AGEA, Fabio Vitale nuovo dg. Ha seguito vicenda Soumahoro. Mercoledì si riuniscono commissioni Camera e Senato per il parere

Una scelta non politica ma di carattere tecnico e di efficientamento – da quanto apprende AGRICOLAE – da parte del Masaf per la guida dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura: Fabio Vitale, con alle spalle esperienze già in INPS e Mise.

La richiesta di parere è stata già inviata alle commissioni competenti di Camera e Senato che si riuniranno mercoledì .

Fabio Vitale, come direttore generale Mise, è colui che ha seguito la vicenda relativa alle ispezione del caso Soumahoro, il deputato in quota verdi, a seguito della quala sono emersi connotati di criticità. 




Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Giorgetti (Mise): Settore primario può tornare a ricoprire ruolo chiave. Spingere su tecnologie e infrastrutture

“Ricollocare al centro delle politiche economiche le filiere produttive è la priorità del nostro ministero ed una rinnovata dinamica di sviluppo del settore primario, che rafforzi le prospettive di collaborazione lungo le catene del valore, è un elemento necessario per accrescere i livelli di benessere del paese, oltre che di sicurezza degli approvvigionamenti.

Nell’attuale congiuntura economica e geopolitica vi sono spazi perché il settore agricolo possa tornare a ricoprire un ruolo chiave nell’economia del paese.”

Così il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nel corso della I Conferenza nazionale sull’Agricoltura di Precisione, promossa da Fondazione Leonardo–Civiltà delle Macchine, Politecnico di Bari e Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

“Nei primi anni 2000 abbiamo assistito ad un rallentamento dello sviluppo della struttura imprenditoriale agricola, a seguito anche di alcuni fattori come l’incremento della popolazione mondiale a fronte della diminuzione delle superfici coltivabili. Ma anche l’intensificarsi della concorrenza internazionale e gli effetti della limitata dimensione delle imprese agricole.

In questo contesto si inseriscono oggi profondi cambiamenti che investono il sistema produttivo, come la pandemia e la guerra che sta incidendo drammaticamente sui costi energetici e sulle catene di approvvigionamento agricolo. Si possono creare tuttavia le occasioni per la diversificazione dei canali di distribuzioni e approvvigionamento. Una tendenza che è destinata a rafforzarsi in ragione della collocazione dell’Italia nella direttrice strategica che collega l’Ue a enormi mercati emergenti come l’Africa.

La nuova sfida industriale per il settore agricolo si gioca pertanto in un quadro articolato dal punto di vista delle condizioni strutturali e dei fattori contingenti, questo deve indurci ad affrontare con concretezza e realismo opportunità e rischi di questa nuova fase.

L’intersezione tra le tecnologie di industria 4.0 e l’agricoltura di precisione costituisce un riferimento nuovo per implementare soluzioni complesse che permettano un miglioramento dei prodotti. Nell’ultimo biennio gli investimenti in tecnologie di agricoltura 4.0 hanno registrato una crescita evidente, passando da un fatturato di circa 500 mln euro nel 2019 a oltre 1,5 mld euro a fine 2021, con oltre il 60% delle aziende agricole che hanno dichiarato di adottare almeno una soluzione di agricoltura 4.0. L’Italia è tra i primi 10 paesi per il numero di start up agricole innovative.

La sfida si gioca sulla capacità di tenere insieme interventi orizzontali con misure ad hoc a supporto della filiera alimentare. Il Pnrr interviene su questi fronti, il Mise ha concentrato le risorse gestite, oltre 24 mld, su un numero limitato di interventi a sostegno degli investimenti produttivi. È stato rifinanziato il piano di transizione 4.0 e potenziati i contratti di sviluppo.

C’è poi il piano riguardo lo snellimento dei procedimenti amministrativi e la riorganizzazione degli incentivi.

Il prossimo 23 giugno si chiuderà presso il ministero il bando della misura “investimenti innovativi delle imprese agricole”, che dimostra la nostra attenzione al settore, sebbene le risorse stanziate non sono probabilmente sufficienti.

Per la diffusione delle tecnologie di precisione ci sono ancora ampi margini. Sono infatti ancora troppo basse le percentuali di superficie agricola coltivata sulla quale è impiegata la tecnologia 4.0, pari a poco più del 5%. C’è poi lavoro da fare sul piano delle infrastrutture, la copertura con banda larga nelle aree rurali è pari solo al 40%.”




Made in Italy, a 3 giorni da sentenza Tar Syngenta chiedeva appuntamento a Mipaaf e Mise tramite ambasciata Svizzera. Poi attaccava il Bio. Ambasciata: svolto nostro compito

Syngenta aggiusta il tiro dopo l’intervista di Erik Fyrwald alla testata svizzera Neue Zurcher Zeitung in cui diceva che “di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, aggravata dalla guerra in Ucraina, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori” e parla ora di ‘agricoltura rigenerativa’ e di “elevati standard qualitativi”.

Prima i semi, poi il biologico. In un ottica di economia globale e di tenuta sociale dei Paesi, acquistano sempre maggiore importanza la disponibilità e la gestione delle materie prime agricole. E le multinazionali, se prima puntavano agli Ogm di cui avrebbero detenuto i brevetti esclusivi (i semi ogm richiedevano fertilizzanti e fitosanitari ad hoc forniti dalla stessa azienda con una tempistica che di fatto avrebbe vincolato il produttore ad esserne dipendente), ora puntano direttamente ai semi. E il biologico? potrebbe rappresentare un rischio nell’ottica dell’economia delle multinazionali della chimica.

Il gigante della chimica Syngenta – da quanto apprende AGRICOLAE – ha chiesto un incontro lo scorso 12 aprile con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e con il Dirigente dell’Ufficio di Gabinetto con funzioni di Vice Capo di Gabinetto Simone Vellucci, braccio destro del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (che in Cdm si era espresso a favore della Golden Power) attraverso l’azione diplomatica dell’ambasciatore della Svizzera in Italia Monika Schmutz, a Roma.

Un incontro che è stato chiesto dall’Ambasciata Svizzera pochi giorni prima della sentenza del Tar in merito al ricorso di Syngenta sull’utilizzo da parte dell’Italia dello strumento della Golden Power per quanto riguarda l’acquisto da parte della multinazionale Cino-Svizzera di Verisem. Il Tar ha emesso il 15 aprile infatti le due sentenze che, nel respingere i ricorsi proposti da Psp Verisem Luxemburg Holding e Syngenta Crop Protection, hanno confermato la legittimita’ del Dpcm con il quale nell’ottobre 2021 il Governo italiano si e’ opposto alla cessione, usando per la prima volta nell’alimentare Made in Italy il potere di blocco della Golden Power.

Ma un altro tema caro a Syngenta è quello del biologico. In una recente intervista infatti il Ceo Syngenta Erik Fyrwald (andato assieme all’ambasciatore al Mipaaf e al Mise), aveva precisato come “di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica”. Affermazione arrivata a circa due mesi dall’approvazione della legge nazionale sul Biologico che ha traccheggiato tra una Camera e l’altra del Parlamento circa 13 anni e che non è piaciuta a molte organizzazioni agricole e del Bio italiane.

AGRICOLAE ha chiesto all’ambasciata svizzera in Italia “per sapere se nell’incontro avuto tra Syngenta, l’ambasciatore svizzero in Italia e il ministro delle Politiche agricole che si è svolto presso il Mipaaf lo scorso 12 aprile alle ore 15.30, si è parlato di agricoltura biologica oppure del caso Verisem/Golden Power”. E’ stato inoltre chiesto all’ambasciata “perché l’ambasciatore ha fatto da tramite tra la multinazionale e le istituzioni italiane preposte al tema”.

L’Ambasciata svizzera in Italia ha risposto che è tutto normale: “La facilitazione di contatti tra aziende nazionali e autorità del paese ospitante rientra nei compiti abituali di un’ambasciata. L’Ambasciata di Svizzera in Italia non fa eccezione”, spiegano.

Era già stato scritto:

Governo si avvale della Golden Power: ecco decreto firmato da Draghi e Patuanelli. Stop ad acquisizione Syngenta cinese di Verisem

D’altronde la questione Bio, nonostante la legge si sia chiusa nel suo iter parlamentare, tra le organizzazioni sembra esser rimasta aperta. Nei giorni scorsi l’organizzazione di riferimento della Cia-Confederazione italiana agricoltori, aveva attaccato in una nota proprio Syngenta e Frescobaldi. Ma a stretto giro sono arrivate le scuse da parte del presidente uscente della Cia Dino Scanavino, che già in passato si era espresso in modo contrastante sul biologico.

Syngenta. Anabio-Cia contro il no dei colossi al biologico: retaggio d’altri tempi. Fermo disappunto anche per dichiarazioni Lamberto Frescobaldi (Uiv)

Cia: scuse a Frescobaldi (Uiv) e Syngenta per dichiarazioni Anabio su biologico 




Ucraina, non c’è più olio girasole. Mise scrive a Mipaaf e Gdo: cambiate subito etichette indicando nuovo olio vegetale. La lettera

E’ crisi alimentare e l’industria resta senza alcuni elementi necessari – finora – per la produzione e la commercializzazione dei prodotti da mettere sugli scaffali. Soprattutto per quanto riguarda l’olio di girasole che – provenienti quasi per la totalità dall’Ucraina – viene usato per le conserve, per i dolci, per le merende.

E ora il ministero dello Sviluppo economico di Giancarlo Giorgetti scrive al ministero delle Politiche agricole di Stefano Patuanelli e alla Grande distribuzione tutta per invitare – dovendo cambiare le formule degli ingredienti – a modificare alla meno peggio le etichette sulle confezioni. Indicando le nuove composizioni nutrizionali e l’olio vegetale sostitutivo dell’olio di girasole.

Cambia l’Italia a tavola.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera inviata dal Mise al Mipaaf e alla Gdo in formato PDF e a seguire in formato testuale:

AOO_PIT.REGISTRO UFFICIALE.2022.0066415

Misure temporanee eccezionali – etichettatura prodotti contenenti olio vegetale in sostituzione dell’olio di semi di girasole:

Con la presente, si intende dare riscontro alle segnalazioni pervenute dalle maggiori associazioni imprenditoriali del settore agroalimentare e della grande distribuzione organizzata, sulle criticità determinate dalla sospensione delle esportazioni di alcuni alimenti dall’Ucraina, tra cui l’olio di semi di girasole.

L’olio di semi di girasole è la base essenziale di numerosi prodotti alimentari italiani quali ad esempio: biscotti, maionese, creme spalmabili, pasta ripiena, sughi, fritture, tonno.

L’Ucraina detiene il 60% della produzione e il 75% dell’export e rappresenta il principale coltivatore di girasoli al mondo. Entro un mese, con l’attuale andamento dei consumi, le scorte di olio di semi di girasole sono destinate ad esaurirsi. La situazione potrebbe inoltre complicarsi ulteriormente, se il conflitto dovesse proseguire, perché salterebbe la semina, prevista in primavera.

Secondo le stime attuali, entro breve termine, questo olio non sarà più disponibile e le imprese dovranno quindi riformulare i propri prodotti.

Oltre al problema dell’approvvigionamento e dell’individuazione e impiego dei possibili sostituti, è necessario individuare soluzioni per risolvere il problema delle etichette, che andrebbero aggiornate riportando gli ingredienti che sostituiscono l’olio di semi di girasole, in conformità al regolamento UE 1169/2011.

Visto che le etichette e gli imballaggi ordinati e utilizzati dalle imprese riportano tra gli ingredienti “olio di girasole”, tenuto conto della difficoltà a provvedere in tempi rapidi alla stampa di nuove etichette e dei relativi costi, e in considerazione della complessità del quadro attuale, è necessario individuare una soluzione che presenti alti profili di sicurezza per i consumatori ed al tempo stesso non gravi eccessivamente sui produttori in un momento di grande criticità per il settore.

Pertanto, transitoriamente, in vista dell’adeguamento progressivo delle etichette, i produttori, nel rispetto della sicurezza e della corretta informazione dei consumatori potranno, , prevedere l’introduzione, attraverso il getto d’inchiostro o altri sistemi equivalenti (es. sticker adesivi), di una frase che indichi quali oli e/o grassi siano stati impiegati in sostituzione dell’olio di girasole, segnalando l’eventuale presenza di allergeni.

I claims che indicano la presenza o assenza di determinati oli vegetali o claims comparativi, in caso di sotituzione dell’olio di girasole, dovranno essere opportunamente modificati, eventualmente tramite etichettatura aggiuntiva o altra analoga modalità, per garantire la corretta informazione dei consumatori.

La distribuzione al dettaglio inoltre dovrà ricorrere a idonei strumenti volti ad informare tempestivamente il consumatore sulla possibile sostituzione dell’olio di girasole mediante avvisi nei punti vendita con apposita cartellonistica, collocata ben evidentemente, in prossimità degli scaffali dei prodotti contenenti olio di girasole. In aggiunta si rimanderà ad ulteriori informazioni da inserire nei social, siti aziendali, ecc.

Il Sistema sopra descritto nell’ambito temporale emergenziale consentirebbe, da un lato, di fornire un’adeguata informazione al consumatore e garantire la piena tutela della sicurezza alimentare, e dall’altro, di assicurare ai produttori la possibilità di utilizzare oli alternativi senza dover cambiare le etichette.

In aggiunta, tenuto conto del possibile perdurare di incertezze in termini di approvvigionamento di oli e grassi vegetali, per la stampa delle nuove etichette, in via transitoria e segnalando sempre l’eventuale presenza di allergeni, si consente di riportare nella lista degli ingredienti la dizione generica della categoria oli e grassi vegetali seguita dalle origini vegetali potenzialmente presenti, in considerazione delle forniture disponibili – es. “oli e grassi vegetali (girasole, palma, mais, soia, ecc.)”. Su tale ultimo aspetto saranno interessati i servizi della Commissione.

Si sottolina che, in assenza di disposizioni armonizzate da parte della Commissione, tale nota ha valenza solo per mercato nazionale.

Si invitano le Amministrazioni in indirizzo a dare la massima diffusione della presente nota.




Google-Alleanza Cooperative, la digitalizzazione a supporto delle imprese italiane. Gli interventi di Giorgetti (Mise) e Gardini

Si è svolta quest’oggi la conferenza stampa di presentazione di “Cooperazione digitale”, il progetto Google-Alleanza delle Cooperative per supportare la digitalizzazione delle imprese cooperative e no profit italiane.

Cooperazione Digitale nasce da un confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico sul tema della trasformazione digitale delle imprese italiane, con l’obiettivo di valorizzare le imprese cooperative e non profit. Il progetto sarà realizzato grazie a un fondo da 3,5 milioni di euro di Google.org, la divisione filantropica di Google impegnata sulle principali sfide della nostra società attraverso finanziamenti, innovazione tecnologica e competenze tecniche, per supportare le comunità più vulnerabili e offrire una maggiore equità e inclusione.

 

Di seguito gli interventi: 

Google-Alleanza Cooperative, Giorgetti (Mise): Raccogliere la sfida digitale, grande occasione per le piccole e medie imprese di aprirsi al mercato

Google-Alleanza Cooperative, Gardini: Accompagnare transizione digitale per correggere disuguaglianze a dare maggiori opportunità a imprese e territori

Un fondo da 3,5 mln euro di Google.org per Alleanza delle Cooperative Italiane a sostegno dell’innovazione di imprese cooperative e non profit 

 

 




Google-Alleanza Cooperative, Giorgetti (Mise): Raccogliere la sfida digitale, grande occasione per le piccole e medie imprese di aprirsi al mercato

“Sono questi momenti di grande cambiamento, e dunque anche tempo di investimenti, e soltanto investendo si possono affrontare le sfide che abbiamo di fronte e vincerle. L’Italia è caratterizzata da una realtà di imprese medio piccole, rappresentate in molti casi dalle società cooperative che hanno una grande capacità di resilienza e di adattamento alle circostanze, una forte capacità di cogliere il senso del tempo.”

Così Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico nel coso di “Cooperazione digitale” la presentazione del progetto Google – Alleanza delle Cooperative. Un progetto per supportare la digitalizzazione delle imprese cooperative e no profit italiane.

“Come detto questo è un momento di cambiamenti e di investimenti, il ché significa grandi opportunità ma anche grandi rischi. La rivoluzione digitale ed ecologica ha grandi costi oltre che opportunità e la capacità di seguire questi processi è la ricetta per evitare drammi di natura sociale e occupazionale. La sfida digitale va ampiamente raccolta perché anche per le piccole realtà il digitale è l’unico modo per aprirsi al mondo. Tutto ciò che è italiano riscuote sempre grande successo, siamo un brand e il digitale permette al piccolo imprenditore di poter essere presente nel mercato mondiale” prosegue il ministro.

“Questo progetto l’abbiamo seguito come ministero fin dall’inizio e l’abbiamo accompagnato perché è molto interessante che Google si muova nella direzione delle medio e piccole imprese e delle società cooperative. Questa è una sfida che può dare grandi risultati, vogliamo essere sempre più vicini al sistema cooperativo. Accordi come questi ci permettono di competere e vincere.”




Nutrinform, Pichetto Fratin, MISE: sistema italiano informa senza dare giudizi e senza influenzare i consumatori

“La Commissione vuole rendere il sistema vincolante entro il 2022. Il regolamento attuale deve essere modificato per armonizzare le singole politiche nazionali. Dobbiamo evitare che le norme europee svantaggino il nostro paese rispetto ad altri stati membri. Le decisioni non devono essere prese da valutazioni economiche. Il consumatore potrà utilizzare una nuova app sviluppata con Federalimentare che consentirà di visualizzare una etichetta molto completa e basata sulle indicazioni dell’OMS. Si sta valutando di far apparire anche informazioni aggiuntive su prodotti DOP e IGP. Il Nutrinform informa senza dare giudizio, così da non influenzare consumatori consapevoli che vogliono informazioni supplementari e non superficiali. Non c’è la filosofia del colpo d’occhio come fa il Nutriscore, che induce all’errore ed è incoerente seguendo algoritmi non condivisibili. L’obiettivo è una informazione corretta e completa, cosa che il Nutriscore non può vantare. Alcune industrie iniziano ad adottare il Nutrinform, come associazione come la COPA, la COGECA, l’ETA. Tutto questo è la logica conseguenza di voler difendere il consumatore, i produttori e non meno rilevante è la difesa di tutto il sistema, a partire dall’agricoltura”. Così Gilberto Pichetto Fratin, vice ministro del MISE, in occasione dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery, presentato presso la Sala delle conferenze della Farnesina.




Pnrr, Casalino coordinatore al Mipaaf. Viene dal Mise

Paolo Casalino, della Divisione V – Rapporti con l’Unione Europea e affari internazionali del ministero dello Sviluppo Economico, è il coordinatore del PNRR presso il ministero delle Politiche agricole.

Da quanto apprende AGRICOLAE Casalino si è insediato al Mipaaf la scorsa settimana.

Le materie si sua competenza, presso il Mise, erano:

coordinamento, in raccordo con il Consigliere diplomatico del Ministro e le Direzioni generali competenti per materia, dei rapporti del Ministero con soggetti pubblici e privati di livello sovranazionale ed internazionale;

coordinamento, in raccordo con le Direzioni generali competenti per materia, delle attivita’ del Ministero nei rapporti con gli organi dell’Unione Europea e negli adempimenti connessi all’attuazione della legge n. 234 del 2012 ivi compreso il monitoraggio dei fondi europei di cui e’ titolare il Ministero;

monitoraggio degli stati di crisi internazionale e predisposizione degli atti per la tempestiva informazione al Ministro circa i conseguenti interventi posti in essere dalle Direzioni generali negli ambiti di rispettiva competenza;

proposte e attivita’ afferenti le procedure di arbitrato internazionali in raccordo con la Direzione generale competente per materia;

supporto all’attivita’ di studio ricerca ed indagine anche in raccordo con le Direzioni generali competenti in materia di statistica.

 




Tg2Post, Centinaio: vogliamo informare, non è alimento ma la dieta che conta. Task force tutela made in Italy coinvolga Mise, Farnesina e Salute

“Noi vogliamo informare il consumatore finale sulla qualità dei prodotti, non è l’alimento che fa bene o che fa male alla salute ma l’insieme di quello che mangiamo, ovvero la dieta”, spiega il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio al Tg2Post.

“Altrimenti significa andare dietro alle teorie delle multinazionali. Una guerra tra chi dice che il cibo standardizzato è il futuro contro chi pensa che le eccellenze siano il futuro. Basti pensare alla Dieta Mediterranea, considerata patrimonio Unesco”. Poi su Pnrr: “dobbiamo dimostrare di essere un Paese adulto e di saper spendere bene le risorse. Dobbiamo dimostrare agli agricoltori che i soldi che arrivano dall’Europa saranno utilizzati al meglio”.

Poi sull’Italian Sounding: “va avanti la task force coordinata da Giuseppe Ambrosio e il mio sogno è quello che coinvolga presto anche il ministero della Salute e il Mise”.




Attivato il Fondo per investimenti imprese agricole. Mise: in Gazzetta Ufficiale. Eccolo

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministro Giancarlo Giorgetti che attiva presso il Ministero dello Sviluppo economico il Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole con una dotazione di 5 milioni di euro.

Il Fondo si rivolge alle micro, piccole e medie imprese agricole attive nel settore della produzione agricola primaria, della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli che effettuano investimenti per innovare i sistemi produttivi.

Le agevolazioni saranno concesse, nell’ambito delle spese ammissibili, nella forma di contributo a fondo perduto per l’acquisto e l’installazione di nuovi beni strumentali, materiali e immateriali, che dovranno essere utilizzati esclusivamente nelle sedi o negli stabilimenti dell’imprese situate sul territorio nazionale.

Le modalità e i termini di presentazione delle domande per richiedere l’agevolazione saranno definiti con successivo provvedimento ministeriale.

Per maggiori informazioni:

Qui di seguito il decreto in PDF pubblicato in Gazzetta:

DECRETO MISE INVESTIMENTI IMPRESE AGRICOLE




Consorzi tutela, Mise modifica errore fatto in precedenza. Centinaio: si torna a contrastare Italian Sounding, Baldrighi: vittoria per Dop e Igp

Il Ministero dello Sviluppo economico, sollecitato a più riprese, ha pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale n. 173 il regolamento che disciplina le modalità di concessione dei contributi per sostenere la promozione all’estero dei marchi collettivi, includendo finalmente i Consorzi di tutela tra i beneficiari.

La legge di Bilancio 2021, in primo momento, aveva cancellato la normativa che consentiva di accedere ai contributi per la tutela delle denominazioni all’estero. Fondi utilizzati in particolare dai Consorzi per difendersi dalle pratiche di Italian Sounding.

In corso di conversione alle Camere la legge di Bilancio era stata invece modificata, ripristinando sia i contributi per i Consorzi che il principio di tutela contro l’Italian Sounding. Tuttavia per rendere attuabile la normativa così trasformata si restava in attesa dei regolamenti ministeriali.

Il DM 31 maggio 2021, pubblicato sulla G.U. del 21 luglio 2021, costituisce quindi un ulteriore passo avanti diretto alla possibilità di accesso a tali contributi. Contributi che per altro sono stati aumentati passando da 1 milione di euro a 2,5 milioni di euro per anno, con un incremento dell’importo massimo dell’agevolazione a soggetto richiedente che passa da 70 a 150 mila euro annuo.

Per dare finalmente piena attuazione alla norma manca solamente il “provvedimento applicativo”. Questo provvedimento dovrà essere predisposto dal direttore generale per la tutela della proprietà industriale – Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo economico.

Origin Italia, fin dalla preoccupante situazione che andava delineandosi durante l’iter della Legge di Bilancio, era intervenuta affinché fossero mantenuti tra i beneficiari dei contributi anche i Consorzi di tutela e a più riprese aveva depositato delle istanze affinché la norma non restasse priva dei suoi regolamenti attuativi.

Una ottima notizia l’inserimento dei Consorzi di Tutela tra i beneficiari del decreto del 31 maggio 2021 sulle modalità di concessione del contributo diretto a sostenere la promozione all’estero dei marchi collettivi e di certificazione. Si tratta di una vittoria importante per l’intero comparto delle DOP e IGP perché consente ai Consorzi di Tutela di avere la possibilità di usufruire di un ulteriore, e quanto mai opportuno, strumento finanziario per la promozione e la tutela all’estero delle Indicazioni Geografiche, sempre più spesso al centro dei fenomeni legati alla frode agroalimentare”. Un doveroso ringraziamento quindi al Ministro dello Sviluppo Economico, l’On. Giorgetti, al Ministro delle politiche agricole, il Sen. Patuanelli, al Sottosegretario Mipaaf, Sen. Centinaio, al Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, l’On. Gallinella, e al Presidente della Commissione Agricoltura del Senato, il Sen. Vallardi, che hanno accolto le segnalazioni di Origin Italia riguardo all’inclusione legittima dei Consorzi di Tutela come previsto dalla Legge di Bilancio 2021″

Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, ha voluto esprimere con AGRICOLAE con queste parole la propria soddisfazione per il segnale di attenzione da parte del MISE anche nei confronti delle eccellenze agroalimentari che contraddistinguono il nostro Made in Italy.

Consorzi tutela, Centinaio (Mipaaf): Grazie a sinergia con Mise si torna a contrastare Italian Sounding

ORIGIN ITALIA – Consorzi Tutela tra beneficiari promozione marchi collettivi e certificazione all’estero, Baldrighi: “E’ vittoria per comparto Dop e Igp”

Era stato scritto:

Italian Sounding, a causa ‘svista’ di quando Mise lo cancellò, ancora no agevolazioni ai Consorzi per tutelare Dop. Decreti in stallo

L.Bilancio, Mise fa sparire definizione Italian Sounding come falsa evocazione made in Italy e toglie soldi a consorzi e rappresentanze. Rientra nel codice proprietà industriale

 




Pernigotti, Fai Cisl: raggiunto accordo al Mise. Scongiurati esuberi, ora investire su rilancio siti produttivi

Si è svolto oggi in videoconferenza un incontro tra rappresentanti della Pernigotti, delle organizzazioni sindacali, del Ministero del Lavoro e del Ministero Sviluppo Economico. Sul tavolo l’esame congiunto del piano di rilancio della nota azienda dolciaria, che prevede investimenti per oltre 4 milioni di euro e ulteriori 12 mesi di cassa integrazione finalizzati alla riorganizzazione degli stabilimenti produttivi e a scongiurare l’esubero di circa 90 dipendenti dei siti di Novi Ligure e Milano.

 

“Un buon risultato, che prevede un piano di investimenti condiviso tra le parti che, anzitutto, continua a garantire i livelli occupazionali – spiega il segretario generale Fai Cisl Alessandria-Asti Enzo Medicina – Tali investimenti saranno orientati alla modernizzazione dello stabilimento produttivo di Novi Ligure con interventi strutturali che permetteranno di potenziare la produzione interna, rendendola continuativa e non più legata alla stagionalità. Fondamentale sarà la formazione dei lavoratori, indispensabile per una riqualificazione e crescita professionale. La vertenza non è ancora chiusa, ma auspichiamo che questo percorso possa davvero traghettare definitivamente l’azienda fuori da questo lungo periodo di crisi.”

 

Esprime soddisfazione anche il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota che sottolinea: “Dopo due anni di vertenza ora è davvero necessario garantire continuità produttiva e occupazionale. Gli ammortizzatori sociali, prorogati di un anno, permetteranno all’azienda di concentrare gli investimenti su formazione, reindustrializzazione degli stabilimenti e progettualità, elementi imprescindibili per una realtà di eccellenza del Made in Italy nel mondo.”



Alimentare: Vismara: il Ministero dello Sviluppo Economico riconosce il brand ‘Marchio storico di interesse nazionale’

“L’iscrizione del marchio VISMARA nel registro speciale dei «Marchi storici di interesse nazionale» del Ministero dello Sviluppo Economico è un segnale importante.
E’ innegabile il ruolo che ha giocato il marchio Vismara nella storia industriale italiana, ed in particolare nello sviluppo del settore.”
Lo dichiara il direttore marketing del Gruppo Ferrarini Claudio Rizzi, nell’annunciare l’iscrizione Vismara nel registro speciale dei «Marchi storici di interesse nazionale».
L’azienda, fondata nel 1898 a Casatenovo (Lecco), è stata acquisita da Ferrarini nel 2000 dalla Nestlé. Dal 2012 è operativo il nuovo stabilimento di produzione, tra i più tecnologicamente all’avanguardia del settore, a pochi chilometri dalla storica sede ed oggi vi lavorano 164 dipendenti diretti.
“Già ad inizio del secolo scorso l’azienda, per prima in Italia, ha industrializzato i processi di trasformazione della carne in prodotti da sempre legati alla cultura agroalimentare del nostro Paese, riuscendo a mantenere la genuinità dei profumi e dei sapori della nostra terra ed al contempo a garantire qualità, igiene e sicurezza, facendo scuola agli altri operatori del settore, quando i tecnici della Vismara venivano chiamati in tutta Italia ad “insegnare” alle maestranze di altri produttori e a fornire consulenza per aprire i nuovi opifici.”
“Una storia- conclude Rizzi- che si intreccia con quella di un’epoca d’oro per l’affermazione del Made in Italy nel mondo, quale sinonimo di qualità, di gusto, di cultura e di creatività, valori che si incarnano perfettamente nel nostro marchio storico.
Negli anni tanti prodotti iconici, uno su tutti la Vismarissima, la mortadella italiana per eccellenza, hanno accompagnato intere generazioni di Italiani a tavola, legando la storia della Vismara all’affetto di tante famiglie di consumatori affezionati, con il sottofondo dello storico Carosello che recitava “Ho una fame che vedo…Vismara”.”




Italian Sounding, Baldrighi: confidiamo che Patuanelli si adoperi in fretta per rimediare e consentire a consorzi di tutelare Dop. Come Ue ha dimostrato

“Confidiamo nelle capacità del ministro Patuanelli già titolare del Mise ed oggi del Mipaaf per risolvere definitivamente l’equivoco in modo tale da fare in modo che i consorzi tornino ad avere le agevolazioni previste da legge prima della cancellazione del Mise con la legge di Bilancio. Risorse proprio deputate a conserire ai Consorzi di svolgere attività di tutela delle denominazioni e dei relativi marchi. Al fine di proteggere e difendere le eccellenze Made in Italy da fenomeni di parassitismo quali l’Italian sounding in tutte le sue manifestazioni”.

Così ad AGRICOLAE il presidente di Origin Italia. rappresenta circa il 95% delle produzioni italiane a Indicazione Geografica, Cesare Baldrighi, in merito ai decreti Mise in stallo atti a ripristinare i contributi a favore dei Consorzi a tutela del Made in Italy cancellati con la Legge di Bilancio.

“La recente presa di posizione della Comunità europea – aggiunge Baldrighi – evidenzia ulteriormente la necessità di sostenere le denominazioni europee da attacchi che ne potrebbero ledere l’immagine e l’economia. Soprattutto in un momento come questo”.




Italian Sounding, a causa ‘svista’ di quando Mise lo cancellò, ancora no agevolazioni ai Consorzi per tutelare Dop. Decreti in stallo

I Consorzi di tutela Igp e Dop non possono difendersi dall’Italian sounding. Ancora nessuna modifica infatti ai decreti che regolamentano l’attuazione della norma modificata con la Legge di Bilancio e i Consorzi non possono accedere alle agevolazioni previste da legge prima che fossero cambiate le carte in tavola con il governo Conte2 con la cancellazione dell’Italian sounding.

Agevolazioni deputate proprio a far svolgere dai Consorzi attività di tutela delle denominazioni contro ogni forma di Italian Sounding e di parassitismo commerciale. Questione ripresa oggi dalla Corte di Giustizia Ue.

Dop Sounding, Corte Ue: stop parassitismi denominazioni, non solo da parte dei prodotti ma anche da ristorazione e servizi. Ora la palla a tutti i paesi

In fase di conversione della Legge di Bilancio 2021 il Governo aveva fatto una chiara e repentina marcia indietro nella modifica della normativa sull’Italian sounding. L’intenzione abrogativa aveva suscitato grande preoccupazione nel settore che si era sentito abbandonato dal Governo nella lotta senza fine alle contraffazioni che – soprattutto all’estero, sfruttandone la fama – erodono fatturato e reputazione alle eccellenze agroalimentari Made in Italy.

L’articolo della legge finanziaria in un primo momento aveva infatti previsto addirittura la cancellazione dal Codice della proprietà intellettuale della “definizione delle pratiche di Italian sounding, come pratiche finalizzate alla falsa evocazione dell’origine italiana di prodotti”.

Si era trattato di una “svista”, fu detto, che proprio grazie ad un articolo di AGRICOLAE fu resa evidente, svelando cosa ci fosse dietro un’oscura soppressione di commi e di lettere dell’articolo 32 del decreto-legge 30 aprile 2019, n.34.

L.Bilancio, Mise fa sparire definizione Italian Sounding come falsa evocazione made in Italy e toglie soldi a consorzi e rappresentanze. Rientra nel codice proprietà industriale

Italian sounding, fonti Mise: nessuna volontà di non tutelare Made in Italy ma necessità di sbloccare fondi. Verificheremo e pronti a correggere il tiro

Sempre a seguito dell’articolo di AGRICOLAE, modificando il Decreto “Crescita”, la legge di Bilancio 2021 ha ripristinato lo stanziamento di 2,5 milioni di euro. Soldi destinati a dare dei contributi al sostengo della difesa delle indicazioni geografiche tutelate dai rispettivi Consorzi.

Tuttavia, ad oggi, trascorsi quasi 5 mesi dall’approvazione della legge finanziaria, non sono stati ancora modificati i decreti che regolamentano l’attuazione della norma e pertanto i Consorzi non possono accedere all’agevolazione.

Le modifiche necessarie affinché sia garantito l’accesso al fondo anche da parte dei Consorzi di tutela passano attraverso due Decreti del Ministero dello Sviluppo economico. Il primo è il decreto MISE del 15 gennaio 2020 (Agevolazione diretta a sostenere la promozione all’estero di marchi collettivi e di certificazione volontari italiani), il secondo è il Decreto direttoriale del MISE del 20 novembre 2020.

L’Ufficio del Mise di competenza è la DIREZIONE GENERALE PER LA TUTELA DELLA PROPRIETA’ INDUSTRIALE – UFFICIO ITALIANO BREVETTI E MARCHI, Divisione VI – Politiche e progetti per la promozione della proprietà industriale. IL soggetto preposto all’attuazione della norma è Unioncamere

Qui di seguito AGRICOLAE riporta i due decreti di cui è necessaria la modifica includendo i Consorzi tra i beneficiari:

Decreto MISE del 15 gennaio 2020

Decreto direttoriale del MISE del 20 novembre 2020