trasformare ansie negative in energia positiva

2022-2023, l’editoriale di Tommaso Battista: l’anno che è stato e quello che verrà

2022-2023, l’editoriale di Carlo Piccinini: programmazione a lungo termine la sfida più grande

2022-2023, l’editoriale di Giampaolo Buonfiglio: finalmente si può invertire la rotta tracciata negli ultimi anni

2022-2023, l’editoriale di Francesco Vincenzi: sfida Anbi determinante per la sicurezza, la competitività e la bellezza del Paese

2022-2023, l’editoriale di Luigi Scordamaglia: scegliere ora da che parte stare o il prezzo di una decisione sbagliata lo pagheranno le future generazioni

2022-2023, l’editoriale di Maurizio Gardini: promuovere e realizzare un nuovo Umanesimo che metta al centro la persona

2022-2023, l’editoriale di Fabio Massimo Pallottini: sfide si chiamano sviluppo, efficienza, innovazione, resilienza e capacità di risposta al cambiamento

Anno 2021:

Fine 2021-inizio 2022, Patuanelli: risorse mai viste prima, ora Agricoltura 5.0 che nasce da transizione 4.0. Rimpianto per Pac poco semplificata da Ue

Fine 2021-inizio 2022, Battistoni: emergenze affrontate con spirito di squadra, Agroalimentare ha guadagnato ruolo centrale

Fine 2021-inizio 2022, Centinaio: fondamentale spendere presto e bene risorse e cogliere opportunità

Fine 2021-inizio 2022, Vallardi: gettate le basi per questioni fondamentali che si chiuderanno nei prossimi mesi. Investimento futuro è in agricoltore custode territorio

Fine 2021-inizio 2022, Gallinella: semplificazione e tecniche di evoluzione assistita. Agricoltura responsabile solo del 7% emissioni

Fine 2021-inizio 2022, Giansanti: serve quanto prima strategia nazionale. Allarmi Oltreoceano su impatto Farm2Fork, ma da Ue nulla

Fine 2021-inizio 2022, Prandini: criticità diventino opportunità, ora strategia nazionale ma siamo su strada giusta

Fine 2021-inizio 2022, Verrascina: soluzioni condivise e aggregazione per arrivare al Bene comune del settore

Fine 2021-inizio 2022, Mercuri: saranno mesi di attesa che non giovano a competitività, risorse non siano asfissiate da burocrazia

Fine 2021-inizio 2022, Piazza: Enpaia continua a crescere. Bilancio supererà il 4%

Fine 2021-inizio 2022, Frascarelli e Zaganelli, Ismea: sosteniamo percorso innovazione e sostenibilità agroalimentare

Fine 2021-inizio 2022, Vaccari, Crea: Innovare è un dovere. Pronti a sostenere attuazione Pac e Pnrr

Fine 2021-inizio 2022, Dalla Bernardina, Cai Agromec: declinare potenzialità transizione digitale. Imprese agromeccaniche al centro processo innovazione

Anno 2020:

Fine 2020, Bellanova: Rinascita Italia parta da agroalimentare. Il futuro ha un cuore agricolo

Fine 2020, L’Abbate: Agroalimentare eroico in emergenza Covid. Ora gettare basi nuovo futuro

Fine 2020, Vallardi: Agricoltura gigante di cristallo. Ora innovazione, etichetta, italian sounding e irrigazione

Fine 2020, Gallinella: anno difficile per pandemia. Forze politiche siano unite per ripartire

Fine 2020, Giansanti: agricoltura stella polare. Ora piano strategico nazionale

Fine 2020, Prandini: Una parentesi da chiudere, mentre immaginiamo il futuro digitale. Il mondo ha fame d’Italia

Fine 2020, Mercuri: Agroalimentare ha dimostrato di essere Primario. Ma solo tra poco si capirà chi ce la farà a ripartire

Fine 2020, Verrascina: guardando l’anno che verrà, ma con programmazione

Fine 2020, Scanavino: agricoltura deve evolversi e adeguarsi a cambiamenti dettati da pandemia da cui non si torna indietro

Fine 2020, Serpillo: Economia alimentare si traduce in economia delle risorse naturali

Fine 2020, Santoianni: resilienza pmi italiane. Ora sia l’anno del Made in Italy

Fine 2020, Vincenzi: Anbi protagonista del Recovery Fund. Ma tutto dipende da gestione acqua, senza lasciare indietro nessun territorio

Fine 2020, Qualivita: impegnati a diffondere nel mondo la cultura del Made in Italy. VIDEO

Fine 2020, Dalla Bernardina: contoterzismo professionale strategico per l’agricoltura del futuro

Fine 2020, Tiso, Confeuro: perché il 2021 può essere l’anno della svolta. Dalla transizione verde alla rivoluzione digitale

Anno 2019: 

2019-2020, Bellanova: parole d’ordine sono nuove generazioni, donne, filiere, investimenti, innovazione, internazionalizzazione ed export. Presidio assoluto tavoli ue

2019-2020, L’abbate, Mipaaf: ottimi risultati da punto di partenza incerto. Ora guardare al futuro affrontando tutte le sfide

2019-2020, Vallardi: basta attriti politici o fondamentalismi, far fronte uniti ai due flagelli che stanno cambiando il volto agricolo dell’Italia

2019-2020, Gallinella: soddisfatto per l.Bilancio. Ora pensare in grande e alla pesca, per troppo tempo dimenticata

2019-2020, Giansanti, innovazione e strategia nazionale per far fronte a competitor sempre piu aggressivi

2019-2020, Mercuri: piu attenzione a crescita imprese e meno conflitto politico. Non mortificare settore

2019-2020, Scanavino, Cia: coniugare sostenibilita ambientale a quella economica. Traducendole in sostenibilita sociale

2019-2020, Verrascina: agricoltura ha capacita di adattamento maggiore rispetto ad altri comparti. Ma ora abbia stabilita

2019-2020, Tiso, Confeuro: basta cantilene e filastrocche. Agricoltori non sono contenti, primario resta squilibrato

2019-2020, Cappellini, Cai: anno della sfida cambiamenti climatici, competitività e agricoltura digitale

 

 

Anno 2018:

2018-2019, Centinaio: sei mesi per aggiustare il tiro. Tra agroalimentare e turismo matrimonio perfetto

2018-2019, Manzato: prossimo anno visione strategica politica agricola nazionale. Ecco i 5 pilastri. VIDEOINTERVISTA

2018-2019, Pesce: basta compartimenti stagni ma visione unitaria dell’agroalimentare

2018-2019, Vallardi: gioco di squadra tra Mipaaft e comagri Camera e Senato ha dato suoi risultati

2018-2019, Gallinella: comagri Camera piu produttiva del passato. Ecco cosa abbiamo fatto e cosa faremo. VIDEOINTERVISTA

2018-2019, Mercuri: dal governo nuovo ci aspettiamo cose nuove dedicate a settore agroalimentare. VIDEOINTERVISTA

2018-2019, Giansanti: agricoltura deve essere connessa per consentire crescita del paese

2018-2019, Scanavino: anno segnato dal maltempo. Ora strategia nazionale a tutela aree rurali

2018-2019, Verrascina: agricoltura non chiede aiuti ma investimenti per competere sul mercato

2018-2019, Serpillo: agroalimentare in grado di ridurre tensioni mediterraneo e immigrazione

2018-2019, Unci agroalimentare: premesse favorevoli e buoni propositi

Anno 2017: 

BILANCIO 2017, Martina: reddito, export e cambiamenti climatici, ma non solo. Piedi per terra e testa al mondo

BILANCIO 2017, Castiglione: sulla pesca Italia ha chiuso con infrazioni Ue. Tutto quello che e’ stato fatto per il settore

BILANCIO 2017, Formigoni: ora spazio ai giovani per dare sprint a settore

BILANCIO 2017, Sani: Camere e governo concentrate sui temi agricoli senza precedenti. Ora pac

BILANCIO 2017, Giansanti: innovazione digitale opportunita per far recuperare gap di competitivita

BILANCIO 2017, Scanavino: potenza straordinaria del made in Italy ma organizzazione precaria

BILANCIO 2017, Mercuri, ogni prodotto cooperativo comprato da qui da noi o gdo viene direttamente dall’agricoltore

BILANCIO 2017, Verrascina: aggregare agricoltura, industria e gdo. No agli scontri inutili

BILANCIO 2017, Serpillo: Italia promuova se stessa, puntando al mediterraneo

BILANCIO 2017, Minelli: enormi potenzialita in tutta la filiera, governo si concentri su pac

BILANCIO 2017, Alleanza cooperative pesca: per il settore chiaro e scuro

Anno 2016: 

2016-2017, Martina: il bilancio dell’anno che si chiude e quello che faremo ora. A partire dal g7. Reddito, trasparenza e semplificazione

2016-2017 VIceministro Olivero: passare da visione difensiva a visione strategica. Recuperare mercato russo e conservare quello americano

2016-2017, Formigoni: ottima collaborazione tra camera e senato. A breve anche legge su consumo del suolo, dieta mediterranea e agrumeti

2016-2017, Sani: avvicinare primario a mondo della trasformazione. In comagri pesca, biologico, forestazione e ippica

2016-2017, Guidi: occorre strategia ‘offensiva’ sui mercati. Attendiamo governo Trump che potrebbe riaprire mercato con russia

2016-2017 Scanavino: sara’ l’anno in cui si pensera alla pac post 2020. Sfida dell’agricoltura del futuro

2016-2017 Verrascina: sostenere agricoltori, basta dare credito a chi dice di farne le veci attraverso la propaganda

2016-2017, Mercuri: risorse siano destinate a opportunita di sviluppo. Anche per pac post 2020

2016-2017, Serpillo (Uci): aprirsi a paesi del mediterraneo. E rivedere sistema aiuti Ue

2016-2017, Castiglione: tanti risultati per la pesca, dal pesce spada al piano di gestione vongole che prende il via nel 2017

2016-2017, Tiozzo (Federcoopesca): maggiore attenzione a settore, uscire da atteggiamento conservatore e riprendere riforme. L’anno del feamp

Anno 2015: 

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Martina: abbiamo lavorato tanto e con impegno. Rimangono sfide entusiasmanti ma siamo pronti

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Formigoni: anno molto positivo, potenziare ritorno alla terra da parte dei giovani

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Sani: e’ stato l’anno delle politiche agricole. Ora ripetere con piu forza per l’anno che verra’

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Mercuri: tutto quello che governo investira nel settore tornerà moltiplicato a beneficio dell’economia di tutto il paese

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Guidi: l’anno con maggiore attenzione ma in cui silenziosamente settore ha sofferto di piu

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Scanavino: bene attenzione settore ma peccato per latte e zootecnia

BILANCIO 2015 E PROSPETTIVE 2016, Verrascina: nel prossimo anno tradurre successo di expo in ricchezza per gli agricoltori

Anno 2014: 

LE INTERVISTE PER 2014-2015, Maurizio Martina: sara’ l’anno della ripresa. Buono il bilancio del 2014

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Roberto Formigoni: sara’ l’anno delle sfide

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luca Sani: finalmente politiche di sostegno concrete per il settore

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Mario Guidi: 2014 anno da dimenticare, ma sono stati buttati dei semi importanti per il settore

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Scanavino: l’anno passato e’ stato grigio, il 2015 sara’ migliore

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Franco Verrascina: anno che si chiude in chiaro scuro

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Giorgio Mercuri: un po piu’ di ottimismo mettendo da parte la rassegnazione

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luigi Scordamaglia: guardo il bicchiere mezzo pieno, ma cambiare, cambiare e cambiare. Svolgeremo ruolo attivo

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Ettore Iani’: ogni azienda vede il futuro con 37 euro da investire

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Giampaolo Buonfiglio: sara’ l’anno delle riforme

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Paolo Tiozzo: bilancio non positivo per la pesca

LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luigi Giannini: riduzione prezzo gasolio ha salvato il settore

Anno 2013: 

L’ANNO CHE VERRA, Roberto Formigoni: made in Italy, storia italiana di successo. Ecco le cose da fare subito

L’ANNO CHE VERRA, Luca Sani: affrontare la riforma del Mipaaf riconfigurandone ruolo e funzioni

L’ANNO CHE VERRA, Paolo de Castro: piu sinergia per dare solide prospettive all’agricoltura e all’agroalimentare

L’ANNO CHE VERRA, Luigi Scordamaglia: ora tutti insieme per un deciso cambio di passo

L’ANNO CHE VERRA, Antonio Piva: basta buoni propositi, ora meno burocrazia e piu credito

Massimo Coccia: la pesca che vorrei…

Giuseppe Politi: l’anno che verra’…

Franco Verrascina: l’agricoltura tra bilancio di un anno e il futuro

Ettore Iani, una domanda al ministro: se fare agricoltura e’ figo, fare impresa nella pesca e’ da sfigati?

Massimo Gargano: l’olivicoltura italiana un triciclo…A due ruote

Giampaolo Buonfiglio: allarmante “Effetto surf” del Mipaaf con cui politica agricola continua a “Non essere”

Mario Guidi: lavorare in funzione del concetto di “New normal”

Giorgio Mercuri: ogni azienda sa quale e’ il suo “Chilometro giusto”

Giuseppe Alonzo: ricerca si traduce in sviluppo e crescita economica

Arturo Semerari: al centro garanzie di credito e assicurazioni

 

 

 

 

 




CIMICE ASIATICA, ROLFI: BENE APPROCCIO BELLANOVA, ORA ASPETTIAMO FATTI CONCRETI: SUBITO RISORSE AL PARI DELLA XYLELLA

“L’approccio mi sembra concreto e volto ad affrontare i problemi. Li abbiamo elencati al minsitro Bellanova e ora aspettiamo i fatti concreti”. Così ad AGRICOLAE l’assessore alla regione Lombardia Fabio Rolfi a seguito del tavolo al Mipaaft convocato dal ministro delle Politiche agricole per parlare di quadro finanziario, Pac posto 2020 e cimice asiativa. In particolare sulla cimice asiatica Rolfi spiega che “abbiamo illustrato al ministro il documento redatto dalle sei regioni interessate maggiormente e abbiamo sottolineato – come al di la del piano di azione in via di definizione (che prevede il lancio dell’antagonista che ha effetti però solo nel medio e lungo periodo) – servano risorse subito per fronteggiare i danni alle aziende del settore stimate per centinaia di milioni di euro”.

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia precisa inoltre che “c’è il rischio anche di vedere cambiamenti ambientali dovuti al fenomeno in quesitone. Per questo servono risorse immediate tramite lo stesso strumento già utilizzato per la Xylella in Puglia e siamo legittimati a chiedere che venga usato per fronteggiare la fase emergenziale. In attesa poi – conclude – di un piano strutturato”.




BELLANOVA INCONTRA LE REGIONI: BASTA EMERGENZE, ORA PIANI STRUTTURALI. VIDEO

“Dobbiamo cogliere le istanze di ogni regione a prescindere dal colore politico di ciascuna amministrazione”. Così il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova al tavolo con le regioni al Mipaaft su Pac, quadro finanziario e cimice asiatica. “Ho partecipato al consiglio dei ministri europei informale e credo che la partita più importante sia quella di ottenere maggiori tutele in Europa”, spiega. “La pac post 2020 deve saper riconoscere le differenze della varie agricolture perché sappiamo bene che l’agricoltura lombarda non ha le stesse esigenze dell’agricoltura siciliana”.

“Voglio attivarmi a Bruxelles perché l’agricoltura mediterranea sia non solo rispettata ma anche valorizzata così come merita. Il piano strategico nazionale previsto dalla bozza di riforma dovrà essere una occasione da costruire insieme e su cui lavorare”, prosegue ancora Bellanova.

“Siamo qui per fare delle politiche e non delle polemiche, e lo dico per prima a me stessa. Vogliamo affrontare le emergenze come la xylella e la cimice asiatica, ma uscendo da un’ottica emergenziale e strutturando piani di interventi seri, dando ai cittadini la trasparenza che meritano”.

MIPAAF: MINISTRA BELLANOVA INCONTRA REGIONI. “LAVORIAMO INSIEME PER RISPOSTE CONCRETE AGLI AGRICOLTORI”

Assoluta disponibilità a un lavoro condiviso nel pieno rispetto della reciproca autonomia; incontri mensili per ottimizzare il confronto sui temi; bando alla logica emergenziale a vantaggio della definizione di piani di interventi concreti e rigorosi.
Si è aperto con un richiamo al metodo di lavoro l’incontro di stamane al Mipaaf della Ministra Bellanova con gli Assessori regionali all’Agricoltura con all’ordine del giorno: Politica Agricola Comune, revisione del Quadro finanziario poliennale per il periodo post 2020, emergenza cimice asiatica.
“Dalla qualità delle scelte che saremo capaci di assumere”, ha proseguito la Ministra Bellanova prima di entrare nel vivo del confronto, “dipende non la nostra fortuna personale ma la qualità della vita di aziende, lavoratori, cittadini. Per questo chiedo a tutti noi di lasciare perdere le polemiche per concentrarci sul lavoro da fare.
E’ tanto, ed esige soluzioni. E ovviamente non partiamo da zero”.
Sul tema Bilancio post 2020, Bellanova ha dunque affermato: “le nostre priorità sono due: recuperare i tagli ipotizzati in particolare sullo sviluppo rurale; disinnescare la “mina” convergenza esterna, che comporterebbe ulteriori tagli ai pagamenti diretti. Abbiamo già colto segnali positivi anche nell’informale di Helsinki, la conferma dovremmo averla nelle prossime settimane in vista del Vertice di metà ottobre. La Pac post 2020 deve saper riconoscere le differenze delle agricolture europee, territorio per territorio. Per questo voglio attivarmi a Bruxelles perché l’agricoltura mediterranea sia non solo rispettata ma valorizzata. Sono convinta che sostenibilità ambientale ed economica devono andare di pari passo, a maggior ragione considerato il ruolo dell’agricoltura nel contrasto all’emergenza climatica. Il mio pensiero è noto, non possiamo pensare di penalizzare l’agricoltura e gli agricoltori se vogliamo farne un settore realmente attrattivo e portatore di futuro. Tema cui si collega l’etichettatura: insistere per valorizzare sempre più e meglio a livello commerciale i prodotti agricoli ottenuti con regole produttive più rigorose. Il Piano strategico nazionale previsto dalla bozza di riforma, infine, dovrà essere un’occasione da costruire insieme”. Su questo la Ministra ha sollecitato una proposta unitaria: “se è chiaro a tutti che indietro non si torna, è necessario definire il punto di equilibrio; non possiamo continuare a dire no senza una contro proposta, né rischiare un negoziato dove non siano chiare la nostra posizione e le soluzioni che avanziamo”.
Dal punto di vista tecnico sul negoziato sono stati evidenziati i progressi importanti su questioni strategiche: agricoltore attivo, semplificazione, sostegno redistributivo, capping, piccoli agricoltori, disciplina finanziaria e interventi settoriali, in particolare sull’olio di oliva. Rimangono ancora da affrontare problemi-chiave come la nuova architettura verde, su cui l’attenzione politica sta crescendo continuamente.
Quindi, emergenza cimice asiatica: “Abbiamo ben chiaro”, ha concluso la Ministra Bellanova, “la gravità del problema e il danno che significa. Le nostre strutture sono a disposizione per costruire le azioni comuni necessarie. Questa non è una emergenza regionale ma nazionale ed europea, e per questo intendo discuterne anche a Bruxelles. Garantisco fin d’ora grande attenzione e massimo impegno”.

CIMICE ASIATICA: ASSESSORE PAN A MINISTRO BELLANOVA, “È XYLELLA DEL NORD, ISTITUIRE FONDO STRAORDINARIO”

“La cimice asiatica sta provocando disastri alle coltivazioni di tutto il Nord. Solo in Veneto i danni quantificati dalla filiera ortofrutticola assommano a 100 milioni di euro. Insieme ai colleghi della Lombardia, Fabio Rolfi, e della provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli, ho chiesto al ministro l’istituzione di un fondo nazionale straordinario, come fece il governo precedente per la Xylella in Puglia”.  E’ quanto dichiara l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, al termine dell’incontro degli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane con il ministro Teresa Bellanova, a Roma, nella sede del Mipaaf.

“Oltre alle misure legate all’introduzione di antagonisti naturali, la cui efficacia sarà misurata nel medio lungo periodo – ha ricordato Pan –  servono infatti risposte a stretto giro per sostenere le filiere colpite, l’ortofrutta in particolare, per indennizzare gli agricoltori, per potenziare la comunicazione istituzionale e per finanziare l’acquisto di difese meccaniche e la ricerca in tale ambito. La cimice asiatica sarà la Xylella del Nord se il problema non sarà affrontato per tempo. Chiediamo dunque al governo la stessa attenzione e il medesimo impegno, per evitare il tracollo dell’intero comparto ortofrutticolo delle  regioni del Nord”.

Pan ha posto l’accento sulla necessità di interventi tempestivi e ad ampio raggio per quella che si profila come una calamità di valenza nazionale: “Gli studi non bastano, servono risposte immediate e veloci con finanziamenti adeguati per le imprese coinvolte al fine di evitare il rischio espianti. Da parte nostra – ha anticipato – siamo disponibili a studiare con le organizzazioni di settore l’istituzione di fondi mutualistici. Ma serve un intervento diretto del ministero per le Politiche agricole, d’intesa con il dicastero delle Finanze, per predisporre un piano straordinario che preveda aiuti economici ai produttori, sconti fiscali e sostegni agli investimenti”.

CIMICE ASIATICA, VERNOCCHI (ALLEANZA COOPERATIVE): 350 MILIONI DI EURO DI DANNI SOLO PER PERE, PESCHE E NETTARINE

“Valutiamo positivamente la riunione di oggi sull’emergenza cimice asiatica, perché finalmente è emersa in tutta la sua gravità la dimensione del fenomeno e ci si è potuti rendere conto, dati alla mano, degli enormi danni creati alle colture, che ammontano, secondo le stime elaborate dal CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli, a oltre 350 milioni di euro solo per pere, pesche e nettarine e a 486.000 giornate di lavoro andate in fumo, compreso anche l’indotto”.

Così Davide Vernocchi, Coordinatore Settore Ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, commenta gli esiti dell’incontro svoltosi oggi al Ministero delle politiche agricole con le regioni per affrontare l’emergenza causata dai danni della cimice asiatica e delle patologie connesse ai cambiamenti climatici.

“Speriamo adesso che si apra uno spiraglio – prosegue Vernocchi – , perché molte aziende ortofrutticole sono a rischio chiusura e probabilmente non riusciranno a continuare la loro attività. A nostro avviso, è opportuno operare su tre fronti: individuare misure di sostegno immediato alle aziende con piani straordinari; far sì che le aziende dispongano di strumenti efficaci per la difesa già a partire dalla prossima campagna; avviare collaborazioni con la ricerca per individuare percorsi sostenibili nel rispetto dell’ambiente”.

CIMICE ASIATICA, CONFAGRICOLTURA: FARE SQUADRA CONTRO IL FLAGELLO CHE MINACCIA LE CAMPAGNE. APREZZAMENTO PER L’INTERVENTO DEL MINISTRO BELLANOVA AL TAVOLO CON LE REGIONI

Confagricoltura esprime apprezzamento per l’intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova al tavolo con le Regioni, che ha sottolineato la gravità del problema della cimice asiatica, manifestando la volontà di costruire le azioni comuni necessarie per affrontarlo.

 

La questione della cimice asiatica, all’ordine del giorno anche del comitato direttivo di Confagricoltura che si è tenuto martedì scorso, preoccupa molto gli imprenditori agricoli delle regioni del Nord d’Italia. Un vero e proprio flagello che rischia di affossare il settore ortofrutticolo. Sono molte le aziende che minacciano di estirpare i frutteti, dove le perdite vanno dal 40 al 100 per cento della produzione, se non si troveranno soluzioni veloci ed efficaci.

 

“Per questo – sostiene il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – è necessario lavorare in squadra con le Istituzioni nazionali e regionali, per affrontare questa emergenza che, come ha sottolineato il ministro, ormai non è più regionale, bensì nazionale ed europea”.




QUOTE LATTE, BELLANOVA A LE IENE: SENZA PASSAGGIO CONSEGNE STO CERCANDO DI RICOSTRUIRE TUTTO. NON FAREMO PAGARE ERRORI DI ALTRI. NOI EQUI ED EQUILIBRATI SENZA POLEMICHE. IL VIDEO

“Sto cercando di costruire tutte le partite aperte, non c’è stato un passaggio di consegne con il ministro precedente. Non voglio alcuna polemica e stiamo – con le direzioni [del Mipaaft ndr] – ricostruendo tutte le informazioni che è giusto che il ministro debba avere. Dopo di che risponderò su tutto quello su cui è necessario rispondere”. Così il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova a Le Iene che le chiedono in strada sulla faccenda quote latte e sulla sentenza che chiede l’archiviazione.

Sentenza già pubblicata in esclusiva da AGRICOLAE integralmente nei mesi scorsi e riproposta di seguito.

Il decreto per prorogare la scadenza dei pagamenti da parte degli allevatori – in vista di una maggiore chiarezza a seguito delle sentenza, prima italiana e poi della Corte europea, che mettono in discussione la validità dei parametri su cui sono basate le multe – è stato uno degli atti approvati con riserva nell’ultimo Cdm Gialloverde dell’8 agosto.

“Mia ferma convinzione – prosegue il ministro a Le Iene – che noi non possiamo far pagare gli errori commessi da alcune persone sapendo che stavano commettendo degli errori ad altre persone. Dobbiamo essere equi ed equilibrati. Mi faccia leggere e io non la deluderò”, risponde all’inviato. “Stiamo lavorando per conoscere e poi per dire. Se si comunica senza sapere quello su cui si comunica diventa un è problema”, conclude.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il video pubblicato:

Per saperne di più:

QUOTE LATTE, LA CONCLUSIONE DELLA RELAZIONE VOLUTA DA ZAIA, IL GIP ARCHIVIA: DATI FALSI ERANO NOTI. TUTTI COLPEVOLI E CONNIVENTI. SISTEMA ALTERATO PER ANNI DA CENTRI DI POTERE OCCULTI MA NESSUN RESPONSABILE INDIVIDUABILE. IL DECRETO

Si chiude il capitolo relativo alle quote latte. Il giudice delle indagini preliminari Paola di Nicola rigetta le opposizioni proposte e accoglie la richiesta di archiviazione del procedimento nei confronti di ignoti ordinando la restituzione degli atti al pubblico ministero. Chiedendo di comunicare alle parti e per conoscenza al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del turismo Gian Marco Centinaio.

Il decreto di archiviazione della questione quote latte emesso in data 5 giugno 2019 dal Tribunale di Roma parla chiaro:

i dati a fondamento del calcolo delle multe sono falsi;

–      la falsità dei dati era nota da 20 anni a tutte le Autorità amministrative e politiche, con ingenti danni all’erario;

–      la Corte di Giustizia Europea con la sentenza n. C-433/15 del 24 gennaio 2018 ha affermato che vi è la prova certa che l’Italia abbia assunto comportamenti lacunosi e negligenti;

–      vi è certezza che i dati dei capi in lattazione forniti da AGEA siano falsi e quelli dell’IZS inattendibili;

–      come quanto emerso dalle indagini del Colonnello Mantile abbia evidenziato la falsità dei dati;

–      informativa del ROS del 23 luglio 2019 ha confermato capi inesistenti, latte in nero e dati falsi ed inattendibili.

Nello specifico, secondo il giudice delle indagini preliminari, i dati posti a fondamento del regime delle quote latte in Italia “sono non veritieri – si legge nel decreto – in quanto fondati su autodichiarazioni spesso false e sul sistema di calcolo errato”. Ma non solo: “ la falsità dei dati è nota a tutte le autorità amministrative e politiche rimaste consapevolmente inerti per vent’anni per evitare di scontentare singole corporazioni o singoli centri di interesse così determinando ingenti danni allo Stato italiano che ha pagato le multe e agli allevatori /produttori che fino ad oggi hanno rispettato le regole tanto da compromettere il regime delle quote e distorcendo la concorrenza”.

Di Nicola richiama poi la sentenza del 24 gennaio 2018 C-433 /15 della commissione europea contro la Repubblica italiana in cui nei paragrafi 45 e 46 “vi è prova certa che il nostro paese abbia assunto comportamenti negligenti e lacunosi come è confermato dai pareri della Corte dei conti italiana e dalle commissioni di inchiesta governative e parlamentari”.

In sostanza secondo la giudice “l’unica certezza è che i dati sui capi che producono latte sono falsi e i numeri forniti da Agea e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo sono del tutto inattendibili”.

In particolare, si legge ancora nel decreto, da l 1 gennaio 2010 sono emersi 5.763. 822 capi da latte che, superati i 24 mesi di età, non risultavano aver mai partorito”. Una vicenda paradossale dato che iniziano a produrre latte solamente dopo il parto. “É plausibile che tali capi possano occultamente contribuire nella produzione del cosiddetto latte in nero e favorire le cosiddette compensazioni come già emerso nei lavori della commissione Mariani. La presenza di tali rilevanti anomalie preclude qualsiasi calcolo preciso sul numero di capi da latte potenzialmente in lattazione”.

In conclusione secondo il giudice “il numero di 5. 753. 822. 000 di bovini improduttivi e senza alcun evento di parto pari al 61% degli animali da latte italiano inseriti nelle banche dati nazionali in uso ad Agea e alla IZS costituisca la prova della totale in attendibilità e falsità abitati del sistema”.

La sentenza di archiviazione da ragione a Zaia che fu ascoltato dalla Procura di Milano che stava portando avanti invece la tesi opposta, ovvero che tutto era stato messo in opera per consentire agli splafonatori di non pagare il dovuto. Lo stesso Zaia che all’epoca fu accusato di aver reso pubblica la relazione da lui commissionata per paura di eventuali insabbiamenti.

D’altra parte le legge 33 era basata sui dati ufficiali. Nel momento in cui i dati vengono considerati “falsi e inattendibili”, per la proprietà transitiva viene in automatico che le multe non possono essere pagate. Vero quindi quanto dice Ambrosio a Mantile nel colloquio registrato nel luglio 2010 (che all’epoca era Capo di Gabinetto del Ministro Galan e non di Zaia come scritto per errore nella sentenza): se i dati sono falsi, crolla tutto il castello.

E ancora: “non si rintraccia una centrale criminale con individuate responsabilità personali ma diversi ambiti tecnico amministrativi che hanno creato negli anni fortissimi ed occulti centri di potere tutti convergenti nel violare regole e controlli con i sistemi più disparati per fare arricchire alcuni produttori e allevatori a discapito degli altri tanto viziare gravemente il mercato”. E infine Di Nicola scrive: “Per decenni una totale incapacità e superficialità e verosimili connivenze da parte degli organi di controllo degli assessorati all’agricoltura delle regioni nell’ottemperare ai propri obblighi di accertamento sui dati forniti dagli allevatori e dai primi acquirenti”.

“Una situazione che visto intrecciarsi negli anni malcostume, inerzia, negligenza, approssimazione, connivenze, collateralismo, assenza del senso delle istituzioni e rispetto delle regole minime di trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione da parte degli organi preposti ai controlli che per legge avrebbero dovuto provvedere tale da rendere difficile se non impossibile individuazione di responsabilità singole per fatti determinati come la sede penale impone”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il decreto:

Ordinanza GIP Roma 5.6.19

QUOTE LATTE, CORTE UE: ITALIA RICALCOLI MULTE E RIFONDA PRODUTTORI. ECCO LA SENTENZA. ULTIMO CDM GIALLO VERDE APPROVO CON RISERVA DECRETO PROROGA. TUTTO NATO DALLA COMMISSIONE ZAIA. ORA, DOPO 2 MLD DI EURO PAGATI, ITALIA E EUROPA DICONO: ERA TUTTO SBAGLIATO

Tutto da rifare per le quote latte. L’Italia ha pagato finora circa due miliardi di euro ma ora, prima l’Italia, poi l’europa, dicono: e’ stato tutto sbagliato. Proprio a seguito del caos scoppiato a seguito della sentenza del tribunale di Roma era stato approvato ‘salvo intese’ nel corso dell’ultimo Cdm prima della caduta del governo il decreto sulle quote latte.

Si legge nella sentenza

1) L’articolo 2 del regolamento (CEE) n. 3950/92 del Consiglio, del 28 dicembre 1992, che istituisce un prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, come modificato dal regolamento (CE) n. 1256/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, deve essere interpretato nel senso che l’accertamento dell’incompatibilità con tale disposizione della normativa nazionale, disciplinante le modalità di riscossione del prelievo supplementare da parte dell’acquirente presso i produttori, non implica che i produttori soggetti a detta normativa non siano più debitori di tale prelievo.

2) L’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92, come modificato dal regolamento n. 1256/1999, in combinato disposto con l’articolo 9 del regolamento (CE) n. 1392/2001 della Commissione, del 9 luglio 2001, recante modalità d’applicazione del regolamento n. 3950/92, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede che il rimborso dell’eccedenza del prelievo supplementare debba favorire, in via prioritaria, i produttori che, in applicazione di una disposizione di diritto nazionale incompatibile con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92, come modificato dal regolamento n. 1256/1999, abbiano adempiuto il loro obbligo di versamento mensile.

3) Il principio della tutela del legittimo affidamento deve essere interpretato nel senso che esso non osta a che, in una situazione come quella di cui trattasi nel procedimento principale, sia ricalcolato l’importo del prelievo supplementare dovuto dai produttori che non hanno adempiuto l’obbligo, previsto dalla normativa nazionale applicabile, di versare su base mensile tale prelievo.

La sentenza si riferisce al ricorso presentato da alcuni produttori della regione del Veneto per la campagna lattiero-casearia 2003/2004, nel corso della quale furono rilevate multeramite prelievi supplementari sulla Pac, più alti del dovuto.

Agea che ne dispose la restituzione, ma escluse alcuni produttori che fecero in seguito ricorso.

Tutto è nato quando Zaia regolarizzò con l’Europa (ad interessi legali) gli splafonatori attraverso una rateizzazione che prevedeva anche una quota aggiuntiva di un milione di tonnellate che permise all’Italia di mettersi temporaneamente in regola. Parallaelamente il ministro delle Politiche agricole di allora istituiì la commisisone di indagine – che fu resa per la prima volta pubblica – che smontò il calcolo delle multe. Ora, prima in Italia e poi in Europa dicono “è stato tutto sbagliato”.

L’Italia ha pagato finora quasi due miliardi di euro di multe.

E’ come se fosse stato applicato un autovelox che ha fatto le multe per anni e anni fino a scoprire che la taratura dell’apparecchio era sbagliata.

AGRICOLAE pubblica di seguito la sentenza in versione integrale:

http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=217622&pageIndex=0&doclang=it&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=12876983

SENTENZA DELLA CORTE (Seconda Sezione)

11 settembre 2019 (*)

«Rinvio pregiudiziale – Settore del latte e dei latticini – Quote – Prelievo supplementare – Regolamento (CEE) n. 3950/92 – Articolo 2 – Riscossione del prelievo da parte dell’acquirente – Consegne che superano il quantitativo di riferimento disponibile del produttore – Importo del prezzo del latte – Applicazione obbligatoria di una trattenuta – Rimborso dell’importo del prelievo in eccesso – Regolamento (CE) n. 1392/2001 – Articolo 9 – Acquirente – Inosservanza dell’obbligo di effettuare il prelievo supplementare – Produttori – Inosservanza dell’obbligo di versamento mensile – Tutela del legittimo affidamento»

Nella causa C‑46/18,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Consiglio di Stato (Italia), con ordinanza del 21 novembre 2017, pervenuta in cancelleria il 25 gennaio 2018, nel procedimento

Caseificio Sociale San Rocco Soc. coop. arl,

S.s. Franco e Maurizio Artuso,

Claudio Matteazzi,

Roberto Tellatin,

Sebastiano Bolzon

contro

Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA),

Regione Veneto,

LA CORTE (Seconda Sezione),

composta da A. Arabadjiev, presidente di sezione, L. Bay Larsen (relatore) e C. Vajda, giudici,

avvocato generale: M. Bobek

cancelliere: R. Schiano, amministratore

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 17 gennaio 2019,

considerate le osservazioni presentate:

–        per il Caseificio Sociale San Rocco Soc. coop. arl, la S.s. Franco e Maurizio Artuso, C. Matteazzi e R. Tellatin, da M. Aldegheri, avvocato;

–        per S. Bolzon, da M. Aldegheri ed E. Ermondi, avvocati;

–        per il governo italiano, da G. Palmieri, in qualità di agente, assistita da P. Gentili, avvocato dello Stato;

–        per la Commissione europea, da F. Moro e D. Bianchi, in qualità di agenti,

sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza del 14 marzo 2019,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1        La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione dell’articolo 2 del regolamento (CEE) n. 3950/92 del Consiglio, del 28 dicembre 1992, che istituisce un prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari (GU 1992, L 405, pag. 1), come modificato dal regolamento (CE) n. 1256/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999 (GU 1999, L 160, pag. 73) (in prosieguo: il «regolamento n. 3950/92»), nonché dell’articolo 9 del regolamento (CE) n. 1392/2001 della Commissione, del 9 luglio 2001, recante modalità d’applicazione del regolamento n. 3950/92 (GU 2001, L 187, pag. 19).

2        Tale domanda è stata presentata nell’ambito di una controversia tra il Caseificio Sociale San Rocco Soc. coop. arl (in prosieguo: il «primo acquirente»), una società cooperativa a responsabilità limitata di diritto italiano, nonché la S.s. Franco e Maurizio Artuso, i sigg. Claudio Matteazzi, Roberto Tellatin e Sebastiano Bolzon, produttori di latte italiani, da un lato, e l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) (Italia) e la Regione Veneto (Italia), dall’altro, in merito alle quote latte e al prelievo supplementare per il periodo di commercializzazione del latte e dei latticini tra il 1° aprile 2003 e il 31 marzo 2004 (in prosieguo: il «periodo di riferimento»).

 Contesto normativo

 Diritto dell’Unione

 Regolamento n. 3950/92

3        Il sesto e l’ottavo considerando del regolamento n. 3950/92 enunciano quanto segue:

«considerando che il superamento di uno o l’altro dei quantitativi globali garantiti per lo Stato membro comporta il pagamento del prelievo da parte dei produttori che hanno contribuito al superamento; (…)

(…)

considerando che per evitare, come avvenuto in passato, lunghi ritardi nella riscossione e nel pagamento del prelievo, incompatibili con l’obiettivo del regime, occorre stabilire che l’acquirente, che risulta il più idoneo ad effettuare le operazioni necessarie, è assoggettato al prelievo e dargli i mezzi per assicurarne la riscossione presso i produttori che ne sono debitori».

4        L’articolo 1 di tale regolamento prevede quanto segue:

«A decorrere dal 1° aprile 2000 è istituito, per altri otto periodi consecutivi di dodici mesi, un prelievo supplementare a carico dei produttori di latte vaccino; tale prelievo si applica ai quantitativi di latte o di equivalente latte, consegnati ad un acquirente o venduti direttamente per il consumo nel corso del periodo di dodici mesi di cui trattasi, che superano un quantitativo da determinare.

(…)».

5        L’articolo 2 del citato regolamento dispone quanto segue:

«1.      Il prelievo si applica a tutti i quantitativi di latte o di equivalente latte, commercializzati nel periodo di dodici mesi in questione, che superano l’uno o l’altro dei quantitativi di cui all’articolo 3. Esso è ripartito tra i produttori che hanno contribuito al superamento.

A seconda della decisione dello Stato membro, il contributo dei produttori al pagamento del prelievo dovuto è stabilito, previa riassegnazione o meno dei quantitativi di riferimento inutilizzati, a livello dell’acquirente in base al superamento sussistente dopo la ripartizione, proporzionale ai quantitativi di riferimento a disposizione di ciascun produttore, dei quantitativi di riferimento inutilizzati oppure a livello nazionale in base al superamento del quantitativo di riferimento a disposizione di ciascun produttore.

2.      Per quanto riguarda le consegne, l’acquirente tenuto al pagamento del prelievo versa all’organismo competente dello Stato membro, prima di una data stabilita e secondo modalità da determinare, l’importo dovuto che trattiene sul prezzo del latte pagato ai produttori debitori del prelievo e che, in mancanza, riscuote con ogni mezzo appropriato.

(…)

Qualora i quantitativi consegnati da un produttore superino il quantitativo di riferimento a sua disposizione, l’acquirente è autorizzato a trattenere a titolo di anticipo sul prelievo dovuto, secondo modalità determinate dallo Stato membro, un importo del prezzo del latte su ogni consegna di tale produttore che supera il quantitativo di riferimento a sua disposizione.

3.      Per quanto riguarda le vendite dirette, il produttore paga il prelievo dovuto al competente organismo dello Stato membro entro
una data stabilita e secondo modalità da determinare

4.      Qualora il prelievo sia dovuto e l’importo riscosso sia superiore, lo Stato membro può destinare l’eccedenza riscossa al finanziamento delle misure di cui all’articolo 8, primo trattino e/o rimborsarlo ai produttori che rientrano in categorie prioritarie stabilite dallo Stato membro in base a criteri obiettivi da determinarsi o confrontati ad una situazione eccezionale risultante da una disposizione nazionale non avente alcun nesso con il presente regime».

 Regolamento n. 1392/2001

6        A termini del considerando 6 del regolamento n. 1392/2001:

«Ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento (CEE) n. 3950/92, spetta alla Commissione decidere in base a quali criteri categorie prioritarie di produttori potranno beneficiare di un rimborso del prelievo, qualora lo Stato membro abbia preferito non procedere, nel proprio territorio, ad una riassegnazione totale dei quantitativi inutilizzati. Soltanto nel caso in cui tali criteri non possano venir pienamente applicati in uno Stato membro, quest’ultimo può essere autorizzato a fissare altri criteri, previa consultazione della Commissione».

7        L’articolo 9 del regolamento n. 1392/2001 è così formulato:

«1.      Se del caso, gli Stati membri determinano le categorie prioritarie di produttori menzionate all’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento (CEE) n. 3950/92, fondandosi su uno o più dei seguenti criteri oggettivi elencati in ordine di priorità:

a)       il riconoscimento ufficiale, da parte dell’autorità competente dello Stato membro, che la totalità o una parte del prelievo è indebitamente riscossa;

b)      la situazione geografica dell’azienda e in primo luogo le zone di montagna (…)

c)      la densità massima degli animali nell’azienda, caratterizzante l’estensivazione della produzione zootecnica;

d)      l’entità del superamento del quantitativo di riferimento individuale;

e)      il quantitativo di riferimento di cui dispone il produttore.

2.      Qualora l’applicazione dei summenzionati criteri non esaurisca il finanziamento disponibile per un determinato periodo, vengono adottati altri criteri obiettivi stabiliti dallo Stato membro, previa consultazione della Commissione».

 Diritto italiano

8        A norma dell’articolo 5, commi 1 e 2, del decreto‑legge del 28 marzo 2003, n. 49, Riforma della normativa in tema di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, convertito, con modificazioni, nella legge del 30 maggio 2003, n. 119 (GURI n. 124 del 30 maggio 2003; in prosieguo: la «legge n. 119/2003»):

«1.      Entro il mese successivo a quello di riferimento, gli acquirenti trasmettono alle regioni e alle province autonome che li hanno riconosciuti i dati derivanti dall’aggiornamento del registro mensile tenuto ai sensi dell’articolo 14, paragrafo 2, del regolamento (…) n. 1392/2001, anche nel caso in cui non abbiano ritirato latte. Gli acquirenti devono trattenere il prelievo supplementare, calcolato in base al disposto dell’articolo 1 del regolamento (…) n. 3950/92, e successive modificazioni, relativo al latte consegnato in esubero rispetto al quantitativo individuale di riferimento assegnato ai singoli conferenti, tenendo conto delle variazioni intervenute in corso di periodo. (…)

2. Entro i successivi trenta giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 1, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 10, commi da 27 a 32, gli acquirenti provvedono al versamento degli importi trattenuti nell’apposito conto corrente acceso presso l’istituto tesoriere dell’AGEA (…)».

9        L’articolo 9 della legge n. 119/2003, relativo alla restituzione del prelievo pagato in eccesso, dispone quanto segue:

«1.      Al termine di ciascun periodo, l’AGEA:

a)      contabilizza le consegne di latte effettuate e il prelievo complessivamente versato dagli acquirenti a seguito degli adempimenti di cui all’articolo 5;

b)      esegue il calcolo del prelievo nazionale complessivamente dovuto all’Unione europea per esubero produttivo nelle consegne;

c)      calcola l’ammontare del prelievo versato in eccesso.

(…)

3.      L’importo di cui al comma 1, lettera c), decurtato dell’importo accantonato ai sensi del comma 2, viene ripartito tra i produttori titolari di quota che hanno versato il prelievo, secondo i seguenti criteri e nell’ordine:

a)      tra quelli per i quali tutto o parte del prelievo loro applicato risulti indebitamente riscosso o comunque non più dovuto;

b)      tra quelli titolari di aziende ubicate nelle zone di montagna (…)

c)      tra quelli titolari di aziende ubicate nelle zone svantaggiate (…)

c-bis)tra quelli che hanno subito, in base ad un provvedimento emesso dall’autorità sanitaria competente, il blocco della movimentazione degli animali, in aree interessate da malattie infettive diffuse, per almeno novanta giorni nel corso di un periodo di commercializzazione e che, per tale ragione, sono stati costretti a produrre un quantitativo superiore, fino ad un massimo del 20 per cento, rispetto a quello di riferimento assegnato. (…)

4.      Qualora dette restituzioni non esauriscano le disponibilità dell’importo di cui al comma 3, il residuo viene ripartito tra i produttori titolari di quota che hanno versato il prelievo, con esclusione di quelli che abbiano superato di oltre il 100 per cento il proprio quantitativo di riferimento individuale, secondo i seguenti criteri e nell’ordine (…)».

10      L’articolo 2, comma 3, del decreto‑legge del 24 giugno 2004, n. 157, Disposizioni urgenti per l’etichettatura di alcuni prodotti agroalimentari, nonché in materia di agricoltura e pesca (GURI, n. 147 del 25 giugno 2004; in prosieguo: il «decreto‑legge n. 157/2004»), prevede quanto segue:

«Ai sensi dell’articolo 9 [della legge n. 119/2003], il prelievo versato mensilmente in eccesso dai produttori in regola con i versamenti è restituito ai produttori medesimi. Al termine di tale operazione, qualora il restante totale delle imputazioni di prelievo da eseguire risulti superiore al prelievo dovuto all’Unione europea aumentato del 5 per cento, l’AGEA procede ad annullare il prelievo imputato in eccesso ai produttori che non hanno ancora eseguito i versamenti mensili, applicando i criteri di priorità previsti dai commi 3 e 4 del medesimo articolo 9, ferme restando le sanzioni di cui all’articolo 5, comma 5, del medesimo decreto‑legge».

 Procedimento principale e questioni pregiudiziali

11      Nel corso del periodo di riferimento, i ricorrenti nel procedimento principale non hanno rispettato la normativa italiana applicabile in quanto, da un lato, il primo acquirente non ha proceduto alla trattenuta e al versamento mensili del prelievo supplementare e, dall’altro, i produttori non hanno pertanto adempiuto il loro obbligo di versamento ai sensi dell’articolo 9, comma 3, della legge n. 119/2003 e dell’articolo 2, comma 3, del decreto‑legge n. 157/2004.

12      Il 28 luglio 2004, l’AGEA ha trasmesso al primo acquirente una comunicazione relativa alle quote latte e al prelievo supplementare per il periodo di riferimento.

13      In tale comunicazione veniva tra l’altro precisato che l’AGEA aveva applicato l’articolo 2, comma 3, del decreto‑legge n. 157/2004, secondo cui il prelievo versato mensilmente in eccesso dai produttori in regola con i versamenti è restituito ai produttori medesimi e, qualora al termine di tale operazione il restante totale delle imputazioni di prelievo da eseguire risulti superiore al prelievo dovuto all’Unione aumentato del 5%, l’AGEA non procede alla richiesta di versamento del prelievo imputato in eccesso ai produttori che non abbiano ancora eseguito i versamenti mensili, applicando i criteri di priorità previsti dai commi 3 e 4 del medesimo articolo 9 della legge n. 119/2003.

14      In allegato a tale comunicazione, l’AGEA aveva accluso una scheda recante l’indicazione, per il periodo di riferimento e per ciascun produttore, degli importi del prelievo già versati e confermati, nonché gli importi da restituire, calcolati ai sensi dell’articolo 9, commi 3 e 4, della legge n. 119/2003. L’AGEA precisava, inoltre, che l’impresa acquirente era tenuta al pagamento in favore dei produttori interessati delle somme restituite e a versare, in qualità di sostituto dei produttori, le somme richieste e indicate nella suddetta scheda.

15      Con ricorso proposto dinanzi al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio (Italia), i ricorrenti nel procedimento principale hanno chiesto l’annullamento della comunicazione in discorso sostenendo, segnatamente, che l’obbligo della trattenuta mensile posto a carico dell’acquirente, ai sensi dell’articolo 5, comma 1, della legge n. 119/2003, e il criterio di priorità nella ripartizione del prelievo imputato in eccesso, a favore dei produttori in regola con i versamenti e che è previsto dall’articolo 9, comma 3, della legge n. 119/2003 nonché dall’articolo 2, comma 3, del decreto‑legge n. 157/2004, sono in contrasto con l’articolo 2, paragrafo 2, terzo comma, e paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92.

16      Il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio ha respinto il ricorso.

17      Adito in appello dai ricorrenti nel procedimento principale, il giudice del rinvio, con sentenza non definitiva pronunciata l’11 dicembre 2017, ha giudicato parzialmente fondate le censure formulate in appello dichiarando, in particolare, che l’obbligo previsto dall’articolo 5, comma 1, della legge n. 119/2003 non potrebbe essere applicato con riferimento ai mesi da gennaio a marzo 2004, a causa della sua incompatibilità con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92.

18      Tuttavia, il giudice del rinvio s’interroga sulle conseguenze di tale accertamento dell’incompatibilità tra la normativa nazionale e il diritto dell’Unione sui diritti e sugli obblighi dei produttori che non si siano conformati a tale normativa nazionale.

19      In tali circostanze, il Consiglio di Stato (Italia) ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1)       Se, in una situazione come quella descritta e che costituisce oggetto del giudizio principale, il diritto dell’Unione europea debba essere interpretato nel senso che il contrasto di una disposizione legislativa di uno Stato membro con l’articolo 2, paragrafo 2, comma 3, del regolamento [n. 3950/92] comporti, quale conseguenza, l’insussistenza dell’obbligazione dei produttori di corrispondere il prelievo supplementare al ricorso delle condizioni stabilite dal medesimo [r]egolamento.

2)      Se, in una situazione come quella descritta e che costituisce oggetto del giudizio principale, il diritto dell’Unione europea e, in particolare il principio generale di tutela dell’affidamento, debba essere interpretato nel senso che non possa essere tutelato l’affidamento di soggetti che abbiano rispettato un obbligo previsto da uno Stato membro e che abbiano beneficiato degli effetti connessi al rispetto di detto obbligo, ancorché tale obbligo sia risultato contrario al diritto dell’Unione europea.

3)      Se, in una situazione come quella descritta e che costituisce oggetto del giudizio principale, l’articolo 9 del regolamento [n. 1392/2001] e la nozione [di diritto dell’Unione] di “categoria prioritaria” ostino a una disposizione di uno Stato membro, come l’articolo 2, comma 3, del decreto‑legge n. 157/2004 approvato dalla Repubblica Italiana, che stabilisca modalità differenziate di restituzione del prelievo supplementare imputato in eccesso, distinguendo, ai fini delle tempistiche e delle modalità di restituzione, i produttori che abbiano fatto affidamento sul doveroso rispetto di una disposizione nazionale risultata in contrasto con il diritto dell’Unione dai produttori che tale disposizione non abbiano rispettato».

 Sulle questioni pregiudiziali

 Sulla prima questione

20      Con la sua prima questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se l’articolo 2 del regolamento n. 3950/92 debba essere interpretato nel senso che l’accertamento dell’incompatibilità con tale disposizione della normativa nazionale, disciplinante le modalità di riscossione del prelievo supplementare da parte dell’acquirente presso i produttori, implichi che i produttori soggetti a tale normativa non siano più debitori di tale prelievo.

21      Al riguardo occorre ricordare che la procedura di riscossione del prelievo supplementare istituita dal regolamento n. 3950/92 si fonda sulla distinzione tra le vendite dirette di latte al consumo e le consegne di latte fatte ad un acquirente (v., in tal senso, sentenza del 15 gennaio 2004, Penycoed, C‑230/01, EU:C:2004:20, punto 28).

22      Infatti, nell’ipotesi di vendite dirette, il produttore deve pagare il prelievo dovuto direttamente all’organismo competente dello Stato membro, conformemente all’articolo 2, paragrafo 3, del regolamento in parola (v., in tal senso, sentenza del 15 gennaio 2004, Penycoed, C‑230/01, EU:C:2004:20, punto 29).

23      Per contro, per quanto riguarda le consegne, spetta all’acquirente che, come risulta dall’ottavo considerando di detto regolamento, è il più idoneo a garantire la riscossione del prelievo presso i produttori, pagare tale prelievo al summenzionato organismo (v., in tal senso, sentenza del 15 gennaio 2004, Penycoed, C‑230/01, EU:C:2004:20, punto 29).

24      A tal fine, dall’articolo 2, paragrafo 2, primo e terzo comma, dello stesso regolamento risulta che l’acquirente ha la facoltà di trattenere sul prezzo del latte pagato al produttore l’importo dovuto da quest’ultimo a titolo di prelievo supplementare e che, qualora non si avvalga di tale facoltà, egli può riscuotere detto importo con ogni mezzo appropriato (v., in tal senso, sentenza del 29 aprile 1999, Consorzio Caseifici dell’Altopiano di Asiago, C‑288/97, EU:C:1999:214, punto 32).

25      Ciò premesso, indipendentemente da tali norme specifiche, relative alle modalità di riscossione del prelievo da parte dell’acquirente presso i produttori, il produttore rimane comunque debitore di detto prelievo.

26      Difatti, l’articolo 2, paragrafo 1, del regolamento n. 3950/92 prevede che il prelievo supplementare stabilito dall’articolo 1 del medesimo regolamento sia ripartito tra i produttori che hanno contribuito al superamento dei quantitativi di riferimento. Parimenti, il sesto considerando di tale regolamento precisa che il superamento dell’uno o dell’altro dei quantitativi globali comporta il pagamento del prelievo da parte di detti produttori.

27      Dal citato articolo 2, paragrafo 1, in combinato disposto con l’ottavo considerando del suddetto regolamento, risulta che è il produttore ad essere debitore del prelievo dovuto sull’intero quantitativo di latte commercializzato, nella misura in cui questo superi il quantitativo di riferimento attribuito per la vendita diretta, oppure quello attribuito per la consegna (v., in tal senso, sentenza del 29 aprile 1999, Consorzio Caseifici dell’Altopiano di Asiago, C‑288/97, EU:C:1999:214, punto 19).

28      Tale imputazione del prelievo al produttore è peraltro intrinsecamente connessa alla finalità del prelievo supplementare, consistente nell’obbligare i produttori di latte a rispettare i quantitativi di riferimento ad essi attribuiti (v., in tal senso, sentenze del 25 marzo 2004, Cooperativa Lattepiù e a., C‑231/00, C‑303/00 e C‑451/00, EU:C:2004:178, punto 75, nonché del 24 gennaio 2018, Commissione/Italia, C‑433/15, EU:C:2018:31, punto 62).

29      Pertanto, anche se, per quanto riguarda le consegne, l’acquirente è tenuto al pagamento del prelievo, resta il fatto che, tanto in tale fattispecie quanto in quella delle vendite dirette, il prelievo è a carico dei produttori e, in determinate condizioni, può essere inoltre recuperato direttamente presso questi ultimi (v., in tal senso, sentenza del 15 gennaio 2004, Penycoed, C‑230/01, EU:C:2004:20, punti 29, 38 e 39).

30      Ne consegue che l’incompatibilità, rilevata dal giudice del rinvio, con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92 della normativa nazionale che disciplina le modalità di riscossione del prelievo supplementare da parte dell’acquirente presso i produttori non può liberare questi ultimi dall’onere del prelievo in questione che è loro imposto, in ogni caso, dall’articolo 2, paragrafo 1, di tale regolamento.

31      Al contrario, come rilevato dall’avvocato generale al paragrafo 50 delle sue conclusioni, la summenzionata incompatibilità implica soltanto che la normativa nazionale di cui trattasi dev’essere disapplicata e che l’acquirente deve poter riscuotere gli importi dai produttori «con ogni mezzo appropriato», conformemente all’articolo 2, paragrafo 2, primo comma, di detto regolamento.

32      Di conseguenza, occorre rispondere alla prima questione dichiarando che l’articolo 2 del regolamento n. 3950/92 deve essere interpretato nel senso che l’accertamento dell’incompatibilità con tale disposizione della normativa nazionale, disciplinante le modalità di riscossione del prelievo supplementare da parte dell’acquirente presso i produttori, non implica che i produttori soggetti a detta normativa non siano più debitori di tale prelievo.

 Sulla terza questione

33      Con la sua terza questione, che occorre esaminare in secondo luogo, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se l’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92, in combinato disposto con l’articolo 9 del regolamento n. 1392/2001, debba essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede che il rimborso dell’eccedenza del prelievo supplementare debba favorire, in via prioritaria, i produttori che, in applicazione di una disposizione di diritto nazionale incompatibile con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92, abbiano adempiuto il loro obbligo di versamento mensile.

34      Dall’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92 risulta che, qualora il prelievo sia dovuto e l’importo riscosso sia superiore, lo Stato membro può decidere di rimborsare l’eccedenza riscossa ai produttori che rientrano in categorie prioritarie stabilite dallo Stato membro in base a criteri obiettivi da determinarsi, o confrontati ad una situazione eccezionale risultante da una disposizione nazionale non avente alcun nesso con il regime di prelievo supplementare nel settore lattiero.

35      Le condizioni di applicazione della disposizione citata sono precisate dall’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento n. 1392/2001, che prevede che, se del caso, gli Stati membri determinino le categorie prioritarie menzionate all’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92, fondandosi su uno o più dei cinque criteri oggettivi elencati in ordine di priorità da detta disposizione.

36      Inoltre, l’articolo 9, paragrafo 2, del regolamento n. 1392/2001 dispone che, qualora l’applicazione dei summenzionati criteri non esaurisca il finanziamento disponibile, vengano adottati altri criteri obiettivi stabiliti dallo Stato membro, previa consultazione della Commissione

37      Il considerando 6 di tale regolamento, inoltre, precisa che soltanto nel caso in cui i criteri enunciati all’articolo 9, paragrafo 1, di detto regolamento non possano venir pienamente applicati in uno Stato membro, quest’ultimo può essere autorizzato a fissare altri criteri.

38      Ne consegue che, come rilevato dall’avvocato generale al paragrafo 71 delle sue conclusioni, i criteri di cui all’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento n. 1392/2001 sono tassativi e che gli Stati membri possono aggiungere criteri supplementari solo nel caso in cui l’applicazione di tali criteri, in ordine di priorità, non esaurisca il finanziamento disponibile per un dato periodo.

39      Orbene, nessuno dei criteri elencati all’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento n. 1392/2001 menziona il rispetto di un obbligo di versamento mensile da parte del produttore interessato.

40      Di conseguenza, uno Stato membro non può validamente procedere al rimborso dell’eccedenza rimborsando in via prioritaria i produttori che abbiano adempiuto tale obbligo.

41      Infatti, una simile prassi equivarrebbe a elevare i produttori in regola con il proprio obbligo di versamento mensile collocandoli in una categoria prioritaria, ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92, sulla base di un criterio applicato in sostituzione di quelli previsti dall’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento n. 1392/2001 e senza che abbia potuto essere validamente adottato un criterio supplementare in applicazione dell’articolo 9, paragrafo 2, di tale regolamento.

42      In una situazione del genere, a un produttore che appartenga a una categoria prioritaria in applicazione di uno dei criteri stabiliti dall’articolo 9, paragrafo 1, di detto regolamento, senza tuttavia aver adempiuto l’obbligo di versamento mensile, potrebbe essere concessa una riduzione del prelievo dovuto solo dopo il rimborso dei produttori in regola con tale obbligo, e ciò ammesso che sussistano fondi ancora disponibili dopo il rimborso di questi ultimi.

43      Inoltre, come in sostanza fatto valere dalla Commissione, il versamento del prelievo, direttamente o tramite l’acquirente debitore, certamente costituisce, in linea di principio, una premessa logica al rimborso dell’eccedenza riscossa. Tuttavia, una normativa nazionale come quella di cui trattasi nel procedimento principale non si limita a richiedere un siffatto versamento, ma stabilisce un ordine di priorità nel rimborso fondato altresì sul rispetto di una normativa nazionale disciplinante le modalità di riscossione del prelievo incompatibile con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92.

44      Del resto, come rilevato dall’avvocato generale al paragrafo 75 delle sue conclusioni, i produttori in regola con il proprio obbligo di versamento mensile non possono essere considerati, per ciò solo, confrontati ad una situazione eccezionale risultante da una disposizione nazionale non avente alcun nesso con il regime di prelievo supplementare nel settore lattiero ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92.

45      Alla luce di tutte le considerazioni che precedono, occorre rispondere alla terza questione dichiarando che l’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92, in combinato disposto con l’articolo 9 del regolamento n. 1392/2001, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede che il rimborso dell’eccedenza del prelievo supplementare debba favorire, in via prioritaria, i produttori che, in applicazione di una disposizione di diritto nazionale incompatibile con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92, abbiano adempiuto il loro obbligo di versamento mensile.

 Sulla seconda questione

46      Con la sua seconda questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se il principio della tutela del legittimo affidamento debba essere interpretato nel senso che esso osta a che, in una situazione come quella di cui trattasi nel procedimento principale, sia ricalcolato l’importo del prelievo supplementare dovuto dai produttori che non hanno adempiuto l’obbligo, previsto dalla normativa nazionale applicabile, di versare su base mensile tale prelievo.

47      Dalla decisione di rinvio risulta che, con tale questione, il giudice del rinvio si interroga sulla tutela del legittimo affidamento che occorre riconoscere ai produttori in regola con l’obbligo di versamento, su base mensile, del prelievo supplementare. In tale prospettiva, esso desidera individuare le conseguenze che debbano eventualmente trarsi, per la controversia oggetto del procedimento principale, dalla circostanza che il fatto di mettere in discussione le norme che stabiliscono l’ordine di pagamento ai fini del rimborso dell’eccedenza del prelievo supplementare implicherebbe, in definitiva, il recupero della totalità o di parte dei rimborsi di cui hanno beneficiato tali produttori.

48      A tale riguardo, e a prescindere dalla questione se i produttori in regola con l’obbligo di versamento mensile possano invocare il principio della tutela del legittimo affidamento al fine di contestare un eventuale recupero del rimborso del prelievo di cui hanno beneficiato, si deve constatare che, in ogni caso, in una situazione come quella di cui al procedimento principale, tale principio non può avere l’effetto di autorizzare le autorità italiane competenti a non correggere le decisioni incompatibili con il diritto dell’Unione da esse adottate, rifiutando di procedere ad una nuova valutazione dei diritti dei produttori che non abbiano adempiuto tale obbligo.

49      Poiché dalla risposta fornita alla terza questione emerge che il trattamento sfavorevole subito da tali produttori si fonda sull’applicazione, da parte della Repubblica italiana, di un criterio aggiunto ai criteri oggettivi elencati, in modo tassativo, all’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento n. 1392/2001, senza che esso possa manifestamente corrispondere al caso previsto dall’articolo 9, paragrafo 2, di tale regolamento, alle suddette autorità spetta, al contrario, ricalcolare l’importo del prelievo supplementare dovuto da detti produttori disapplicando le disposizioni nazionali incompatibili con i regolamenti nn. 3950/92 e 1392/2001.

50      Alla luce delle considerazioni che precedono, occorre rispondere alla seconda questione dichiarando che il principio della tutela del legittimo affidamento deve essere interpretato nel senso che esso non osta a che, in una situazione come quella di cui trattasi nel procedimento principale, sia ricalcolato l’importo del prelievo supplementare dovuto dai produttori che non hanno adempiuto l’obbligo, previsto dalla normativa nazionale applicabile, di versare su base mensile tale prelievo.

 Sulle spese

51      Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

Per questi motivi, la Corte (Seconda Sezione) dichiara:

1)      L’articolo 2 del regolamento (CEE) n. 3950/92 del Consiglio, del 28 dicembre 1992, che istituisce un prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, come modificato dal regolamento (CE) n. 1256/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, deve essere interpretato nel senso che l’accertamento dell’incompatibilità con tale disposizione della normativa nazionale, disciplinante le modalità di riscossione del prelievo supplementare da parte dell’acquirente presso i produttori, non implica che i produttori soggetti a detta normativa non siano più debitori di tale prelievo.

2)      L’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento n. 3950/92, come modificato dal regolamento n. 1256/1999, in combinato disposto con l’articolo 9 del regolamento (CE) n. 1392/2001 della Commissione, del 9 luglio 2001, recante modalità d’applicazione del regolamento n. 3950/92, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede che il rimborso dell’eccedenza del prelievo supplementare debba favorire, in via prioritaria, i produttori che, in applicazione di una disposizione di diritto nazionale incompatibile con l’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento n. 3950/92, come modificato dal regolamento n. 1256/1999, abbiano adempiuto il loro obbligo di versamento mensile.

3)      Il principio della tutela del legittimo affidamento deve essere interpretato nel senso che esso non osta a che, in una situazione come quella di cui trattasi nel procedimento principale, sia ricalcolato l’importo del prelievo supplementare dovuto dai produttori che non hanno adempiuto l’obbligo, previsto dalla normativa nazionale applicabile, di versare su base mensile tale prelievo.

Arabadjiev

Bay Larsen

Vajda

Così deciso e pronunciato a Lussemburgo l’11 settembre 2019.

Il cancelliere

Il presidente della Seconda Sezione

A. Calot Escobar

A. Arabadjiev

QUOTE LATTE, PROROGA SOSPENSIONE RISCOSSIONE COATTIVA, ATTI ESECUTIVI E COMPENSAZIONE. ECCO DECRETO CDM

Novità importanti per i 4256 soggetti debitori con importi esigibili delle quote latte per un pacchetto di circa 880 milioni di euro.

Da quanto apprende e AGRICOLAE nel Preconsiglio del CDM di oggi sarà presentato il decreto-legge emergenze per fare fronte al caos sulle quote latte che si è registrato a seguito dell’ultima sentenza che mette in discussione i parametri dello stesso sistema.

Decreto legge nasce dall’esigenza di affrontare i mutamenti del quadro giudiziario di portata tale da pregiudicare il piano di azione attuativo della sentenza della corte di giustizia del 24 gennaio 2018 inoltrato alla commissione europea con la nota 630 del 29 marzo 2019 in corso di condivisione e approvazione da parte della stessa commissione.

Ultime novità che potrebbero dare luogo a controversie interpretazione della sentenza corte di giustizia dell’Unione Europea del 27 giugno 2019 in merito alla riscossione degli importi dovuti e relativamente al prelievo supplementare per le cosiddette quote latte.

Per questo motivo il decreto-legge cosiddetto emergenze sulle quote latte prevede il differimento al 31 dicembre 2019 del termine di sospensione del 15 luglio 2019 introdotto dal decreto-legge del 10 febbraio 2009 inerente le procedure di riscossione quatti Iva degli importi dovuti relativi al prelievo supplementare latte e i relativi termini di prescrizione e di impugnazione e opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi.

Previsto anche il differimento del termine di sospensione venga applicato anche alle procedure di recupero dei prelievo e a quelle di irrogazione delle sanzioni.

Infine il differimento opera anche per le procedure di riscossione coattive per compensazione poste in essere dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano sia per quanto concerne le procedure di recupero del prelievo sia quelle relative all’irrogazione delle sanzioni applicandosi anche ai termini di prescrizione e ai termini di impugnazione e di opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi.

Sarà poi la commissione ministeriale di verifica sulla questione latte – istituita con decreto ministeriale il 13 giugno del 2019 – quello di relazionare in merito alla documentazione istruttoria esaminata dall’autorità giudiziaria e alle conclusioni cui è pervenuto il magistrato e ad ogni altro dato utile per l’accertamento per tutti i periodi lattiero caseari che vanno dal 1995/1996 al 2014/2015.

AGRICOLAE pubblica di seguito in formato PDF il testo del provvedimento:

decreto-legge emergenze




POLVERINI AL MIPAAFT DA BELLANOVA. IN CORSO CAMPAGNA ACQUISTI ITALIA VIVA. VIDEO

Mentre è in corso al ministero delle Politiche agricole la riunione di filiera sulla Xylella – dopo l’intervento del ministro – tra gli operatori interessati, Renata Polverini entra al Mipaaft per incontrare Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia Viva.

È in corso proprio in questi giorni la campagna acquisti da parte dei renziani nei confronti dei parlamentari Pd e Forza Italia.

In vista della Leopolda nel corso della quale presumibilmente verrà presentata una lista ‘estesa’ dei nuovi iscritti.




BELLANOVA SALTA CDM PER TENERE FEDE A IMPEGNI E INCONTRARE ASSOCIAZIONI. MA GOVERNO DELLA GREEN ECONOMY INVESTE SOLO 2 NOMINE SU 42 PER MIPAAFT E MATTM

Prima l’agricoltura della politica? Da quanto apprende AGRICOLAE Teresa Bellanova ha ‘saltato’ il consiglio dei ministri del governo giallorosso deputato alla nomina dei sottosegretari per tenere fede alla promessa fatta alle associazioni di categoria con le quali aveva stabilito un incontro nella mattinata di oggi per parlare delle emergenze del settore.

Il Consiglio dei ministri infatti era inizialmente previsto alle 15.00, spostato poi alle 9.30 sovrapponendosi all’incontro stabilito al Mipaaft.

Ma Governo giallo rosso, che secondo le parole di Giuseppe Conte doveva essere improntato sulla Green Economy, l’economia circolare e sostenibile, sembra investire poco proprio sui due ministeri competenti: su 42 sottosegretari e viceministri, solo uno all’Agricoltura (Giuseppe L’Abbate) e uno all’Ambiente (Roberto Morassut).

Che perdono, rispetto alla consuetudine degli ultimi anni, un sottosegretario ciascuno.




MIPAAFT ALLA PUGLIA. UN SOLO SOTTOSEGRETARIO: L’ABBATE IN QUOTA M5S. NIENTE DA PD E LEU. LA LISTA COMPLETA

Il ministero dell’agricoltura alla Puglia. Come anticipato da AGRICOLAE il sottosegretario al Mipaaft è Giuseppe L’Abbate in quota M5s. La scelta sarebbe ricaduta al fine di monitorare l’azione del ministro in quota PD su emergenze primarie come quella della Xylella. Un solo sottosegretario alle Politiche agricole. Dopo un cambiamento racambolesco fino a tarda sera, Susanna Cenni  uscita.

Qui la lista completa dei sottosegretari:

Mario Turco (M5s) alla programmazione economica e investimenti e Andrea Martella (Pd) all’Editoria sono i due nuovi sottosegretari alla presidenza del Consiglio. Non risulta assegnata la delega ai Servizi, che dovrebbe tenere il premier Giuseppe Conte. Ai Rapporti con il Parlamento andranno Simona Malpezzi (Pd) e Gianluca Castaldi (M5s). Agli Affari europei Laura Agea (M5s). Agli Esteri, con i viceministri Marina Sereni (Pd) e Emanuela Del Re (M5s), ci saranno da sottosegretari Ivan Scalfarotto (Pd), Manlio Di Stefano (M5s), Riccardo Merlo (Maie). All’Interno con Matteo Mauri (Pd) e Vito Crimi (M5s), Achille Variati (Pd) e Carlo Sibilia (M5s). Alla Giustizia Vittorio Ferraresi (M5s) e Andrea Giorgis (Pd). Alla Difesa Angelo Tofalo (M5s) e Giulio Calvisi (Pd). All’Economia, con i viceministri Antonio Misiani e Laura Castelli andranno Pierpaolo Baretta (Pd), Alessio Villarosa (M5s) e Cecilia Guerra (Leu). Al Mise sarà viceministro Stefano Buffagni e sottosegretari Alessandra Todde (M5s), Mirella Liuzzi (M5s), Gianpaolo Manzella (Pd), Alessia Morani (Pd). Alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate (M5s). All’Ambiente Roberto Morassut (Pd), alle Infrastrutture da viceministro Giancarlo Cancelleri (M5s) e da sottosegretari Roberto Traversi (M5s) e Salvatore Margiotta (Pd). Al lavoro Stanislao Di Piazza (M5s) e Francesca Puglisi (Pd). All’Istruzione Lucia Azzolina (M5s) e Anna Ascani (viceministro Pd). Giuseppe De Cristofaro (Leu). Alla Cultura Anna Laura Orrico (M5s) e Lorenza Bonaccorsi (Pd). Alla salute viceministro M5s Pierpaolo Sileri e sottosegretario Pd Sandra Zampa.

Era già stato scritto:

MIPAAFT. CENNI SOTTOSEGRETARIO PD. NODO M5S SU PASSARI O L’ABBATE PER “MONITORARE” SU XYLELLA E CETA

Il Partito Democratico sembrerebbe abbia individuato Susanna Cenni come sottosegretario all’Agricoltura. La deputata membro della Comagri Camera in quota Pd dovrebbe affiancare il ministro Bellanova al Mipaaft.

Nodo da sciogliere invece ancora per il Movimento Cinque Stelle. Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che Luigi Di Maio in persona abbia indicato Mariella Passari, dirigente dell’assessorato all’Agricoltura della regione Campania. Ma la scelta potrebbe ricadere su Giuseppe L’Abbate, pugliese come la ministra, per una questione di quote rosa in eccesso e per contrastare/monitorare l’azione del ministro Bellanova su alcuni temi cari ai Cinque Stelle. Xylella e Ceta in primis.

Dal Senato si pesca poco per non compromettere nulla in caso di votazioni difficili.




MIPAAFT, NODI SOTTOSEGRETARI M5S ANCORA DA SCIOGLIERE. ECCO I 5 NOMI, 4 POLITICI E UN TECNICO

Da quanto apprende a AGRICOLAE la partita M5S sui sottosegretari Mipaaft non sarebbe ancora chiusa definitivamente perché alcuni nodi sarebbero ancora da sciogliere. E AGRICOLAE è in grado di anticipare i cinque nomi su cui sta lavorando. Quattro politici e un tecnico: Chiara Gagnarli, Paolo Parentela, Giuseppe L’Abbate, Elena Fattori e Raffaele Nalli (tecnico).




AGEA, MIPAAFT LAVORA AD ANNULLAMENTO DECRETO NOMINA DG. PAGLIARDINI RESTA ALTRI 2 MESI. COMACCHIO AL CREA

Da quanto apprende AGRICOLAE da fonti ministeriali sembrerebbe che il neo ministro Mipaaft Teresa Bellanova abbia intenzione di annullare il decreto di nomina di Andrea Comacchio a direttore generale Agea. In questo caso, si procede alla proroga dell’attuale direttore in carica Gabriele Papa Pagliardini per i sessanta giorni previsti dalla norma per poi procedere al nuovo bando di selezione.

E chiudere i contenziosi in corso sul nascere.

La nomina in corner fatta dal ministro uscente Gian Marco Centinaio aveva provocato una levata di scudi da parte del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle.

Sempre da quanto apprende AGRICOLAE Comacchio dovrebbe passare al Crea in attesa che si liberi il posto da commissario il cui contratto scade il 18 ottobre.




BELLANOVA, GIANSANTI: BENE APERTURA A RICERCA SENZA PRECONCETTI. OGM SUPERATI, PUNTARE SU NEW HYBRID TECHNICS.. CETA ACCORDO VALIDO, VALUTARE SU MERCATO GLOBALE

“Bene che il ministro Bellanova abbia detto che l’agricoltura deve guardare al futuro e questo non si puo fare senza la ricerca. Il fatto di aprire al dialogo è già un fatto positivo dato che è sempre stata la ricerca a rendere più competitiva l’agricoltura del futuro”. Così ad AGRICOLAE il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in merito all’intenzione del neo minsitro delle Politiche agricole Teresa bellanova di aprire un tavolo sugli Ogm. “Bene l’apertiura alla scienza senza preconcetti”, aggiunge Giansanti. “Gli ogm sono già superati, bisogna ora guardare il dossier sulle new hybrid technics”.

Sul Ceta – che secondo il ministro “è un accordo in vigore”, il presidente Confagricoltura spiega: “continuo a dire che gli accordi vanno valutati in un ottica di medio e breve periodo. Per Confagricoltura rimane un buon accordo. Garantisce ampie tutele per i prodotti del made in Italy. C’è da tener conto di una crisi generale dovuta alle guerre commerciali in atto. Se l’export di alcuni prodotti è diminuito dipende da questo. Molti prodotti del made in Italy probabilemente sono stati venduti negli Usa per anticipare l’entrata in vigore dei dazi”, insiste. “Occorre valutare tutto in uno scenario globale evitando di fare valutazioni parziali mercato per mercato”, conclude.

 




GOVERNO, ECCO LA FORMAZIONE SOTTOSEGRETARI, GABINETTI E SEGRETERIE. E GLI INCERTI

Mentre alle Camere si discute la fiducia, si lavora al completamento della squadra di governo.

AGRICOLAE è in grado di anticiparne – sebbene non completamente – la formazione. incluse le segreterie tecniche, i capo di gabinetti e altro:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Giuseppe Conte premier; E.Carelli o V.Crimi sottosegretari M5s (Editoria); A.Martella o W.Verini (Editoria), R.Morassut (delega Roma Capitale); R.Chieppa sottosegretario con delega attuazione del programma servizi Segreti; Alessandro Goracci segretario generale; Ermanno Di Francisco capo legislativo; Andrea Benvenuti segreteria tecnica. Sebbene sembrerebbe che Morassut vada al Mit.

SOTTOSEGRETARIO PCM

Riccardo Fraccaro M5S; Alberto Tabacchi capo di gabinetto

MIPAAFT

Teresa Bellanova ministro PD; L’Abbate sottosegretario; Cenni sottosegretario (in forse); Fiorentino capo di gabinetto (sembrerebbe che resti dal precedente governo); Andrea Battiston vice capo di gabinetto; Alessia Fragassi caposegreteria o da definire.

MISE

Stefano Patuanelli ministro M5S; E.Carelli o S.Buffagni, G.Lupo, L.Castelli o C.Ruocco sottosegretari M5S; G.Benamati; L.Marattin, S.Margiotta, A.Giacomelli, M. Del Barba, A.martella o G.Manzella sottosegretari Pd; Vito Cozzoli capo di gabinetto; Enrico Esposito capo legislativo;

BENI CULTURALI E TURISMO

Dario Franceschini ministro PD; F.D’Uva sottosegretario; L.Bonaccorsi o L.Casini se non fa il capo di gabinetto); Salvatore Nastasi segretario generale.

AMBIENTE

Sergio Costa ministro M5S; C.Braga o A.Martella sottosegretario; R.Muroni sottosegretario; Pier Luigi Petrillo capo di gabinetto; Amedeo Speranza capo ufficio legislativo; Tullio Berlenghi capo segreteria tecnica.

AFFARI EUROPEI

Enzo Amendola ministro PD; G.P. Manzella sottosegretario;

AFFARI REGIONALI

Francesco Boccia ministro PD; F. Gaudiani M5S sottosegretario;  Francesco Rana capo di gabinetto

INNOVAZIONE

Paola Pisano ministro M5S; L.Carabetta o F.Nogarin o G.Lupo o E.Dessi sottosegretario;

ECONOMIA

Roberto Gualtieri ministro PD; S.Buffagni con possibile delega partecipate) o L.Castelli sottosegretari M5S; A.Misiani o C.De Vincenti sottosegretari PD; L.Carbone o L.Fiorentino o A.Stancarelli capo di gabinetto; Federico Giammusso alla segreteria tecnica; Ignazio Vacca capo segreteria particolare con Giorgio Fano per l’agenda del ministro.

INFRASTRUTTURE

Paola De Micheli ministro PD; S.Buffagni, F.Nogarin, G.Lupo, E.Desi sottosegretari M5S; S.Margiotta, L.D’Alfonso sottosegretari PD o A. Ferrari PD; Alessandra Dal Verme capo di gabinetto; Mario Capolupo capo legislativo; M.Cesare, Calise o Sichel alla segreteria tecnica.

GIUSTIZIA

Alfonso Bonafede, ministro M5S; V.Ferraresi sottosegretario M5S; W.Verini, G.Migliore, S.Margiotta in quota Pd; Fulvio Baldi capo di gabinetto; Mauro Vitiello capo legislativo; Tommaso Salvadori alla segreteria tecnica

INTERNI

Luciana Lamorgese ministro, C.Sibilia o V.Baldino o N.Morra sottosegretari in quota M5S; E.Fiano o F.Mirabelli in quota PD;

DIFESA

Lorenzo Guerini ministro PD; F Castiello M5S

LAVORO

Nunzia Catalfo ministro M5S; L.Bobba sottosegretario in quota PD;

PARI OPPORTUNITA

Elena Bonetti ministro M5S; da definire

ISTRUZIONE

Lorenzo Fioramonti ministro M5S; L.Azzolina sottosegretario M5S; S.Malpezzi o A.Ascani sottosegretari Pd; R.Battiston sottosegretario o F. Verducci sempre sottosegretario;

ESTERI

Luigi Di Maio ministro M5S; M.Di Stefano sottosegretario M5S; L.Quartapelle o M.Sereni sottosegretari in quota Pd; Ettore Sequi capo di gabinetto;

SPORT

Vincenzo Spadafora ministro M5S; da definire

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Fabiana Dadone ministro M5S; U.Grassi sottosegretario M5S; A.Ascani sottosegretario PD; Guido Carpani capo di gabinetto.

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Federico D’Incà ministro M5S; G.Brescia sottosegretario M5S; Marco Caputo capo di gabinetto;

SALUTE

Roberto Speranza ministro Leu; P.Sileri o G.Trizzino sottosegretari M5S; M.Sereni sottosegretario Pd; Goffredo Zaccardi capo di gabinetto; Federica Zaino segreteria tecnica.

SUD E COESIONE

Giuseppe Provenzano ministro PD; B.Lezzi sottosegretario M5S; Laura Cremolini portavoce; Raffaele La Regina segreteria




MIPAAFT, CENTINAIO: PER I PASSAGGI DELLE CONSEGNE CI SONO I TECNICI. BELLANOVA HA TUTTI GLI STRUMENTI. IO NON LI HO FATTI CON MARTINA

“Non faccio passaggi di consegne. Ci sono il capo di gabinetto; i capi dipartimento; i direttori generali. I passaggi di consegne sono passaggi tecnici pertanto il nuovo ministro ha tutti gli strumenti per sapere cosa è stato fatto e cosa c’è da fare”. Lo fa sapere ad AGRICOLAE Gian Marco Centinaio in merito alle dichiarazioni del neo ministro Teresa Bellanova che ha dichiarato di aver “cercato il ministro Centinaio ma ha negato uno scambio di opinioni e un passaggio di consegne”. “Personalmente prosegue l’ex ministro –  non ho avuto bisogno di un passaggio di consegne dall’ex Ministro Martina perché, grazie alla struttura, siamo riusciti a far fronte a tutti i dossier insieme ai tecnici che, insieme a me, hanno affrontato questi mesi”.




BELLANOVA: XYLELLA DEVASTANTE IN PUGLIA. CONTINUITA A QUANTO DI BUONO FATTO DA CENTINAIO CHE HA RIFIUTATO PASSAGGIO CONSEGNE. LAVOREREMO SU SINTESI CETA, IMPORTANTE PER MADE IN ITALY. POI TAVOLO OGM CON IMPRENDITORI

“Grande rispetto per De Benedetti e per tutti gli imprenditori come per tutte le persone che si impegnano per migliorare le condizioni di questo paese ma io voterò la fiducia al governo e non perché ne faccio parte. Ma perché quanto accaduto in questo ultimo anno e mezzo scuote le coscienze democratiche”. Così a Radio24 ore il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova in merito alle dichiarazioni del tesserato numero Uno del Partito Democratico che ieri ha annunciato che avrebbe votato contro. “Abbiamo le urgenze di bloccare l’aumento dell’iva perché questa incide sul sistema produttivo e sulla competitività delle imprese e sul benessere delle persone. Ma in questi ultimi tempi si palesa l’emergenza democratica. Noi non abbiamo paura di andare al voto ma quando si è classe dirigente  si impara che occorre utilizzare tutti gli strumenti della democrazia, e quindi anche la fiducia alle Camere. Qualcuno da una spiaggia voleva far saltare il governo e in un momento in cui c’è chi vuole isolare l’Italia in Ue serve una scelta di coraggio”, spiega.

Poi il dossier Ceta, uno dei temi su cui Pd e M5S sono lontani:  “Il Ceta è in funzione e i risultati arrivano perché noi non dobbiamo temere la concorrenza ma dobbiamo lavorare tutti per avere un rapporto con i dossier che sia sempre piu ancorato al merito. Il nostro paese ha bisogno di mercati aperti e occorre far riconoscere la qualità dei propri prodotti e farli arrivare sui mercati sempre piu lontani ma che possono permettersi il costo del made in italy. Con un lavoro constante e concreto troveremo una sintesi sul Ceta. Obiettivo è dare la possibilità al coltivare diretto e all’imprenditore agricolo di non essere assimilato a chi sfrutta il lavoro ma di avere una remuneratività delle proprie produzioni in grado di far fronte ai costi del made in Italy che si traduce nel rispetto del buon produrre”, prosegue ancora.

Poi sulla nomina di Gentiloni la Bellanova è chiara: “Mi aspetto un ritorno alla normalità. Un isolamento in Ue peggiora le condizioni di vita delle persone che vivono in Italia. Con un approccio di sana normalità cominciamo ad affrotnare le questioni e magari avere le ricadute positive sul paese”.

Infine il dossier Xylella su cui – dice il conduttore – il lavoro di Centinaio era valido, dal punto di provvedimenti normativi: “Il lavoro fatto dal mio predecessore purtroppo non mi è stato consegnato. Io ho cercato Centinaio ma non abbiamo avuto la possibilità perché ha negato uno scambio di opinione e anche un normale scambio di passagio di consegne”, dichiara Bellanova.

“Ho fatto, dopo il giuramento incontri con i direttori e i capi dipartimento. Mi stanno preparando i fascicoli e prenderò quello che di buono è stato fatto perché non arrivo li con la furia di chi deve cancellare tutto e rivoltare il ministero dato che dobbiamo garantirne la continuita. Lavorerò insieme alle persone che ci hanno messo testa. Lavorerò a un piano di azione perché dal primo gennaio le risorse siano utilizzate. No agli sciamani”. Poi il ministro spiega che in tutti i partiti, per quanto riguarda l’affaire Xylella, ci sono state frange estreme.

“Ma il mio obiettivo non è alimentare polemiche ma dare risposte a un settore che merita di tornare al centro dell’agenda del Paese. Un pezzo del territorio pugliese è devastato dal punto di vista paesaggistico, economico e sociale. Queste sono le mie emergenze. Andare oggi ad analizzare chi la pensava in un modo o in un altro non attiene al mio lavoro”.

E sulla regione Puglia di Michele Emiliano risponde: Se siamo stati condannati dall’Europa posso dire che tutto è andato bene? C’è una fetta del territorio pugliese che oggi è devastato. E’ evidente che non è stato fatto tutto quello che andava fatto. Ma le polemiche politiche non mi interessano. Io sono una combattente come è noto e la mia porta è aperta a tutti coloro che vogliono migliorare il Paese. Dato che ora svolgo funzione governativa non voglio polemiche ma suggerimenti e consigli”.

Michele Emiliano ha preso da pochi mesi l’agricoltura ad interim a seguito delle dimissioni dell’assessore Leonardo Di Gioia, che non era in quota Pd.

Infine annuncia la guerra all’Italian Sounding e al falso made in Italy. “Ma occorre far funzionare al meglio la filiera che oggi scarica sull’anello più debole che è la produzione”.

Infine il tema Ogm: “voglio aprire un confronto anche con la parte imprenditoriale”, conclude.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il podcast dell’intervista:

http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/24mattino-le-interviste/trasmissione-settembre-2019-090217-AClzhBj

Immediata la risposta da parte del Movimento Cinque Stelle:

Per saperne di più:

CETA, M5S SENATO: DANNEGGIA PESANTEMENTE MADE IN ITALY, GOVERNO METTERA PUNTO FERMO. SU OGM GIA AL LAVORO IN COMAGRI SENATO

Uno dei compiti del governo che nascerà sarà quello di mettere un punto fermo sulla questione del Ceta, il trattato internazionale che sancisce un accordo commerciale di libero scambio tra Canada e Unione Europea. La ratifica di questo accordo, ricordiamo, danneggia pesantemente il Made in Italy e tutta la filiera nostrana. Sul Ceta va aperta una profonda e seria discussione in parlamento così come per gli Ogm. Per quest’ultimi inoltre va detto che la commissione agricoltura del Senato sta portando a termine un affare assegnato per valutare le nuove tecnologie che sostituiranno gli ogm. Su questi proporremo una modifica della legislazione europea in merito e che il ministro dovrà poi portare in sede di consiglio. Il nuovo governo ha davanti a sé un’occasione storica per dare il giusto rilievo e importanza a un settore, quello della filiera nostrana, che merita di essere tutelato e valorizzato”.

La nota è dei portavoce M5S della commissione agricoltura del Senato.




GOVERNO, MENTRE ALLA CAMERA SI DISCUTE FIDUCIA, AL NAZARENO SEGRETERIA RIUNITA SU SOTTOSEGRETARI. DI MAIO INCONTRA OGGI CAPIGRUPPO

Mentre in aula della Camera si discute la mozione di fiducia al governo Giallo Rosso e in piazza Lega e Fratelli d’Italia gridano ‘ladri di democrazia’, al Nazareno, da quanto apprende AGRICOLAE, si è riunita in queste ore la segreteria per fare il punto sui sottosegretari in quota dem.

Uno dei nodi è il Mipaaft: tutto dipende cosa farà il Movimento Cinque Stelle. In pole Pd sembra esserci Susanna Cenni, decana dell’agricoltura dem proveniente dalla regione Toscana. Regione importante dal punto di vista agricolo e per ora assente nella squadra di governo. Una scelta che potrebbe bilanciare un ministro proveniente dal Sud, la Puglia. Ma non è detto che – nel caso in cui dovesse tornare Alessandra Pesce nelle vesti di viceministro o sottosegretario – la scelta ricada su un uomo. Al Senato il capogruppo Pd in commissione – da sempre operante nel settore – è Mino Taricco.

Si sono dati 48 ore invece i pentastellati: Secondo fonti interne al Movimento infatti sembrerebbe che i nomi siano già pronti. O quasi. Dato che la scelta dovrebbe passare anche per i parlamentari del gruppo che avranno modo di dire la loro. Da quanto apprende AGRICOLAE Di Maio incontrerà oggi i capigruppo di Camera e Senato.




MIPAAFT, BALDRIGHI (ORIGIN ITALIA): AUGURI A BELLANOVA, DONNA CHE VIENE DAL MONDO DEL DIALOGO, E GRAZIE A CENTINAIO PER LAVORO FIN QUI SVOLTO

“Nel giorno in cui il governo chiede la fiducia auguriamo buon lavoro al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova alla quale offriamo la nostra piena disponibilità per una collaborazione proficua e trasparente per il bene della filiera tutta”. Così ad AGRICOLAE Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, l’Associazione che riunisce i consorzi delle indicazioni geografiche. “Lieti che al Ministero sia andata una persona che viene dal mondo del dialogo. Siamo pronti a interloquire sui temi che affliggono o che, al contrario, possono costituire importanti elementi di crescita per il comparto Primario per definizione”, prosegue.

“Va contestualmente un ringraziamento da parte nostra al minsitro Centinaio per la sua disponibilità e per il lavoro fatto in questo anno e mezzo in cui è stato titolare del dicastero di via Venti Settmbre”, conclude Baldrighi.