Nutriscore, Lollobrigida: etichetta deve spiegare il prodotto, non essere condizionante. VIDEOINTERVISTA

“Certi interessi spingono verso un sistema di etichettatura che non è informativo, mentre noi vogliamo il massimo dell’informazione, invece è condizionante, ti induce ad andare a comprare alcuni prodotti al posto di altri prodotti. Non ci interessa questo, la persona deve essere libera di comprare, bene informata, quello che ovviamente rientra tra le cose che hanno già dimostrato di non far male in assoluto, all’interno della nostra alimentazione bilanciata. Riteniamo che l’etichettatura debba spiegare che il prodotto non va guardato singolarmente ma va guardato nell’insieme dell’alimentazione e dell’assunzione che ne fai”.

Così ad AGRICOLAE Francesco Lollobrigida, della conferenza stampa sulla Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, organizzata presso il ministero della Salute.

“Non c’è un prodotto che, per esempio in eccesso non faccia male. Perfino l’acqua, superando i dieci litri, può portare alla morte, per cui nessuno immagina di guardare all’acqua come fattore di malessere, è oggettivo. Però tu spieghi quanta ne devi assumere, così noi pensiamo debba essere fatto all’interno di un Nutrinform in forma corretta, di un modello Battery che ti spiega quanto di ogni sostanza puoi assumere per avere un’alimentazione corretta e non sentire invece che olio e parmigiano sono pericolosi per la salute.

Un prodotto che assomiglia nel suo packaging al detersivo, in cui devi scrivere sopra food, venduta da una nota casa di distribuzione francese,  e che viene consigliato dall’etichetta come verde è una aberrazione.

Alcune società che avevano un modello alimentare diverso dal nostro hanno pagato molto l’assenza di questo tipo di fenomeno che resistesse invece a una promozione “selvaggia”, che non badava ovviamente alla salute dell’utente ma solo alla salute del fatturato dell’impresa. Dobbiamo tornare a parlare molto di cibo di qualità, elemento distintivo per il benessere sia delle persone sia oltretutto delle nostre imprese del nostro mondo del lavoro.

Perché l’Italia non è una nazione di quantità, è una nazione di qualità, i nostri produttori realizzano e trasformano il miglior cibo del pianeta. Questa è la verità e dobbiamo saperlo dire ed affermare. Purtroppo ogni tanto sentiamo che si comunica l’esatto inverso, non capendo che diminuire la produzione in Italia di buon cibo significa poi importare cibo da nazioni che utilizzano 100 volte il quantitativo di sostanze che noi vietiamo, in assenza totale di rispetto dei diritti dei lavoratori”.




Nutriscore, La Versione di Giorgia Meloni: opposizione sarà totale. Politica sostenga libera concorrenza vs standardizzazione

L’Italia andrà avanti fino alla fine e l’opposizione al Nutriscore resterà, per dirlo secondo la Versione di Giorgia Meloni, “totale”.

Il premier affronta, tra i tanti temi, anche quello relativo al made in Italy agroalimentare e alla sua tutela da sistemi di etichettatura come il Nutriscore nel libro-intervista “La versione di Giorgia” di Alessandro Sallusti e Giorgia Meloni: “dobbiamo proteggere anche identità economiche che nonostante siano fuori dalle grandi concentrazioni rappresentano un patrimonio”, spiega a Sallusti.

E si chiede “come diavolo è possibile volere imporre una etichetta sul vino che ci dica «occhio, fa male» e poi agevolare le multinazionali della carne sintetica o delle farine di vermi?” Lo vogliamo dire o no che non è il vino che fa male ma è il suo abuso che, come tutti gli abusi, provoca problemi?”

Poi l’olio d’oliva: un esempio definito dal Premier “illuminante”: “ci sono i francesi che spingono perché l’Europa adotti e ci imponga il nutri-score, la famosa etichettatura sui cibi di proprietà di una loro agenzia: bollino verde per quelli sani, rosso per quelli che fanno male. Bene, il nostro olio extravergine di oliva avrebbe bollino rosso in base alla bizzarra tesi che contiene troppi grassi saturi per litro. Dico bizzarra nel senso che quando mai uno si attacca alla bottiglia dell’olio e se ne scola un litro al giorno?

“Lo sanno o no questi fini scienziati che qualsiasi nutrizionista la prima cosa che ti dice di non eliminare è proprio l’olio extravergine perché nel giusto dosaggio offre solo benefici? In compenso quel semaforo sarebbe verde per le bevande frizzanti fatte in laboratorio in quanto esenti da grassi saturi. Mi stupisce che questa spinta arrivi proprio dalla Francia che ci contende il primato europeo per denominazioni d’origine, e che invece sembra privilegiare le ragioni della grande distribuzione a quelle dei suoi produttori”.

“Mi auguro cambino idea, ma la nostra opposizione rimarrà totale. In ogni caso, è evidente, per rimanere in tema, che è in corso un tentativo di arrivare a una standardizzazione dell’alimentazione a vantaggio di chi si arricchisce sulla quantità del prodotto e non sulla sua qualità”.

“Io penso, per esempio – spiega ancora il Premier a Sallusti – che la politica debba sostenere la sana concorrenza tra i vini e i formaggi italiani e quelli francesi e non viceversa agevolare chi vorrebbe controllare e limitare la loro diffusione per dominare in altro modo la filiera alimentare. Questo è il mio concetto di libero mercato, in tutti i campi: non può esistere un mercato libero se ci sono leggi che alterano la concorrenza”.

La sinistra più che altro è il servo sciocco di questo disegno, perché non vuole fare i conti con il fatto che sbagliava quando ha venduto la globalizzazione come una specie di «mano invisibile» che avrebbe distribuito la ricchezza e democratizzato i sistemi meno democratici. È evidente che le cose non sono andate esattamente così, anzi è accaduto il contrario”.

E in base a un principio di libero commercio importiamo frutta e verdura a prezzi bassissimi da nazioni che non hanno neppure lontanamente i nostri stessi standard etici e sociali, e dove lo sfruttamento dei lavoratori nei campi non è l’eccezione ma la regola. Meloni, spiega, vuole dare agli imprenditori una terza via: giocatela con produttori di qualsiasi parte del mondo che rispettano i loro dipendenti come fai tu, cioè confrontati con concorrenti che rispettano le tue stesse regole e allora sì, a quel punto vinca il migliore.

 




Vino, Prandini: ora Ue segua la scienza e blocchi etichette false e tendenziose a danno Made in Italy e salute cittadini

“Finalmente siamo di fronte a una ricerca libera e indipendente che dà ragione all’Italia rispetto agli interessi delle aziende che operano cibi ultraprocessati e che fanno leva su ricerche di parte che generano paura e timore nei consumatori nei confronti dei prodotti che caratterizzano da sempre il Made in Italy”.

Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini commenta con AGRICOLAE la recentissima ricerca della BMC dalla quale emerge che chi consuma vino rosso va incontro a una diminuzione del rischio mortalità che va dal 4 all’11 per cento.

“Nulla succede per caso”, prosegue il presidente Coldiretti. “L’attacco sistemico che subiamo, dal Nutriscore, all’etichettatura del vino – che viene equiparato al tabacco -, fino ai prodotti di laboratorio che erroneamente vengono definiti ‘cibo’, non sono disgiunti. Hanno infatti la finalità comune di creare spazio commerciale a prodotti nuovi e gestiti da pochi”.

E la ricerca su cui spesso ci si è basati nelle scelte politiche comunitarie è, secondo Prandini, “figlia di finanziamenti percepiti direttamente o indirettamente. Quella che dobbiamo sostenere è, al contrario, una scienza libera e indipendente come quella che sta emergendo”.

“Adesso l’Unione europea, sulla base delle ultime ricerche emerse, intervenga per bloccare forme di etichettatura false e tendenziose, come quella sul vino, che altri paesi potrebbero attuare a discapito dei prodotti italiani e della salute dei cittadini europei”, conclude.

Vino, Ricerca Usa dà ragione a Sistema Italia: bere vino riduce mortalità fino a -11%. IL NUOVO STUDIO BMC. E le reazioni




Rai, Report “difende” Nutriscore e fa melina su finanziatori. Ma la scienza dice altro

Nutriscore vs Nutrinform. Ennesimo attacco al Made in Italy, ma questa volta giunge dalla Rai attraverso la trasmissione Report andata in onda lunedì 15 maggio in prima serata. Il tutto finanziato con soldi pubblici.

Di seguito AGRICOLAE pubblica il link la puntata andata in onda:

https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-battaglia-delle-etichette-e20891d9-b34c-418b-a0ca-c3e8660f19ba.html

E la Rai si trincera, dopo la nota di Palazzo Chigi dietro un no comment. Sigfrido Ranucci, raggiunto da AGRICOLAE spiega di non poter parlare senza autorizzazione di Fabrizio Casinelli (ufficio stampa Rai) il quale a sua volta spiega che è lo stesso Ranucci a dover chiedere l’autorizzazione a Antonio Luca Di Bella (Direttore Approfondimento). 

Nel frattempo la Rai tace in merito ai finanziatori della trasmissione Report. Infatti da quanto si apprende alcuni servizi vengono finanziati direttamente dalla Rai, mentre altri vengono venduti a pacchetto chiuso a seguito di quanto concordato preventivamente col servizio pubblico. Nel caso della puntata andata in onda sul Nutriscore si tratta di un giornalista interno, quindi un servizio finanziato con soldi pubblici. Resta il fatto che la Rai non fornisce alcuna trasparenza in merito ad eventuali finanziatori dei servizi che vengono confezionati non direttamente dal servizio pubblico.

AGRICOLAE ha difatti inviato una mail all’Ufficio Stampa Rai per sapere “chi finanzia i servizi e le trasferte, anche estere, dei giornalisti di Report. E nel caso in cui venisse venduto il prodotto finito se il servizio pubblico abbia contezza dei finanziatori delle inchieste.”

 

Nutriscore, Palazzo Chigi: Report ha fornito una visione dei sistemi di etichettatura dei prodotti alimentari parziale e non condivisibile

 

Il servizio andato in onda di Report sembra prendere le difese del Nutriscore senza chiamare in causa i molti soggetti che finora si sono espressi sfavorevolmente sull’etichettatura francese. Nel corso del servizio ritroviamo invece interviste finanche al suo ideatore ed organi di stampa che da sempre -pare- si esprimano a favore del Nutriscore, senza alcun accenno invece ai tanti dubbi sollevati dalla stessa comunità scientifica sulla reale efficacia del Nutriscore. Tra i molti a bocciare il Nutriscore anche l’Accademia dei Georgofili. 

“Quanto è giusto sacrificare sull’altare della semplicità la correttezza scientifica? si domanda Paolo Fantozzi, coordinatore del Comitato Consultivo dei Georgofili sulle Tecnologie Alimentari.

Nutriscore, anche i Georgofili bocciano (di nuovo) l’etichetta a semaforo

“Un sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole” dichiara invece Jean-Michel Lecerf, autore di oltre 600 articoli e 400 papers e fondatore all’Istituto Pasteur di un dipartimento di nutrizione.

Nutriscore, il più grande esperto di nutrizione francese: “sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole”

Il CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita), un organismo di supporto del Governo e, in particolar modo, del Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’elaborazione di linee di indirizzo scientifico, produttivo, di sicurezza sociale e di consulenza in ambito nazionale e comunitario, dichiara invece:

“Non ci sono prove che l’adozione del Nutriscore possa migliorare le conoscenze/competenze in ambito nutrizionale del consumatore o le sue scelte di acquisto in un contesto di vita reale, che possa migliorare la qualità della sua dieta e che le variazioni della sua dieta possano modificare favorevolmente lo stato di salute del consumatore.”

Nutriscore, la scienza lo boccia (di nuovo): algoritmi mutevoli e arbitrari che mettono a rischio donne incinte, vecchi e bambini. Le ricerche

Stessi risultati a cui è giunta anche una recente ricerca condotta da scienziati internazionali, tra cui italiani, spagnoli e olandesi, che ha messo in luce tutte le contraddizioni del Nutriscore che in numerose occasioni promuove cibi ultra elaborati e che, anziché promuovere modelli alimentari sani, rischia di fuorviare i consumatori portando a scelte dietetiche squilibrate. Dunque il Nutriscore – si legge nel rapporto – contraddice le intenzioni originali della Commissione Ue e soprattutto mancano reali conferme di causalità tra l’adozione di una etichettatura fronte pacco e il miglioramento della salute dei consumatori.

Di seguito AGRICOLAE pubblica i risultati della ricerca: 

https://doi.org/10.1016/j.nut.2022.111861

Nutriscore, cresce dissenso in Ue. Dopo Georgofili e comunità scientifica, si schiera anche Safe: Incongruenze e difetti, promuove cibi ultra lavorati. Meglio Nova e Siga

Era stato scritto: 

RAI SU ZOOTECNIA, RANUCCI: REPORT RISPONDERA EVENTUALMENTE NELLE SEDI ISTITUZIONALI

REPORT, CHIANCA: PER ORA NESSUNA RETTIFICA DA COLDIRETTI. PRANDINI: IO ANCORA IN ATTESA DI ESSERE CONTATTATO PER FORNIRE DATI RICHIESTI COME CONCORDATO

RAI ATTACCA ZOOTECNIA. PRANDINI: DISINFORMAZIONE PUBBLICA E SERVIZIO TAGLIATO. AGRINSIEME: INACCETTABILE. VIDEO

ZOOTECNIA, FILIERA SCRIVE A FOA: BASTA DA RAI TV DI STATO TEOREMI PRECOSTITUITI PER FARE SENSAZIONALISMO. CI SI BASI SU SCIENZA. LE LETTERE

RAI, interrogazione Lega: azienda chiarisca chi finanzia inchieste contro Made in Italy

Zootecnia, Rai non risponde su sponsor/finanziatori di “Indovina chi viene a cena”. No trasparenza servizio pubblico su programma conduttrice vegetariana che attacca allevatori su uso improprio ormoni

 

Per saperne di più: 

Nutriscore, Hercberg: sistema rigoroso e scientifico. Ma studio Ue in bilico: nessun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute

Nutriscore slitta. Picierno (Vice Presidente Parlamento Ue): Etichettatura deve essere chiara e imparziale, non può condizionare. Difendere consumatori, produttori e territori

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Nutriscore accantonato, Ue punta a ibrido modello Usa-Australia. Ma produttori lo utilizzano solo se punteggio è positivo (come in Francia). Nonostante non ci siano prove che migliori scelte consumatori, Nestlè lo adotterà per il suo report annuale

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Dieta Unica, Prandini: battaglia vinta. Ora vinceremo anche quella su Nutriscore e Fake meat vs speculazioni nuovi oligarchi del food

“L’intelligenza e l’insistenza che abbiamo saputo mettere in campo in questi anni hanno portato all’emersione della verità e al tentativo speculativo di omologare cultura, storia e tradizioni che hanno sempre contraddistinto il nostro Paese”.

Così ad AGRICOLAE il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare il retromarch da parte di Eat Lancet in merito a una Dieta Unica Universale e alla demonizzazione della carne da imporre ai cittadini.

“Siamo convinti che il Nutriscore e il cibo sintetico abbiano grandi affinità e facciano parte di una strategia congiunta. Vinceremo anche questa battaglia a difesa dei valori economici e sociali (oltre che culturali) che potrebbero essere compromessi se ci dovessimo piegare a logiche speculative di pochissime persone che ci piace definire i nuovi oligarchi del food”.

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Nutriscore, Vallardi, Lega: persino in Francia si sono resi conto dello scempio del sistema

“Persino la Francia si sta accorgendo dello scempio del loro sistema di etichettatura che prende il nome di Nutri-score.
La Francia, attraverso il suo ideatore, Serge Hercberg, da anni sta provando ad imporre una dittatura alimentare a tutta Europa attraverso un’ etichettatura ingannevole che crea distorsioni sulla capacità d’acquisto dei consumatori. Il Nutri-score si basa su un algoritmo di calcolo che valuta i valori nutrizionali su base quantitativa invece che qualitativa, premiando i cibi processati.
Sono da sempre a favore della corretta informazione per i consumatori ma il Nutri-score ha lo scopo di distorcere la realtà penalizzando la nostra dieta mediterranea considerata un punto di riferimento in tutto il mondo! Ora anche l’Assemblea Nazionale di Parigi se ne è resa conto e ha bocciato il Nutri-score ritenendolo un’informazione ingannevole, finalmente.
Così in una nota il già presidente della Commissione Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi in merito alla bocciatura da parte dell’Assemblea francese di alcuni emendamenti atti a vietare la pubblicità sui prodotti alimentari catalogati dal sistema Nutriscore con la D e la E.

Nutriscore sconfitto in casa. Ok in Francia a legge vs condizionamento influencer. Bocciato divieto pubblicità prodotti classificati D e E per non ‘influenzare’ i consumatori

 




Nutriscore sconfitto in casa. Ok in Francia a legge vs condizionamento influencer. Bocciato divieto pubblicità prodotti classificati D e E per non ‘influenzare’ i consumatori

Un’altro colpo al Nutriscore, e stavolta in casa. L’assemblea nazionale francese ha votato una legge contro la pubblicità degli elementi che possono influenzare i consumatori, come nel caso della chirurgia estetica e del gioco d’azzardo.

Al termine di una seduta all’Assemblea Nazionale di Parigi, i 49 deputati presenti in aula hanno votato infatti compatti in spirito bipartisan a favore del disegno di legge che intende dare delle norme al settore, attribuendo un quadro legale chiaro per influencer.

La bozza di legge approvata in prima lettura – ora dovrà passare al Senato – vieterà alcune pratiche diffuse sul web a cominciare dalla chirurgia estetica tra i giovanissimi promossa dagli influencer. I quali, quando la legge verrà approvata in maniera definitiva, rischieranno fino a sei mesi di carcere e 300.000 euro di multa.

Stretta anche sulla promozione di investimenti finanziari a rischio, in particolare nel settore digitale o delle criptomonete e del gioco d’azzardo. E del Nutriscore.

Da quanto si apprende infatti sono sono stati bocciati, nel corso della discussione, gli emendamenti presentati con lo scopo di vietare la pubblicità di prodotti grassi e zuccherati classificati, nella scala del Nutriscore con la D e la E. Come chiedeva di fare il fondatore del sistema di etichettatura francese Serge Hercberg di vietare la pubblicità dei prodotti Nutriscore di colore rosso.

Sarebbe stata smentita, in questo modo, anche la linea dettata dalla Eat Foundation di proporre una sorta di dittatura alimentare suggerendo ai governi di ridurre e eliminare la promozione dei prodotti considerati poco salutari. Lasciando però spazio ai cibi ultra processati messi a punto dalle multinazionali del food.

Promossa invece la linea italiana improntata a un’educazione informativa degli alimenti per lasciare che i cittadini non vengano condizionati e abbiamo la possibilità di fare scelte consapevoli. Tanto che l’Antitrust su segnalazione della Confagricoltura, lo scorso agosto, ha imposto a Carrefour – che aveva deciso di adottare la segnaletica del Nutriscore – di posizionare un AVVERTENZA con la quale si precisa come il Nutriscore sia un sistema basato su un algoritmo scientifico non condiviso universalmente.

Nutriscore, Antitrust impone a Carrefour “AVVERTENZA”: Le reazioni del mondo politico

No libertà di scelta consumatori e piu tasse per aziende, questo il piano del capo Onu al Food Systems Summit per i consumi alimentari. I documenti Eat della ‘Dittatura alimentare’

 




Made in Italy, De Carlo: da Ue riforma fitosanitari e politiche demagogiche che mettono a rischio 1,4 milioni di posti di lavoro

“La stretta sui fitofarmaci e le politiche in ambito agroalimentare, dal Nutriscore all’accanimento contro gli allevamenti, volute dall’Unione Europea sono solo l’ennesima dimostrazione di una politica demagogica della sinistra in Europa che mette a rischio 1.400.000 lavoratori del comparto agroalimentare nazionale. Le esportazioni delle eccellenze agroalimentari del Made in Italy che verranno maggiormente penalizzate dalla riforma – come ortofrutta, vini, formaggi, pasta, riso – hanno fatto registrare nel 2022 un fatturato complessivo superiore ai 34 miliardi di euro; l’intero comparto esporta beni per 60 miliardi di euro. I dati dello studio di Fondazione Edison e Fondazione Sambucini – Uila indicano bene quale sia il ruolo dell’agricoltura per l’economia nazionale: per questo, non possiamo che condannare e contrastare politiche che hanno come obbiettivo quello di uccidere produzioni nazioanli floride come l’agricoltura per condannare le persone alla povertà perenne e al reddito di cittadinanza, favorendo allo stesso tempo con scelte come quella del Nutriscore o delle carni sintetiche le multinazionali”: così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato.

Export, da vino a fitofarmaci così le politiche Ue schiacciano i ‘magnifici sette’ del Made in Italy agroalimentare da cui dipende meta dell’export e lavoro di 1,4 milioni di persone. I dati e le reazioni




Export, da vino a fitofarmaci così le politiche Ue schiacciano i ‘magnifici sette’ del Made in Italy agroalimentare da cui dipende meta dell’export e lavoro di 1,4 milioni di persone. I dati e le reazioni

La riforma Fitofarmaci? La fuga in avanti di Bruxelles all’insegna della sostenibilità ambientale mette a rischio la sostenibilità economica e sociale dei Paesi membri.

Ma a rimetterci più di tutti sarà l’Italia: il comparto agroalimentare più colpito dalla stretta sui fitofarmaci è infatti l’ortofrutta e il Paese che ne esporta di più è proprio quello del Made in Italy.

A seguire ci rimette anche l’occupazione: basti solo pensare alla percentuale di lavoro dipendente agricolo in provincia di Ferrara, una delle aree maggiormente vocate alla produzione ortofrutticola tra meli, peri e pesche nettarine. L’equazione su cui ci si basa a livello istituzionale per le erogazioni dei contributi al settore determina che ogni ettaro di terreno vale, in termini occupazionali, un anno di lavoro di un addetto. Se due più due fa quattro, la provincia ferrarese per la sola voce frutticoltura, compreso l’indotto, vale circa 20 mila persone in un anno. Questo vuol dire che la frutticoltura – solo a Ferrara – vale, per quanto riguarda l’occupazione, due stabilimenti Mirafiori. Lo stabilimento Fiat, che prende nome dal vecchio castello Mirafiori dei Savoia, conta oggi infatti circa 10.000 operai.

I cosiddetti “Magnifici Sette” dell’export agroalimentare, – Ortofrutta e preparazioni (9,6 miliardi di euro nel 2021); vini di uve (7,2 miliardi); pasta e riso (3,7 miliardi); formaggi e latticini (3,7 miliardi); prodotti da forno (2,9 miliardi); conserve animali (2,1 miliardi); cioccolata e preparazioni con cacao (2,1 miliardi) – contano in totale un export complessivo di 31,3 miliardi secondo lo studio della Fondazione Edison in collaborazione con la Fondazione Sanbucini, Uila.

Vale a dire quasi il 60% dell’agroalimentare italiano nel suo complesso che a fine del 2022 ha superato i 60 miliardi.

Dai dati 2022 emerge poi che i Magnifici Sette dell’agroalimentare italiano hanno raggiunto quota 34,4 miliardi. Lo confermano le variazioni congiunturali e tendenziali (ovvero rispetto alla situazione di un trimestre e di anno prima), calcolate sempre in termini di anno scorrevole.

Naturalmente va anche tenuto conto dell’effetto inflattivo nel 2022: nel complesso – riporta lo studio – i Magnifici Sette hanno registrato  una crescita congiunturale pari al 3,7% e una crescita tendenziale pari al 12.7%.

Non solo: la crescita dell’export riguarda anche tutte le tipologie che compongono i sette settori che a settembre 2022 hanno incrementato le esportazioni almeno di un decimo rispetto a un anno prima.

Tutto questo come si traduce in occupazione? Secondo lo studio Fondazione Edison/Fondazione Sanbucini il pacchetto ‘vale’ il posto di lavoro per un milione e 400mila persone in Italia.

I dati dell’export agroalimentare italiano si inseriscono in un contesto che vede il Pil nazionale aumentato del 10,9% nel biennio 2021 (+7%) e 2022 (+3,7%). Registrando una media molto più alta rispetto agli altri paesi del mondo (+6,2% nel 2021 e +3,4% nel 2022).

Ma alcune politiche portate avanti con insistenza in ambito europeo e internazionale rischiano di minare proprio i settori fondamentali dell’economia agroalimentare italiana, che vale – se associata al turismo – oltre un quarto di Pil nazionale.

L’ortofrutta, che ‘conta’ un export di 9,6 miliardi, viene messa a rischio dalla ‘fretta’ europea di ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci.

Il vino da uve, il cui export ‘pesa’ 7,2 miliardi, viene messo a rischio dalla demonizzazione del vino che da alimento che fa parte della Dieta Mediterranea diventa qualcosa che ‘nuoce alla salute’ secondo la normativa irlandese.

Pasta e riso? Formaggi e latticini? Cioccolata e preparazioni con cacao? il totale dei tre comparti che insieme valgono un export di 9,5 miliardi di euro, secondo i semafori del Nutriscore, fanno male. Sebbene questi siano elementi essenziali della Dieta Mediterranea e del nostro benessere alimentare.

E la carne? settore da 2,1 miliardi? secondo ‘alcuni’ scienziati uccide l’uomo e il pianeta. E c’è chi pensa che sia meglio stamparla in 3D oppure farla crescere da feti in laboratorio con l’aiuto di bioreattori.

L’Italia vola, l’export del made in Italy agroalimentare cresce in quantità rispettando qualità e sostenibilità. Ma vengono messi in discussione e a rischio proprio i settori che ne fanno la forza.

A rimetterci l’economia reale di un Paese, la Sicurezza e la Sovranità alimentare e un milione e mezzo di lavoratori.

Le reazioni:

Made in Italy, D’Eramo: Riforma fitosanitari con giusta gradualità e alternative, altrimenti green sarà solo uno slogan. Paradosso è che siano penalizzati paesi virtuosi come l’Italia

Agroalimentare, La Pietra: Successo dell’export incentiva difesa del made in Italy

Made in Italy, Piccinini: approccio Ue sbagliato e contraddittorio. Riforma fitosanitari? a condizione che non passi piu merce per porto di Rotterdam

Made in Italy, De Carlo: da Ue riforma fitosanitari e politiche demagogiche che mettono a rischio 1,4 milioni di posti di lavoro

Made in Italy, Fini: riduzione fitofarmaci colpisce Made in Italy che è il più sostenibile al mondo. Ci rimettono lavoratori e cittadini

Made in Italy, Prandini: no a logiche speculative da Bruxelles. Ue riconosca Sistema Italia come modello da seguire in termini di qualità, sostenibilità ed export

Made in Italy, Battista: sotto attacco Ue, Italia si ribelli a tentativo di diminuire produzione e a interessi particolari

Fitofarmaci, Caretta (FdI): Bruxelles non ha cognizione della realtà

Vino e whisky equiparati. Lancet pubblica studio Oms pochi giorni prima ok Ue a etichetta Irlanda. La stessa che promuove “Dittatura alimentare” ed è in piattaforma affari multinazionali

Vino, ok da PE a Cancer Plan basato su studio Lancet controverso. Più tasse ad aziende che producono “cibo malsano” come vuole Eat-Lancet

No libertà di scelta consumatori e piu tasse per aziende, questo il piano del capo Onu al Food Systems Summit per i consumi alimentari. I documenti Eat della ‘Dittatura alimentare’




Ue, Lollobrigida: farina di insetti, fondamentale specificare su etichette. Alcuni produttori la usano, ma senza corretta informazione. VIDEO

“Noi abbiamo inventato le tecniche genomiche, l’Italia è stata all’avanguardia e penso a figure come Nazareno Strampelli che è riuscito a raddoppiare la produzione di grano. Se dunque c’è la possibilità di riuscire a velocizzare lo sviluppo con tecniche di questa natura il governo italiano è favorevole, anzi deve essere implementata la ricerca in tal senso, così da aumentare le produzioni diminuendo l’uso di fitofarmaci.

Così il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollodrigida, a margine del Consiglio Ue su Agricoltura e Pesca di Bruxelles.

“La capacità di discernimento degli esseri umani sul cibo è fondamentale. Noi scegliamo sulla base di alcuni criteri, come la qualità. Riguardo al Nutriscore penso che ormai sia consolidato che quel modello, così come imposto, porti a delle oggettive farneticazioni. In Italia normeremo anche rispetto alla tutela di alcune produzioni e della salute pubblica. Sulla vicenda delle farine di grillo l’Europa le ha autorizzate e noi non saremo anti europei, non le contrasteremo dal punto di vista delle normative. Ma lo faremo correttamente dal punto di vista delle informazioni, con una etichetta che dica quello che si mangia. Noi vogliamo informare, a differenza del Nutriscore che vuole condizionare. Quindi chi vuole mangiare cavallette o grilli, sotto forma di farine, può farlo, sapendo però a cosa va incontro. Ci sono troppi produttori, abbiamo scoperto, che inseriscono questo tipo di farine in prodotti di uso comune, ma molte persone non avrebbero comprato quei prodotti se lo avessero saputo.

Sulla carne sintetica siamo invece molto più aggressivi, siamo infatti contrari alla produzione e commercializzazione delle carni sintetiche. Per questo nei prossimi giorni, insieme al ministero della salute, proveremo a normare a garanzia di un processo di approfondimento”. 

Pesca a strascico, Lollobrigida: Piano non accettabile. Servono misure concrete, eque e sostenibili economicamente. No a visioni ideologiche

Agrifish, Lollobrigida: proposta pesca a strascico preoccupa, piano con forti controindicazioni

Ue, Lollobrigida: sottoscrizione del Ceta possibile, ma ci sono ancora dubbi su Mercosur

Sovranità alimentare, Lollobrigida: contrario di autarchia, garantisce nostre produzioni e nostra dieta alimentare. VIDEO

Ue, Lollobrigida: Favorevoli al Green, ma non avvantaggi Stati terzi che non rispettano i diritti

Ue, Lollobrigida: su gestione flussi migratori serve più responsabilità comune

 




Nutriscore, Prandini: grande bugia mossa da lobby in Ue. Industria italiana cominci a usare Nutrinform

“Bisogna continuare a insistere sul Nutrinform. Ormai è evidente a tutti come il Nutriscore sia una grande falsità. E’ inutile che le lobby di carattere europeo continuano a cercare di insistere sulla sua adozione (purtroppo anche qualche italiano noto alle cronache come colui che si è svenduto agli interessi di questi per cercare di far passare un sistema che aveva un solo indirizzo: favorire i cibi ultraprocessati e favorire ciò che non si caratterizza in termini qualitativi ma semplicemente in interessi economici)”.

Così ad AGRICOLAE il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel commentare il documento pubblicato dall’Eupha, (l’associazione europea per la pubblica salute di cui fa parte anche l’ex consigliere del ministero della Salute al tempo di Roberto Speranza, Walter Ricciardi), con il quale si chiede alla Commissione Ue di imporre a tutti gli Stati membri il Nutriscore.

Prandini spiega che “non bisogna sottovalutare i passaggi successivi che vengono fatti nel contesto europeo”. “L’attenzione va tenuta sempre molto alta senza dar per certi i risultati che hanno fatto pensare che la discussione si sia accantonata. Non è risolta definitivamente”.

“Quello che dobbiamo fare è cominciare a chiedere alle industrie agroalimentari italiane di cominciare a utilizzare il Nutrinform Battery”, prosegue il presidente Coldiretti. “Diversamente siamo un po limitati nel cercare di sostenere un sistema che però non è evidente nella quotidianità. Se noi riuscissimo a farlo già applicare nel nostro Paese – conclude – sicuramente questo potrebbe facilitare molto l’Italia in termini di discussione propositiva a livello europeo nei prossimi passaggi successivi che ci saranno”.

NutrInform, governo ci mette la faccia ma aziende e Gdo no. E il Mise tira le orecchie alla filiera Made in Italy e scrive: “Solo 2 soggetti in 2 mesi hanno chiesto info. Dobbiamo essere i primi a crederci per evitare i semafori”

Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni

 




Nutriscore, Siliquini, Eupha: risultato preponderanza di una parte dei Paesi che ne fanno parte. Etichetta immediata ma fuorviante per il consumatore

Uno dei membri italiani dell’Eupha e in merito al caos che si è alzato a seguito della pubblicazione del documento dell’Associazione Ue per la pubblica salute che chiede alla Commissione europea di imporre quanto prima il Nutriscore a tutti gli stati membri in quanto unica opzione percorribile, fa chiarezza e precisa che il sistema di etichettatura francese, pur essendo immediato, potrebbe essere un po fuorviante per il consumatore.

“Quello che approvo dello statement di Eupha è l’urgenza di intervenire con una etichettatura fronte pacco che dia giuste e corrette informazione ai consumatori. Ci sono una serie di patologie come obesità, ipertensione, diabete che stanno aumentando nei Paesi occidentali per via anche di una scorretta alimentazione”, spiega la professoressa Roberta Siliquini, membro italiano del governing board di Eupha, l’associazione che riunisce gli operatori di sanità pubblica europei, dopo che quest’ultima ha preso una netta posizione a favore del Nutriscore, l’etichetta a semaforo fronte pacco per gli alimenti.

L’Eupha, nel documento del 15 marzo, boccia di fatto il Nutrinform italiano e promuove il Nutriscore francese.

Siliquini nel merito dell’etichetta a semaforo appoggiata da Eupha pur riconoscendo che è “più semplice e immediata” avverte che “proprio l’immediatezza dell’informazione potrebbe essere un po’ fuorviante per il consumatore” e invita a leggere la presa di posizione di Eupha come il risultato della preponderanza “di una parte dei Paesi che ne fanno parte”.

“Come rappresentante della sanità pubblica io sottolinea il supporto a Eupha nel velocizzare l’introduzione di una forma di informazione corretta ai consumatori – ha aggiunto – ma credo che la forma di informazione corretta non debba essere fuorviante” si legge in una agenzia . La eccessiva semplificazione, è il ragionamento fatto dalla professoressa Siliquini, rischia di penalizzare alimenti che da un punto di vista nutrizionale sono importanti anche perché spesso contano le quantità che se ne consumano.

Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni




Nutriscore, Battistoni (FI): “Da Eupha moral suasion contro l’Italia

“Ennesimo attacco diretto all’Italia e alle sue eccellenze agroalimentari questa volta da parte dell’Eupha, l’Associazione della Salute pubblica Ue che, attraverso una ‘moral suasion’ priva di argomentazione scientifiche  ha come scopo quello di orientare i cittadini europeo verso l’adozione del Nutriscore come sistema di classificazione alimentare”. Così in una nota il vice presidente della Commissione Ambiente della Camera e deputato azzurro, Francesco Battistoni.

“Indottrinare senza informare è il messaggio esplicito che l’Eupha rivolge e lo fa – aggiunge – solo per ridare slancio alle multinazionali francesi che dopo lo stop al sistema di etichettatura a semaforo sancito dall’Ue vedono ridotta la loro credibilità verso il Nutriscore che appare, ogni giorno che passa, come un sistema non all’altezza per aiutare i consumatori a fare scelte alimentari responsabili ma solo finalizzato a favorire un mercato economico a discapito di altri. Come Italia e grazie al Governo Meloni – conclude Battistoni – in Europa continueremo la nostra battaglia per affermare i principi di verità e di credibilità scientifica, contro l’evidente speculazione in atto per imporre regole unilaterali già bocciate da altri stati membri”.

Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni




Nutriscore, D’Eramo: Si cerca di forzare la mano ignorando contrarietà Stati membri. Approccio Eupha sbagliato nel merito e nel metodo

“Un tentativo in extremis non solo per riabilitare – ma addirittura cercare di imporre – un sistema di etichettatura fuorviante verso il quale sempre più paesi sono contrari e che suscita forti perplessità. La richiesta dell’Eupha alla Commissione Ue di far adottare con urgenza a tutti i paesi il Nutriscore è lontana dai principi democratici alla base dell’Ue. Sorprende che venga bocciato il Nutrinform, che ha l’obiettivo di informare i consumatori, e promosso invece il Nutriscore che, come è scritto anche nel documento, è volto a orientarne le scelte. L’Eupha boccia il Nutrinform, noi bocciamo questa presa di posizione sia nel merito che nel metodo”. Lo afferma il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, a proposito del documento pubblicato dall’Eupha, l’Associazione della salute pubblica Ue, nel quale si individua il Nutriscore come unica opzione percorribile in fatto di etichettatura. “Ribadiamo la ferma contrarietà a un sistema fuorviante che penalizza prodotti di eccellenza e legati ai territori, promuove alimenti ultra processati e non tutela i cittadini ma punta semplicemente a condizionare le scelte di acquisto. Non è la strada giusta per migliorare la salute pubblica. Non sono i singoli alimenti a fare la differenza, ma gli stili di vita e la dieta nel suo complesso, oltre all’educazione e a un’informazione completa e corretta. E per questo continuiamo a preferire il Nutrinform e la Dieta Mediterranea”, conclude D’Eramo.

Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni




Nutriscore, Piccinini, Alleanza Cooperative Agroalimentari: non ha un approccio educativo e deprime le aspettative sulla capacità di comprensione dei consumatori

“Faremo il possibile per scongiurare che la scelta dell’Europa ricada alla fine proprio sul Nutriscore. Orientare le scelte dei cittadini europei solo attraverso l’automatismo dei colori del semaforo non ha a mio avviso nulla a che vedere con l’informazione e l’educazione”.

Così ad AGRICOLAE il presidente dell’Alleanza delle cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini commentando il documento redatto dall’Eupha, l’Associazione della Salute pubblica Ue, con la quale si individua il sistema di etichettatura francese l’unica strada percorribile e si chiede alla Commissione Ue di agire in fretta per fare una legge ed imporlo a tutti gli Stati Membri.

“Il concetto semaforico – prosegue – è un sistema che non fa pensare, ma si limita a generare meccanismi e scelte comportamentali pressoché immediate o di impulso, come quando si è alla guida e scatta il semaforo. Ma se ciò va bene quando si circola per strada, è inaccettabile che siano i colori a guidare le scelte alimentari (questo lo mangio perché è verde, questo lo scarto perché è rosso). Occorrerebbe piuttosto un approccio educativo, che passi attraverso sistemi di etichettatura pensati per dare il quadro più ampio possibile di informazioni sulle caratteristiche dei singoli nutrienti di un prodotto.
E’ questo ciò di cui i consumatori hanno bisogno per fare scelte consapevoli in una materia come quella delle scelte alimentari che sono più complesse di come l’Europa dimostra di volerle affrontare.
L’alimentazione è un comportamento complesso che non può essere banalizzato. Dobbiamo educare il consumatore a fare le migliori scelte di consumo sulla base della raccolta di informazioni riscontrabili e complete, non spingerlo a scegliere nel minor tempo possibile sulla base di un colore.
“È necessario sì semplificare, – conclude Piccinini – ma il nutriscore deprime le aspettative sulla capacità di comprensione dei consumatori circa i valori nutrizionali dei prodotti. Ne va della cultura alimentare delle future generazioni e della loro salute”.

Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni