LATTE, RICOMINCIA LA PROTESTA DEI PASTORI SARDI: ISMEA PARLA DI 1,12 CENTESIMI, AGCM DI 70 CENTESIMI. NOI TRUFFATI, PRONTI ALLE VIE LEGALI

“Non ci è piaciuto quanto letto dal rapporto AGCM. Dicono che non ci sono state speculazioni. Allora noi per cosa abbiamo protestato?”. Così ad AGRICOLAE alcuni rappresentanti dei Pastori sardi che hanno oggi ricominciato la protesta del latte. “Ismea diceva il costo di produzione del latte è pari a 1,12 euro (come si evince nel documento che allleghiamo OVINI_Report_costi_e_ricavi_produzione_2018_DEF ) mentre nel documento Agcm viene riportato che ‘i costi medi di produzione sopportati dagli allevatori calcolati dall’Istituto (Ismea) sono pari a 70 centesimi al litro'”. Come si legge a pagina 6 all’articolo 37 del testo dell’AGCM che di seguito alleghiamo AL21_ch-proc-signed .

“L’accordo era solo un punto di partenza. Chiediamo spiegazioni dato che qui o sbaglia Ismea o sbaglia il Garante. Ma a rimetterci siamo sempre noi. Dato che sappiamo benissimo quanto costa produrre il latte e 70 centesimi è quanto a malapena  mangia la pecora”. I pastori fanno sapere inoltre ad AGRICOLAE di essere pronti a ricorrere alle vie legali. “E’ una vera e propria distorsione voluta e utilizzata ad arte dato che al tavolo non si è parlato di prezzi di produzione. I 74 centesimi erano stati individuati per sbloccare una situazione di crisi che era in stallo ma assolutamente non erano riferiti ai reali costi di produzione cui fanno fronte i pastori. E di cui non si è parlato”, conclude.




POLEMICA IN SARDEGNA SU PREMIO ‘CIBO AMICO’ DATO A CUALBU. PASTORI: “COLDIRETTI PREMIA SE STESSA? RIDICOLA. SI PRENDE IL MERITO QUANDO HA CERCATO DI FERMARCI. E I GIORNALI CI IGNORANO O DICONO IL FALSO”. VIDEO

Coldiretti premia il proprio presidente regionale per la protesta fatta dai pastori sardi per la crisi ovi caprina. E i pastori si ribellano e dicono: Coldiretti premia se stessa? Ridicola. Si vuole prendere il merito di una protesta nata senza sigle e di un risultato che invece ha messo a rischio.

E’ polemica in Sardegna in merito al premio “Cibo Amico” dato – dalla Coldiretti – a Battista Cualbu, il suo presidente regionale. La Sardiniapost pubblica il 15 aprile un articolo dal titolo: “Premio Cibo amico a Battista Cualbu: ha tutelato le eccellenze del territorio” in cui si legge che il premio “riconosce anche l’impegno di Cualbu sulla questione del prezzo del latte – come sottolineano i promotori – pagato dalle industrie ai pastori della Sardegna, attività che lo ha visto in prima linea e che ha portato all’accordo con il governo”.

https://www.sardiniapost.it/cronaca/premio-cibo-amico-a-battista-cualbu-ha-tutelato-le-eccellenze-del-territorio/

CagliariPad pubblica invece un articolo del 19 aprile dal titolo: “Premio a Cualbu (Coldiretti), la replica: ‘il premio deve andare a noi pastori’, in cui si legge: “non è il massimo vedere il premio dedicato al nostro lavoro e alla nostra protesta in mano a Battista Cualbu. Questa guerra l’abbiamo combattuta ed è stata snobbata da associazioni e ora i soliti corrono a prendersi i meriti” dicono al giornale online un gruppo di allevatori autonomi che hanno vissuto da vicino la protesta. “Vedere la Coldiretti premiare se stessa è ridicolo, soprattutto dopo che l’associazione aveva consigliato i propri soci a non partecipare alla protesta”, riporta ancora la dichiarazione pubblicata dal sito web.

https://www.cagliaripad.it/382115/premio-a-cualbucoldiretti-la-replica-il-premio-deve-andare-a-noi-pastori

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il video trasmesso da Codacons Tv e Carlo Rienzi che presenta Cualbu come “il capo riconosciuto della grande battaglia del latte” davanti a Ettore Prandini presente all’evento. Nessuno dei ministri invitati era invece sul posto.

Come si evince dal seguente video dal minuto 25 al minuto 30:

Alcuni pastori scrivono poi ad AGRICOLAE: “prima volevano fermarci e adesso si stanno prendendo i meriti…quando hanno fatto di tutto per bloccarci”. Poi aggiungono: “abbiamo contattato molti giornali ma invano… saranno di parte o avranno paura di ripercussioni?… questa è una guerra di informazioni e fanno uscire solo notizie false e costruite a modo per dividerci”…

Coldiretti è stata l’ultima a firmare in prefettura l’accordo.




DECRETO EMERGENZE E LATTE, CENTINAIO: ACCETTO CRITICHE DA TUTTI MA NON DA CHI FINORA NON HA FATTO NIENTE

“Accetto critiche da TUTTI. Non da chi in questi anni non ha fatto NIENTE per risolvere i problemi”. Così il ministro delle Politiche agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio su twitter in merito alle critiche mosse sul decreto emergenze e per le soluzioni trovate per risolvere la crisi latte, olio e agrumi.

A manifestare apprezzamento e soddisfazione sono state tutte le organizzazioni agricole tranne una: la Coldiretti (e Unaprol che fa capo alla medesima organizzazione). Che non è scesa in piazza con i Gilet Arancioni – nonostante fosse stata invitata – restando isolata nel chiedere sostegno per i propri associati.

Medesima situazione per quanto riguarda il latte: al tavolo la Coldiretti non voleva firmare l’accordo fino alla fine. Ma la soluzione trovata è stata apprezzata da tutte le altre sigle, dall’industria e dai rappresentanti dei pastori. Che hanno dichiarato che “il risultato è palpabile grazie al governo del cambiamento che per laprima volta ci ha coinvolti”. E hanno aggiuto: “le sigle non ne abbiano a male se giochiamo la nostra partita in prima persona”.




LATTE, PASTORI SARDI: DIFFICILE IN 7 GIORNI SCARDINARE SISTEMA. PRONTI A PRODURRE MENO. STIAMO PREPARANDO DOCUMENTI DA FAR FIRMARE AI TAVOLI. NO A DIVISIONI. IL VIDEO

“Non è semplice scardinare un sistema costruito in 30 anni”. Così i rappresentanti dei Pastori sardi a Tramatza, dove si è svolta ieri l’assemblea che ha riconfermato i leader che andranno a trattare ai tavoli: Andrea Mulas, Neddeddu Sanna, Gianuario Flachi.

“Il tavolo di trattativa con la regione e il ministero (delle Politiche Agricole – ndr) è aperto. Oggi possiamo provare a chiedere, magari ci dicono di no. Ma se avete proposte, fatele presente”, spiegano i leader nel corso dell’assemblea. “Questo percorso ci servirà per capire chi siamo e che cosa abbiamo fatto. Chi ha sforato lo sappiamo, perché ci sono i dati e le multe”.

“Il Consorzio – spiegano – deve vigilare e il ministero deve controllare. Tutto questo non è stato fatto. Abbiamo sforato con le quote e oggi abbiamo questo problema, ma ora è il momento di andare avanti. Sappiamo che il prezzo lo ha abbassato il Romano. Oggi stiamo cercando di costruire un sistema per cui questo non avvenga più, ma dobbiamo essere consapevoli che potrebbe voler dire produrre meno latte”.

“Non è semplice uscire in una settimana da un sistema che dura da 30-40 anni”, insistono ancora i leader. “Il Romano non deve sforare e dobbiamo essere consapevoli che se entriamo nell’interprofessionale ci dobbiamo guardare in faccia e dobbiamo essere pronti, all’occorrenza, a dover produrre un po di meno. Si tratta dell’indicizzazione. I prezzi del latte viene allineato con i prezzi del gasolio e del mercato”.

“Produttori e industriali? siamo la stessa famiglia. Se muore un industriale non stiamo meglio. Dobbiamo aiutare le istituzioni a capire dove ci stanno fregando”.

“Il latte ovino non viene importato, semplicemente perché non conviene”, proseguono poi in merito alla polemica – alzata dalla Coldiretti – dell’eventuale importazione di latte dall’estero. Spiegano che il latte importato riguarda eventualmente quello bovino ma è una percentuale minima.

“Il prezzo del latte lo deciderà il mercato, abbiamo chiesto al ministero delle Politiche agricole che ci protegga. Stiamo andando avanti per avere la tutela dei nostri diritti e la trasparenza. E abbiamo chiesto agli industriali che al tavolo del 7 marzo portino i documenti perché non sappiamo più di chi doverci fidare”.

https://www.facebook.com/bitzitv/videos/801497840187208/

“Il primo obiettivo è capire se siamo tutti uniti nel parlare di crisi strutturale di 30 anni, perché io non ho avuto questa impressione. Mi sembra invece che siamo disgregati”, interviene un allevatore. E “occorre un referente che vada a discutere per noi anche per quanto riguarda le aziende”.

“Non è che se chiudiamo sul prezzo la partita è finita, ma vuol dire invece che è appena iniziata”, spiegano ancora i leader. “Per discutere tutti quei punti necessari per arrivare alla trasparenza con un tavolo di filiera che dobbiamo costruire noi e che cercheranno di non farci fare”.

“La Sardegna è grande e la distorsione dell’informazione porta alla disgregazione”, proseguono ancora. “Servono dei rappresentanti di zona. Oppure, se vengono utilizzati i social, si deve firmare quanto si dice. Così che si sappia a chi attribuire le dichiarazioni. E quanto scenderemo a Cagliari saremo pronti a battere i pugni con i documenti pronti da firmare”, concludono. “I compitini a casa li facciamo, così non ci potranno dire niente”.