VIVITE, DI MAIO: PIANO DI CONFRONTO E FONDO DA 45 MLN PER SPINGERE EXPORT. MONDO COOPERATIVO CI RENDE ORGOGLIOSI
“Preoccupa – per il vicepremier Luigi Di Maio – la guerra dei dazi per l’export nostri prodotti”. Da Milano dove è in corso Vi.vi.te, la manifestazione del vino della cooperazione italiana, il ministro dello Sviluppo economico spiega di voler avviare “un piano straordinario di confronto con tutte le organizzazioni”. E non solo: “Svilupperemo politiche per export e un approccio sistemico per i nostri prodotti”. Anche attraverso “un Fondo da 45 milioni per bloccare la contraffazione, tracciare i prodotti e spingere su export”. Poi il Pil: “Quest’estate si è fermato il Pil perché sono rallentate le esportazioni”, spiega ancora Di Maio. Che sottolinea come le “cantine siano eccellenze nazionali. Il mondo cooperativo ci rende orgogliosi, tutela il territorio e i nostri prodotti”, conclude.
VIVITE, DI MAIO: TAGLIEREMO 400 LEGGI INUTILI, ENTRO ESTATE TESTO UNICO DEL LAVORO
È questo lo studio inedito realizzato da Winemonitor-Nomisma e che sono stati presentati oggi a Vivite, il festival del vino cooperativo in programma oggi e domani al Museo della Scienza e della tecnologia Leonardo da vinci di Milano, con una seconda edizione arricchita nel programma e nel parterre di ospiti. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il presidente di Alleanza cooperative Italiane Maurizio Gardini, insieme ai copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani, che hanno voluto rimarcare con la loro presenza la grande vitalità di un comparto come quello della cooperazione vitivinicola, espressa da numeri di tutto riguardo: oltre 480 imprese operanti su tutto il territorio nazionale, 140.000 soci viticoltori, un fatturato di 4,5 miliardi di euro, 8 cooperative nella classifica delle prime 15 imprese italiane del vino.
“Lo studio presentato da Nomisma dimostra con l’evidenza dei numeri – ha spiegato Ruenza Santandrea, coordinatrice Vino di Alleanza cooperative Agroalimentari – il ruolo svolto dalle cantine cooperative nell’opera di salvaguardia e di sviluppo dei produttori di uva anche nelle zone più svantaggiate del paese. Nelle province dove la cooperazione non c’è, il potenziale produttivo va via via riducendosi. Ma attenzione, la cooperazione spesso è una condizione necessaria ma non sufficiente alla tenuta del vigneto, sufficienza che invece dipende dalla dimensione competitiva della cooperative, perché è nelle zone dove insistono cooperative più grandi ed internazionalizzate che è garantita la coltivazione della vite e la sostenibilità economica d migliaia di piccoli agricoltori che producono il 58% circa del vino italiano”.