GOVERNO, TRE LE IPOTESI SUL PREMIER: TRA (IL FAVORITO) CONTE E (IL MODERATO) GIORGETTI SPUNTA PAOLO SAVONA COME POSSIBILE COMPROMESSO. PER IL MIPAAF DA CANDIANI A MOLTENI. MA IL PIÙ QUOTATO È FONTANA

Entro domani sera i nomi del Governo. Quanto meno del premier. Poi a seguire, i componenti che siederanno a Palazzo Chigi per la legislatura condotta dalla sinergia Lega-M5s.

Da quanto apprende AGRICOLAE i due leader,  Matteo Salvini e Luigi Di Maio, avrebbero trovato la quadra sul chi ricoprirà il ruolo di presidente del Consiglio. Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe chiesto riservatezza assoluta fino alla giornata di domani.

Tre i nomi sul tavolo: Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Conte e Paolo Savona.

Il  primo, Giancarlo Giorgetti,nome speso da Salvini, è il ‘Gianni Letta leghista’, moderato e ‘garante’. Commercialista professionista e revisore contabile, è parlamentare alla Camera dei deputati dal 1996, sempre in quota Lega”. Dal 2001 al 2006 ha ricoperto il ruolo di presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. E’ stato relatore della manovra economica del 2011.

Il secondo, Giuseppe Conte, nome speso da Di Maio, è stato borsista del Cnr perfezionando gli studi giuridici da Yale alla Sorbonne, Dalla Duquesne a Cambridge, dall’International Kulture Institute di Vienna alla New York University. Attualmente insegna a Firenze e alla Luiss di Roma come docente di Diritto privato.

Il terzo, Paolo Savona, che sembrerebbe essere il nome del compromesso, è coautore del primo modello econometrico dell’economia italiana dell’economia italiana M1BI. Ha studiato economia monetaria ed econometria presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT)  di Boston dove ha collaborato con Franco Modigliani. I temi di ricerca che predilige sono il sistema monetario internazionale, i contratti derivati, i divari di produttività tra Centro-Nord e Mezzogiorno d’Italia. È autore e coautore di numerosi scritti sui problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e sui temi metodologici.

Fin dalla firma del Trattato europeo del 1992 si è dichiarato contrario all’accettazione dei parametri di Maastricht perché privi di base scientifica e troppo rigidi per un’economia che richiede flessibilità; ha inoltre considerato impreparata l’Italia a entrare nell’euro esprimendo il suo dissenso in un pamphlet intitolato L’Europa dai piedi di argilla.

Già ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, con delega al riordinamento delle partecipazioni statali nel Governo Ciampi (aprile 1993-aprile 1994), è stato nel biennio 2005-2006, durante il governo Berlusconi III, a capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri e Coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona, che ha redatto il Piano Italiano per la Crescita e l’Occupazione presentato alla Commissione Europea il 15 ottobre 2005.

Sembrano più o meno non essere cambiati i nomi invece per i ministeri: tra questi Stucchi, Bagnai, Centinaio, Salvini, Molteni, Candiani e Siri per la Lega e Di Maio, Bonafede, Castelli, Crimi, Ruocco per il Movimento Cinque Stelle. Dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe che Molteni possa prendere il posto di Candiani per la guida del ministero dell’Agricoltura al fine di sciogliere una volta per tutte e in via definitiva il nodo delle quote latte. Anche a seguito dell’ultimatum della commissione europea. Ma il più quotato al momento è Lorenzo Fontana, vicesegretario federale della Lega.

Dal 29 marzo è uno dei quattro vicepresidenti della Camera.

GOVERNO, LA LEGA PUNTA SU FONTANA PER IL MIPAAF

Ore frenetiche di lavoro per smussare, cambiare e sistemare le carte del nuovo governo sul tavolo. Con tutti al posto giusto. La Lega, dopo il ‘balletto’ tra Saltamartini, Candiani e Molteni, per il Mipaaf sceglie Lorenzo Fontana. Nato a Verona, è uno dei quattro vicepresidenti della Camera. Lorenzo Fontana, già vicesegretario federale della Lega, assieme a Giancarlo Giorgetti, potrebbe essere il ministro designato a gestire il nodo sulle quote latte nella resa dei conti definitiva. Dopo che la Commissione Ue ha esplicitamente chiesto, con un ultimatum, al governo italiano di farsi pagare dagli splafonatori per il debito già pagato.

Fontana, l’8 luglio 2017, è stato ufficializzato il suo incarico di vicesindaco della città di Verona, con le seguenti deleghe: politiche della casa, relazioni internazionali, fondi UE, veronesi nel mondo, politiche demografiche, smart city e innovazione tecnologica, rapporti UNESCO.

Era stato scritto:

GOVERNO, ECCO I PRIMI NOMI. SPUNTA CANDIANI PER IL MIPAAF. POI STUCCHI, CENTINAIO, MOLTENI, GIORGETTI, SIRI, BAGNAI, CRIMI, CASTELLI, BONAFEDE, MORRA

Sembra essere ormai questione di ore per la squadra di governo. Nel pomeriggio potrebbero essere già comunicati i nomi nati dall’accordo Lega-M5S. Per arrivare al giuramento entro la settimana.

Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il Movimento Cinque Stelle stia facendo resistenza alla nomina di Barbara Saltamartini al Mipaaf – già consigliere relazioni istituzionali di Gianni Alemanno (e che AGRICOLAE aveva più volte scritto sarebbe andata a via Venti Settembre) – . Tanto da far spuntare un nuovo nome, quello di Stefano Candiani, attento conoscitore del Made in Italy che nella passata legislatura più volte ha presentato interrogazioni e proposte di legge a tutela delle produzioni italiane.

Candiani ha iniziato la carriera politica nel comune di Tradate, militando sempre per la Lega Nord. Assessore dal 1997 al 2002, alle amministrative del 2002 è stato eletto sindaco, venendo riconfermato alle successive amministrative del 2007. Dal 2007 al 2011 è stato inoltre segretario della Lega Nord per la provincia di Varese.

Nel 2013 viene eletto senatore della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Lombardia.

Dal 14 luglio 2014 è vicecapogruppo vicario del gruppo Lega Nord e Autonomie al Senato.

La partita è ancora aperta dunque fra i due contendenti dato che proprio il ministero dell’Agricoltura figura tra quelli più strategici sia per la Lega che per il M5S.

Alla difesa dovrebbe andare Giacomo Stucchi, già presidente del Copasir nella 17esima legislatura, la commissione bicamerale di inchiesta che vigila sull’operato dei servizi segreti e tutto quello che attiene alla sicurezza del Paese.

Alla Giustizia sembrerebbe vada Nicola Molteni, classe 1976, già presidente della Commissione Speciale della Camera. Sposato con l’ex direttrice de la Padania Aurora Lussana e uomo di fiducia di Matteo Salvini.

Alle Politiche europee dovrebbe invece andare Armando Siri, consigliere economico di Salvini e ideatore della Flat tax. Giornalista pubblicista proviene da un passato in Mediaset ma anche da un’esperienza nella gioventù socialista, (era amico personale e collaboratore di Bettino Craxi).

Al ministero della Cultura Alberto Bagnai, Alberto Bagnai, economista, politico e divulgatore scientifico italiano, in quota Lega. Già collaboratore del Fatto Quotidiano e de Il Giornale.

Al ministero del Turismo (a cui tiene molto Salvini) e ai rapporti con le regioni come prevede il titolo V) Gian Marco Centinaio, consigliere del leader della Lega per tutto quanto concerne turismo e cultura. Già capogruppo Lega al Senato nella 17esima legislatura e di nuovo nella 18esima, è stato anche vicesindaco del Comune di Pavia e assessore alla Cultura dal 2009 al 2014 nella Giunta di centrodestra guidata dal Sindaco del PdL Alessandro Cattaneo.

Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, sarà ministro dell’Economia o sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Già segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, capogruppo per la Lega Nord alla Camera dei Deputati per la XVII legislatura dal 2013 al 2014 e per la XVIII legislatura dal 27 marzo 2018. A lui si deve la legge sulla procreazione assistita.

Salvini agli Interni e Di Maio agli Esteri. Salvo imprevisti dell’ultima ora.

castelli

Per il Movimento Cinque Stelle saranno ministri, dalle ultime indiscrezioni, Nicola Morra (era membro della I commissione permanente (Affari costituzionali e già vicepresidente della Commissioni Affari Costituzionali nella passata legislatura); Laura Castelli, già referente della commissione Bilancio, della commissione economia, commercio, industria, e della commissione cultura. Inoltre ha tenuto la contabilità del Gruppo Consiliare; Alfonso Bonafede, nato a Mazara del Vallo, 2 luglio 1976 e avvocato civilista è stato vicepresidente della commissione Giustizia nella 17esima legislatura: Vito Crimi, già presidente della Commissione Speciale del Senato.




GOVERNO, ECCO I PRIMI NOMI. SPUNTA CANDIANI PER IL MIPAAF. POI STUCCHI, CENTINAIO, MOLTENI, GIORGETTI, SIRI, BAGNAI, CRIMI, CASTELLI, BONAFEDE, MORRA

Sembra essere ormai questione di ore per la squadra di governo. Nel pomeriggio potrebbero essere già comunicati i nomi nati dall’accordo Lega-M5S. Per arrivare al giuramento entro la settimana.

Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il Movimento Cinque Stelle stia facendo resistenza alla nomina di Barbara Saltamartini al Mipaaf – già consigliere relazioni istituzionali di Gianni Alemanno (e che AGRICOLAE aveva più volte scritto sarebbe andata a via Venti Settembre) – . Tanto da far spuntare un nuovo nome, quello di Stefano Candiani, attento conoscitore del Made in Italy che nella passata legislatura più volte ha presentato interrogazioni e proposte di legge a tutela delle produzioni italiane.

Candiani ha iniziato la carriera politica nel comune di Tradate, militando sempre per la Lega Nord. Assessore dal 1997 al 2002, alle amministrative del 2002 è stato eletto sindaco, venendo riconfermato alle successive amministrative del 2007. Dal 2007 al 2011 è stato inoltre segretario della Lega Nord per la provincia di Varese.

Nel 2013 viene eletto senatore della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Lombardia.

Dal 14 luglio 2014 è vicecapogruppo vicario del gruppo Lega Nord e Autonomie al Senato.

La partita è ancora aperta dunque fra i due contendenti dato che proprio il ministero dell’Agricoltura figura tra quelli più strategici sia per la Lega che per il M5S.

Era stato scritto:

GOVERNO, SI PARLA DI GIORGETTI PREMIER, SALTAMARTINI AL MIPAAF E CENTINAIO AL MIBACT

Alla difesa dovrebbe andare Giacomo Stucchi, già presidente del Copasir nella 17esima legislatura, la commissione bicamerale di inchiesta che vigila sull’operato dei servizi segreti e tutto quello che attiene alla sicurezza del Paese.

Alla Giustizia sembrerebbe vada Nicola Molteni, classe 1976, già presidente della Commissione Speciale della Camera. Sposato con l’ex direttrice de la Padania Aurora Lussana e uomo di fiducia di Matteo Salvini.

Alle Politiche europee dovrebbe invece andare Armando Siri, consigliere economico di Salvini e ideatore della Flat tax. Giornalista pubblicista proviene da un passato in Mediaset ma anche da un’esperienza nella gioventù socialista, (era amico personale e collaboratore di Bettino Craxi).

Al ministero della Cultura Alberto Bagnai, Alberto Bagnai, economista, politico e divulgatore scientifico italiano, in quota Lega. Già collaboratore del Fatto Quotidiano e de Il Giornale.

Al ministero del Turismo (a cui tiene molto Salvini) e ai rapporti con le regioni come prevede il titolo V) Gian Marco Centinaio, consigliere del leader della Lega per tutto quanto concerne turismo e cultura. Già capogruppo Lega al Senato nella 17esima legislatura e di nuovo nella 18esima, è stato anche vicesindaco del Comune di Pavia e assessore alla Cultura dal 2009 al 2014 nella Giunta di centrodestra guidata dal Sindaco del PdL Alessandro Cattaneo.

Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, sarà ministro dell’Economia o sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Già segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, capogruppo per la Lega Nord alla Camera dei Deputati per la XVII legislatura dal 2013 al 2014 e per la XVIII legislatura dal 27 marzo 2018. A lui si deve la legge sulla procreazione assistita.

Salvini agli Interni e Di Maio agli Esteri. Salvo imprevisti dell’ultima ora.

castelli

Per il Movimento Cinque Stelle saranno ministri, dalle ultime indiscrezioni, Nicola Morra (era membro della I commissione permanente (Affari costituzionali e già vicepresidente della Commissioni Affari Costituzionali nella passata legislatura); Laura Castelli, già referente della commissione Bilancio, della commissione economia, commercio, industria, e della commissione cultura. Inoltre ha tenuto la contabilità del Gruppo Consiliare; Alfonso Bonafede, nato a Mazara del Vallo, 2 luglio 1976 e avvocato civilista è stato vicepresidente della commissione Giustizia nella 17esima legislatura: Vito Crimi, già presidente della Commissione Speciale del Senato.

Rebus ancora sul nome del Premier.