“Proteggere il vino da una serie di aggressioni volte a criminalizzarne il consumo. Il vino fa parte della nostra alimentazione sostanzialmente da sempre e siamo una nazione che vanta il record per longevità seconda solo al Giappone. E il Trentino – dove il consumo del vino non è secondario all’interno del quadro nutrizionale delle persone – supera per longevità anche il Giappone”.
Così il ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida a TrentoDoc.
“Questo l’abbiamo provato a spiegare, lo abbiamo spiegato perché leggiamo alcuni atteggiamenti, sulle etichette allarmistiche che vengono promosse in alcune nazioni, che a nostro avviso sono tese più a chiudere il mercato a questo prodotto, che sempre più cresce in alcune aree europee e mondiali, piuttosto che a salvaguardare la salute. Se è vero che il consumo eccessivo di vino è evidentemente dannoso, come è dannoso il consumo eccessivo di qualsiasi alimento, è altrettanto vero che un consumo moderato non fa male, anzi per alcuni medici è un uso consigliato, per esempio i cardiologi spessissimo danno indicazioni di consumi moderati di vino per avere maggior benessere”.
“Intanto – prosegue – abbiamo attuato tutti i ricorsi alle Corti che devono giudicare se queste etichette sostanzialmente intervengono sul libero mercato così come viene previsto in Europa e con la tendenza necessaria ad avere etichettature uniche in tutta Europa. Ho incontrato il mio collega a Bruxelles chiedendogli di parlare del vino nella sua definizione complessa, quindi la maggior parte del vino è acqua, vitamine e proprietà nutritive positive e come tutti gli italiani in maniera elegante gli ho portato una bottiglia di vino pensando che non la accettasse, poi invece lui ha spiegato che era un problema di natura sanitaria, perché loro hanno un problema con l’alcolismo gravissimo, ma chiunque conosce un po’ l’Irlanda sa che il problema che hanno è l’eccesso di uso d’alcol peraltro di qualità spesso non propriamente analoga alla nostra e concentrato tra il venerdì e il sabato sera. Quindi dovrebbero consigliare sulle etichette, o magari a livello scolastico nel momento della formazione, come non abusare degli alcolici e magari consigliare di seguire il metodo che utilizziamo noi italiani di assumere alcolici in maniera mediamente moderata”.
L‘altra cosa però che dobbiamo fare, prosegue ancora il ministro, è ragionare con le altre nazioni europee e i paesi produttori di vino dell’intero pianeta “per evitare la demonizzazione del vino ed è quello che stiamo facendo”.
“Noi dobbiamo provare ad abbinare il vino anche ad alcune questioni che rappresentano il benessere anche fisico. Io per esempio ho scelto di promuovere la candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco, che è una cosa che l’Italia avrebbe dovuto fare forse anche in passato per metterla sullo stesso piano di chi oggi ha ottenuto questo riconoscimento, Francia, Messico, Corea e Giappone, e ovviamente la cucina italiana non sono solo i piatti, sono i nostri monumenti, la biodiversità, tutto quello che rende particolare il nostro modo di produrre e di trasformare ed evidentemente il vino è tra questi e abbinarlo ad eventi sportivi”.
“La cucina nel suo complesso è ovviamente accompagnata dal vino che gli sportivi bevono perché sport è benessere e buona alimentazione è benessere, le due cose vanno in parallelo, e a livello mondiale poter raccontare i nostri prodotti, spiegarli cercando di dotarci di tutti i patrimoni di natura scientifica che sono alla base sempre di ogni promozione corretta di un prodotto”.
Necessario, per Lollobrigida, “far crescere l’attenzione, far crescere la conoscenza e permettere a chi non ha la fortuna di aver avuto un’educazione alimentare mediamente presente in Italia di arrivare al nostro livello culturale che fa percepire il vino come un elemento positivo e non un elemento negativo”.
Questo è un ulteriore sostegno a un’azione che gli imprenditori, quelli trentini tra i primi, fanno anche in maniera autonoma e che noi come governo intendiamo supportare in ogni modo e lo stiamo provando a fare anche legandolo ad altri tipi di eventi. Il viaggio della nave più bella del mondo, il Vespucci, sul quale svolgiamo iniziative in ogni porto per raccontare la cucina, presentare i nostri migliori prodotti, tra i quali il vino. L’abbiamo fatto agli scavi di Pompei dove 2000 anni fa si mangiava e si beveva vino. A Vinitaly lo scorso anno abbiamo scelto, proprio quando eravamo nell’ambito del dibattito sulla questione irlandese, io il collega San Giuliano, di portare due opere d’arte straordinarie, il Bacco del Caravaggio e il Bacco di Guido Reni, che rappresentano il vino nella storia anche con quelle sue connotazioni culturali. Chi conosce il quadro del Caravaggio sa che nel vino riesce ad elevarsi un artigiano a divinità, certo è una suggestione forte ma che serve a raccontare il vino da tanti punti di vista e quest’anno ripeteremo la stessa esperienza inserendo anche possibilmente una rappresentazione del museo di Torgiano dove c’è la storia del vino anche con alcuni elementi che lo richiamano a migliaia di anni fa a sistemi di produzione che poi la ricerca e le tecnologie hanno permesso di affinare e rendere così competitivo come oggi sappiamo essere questo prodotto e così sicuro dal nostro punto di vista”.
“Noi, anche rispetto ai nostri cugini d’oltralpe, abbiamo forse dato poco spazio a quel valore aggiunto che è comunicare bene il nostro prodotto. Certo, in alcune aree, in Trentino, in Veneto, in Lombardia, c’è stato un recupero importante in termini promozionali e i risultati sono di fronte agli occhi di tutti. Proprio a Lione ho constatato come c’è una crescita eccezionale delle nostre bollicine rispetto allo champagne, soprattutto perché a parità di qualità del prodotto spesso i nostri prezzi sono più bassi di quelli dei francesi e quindi si sta facendo largo e si apre quel mercato ma se ne possono aprire altrettanti. Io credo che i nostri risultati siano eccezionali, ma che siano una base di partenza per quelle che sono le nostre potenzialità”.
Per quanto riguarda i fondi per la comunicazione extra Eu per le cantine italiane, ovvero l’Ocm vino Promozione Paesi Terzi, “vogliamo semplificare la vita ai nostri imprenditori, dobbiamo però garantire trasparenza e questo è un obiettivo. Abbiamo aperto un dialogo dal primo giorno con le associazioni di rappresentanza, cercando di far comprendere quali erano i limiti rispetto alla trasparenza di alcuni meccanismi consolidati che avevano portato anche ad alcune criticità in termini finanziari che noi dobbiamo istituzionalmente evitare, ciò nonostante in questi giorni sono in corso tutti gli aggiustamenti del regolamento in senso di interpretazione autentica. Una delle criticità è quella di chiedere più preventivi per la promozione, noi lo riteniamo un meccanismo di trasparenza, è evidente che quando non c’è la possibilità di avere, ed è una risposta che do anche in maniera formale, quando non c’è la possibilità di avere più preventivi perché parliamo di comunicazione per la maggior parte all’estero, si ricorre alla scelta obbligata o quella consolidata, perché l’ultima cosa che vogliamo è creare dei meccanismi farraginosi che impediscono la fluidità del nostro export. Però la trasparenza non è aggirabile e quindi ove si può garantire un meccanismo di verifica di più ampia partecipazione noi crediamo di doverla perseguire. Partivamo ovviamente, ma non sto qui a citarli, da alcuni problemi di natura finanziaria che avevano messo in condizione l‘Italia di perdere risorse e questa strada non intendo perseguirla”.
Il ministro spiega in termini operativi come intende agire. “Intanto inserendo fondi. Abbiamo aperto nel decreto del 7 agosto una voce per un 1 milione – utile per aprire la voce ma li implementeremo – per i sostegni a chi è stato colpito dalla peronospora. Bisogna ovviamente tener conto però, lo dico con altrettanta chiarezza, di chi cura in maniera corretta con le buone pratiche previste dalla PAC i vigneti, perché noi dobbiamo diminuire i rischi e quindi anche gli imprenditori devono essere coinvolti in un’azione positiva di cura, perché questo tipo di fitopatia non ha colpito tutti i vigneti anche nelle stesse aree allo stesso modo”.
“Sono interventi che dovrebbero riuscire a compensare in termini generali quelle che sono le criticità che sono emerse quest’anno. Poi c’è la grandine, ci sono tutta un’altra serie di problematiche forti. Aggiungo che una questione molto interessante che è stata prima descritta e raccontata è il nostro impegno a cercare di accelerare un processo di rafforzamento delle nostre colture attraverso le tecnologie evolutive avanzate“.
“L’Italia sarà, grazie a una norma che abbiamo inserito, è stato il collega Luca De Carlo a proporre una norma che permetterà di sperimentare in maniera più ampia questo tipo di accelerazione dell’evoluzione, che non c’entra niente con gli OGM, ma che permette invece di andare incontro a quella necessità di contrastare le fitopatie con metodi diversi rispetto a quelli classici degli agrofarmaci, che però spesso oggi sono ancora indispensabili. Noi dobbiamo, è quello che abbiamo sostenuto in Europa, da una parte andare verso una eliminazione degli agrofarmaci progressiva e non invece, come qualcuno sosteneva, in maniera tale da non tener conto del fatto che non esistano soluzioni alternative e dall’altra invece valorizzare la ricerca, rendere nostre colture più forti e quindi avere poi la possibilità di eliminare gli agrofarmaci in maniera ripeto progressiva”.
“Io credo che questa sia la sfida, anche in Europa sul regolamento ci siamo schierati per accelerare questo tipo di processo ed avere quindi, insieme agli altri paesi dell’Unione europea, delle risposte al nostro mondo produttivo che li metta in condizione a fronte di divieti ed aggravi, anche di avere possibilità e potenzialità che possano sviluppare il sistema agricolo. Per quello che riguarda i nuovi vigneti, per quello che riguarda l’ampliamento delle aree, ci confronteremo con le associazioni e ragioneremo anche su questo, cercando di comprendere al meglio quelle che sono le richieste e le risposte che si possono dare e tenendo conto che purtroppo la quantità di vino sarà inferiore ma la qualità, mi dicono tutti, che sarà comunque eccezionale”, conclude Lollobrigida.