L’OMS/Europa ha convocato la 72a sessione del suo Comitato regionale (RC72) dal 12 al 14 settembre 2022 in Israele. Sono stati invitati tutti i 53 Stati membri d’Europa e dell’Asia centrale, insieme a una varietà di partner sanitari. In tutto, circa 500 partecipanti sono venuti a Tel Aviv per RC72, con altri 200 partecipanti online.Risultato? I delegati -scirve l’Oms- hanno anche approvato un quadro per affrontare i danni causati dall’alcol nella regione, dove 2500 persone muoiono ogni giorno a causa di malattie legate all’alcol, il più alto onere di questo tipo al mondo.
Al centro del dibattito di organizzazioni di categoria, produttori e mondo politico è finito dunque l‘European framework for action on alcohol 2022-2025, approvato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) – Regione Europa, che ha come obiettivo il contrasto al consumo dell’alcol e la riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025.
Di seguito AGRICOLAE pubblica il documento Oms “European framework for action on alcohol 2022–2025”:
Si legge su Twitter del Who Europe:
“La regione europea dell’OMS ha il più alto livello di #alcohol consumo pro capite nel mondo e la più alta percentuale di bevitori nella popolazione. #Alcohol è una sostanza tossica, psicoattiva ed è collegata a molteplici malattie, tra cui 7 tipi di cancro. Il quadro d’azione europeo sull’alcol 2022–2025 si basa sulle prove più recenti e migliori sui danni causati da #alcohol e su come abbassare il rubinetto dell’alcol. #RC72TLV ha approvato il quadro d’azione europeo su #alcohol 2022–2025.”
Qui di seguito il video dell’Oms:
“Ambizioso, lungimirante, pratico” scrive l’Oms ma il documento mette ancora una volta sotto accusa un comparto di eccellenza del Made in Italy, che vale oltre 7 miliardi di euro di export e occupa 1,2 milioni di persone in Italia, e resta miope di fronte alla differenza tra uso moderato e abuso di alcol. Un nuovo proibizionismo dunque, che si attua mediante una strategia ben precisa che prevede aumento della tassazione, divieto di pubblicità, promozione e di qualsiasi azione di marketing e obbligo di health warming in etichetta.
Di seguito le reazioni:
“È semplicemente folle accostare il vino alle sigarette in termini di pericolosità per la salute umana”: dichiara all’Ansa il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha adottato il documento “European framework for action on alcohol”. “È l’ennesimo attacco scriteriato al nostro mondo, ma metteremo in atto tutte le azioni necessarie per contrastarlo. Ci sono decine di pubblicazioni scientifiche che attestano non solo che il vino, se consumato consapevolmente e con moderazione, non è nocivo, ma addirittura fa bene alla salute”.
Le organizzazioni di Francia, Italia (Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari, Assoenologi, CIA – Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, FIVI e Unione Italiana Vini) e Spagna hanno espresso forte preoccupazione per la nuova ondata di “proibizionismo”. I prossimi mesi saranno cruciali, in quanto la Commissione europea lavorerà su alcune importanti iniziative legislative: le delegazioni hanno chiesto di tenere conto di quanto espresso dal Parlamento europeo nel parere sul Piano europeo di lotta contro il cancro la scorsa primavera, di concentrarsi sulla lotta all’abuso di alcol e evitare politiche sproporzionate – come la recente norma irlandese – che minano le comunità e i territori produttori di vino, il patrimonio immateriale dell’umanità, l’arte di vivere europea e la cultura gastronomica, di cui il vino è parte inestricabile.
Devono essere sostenute, in particolare, tre linee di indirizzo:• salvaguardare la politica di promozione come strumento per garantire la competitività dei vini;
• preservare le norme sull’etichettatura nutrizionale e sulla lista degli ingredienti già decise nel quadro dei regolamenti PAC, inclusa l’etichetta digitale;
• chiedere agli Stati membri e alla Commissione europea di opporsi alla proposta irlandese sugli health warnings, presentando un parere circostanziato nel quadro della procedura TRIS.
Secondo Unione italiana vini (Uiv), quanto disposto ieri a Tel Aviv nel documento Oms “European framework for action on alcohol 2022-2025” si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa OMS e dalla votazione al Cancer plan da parte del Parlamento europeo che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol. Le linee guida, accolte integralmente senza alcuna opposizione da parte delle delegazioni – anche quella italiana -, prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità di azione, con un obiettivo di riduzione del 10% pro-capite entro il 2025. Tra le politiche che l’organizzazione proporrà ora ai Paesi interessati, l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di health warning in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito.
“Ormai è chiaro che quella contro l’alcol è la nuova crociata, che va portata avanti senza se e senza ma, proprio come è accaduto in passato per la carne rossa. Dimenticando che solo pochi mesi fa a Strasburgo dai paesi Ue è stata respinta la tesi che l’alcol sia dannoso a prescindere e che sia stata rimarcata la differenza fra l’abuso e il consumo moderato, l’Oms presenta un piano all’insegna del proibizionismo, che mette all’indice i superalcolici così come vino e birra” sottolinea il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio.
“Ciò che è stato illustrato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel documento “European framework for action on alcohol 2022-2025”, possiamo consideralo un attacco sconsiderato al vino italiano e ad un comparto leader a livello mondiale per etichette Igp e Dop”. E’ quanto dichiara in una nota il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni commentando il quadro d’azione sull’alcol 2022-2025 illustrato a Tel Aviv nella 72esima sessione del Comitato regionale per l’Europa dell’Oms.
“Dopo i tentavi di imporre in Italia il Nutriscore e altre procedure lesive dell’agroalimentare italiano – aggiunge – siamo esterrefatti dal vedere come un’Istituzione internazionale per promuovere i corretti stili di vita imponga, indiscriminatamente, un proibizionismo su larga scala non facendo alcuna distinzione di sorta, ma colpendo, invece, a 360 gradi il comparto vitivinicolo italiano”.
“Colpire il nostro vino – aggiunge Battistoni – oltre a produrre effettivi economici negativi a livello nazionale, colpisce il nostro made in Italy, la nostra dieta mediterranea e il nostro turismo. Non a caso, ogni anno, oltre 15 milioni di enoturisti, come segnala l’Associazione nazionale Città del Vino, vengono in Italia per vivere la cultura del nostro Paese unendo le nostre unicità vitivinicole che rappresentano storia, tradizione e territorialità oltre a identificare le eccellenze provenienti dalla nostra geografia enogastronomica”.
“Da tempo, come Italia e come membri dell’Ue, stiamo conducendo battaglie di diritto, fondate sul merito e sul metodo contro il Nutriscorse. Questo ulteriore attacco promosso da sempliciste deduzioni elaborate dall’Oms – prosegue – ci impone di fare quadrato e di difendere il nostro vino, i nostri produttori, le associazioni e le realtà territoriali. Non possiamo permettere che un settore strategico del nostro Paese venga demonizzato e colpito da scelte affrettate e prive di reali riscontri che pongono su un piano ideologico ciò che è sano da ciò che non lo è, senza applicare distinzioni necessarie”, conclude Battistoni.
“Si dovrebbero fare le opportune distinzioni tra i superalcolici e il vino o la birra nonché bisognerebbe differenziare l’approccio in funzione delle modalità di consumo, il rischio così è di trattare con lo stesso metro di giudizio il consumo e l’abuso. Forse all’OMS non hanno ancora compreso che il vino non è alcol etilico e che è la dose che fa il veleno” dichiara invece il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella (Impegno Civico).
Le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità contro l’alcolismo rischiano di portare alla demonizzazione del comparto vitivinicolo nazionale. È un errore associare la produzione vitivinicola, così importante in termini economici e paesaggistici, all’alcolismo. L’alcolismo è una piaga che deve essere affrontata come una emergenza nazionale, ma non lo si fa generalizzando. Così facendo si rischia di mettere nel mirino un intero settore, strategico per i nostri territori e per il Paese.”
Così la senatrice del Partito Democratico Caterina Biti.
Il pronunciamento dell’OMS attacca un prodotto con una storia millenaria e colpisce un settore strategico del Made in Italy agroalimentare con 12 miliardi di euro di fatturato offrendo un importante contributo all’economia e all’occupazione dell’intero Paese, considerato che il comparto offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone dalla vigna alla tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il documento adottato dall’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) – Regione Europa: “European framework for action on alcohol 2022-2025”.
E’ del tutto improprio – sottolinea la Coldiretti – assimilare l’abuso di superalcolici tipico al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol.
Aumento della tassazione, divieto di pubblicita’ o promozione e obbligo di health warning in etichetta rischiano in modo fuorviante di assimilare in consumo del vino alle sigarette con effetti disastrosi sui consumi con quasi un italiano su quattro (23%) che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno, secondo il sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it. Ma a preoccupare sono soprattutto gli effetti sulle esportazioni, che superano i consumi interni, per un valore destinato a sfondare per la prima volta quota 8 miliardi di euro, secondo le proiezioni di Coldiretti.
“Ancora una volta vince il proibizionismo sulla corretta informazione” così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia sull’approvazione durante 72a sessione del Comitato regionale dell’OMS dell'”European framework for action on alcohol 2022-2025″, piano che ha come obiettivo il contrasto al consumo dell’alcol e la riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025.
Da Filiera Italia fanno notare “quella spaccatura insanabile, anche a livello europeo, tra chi è favorevole alla criminalizzazione di singole eccellenze frutto di tradizioni millenarie mostrandosi favorevole invece ad una omologazione sintetica della dieta e chi invece comprende la differenza tra uso ed abuso, e l’importanza di una dieta equilibrata”.
“Useremo il buonsenso – chiosa il consigliere – e i consolidati dati scientifici esistenti per bloccare questi tentativi a cui si prestano organismi internazionali come l’OMS o europei come la Commissione che vorrebbe escludere vino e prodotti carnei dai programmi di promozione”.