Governo, tutti pazzi per il Mipaaf con record di mandati nel nome della continuità. Da cui vengono 5 premier, un capo dello Stato, un presidente Nato e che fu del papà di Mattarella

Tutti pazzi per il Mipaaf. Mentre Giorgia Meloni e Matteo Salvini rivendicano vicendevolmente il ministero dell’Agricoltura che fu anche del papà dell’attuale presidente della Repubblica, Bernardo Mattarella, rispunta nuovamente il nome di Roberto Berutti – l’economista piemontese che si occupa di questioni agricole all’interno dei gabinetti politici di Janusz Wojciechowski e Ursula von der Leyen dato ormai per perso – come ipotesi titolare del dicastero delle Politiche agricole. Ma ipotesi che secondo i più informati non è probabile. 

Dal Mipaaf vengono 4 presidenti del Consiglio: Segni per due volte; Fanfani per 6 volte; Emilio Colombo, Giovanni Goria e Mariano Rumor per 5 volte. Fanfani è stato anche presidente della Nato. Mentre il ministro Mipaaf Natali è stato tre volte commissario Ue.

Il primo ministro dell’Agricoltura è stato Antonio Segni, nel 1946, poi due volte presidente del consiglio fino ad essere eletto presidente della Repubblica.

Amintore Fanfani (sei volte presidente del Consiglio e presidente della Nato)

Emilio Colombo (presidente del Consiglio e presidente del Parlamento Ue)

Mariano Rumor, (cinque volte presidente del Consiglio)

Lorenzo Natali, (tre volte commissario Ue)

Giovanni Goria, (presidente del Consiglio)

Il Mipaaf da sempre è uno dei ministeri considerati tecnicamente di terza fascia ma in realtà importante quasi come una prima fascia e per via degli aspetti tecnici che ne contraddistinguono la materia, è da sempre uno dei ministeri gestiti con una maggiore continuità.

Il record di mandati lo ha avuto Giovanni Marcora: in totale sette, dal 1974 al 1980. Seguito da Antonio Segni, 5 mandati dal 1946 al 1951) e a quota 4 mandati Mariano Rumor (dal 1959 al 1963); Lorenzo Natali (dal 1970 al 1973); Filippo Maria Pandolfi, dal 1983 al 1988.

Poi Giuseppe Bartolomei, Paolo De Castro hanno fatto tre mandati.

Rocco Solomone, Giuseppe Medici, Emilio Colombo, Gianni Alemanno e Maurizio Martina hanno fatto due mandati.

In ordine cronologico.

Antonio Segni è stato ministro Mipaaf per cinque mandati: 

De Gasperi II 14 luglio 1946 (dal 14 luglio 1946 al 2 febbraio 1947)

De Gasperi III 2 febbraio 1947 (dal 2 febbraio 1947  al 1º giugno 1947

De Gasperi IV (1º giugno 1947 al 24 maggio 1948)

De Gasperi V (dal 24 maggio 1948 al 28 gennaio 1950).

De Gasperi VI (dal 28 gennaio 1950 al 26 lugio 1951)

Rocco Solomone è stato ministro Mipaaf per due mandati

De Gasperi VIII (dal 16 luglio 1953 al 17 agosto 1953)

Pella (dal 17 agosto 1953 al 19 gennaio 1953)

Giuseppe Medici è stato ministro Mipaaf per due mandati

Fanfani 1 (19 gennaio 1954 al 10 febbraio 1954)

Scelba (dal 10 febbraio 1954 al 6 luglio 1955)

Emilio Colombo è stato ministro Mipaaf per due mandati

Segni 1 (dal 6 luglio 1955 al 20 maggio 1957)

Zoli (dal 20 maggio 1957 al 2 luglio 1958)

Mariano Rumor è stato ministro Mipaaf per 4 mandati

Segni 2 (dal 16 febbraio 1959 al 26 marzo 1960)

Tambroni (dal 26 marzo 1960 al 27 lugio 1960)

Fanfani 3 (dal 27 luglio 1960 al 22 febbraio 1962)

Fanfani 4 (dal 22 febbraio 1962 al 22 giugno 1963)

Bernardo Mattarella, padre di Sergio attuale presidente della Repubblica, dal 23 giugno 1963 al 5 dicembre dello stesso anno)

Lorenzo Natali è stato ministro Mipaaf per 4 mandati

Rumor 3 (dal 28 marzo 1970 al 6 agosto 1970)

Colombo (dal 6 agosto 1970 al 16 febbraio 1972)

Andreotti 1 (dal 18 febbraio 1972 al 26 giugno 1972)

Andreotti 2 (dal 26 giugno 1972 al 8 luglio 1973)

Giovanni Marcora è stato ministro Mipaaf per 7 mandati

Moro 4 (dal 23 novembre 1974 al 12 febbraio 1976)

Moro 5 (dal 12 febbraio 1976 al 30 luglio 1976)

Andreotti 3 (dal 30 luglio 1976 al 13 marzo 1978)

Andreotti 4 (dal 13 marzo 1978 al 21 marzo 1979)

Andreotti 5 ( dal 21 marzo 1979 al 5 agosto 1979)

Cossiga 1 (dal 5 agosto 1979 al 4 aprile 1980)

Cossiga 2 (dal 4 aprile 1980 al 18 ottobre 1980)

Giuseppe Bartolomei è stato ministro Mipaaf per 3 mandati

AntForlani (18 ottobre 1980 al 28 giugno 1981)

Spadolini 1 (dal 28 giugno 1981 al 23 agosto 1982)

Spadolini 2 (dal 23 agosto 1962 al 1 dicembre 1982)

Filippo Maria Pandolfi è stato ministro Mipaaf per 4 mandati

Craxi 1 (dal 4 agosto 1983 al 1 agosto 1986)

Craxi 2 (dal primo agosto 1986 al 18 aprile 1987)

Fanfani 6 (18 aprile 1987 al 29 luglio 1987)

Goria (dal 29 luglio 1987 al 13 aprile 1988)

Gianni Alemanno è stato ministro Mipaaf per due mandati

Berlusconi 2 (dall’11 giugno 2001  al 23 aprile 2005)

Berlusconi 3 ( dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2008)

Paolo De Castro è stato ministro Mipaaf per tre mandati

D’Alema 1 (dal 21 ottobre 1998 al 22 dicembre 1999)

D’Alema 2 8dal 22 dicembre 1999 al 26 aprile 2000)

Prodi 2 (dal 17 maggio 2006 al 8 maggio 2008)

Maurizio Martina è stato ministro Mipaaf per tre mandati

Renzi (dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016)

Gentiloni (dal 12 dicembre 2016 al 13 marzo 2018)

Governo, ecco la squadra integrale Meloni-Salvini-Berlusconi. Flipper Mipaaf e Turismo Lega-Fdi. Tutti i nomi




Nato, Enrico Letta in corsa per la poltrona che piaceva a Renzi. Sfumata dopo i polveroni alzati

Enrico Letta in corsa da segretario della Nato.

La crisi internazionale in Ucraina ha riportato al centro dell’attenzione il ruolo della Nato dopo un lungo periodo di declinante rilevanza culminata con il brusco abbandono dell’Afghanistan. Quello che appare chiaro è che all’ordine del giorno della geopolitica globale potrebbe esserci il venire meno del pieno impegno militare USA in Europa.

Il quadro della sicurezza europea sta cambiando rapidamente e richiederà decisioni difficili, che definiranno il futuro politico dell’Europa.

In questo quadro si dovrà concretizzare a breve la successione dell’attuale segretario generale, il norvegese Jens Stoltenberg che dopo la proroga del 2019 di altri due anni, andrà a scadenza a fine settembre 2022.

A guardare a quella impegnativa poltrona gli Inglesi con Theresa May, tuttavia crescono le opportunità per un asse UE a trazione mediterranea e in questo senso le chance dell’Italia sono fortemente in rialzo. Aveva annusato l’aria che tirava Matteo Renzi che forte di un legame personale con Biden qualche mese fa avrebbe sondato quella possibilità che ora appare sfumata con le vicende giudiziarie in corso e le polemiche sulle attività nel mondo arabo.

Sul tavolo il nome che sta prendendo quota è quello di Enrico Letta che avrebbe tutte le carte in regola per ricoprire quel ruolo. Macron, che però dovrà affrontare le forche caudine delle presidenziali a primavera, sarebbe un forte sostenitore di quell’ipotesi e da quanto apprende AGEEI anche l’ex premier Letta starebbe valutando seriamente quell’opportunità. Le vicende politiche nazionali di fatto sono sempre più estenuanti e da quanto si apprende anche le vicende interne al PD che a breve deve assumere le decisioni riguardo il prossimo congresso che deve essere celebrato entro il prossimo anno.

Nato, Enrico Letta in corsa per la poltrona che piaceva a Renzi. Sfumata dopo i polveroni alzati




SANZIONI RUSSIA, SALVINI: ASSURDE. CERCHEREMO DI FARLO CAPIRE A PARTNER UE E NATO

Basta sanzioni alla Russia. “Cercheremo di spiegare ai nostri partner, Ue e Nato” che le sanzioni sono “assurde”. Matteo Salvini, il giorno del Consiglio Ue su Brexit, attacca duro: “sono convinto che le sanzioni anti-russe siano un’assurdità sociale, culturale ed economica, e cercheremo di spiegare e convincere tutti i nostri partner di questo, anche durante le discussioni a livello europeo” dichiara il ministro dell’Interno in un’intervista alla Tass prima del suo viaggio a Mosca. Il vicepremier precisa che “purtroppo, il deterioramento delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti, alcuni paesi europei e la Russia è un problema difficile, anche per l’Italia, che dipende dalla sua appartenenza a specifiche strutture internazionali. Prima di tutto, l’Ue e la Nato”.

Poi le elezioni Ue: “Le prossime elezioni europee saranno l’inizio di cambiamenti epocali per il futuro dell’Europa. I nostri avversari parlano di un’imminente catastrofe in arrivo, ma questo riguarda solo i loro interessi personali – ha aggiunto Salvini – i popoli europei, invece, avranno la possibilità senza precedenti di creare una nuova Unione, che sarà un’unione di territori sovrani, basata sui principi della democrazia e non sugli interessi della minoranza di speculatori finanziari”.

Il vicepremier Matteo Salvini è tornato a condannare, dalle pagine della Tass, anche tutti coloro che a Bruxelles attaccano in modo “apocalittico” il governo italiano. “Non corrispondono allo stato reale delle cose e alla realtà in cui vivono i nostri cittadini”, spiega. “I lobbisti finanziari a Bruxelles non possono accettare la nostra presenza al potere”, perché Lega e Cinque Stelle sono “due movimenti politici che non possono essere ricattati in alcun modo”. “Sono sempre più convinto – spiega ancora – che le lobbies finanziarie a Bruxelles non possono accettare la nostra presenza al governo: questa reazione non mi sorprende, per anni hanno manipolato fantocci mentre adesso sono costretti ad avere a che fare con due movimenti politici verso i quali non possono fare ricatti poiché non devono niente a nessuno, se non difendere gli interessi del loro popolo”.