La riforma Fitofarmaci? La fuga in avanti di Bruxelles all’insegna della sostenibilità ambientale mette a rischio la sostenibilità economica e sociale dei Paesi membri.
Ma a rimetterci più di tutti sarà l’Italia: il comparto agroalimentare più colpito dalla stretta sui fitofarmaci è infatti l’ortofrutta e il Paese che ne esporta di più è proprio quello del Made in Italy.
A seguire ci rimette anche l’occupazione: basti solo pensare alla percentuale di lavoro dipendente agricolo in provincia di Ferrara, una delle aree maggiormente vocate alla produzione ortofrutticola tra meli, peri e pesche nettarine. L’equazione su cui ci si basa a livello istituzionale per le erogazioni dei contributi al settore determina che ogni ettaro di terreno vale, in termini occupazionali, un anno di lavoro di un addetto. Se due più due fa quattro, la provincia ferrarese per la sola voce frutticoltura, compreso l’indotto, vale circa 20 mila persone in un anno. Questo vuol dire che la frutticoltura – solo a Ferrara – vale, per quanto riguarda l’occupazione, due stabilimenti Mirafiori. Lo stabilimento Fiat, che prende nome dal vecchio castello Mirafiori dei Savoia, conta oggi infatti circa 10.000 operai.
I cosiddetti “Magnifici Sette” dell’export agroalimentare, – Ortofrutta e preparazioni (9,6 miliardi di euro nel 2021); vini di uve (7,2 miliardi); pasta e riso (3,7 miliardi); formaggi e latticini (3,7 miliardi); prodotti da forno (2,9 miliardi); conserve animali (2,1 miliardi); cioccolata e preparazioni con cacao (2,1 miliardi) – contano in totale un export complessivo di 31,3 miliardi secondo lo studio della Fondazione Edison in collaborazione con la Fondazione Sanbucini, Uila.
Vale a dire quasi il 60% dell’agroalimentare italiano nel suo complesso che a fine del 2022 ha superato i 60 miliardi.
Dai dati 2022 emerge poi che i Magnifici Sette dell’agroalimentare italiano hanno raggiunto quota 34,4 miliardi. Lo confermano le variazioni congiunturali e tendenziali (ovvero rispetto alla situazione di un trimestre e di anno prima), calcolate sempre in termini di anno scorrevole.
Naturalmente va anche tenuto conto dell’effetto inflattivo nel 2022: nel complesso – riporta lo studio – i Magnifici Sette hanno registrato una crescita congiunturale pari al 3,7% e una crescita tendenziale pari al 12.7%.
Non solo: la crescita dell’export riguarda anche tutte le tipologie che compongono i sette settori che a settembre 2022 hanno incrementato le esportazioni almeno di un decimo rispetto a un anno prima.
Tutto questo come si traduce in occupazione? Secondo lo studio Fondazione Edison/Fondazione Sanbucini il pacchetto ‘vale’ il posto di lavoro per un milione e 400mila persone in Italia.
I dati dell’export agroalimentare italiano si inseriscono in un contesto che vede il Pil nazionale aumentato del 10,9% nel biennio 2021 (+7%) e 2022 (+3,7%). Registrando una media molto più alta rispetto agli altri paesi del mondo (+6,2% nel 2021 e +3,4% nel 2022).
Ma alcune politiche portate avanti con insistenza in ambito europeo e internazionale rischiano di minare proprio i settori fondamentali dell’economia agroalimentare italiana, che vale – se associata al turismo – oltre un quarto di Pil nazionale.
L’ortofrutta, che ‘conta’ un export di 9,6 miliardi, viene messa a rischio dalla ‘fretta’ europea di ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci.
Il vino da uve, il cui export ‘pesa’ 7,2 miliardi, viene messo a rischio dalla demonizzazione del vino che da alimento che fa parte della Dieta Mediterranea diventa qualcosa che ‘nuoce alla salute’ secondo la normativa irlandese.
Pasta e riso? Formaggi e latticini? Cioccolata e preparazioni con cacao? il totale dei tre comparti che insieme valgono un export di 9,5 miliardi di euro, secondo i semafori del Nutriscore, fanno male. Sebbene questi siano elementi essenziali della Dieta Mediterranea e del nostro benessere alimentare.
E la carne? settore da 2,1 miliardi? secondo ‘alcuni’ scienziati uccide l’uomo e il pianeta. E c’è chi pensa che sia meglio stamparla in 3D oppure farla crescere da feti in laboratorio con l’aiuto di bioreattori.
L’Italia vola, l’export del made in Italy agroalimentare cresce in quantità rispettando qualità e sostenibilità. Ma vengono messi in discussione e a rischio proprio i settori che ne fanno la forza.
A rimetterci l’economia reale di un Paese, la Sicurezza e la Sovranità alimentare e un milione e mezzo di lavoratori.
Le reazioni:
Made in Italy, D’Eramo: Riforma fitosanitari con giusta gradualità e alternative, altrimenti green sarà solo uno slogan. Paradosso è che siano penalizzati paesi virtuosi come l’Italia
Agroalimentare, La Pietra: Successo dell’export incentiva difesa del made in Italy
Made in Italy, Piccinini: approccio Ue sbagliato e contraddittorio. Riforma fitosanitari? a condizione che non passi piu merce per porto di Rotterdam
Made in Italy, De Carlo: da Ue riforma fitosanitari e politiche demagogiche che mettono a rischio 1,4 milioni di posti di lavoro
Made in Italy, Fini: riduzione fitofarmaci colpisce Made in Italy che è il più sostenibile al mondo. Ci rimettono lavoratori e cittadini
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