Convenzione Caa-Agea, Agrotecnici: alla fine vince Agea, fuori tutti i liberi professionisti ma partita non è chiusa. Chiederemo a Ue l’eliminazione dei Caa. Le sentenze

Fra ieri ed oggi sono state pubblicate tre sentenze del Consiglio di Stato (altre sono in arrivo, fra cui anche quella sul ricorso intentato dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati) del lungo contenzioso che ha opposto i CAA dei professionisti e gli Ordini professionali, da un lato, ed AGEA e MIPAAF, dall’altro; con un “convitato di pietra” di colossali dimensioni: le Organizzazioni sindacali/datoriali agricole che, formalmente estranee al contenzioso, applaudivano AGEA (e con ragione, visto che l’Agenzia voleva imporre ai CAA, infine riuscendoci, il modello organizzativo tipico sindacale/datoriale).

 

Una breve premessa. AGEA-Agenzia per le Erogazioni in   Agricoltura, è il principale soggetto erogatore di contributi pubblici al sistema delle imprese agricole. Coordina l’attività degli OPR-Organismi Pagatori Regioni e rappresenta l’Italia nei rapporti con l’Unione Europea. Per i suoi compiti AGEA si avvale, fra l’altro, dei CAA-Centri di Assistenza Agricola presso i quali le imprese agricole debbono necessariamente recarsi per presentare le domande di ammissione ai contributi pubblici.

I CAA, per poter prestare la propria attività, debbono ogni anno sottoscrivere una “Convenzione” con AGEA che ne regola i rapporti: senza la Convenzione un CAA non può operare.

Nel febbraio 2020, al momento di rinnovare la Convenzione con i CAA, AGEA proponeva un testo che prevedeva -a partire dallo stesso anno 2020che tutti gli operatori dei CAA e così pure chi accede ai sistemi informativi di AGEA dovesse essere un lavoratore dipendente del CAA o delle società con esso convenzionate (cioè le società di servizio, tipicamente dei sindacati agricoli).

 

L’effetto di quella disposizione era, semplicemente, quello di far chiudere e mettere in liquidazione i CAA dei liberi professionisti nonché interrompere i rapporti lavorativi dei professionisti che collaborano con i CAA, con la chiusura di centinaia di studi professionali ed il depauperamento del reddito di un numero assai più elevato di liberi professionisti.

 

Mai prima di allora era stata tentata una aggressione di così vasta portata ai liberi professionisti del settore agrario. Il tutto creando un oggettivo vantaggio ai CAA delle Organizzazioni sindacali/datoriali agricole, che avrebbero così “ereditato”, senza colpo ferire, le imprese agricole (peraltro, le più grandi e strutturate) che si erano rivolte ai CAA dei professionisti, qui trovando soddisfazione.

Per usare una metafora: come se in una gara di corsa con due concorrenti il Giudice sportivo sparasse alla schiena di uno dei due, quello più veloce, e poi magari si complimentasse con il vincitore per il suo ottimo allenamento.

 

Una cosa di questo genere dovrebbe avere anche serie implicazioni relativamente alla concorrenza ma non in Italia, evidentemente, perché l’ANTITRUST giudicò legittima l’azione di AGEA, rilasciando un parere in verità un po’ sghimbescio ma ampiamente vantato dal Direttore di AGEA Gabriele Papa Pagliardini.

 

                           Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati insorse subito, e veementemente, contro il progetto di “eliminare” i liberi professionisti dal SIAN e dai CAA, quindi presero posizione anche gli Albi degli Agronomi e Forestali e dei Periti agrari. Sulla spinta delle preoccupazioni dei relativi iscritti, i tre Albi, il 18 maggio 2020, sottoscrissero una “Posizione unitaria” trasmettendola sia ad AGEA che al Ministro dell’Agricoltura ed al Parlamento, in tal modo fermando lo sconsiderato progetto. Perché era fin da subito chiaro che l’estromissione dei liberi professionisti non rispondeva ad una logica tecnica o di miglioramento organizzativo (i dipendenti che li avrebbero sostituiti potevano anche essere privi di qualunque titolo di studio specifico, ad esempio) ma esclusivamente di rapporti di forza e di penetrazione politica. E dunque, non potendo competere quanto a “rapporti di forza”, “politicamente” il problema andava affrontato.

 

Se non che, dopo quel primo successo, fra gli Albi degli Agrotecnici, degli Agronomi e dei Periti agrari non vi sono più state interlocuzioni, di nessun tipo. In realtà vi è stato il contrario perché, poco dopo la firma della “Posizione unitaria”, da parte dei Collegi dei Periti agrari è iniziata una campagna denigratoria contro la categoria degli Agrotecnici, così violenta da obbligare questi ultimi a ricorrere a tutela legale. Poi il Collegio Nazionale dei Periti agrari ha ripetutamente citato in giudizio l’Albo degli Agrotecnici (perdendo le cause, l’ultima pochi giorni fa. Si veda http://www.agrotecnici.it/news2.asp?numero=937).

Non da meno l’Albo degli Agronomi che, seppure con modi assai più civili ed urbani, comunque in ogni sede contesta agli Agrotecnici l’esercizio di loro competenze, rivendicandone invece di “esclusive”.

 

                           In altri termini, dopo maggio 2020 si è ripetuto quanto accaduto per il PAN-Fitofarmaci: Ordini professionali divisi, con alcuni che rivendicano “competenze esclusive”. Identico anche il finale: tutti fuori. Dal PAN ieri, dai CAA oggi.

Infatti non appena AGEA (e chi dalla vicenda ne trae vantaggio) si è resa conto che l’unità dei tre Albi era solo fittizia, un “fuoco di paglia” acceso solo per tacitare le preoccupazioni degli iscritti, è tornata alla carica ripresentando la “Convenzione” accantonata ed imponendola. A quel punto sono partiti i ricorsi, ma anche qui senza la minima unità di azione.

 

Ogni CAA di professionisti (“espressione” di una categoria professionale) ha infatti fatto ricorso autonomamente. Gli Ordini professionali hanno seguito strategie differenti: gli Agrotecnici sono scesi in campo in prima persona, impugnando direttamente la delibera AGEA (perdendo però il primo ricorso al TAR e si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato), con l’appoggio della propria Cassa di previdenza e del CUP-Comitato Unitario delle Professioni. I Periti agrari hanno agito non direttamente, costituendosi in aggiunta ai ricorsi dei due CAA dei Periti agrari, insieme alla RPT-Rete Professioni Tecniche, mentre la Cassa di previdenza dei Periti agrari è rimasta a braccia conserte. Diverso ancora il comportamento degli Agronomi, il cui Ordine nazionale (per quanto noto, è sempre difficile avere notizie precise dei ricorsi altrui) non si è costituito in nessun giudizio, lo ha fatto invece l’EPAP, la Cassa di previdenza cui gli Agronomi aderiscono (presieduta da un Dottore Agronomo).

 

Al TAR, in primo grado, tutti i ricorsi dei CAA dei professionisti, con l’aggiunta di alcuni Ordini professionali e delle loro organizzazioni di rappresentanza sono stati accolti e la Convenzione AGEA annullata.

 

Veniamo alle sentenze pubblicate ieri ed oggi. Sono tre: la n. 2272 che riguarda il CAA Canapa (sostenuto dalla Cassa di previdenza degli Agrotecnici); la n. 2271, che riguarda il CAA SAE-Servizi Agricoli Europei (sostenuto dalla RPT e dal Collegio Nazionale dei Periti agrari) e la n. 2277 che riguarda il CAA Liberi Professionisti (sostenuto dalla RPT e dal Collegio Nazionale dei Periti agrari). L’esito del giudizio è identico, ma la seconda e la terza sentenza sono molto più argomentate e dunque sono quelle più interessanti.

                           In sintesi il Consiglio di Stato afferma che:

 

  1. AGEA, consentendo ai CAA di agire come soggetto “delegato”, può decidere sostanzialmente qualunque cosa; perciò imporre l’uso di soli dipendenti non è illegittimo, anzi “proporzionato” dovendo infatti il CAA delegato adeguarsi alle decisioni di AGEA, ciò garantendo una “univoca linea di comando”.
  2. I CAA dei professionisti, se non fossero contenti (perché vengono messi fuori mercato) possono sempre rinunciare all’attività.

3.Il fatto che il Direttore di AGEA, Gabriele Papa Pagliardini, nonostante la delicata carica pubblica, fosse socio di una società di revisione (operante nel settore agricolo), che faceva evidente riferimento ad una Organizzazione datoriale agricola, proprietaria del principale CAA italiano è irrilevante perché il Direttore di AGEA non ha mai svolto ruoli operativi (ci mancava solo questo).

Così commenta la vicenda Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati “Pur nell’attesa di conoscere l’esito della causa che abbiamo direttamente proposto -sebbene non mi aspetti nulla di diverso- trovo contraddittorie le decisioni del Consiglio di Stato, che giungano a conclusioni apodittiche, ad esempio laddove si afferma che un uniforme livello di servizi <si consegue senza dubbio più facilmente se tutti gli operatori del soggetto delegato (il CAA) sono legati da un rapporto di lavoro dipendente>. Ma perché mai, chiedo? In base a cosa dovrebbe essere così? E, soprattutto, quando mai ci sono state delle disomogeneità nel servizio, dovute ai professionisti, visto che questi operano da oltre 10 anni nei CAA, con pieno successo e gradimento degli agricoltori?”. Sono domande alle quali le sentenze non rispondono, e ciò rappresenta il tipico “errore di fatto” che le rende revocabili. Quando il Direttore di AGEA (Comunicato Stampa AGEA di oggi) afferma che “le sentenze “chiudono definitivamente il contenzioso” si sbaglia di grosso. Perché noi continueremo questa battaglia fino al ripristino di una condizione di parità di trattamento fra liberi professionisti e dipendenti sindacali. Il diritto ci offre ancora strumenti, e li useremo tutti. Contestualmente, visto che i CAA esistono solo in Italia, e visto che se n’è voluto fare una specie di “privativa” per alcuni, porteremo la questione in Europa ed alla Commissione chiederemo che i CAA vengano eliminati: gli imprenditori agricoli devono tornare “padroni” del loro fascicolo aziendale (oppure darlo a chi meglio ritengono).

 

“Gli Ordini professionali -conclude Orlandi- devono comunque coprirsi il capo di cenere nei confronti dei propri iscritti, in particolare di quelli che nei prossimi mesi dovranno chiudere lo studio, non potendo più accedere al SIAN. L’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati passa infatti metà del proprio tempo, ed altrettanto quanto ad impiego delle proprie risorse, per difendersi dalle aggressioni -dirette od indirette- degli altri Albi concorrenti. E poco importa se finora queste aggressioni sono state respinte al mittente, perché il tempo che si è perso qui è stato sottratto alla difesa dei professionisti. Ed i risultati, con oggi, si vedono tutti. Se gli Ordini professionali non imparano a lavorare insieme, a rispettare le individualità di ciascuno sostituendo la collaborazione alla denigrazione costante l’uno dell’altro, sono gli iscritti a pagare, sulla carne viva della loro vita professionale, il prezzo maggiore.”

 

 

                           Le sentenze citate sono scaricabili a questi link.

Sentenza_CdS_PERITI AGRARI E LIBERI PROFESSIONISTI 02277_Agea

Sentenza_PERITI AGRARI CdS_02271_Agea

sentenza 22772 CAA CANAPA agea

 

 

 

 




Convenzione Agea – Caa, Consiglio di Stato da ragione a Pagliardini: per mesi sotto attacco di lobby per aver perseguito interesse pubblico. La sentenza

Pubblicata ieri la sentenza del Consiglio di Stato che chiude definitivamente il contenzioso che aveva ad oggetto una clausola della convenzione 2020-2021, prorogata anche per il 2022, tra l’Agea e i Centri di Assistenza Agricola.

La convenzione regola lo svolgimento delle funzioni pubbliche delegate in materia di gestione dei fascicoli aziendali degli agricoltori italiani.

La clausola impugnata prevede che per lo svolgimento delle funzioni pubbliche delegate da Agea ed in particolare per l’accesso al Sistema Informativo Agricolo Nazionale, i CAA debbano impegnare solo lavoratori dipendenti dei soggetti delegati.

La sentenza del Consiglio di Stato, in via definitiva, capovolge l’esito della sentenza di primo grado stabilendo, tra l’altro, in modo inequivocabile, tre principi che accolgono integralmente i motivi sostenuti in giudizio dall’Amministrazione: 

1. Il modulo organizzativo previsto dalla convenzione impugnata, che comporta la necessità che gli operatori dei CAA destinati all’esercizio delle funzioni pubblicistiche delegate da Agea per l’accesso al Sistema Informativo Agricolo Nazionale siano dipendenti dei soggetti delegati, non risulta irragionevole o non proporzionato o indebitamente afflittivo o discriminatorio, rispetto alle finalità d’interesse pubblico generale di garantire la regolarità, trasparenza e legalità nella gestione degli aiuti finanziari dell’Unione europea in agricoltura, gestiti proprio a mezzo del Sistema Informativo Agricolo Nazionale.

 

2. L’Agenzia ha agito nel suo ambito di competenza disciplinando l’esercizio delle proprie funzioni pubblicistiche, anche quando delegate, senza intaccare l’autonomia organizzativa dei CAA.

 

3. Il Direttore di Agea che ha adottato lo schema convenzionale contenente la clausola contestata non era in conflitto d’interessi, come invece sostenuto dalle controparti.

 

Dichiarazione del Direttore di Agea Gabriele Papa Pagliardini

la vicenda ha visto contrapposti interessi pubblici ad interessi privati e, per il fatto di avere voluto perseguire l’interesse pubblico generale, e garantire la regolarità, trasparenza e legalità nella gestione degli aiuti finanziari dell’Unione europea in agricoltura, sono stato tenuto per mesi sotto attacco di lobby alle quali evidentemente non andavano bene le scelte legittime dell’Amministrazione”, così il direttore di Agea. L’azione di riforma dei Centri di Assistenza Agricola, dopo quasi due anni di stop forzato, può ora proseguire nell’interesse esclusivo degli agricoltori italiani, e qualcuno ora dovrà rispondere del suo operato nelle sedi opportune per avere procurato al sottoscritto un grave danno di immagine con motivazioni che il Consiglio di Stato ha ritenuto assolutamente infondate.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la sentenza:

SENTENZA CdS SERVIZI AGRICOLI




Convenzione Caa-Agea. Tar dà torto a Pagliardini: “interpretazione Antitrust insussistente in fatto”. La sentenza e le reazioni

Altra sconfitta per Agea. Stavolta al Tar e l’oggetto del contendere era la Convenzione Caa. Soddisfazione da parte delle associazioni che avevano fatto ricorso contro la decisione unilaterale da parte del direttore generale Agea Gabriele Papa Pagliardini nell’escludere i libero professionisti dal sistema Sian per elaborare le pratiche dei Centri di assistenza agricola.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la sentenza del TAR:

SENTENZA TAR SU CONVENZIONE AGEA

Era stato scritto:

Convenzione Caa-Agea, Caa Canapa: vinta battaglia con Agea

Convenzione Caa-Agea, Agrotecnici: al Tar Pagliardini perde ancora

 




Convenzione Caa-Agea, Agrotecnici: al Tar Pagliardini perde ancora

Con la sentenza n. 6940/2021, pronunciata a seguito del ricorso del CAA “CANAPA” (il Centro Agricolo di Assistenza di riferimento per gli Agrotecnici e gli Agrotecnici laureati), il TAR Lazio ha annullato la delibera di AGEA che escludeva i liberi professionisti dal settore dei CAA, esclusione perpetrata tramite il diabolico marchingegno di inibire ai liberi professionisti l’accesso al SIAN (il Sistema Informativo Agricolo Nazionale), consentendolo invece ai soli dipendenti dei CAA, in questo modo peraltro “consegnando” l’intero settore al monopolio dei CAA delle Organizzazioni datoriali/sindacali agricole.

 

La violenta e brutale emarginazione dei liberi professionisti, pervicacemente voluta dal Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI, era in se emblematica, perchè la posta in gioco non erano soltanto i 2.500 posti di lavoro dei liberi professionisti in tal modo esclusi e la possibilità dei CAA di professionisti di continuare ad esistere come tali -comunque non poco-, ma era soprattutto la libertà di iniziativa economica ed il “diritto al lavoro”, garantito costituzionalmente.

 

Per questo il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati si era fermamente battuto per impedire questo scellerato disegno, per garantire ai professionisti il legittimo esercizio del diritto a svolgere la loro attività, contro la nascita di un monopolio di fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adesso il TAR con la sentenza n. 6940/2021 (la terza di questo tipo, dopo quelle riferite ai CAA Liberi professionisti e SAE, di identico contenuto) ha rimesso le cose al loro posto, annullando la delibera del Direttore PAPA PAGLIARDINI che imponeva la totale emarginazione dei liberi professionisti dai CAA, peraltro da costui curiosamente adottata mentre era azionista di una Società riconducibile ad una Organizzazione datoriale “che beneficia dei fondi comunitari erogati da AGEA”, circostanza a tutti ignota e resa nota da una interrogazione parlamentare del Sen. Saverio DE BONIS ed altri (a seguito di quella rivelazione il Direttore di AGEA vendette precipitosamente le sue quote).

 

I Giudici amministrativi hanno basato la decisione di annullamento della delibera di AGEA sui seguenti principi, che rappresentano certamente una garanzia anche per il futuro:

 

–  non esiste (come affermato dal Direttore di AGEA) “una superiorità di un modello organizzativo (dei CAA) basato sui lavoratori dipendenti rispetto ad una struttura che si basi su collaborazioni con liberi professionisti”;

 

–  l’ordinamento richiede ai liberi professionisti “requisiti più stringenti di quelli chiesti ai dipendenti”;

 

–  la maggior efficienza del modello organizzativo “solo dipendenti” è priva di motivazioni per cui “non risulta sussistere in fatto”;

 

–  il modello organizzativo “solo dipendenti”, imposto dal Direttore PAPA PAGLIARDINI “non risulta congruente con la perseguita finalità di consentire un processo di efficientamento dei CAA e, per il tramite di questo, di AGEA”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Al netto della prosecuzione della lite giudiziaria nei successivi gradi di giudizio -dichiara Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati-, ora che la verità è stata ripristinata alcune riflessioni sono necessarie, e riguardano tutte il ruolo dell’attuale Direttore di AGEA, che per 18 mesi ha impegnato l’Agenzia in uno scontro frontale con i liberi professionisti cercando di letteralmente “eliminarli” dal SIAN, così oggettivamente favorendo i CAA di emanazione datoriale/sindacale.

Era questa la prima e la principale necessità di AGEA? Un Ente spesso protagonista -come vittima- di frodi milionarie di contributi europei avrebbe forse dovuto dedicare a questo fronte ogni sforzo!

Un Ente oggetto di critiche quotidiane da parte degli imprenditori agricoli e dei suoi fruitori per inefficienze e ritardi non avrebbe forse dovuto impegnarsi a migliorarsi? Va ricordato, ad esempio        -uno fra i tanti-, che dopo oltre 4 anni e mezzo dalla sua indizione (avvenuta nel settembre 2016) la gara per la gestione del SIAN di AGEA non risulta ancora interamente conclusa (e lo sarà, forse, nel 2022): oltre cinque anni per concludere una gara che prevede una durata del servizio di cinque anni!

Tutto questo mentre l’impegno del Direttore di AGEA è apparentemente soprattutto rivolto ad “eliminare” dal SIAN i liberi professionisti.

Invito il Direttore Papa Pagliardini -prosegue Orlandi- a trarre le debite conseguenze dei risultati dei suoi atti, dimettendosi. Ed ove egli non abbia questa sensibilità istituzionale dovrebbe essere il Ministro Stefano PATUANELLI, persona degnissima e lontanissima da queste vicende, ad accompagnarlo alla porta.”




Patuanelli in visita ad Agea: personale con competenze eccellenti

“Oggi ho visitato la sede di Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. È l’Organismo pagatore italiano e ha competenza per l’erogazione di aiuti, contributi, premi e interventi comunitari, ma anche per la gestione dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri Paesi”.

Così il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

“È un ente di fondamentale ausilio alle misure di Governo e Comunitarie, e in questo ultimo anno è stato ancora più prezioso per il sostegno nell’erogazione di risorse al comparto agroalimentare fortemente provato dalla crisi pandemica.

Agea, così come Crea e Ismea, hanno personale con competenze eccellenti e, sopratutto in questa fase di grandi investimenti in termini di sviluppo, crescita, e innovazione della filiera agricola e alimentare, vanno sostenuti con le misure necessarie per consentire loro di lavorare al meglio e offrire il servizio migliore all’intero settore”.

Era stato scritto il 24 02 2021:

Agea, Corte dei Conti: Retribuzione Dg ‘fuorilegge’, bilanci non presentati in tempo, troppe frodi, pochi controlli, troppi contenziosi. Dati non comunicati. La relazione




Esclusione dei professionisti dai Caa: agrotecnici chiedono a Patuanelli di rinviare la scadenza del 31 marzo

Torna di attualità l’arci-nota vicenda dell’esclusione dei liberi professionisti dai CAA-Centri Agricoli di Assistenza, che comporterà la chiusura dei CAA professionali e precipiterà nella disoccupazione 2.000-2.500 liberi- professionisti (a tutto vantaggio dei CAA sindacali, che ne raccoglieranno la clientela), tutto per volontà dell’attuale Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI.

E’ infatti ormai prossima l’entrata in vigore la nuova disciplina: il 31 marzo. A quella data la metà degli operatori dei CAA dovranno essere dipendenti, il che significa che i CAA dei professionisti dovranno espellere e chiudere le utenze alla metà dei loro operatori.

Una cosa all’evidenza gravissima ed insensata, contro la quale il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati si è opposto con tutte le sue forze trascinando in giudizio AGEA.

L’udienza del ricorso degli Agrotecnici si terrà al TAR Lazio il 27 aprile prossimo (quindi dopo l’entrata in vigore delle nuove e penalizzanti regole volute da PAGLIARDINI), per questa ragione il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati Roberto ORLANDI ha formalmente chiesto al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano PATUANELLI di rinviare l’applicazione delle nuove regole volute da AGEA a dopo la pubblicazione della sentenza.

Si tratta solo di pochi mesi, che non cambierebbero nulla nelle pretese di AGEA (ammesso che il TAR gliele confermi), ma che invece risultano fondamentali per garantire ai CAA di poter svolgere in serenità l’attività di presentazione delle domande della campagna PAC 2021(che scade il 15 maggio prossimo). Va da se che eventuali problemi o malfunzionamenti dei CAA nella presentazione delle domande di aiuto danneggerebbero le imprese agricole italiane, facendo perdere loro finanziamenti, in un momento in cui sono già pesantemente colpite dagli negativi effetti economici della pandemia.

“Sono certo -ha dichiarato il Presidente Orlandi- che il Ministro Patuanelli vorrà porre un freno alla pericolosa deriva di AGEA, continuamente agli onori della cronaca per disfunzioni ed indagini su frodi, ed ultimamente anche pesantemente censurata dalla Corte dei Conti che, fra le altre cose, ha evidenziato il compenso eccessivo del Direttore Pagliardini”.

Non è invece possibile fare previsioni sull’esito dell’udienza di merito al TAR del 27 aprile, in quanto gli Agrotecnici sono stati l’unico Albo professionale ad avere direttamente impugnato la Convenzione AGEA (dopo le defezioni sia degli Agronomi che dei Periti agrari, che non hanno impugnato direttamente gli atti di esclusione dei professionisti), comunque registrando in loro soccorso i ricorsi “ad adiuvandum” della Cassa di previdenza AGROTECNICI/ENPAIA e del CUP-Comitato Unitario delle Professioni.

Una parte del mondo ordinistico si è dunque schierata, senza timori reverenziali, a difesa del diritto al lavoro dei liberi professionisti, lavoratori come gli altri (e spesso, sia consentito dirlo, più degli altri, perchè devono contare solo su se stessi in caso di necessità).

Lo spostamento dell’entrata in vigore della nuova Convenzione AGEA dal 31 marzo alla pubblicazione della sentenza del TAR (circa metà giugno) consentirebbe di evitare a migliaia di liberi professionisti di perdere la fonte del loro lavoro.

“Siamo confidenti -ha concluso Orlandi- che il Ministro PATUANELLI accoglierà questa proposta di buon senso, che va nell’interesse delle imprese agricole italiane”.




Agea, Wojciechowski: Commissione Ue interverrà su Stato membro per adottare misure necessarie vs conflitto interessi. La lettera

Sulla faccenda relativa all’eventuale conflitto di interessi del Dg Agea Papa Pagliardini che aveva delle quote di partecipazione in Agrirevi, ad intervenire è direttamente il commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski

Il commissario Ue risponde all’interrogazione presentata da alcuni europarlamentari, sottolineando che, “sebbene il direttore dell’AGEA non sia a capo dell’organismo pagatore, quest’ultimo è integrato nella struttura organizzativa dell’AGEA. Inoltre dovrebbero in ogni caso essere predisposte garanzie analoghe per evitare conflitti di interessi a norma dell’articolo 61 del regolamento finanziario dell’UE” e, precisa, “dovrebbero in ogni casoessere predisposte garanzie analoghe per evitare conflitti di interessi a norma dell’articolo 61 del regolamento finanziario dell’UE”.

Infine dice: “la Commissione darà seguito presso le autorità italiane competenti alla situazione specifica segnalata dagli onorevoli deputati per garantire che siano adottate tutte le misure necessarie al fine di evitare una situazione di conflitto di interessi”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la risposta del commissario Ue all’Agricoltura in PDF e a seguire in forma testuale:

RISPOSTA WOJCIECHOSKI E-9-2020-007034-ASW_IT

 

Risposta di Janusz Wojciechowski a nome della Commissione europea
(23.3.2021)

In risposta all’interrogazione degli onorevoli deputati, la Commissione osserva che gli
organismi pagatori degli Stati membri sono tenuti a soddisfare specifici criteri di
riconoscimento, stabiliti dal regolamento delegato (UE) n. 907/20141.

Tra questi criteri vi è l’obbligo di adottare misure adeguate per evitare un conflitto di interessi quando persone che occupano una posizione di responsabilità o svolgono un incarico delicato assumono altre funzioni al di fuori dell’organismo pagatore (allegato 1, punto 1, lettera B), punto v), del predetto regolamento).
Conformemente al principio della gestione concorrente applicabile alla politica agricola comune, spetta agli Stati membri istituire il sistema di organismi pagatori e un organismo di coordinamento, e garantirne l’efficace e corretto funzionamento (articolo 7 del regolamento (UE) n. 1306/20132).

Parallelamente, occorre sottolineare che, sebbene il direttore dell’AGEA non sia a capo dell’organismo pagatore, quest’ultimo è integrato nella struttura organizzativa dell’AGEA.
Inoltre dovrebbero in ogni caso essere predisposte garanzie analoghe per evitare conflitti di interessi a norma dell’articolo 61 del regolamento finanziario dell’UE.

La Commissione pubblicherà una serie di orientamenti sull’elusione e sulla gestione dei conflitti di interessi a norma del regolamento finanziario nel corso di aprile 2021.
La Commissione darà seguito presso le autorità italiane competenti alla situazione specifica segnalata dagli onorevoli deputati per garantire che siano adottate tutte le misure necessarie al fine di evitare una situazione di conflitto di interessi.

Era già stato scritto:

Agea, Pagliardini lascia quote società Agriveri. Pronto a procedere per vie legali al fine di tutelare propria persona

Agea, Pedicini: Ue accoglie denuncia e interverrà su conflitto di interessi Pagliardini

Agea, interrogazione Senato su eventuale conflitto interessi Pagliardini azionista in società riconducibile a professionisti Coldiretti




Agea, Pedicini: Ue accoglie denuncia e interverrà su conflitto di interessi Pagliardini

“L’Ue accoglie la nostra denuncia. Dopo aver informato la Commissione europea dell’evidente conflitto di interessi rappresentato dalla riconferma di Gabriele Papa Pagliardini a capo dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), la Commissione ci informa che solleciterà le autorità italiane competenti affinché siano adottate tutte le misure necessarie per correggere una situazione chiaramente in contrasto con le regole europee” ad anticiparlo è l’eurodeputato indipendente dei Verdi europei Piernicola Pedicini.

“Come avevo già denunciato nei mesi scorsi – prosegue l’eurodeputato – la nomina a capo dell’Agea nell’ottobre 2019 di Gabriele Papa Pagliardini, presentava un’evidente questione di conflitto di interessi perché Pagliardini, oltre al suo ruolo istituzionale, risultava anche essere azionista di Agrirevi Spa, società di revisione e certificazione di bilancio di Coldiretti. La Commissione in risposta all’interrogazione che ho presentato, ha chiarito che benché il direttore dell’AGEA non sia a capo dell’organismo pagatore ( Agrirevi Spa), quest’ultimo è integrato nella struttura organizzativa dell’AGEA. Inoltre dovrebbero in ogni caso essere predisposte garanzie analoghe per evitare conflitti di interessi a norma dell’articolo 61 del regolamento finanziario dell’UE. Dunque la Commissione riconosce che il ruolo del direttore dell’Agea va chiarito e pertanto – conclude l’eurodeputato – le autorità competenti del nostro Paese verranno contattate dagli organi europei che intendono fare luce sulla questione”.

Era stato scritto:

Agea, interrogazione Senato su eventuale conflitto interessi Pagliardini azionista in società riconducibile a professionisti Coldiretti

Agea, Pagliardini lascia quote società Agriveri. Pronto a procedere per vie legali al fine di tutelare propria persona

Interrogazione, De Bonis Misto Senato, su conflitto interesse Pagliardini Agea con Caa Coldiretti e mancata trasparenza

Interrogazione, Vallardi Lega Senato, su conflitto interesse Pagliardini Agea – Agrirevi

Interrogazione, Bignami FdI Camera, su conflitto interesse Pagliardini Agea – Agrirevi




Convenzione Agea-Caa, Braga: scende in campo anche la Rete professioni tecniche. Ingegneri, architetti, geometri, periti industriali, agronomi, periti agrari, chimici. “Precedente grave che va fermato”

“Chi conosce la storia rincorre le soluzioni. Il 6 novembre, Papa Pagliardini, direttore AGEA, delibera la nuova convenzione CAA che colpisce tutti i professionisti e i quattro CAA costituiti e gestiti da professionisti. Due CAA sono stati promossi e costituiti dai periti agrari (SAE e CAA-Liberi professionisti), il CANAPA che inizialmente generato da UGL e gli agrotecnici oggi è gestito dagli agrotecnici che si sono appalesati con la Coldiretti e UNICA, composto da Agronomi e Agromeccanici”, spiega ad AGRICOLAE Mario Braga, presidente del Collegio dei Periti Agrarie Periti Agrari Laureati in merito alla nuova convenzione CAA la quale impugnata, la prossima settimana, approda in tribunale.

“La convenzione regola il mandato che AGEA affida ai CAA – spiega Braga – pertanto la prima cosa che occorreva fare era quella di tutelare gli imprenditori e la qualità del servizio che viene loro offerto, Un servizio che i due CAA a noi afferenti (CAA-Liberi professionisti e Servizi Agricoli Europei) hanno sempre offerto con competenza, serietà, trasparenza e qualità, per questo hanno promosso ricorso e la prima udienza è calendarizzata è prevista per il prossimo 26 gennaio.

“Il Collegio ha intrapreso immediate iniziative a tutela dei propri iscritti, valutato se vi era legittimità da parte nostra di presentare ricorso dato che la questione riguardava direttamente gli organismi, i CAA, e i numerosi professionisti che hanno rapporti consulenziali e di collaborazione.

Con un serrato coinvolgimento degli iscritti e dei CAA abbiamo deciso di non presentare un ricorso ma di “affiancare” tutte le azioni intraprese dai “nostri” CAA e dai nostri iscritti, ricorsi compresi. Dal 19 novembre abbiamo deliberato di intraprendere un’azione costante e permanente di mobilitazione della categoria”, in continuità con quanto avevamo fatto sin dal mese di febbraio 2020.

“I CAA – precisa Braga – hanno firmato tutti la convenzione altrimenti avrebbero corso il rischio di non incassare quanto era dovuto nell’anno 2020. Proprio per sanare il ritardo di una convezione deliberata nel bel mezzo del periodo previsto 2020/2021 per applicare una soluzione seria bastava applicare per il 2020 la vecchia convenzione e prorogare la nuova al 2021, anche se la convenzione intacca principi Costituzionali non negoziabili “.

“Ma abbiamo fatto di più: la nostra categoria congiuntamente al CONAF (Ordine dei dottori agronomi e forestali) e CNG (Collegio dei Geometri e Geometri Laureati) ha portato la questione all’interno della Rete delle Professioni Tecniche che nell’ultima assemblea dell’11 gennaio ha ufficialmente deliberato di affiancare i ricorsi presentati dai CAA Liberi professionisti, SAE e UNICA “.

“Il giorno 26 alla prima udienza del primo ricorso presentato all’avvocato dei CAA Liberi professionisti si affiancherà anche quello dell’RPT – Rete Professioni Tecniche di cui gli ordini degli ingegneri, architetti, geometri, periti industriali, agronomi, periti agrari, chimici, geologi e tecnologi alimentari sono componenti”. L’RPT  effettuerà, pertanto, un intervento ad adiuvandum dei ricorsi citati.

La questione CAA-AGEA esce così dall’ambito agricolo coinvolgendo tutto l’ambito delle professioni ordinistiche tecnico scientifiche italiane. Scendono in campo tutti gli ordini tecnico scientifici d’Italia che, spiega ancora il presidente del Collegio dei Periti Agrari, “giudicano questa convenzione gravissima e un precedente pericolosissimo che attacca i principi dei lavoratori, dell’equità minando il principio di sussidiarietà e di libera concorrenza”.

“La Rete, ha deciso inoltre di richiedere due audizioni alle Comagri di Camera e Senato al fine di chiamare tutte le forze politiche disponibili a sostenere un emendamento che rinvii l’avvio della convenzione che rischia di intaccare nella loro funzione professionale e sociale le professioni intellettuali”, prosegue ancora Braga.

Ribadendo in conclusione: “Qualora non riuscissimo a trovare un equilibrata e intelligente soluzione, saremo – nostro malgrado – costretti a rivolgere la Commissione Europea, perché non venga scavato un ulteriore divario fra Nord e Sud e non venga intaccato il principio della ibera e qualificata concorrenza. Se difficoltà gestionali sono state riscontrate da AGEA non possono essere certo imputate ai professionisti, che operano in regime di regole certe e controllate, che rappresentano una garanzia di qualità e trasparenza. Le soluzioni si trovano sempre se intorno tavolo s’incontrano persone lungimiranti, responsabili e competenti.




Interrogazione, Vallardi Lega Senato, su conflitto interesse Pagliardini Agea – Agrirevi

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02168

presentata da

GIANPAOLO VALLARDI

mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n.280

VALLARDI, CENTINAIO, BERGESIO, SBRANA, DE VECCHIS – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

l’AGEA, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, è stata più volte interessata da atti di sindacato ispettivo per questioni diverse, fra cui quelle legate all’annosa questione, più volte denunciata dagli interroganti, dei ritardati pagamenti nell’erogazione dei rimborsi delle polizze agevolate per i danni da avversità atmosferiche in agricoltura;

più volte sono stati denunciati ritardi e inefficienze nella gestione dell’Agenzia, il cui direttore Gabriele Papa Pagliardini è stato nominato nel 2019 su incarico del Ministro in indirizzo;

da notizie, è emerso che il direttore di AGEA sia socio azionista, dal 3 dicembre 2019, di AGRIREVI S.p.A., una società di revisione e certificazione di bilanci; questa circostanza potrebbe far ritenere lo stesso direttore in posizione di conflitto di interessi rispetto il proprio ruolo in AGEA;

quale amministrazione pubblica, secondo l’articolo 10 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, l’AGEA deve garantire gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni;

il contemporaneo ruolo di direttore dell’Agenzia e quello di azionista di una società per azioni sembrerebbe contrastare con l’imparzialità richiesta per la prima delle due figure, la quale potrebbe venir pregiudicata proprio dalla coesistenza di ulteriori, personali interessi in causa;

ritenendo necessario che sulla questione venga fatta quanto prima chiarezza, data l’importanza che l’Agenzia riveste per il mondo agricolo in qualità di ente erogatore di fondi comunitari,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo voglia fornire chiarimenti circa la condotta del direttore di AGEA, al fine di apprendere se siano stati rispettati tutti gli adempimenti imposti dalla vigente normativa, così come indicati ai sensi del citato articolo 10, e se la sua posizione in AGRIREVI possa interferire con i doveri e le responsabilità imposti allo stesso dal proprio ruolo in AGEA.

(3-02168)




Interrogazione, Bignami FdI Camera, su conflitto interesse Pagliardini Agea – Agrirevi

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07735

presentato da

BIGNAMI Galeazzo

testo di

Mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n. 440

BIGNAMI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

con decreto ministeriale n. 1384 del 28 ottobre 2019 il Ministro alle politiche agricole alimentari e forestali ha nominato quale direttore di Agea il dottor Gabriele Papa Pagliardini, per un periodo di tre anni;

Agea è il maggiore organismo pagatore ed ha competenze per l’erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari. In quanto assimilabile ad amministrazione pubblica, ha il dovere di rispettare gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni, ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo n. 33 del 14 marzo 2013;

dal 3 dicembre 2019 Gabriele Papa Pagliardini, che riveste attualmente il ruolo di direttore di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) risulta essere azionista di Agrirevi Spa, una società di revisione e certificazione di bilancio riconducibile direttamente a Coldiretti. Il suo presidente, infatti, Raffaele Grandolini, è consigliere delegato del Centro assistenza agricola (Caa) Coldiretti;

tra le iniziative di Agea che hanno fatto più discutere c’è quella legata alla ripresentazione della stessa bozza di accordo con i centri di assistenza agricola (Caa), già presentata nel gennaio 2020, che sta sollevando notevoli perplessità tra i liberi professionisti;

già la scorsa primavera, infatti, tale bozza era stata aspramente contestata poiché la stessa prevede che, a partire dal 31 marzo 2021, tutti gli operatori dei Caa e chiunque acceda ai sistemi informativi dell’Agenzia, siano inquadrati come dipendenti dei Caa o delle società con essi convenzionate, vale a dire quelle dei sindacati agricoli. Una decisione contro la quale sono insorti agronomi, periti agrari, agrotecnici: circa 2.000 liberi professionisti che rischiano di restare senza lavoro presso i Caa;

la disposizione di cui sopra avrebbe dunque, come effetto, la messa in liquidazione dei Caa dei liberi professionisti, insieme all’obbligo di interrompere ogni rapporto di lavoro e di collaborazione tra i Caa e i liberi professionisti. Nello specifico, il problema riguarda le regioni che non hanno soggetti pagatori propri –:

se il Ministro interrogato intenda avviare verifiche di competenza rispetto alla sussistenza di eventuali conflitti di interesse che riguardano il direttore di Agea, e in relazione al suo ruolo di socio azionista della società AgriRevi;

nel caso in cui fosse effettivamente accertata la sussistenza di un conflitto di interessi, se si intendano avviare iniziative di competenza per la rimozione dall’incarico del dottor Papa Pagliardini e per la sospensione degli atti da lui avallati, tra cui quelli relativi alla scelta di ripresentare la medesima bozza di accordo con i centri di assistenza agricola di cui in premessa.

(4-07735)




Agea, Pagliardini lascia quote società Agriveri. Pronto a procedere per vie legali al fine di tutelare propria persona

Da quanto apprende AGRICOLAE il direttore di Agea Gabriele Papa Pagliardini avrebbe lasciato le quote della società Agriveri la cui partecipazione ha creato polemica al Senato a seguito dell’interrogazione del Gruppo Misto-Fi-M5S.

Sarebbe inoltre intenzione di Pagliardini procedere per vie legali nei confronti di tutti coloro che avranno intenzione di utilizzare il contenuto dell’interrogazione di De Bonis al fine di tutelare la propria persona.




Interrogazione, De Bonis Misto Senato, su conflitto interesse Pagliardini Agea con Caa Coldiretti e mancata trasparenza

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02146

presentata da

SAVERIO DE BONIS

mercoledì 2 dicembre 2020, seduta n.279

DE BONIS, DE FALCO, MARTELLI, GIARRUSSO, FANTETTI, LONARDO, PACIFICO, RUOTOLO, SACCONE, SERAFINI, CARIO, BUCCARELLA, TRENTACOSTE, NUGNES, FATTORI – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

l’AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) è il principale soggetto erogatore di contributi pubblici al sistema delle imprese agricole. Coordina l’attività degli OPR (organismi pagatori regionali) e rappresenta l’Italia nei rapporti con l’Unione europea;

quale amministrazione pubblica, secondo l’articolo 10 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, l’AGEA deve garantire gli obblighi di pubblicità, di trasparenza e di diffusione di informazioni. Infatti, la promozione di maggiori livelli di trasparenza costituisce un obiettivo strategico di ogni amministrazione, che deve tradursi nella definizione di obiettivi organizzativi e individuali, in ogni fase del ciclo di gestione della performance;

considerato che:

il primo firmatario della presente interrogazione ha presentato diversi atti di sindacato ispettivo che denunciano un certo modus operandi che induce a ritenere che vi siano interessi reconditi, riconducibili al direttore di AGEA, dottor Papa Pagliardini;

attraverso le interrogazioni: 4-02931 del 19 febbraio 2020 (sull’esclusione dal servizio di assistenza dei piccoli centri autorizzati di assistenza agricola, CAA); 4-03285 del 29 aprile (sull’eliminazione dei liberi professionisti dalle attività riconducibili ai CAA e obbligo per i CAA di operare esclusivamente attraverso dipendenti); 4-03508 del 21 maggio (sui malfunzionamenti del sistema informativo e conseguenti difficoltà per gli operatori di elaborare le domande e sulla richiesta di commissariare AGEA); 3-02079 del 10 novembre (sulla graduale eliminazione dei liberi professionisti dai CAA); 3-02138 del 25 novembre (sull’intesa tra AGEA e CAA-Coldiretti), il primo firmatario ha tenuto ad evidenziare comportamenti poco trasparenti da parte del direttore di AGEA;

in Parlamento vi sono state rimostranze di varie forze politiche contro AGEA, in maniera trasversale, perché le modifiche apportate dal suo direttore alla convenzione CAA 2020-2021 nascondevano probabilmente altri interessi, certamente non riconducibili a fini di utilità per gli agricoltori. E proprio grazie agli ultimi atti di sindacato ispettivo, alla fine, non avendo comunque concesso la proroga del termine per la formalizzazione della sottoscrizione della convenzione, ha dovuto consentire che tutti firmassero con riserva per non pregiudicare i loro diritti;

tenuto conto che, per quanto risulta agli interroganti:

il direttore di AGEA risulta essere socio azionista, dal 3 dicembre 2019, di AgriRevi S.p.A., una società di revisione e certificazione di bilanci, riconducibile alla Coldiretti, in quanto il suo presidente, dottor Raffaele Grandolini, è consigliere delegato del CAA di Coldiretti;

il ruolo di direttore di un’Agenzia così importante per le erogazioni dei fondi comunitari e quello di azionista di una società riconducibile alla Coldiretti, che beneficia di tali fondi, contrasta con l’imparzialità richiesta per tale funzione, che potrebbe venire pregiudicata proprio dalla coesistenza di ulteriori, personali interessi in causa;

questo ruolo parallelo potrebbe spiegare il comportamento anomalo del direttore di AGEA, che ha sempre affermato di agire nel giusto e di non danneggiare nessuno di fronte all’ipotesi di vedere espulsi dal sistema dei CAA migliaia di professionisti, costringendoli in tal modo a dirigersi verso i CAA delle associazioni professionali, tra cui anche il CAA Coldiretti;

il dottor Papa Pagliardini così come si è premurato di chiedere il parere all’Autorità garante della concorrenza e del mercato circa le scelte contenute nella convenzione, omettendo però alla stessa la sua contemporanea appartenenza ad una società riconducibile alla Coldiretti (firmataria della convenzione), allo stesso modo avrebbe dovuto chiedere all’Autorità nazionale anticorruzione la sussistenza o meno della compatibilità del suo incarico nella pubblica amministrazione con quella di azionista di una società collegata alla Coldiretti;

la situazione che si appalesa è tale da danneggiare seriamente non solo la reputazione del soggetto coinvolto ma anche quella dell’organizzazione pubblica in cui opera: un rischio importante in quanto, se anche solo uno dei dirigenti AGEA si trovasse in una situazione di conflitto d’interesse non gestita, i soggetti esterni potrebbero ritenere che l’intera organizzazione AGEA sia indulgente rispetto a tali pratiche;

al direttore AGEA veniva richiesto di agire in modo indipendente, senza interferenze, ma l’interesse secondario (finanziario e non) ha interferito con quello primario (trasparenza e imparzialità), dopo appena un mese dalla sua nomina, avvenuta il 28 ottobre 2019, e per questo sarebbe opportuno che rassegnasse le proprie dimissioni,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo voglia fornire chiarimenti circa la condotta del direttore AGEA, dottor Papa Pagliardini, che, in qualità di dirigente della pubblica amministrazione, avrebbe dovuto osservare l’obbligo di pubblicazione dei dati riguardanti le modifiche degli interessi (finanziari e non finanziari) in grado di interferire con i doveri e le responsabilità del delicato ruolo, comunicandolo tempestivamente all’amministrazione di appartenenza;

se non ritenga che egli avrebbe dovuto astenersi dal portare a compimento la convenzione 2020-2021 in presenza di un interesse secondario proprio e se, pertanto, non sia del parere che vada sospesa non solo l’efficacia della convenzione ma anche l’incarico di direttore;

se non ritenga opportuno definire, attraverso un codice di condotta, il contenuto degli interessi secondari (finanziari e non) e di quello primario dell’AGEA, per non incorrere nel rischio che l’Agenzia pubblica assuma una cattiva reputazione.

(3-02146)




Caa Agea, Agrotecnici: convenzione firmata ‘sotto ricatto’

Con un comunicato di questa mattina il Direttore di AGEA, Gabriele PAPA PAGLIARDINI, esulta per il fatto che tutti i CAA operanti in Italia, e quindi anche i CAA dei liberi professionisti, hanno sottoscritto la Convenzione 2020-2021 la quale prevede l’esclusione di tutti i liberi professionisti già a partire dall’anno prossimo.

Quella che sembra una contraddizione (i CAA dei professionisti che firmano la loro morte) non lo è affatto; infatti i CAA dei professionisti -od almeno alcuni di loro- hanno firmato la convenzione contestandone apertamente il contenuto, bollato come “illegittimo” e riservandosi di impugnarla in Tribunale; in altre parole i CAA dei professionisti hanno sì firmato, ma hanno dichiarato di averlo fatto “sotto ricatto”, nel senso che la mancato sottoscrizione della Convezione ne avrebbe pregiudicato la futura operatività.

E’ perciò incredibile leggere la traduzione che PAPA PAGLIARDINI fa della ribellione dei CAA professionali “a loro -dice- è stato concesso di firmare con riserva”; “concesso” come se lui fosse il Re Sole (peraltro esattamente così lo ha sbeffeggiato pochi giorni fa il Sen. Gianpaolo VALLARDI, Presidente della Commissione Agricoltura del Senato) che -bontà la sua!- concede ad un suddito riottoso di poter dire la sua.

Peccato che la firma “con riserva” sia una possibilità prevista legalmente, il cui utilizzo dipende dal diritto e non da PAPA PAGLIARDINI. Ma, se lui è contento così lasciamoglielo credere.

“Stia per certo però -commenta Roberto ORLANDI, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati- che, oltre ai ricorsi dei CAA, dei professionisti, dovrà confrontarsi con quello del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e a quel punto si vedrà se il diritto al lavoro, alla libera iniziativa economica ed il divieto di discriminazione (sanciti dagli art. 4, 41 e 3 della Costituzione) hanno ancora valore in Italia.”

Si vedrà anche, in quella od in un’altra sede giudiziaria, se vi siano conflitti di interesse nel tentativo di espellere dall’attività dei CAA i liberi professionisti.




Agea: firmata dai centri di assistenza agricola la convenzione 2020-2021

Tutti i Centri di Assistenza agricola hanno firmato la convenzione 2020-2021 con
Agea. Ai CAA dei liberi professionisti è stato concesso di firmare con riserva per
non pregiudicare il loro diritti.
“Sono certo che la nuova convenzione che definisce un nuovo assetto per il
sistema di intermediazione con gli agricoltori, nel chiarire il quadro delle
competenze potrà offrire nuove opportunità a tutti i soggetti convolti e maggiore
efficienza e trasparenza al sistema nel suo complesso” così il direttore di Agea
Gabriele Papa Pagliardini.