DAZI, ‘SALVA’ LA MOZZARELLA DI BUFALA DOP. CONSORZIO AVEVA ANTICIPATO I TEMPI E CHIUSO ACCORDO CHE TRUMP NON POTEVA ORA RIMANGIARSI

Il comparto dei formaggi Made in Italy rischia di essere tra i più colpiti dai dazi Usa posti al 25 per cento e in vigore dal 18 ottobre di cui AGRICOLAE ha dato notizia nella giornata di ieri. Tra questi si ‘salva’ la Mozzarella di Bufala Campana Dop, uno dei più amati dagli americani. Che non rientra nella black list.

La ‘Mozzarella’ è il secondo formaggio per volumi di vendita negli Stati Uniti sebbene gli Usa rappresentino solo il 7% dell’export di ‘Mozzarella di Bufala Dop’.

Il consorzio ha anticipato le mosse e aveva chiuso ad agosto – ne aveva dato notizia esclusiva AGRICOLAE – un accordo proprio con il vicepresidente dell’Us Dairy. Un accordo che – evidentemente – non poteva ora essere smentito dall’amministrazione Trump a distanza di due mesi.

Per saperne di più:

USA, CASTANEDA: ACCORDO CON MOZZARELLA BUFALA DOP APRE LA STRADA A DIALOGO SU ‘MADE IN’. POI TOCCA A PECORINO E PROVOLONE

Per 15 anni si è dialogato quasi esclusivamente a livello politico per proteggere o promuovere il made in Italy ma ora il Consorzio della Mozzarella di Bufala Dop fa un passo avanti e ‘ragiona’ assieme ai produttori degli altri paesi per contrastare l’italian sounding. E trovare la quadra.

Il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo, e il vice presidente del US Dairy, nonché direttore del Consorzio dei Nomi Comuni, Jaime Castaneda, hanno firmato a Caserta, nella sede del Consorzio, l’accordo sulla protezione della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop negli Usa.

“Si tratta di un accordo molto importante”, spiega ad AGRICOLAE Castaneda. “Un primo passo risultato di un lavoro che abbiamo fatto insieme al Consorzio mozzarella di bufala Dop. Il contenuto è su elementi che sono importanti ma il vero valore di questo accordo è proprio nel cercare di dialogare insieme. Si apre una nuova fase di confronto tra gli operatori”, prosegue il vicepresidente Trade policy Us Dairy.

Si tratta di un accordo che protegge i produttori italiani e i consumatori americani. Ma non solo. A trarne beneficio sono anche gli stessi produttori americani. Perché?

“Si tratta di un accordo globale perché si stava litigando sul deposito dei marchi. Si verificano molti problemi in tutto il mondo in mancanza di accordi. Occorre riconoscere i diritti di ognuno ovunque”, prosegue. “Voi in Italia riconoscete che il termine ‘Mozzarella’ descrive un tipo di formaggio mentre noi in Usa riconosciamo che ‘Mozzarella di Bufala campana Dop’ ha un carattere distintivo e definisce il solo prodotto regolato dal disciplinare e il suo territorio”.

“Definire il termine ‘Mozzarella’ è importante per i produttori americani perché si definisce una volta per tutte un tipo di formaggio. Il produttore americano ora sa che Mozzarella è un tipo di formaggio definito nel Codex ed è un’apertura per un dialogo con altri consorzi che hanno casistiche simili. Come il Pecorino e Provolone”, continua ancora il direttore del Consorzio dei Nomi Comuni.

La ‘Mozzarella’ è il secondo formaggio per volumi di vendita negli Stati Uniti sebbene gli Usa rappresentino solo il 7% dell’export di ‘Mozzarella di Bufala Dop’.

“La Mozzarella è un formaggio molto amato dagli americani ed è il secondo per volume di vendita negli Usa. Sta crescendo molto negli Stati Uniti”, spiega Castaneda. “Noi facciamo una netta differenza tra mozzarella fresca e la mozzarella per la pizza. La mozzarella di Bufala Dop rappresenta una eccellenza di questo importante settore merceologico. E questa collaborazione – conclude – servirà per comunicare ai consumatori americani le differenze e le varie tipologie di prodotto”.