La filiera bufalina rischia il tracollo a causa della sofferenza immediata cui è soggetta per la natura stessa del prodotto fresco che la contraddistingue e a causa del fermo del sistema della ristorazione e di Horeca.
Nei primi 15 giorni di marzo 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 – da quanto apprende AGRICOLAE – è stato trasformato oltre il 60% di latte in meno. Sono state prodotte 766mila chili di bufala Dop contro i quasi 2 milioni di chili dello stesso periodo 2019, con un drastico calo delle vendite in particolare nel canale
ho.re.ca. (ristoranti e pizzerie, che incidono per il 22% sul comparto) come riflesso della chiusura dei locali, ma anche negli altri segmenti di vendita, come la grande distribuzione e il food service.
Colpito anche l’export. La mozzarella di bufala campana Dop – essendo un prodotto deperibile che ha bisogno di una logistica veloce – sta accusando i problemi di trasporto. Le esportazioni sono in difficoltà, sia quelle che viaggiano su gomma e che hanno nel Brennero una rotta fondamentale per arrivare ad esempio in Germania, primo Paese dell’export di bufala Dop, sia quelle via aereo a causa del rallentamento dei voli e delle misure adottate da alcuni Paesi.
In grande affanno anche la grande distribuzione. In fase pre crisi il consumatore si recava più volte alla settimana nei supermercati soprattutto per acquistare beni con breve scadenza, come la bufala campana. Oggi, con le limitazioni agli spostamenti, il consumatore cerca di acquistare beni con durata maggiore. Questo ha determinato un calo dei consumi anche in Gdo, primo canale di vendita (vale oltre il 40% delle vendite totali).
Cia, Confagricoltura e Coldiretti, assieme a Cna e a Confartigianato, hanno sottoscritto a Caserta un protocollo di intesa per prevedere da una parte la polverizzazione del latte e dall’altra convertire il prodotto fresco in stagionato, come caciocavallo.
“La soluzione c’è solo se si riducono i livelli produttivi per rialzare il valore del prodotto”, spiega ad AGRICOLAE il direttore di Assolatte Massimo Forino.
“Il ministero delle Politiche agricole è stato molto reattivo per trovare delle modalità per reimpiegare il prodotto latte. Ma la verità è che l’unica possibilità è che il prodotto diminuisca e che le aziende riducano le consegne. Così da tenere alto il valore”, insiste.
“Le iniziative italiane di chiusura adottate dal governo portano inevitabilmente a una riduzione dell’export e questo si traduce nella necessità che non si verifichi un eccesso di prodotto sul mercato.
Il mondo della cooperazione e degli industriali – prosegue Forino – stanno facendo un lavoro pazzesco per riutilizzare il latte per prodotti della Gdo che ha invece aumentato le vendite a causa dell’emergenza”.
Ma il problema ora è l’horeca. “Se al rallentamento del mercato non segue una riduzione del prodotto la situazione è destinata ad esplodere”.
“Il problema è soprattutto per il fresco rappresentato dalla Mozzarella di Bufala e dai formaggi freschi in generale”, prosegue ancora il direttore di Assolatte.
“Gli impianti di polverizzazione di latte sono pochissimi in Italia. Si sta ora pensando di convertire impianti da polverizzazione siero in poverizzazione latte. Per quanto riguarda la filiera bufalina il problema è il sistema di conservazione del latte fresco e lo stoccaggio. Non è detto che i produttori abbiano strutture sufficienti alla conservazione del prodotto e che possano far fronte ai costi che da essi ne derivano”, conclude.
Era stato scritto:
IN CAMPANIA CIA, COLDIRETTI E CONFAGRICOLTURA UNITE SU FILIERA BUFALINA CON CNA E CONFARTIGIANATO. IL PROTOCOLLO D’INTESA
Posted by
Redazione × Pubblicato il 18/03/2020 at 11:25
Le Organizzazioni agricole e dei trasformatori concordi sulla necessità di ritirare il latte dalle stalle per garantire la corretta gestione delle mandrie e il benessere animale.
Sottoscritto un Protocollo tra la Confagricoltura, la Coldiretti, Cia Terra Felix e dall’altra parte la Confartigianato e CNA Campania Nord, che hanno convenuto sulla necessità di ritirare tutto il latte prodotto dalle aziende e procedere alla produzione di prodotti alternativi atti alla conservazione e allo stoccaggio per tutto il latte in eccedenza considerata la contrazione delle vendite.
Le Organizzazioni invitano i propri soci a collaborare per superare il difficile momento trovando le soluzioni più adeguate per gestire i conferimenti ed il ritiro del latte.
Nel momento di difficoltà tutta la filiera si deve unire nel trovare soluzioni che possano permettere anche in un momento successivo il sostegno delle istituzioni.
Non produrre è impossibile per le aziende agricole, stoccare latte non è immaginabile per costi e problemi logistici, l’unica soluzione è trasformare in prodotti conservabili che potranno successivamente essere gestiti sui mercati nazionali ed internazionali anche con il sostegno del MiPAAF, che già ha in campo alcune iniziative, ma anche da parte della Regione Campania a cui sarà avanzata motivata richiesta.
Spiace vedere che in un momento di tale emergenza e difficoltà per l’intera nazione, ci sia chi voglia lucrare e scaricare tutto il costo di una crisi sugli altri.
Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il protocollo d’intesa:
PROTOCOLLO LATTIERA CASEARIA COVID-19