Rai, Report “difende” Nutriscore e fa melina su finanziatori. Ma la scienza dice altro

Nutriscore vs Nutrinform. Ennesimo attacco al Made in Italy, ma questa volta giunge dalla Rai attraverso la trasmissione Report andata in onda lunedì 15 maggio in prima serata. Il tutto finanziato con soldi pubblici.

Di seguito AGRICOLAE pubblica il link la puntata andata in onda:

https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-battaglia-delle-etichette-e20891d9-b34c-418b-a0ca-c3e8660f19ba.html

E la Rai si trincera, dopo la nota di Palazzo Chigi dietro un no comment. Sigfrido Ranucci, raggiunto da AGRICOLAE spiega di non poter parlare senza autorizzazione di Fabrizio Casinelli (ufficio stampa Rai) il quale a sua volta spiega che è lo stesso Ranucci a dover chiedere l’autorizzazione a Antonio Luca Di Bella (Direttore Approfondimento). 

Nel frattempo la Rai tace in merito ai finanziatori della trasmissione Report. Infatti da quanto si apprende alcuni servizi vengono finanziati direttamente dalla Rai, mentre altri vengono venduti a pacchetto chiuso a seguito di quanto concordato preventivamente col servizio pubblico. Nel caso della puntata andata in onda sul Nutriscore si tratta di un giornalista interno, quindi un servizio finanziato con soldi pubblici. Resta il fatto che la Rai non fornisce alcuna trasparenza in merito ad eventuali finanziatori dei servizi che vengono confezionati non direttamente dal servizio pubblico.

AGRICOLAE ha difatti inviato una mail all’Ufficio Stampa Rai per sapere “chi finanzia i servizi e le trasferte, anche estere, dei giornalisti di Report. E nel caso in cui venisse venduto il prodotto finito se il servizio pubblico abbia contezza dei finanziatori delle inchieste.”

 

Nutriscore, Palazzo Chigi: Report ha fornito una visione dei sistemi di etichettatura dei prodotti alimentari parziale e non condivisibile

 

Il servizio andato in onda di Report sembra prendere le difese del Nutriscore senza chiamare in causa i molti soggetti che finora si sono espressi sfavorevolmente sull’etichettatura francese. Nel corso del servizio ritroviamo invece interviste finanche al suo ideatore ed organi di stampa che da sempre -pare- si esprimano a favore del Nutriscore, senza alcun accenno invece ai tanti dubbi sollevati dalla stessa comunità scientifica sulla reale efficacia del Nutriscore. Tra i molti a bocciare il Nutriscore anche l’Accademia dei Georgofili. 

“Quanto è giusto sacrificare sull’altare della semplicità la correttezza scientifica? si domanda Paolo Fantozzi, coordinatore del Comitato Consultivo dei Georgofili sulle Tecnologie Alimentari.

Nutriscore, anche i Georgofili bocciano (di nuovo) l’etichetta a semaforo

“Un sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole” dichiara invece Jean-Michel Lecerf, autore di oltre 600 articoli e 400 papers e fondatore all’Istituto Pasteur di un dipartimento di nutrizione.

Nutriscore, il più grande esperto di nutrizione francese: “sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole”

Il CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita), un organismo di supporto del Governo e, in particolar modo, del Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’elaborazione di linee di indirizzo scientifico, produttivo, di sicurezza sociale e di consulenza in ambito nazionale e comunitario, dichiara invece:

“Non ci sono prove che l’adozione del Nutriscore possa migliorare le conoscenze/competenze in ambito nutrizionale del consumatore o le sue scelte di acquisto in un contesto di vita reale, che possa migliorare la qualità della sua dieta e che le variazioni della sua dieta possano modificare favorevolmente lo stato di salute del consumatore.”

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Stessi risultati a cui è giunta anche una recente ricerca condotta da scienziati internazionali, tra cui italiani, spagnoli e olandesi, che ha messo in luce tutte le contraddizioni del Nutriscore che in numerose occasioni promuove cibi ultra elaborati e che, anziché promuovere modelli alimentari sani, rischia di fuorviare i consumatori portando a scelte dietetiche squilibrate. Dunque il Nutriscore – si legge nel rapporto – contraddice le intenzioni originali della Commissione Ue e soprattutto mancano reali conferme di causalità tra l’adozione di una etichettatura fronte pacco e il miglioramento della salute dei consumatori.

Di seguito AGRICOLAE pubblica i risultati della ricerca: 

https://doi.org/10.1016/j.nut.2022.111861

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“Bisogna continuare a insistere sul Nutrinform. Ormai è evidente a tutti come il Nutriscore sia una grande falsità. E’ inutile che le lobby di carattere europeo continuano a cercare di insistere sulla sua adozione (purtroppo anche qualche italiano noto alle cronache come colui che si è svenduto agli interessi di questi per cercare di far passare un sistema che aveva un solo indirizzo: favorire i cibi ultraprocessati e favorire ciò che non si caratterizza in termini qualitativi ma semplicemente in interessi economici)”.

Così ad AGRICOLAE il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel commentare il documento pubblicato dall’Eupha, (l’associazione europea per la pubblica salute di cui fa parte anche l’ex consigliere del ministero della Salute al tempo di Roberto Speranza, Walter Ricciardi), con il quale si chiede alla Commissione Ue di imporre a tutti gli Stati membri il Nutriscore.

Prandini spiega che “non bisogna sottovalutare i passaggi successivi che vengono fatti nel contesto europeo”. “L’attenzione va tenuta sempre molto alta senza dar per certi i risultati che hanno fatto pensare che la discussione si sia accantonata. Non è risolta definitivamente”.

“Quello che dobbiamo fare è cominciare a chiedere alle industrie agroalimentari italiane di cominciare a utilizzare il Nutrinform Battery”, prosegue il presidente Coldiretti. “Diversamente siamo un po limitati nel cercare di sostenere un sistema che però non è evidente nella quotidianità. Se noi riuscissimo a farlo già applicare nel nostro Paese – conclude – sicuramente questo potrebbe facilitare molto l’Italia in termini di discussione propositiva a livello europeo nei prossimi passaggi successivi che ci saranno”.

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Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni

In Ue si torna alla carica sull’etichetta a colori sui prodotti alimentari e l’EUPHA, l’Associazione europea di sanità pubblica, (organizzazione ombrello per le associazioni e gli istituti di sanità pubblica in Europa fondata nel 1992 da 15 membri di cui fa parte anche l’ex consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi) redige un documento con il quale esprime “le sue crescenti preoccupazioni riguardo ai ritardi” e, individuando nel Nutriscore “l’unica opzione possibile” chiede alla Commissione “di imporre l’etichettatura obbligatoria degli alimenti con Nutriscore in tutta Europa.

Dichiarazione sull’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione nell’Unione europea 15 marzo 2023

L’Associazione europea per la salute pubblica (EUPHA) esprime le sue crescenti preoccupazioni riguardo ai ritardi regolamento 1169/2011 relativo all’informazione del Food ai consumatori.

Nel maggio 2020, – scrive l’EUPHA – la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia Farm to Fork, in cui si impegnava a “proporre un’etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria sulla parte anteriore della confezione” per “mettere i consumatori in condizione di effettuare scelte alimentari informate, sane e sostenibili” entro il quarto trimestre del 2022. La Commissione ha ribadito questo impegno nel Piano europeo per la lotta al cancro del febbraio 2021.
La scadenza inizialmente annunciata dalla Commissione è ormai passata e non sembra esserci alcuna indicazione formale sulla data di pubblicazione della proposta.

Nelle sue risposte alle tabelle di marcia della Commissione sull’etichettatura degli alimenti e sui profili nutrizionali,iv e nella successiva
successiva consultazione, EUPHA ha espresso un forte sostegno all’adozione di un sistema di etichettatura armonizzato, a livello europeo, obbligatorio ed efficace, di un sistema di etichettatura nutrizionale sul fronte della confezione (FoPNL). Questo è tanto più
più urgente in quanto oltre la metà degli adulti nell’UE è in sovrappeso o obesa, con conseguente aumento di malattie croniche come tumori, malattie cardiovascolari, malattie croniche come tumori, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, ipertensione e malattie coronariche.

Le diete non salutari causano oltre 950.000 decessi e la perdita di oltre 16 milioni di anni di buona salute ogni anno.
vii salute ogni anno, con un carico sproporzionato sui membri dei gruppi socioeconomici più bassi.
L’obesità ha anche notevoli costi diretti e indiretti per i sistemi sanitari e altri sistemi sociali.

 

È chiaro che in tutta l’UE c’è un forte sostegno per l’attuazione di un sistema armonizzato a livello europeo che segua lo schema FoPNL come dimostrano chiaramente le risposte alla consultazione. 

 

Sollecitiamo l’UE a procedere senza indugio alla luce dei danni che il sistema FoPNL derivanti da diete non salutari e gli evidenti benefici di FoPNL.

L’adozione di un sistema armonizzato FoPNL presenta vantaggi significativi da almeno quattro punti di vista.

Dal punto di vista dei consumatori: un sistema FoPNL efficacemente concepito può contribuire a informare i consumatori sulla composizione nutrizionale degli alimenti che acquistano e consumano. Informare i consumatori, e quindi metterli in condizione di prendere decisioni più sane, è al centro delle strategie dell’UE per la tutela dei consumatori e della salute.
Il documento riflette la convinzione dell’UE che la regolamentazione dell’etichettatura degli alimenti sia importante per orientare i consumatori verso scelte più sane, promuovendo al contempo la libera circolazione dei prodotti alimentari e delle merci. Attualmente, l’UE prescrive soltanto una piccola tabella monocromatica di informazioni nutrizionali sul retro delle confezioni degli alimenti, che può essere difficile da vedere e da capire.
Una FoPNL efficacemente progettata, invece, può fornire informazioni facilmente visibili e comprensibili.

Dal punto di vista dei produttori e degli altri operatori economici, uno schema FoPNL armonizzato uniformerà le condizioni di gioco, aumenterà la certezza del diritto e ridurrà i costi di etichettatura. Attualmente esistono sette schemi nazionali raccomandati in 14 Stati membri. Esistono altri schemi progettati dall’industria ma non ufficialmente approvati da uno Stato membro. Mentre alcuni produttori hanno adottato il FoPNL, molti non lo hanno fatto, mentre altri utilizzano più schemi diversi. Alcuni produttori utilizzano l’etichettatura FoPNL in modo selettivo solo su alcuni prodotti.

 

Dal punto di vista degli Stati membri, un sistema obbligatorio a livello europeo contribuirà alle politiche volte a ridurre la prevalenza dell’obesità e delle malattie legate all’alimentazione. Le attuali norme dell’UE vietano l’adozione di schemi nazionali FoPNL efficaci e interpretativi e non incoraggiano l’adozione di schemi FoPNL di facile utilizzo. Inoltre, e molto importante, gli Stati Membri non possono rendere obbligatorio il FOPNL. Di conseguenza, il grado di frammentazione normativa è elevato e gli Stati membri non sono in grado di garantire il livello di protezione dei consumatori e della salute che si sono impegnati a fornire nelle sedi internazionali.

Dal punto di vista dell’UE stessa, uno schema FoPNL armonizzato promuoverà il corretto funzionamento del mercato interno in linea con il mandato dell’UE di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori e della salute in tutte le sue politiche. Inoltre, faciliterà il rispetto da parte di tutti gli Stati membri degli impegni assunti a livello internazionale per promuovere ambienti alimentari più sani e contribuire così a prevenire le malattie legate all’alimentazione.

La Commissione, nella sua valutazione d’impatto iniziale e nel documento di consultazione, ha proposto quattro tipi di etichette come contendenti per un sistema obbligatorio armonizzato a livello europeo: indicatori graduati (ad esempio Nutri-Score); loghi di approvazione (ad esempio Keyhole); codici colore (ad esempio Multiple Traffic Lights); e numerici (ad esempio NutrInform).

L’analisi del Centro comune di ricerca della Commissione sui dati relativi alle etichette protettive, pubblicata nel 2022 e comprendente la letteratura sulla prospettiva delle preferenze e dei risultati dei consumatori, ha individuato i criteri per il successo di un sistema efficace di etichettatura protettiva.

In primo luogo, le etichette con codice colore sembrano attirare l’attenzione dei consumatori grazie a una maggiore salienza dell’etichetta, sono preferite dai consumatori, sono associate a una maggiore comprensione e incoraggiano acquisti di alimenti più sani. In secondo luogo, le etichette semplici richiedono meno attenzione per essere elaborate e sono preferite e più facilmente comprese dai consumatori. Al contrario, le etichette più complesse richiedono più tempo per essere elaborate e le etichette monocromatiche hanno prestazioni inferiori rispetto agli schemi colorati per migliorare la salubrità degli acquisti dei consumatori. In terzo luogo, i consumatori preferiscono e comprendono meglio quantità di riferimento salienti, coerenti e semplici.
È chiaro, quindi, che dei quattro schemi considerati nella valutazione d’impatto iniziale, il Nutri- Score è l’unico che soddisfa questi criteri, in quanto è semplice, graduato e codificato a colori. La sua efficacia, in termini di capacità di attirare l’attenzione dei consumatori, di essere percepito favorevolmente, di essere ben compreso, è stata dimostrata da un’analisi dei risultati.

Inoltre, il modello di profilo nutrizionale alla base de Nutriscore è stato ampiamente convalidato e ha dimostrato di essere associato in modo prospettico ai risultati di salute, dimostrando il suo potenziale per aiutare a ridurre le malattie legate alla nutrizione nel lungo termine. Anche se nessuno schema potrà mai essere definito perfetto per tutti gli stakeholder, la sua base di evidenze sviluppata e la sua adozione da parte di un numero crescente di Stati membri rendono il Nutriscore l’unica opzione praticabile per l’implementazione tempestiva di un Fopnl armonizzato nell’Unione europea.

Alla luce di quanto sopra, Eupha chiede che la Commissione proceda con la revisione che si è impegnata a introdurre, proponendo con urgenza una legislazione che imponga l’etichettatura obbligatoria degli alimenti con Nutriscore in tutta Europa.

Nel Government Board figurano, in rappresentanza dell’Italia:

Prof Roberta Siliquini
Rosaria Iardino
Prof Renato Lauro
Prof Ida Iolanda Mura
Prof Carlo Signorelli
Prof Nicola Nante
Prof Walter Ricciardi

Le reazioni:

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Nutriscore, Battista: stop a sistema che penalizza Made in Italy e dieta mediterranea, senza portare benefici su salute

Nutriscore, Piccinini, Alleanza Cooperative Agroalimentari: non ha un approccio educativo e deprime le aspettative sulla capacità di comprensione dei consumatori

Nutriscore. Caretta (FdI), Eupha vuole orientare opinioni e gusti dei cittadini

Nutriscore, Carloni: con sua adozione crollo export Made in Italy del 50%

Nutriscore, Siliquini, Eupha: risultato preponderanza di una parte dei Paesi che ne fanno parte. Etichetta immediata ma fuorviante per il consumatore

Nutriscore: Centinaio (Lega), stop attacchi a Made in Italy

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Agroalimentare, Prandini: Non limitarci a critica, serve atteggiamento costruttivo e interlocuzione per creare alleanze in Ue

“Servirebbe uno sforzo da parte dell’industria italiana nell’utilizzare Nutrinform.

C’è un vulnus sul tema Nutriscore, basti pensare che noi oggi avremmo patatine fritte con semaforo verde e parmigiano reggiano con semaforo quasi rosso. Deriva dai quantitativi presi in esame, nessun cittadino mangia 1 kg di parmigiano in un pasto tradizionale. Se noi andiamo sulla corretta quantità quello schema sarebbe stravolto.

Cosa dobbiamo fare? Non criticare ma lavorar al fianco delle istituzioni, facendo capire dove sono gli errori di valutazione, i quali sono anche figli di interessi economici. Infatti ci sono in Europa lobbies multinazionali che vogliono influenzare le scelte sulle direttive.”

Così Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, nel corso del convegno sull’evoluzione dell’agroalimentare italiano ed europeo tra sostenibilità e benessere, organizzato da Eunews e GEA Agency.

“Se cambiamo noi per primi l’atteggiamento dove negli anni passati ci limitavamo alla sola critica credo che la politica abbia la forza per arrivare alla verità.

“Ho chiesto come primo dato di aumentare la dotazione del personale per quanto riguarda la nostra ambasciata a Bruxelles. Qualcuno sorriderà, ma quando hai un’ambasciata scarna che non ha personale per seguire tutti i regolamenti, questo crea criticità e distorsione.

Le altre ambasciate hanno tre volte il personale rispetto alla nostra.

Noi dobbiamo passare dalla critica fine a se stessa a un atteggiamento costruttivo di interlocuzione che deve essere fatto con quei paesi che hanno degli interessi simili ai nostri su tutte le filiere produttive, come hanno saputo fare i paesi del nord Europa. Loro hanno ottenuto qualcosa, noi ci siamo limitati alla critica.

La critica non cambia le sorti delle nostre imprese, e questo vale per il nutriscore, il packaging, la sostenibilità Noi siamo il paese piu sostenibile a livello mondiale, dobbiamo creare una conoscenza a livello di cittadini italiani e non solo, tramite la gestione dei dati potremmo rappresentare come stanno realmente le cose, basti pensare ai dati della zootecnia.

Il tema delle energie rinnovabili può essere un argomento che parte dall’agricoltura (iniettare i reflui nel terreno, continuare nella ricerca), ma la sfida è la sinergia con mondi lontani ma con interessi simili al nostro.

La sfida è uscire dagli steccati, l’agricoltura fine a se stessa. Lo sforzo di Coldiretti è di allargare la possibilità di interlocuzione per dimostrare alle future generazioni che possiamo essere una garanzia per loro.”




Nutriscore, il più grande esperto di nutrizione francese: “sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole”

La pietra tombale sul Nutriscore questa volta arriva direttamente dalla Francia e a sotterrare l’etichettatura a semaforo è uno dei più importanti esperti di nutrizione del paese, ossia Jean-Michel Lecerf, autore di oltre 600 articoli e 400 papers e fondatore all’Istituto Pasteur di un dipartimento di nutrizione.

Nel corso di un’intervista a European Scientist (ribadito poi a Le Parisien) il giudizio di Lecerf  è quanto mai netto, i punteggi dati dal Nutriscore agli alimenti sono frutto di una analisi incompleta e parziale. Si tratta di un sistema obsoleto che si basa su concetti nutrizionali che provengono dagli anni ’80 e ormai sorpassati dalla scienza. 

Per dirla con le sue parole “il Nutri-Score è un concetto nutrizionale degli anni ’80, ma siamo nel 2022. Il cibo è molto più complesso di una somma di cibi selezionati. Offre solo un approccio riduzionista e dà l’impressione che ci siano cibi cattivi e cibi buoni, facendo  sentire le persone in colpa.”

Ancora una volta la scienza si schiera contro il Nutriscore mettendo in risalto tutti i limiti del sistema ideato da Serge Hercberg. Ancor prima di Jean-Michel Lecerf ricordiamo infatti le ricerche pubblicate dal CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita), da Safe (Safe Food Advocacy Europe), dall’Accademia dei Georgofili e da grande parte della comunità scientifica internazionale che smentisce i benefici sulla salute del Nutriscore. E lo stesso studio Ue realizzato dal JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione Ue) rimane in bilico su molti aspetti sottolineando come non sussista alcun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute.

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Dichiara Jean-Michel Lecerf:

“Il Nutri-Score non tiene conto dell’effetto matrice (1), ossia i nutrienti non hanno lo stesso impatto quando sono contenuti in alimenti diversi. Questo è il caso degli acidi grassi saturi. Ad esempio, se contenuti nei prodotti lattiero-caseari, questi acidi grassi saturi non sono associati ad un aumentato rischio cardiovascolare e cardiometabolico.

Un altro errore commesso da Nutri-Score è che basa il suo punteggio su porzioni da 100 grammi, ma non ho mai visto nessuno mangiare 100 grammi di Roquefort. Una piccola porzione tipica è di 20 grammi. E questo è uno svantaggio del sistema.

Il Nutri-Score dà ad alcuni alimenti un punteggio peggiore come risultato di una analisi incompleta e parziale. I formaggi, che sono naturalmente grassi e salati, sono particolarmente colpiti nonostante abbiano i loro benefici per la salute. A mio parere, il Nutri-Score è obsoletoE poiché non tiene conto dell’effetto matrice, né attribuisce voti peggiori agli alimenti ultra-lavorati, i produttori manipolano sempre più la composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole.”

Per Lecerf non esistono dunque cibi buoni o cattivi “tutti i cibi hanno il loro posto, nessun cibo è tossico e la varietà è la chiave” sottolinea all’European Scientist, “Il problema con il Nutri-Score è che non fornisce informazioni, ma solo una loro interpretazione” evidenzia, per poi proseguire “l’algoritmo potrebbe essere migliorato soppesando se un alimento è ultra-elaborato, dovrebbe inoltre incorporare maggiori conoscenze scientifiche e includere anche nuovi nutrienti positivi come omega 3, polifenoli, calcio, ferro. C’è molto margine di miglioramento, ma sembra esserci una forma di opposizione ideologica.”

In ogni caso l’impatto del Nutriscore sarebbe assolutamente insoddisfacente  seppure venisse applicato, come d’altronde hanno già evidenziato alcune ricerche. Difatti non solo lo studio del JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione Ue) citato sopra ne metteva in dubbio l’efficacia, ma anche il rapporto redatto dall’EFSA, l’Agenzia per la sicurezza alimentare, metteva in luce come al primo posto nel guidare le scelte di chi fa la spesa fosse il costo (54%) del prodotto, seguito dal gusto (51%) e dall’origine e sicurezza (46%). Poi il contenuto dei nutrienti. Agli ultimi posti e marginali il rispetto per l’ambiente e il clima.

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A tal proposito dichiara sempre Lecerf: 

L’impatto del Nutriscore è estremamente debole. Abbiamo creato negozi al dettaglio sperimentali per condurre studi sul punteggio Nutri. Hanno mostrato che l’algoritmo era di facile comprensione per il pubblico ma produceva una piccolissima differenza in relazione alle scelte di acquisto; inoltre non esiste uno studio che dimostri l’impatto di Nutri-score sulla salute. Pertanto, i politici non dovrebbero pensare che il Nutri-Score possa risolvere tutto, poiché è ben lungi dall’essere il fattore determinante per avere una dieta appropriata. Per quanto riguarda gli altri sistemi c’era il sistema italiano, il punteggio della batteria, che è un po’ più tecnico.”

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Infine una stoccata a quanti ritengono che il Nutriscore possa essere la soluzione ai problemi di mal nutrizione od obesità:

“L’obesità non è una malattia nutrizionale. L’alimentazione gioca un ruolo, ma l’obesità è un problema multifattoriale e sfaccettato. Ci sono fattori genetici, psicologici, ambientali, nutrizionali e di stile di vita, possiamo perciò sfatare la convinzione che ci siano cibi che ci fanno ingrassare, mostrando alle persone che è una combinazione di elementi.

I prodotti alimentari devono rimanere nella loro forma più naturale. salsicce senza grasso sono inimmaginabili. Questi non sono prodotti tossici, solo non dovresti mangiarne quantità astronomiche. Ci sono persone che mangiano male, ma nessun cibo può essere incolpato di tutti i problemi.”

Il Nutri-Score inoltre non classifica come positivi i prodotti con proteine ​​animali a meno che non vi sia una quota di frutta e verdura. E poiché le proteine ​​non vengono conteggiate positivamente, il calcio non viene conteggiato come nutriente positivo nel Nutri-Score. Gli autori dell’algoritmo affermano che il calcio è correlato alle proteine, ma non è sempre così. Dipende dal tipo di formaggio e, poiché le proteine ​​non sono valutate, il Nutri-Score classifica purtroppo la maggior parte dei formaggi come D o E. Questo è scoraggiante e un segno negativo.

(1) https://academic.oup.com/ajcn/article/105/5/1033/4569873?login=false

(2) https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S195725571830107X

Era stato scritto: 

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A differenza di quanto sostiene il padre del Nutriscore, Serge Hercberg, la comunità scientifica non sembra essere unanime nel promuovere l’etichettatura a semaforo francese, al contrario si allarga il fronte di scienziati e studiosi che la bocciano perché rea di affidarsi a modelli algoritmici mutevoli e arbitrari, incapaci dunque di promuovere scelte consapevoli e realmente salutari per il consumatore. Ovvero ciò a cui punta la Commissione Europea con l’adozione di una etichettatura unica a livello europeo, che sempre più – come sottolineato da Claire Bury (Dg Sante) –  si allontana dal modello indicato dal Nutriscore. Nel mentre gli Usa, per mezzo della Food and Drug Administration (FDA), guardano all’Europa e propongono la loro versione dell’etichettura fronte pacco, ovvero un sistema che si basa sulla percentuale quotidiana.

Nutriscore, Claire Bury (Dg Sante): Commissione Ue non lo proporrà, stiamo valutando altri schemi etichetta. Non possiamo polarizzare il dibattito. VIDEO

Una nuova ricerca condotta da scienziati internazionali, tra cui italiani, spagnoli e olandesi, ha messo in luce tutte le contraddizioni del Nutriscore che in numerose occasioni promuove cibi ultra elaborati e che, anziché promuovere modelli alimentari sani, rischia di fuorviare i consumatori portando a scelte dietetiche squilibrate. Dunque il Nutriscore – si legge nel rapporto – contraddice le intenzioni originali della Commissione Ue e soprattutto mancano reali conferme di causalità tra l’adozione di una etichettatura fronte pacco e il miglioramento della salute dei consumatori. Come quanto emerso dalla ricerca pubblicata dal JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione Ue) già precedentemente pubblicata da AGRICOLAE, la quale indicava come non ci fosse alcun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute. 

Nutriscore, Hercberg: sistema rigoroso e scientifico. Ma studio Ue in bilico: nessun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute

 

Di seguito AGRICOLAE pubblica i risultati della ricerca: 

https://doi.org/10.1016/j.nut.2022.111861

“Si possono distinguere due tipi principali di etichettura fronte pacco: FOPL “direttivi e semi-direttivi” che utilizzano schemi di colori (es. Nutri-Score) e FOPL “informativi” (es. Batteria Nutrinform). Gli approcci “direttivi” tendono soffrono di vari problemi concettuali. Di solito, i loro punteggi nutrizionali sono calcolati utilizzando algoritmi mutevoli e arbitrari e implicano un insieme riduzionista di parametri di discutibile validità. Pertanto, sopravvalutano gli effetti di fattori nutrizionali selezionati, come i grassi saturi e l’energia, mentre trascurano la matrice alimentare e gli aspetti più olistici del nutrimento. Inoltre, non rispecchiano la porzione effettivamente consumata, ignorano le modalità di preparazione a casa e non servono come base utile per comporre una dieta sana. Inoltre, fintanto che le formulazioni nutrizionali soddisfano gli standard algoritmici, tendono a consentire prodotti ultra-elaborati. Tutto ciò potrebbe confondere e fuorviare i consumatori. L’eccessiva fiducia nelle etichette colorate “verdi” potrebbe anche portare a scelte dietetiche squilibrate, mentre evitare i prodotti “rossi” può eliminare dalla dieta alcuni alimenti ricchi di nutrienti essenziali (ad esempio, il formaggio), portando a risultati opposti rispetto a quelli sperati.

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Quest’ultimo è particolarmente rilevante per le popolazioni vulnerabili, come i più giovani, le donne in gravidanza e gli anziani, o per le persone con bisogni specifici. FOPL “direttive” come Nutri-Score contraddicono l’intento dichiarato della Commissione Europea di consentire ai consumatori di intraprendere diete sane ed equilibrate basate su informazioni solide e facilmente accessibili. Sebbene i sistemi “informativi” mantengano solitamente l’attenzione anche su alcuni parametri nutrizionali selezionati, hanno il pregio di essere meno paternalizzanti e di ovviare alla necessità di classificare gli alimenti come “sani” o “malsani”. Inoltre concentrano la loro attenzione sulle singole porzioni che vengono consumati (anche se la definizione di dimensione della porzione resta controversa).Data l’importanza dei modelli dietetici, piuttosto che dei singoli alimenti o nutrienti, i FOPL “direttivi” di tipo Nutri-Score rappresentano un caso deplorevole di “nutrizionismo”. i tentativi di associare l’adozione di un FOPL ad un miglioramento dello stato di salute sono pochi e applicati principalmente in contesti virtuali; nessuno dei quali è longitudinale né è stato in grado di identificare un nesso di causalità.”

Questi i risultati di una recente ricerca pubblicata da Lorenzo M Donini, Elliot M Berry, Frans Folkvord, Leon Jansen, Fréderic Leroy, Ömer Şimşek, Fabio Fava,  Marco Gobbetti, Andrea Lenzi  (Università La Sapienza, Roma Italia / Braun School of Public Health, Hebrew University-Hadassah Medical School, Gerusalemme, Israele / Università di Tilburg, Paesi Bassi / PredictBy, Barcellona Spagna / Schuttelaar & Partners, Wageningen Paesi Bassi / Vrije Universiteit Brussel, Bruxelles Belgio / Yildiz Technical University, Istanbul, Turchia / Alma Mater Studiorum, Università di Bologna Italia / Comitato Italiano per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) / Università di Bolzano Italia).

Ecco il Nutriscore versione Usa. La Food and Drug Administration (FDA) si basa su percentuale quotidiana e promuove olio d’oliva

Agli stessi risultati era poi giunto ad agosto il CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita), un organismo di supporto del Governo e, in particolar modo, del Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’elaborazione di linee di indirizzo scientifico, produttivo, di sicurezza sociale e di consulenza in ambito nazionale e comunitario.

“Non ci sono prove che l’adozione del Nutriscore possa migliorare le conoscenze/competenze in ambito nutrizionale del consumatore o le sue scelte di acquisto in un contesto di vita reale, che possa migliorare la qualità della sua dieta e che le variazioni della sua dieta possano modificare favorevolmente lo stato di salute del consumatore, riducendo l’incidenza delle malattie non trasmissibili (es. malattie cardiovascolari, cancro) o la mortalità per qualsiasi causa.”

Dunque una bocciatura senza appello per l’etichettatura voluta da Serge Hercberg che non trova, anche in questo caso, nessun riscontro scientifico e che fa seguito alle smentite sulla reale efficacia del Nutriscore già ricevute, tra gli altri, dall’Accademia dei Georgofili e dal rapporto pubblicato da Safe – Safe Food Advocacy Europe.

Nutriscore, cresce dissenso in Ue. Dopo Georgofili e comunità scientifica, si schiera anche Safe: Incongruenze e difetti, promuove cibi ultra lavorati. Meglio Nova e Siga

Continua poi la ricerca CNBBSV: 

D’altra parte, la struttura e la logica di una FOPL “direttiva” rendono poco plausibile ottenere risultati in questa direzione poiché questa non fornisce alcuna informazione finalizzata all’educazione dei consumatori. Al contrario, le FOPL “informative”, proprio perché mirano a promuovere comportamenti alimentari sani fornendo informazioni sull’equilibrio generale della dieta, si presume possano ottenere risultati significativi in termini di prevenzione delle malattie non trasmissibili. Una campagna informativa che pone l’accento sui singoli nutrienti o sui singoli alimenti (che è la logica alla base delle FOPL “direttive” come il NS) non tiene conto delle interazioni sinergiche che si verificano tra i diversi prodotti alimentari e componenti degli alimenti, né tiene conto della potenziale influenza legata alla frequenza dei consumi. Sebbene non sia facile comunicare queste indicazioni ai consumatori, un approccio di comunicazione di tipo “negativo”, che si basa su divieti o riepiloghi semplicistici, limitando le informazioni ai singoli nutrienti, non è in grado di cogliere la complessità di un modello alimentare come parte di uno stile di vita (Dean M et al, 2011; Donini LM et al, 2022).”

Di seguito AGRICOLAE pubblica il rapporto completo: 

expert-opinion-on-front-of-pack-labels-cnbbsv-2022-italiano

 

Era stato scritto: 

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Nutriscore a fine corsa, associazione consumatori francesi e Hercberg accusano l’Italia, Draghi, la Destra, Confagricoltura e Copa-Cogeca, ‘lobby degli agricoltori Ue’

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Nutriscore, Ciocca (Lega): Bene ritiro Nutriscore, ma ora utilizzare Nutrinform. Non accetteremo altra proposte da Commissione Ue

“A #Bruxelles proprio non vogliono capirla. Non si tratta di annunciare il ritiro del #nutriscore francese come sistema di etichettatura, ma di utilizzare quello italiano che è il più sicuro a garanzia della salute di tutti. Non accetteremo altre proposte da parte della @EU_Commission”

Nutriscore, Claire Bury (Dg Sante): Commissione Ue non lo proporrà, stiamo valutando altri schemi etichetta. Non possiamo polarizzare il dibattito. VIDEO

Così su Twitter l’Eurodeputato della Lega Angelo Ciocca in merito alle dichiarazione di Claire Bury (Dg Sante) -come pubblicato da AGRICOLAE in anteprima- che allontanano l’adozione del Nutriscore come etichettatura unica a livello europeo.

Per saperne di più: 

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Ecco il Nutriscore versione Usa. La Food and Drug Administration (FDA) si basa su percentuale quotidiana e promuove olio d’oliva

 




Ecco il Nutriscore versione Usa. La Food and Drug Administration (FDA) si basa su percentuale quotidiana e promuove olio d’oliva

La Food and Drug Administration (FDA) statunitense propone una nuova definizione di ciò che costituisce cibo sano e parallelamente sta anche ricercando “un simbolo che i produttori potrebbero utilizzare sulla parte anteriore della confezione per dimostrare che il loro prodotto soddisfa la definizione di “sano”. Avere un grafico standardizzato per mostrare che un alimento si qualifica per l’indicazione “sano” sosterrebbe ulteriormente l’obiettivo della FDA di aiutare i consumatori a identificare più facilmente i prodotti alimentari confezionati che li aiutino a costruire modelli alimentari salutari” fa sapere in un comunicato la Food and Drug Administration.

Ecco dunque il Nutriscore versione Usa, con una differenza sostanziale però dal suo modello francese. Difatti, perché un prodotto sia etichettato come sano deve rispettare dei limiti specifici per alcuni nutrienti, come grassi saturi, sodio e zuccheri aggiunti. La soglia per i limiti si basa su una percentuale del valore giornaliero (DV) per il nutriente e varia a seconda del cibo e del gruppo di alimenti. Il limite per il sodio è del 10% del DV per porzione (230 milligrammi per porzione).

In tal modo alimenti come il salmone, l’avocado e l’olio d’oliva, che ai sensi delle normative vigenti non si qualificano per l’uso dell’indicazione “sano”, si qualificherebbero secondo la definizione proposta. Alimenti come i cereali zuccherati e lo yogurt che hanno una quantità di zuccheri aggiunti superiore a quella consentita non sarebbero più idonei. 

Dunque un capovolgimento di valori rispetto a quanto notifica il Nutriscore, anche nonostante la tardiva modifica dei suoi paradigmi che declassano cereali per la colazione e promuovono alcuni prodotti, tra cui l’olio d’oliva. Una mossa -quella del suo ideatore, Serge Hercberg, avvenuta dopo anni di adozione del Nutriscore- per correre ai ripari dopo le sempre più numerose critiche mosse da politica, organizzazioni di produttori e consumatori e comunità scientifica. Un modo insomma per rendere più “soft” il Nutriscore all’approssimarsi della decisione della Commissione Ue sull’etichettatura unica.

La norma proposta arriva sulla scia della Conferenza della Casa Bianca su Fame, Nutrizione e Salute , nonché della relativa strategia nazionale, che mira a porre fine alla fame, migliorare l’alimentazione e l’attività fisica, ridurre le malattie legate all’alimentazione e chiudere divari di disparità entro il 2030.

“L’alimentazione è la chiave per migliorare la salute della nostra nazione”, ha affermato il segretario dell’HHS Xavier Becerra. “Il cibo sano può ridurre il nostro rischio di malattie croniche. Ma troppe persone potrebbero non sapere cosa costituisce un cibo sano. La mossa della FDA aiuterà a educare più americani a migliorare i risultati sanitari, affrontare le disparità di salute e salvare vite umane”.

La norma proposta aggiornerebbe la definizione dell’indicazione “sana” per spiegare meglio il modo in cui tutti i nutrienti nei vari gruppi alimentari contribuiscono e possono lavorare in sinergia per creare modelli dietetici sani e migliorare la salute. Secondo la definizione proposta per l’indicazione “sano” aggiornata, che si basa sull’attuale scienza della nutrizione, alimenti come noci e semi, pesce più grasso (come il salmone), alcuni oli e acqua -che fanno parte di un modello dietetico sano e che sono raccomandati dalle linee guida- sarebbero idonei a utilizzare l’indicazione sulla loro etichettatura.

“Le malattie croniche legate all’alimentazione, come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2, sono le principali cause di morte e disabilità negli Stati Uniti e hanno un impatto sproporzionato sui gruppi di minoranze razziali ed etniche”, ha affermato il commissario della FDA Robert M. Califf, MD. “L’azione di oggi è un passo importante verso il raggiungimento di una serie di priorità legate alla nutrizione, che includono fornire ai consumatori informazioni per scegliere diete più sane e stabilire precocemente abitudini alimentari sane. Può anche portare a un approvvigionamento alimentare più sano”.

Secondo la definizione proposta, per essere etichettati con l’indicazione “sano” sugli imballaggi alimentari, i prodotti dovrebbero: 

  • Contenere una quantità significativa di cibo proveniente da almeno uno dei gruppi o sottogruppi di alimenti (es. frutta, verdura, latticini, ecc.) raccomandati dalle Linee guida dietetiche.
  • Rispettare limiti specifici per alcuni nutrienti, come grassi saturi, sodio e zuccheri aggiunti. La soglia per i limiti si basa su una percentuale del valore giornaliero (DV) per il nutriente e varia a seconda del cibo e del gruppo di alimenti. Il limite per il sodio è del 10% del DV per porzione (230 milligrammi per porzione).

L’agenzia sta anche studiando ed esplorando lo sviluppo di un simbolo che i produttori potrebbero utilizzare per dimostrare che il loro prodotto soddisfa i criteri di dichiarazione “sani”. L’agenzia si rende conto che i consumatori durante gli acquisti potrebbero essere alla ricerca di un modo rapido per identificare e selezionare prodotti sani. L’indicazione “sana” aggiornata e il potenziale simbolo insieme fungerebbero da segnali rapidi per aiutare i consumatori a identificare più facilmente le scelte alimentari più salutari. 

Difatti, si legge sempre sul comunicato pubblicato dall’Agenzia statunitense, le future azioni pianificate includono lo sviluppo di un sistema di etichettatura front-of-pack (FOP) per comunicare rapidamente e più facilmente le informazioni nutrizionali per consentire ai consumatori di prendere decisioni sane. 

“Non devi aspettare una nuova definizione dell’indicazione “sano” o un simbolo per essere più consapevole delle tue scelte alimentari. Puoi iniziare ora”, afferma Susan Mayne, Ph.D., direttrice del Center for Food Safety and Applied Nutrition della FDA. “Puoi anche controllare l’ etichetta dei dati nutrizionali sugli alimenti confezionati per ottenere informazioni su nutrienti specifici e confrontare i prodotti alimentari. Osservando il Percent Daily Value, abbreviato come %DV, dei diversi nutrienti puoi scegliere alimenti che contengono più nutrienti di cui vuoi ottenere di più e meno nutrienti che potresti voler limitare” conclude Mayne.

Dichiarazioni quest’ultime che forniscono un involontario endorsement all’Italia e al suo Nutrinform, che da sempre punta sull’educazione alimentare e su di una etichettatura in grado di fornire i corretti dati nutrizionali per permettere scelte consapevoli e salutari per i consumatori. Esattamente quanto sottolineato dalla direttrice del Center for Food Safety and Applied Nutrition della FDA.

Infine, sempre in merito al nuovo sistema proposto dalla FDA, Maira Bes Rastrollo, professore di medicina e salute pubblica all’Università di Navarra in Spagna, ha descritto questo aggiornamento come “un passo avanti, è un punto molto favorevole che siano stati inclusi gli zuccheri aggiunti, cosa che il Nutri-Score, il sistema che abbiamo in Spagna, non fa” riporta il quotidiano spagnolo El Pais.

Per saperne di più: 

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Nutriscore, Claire Bury (Dg Sante): Commissione Ue non lo proporrà, stiamo valutando altri schemi etichetta. Non possiamo polarizzare il dibattito. VIDEO

Si avvicina la data entro cui la Commissione Ue dovrà decidere sull’etichettatura fronte pacco da adottare livello europeo, ma quella che fino ad oggi veniva considerata la favorita tra le pretendenti, ossia il Nutriscore, perde posizioni.

Nel corso del convegno “Future of Food and Farming Summit 2022” organizzato da POLITICO il vicedirettore per la sostenibilità alimentare presso la DG SANTE, Claire Bury, ha affermato come “la Commissione non proporrà il Nutriscore, stiamo valutando una serie di diversi schemi valutativi e i vantaggi di ciascuno di loro. Non vogliamo portare sul tavolo qualcosa che polarizzi il dibattito”. E poco dopo, su domanda del moderatore in merito al nome di una nuova etichetta che -ha aggiunto- non sarà il Nutriscore, così ha dichiarato Claire Bury: “Non posso commentare”.

Insomma si rimescolano le carte in Europa in merito all’etichettatura unica da adottare per i prodotti agroalimentari in Ue e che, a quanto pare, non sarà nè il Nutriscore nè il Nutrinform.

Di seguito Agricolae pubblica l’estratto del video:

 

“Uno schema valutativo non è la sola cosa che influenza i consumatori, perchè c’è anche il prezzo, il gusto e le abitudini ma abbiamo una serie di evidenze che mostrano come l’etichettatura fronte pacco può avere impatti positivi sulla salute” ha inoltre sottolineato nel corso del suo intervento il vicedirettore per la sostenibilità alimentare della Commisione Ue.

Qui il convegno completo: 

https://www.youtube.com/watch?v=j7YgIo6xALo&feature=emb_title&ab_channel=POLITICOEurope

 

Era stato scritto: 

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Nutriscore, i grandi marchi lo utilizzano ma solo se punteggio è buono. La ‘E’ presente solo sull’1% dei prodotti etichettati

Nutriscore? I grandi marchi lo adottano ma poi non lo usano. Infatti, da quanto emerge dalla Associazione dei Consumatori francesi UFC-Que Choisir e dal quotidiano Ouest-France, il 40% dei marchi non mostra il punteggio alimentare dei propri prodotti. Ma non solo, essendo ad oggi la sua applicazione volontaria, il Nutriscore ‘E’ è presente solo sull’1% dei prodotti etichettati. Nel senso: se il punteggio è basso, non lo mettiamo.

 

Per far fronte a tale mancanza l’Associazione francese ha sviluppato anche un app. “Di fronte alle “fake news” spacciate dall’industria, UFC-Que Choisir intende ripristinare la verità sul Nutri-Score -spiega l’associazione. L’applicazione mobile QuelProduit , gratuita, permette di verificare la sicurezza e la composizione dei prodotti alimentari. Scansionando il codice a barre dei prodotti alimentari con uno smartphone, QuelProduit indica il loro Nutri-Score, informando così sulla loro qualità nutrizionale.”

Se l’assenza di recensioni e l’esiguo numero di valutazioni (solo due su AppleStore) segnano lo scarso interesse verso l’app, non meglio se la passa quella promossa da Siga (zero valutazioni e recensioni) e l’italiana NutrInform, lanciata dal Mise questa estate (ad oggi 49 valutazioni e recensioni).

 

 

 

Nel mare magnum di app pronte a informare il consumatore sulla qualità dei prodotti troviamo “Yuka”, che ad oggi parrebbe essere leader con quasi 12mila valutazioni e con un voto che sfiora il massimo di 5, e il cui funzionamento si avvicina molto al Nutriscore.

“Yuka scansiona il codice a barre di prodotti alimentari e cosmetici decifrando e analizzando nel dettaglio i loro componenti. L’app valuta l’impatto sulla salute dei prodotti tramite indicatori colorati che vanno dal verde al rosso. Additivi, ingredienti, valori nutrizionali: una scheda dettagliata consente poi di capire come è stato valutato ciascun prodotto. Visto che ci troviamo spesso di fronte ad etichette incomprensibili, scansionando semplicemente un articolo Yuka permette ai consumatori di mangiare meglio e di consumare in modo più chiaro e responsabile.” spiegano i creatori dell’app.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sfida sull’etichettaura degli alimenti, oltre che nei palazzi di Bruxelles, corre inoltre anche sui social.

“Mobilitati per rendere obbligatorio il Nutri-Score partecipando alla campagna #AfficheTonNutriScore.” è il claim rilanciato tra gli altri da Serge Hercberg e Pilar Galan, ideatori del Nutriscore. 

Questo l’invito lanciato sempre dalla Associazione dei Consumatori francesi UFC-Que Choisir, “fortemente impegnata -si legge sul proprio sito- nel garantire una maggiore trasparenza ai consumatori, in particolare informandoli in modo semplice e comprensibile sulla qualità nutrizionale dei prodotti. L’associazione è riuscita ad ottenere nel 2017 che il Nutri-Score diventasse il modello ufficiale di etichettatura nutrizionale in Francia. Una prima vittoria!

 

 

 

Nel frattempo proseguono le valutazioni a Bruxelles sul miglior sistema di etichettatura da adottare in Europa, per giungere così ad una unica etichettatura in grado di allineare i vari paesi Ue, come ha spiegato nel recente Agrifish Stella Kyriakidou, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare.

“Gli studi dimostrano che i consumatori non sempre comprendono le informazioni nutrizionali sulle confezioni degli alimenti, rendendo difficili per loro scelte alimentari più sane. Né sanno sempre abbastanza su ciò che accade nelle bevande alcoliche per fare scelte informate. Allo stesso tempo, vogliono sempre più sapere da dove provengono i loro cibi. Poi c’è tutto il cibo che sprechiamo ogni anno a causa di malintesi sulla data.

Le scelte dei consumatori contano e più i consumatori conoscono migliori sono le scelte che possono fare. Molti di voi hanno introdotto raccomandazioni o leggi nazionali sull’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione, l’origine di determinati alimenti e l’etichettatura delle bevande alcoliche. Tuttavia, non sono allineati. Ciò può creare confusione nei consumatori, ostacoli alla libera circolazione delle merci e costi aziendali aggiuntivi.

Quindi sono sicuro che sarete d’accordo sul fatto che è giunto il momento di una soluzione europea che dia potere ai consumatori e riduca i costi per le imprese. Questa è la logica alla base della nostra futura proposta di revisione delle norme sull’informazione alimentare ai consumatori. A sostegno della proposta, stiamo attualmente finalizzando un’approfondita valutazione d’impatto. Tiene conto di ciò che i consumatori e le altre parti interessate ci hanno detto.

Prende in considerazione studi e pareri scientifici, come il parere dell’EFSA che sottolinea il ruolo della dieta mediterranea o le recenti revisioni della letteratura del Centro comune di ricerca della Commissione che dimostrano che i consumatori generalmente apprezzano le etichette nutrizionali sulla parte anteriore della confezione e utilizzano in modo più efficace le etichette semplici e colorate. Lo studio mostra anche che le informazioni sul mercato, come etichette, etichette per scaffali e cartelli per i punti vendita, sono più efficaci nell’influenzare i consumatori verso comportamenti salutari rispetto alle informazioni disponibili online.”

Per saperne di più: 

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Nutriscore, cresce dissenso in Ue. Dopo Georgofili e comunità scientifica, si schiera anche Safe: Incongruenze e difetti, promuove cibi ultra lavorati. Meglio Nova e Siga

Continua ad aumentare il dissenso attorno il Nutriscore e il suo ideatore Serge Hercberg, specialmente dopo il recente studio della Commissione Ue che se da una lato parrebbe promuovere l’etichettatura a semaforo dall’altro solleva non pochi quesiti e dubbi sulla sua reale efficacia per la salute dei consumatori. In piena estate, ad agosto, il comitato scientifico del Nutriscore ha aggiornato il suo algoritmo e rivisto di conseguenza la classificazione di alcune categorie di alimenti, a dimostrazione di un sistema che presenta ancora evidenti lacune. Ma i principali problemi permangono, come evidenziato dalla politica (italiana e non sola), dalle associazioni di categoria europee, dai produttori e, soprattutto, da parte della comunità scientifica (nel nostro paese ricordiamo ad esempio i Georgofili) che smentisce l’efficacia del Nutriscore ed a cui preferisce altri sistemi più puntuali come Nova e Siga.

Di seguito si dà evidenza dei principali risultati del rapporto condotto sul Nutriscore da Safe – Safe Food Advocacy Europe, l’unica ONG, si legge sul loro sito, con sede a Bruxelles specializzata nella protezione e rappresentanza dei consumatori dell’UE nel settore alimentare, nata con l’obiettivo di garantire che la salute e le preoccupazioni dei consumatori rimangano al centro della legislazione alimentare dell’UE.

Il Comitato Scientifico di Nutriscore ha recentemente rivisto l’algoritmo per un certo numero di categorie, compresi gli oli vegetali, ma non è riuscito a garantire scelte informate verso prodotti più sani. Pertanto, la possibilità di adottare Nutriscore come modello di etichettatura della parte anteriore della confezione armonizzato per l’UE rimane una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica.

Il sistema Nutriscore, un’etichetta alimentare che assegna punteggi nutrizionali ai prodotti alimentari da A (più favorevole) a E (meno favorevole), ha recentemente rivisto il suo algoritmo per una serie di categorie. Con questa mossa il Comitato Scientifico di Nutriscore ha cercato di porre rimedio ad alcune carenze del sistema, in particolare il precedente disprezzo di alcune caratteristiche nutrizionali, come la presenza di grassi insaturi e altri nutrienti riconosciuti per i loro comprovati benefici in una sana alimentazione. Ma non è riuscito ad affrontare i problemi esistenti.

SAFE ha condotto un’analisi approfondita del Nutriscore e delle sue implicazioni per la scelta del consumatore e ha pubblicato i suoi risultati nel rapporto “(Mis)Understanding Nutriscore – Analysis of the Algoritmo shortcomings”.

Il rapporto evidenzia preoccupanti discrepanze tra i risultati del Nutriscore e quelli di altri sistemi di etichettatura per gli stessi prodotti, nonché incongruenze, lacune e difetti che rendono il sistema inadeguato a guidare adeguatamente i consumatori verso scelte alimentari più sane.

Di seguito AGRICOLAE pubblica in Pdf il rapporto: 

SAFE-Nutri-Score-Report-September-2022

 

Confronto di Nutriscore e altri sistemi di etichettatura

SAFE ha condotto un’analisi comparativa dei risultati del Nutriscore con quelli di altri sistemi di etichettatura utilizzati in altri paesi: NOVA (classificazione degli alimenti in base all’entità e allo scopo della loro lavorazione), Siga (punteggio scientifico per valutare il livello di lavorazione di alimenti) e le etichette di avvertenza alimentare adottate in Messico per indicare l’eccesso di grassi, sodio, zucchero o calorie.
L’analisi ha rivelato alcune preoccupanti incongruenze: i risultati di Nutriscore sono spesso apparsi molto più favorevoli di quelli di altri sistemi in relazione ai prodotti ultra-lavorati o ad alto contenuto di zuccheri. Ad esempio, un marchio di cereali biologici classificato B secondo Nutriscore ha ottenuto il punteggio peggiore secondo NOVA (4) e Siga (7) come alimento ultra-elaborato da limitare e un’etichetta di avvertenza per zucchero eccessivo secondo gli standard messicani. Gli stessi risultati sono stati ottenuti per un cacao in polvere classificato come B (che aveva anche un’etichetta di avvertenza per le calorie in eccesso secondo gli standard messicani, oltre all’avvertenza per lo zucchero) e per un ragù alla bolognese classificato come A (che aveva anche un’etichetta di avvertenza per eccesso di sodio secondo gli standard messicani, oltre all’avvertenza per eccesso di zucchero).

 

Inefficacia della revisione dell’algoritmo sugli oli

La revisione dell’algoritmo è finalizzata a migliorare il metodo di valutazione per alcune categorie di prodotti (pesci grassi, formaggi, cereali, oli vegetali, tra gli altri). Per gli oli vegetali, la revisione comporterà un miglioramento complessivo dei punteggi (da C/D ad A/B), in base alla presenza di grassi monoinsaturi, che in precedenza non erano considerati. Tuttavia, ha prodotto ulteriori distorsioni: ad esempio, l’olio extra vergine di oliva (77 g/100 grassi monoinsaturi) e l’olio di sansa di oliva (8 g/100 grassi monoinsaturi) ottengono entrambi un punteggio A. Oltre alla differenza di grassi monoinsaturi, questi due oli contengono anche quantità diverse di vitamine A ed E, note per i loro effetti antitumorali e antiossidanti. Ciò potrebbe indurre i consumatori a optare per l’olio di sansa d’oliva più economico nell’errata convinzione che quest’ultimo sia nutrizionalmente equivalente all’olio extra vergine di oliva molto più sano.

Inoltre il calcolo su 100 g/ml e non per porzione può fuorviare i consumatori e non è conforme alla normativa europea. Sebbene questo sistema sembri funzionare bene nella valutazione del punteggio nutrizionale per i prodotti multi-ingrediente (il punteggio dato su 100 grammi di pizza considera l’esatta proporzione di ciascun ingrediente, come prosciutto, formaggio, grasso, ecc.), sembra inadeguato per prodotti monoingrediente, in quanto si riferisce ad una quantità che non corrisponde all’assunzione potenziale del consumatore.

 

Le principali carenze di Nutriscore sono le seguenti.

Le regole di utilizzo di Nutriscore ingannano i consumatori. Esistono regole di attuazione sconosciute ai consumatori, che vengono applicate in modo diverso a seconda del prodotto e del risultato desiderato, fornendo così informazioni nutrizionali errate. Considerando che i consumatori dovrebbero essere supportati nelle loro scelte con regole chiare e coerenti.
In particolare, il Nutriscore di un prodotto può essere calcolato dopo la sua preparazione (come preparato), in base ai metodi di preparazione forniti dai produttori, o prima della sua preparazione (come venduto). Ad esempio, il cacao in polvere beneficia del primo sistema, che porta ad attribuire un punteggio B nonostante l’elevata percentuale di zucchero, perché il prodotto deve essere diluito con il latte (e data l’elevata percentuale di latte nel prodotto finale preparato, non è considerata una bevanda, quindi beneficia di una considerazione più clemente).
Per prodotti come patatine, carne impanata o pesce, il Nutriscore viene calcolato prima della preparazione e di solito fornisce punteggi A o B, anche se i consumatori cucinano questi prodotti con una certa quantità di grasso. Se si prendesse in considerazione l’intero processo, il punteggio finale sarebbe diverso, uno o due livelli in più, a seconda del tipo e della quantità di grasso utilizzato.

Nutriscore non tiene conto del grado di lavorazione del prodotto. Come mostrano i risultati del benchmarking di SAFE, il Nutriscore non assegna un punteggio negativo agli alimenti ultra-lavorati, che sono noti per essere dannosi per la salute.

Un recente studio spagnolo ha rilevato che oltre il 20% dei prodotti testati ha ottenuto un punteggio molto buono con il Nutriscore e molto male con il NOVA.

Questo è un problema serio: gli studi più recenti e affidabili mostrano che una dieta ricca di UPF è associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, malattie cerebrovascolari e mortalità. Ignora alcune sostanze naturali benefiche per la salute, trascurando gli ingredienti nocivi. Ci sono una serie di elementi positivi non presi in considerazione da Nutriscore, anche se il Food Information to Consumers Regulation (FIC) ne richiede la presa in considerazione. Si tratta di sostanze naturali ampiamente riconosciute benefiche per la salute umana (grassi insaturi, vitamine, minerali, acidi grassi polifenonomega-3, ecc.). La mancata considerazione della quantità di questi elementi nutrizionali positivi può fuorviare i consumatori, che potrebbero essere tentati di acquistare prodotti con scarsi benefici per la salute e scartarne altri. D’altra parte, il modello Nutriscore non considera informazioni importanti come la presenza di additivi e coloranti nocivi e interferenti endocrini.

SAFE vede il Nutriscore come uno strumento inefficace per aiutare i consumatori a distinguere tra prodotti sani e malsani, poiché si basa su criteri incompleti ed eccessivamente semplicistici. L’elevata percentuale di malattie croniche in Europa e il crescente consumo di alimenti poveri di nutrienti e fibre sollevano seri interrogativi sugli strumenti più appropriati per affrontare questi problemi. La revisione in corso del regolamento Food Information to Consumers (FIC) mira, tra gli altri obiettivi, ad aiutare la società a muoversi verso una dieta più sana e sostenibile. Inoltre, la Commissione intende proporre una legislazione sulla fornitura di informazioni nutrizionali supplementari.

SAFE ritiene che per consentire ai consumatori di scegliere diete sane ed equilibrate, il nuovo quadro europeo debba tenere in considerazione diversi aspetti importanti:

• Le caratteristiche negative del Nutriscore evidenziate nel rapporto SAFE non dovrebbero essere incluse nella proposta che la Commissione Europea presenterà nei prossimi mesi per un’etichetta FOP (front-of-pack) armonizzata a livello dell’UE.
• Il nuovo schema di etichettatura nutrizionale integrativa dovrebbe basarsi sulla quantità effettiva di cibo consumato, con indicazioni per porzione o per unità di consumo, aderendo a quanto già previsto dal Regolamento FIC all’articolo 32, paragrafo 5.
• Dovrebbe tener conto di tutti gli elementi positivi e negativi previsti dall’articolo 30, paragrafi 1-5, del regolamento.
• La Commissione dovrebbe richiedere che il nuovo sistema sia soggetto a un periodo di revisione della sua efficacia di almeno tre anni prima della sua adozione definitiva.
• La Commissione dovrebbe tenere conto dei recenti studi scientifici sui prodotti ultralavorati e proporre misure di etichettatura specifiche per questo tipo di prodotto.

Per saperne di più: 

Nutriscore, Hercberg attacca Salvini e Meloni: Partiti di estrema destra, un cocktail di demagogia e volgarità. Nel mirino anche Coldiretti, Confagricoltura, Federalimentare e Ferrero. Mentre McDonald ottiene il massimo dei voti

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Ue promuove Nutriscore e boccia Nutrinform: Consumatori con reddito più basso preferiscono etichette più semplici e colorate. Ecco lo studio

La Commissione europea utilizzerà i risultati di questi studi come input per una proposta di revisione delle norme dell’UE sulle informazioni fornite ai consumatori nell’ambito della strategia “Farm-to-Fork” dell’UE e del piano europeo per combattere il cancro .

L’etichettatura può aiutare i consumatori a compiere scelte alimentari informate, sane e sostenibili.

Il JRC ha condotto quattro studi scientifici per sintetizzare le attuali prove sull’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione, l’etichettatura di origine e le informazioni sugli alimenti attraverso mezzi diversi dalle etichette, nonché per analizzare ciò che è attualmente presente sul mercato per quanto riguarda l’etichettatura delle bevande alcoliche .

Ecco alcuni dei risultati.

Etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione

L’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione è uno degli strumenti a supporto della prevenzione di malattie non trasmissibili legate all’alimentazione come le malattie cardiovascolari, il diabete o i tumori.

In base alle attuali norme dell’UE, la fornitura di informazioni nutrizionali sulla parte anteriore della confezione è possibile su base volontaria. È stata sviluppata una varietà di schemi di etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione volontari, pubblici e privati, che sono attualmente utilizzati a diversi livelli negli Stati membri.

La Commissione Europea ha annunciato, sia nella sua strategia Farm to Fork che nel Piano europeo per combattere il cancro , una proposta per l’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata per la parte anteriore della confezione per l’UE.

Lo studio del JRC sull’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione ha mostrato che:

  • I consumatori generalmente apprezzano le etichette nutrizionali sulla parte anteriore della confezione come un modo semplice e veloce per acquisire informazioni nutrizionali quando prendono decisioni di acquisto.
  • Etichette meno complesse richiedono meno attenzione e meno tempo per l’elaborazione dei consumatori.
  • In generale, i consumatori, compresi i consumatori con un reddito più basso, sembrano preferire etichette riepilogative sulla parte anteriore della confezione semplici, colorate e valutative, che sono più facilmente comprensibili, rispetto a etichette monocromatiche più complesse, non valutative.
  • Le etichette nutrizionali sulla parte anteriore della confezione possono guidare i consumatori verso diete più sane.
  • L’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione sembra fornire incentivi alle aziende alimentari per migliorare la qualità nutrizionale dei loro prodotti, ad esempio riducendo il sale o gli zuccheri aggiunti.

Vuoi saperne di più sui risultati? Trovate qui il rapporto completo: Schemi di etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione: un aggiornamento delle prove.

Analisi di mercato dell’etichettatura delle bevande alcoliche

Ai sensi del regolamento sull’informazione alimentare ai consumatori (FIC), le bevande alcoliche contenenti più dell’1,2% di alcol in volume sono esentate dall’obbligo di esporre un elenco degli ingredienti e una dichiarazione nutrizionale sull’etichetta del prodotto. Gli operatori economici possono tuttavia fornirli su base volontaria.

Lo studio del JRC ha rilevato che, nell’UE-27:

  • La possibilità per la fornitura volontaria di ingredienti e informazioni nutrizionali sulle etichette delle bevande alcoliche è stata ripresa dall’industria delle bevande alcoliche.
  • L’industria della birra si distingue nel settore delle bevande alcoliche, con informazioni sugli ingredienti sulla maggior parte (circa il 90%) delle birre sul mercato e informazioni sull’energia in misura minore (circa dal 25 al 50% dei prodotti a base di birra).
  • Sidro/perries e prodotti “pronti da bere” contengono informazioni comparabili nell’UE. Circa la metà dei prodotti contiene informazioni sugli ingredienti e fino al 40% contiene informazioni sul contenuto energetico.
  • Informazioni sugli ingredienti o sull’energia si trovano meno frequentemente sugli alcolici e molto raramente sui prodotti vitivinicoli.
  • Gli attributi dell’etichetta che reindirizzano i consumatori verso ingredienti e informazioni nutrizionali off-label sono rari.

Vuoi saperne di più su questo argomento? Trovate qui il rapporto completo:  Fornitura di ingredienti, energia e informazioni nutrizionali complete sulle bevande alcoliche.

Informazioni sugli alimenti attraverso mezzi diversi dalle etichette, compresi i mezzi digitali

Gli scienziati hanno condotto una revisione della letteratura su fonti alternative di informazioni sugli alimenti disponibili sul mercato oltre alle etichette delle confezioni. Hanno esaminato il modo in cui i consumatori utilizzano, comprendono e sono influenzati da queste fonti di informazioni.

Queste le conclusioni generali:

  • I mezzi che forniscono un accesso diretto alle informazioni sugli alimenti sul mercato, come le etichette dei menu, le etichette degli scaffali e i cartelli per i punti vendita, possono essere efficaci nell’influenzare i consumatori verso comportamenti sani, rispetto ai mezzi online che richiedono strumenti esterni per accedere al informazioni (ad es. codici QR o collegamenti a siti Web).
  • Se non sono fornite sulla confezione degli alimenti, le informazioni sugli alimenti dovrebbero essere direttamente visibili sul mercato per poter influenzare i consumatori.
  • Sono necessarie ulteriori ricerche che confrontino la fornitura di informazioni sugli alimenti attraverso etichette e mezzi digitali.

Leggi il rapporto completo:  Revisione della letteratura sui mezzi di fornitura di informazioni sugli alimenti diversi dalle etichette di imballaggio

Etichettatura di origine

Gli scienziati hanno esaminato la letteratura sull’impatto delle informazioni sull’origine dei prodotti alimentari sulle decisioni di acquisto e sul consumo. Hanno esaminato come e perché i consumatori utilizzano, comprendono e sono influenzati dalle informazioni sull’origine, giungendo alle seguenti conclusioni:

  • Le informazioni relative sia al paese di origine che al luogo o alla regione di origine hanno un’influenza sostanziale sulle scelte alimentari dei consumatori.
  • I consumatori attribuiscono importanza alle informazioni sull’origine in quanto:
    1. uno spunto per prodotti di buona qualità e rispettosi dell’ambiente;
    2. in media amano sostenere i loro agricoltori locali o domestici e l’industria alimentare.
  • I consumatori riferiscono (nei sondaggi) di attribuire importanza alle informazioni sull’origine. Tuttavia, quando fanno acquisti, potrebbero concentrarsi meno sulle informazioni sull’origine di quanto vorrebbero (a causa della pressione del tempo, dell’attrattiva dei marchi, ecc.).

Leggi il rapporto completo:  Comprensione dei consumatori sull’etichettatura di origine sugli imballaggi alimentari e sul suo impatto sulla valutazione e sulle scelte dei prodotti di consumo: una revisione sistematica della letteratura.

Gli studi e il contesto politico

I risultati alimenteranno le attuali e future politiche di informazione sugli alimenti. Stanno in particolare contribuendo, insieme ad altri fattori, alla base di prove che informa la valutazione d’impatto per la revisione in corso del regolamento UE n. 1169/2011 sull’informazione alimentare ai consumatori.

Questi risultati sosterranno anche il lavoro preparatorio per la prossima proposta della Commissione Europea per un quadro legislativo per i sistemi alimentari sostenibili (FSFS) e per un quadro di etichettatura di sostenibilità per informare gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti alimentari .

Ue: Coldiretti, studio fuorviante Nutriscore boccia 85% Made in Italy




Nutriscore, Pilar Galan ed Hercberg: Nutrinform illeggibile, Ferrero lo preferisce perché ha tutte “E”

Il direttore

E poi incalza: “il sistema di batterie italiano proposto dall’Italia per l’Europa in alternativa a #NutriScore ricorda il GDA/RI istituito dai produttori a metà degli anni 2000? Stesso principio, quasi stesso design… Anche incomprensibile e illeggibile!”.

 

Nutriscore, Battistoni: Basta attacchi a Made in Italy e dieta mediterranea, sistema che danneggia tutti i consumatori




Nutriscore, Trentacoste (M5S): Ue si doti di sistema equo e imparziale, serve massimo impegno per impedire forme di discriminazione

Nella mozione presentata dai componenti della 9ª Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato si condivide la volontà dell’Europa di rendere il sistema agroalimentare ancora più ecocompatibile, senza dimenticare la necessità di riconoscere e compensare i comportamenti virtuosi e guardando sempre all’obiettivo imprescindibile della sostenibilità economica delle imprese, senza la quale non è possibile raggiungere quella ambientale e sociale”.

Lo dichiara nell’aula del Senato, durante la discussione generale sulla mozione su Nutriscore e piano decennale Farm to Fork, il senatore M5S e membro della commissione agricoltura, Fabrizio Trentacoste.

“Occorre che il Governo ponga in essere ogni sforzo perché l’Unione europea si doti di un sistema equo e imparziale, che conferisca giudizi scientifici e oggettivi, rispetto ai valori nutrizionali degli alimenti e che tuteli la salute, senza penalizzare le filiere produttive. Allo stesso modo – continua Trentacoste –  serve il massimo impegno per impedire qualsiasi forma di discriminazione compiuta ai danni delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese, che evitino penalizzazioni nell’assegnazione dei fondi europei per la promozione di alimenti, considerando l’alta qualità nutrizionale e l’attenzione verso la sostenibilità ambientale e la biodiversità che le produzioni italiane garantiscono attraverso il delicato connubio tra antica tradizione e innovazione tecnologica”.

“Oggi è il giorno nel quale l’Italia deve far valere i propri diritti e riacquisire il ruolo guida che le compete nel settore agroalimentare, a garanzia della salute dei cittadini e della stabilità economica di migliaia di imprese”, conclude Trentacoste.




Nutriscore, Di Maio, Patuanelli, Speranza e Giorgetti: Italia contraria, uniti e compatti su Nutrinform battery che informa senza dare giudizi. Tutti gli interventi

Quattro ministeri italiani, quello di Patuanelli, di Di Maio, di Giorgetti e di Speranza, uniti alla Farnesina per dire no al sistema di etichettatura nutrizionale francese Nutriscore. E per promuovere ancora una volta il sistema a batteria messo invece a punto dal governo italiano. “Informare senza dare giudizi” è l’obiettivo del Nutrinform, per “consentire ai consumatori di fare scelte trasparenti”.

Nutrinform, Di Maio : sistema a semaforo classificazione arbitraria, servono criteri scientifici e trasparenti

“Nel quadro del Farm to fork l’EU ha lanciato una proposta di modifica dell’etichettatura, perché sia armonizzata su tutto il territorio dell’Unione. L’Italia è contraria ai semafori alimentari, perché legati ad una logica semplicistica e perché vogliono influenzare i consumatori, attraverso una classificazione arbitraria. Ad esempio al latte potrebbero essere assegnati punteggi peggiori alle bibite gassate. Per questo abbiamo lanciato una nostra proposta per salvaguardare le produzioni agroalimentari europee e i sistemi DOP e IGP, a fronte dell’infondatezza del sistema semaforico. Con il Nutrinform battery vogliamo informare il consumatore su criteri trasparenti e scientificamente fondati. La nostra proposta intende fornire un contributo fattivo e una alternativa rispetto al Nutriscore”, spiega Luigi Di Maio, Ministro degli Affari esteri, in occasione dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery, presentato presso la Sala delle conferenze della Farnesina.

Nuntrinform, Speranza: No al modello a semaforo, proposta italiana è la soluzione più adatta per le etichette

“Il Ministero della Salute ha avuto negli ultimi anni particolare attenzione al sistema alimentare. Appare fondamentale indirizzare il sistema agroalimentare attraverso una dieta equilibrata. L’Italia gode di una posizione di vantaggio, grazie alle pruduzioni e alla cultura gastronomica, che garantiscono qualità e criteri etici” spiega Roberto Speranza, Ministro della salute. “La dieta mediterranea ha un migliore profilo nutrizionale e un positivo impatto sulla salute. Negli ultimi anni si è è assistito a un passaggio verso stili di vita di diversi con un relativo aumento delle malattie ed un aumento delle spese sanitarie. Inoltre il Covid-19 ha fatto arretrare lo sviluppo sostenibile. Servono politiche nutrizionali basate su una dieta equilibrata: la dieta mediterranea si accompagna ad un aumento del consumo di alimenti salutari, come quelli ortrofrutticoli. L’eduzione nutrizionale possono ridurre l’accesso alle strutture sanitarie, educare e formare fin dall’età scolare porta ad una maggiore consapevolezza anche economica. Serve una strategia che garantisca visibilità internazionale e i sistemi di etichettatura nutrizionale possono aiutare all”interno di una dieta varia ed equilibrata. No a modelli a semaforo, perché il consumatore deve essere informato in maniera trasparente e il Nuntriform battery è lo strumento più adatto e rende le etichette uno strumento comprensibile per raggiungere i target nutrizionali. Il Ministero della salute ha sviluppato con Crea e Istituto di Sanità uno studio sull’impatto di questo sistema ed abbiamo effettuato uno studio comparativa sulla dieta mediterranea. Un secondo progetto portato avanti con il MAE è lo sviluppo di un osservatorio sulla dieta mediterranea”.

Nutrinform, Patuanelli: Assolutamente contrari alla volontà di alcuni paesi Ue di omologare sistemi agroalimentari. Dieta mediterranea coniuga salute ed eccellenze alimentari

“Parlare oggi di sistema di etichettatura fronte pacco, di Nutriform e Nutriscore significa parlare del futuro del sistema agroalimentare europeo. Fondamentale è centrare subito l’oggetto della discussione, sento la volonta comune di alcuni paesi di portare le produzioni agroalimentari verso modelli di omologazione che il nostro paese non può assolutamente accettare”, spiega Stefano Patuanelli, Ministro dell’Agricoltura nel corso dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery” presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina.

“Il nostro paese ha 841 prodotti Dop Igp, 16,6 mld euro di valore della produzione con marchi che hanno una protezione e che rappresentano un’eccellenza e una distintività e con oltre 200mila operatori. Valori che si commentano da soli. La nostra è un’agricoltura distintiva e di eccellenza, in ogni singolo comune italiano troviamo prodotti che vengono coltivati solo in quelle zone e che rappresentano storia, tradizione e cultura dei nostri comuni. Mettere in discussione tutto questo con un sistema di etichettatura che non dà informazioni ma che vuole solo condizionare il mercato significa non soltanto voler proteggere i nostri sistemi produttivi ma anche il diritto di ogni cittadino di avere le giuste informazioni rispetto quello che sta mangiando” prosegue.

“La strategia One health non può essere confusa con la strategia One diet, non esiste una dieta unica che vada bene per tutti. Esiste il consumo moderato di tutti gli alimenti e la dieta mediterranea è patrimonio dell’umanità, la risposta giusta che coniuga salute ed eccellenze del nostro paese. Il Nutrinform è basato su dati scientifici e sulle analisi reali di cosa serve a livello nutrizionale a ciascun essere umano.

Su questo tema si è mosso compatto e unito il sistema paese, abbiamo percepito da subito che una informazione sbagliata ai cittadini potesse portare ad una trasformazione delle nostre produzioni agroalimentari. Adesso dobbiamo convincere anche altri partner europei che l’informazione è una cosa e che il condizionamento è un’altra.”

Nutrinform, Pichetto Fratin, MISE: sistema italiano informa senza dare giudizi e senza influenzare i consumatori

“La Commissione vuole rendere il sistema vincolante entro il 2022. Il regolamento attuale deve essere modificato per armonizzare le singole politiche nazionali. Dobbiamo evitare che le norme europee svantaggino il nostro paese rispetto ad altri stati membri. Le decisioni non devono essere prese da valutazioni economiche. Il consumatore potrà utilizzare una nuova app sviluppata con Federalimentare che consentirà di visualizzare una etichetta molto completa e basata sulle indicazioni dell’OMS. Si sta valutando di far apparire anche informazioni aggiuntive su prodotti DOP e IGP.

Così Gilberto Pichetto Fratin, vice ministro del MISE, in occasione dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery.

“Il Nutrinform informa senza dare giudizio, così da non influenzare consumatori consapevoli che vogliono informazioni supplementari e non superficiali. Non c’è la filosofia del colpo d’occhio come fa il Nutriscore, che induce all’errore ed è incoerente seguendo algoritmi non condivisibili. L’obiettivo è una informazione corretta e completa, cosa che il Nutriscore non può vantare. Alcune industrie iniziano ad adottare il Nutrinform, come associazione come la COPA, la COGECA, l’ETA. Tutto questo è la logica conseguenza di voler difendere il consumatore, i produttori e non meno rilevante è la difesa di tutto il sistema, a partire dall’agricoltura”.

Nutrinform, Vacondio (Federalimentare): Battaglia di civiltà. Proteggere le nostre tradizioni da standardizzazione delle diete e delle produzioni

“Voglio dire grazie all’impegno, alla coerenza e all’unità con cui si sta portando avanti quello che a nostro avviso è a tutti gli effetti una battaglia di civiltà. Le questioni nutrizionali sono fondamentali per l’Europa di oggi e di domani perché riguardano un aspetto fondamentale della nostra vita che è la nostra alimentazione. In questo modo coinvolgiamo aspetti essenziali quali la nostra salute ma anche le nostre tradizioni, i nostri territori e il senso di comunità oltre a poter donare alle generazioni future un mondo più sostenibile e rispettoso delle sue risorse naturali. Pertanto le soluzioni non possono essere di parte ma devono essere frutto di una riflessione ampia e condivisa all’interno dell’Unione europea.”

Così Ivano Vacondio, Presidente Federalimentare nel corso dell’evento presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina.

“Vogliamo con questo evento aprire una discussione mettendo a disposizione degli altri paesi gli strumenti e il lavoro fatto in questo campo dall’Italia. Il Nutrinform è un unicum nel suo genere perché nasce da profonde riflessioni che hanno interessato tutti gli stakeholder, non è una proposta dell’industria o della filiera come invece è stato per altri schemi.

Dobbiamo chiederci quale cultura nutrizionale europea vogliamo. Se vogliamo che educhi il consumatore a seguire diete più sane o semplicemente lo direzioni verso l’acquisto di un prodotto piuttosto di un altro. Non ci possiamo accontentare di standardizzare diete e produzioni, dobbiamo invece proteggere le nostre tradizioni produttive e le caratteristiche uniche dei nostri territori. Dobbiamo educare a consumare tutti i cibi nelle giuste porzioni e frequenze.”

Nutrinform, Celeste (Maeci): Opzione reale e concreta al Nutriscore. A lavoro con partner europei per consolidare nostra posizione

“Vorrei sottolineare l’impegno e la dedizione con cui i nostri diplomatici stanno tutelando gli interessi della nostra filiera agroalimentare nei competenti consessi europei. Da quasi tre anni si è sviluppato infatti un importante dibattito a livello Ue circa la possibilità di adottare un sistema di etichettatura alimentare uniforme che si applichi obbligatoriamente a tutti gli stati membri. Grazie ad una capillare azione di promozione i sistemi di tipo semaforico si sono affermati come la principale opzione nel tavolo negoziale, la principale opzione che in realtà deriva dalla mancanza di vere alternative. Ebbene oggi il nutrinform non è più semplicemente un’ipotesi ma una realtà alternativa ed è già ben presente e consolidata sul piano interno.”

Così Vincenzo Celeste, Direttore Generale DG Unione Europea, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nel corso dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery” presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina.

“Come Farnesina il nostro impegno è di estendere il nostro sistema di etichettatura anche a livello europeo per fare in modo che l’Ue si possa dotare di un sistema equo e imparziale che conferisca giudizi scientifici e oggettivi rispetto ai valori nutrizionali degli alimenti. In altre parole che possa tutelare la salute ma senza penalizzare le filiere produttive o introducendo distorsioni di mercato, inducendo i consumatori a scegliere alcuni prodotti in luogo di altri. Vogliamo arrivare ad un sistema di etichettatura completo, trasparente, non discriminatorio ma fondato su basi scientifiche valide” prosegue.

“Stiamo facendo tutto il possibile affinché non vengano adottati sistemi suscettibili di arrecare seri danni alla nostra industria agroalimentare sia tramite una efficace promozione del sistema nutrinform sia cercando di consolidare il punto di vista e l’azione di quei partner europei che condividono la nostra stessa posizione.

La Farnesina mediante la direzione generale per l’Europa e la politica commerciale internazionale e la rappresentanza permanente presso l’Ue hanno assunto un ruolo guida nell’orientare il confronto di idee che sarà la base delle discussioni sulla prossima proposta legislativa della commissione che sarà presentata nella seconda parte di quest’anno” sottolinea Celeste.

“Il frutto dei lavori che stiamo producendo sono già maturati in diversi ambiti. Col sostegno della Repubblica Ceca abbiamo pubblicato un documento di posizione che identifica in maniera chiara e trasparente i principi generali a cui un futuro sistema comune europeo di etichettatura nutrizionale dovrebbe ispirarsi. Si tratta di un documento condiviso e sottoscritto anche da Cipro, Grecia, Lettonia, Romania e Ungheria.

Più recentemente abbiamo intensificato la campagna informativa sui vantaggi connessi all’adozione del nutrinform e abbiamo portato avanti nelle nostre ambasciate eventi di promozione per stimolare riflessioni più approfondite anche in quei paesi che avevano espresso favore positivo sul nutriscore. Stanno cambiando posizione anche Paesi Bassi e sappiamo di dubbi e perplessità che nascono anche in paesi dove il Nutriscore è già radicato, oltre che da alcune associazioni di produttori transalpini.”

Nutrinform, Sequi (Maeci): Italia secondo paese più sano al mondo, tutelare dieta mediterranea. In gioco la salute dei consumatori europei

“La filiera agroalimentare rappresenta non solo una forza trainante della nostra economia ma di tutta l’economia europea. Esprime inoltre una componente fondamentale della nostra identità nazionale, l’agroalimentare italiano è da sempre sinonimo di alta qualità, si contraddistingue per la sua sostenibilità e la sua tutela della biodiversità. Incorpora ricerca e innovazione tecnologica insieme al rispetto del territorio e della tradizione. Tutte queste caratteristiche accompagnate da una estrema qualità rendono i prodotti Made in Italy tra i più apprezzati e più salutari al mondo. La dieta mediterranea è riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità e fornisce, ce lo dice la scienza, uno schema affidabile per una alimentazione equilibrata e completa”.

Così il Segretario Generale della Farnesina, Ambasciatore Ettore Francesco Sequi, nel corso dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery” presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina.

“Secondo il Bloomberg healthiest country index l’Italia è il secondo paese più sano al mondo ed è interessante notare come i paesi più sani al mondo siano quelli che usano la dieta mediterranea. Siamo orgogliosi di questi primati e vogliamo che siano difesi celebrati ovunque. Questo è ciò che la Farnesina fa quotidianamente impegnandosi nel sostegno e nella promozione delle indicazioni geografiche registrate in Ue.

Nel quadro del Farm to fork lavoriamo attivamente per stimolare un confronto a livello europeo su quello che sono gli effetti distorsivi dei sistemi di etichettatura a semaforo. Qui è in gioco la tutela dei consumatori europei. Per questo portiamo avanti questo concetto, il nutrinform che è un sistema semplice, trasparente, elaborato su rigorosi dati scientifici.

L’obiettivo principale deve essere quello di orientare in modo chiaro e consapevole le scelte di acquisto e di consumo. Non si tratta di una pura difesa di interessi italiani. Qualsiasi scelta a livello europeo deve essere oggettiva e non discriminatoria, rispettosa delle diete tradizionali cioè di un modello alimentare associato ad uno stile di vita sano.”

Nutrinform, Silano (ISS): studio conferma come il sistema a batteria informi meglio il consumatore

“Abbiamo valutato l’efficacia del Nutrinform battery, valutando alcuni aspetti, come la capacità di informare, l’impatto sulla salute, la guida agli acquisti, la riformulazione, la valutazione della qualità nutrizionale degli alimenti e l’understanding. Ci siamo attenuti alla normativa europea sull’informazione al consumatore e come parametro di efficacia abbiamo valutato l’impatto del Nutrinform. Per raggiungere questo scopo abbiamo individuato 3 gruppi di 100 famiglie ciascuno valutate per reddito e abitudini alimentari. Dopo aver effettuato la spesa hanno ricevuto la visita dei nostri operatori che hanno attaccato uno dei tre possibili etichette fronte pacco: il Nutriscore, il Nutrinform e uno sticker nullo.

Così, Marco Silano, dell’Istituto Superiore di Sanità, in occasione dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery.

Abbiamo valutato cinque categorie di prodotti attraverso un questionario che valuta diversi aspetti della conoscenza nutrizionale dell’individuo in due momenti diversi: al tempo zero e dopo 4 settimane. Il risultato che emerge come con il Nutriscore non cambia la conoscenza sugli aspetti nutrizionali dopo un dato periodo, mentre il Nutrinform effettivamente informa, compiendo il proprio compito”.

Nutrinform, Ghiselli: il sistema a batteria spiega cosa c’è nella porzione di cibo e come incide sulla dieta

“L’etichettatura degli alimenti si inserisce nella strategia Farm to Fork, che propone di inserire sui pacchi informazioni chiare per fare scelte consapevoli e salutari. Sono state sviluppate diverse proposte di etichette prima del regolamento 1169 dell’Unione Europea. Alcuni sono sviluppati su basi informative, altri sono direttive, cercando di attirare l’attenzione per far fare una scelta immediata al consumatore, imponendo una scelta. Per il Nutrinform abbiamo scelto l’informazione, scegliendo un sistema oggettivo e non interpretativo, spiegando cosa c’è nella porzione che stiamo comprando e come incide sulla dieta complessiva. Con i sistemi semaforici non abbiamo l’indicazione dei singoli nutrienti, mentre il Nutrinform si basa sugli allegati del regolamento europeo, legati al consumo di 2000 Kcal giornaliere, la media dei consumi della popolazione europea. Il Nutrinform informa su tutti gli aspetti, anche quello energetico giornaliero, così che il consumatore impari anche il concetto di porzione”. Così Andrea Ghiselli, in occasione dell’evento di presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform Battery.

Per saperne di più:

Nutrinform, Patuanelli (Mipaaf): No omologazione sistemi alimentari. L’informazione è una cosa, il condizionamento è un’altra

Nutrinform Battery, Centinaio: Da Italia valida alternativa al Nutriscore. Si tutelano produzioni e salute senza giudizi semplicistici e sbagliati

Oggi è successo anche:

Nutriscore, Senato approva mozione Vallardi: Italia paese più longevo in Ue senza etichette colorate. Farm to Fork non sia a scapito di agricoltori e allevatori. Reciprocità fondamentale