Pecorino Romano Dop conquista l’Europa: Pekorase terzo miglior progetto tra paesi Ue. Palitta: Grande risultato, investito 11 milioni in 5 anni in promozione internazionale

Il Pecorino Romano conquista il podio in Europa con “Pekorase Italia-Germania”. Il progetto da 3 milioni e 300mila euro, presentato dal Consorzio di tutela e cofinanziato dall’Ue, ha infatti incassato il terzo posto nella classifica delle migliori proposte arrivate numerose da ciascuno dei 27 Paesi dell’Unione. Un risultato importante, che premia il percorso di innovazione e internazionalizzazione  messo in atto negli ultimi 5 anni dal Consorzio, con un investimento di ben 11 milioni di euro per far conoscere, gustare e apprezzare il Pecorino Romano DOP in tutto il mondo. Dal Giappone agli Stati Uniti, dal Canada alla Germania fino alla Francia e al Regno Unito, senza dimenticare l’Italia.

 

PALITTA: PRODOTTO STRAORDINARIO PRONTO PER NUOVI MERCATI – Il presidente uscente Salvatore Palitta (l’assemblea dei soci per il rinnovo di consiglio d’amministrazione è convocata per il prossimo 5 novembre) traccia il bilancio dei progetti promozionali internazionali e degli investimenti messi in piedi durante il suo mandato, tre ancora in corso e uno pronto a partire. “Abbiamo spinto molto sull’internazionalizzazione del prodotto e abbiamo lavorato per portare in ciascun Paese, europeo o extraeuropeo, la tipologia di prodotto più giusta, più affine ai gusti di ciascuno e alle tendenze alimentari locali”, dice Palitta. “In questi anni il Pecorino Romano ha avuto una notevole evoluzione qualitativa, diventando un prodotto da tavola o da aperitivo sempre più ricercato. Abbiamo differenziato le produzioni riposizionandoci sui mercati, strategia indispensabile per intercettare nuovi consumatori, e abbiamo proposto, accanto a quello tradizionale, il Pecorino Romano a ridotto contenuto di sale, a lunga stagionatura, di Montagna fino ad arrivare al monoporzione, l’ormai famoso Snackorino. Un grande lavoro fatto di tradizione e innovazione, che abbiamo voluto portare nel mondo, perché siamo sicuri che il nostro prodotto ha potenzialità ancora enormi, con tutto quello che significa in termini di ricaduta economica per le zone di produzione e in particolare per la Sardegna, dove viene prodotto il 95% di Pecorino Romano. I riscontri sono entusiasmanti, e anche se il periodo richiede non pochi sacrifici, dobbiamo continuare su questa strada”.

 

I progetti internazionali sono gestiti da Daniela Murgia e Gianfranco Gaias dell’ufficio marketing del Consorzio di tutela del Pecorino Romano.

 

PEKORASE, LA NOVITA’: ROTTA ITALIA-GERMANIA – L’investimento complessivo è di 3 milioni e 300mila euro, suddiviso in tre annualità e finanziato al 70% dall’Unione Europea (attraverso il Reg. 1144 del 2014). Il progetto, che come detto si è classificato al terzo posto fra i migliori in Europa, partirà fra gennaio e febbraio 2021 e si snoderà per il 30% del budget in Germania e per il 70% in Italia. Prevede una serie di attività che hanno come unico protagonista il Pecorino Romano DOP: pubblicità sulle televisioni italiane, eventi con l’Associazione Professionale Cuochi, concorsi di cucina per chef professionisti (sia in Italia che in Germania) e per gli istituti alberghieri italiani, sito web e attività di social media (Italia e Germania), partecipazione alle maggiori fiere di settore in Italia e Germania. “Teniamo molto a questo nuovo progetto, perché si sviluppa in un mercato importante come quello tedesco e contemporaneamente su quello italiano”, sottolinea Palitta. “Nel nostro Paese c’è stata una svolta nel consumo del Pecorino Romano, finalmente percepito e apprezzato come prodotto da tavola grazie ai nuovi prodotti che abbiamo presentato. Non più solo da grattugia per la carbonara o al cacio e pepe, ma anche prodotto gourmet: siamo terzi nei consumi, nel segmento dei duri, dopo due giganti come Parmigiano e Grana, un risultato che ci riempie di orgoglio. Ora vogliamo spingere in questa direzione e rafforzare i risultati ottenuti: questo progetto ci consente di farlo contemporaneamente a una forte azione di penetrazione sui mercati tedeschi”, conclude Palitta.

 

GLI ALTRI TRE PROGETTI IN CORSO, CHIZU – ENJOY THE TASTE OF LIFE (GIAPPONE) – Ufficialmente partito quest’anno nel Paese del Sol Levante, è cofinanziato dall’Ue, conta su un investimento di 1 milione di euro e durerà 3 anni. Il progetto punta a coinvolgere in particolar modo i ristoranti della cinta metropolitana di Tokyo con una serie di iniziative e attività: sito web e social media, programmi televisivi, materiale promozionale, fiere e manifestazioni, eventi in ristorante. Quello giapponese è attualmente uno dei mercati più interessanti per il Pecorino Romano.

 

PROGETTO ROSAFI: 3 PECORINI (Usa, Italia, Germania, Francia e Regno Unito) – Finanziato dalla Regione Sardegna, è realizzato in collaborazione con i Consorzi del Pecorino Sardo e del Fiore Sardo. Investimento complessivo di circa 4 milioni di euro (3 dalla Regione), Rosafi avrebbe dovuto concludersi quest’anno dopo 3 di attività, ma la paralisi totale dovuta alla pandemia ha fatto slittare di un anno, a giugno 2021, la fine del progetto, che si snoda fra varie attività tra cui le principali: attività di animazione nei punti vendita delle più importanti catene della distribuzione organizzata nei 5 Paesi,  sito web in 5 lingue, social media e fiere di settore . I Paesi coinvolti da Rosafi  sono gli USA (dove l’obiettivo è la crescita nel mercato delle speciality con il progressivo abbandono del mercato industriale), Italia, Germania, Francia e Regno Unito.

 

PROGETTO PROPASEU (Usa e Canada) – Partito nel 2017 e concluso a marzo 2020, realizzato con i Consorzi di tutela Asiago e Speck Alto Adige, Propaseu ha potuto contare su un investimento complessivo di circa 2,5 milioni di Euro in tre anni, e aveva come paesi target gli Stati Uniti d’America e il Canada. Anche in questo caso,  l’obiettivo principale negli USA è la crescita nel mercato delle speciality e la sempre minor presenza nel mercato industriale), Il progetto è stato finanziato all’80% dall’Ue. Le attività sono state diverse: ricerca di mercato, workshop dedicati a professionisti del settore, sito web, attività di social, materiale informativo cartaceo, incoming giornalisti e trade provenienti da USA e Canada, promozione nei punti vendita dei due Paesi.




CORONAVIRUS, PALITTA, PECORINO ROMANO: TUTTO FERMO. DARE ATTUAZIONE A DL EMERGENZE, FASE DI STALLO CHE SISTEMA NON SI PUO PERMETTERE

“E’ tutto fermo. Siamo preoccupati per la fase congiunturale che coinvolge l’intero sistema della distribuzione. Un momento di estrema difficoltà sanitaria che rischia ripercussioni permanenti sul settore produttivo”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop Salvatore Palitta in merito all’emergenza che il Paese sta vivendo a causa del Coronavirus.

“In questa fase occore stringere i denti e resistere. Diventa però sempre più urgente – prosegue – dare attuazione a quanto previsto dal Dl Emergenze, ovvero i 14 milioni di euro per gli indigenti”.

“Chiediamo pertanto un’accelerazione della tempistica e una rapida attuazione ministeriale di quanto già deciso a livello politico, prima dal governo e poi dal Parlamento, con decretazione di urgenza. Attualmente la pratica sembra essere in una fase di stallo – conclude – che il sistema non si può permettere”.




PECORINO ROMANO DOP, PALITTA: CHIEDIAMO INCONTRO CON BELLANOVA PER DARE A FILIERA DA 25MILA ADDETTI UN FUTURO STABILE

“La questione sarda è rimasta aperta. Ha avuto una fase di grande impegno da parte del ministero delle Politiche agricole e delle istituzioni nazionali. Ora con il nuovo ministro, vista la sensibilita e l’attenzione mostrata da Teresa Bellanova e le problematice e le emrgenze previste dal decreto occorre proseguire nella direzione della risoluzione della crisi del latte Ovicaprino. Per noi è importante che il minsitro riprenda quel discorso”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Pecorino Romano Dop Salvatore Palitta che chiede un incontro quanto prima con la titolare del dicastero dell’Agricoltura.

“Chiediamo per questo un incontro al minsitro e la invitiamo in Sardegna così che possa conoscere in prima persona il mondo del Pecorino Romano Dop e la filiera del lavoro che lo produce”, prosegue. “Una filiera che nel suo insieme ha urgenza di proseguire verso la riforma strutturale che possa evitare in futuro crisi come quelle che si sono verificate recentemente e che dia una stabilita al futuro del settore”. Ma anche una filiera, conclude Palitta, “che dà occupazione a 25mila addetti e che è soggetta ad alternanze che non la mettono – oggi – nelle condizioni di reggere la sfida del futuro”.




PECORINO ROMANO DOP, PALITTA RICONFERMATO: COINVOLGERE PASTORI NEL CONSORZIO. COLDIRETTI DENIGRA MADE IN ITALY ARRECANDO DANNO A FILIERA E TURISMO

Riconfermato – nonostante la clausola dell’alternanza – Salvatore Palitta alla presidenza del Consorzio Pecorino Romano Dop. “Abbiamo partecipato ieri al tavolo tecnico con il ministero delle Politiche agricole e le organizzazioni agricole e abbiamo discusso in proposito delle possibilità attraverso lo statuto di implicare di più i produttori di latte, i pastori. Anche se ci sono vincoli da superare”. Così ad AGRICOLAE Salvare Palitta. Si è discusso anche del disciplinare al tavolo. Poi sulla storia sui dati del latte, Palitta affonda: “Coldiretti continua a parlare di mancanza di conoscenza dei dati. Abbiamo dovuto smentirli con dati alla mano che sono anche pubblicati – oltre che sul sito del Consorzio – anche su quello Ismea. Così si continua a fare disinformazione”.

Per il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop “basta parlare di contraffazione made in Italy, anche quando questa non c’è”. Opinione del presidente è che “così si arreca solo danno ai pastori che producono la materia prima e agli industriali che la trasformano. Oltre all’immagine stessa dell’Italia all’estero. Tutto questo si traduce in danno economico. Coldiretti continua a mandare messaggi negativi, come se ci fossero chissà quali magagne.

Una strategia che denigra constantemente il made in Italy, che mette constantemente in dubbio la veridicità di quanto accade nelle filiera dei prodotti dell’eccellenza agroalimentare italiana. Un messaggio denigratorio – per chissa quali fini personali – che arreca danno all’agroalimentare e al turismo”, prosegue.

Per quanto riguarda invece il bando indigenti, l’iter va ora trasferito al ministero del Lavoro e Politiche sociali, ma purtroppo è tutto bloccato a causa di un ricorso che ne ha bloccato l’operatività. “Occorre ora capire come procedere per non incorrere in tempistiche non congrue rispetto all’emergenza del settore. E’ importante sapere quando queste risorse saranno disponibili”, conclude.




LATTE, BOTTA E RISPOSTA TRA COLDIRETTI E CONSORZIO PECORINO ROMANO DOP. “INCAPACE DI GOVERNARE”. E PARTE LA DIFFIDA: “IRRESPONSABILI COMPORTAMENTI CREANO PREGIUDIZI SULLA DOP” MADE IN ITALY

Botta e risposta tra la Coldiretti Sardegna e il Consorzio Pecorino Romano Dop. Qui di seguito riportiamo i due comunicati trasmessi:

LATTE, COLDIRETTI SARDEGNA: BENE PREFETTO PER SORVEGLIARE CONSORZIO PECORINO ROMANO DOP INCAPACE DI GOVERNARE

“La reazione di questo ‘Consorzio del Pecorino romano’ che si presenta senza volto ci conferma che stiamo picchiando sul chiodo giusto e che qualcosa sta cominciando a cambiare”. E’ quanto si legge in una nota di Coldiretti Sardegna, in merito al Consorzio del pecorino romano, i cui vertici si sono dimessi il 19 febbraio scorso come richiesto dalle organizzazioni dei pastori dopo il vertice in Prefettura a Cagliari con il Ministro Gian Marco Centinaio. “Per questo – spiega Coldiretti -ringraziamo per le parole che capiamo di sofferenza diffuse nei giorni scorsi che nel loro livore dicono palesemente che bisogna continuare uniti nel risanare completamente la dirigenza attuale. Ma anche qualche vecchio amministratore che negli ha vissuto a fasi alterne crisi iperproduttive di pecorino romano pagate a caro costo dai pastori e che aveva magari amministrato il consorzio latte di Macomer poi fallito, finanziato con oltre 50 milioni di euro di soldi pubblici per buona parte mai rendicontati. Il Consorzio del pecorino romano Dop, e questa è opinione condivisa nel mondo produttivo, ad oggi ha rappresentato un freno per il comparto più che il motore di valorizzazione del prodotto più importante”. Secondo Coldiretti è positiva la scelta del Prefetto di Sassari e  Nuoro “per sorvegliare e vigilare un ente che è stato incapace di governare le produzioni del suo pecorino deliberando una sanzione per chi non rispettava le quote di produzione del Romano dell’irrisoria cifra di 16 centesimi a Kg contro i 2 euro e 10 centesimi a kg per il Parmigiano (entro uno splafonamento del 25 %, oltre il 25% le sanzioni aumentano). Per il Parmigiano insomma le sanzioni sono superiori del 1212% rispetto a quelle previste per il Pecorino Romano. Ed infatti – prosegue Coldiretti – nelle ultime tre campagne la buona amministrazione ha incamerato due maxi splafonamenti. Iperproduzioni che sono state causa della crisi pagata dai pastori: + 76mila quintali nell’annata 2015/2016 (totale prodotto 356 mila quintali di Pecorino romano Dop anziché 280mila) e 61 mila nel 2017-2018 (totale Pecorino prodotto 341 anziché 280mila)”

L’organizzazione spiega che se per il pecorino romano avessero applicato le sanzioni previste per il Parmigiano Reggiano, per la campagna casearia 2015/2016 le sanzioni sarebbero state di 15 milioni 960 mila euro  contro 1 milione 216mila euro previsti invece a 0,16 cent/kg. E sarebbero stati di 12 milioni 810 mila euro  per il 2017/2018 contro i 976 mila effettivi. “Ma il Consorzio del Pecorino Romano ha fatto anche di più:  a cavallo tra febbraio e marzo 2016 ha sottoscritto una lettera indirizzata al presidente della Regione Sardegna in cui si prevedevano inimmaginabili surplus di latte di 130 milioni di litri, su 330 di produzione. Come sappiamo tutti (ormai è storia) i dati a fine campagna hanno dimostrato che non si è prodotto un litro in più di latte ma con quella falsa informazione si è favorito il crollo del prezzo del Pecorino romano e la conseguente attività speculativa posta in essere dal mercato”. Prosegue così Coldiretti Sardegna: “Un Consorzio che negli anni ha gestito decine di milioni di euro di soldi pubblici per la promozione del prodotto ed i cui risultati solo sotto gli occhi di tutti. Un Consorzio che con le attività di tutela ha scoperto pecorini similari all’estero ma si è distratto dai similari che entravano in Sardegna. Mentre Coldiretti denunciava e manifestava per gli scandali del Pecorino rumeno arrivato in Sardegna portato (o almeno cosi hanno detto i diretti interessati) da soci del Consorzio stesso, che hanno continuano a sedere indisturbati vicino all’ente di sorveglianza e tutela indaffarato nel frattempo in polemiche sterili e insensate”. “Come mai – prosegue l’analisi di Coldiretti Sardegna – in questi anni non è stato ne proposta ne votata la possibilità di modificare lo statuto impendendo che chi produce prodotti similari in un altro paese sotto altra società potesse far parte del consiglio direttivo del consorzio? E’ compatibile l’attività ispettiva con la gestione degli stock dei bandi Agea per indigenti? E’ compatibile l’attività di vigilanza con la gestione degli interventi di Pegno rotativo e con l’attività del Progetto pilota finanziato dalla Banca?”. “Sarebbe utile saperlo – conclude Coldiretti – , è un dubbio che assilla molti. Anche perché se cosi dovesse essere, significa che è stato commesso un illecito che ne giustificherebbe il commissariamento”.

LATTE, CONSORZIO PECORINO: SCOMPOSTA REAZIONE COLDIRETTI DOVUTA AD ATTO DI DIFFIDA E INTIMAZIONE NOTIFICATA. ARRECA PREGIUDIZI SU DOP DI ENORMI PROPORZIONI

Il farneticante comunicato stampa rilasciato da COLDIRETTI Sardegna il 22.02.2019, altro non è che la scomposta reazione ad un atto di intimazione e diffida notificato il giorno 21.02.2019 alla medesima Associazione di Categoria regionale, nonché a quella nazionale, unitamente ai dirigenti ed agli amministratori delle rispettive strutture, in ragione della gravissima e reiterata affermazione secondo la quale per la produzione del DOP Pecorino Romano verrebbe utilizzato latte di provenienza rumena e bulgara. Con ciò inducendo il Ministro dell’Interno, il Ministro per le Politiche Agricole e, addirittura, il Presidente del Parlamento Europeo a rilanciare tale affermazione, falsa e grossolana.

La predetta diffamatoria circostanza è stata formalmente ed ufficialmente smentita, su richiesta dello stesso Consorzio di Tutela, dall’ UVAC Sardegna – Posto d’Ispezione Frontaliera, organismo indipendente facente capo al Ministero della Sanità, con nota prot. 125 del 15.02.2019 a firma del Direttore Generale per la Sardegna. In definiva non una sola goccia di latte proveniente dalla Romania e dalla Bulgaria è mai entrato nel territorio sardo dal 2012 ad oggi.

Sotto tale profilo, a nulla vale il disperato tentativo di mistificare anche le proprie precedenti dichiarazioni, laddove oggi si afferma che il prodotto importato non sarebbe consistito in partite di latte ovino, bensì di alcuni tipi di formaggio semilavorato e confezionato in stabilimenti sardi. Anche se così fosse, infatti, il problema non potrebbe di certo riguardare la DOP Pecorino Romano e tanto meno il Consorzio di Tutela. In ragione di tale affermata responsabilità nella omessa vigilanza sulle importazioni (funzione, peraltro, alla quale il Consorzio è del tutto estraneo, Coldiretti, con violenza verbale inusitata, chiede addirittura il commissariamento e/o l’azzeramento dell’Organo amministrativo.

Altro motivo utilizzato quale pretesto perché nei confronti del Consorzio vengano adottati non meglio precisati provvedimenti (non si comprende quali possano essere, trattandosi di soggetto di natura privatistica, sebbene gli siano state attribuite alcune specifiche e limitate funzioni di pubblico servizio in termini di vigilanza) sarebbe costituito dall’affermata inefficacia del sistema di deterrenza sulle quote di produzione, impropriamente definito “penali”. A tale proposito COLDIRETTI opera uno scorretto confronto con l’impianto sanzionatorio adottato dal Consorzio del Grana Padano, omettendo, però, di riferire che tali limitazioni non sono valse ad evitare che le quotazioni del predetto Grana Padano fosse addirittura inferiori a quelle del Pecorino Romano DOP (dati CLAL – Marzo 2018: Grana DOP € 6,10 – Pecorino Romano DOP € 7,70).

È bene precisare, sempre sul medesimo argomento, che il sistema posto a presidio del rispetto delle quote di produzione del Pecorino Romano che, contrariamente a quanto affermato da COLDIRETTI, risulta ben superiore, nella sua concreta applicazione, ad € 0,16 per Kg. (raggiungendo, mediamente, € 0,27). Ciononostante, tale sistema, è stato incredibilmente oggetto di esposto all’Autorità Garante della Concorrenza ed osteggiato proprio da parte di COLDIRETTI, con il risultato di costringere il Consorzio di Tutela a tutelare gli interessi della filiera con una articolata e complessa attività difensiva. Nella circostanza, dunque, iI Consorzio di Tutela altro non ha fatto che attenersi alle ineludibili prescrizioni dell‘Antitrust nazionale.

La spregiudicatezza e l’irresponsabilità di tali condotte stanno arrecando al marchio DOP pregiudizi di enormi proporzioni, per i quali COLDIRETTI e tutti gli autori delle infamanti affermazioni, saranno chiamati a rispondere in tutte le sedi opportune. Nondimeno, tale comportamento per ragioni del tutto estranee agli interessi della filiera, e degli allevatori in particolare, sta contribuendo in modo determinante ad esacerbare gli animi, alimentando gratuitamente odio sociale e costituendo, in un clima già di grande tensione, vera e propria istigazione alla violenza di persone particolarmente provate dalla difficile situazione di congiuntura negativa del settore, e mettendo a repentaglio la stessa incolumità e sicurezza degli operatori e dei cittadini.

 




LATTE, DA SARDEGNA OK A SFIRS PER ECCEDENZA PECORINO ROMANO PER REGOLARE OFFERTA. PERCORSO PER ARRIVARE OLTRE UN EURO/LITRO

quote latte

Sarà la Sfirs (Societa’ finanziaria Regione Sardegna) ad avere il compito di predisporre azioni dirette ad affrontare il tema delle eccedenza di pecorino romano, in diretta collaborazione con il sistema bancario e dei consorzi fidi, in modo da movimentare sino a 18 milioni di euro che equivalgono potenzialmente a 30 mila quintali di prodotto pecorino romano. L’ok è arrivato dalla Giunta della regione Sardegna con l’obiettivo di alleggerire le scorte in eccesso e dare un segnale al mercato attraverso una regolazione dell’offerta.

Dal tavolo tecnico cui hanno partecipato l’assessore Raffaele Paci, Sfirs, Abi, Confidi, Banco di Sardegna, Intesa San Paolo, Banca Nazionale del Lavoro, UniCredit, Banca del Mezzogiorno e Banca di Arborea e il Consorzio Pecorino romano, è emerso, da un lato l’impegno a valutare la proroga fino a dicembre 2019 dei finanziamenti della campagna 2017-2018 concessi alle imprese di trasformazione, al fine di garantire maggiore liquidità; dall’altro la conferma che la Commissione regionale Abi è al lavoro per estendere la moratoria di un anno – già annunciata dal Banco di Sardegna – sui finanziamenti in corso concessi ai pastori.

È stato infine confermato l’obiettivo di costruire un percorso strutturato per portare il prezzo del latte oltre l’euro, in pochi mesi e con effetto retroattivo: a fine maggio è previsto il primo step col controllo dei prezzi, a ottobre la definizione del prezzo finale sulla produzione novembre 2018-ottobre 2019. Il calcolo del prezzo finale viene definito agganciandolo non solo al prezzo di vendita del pecorino romano ma anche a quello del pecorino sardo e del fiore sardo, che hanno un prezzo maggiore sul mercato.




LATTE, OK DA UE A RITIRO PECORINO DOP. NESSUN AIUTO DI STATO. I PRIMI ‘SI’ A 80 CENTESIMI. PALITTA: MIE DIMISSIONI PREVISTE DA DELIBERA, MANDATO SCADE IL 22

Il presidente del Consorzio Pecorino romano Dop Salvatore Palitta si è dimesso. Nel frattempo i pastori sardi sembra siano d’accordo sul punto di caduta di 80 centesimi al litro. Ma per adesso si tratta di un gruppo che non rappresenta tutto il comparto. Nel frattempo il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio si è incontrato a Bruxelles con il commissario europeo all’Agricoltura Philip Hogan con il quale ha anche parlato della questione Sardegna e delle richieste degli allevatori sul prezzo del latte ovino.

Per quanto riguarda le misure che il governo sgta mettendo in atto, riguardano l’operato del governo italiano e sotto questo punto di vista da parte del commissario non ci sono state obiezioni. “Non c’è aiuto di Stato” riferisce Centinaio. Il governo pensa di finanziare il ritiro delle forme di Pecorino romano rimaste invendute. “Su quello che avevamo proposto – aggiunge Centinaio – abbiamo avuto l’ok anche dall’Europa, quindi l’incontro che faremo giovedì sarà molto più rilassato e disteso per quanto riguarda sia la gestione dell’emergenza che la voglia di riorganizzare questa filiera”.

Il ministro ha poi commentato le dimissioni del presidente del Consorzio per la tutela del Pecorino romano Dop, Salvatore Palitta, spiegando che ne dovrà esaminare le motivazioni, ma che il governo non pensa a un commissariamento del Consorzio stesso. “Andremo a vedere il lavoro del Consorzio, che è un lavoro di tutela e di promozione. Se il Consorzio ha tutelato e promosso, non ha niente da aver paura, se invece ci sono state delle mancanze… Il consorzio dovrebbe tutelare anche i produttori, ma sono convinto che non ci siano problemi”, ha spiegato.

LATTE, PALITTA: NESSUN COLPO DI SCENA, MANDATO SCADE IL 22, DIMISSIONI PREVISTE DA DELIBERA DA OLTRE UN ANNO

“Si tratta di un fatto meramente tecnico e già previsto da oltre un anno. Il mio mandato scade il 22 febbraio. Tecnicamente per poter creare un alternanza tra le due componenti all’interno del Cda, tra cooperazione e industria, ci deve essere una dimissione al fine di poter procedere con la nomina del nuovo presidente”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop Salvatore Palitta in merito alle dimissioni da presidente. “L’attività consortile è pienamente operativa e quando sarà convocato il Consiglio di amministrazione – in data ancora da concordare – sarà nominato il prossimo presidente che per tradizione andrà, appunto nel rispetto dell’alternanza, a un industriale”, prosegue. “C’è una delibera che prevede che il 22 ci sarebbero dovute essere le dimissioni del presidente per poter garantire la giusta alternanza. Ho rispettato quella delibera ma il consorzio prosegue nella sua piena attività”, conclude.

 



LATTE, PALITTA: NESSUN COLPO DI SCENA, MANDATO SCADE IL 22, DIMISSIONI PREVISTE DA DELIBERA DA OLTRE UN ANNO. IL PROSSIMO PRESIDENTE RAPPRESENTERA L’INDUSTRIA

“Si tratta di un fatto meramente tecnico e già previsto da oltre un anno. Il mio mandato scade il 22 febbraio. Tecnicamente per poter creare un alternanza tra le due componenti all’interno del Cda, tra cooperazione e industria, ci deve essere una dimissione al fine di poter procedere con la nomina del nuovo presidente”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop Salvatore Palitta in merito alle dimissioni da presidente. “L’attività consortile è pienamente operativa e quando sarà convocato il Consiglio di amministrazione – in data ancora da concordare – sarà nominato il prossimo presidente che per tradizione andrà, appunto nel rispetto dell’alternanza, a un industriale”, prosegue. “C’è una delibera che prevede che il 22 ci sarebbero dovute essere le dimissioni del presidente per poter garantire la giusta alternanza. Ho rispettato quella delibera ma il consorzio prosegue nella sua piena attività”, conclude.

Alessandro Di Bona




LATTE, PALITTA (CONSORZIO PECORINO ROMANO DOP): ACCORDO RISPECCHIA RICHIESTE ORGANISMO CONSORTILE

“Il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Romano é stato chiamato al Tavolo dopo che l’Assessore Caria e la Lega Coop hanno richiesto la presenza dell’unico soggetto regolatore delle produzioni e la gestione degli interventi di finanziamento delle giacenze con il pegno rotativo. Il Consorzio dopo aver risposto al Ministro sulle affermazioni in merito alle funzioni ed attività ed al presunto commissariamento, ha preso atto della dichiarazione che ha derubricato le stesse a equivoci”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop in merito all’accordo sul latte in Sardegna.

Nella nota che ha inviato ad AGRICOLAE, Palitta scrive che “nel merito il documento rispecchia le attese che l’organismo Consortile aveva richiesto in più occasioni”.

“In particolare – spiega – la proroga del piano dell’offerta e la maggiore incisività delle attività di contrasto delle eccedenze,attribuendo al Consorzio maggiori poteri sanzionatori. Saluta – conclude – con particolare interesse la figura di un soggetto pubblico che verifichi l’attività di tutta la filiera, come un Prefetto, a partire dall’agnello IGP ed tutte le produzioni DOP e non”.




LATTE, ECCO L’ACCORDO: CUN, TAVOLO DI FILIERA, REGISTRO TELEMATICO, ICE, MORATORIA MUTUI, NOMINA PREFETTO E MOLTO ALTRO. PREZZO A 0,72, MA E’ SOLO ALL’INIZIO

L’accordo c’è, e si comincia subito a lavorare al tavolo di filiera previsto il 21 a Roma al Mipaaft. nel corso del quale potrebbe chiudersi la partita. L‘incontro blindato presso la prefettura di Cagliari tra il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e gli operatori per risolvere la crisi del latte in Sardegna ha dato i suoi primi frutti: un accordo su come procedere sia dal punto di vista sia economico che sistemico.

I provvedimenti che hanno avuto l’ok dalle parti coinvolte, prevedono l’avvio del tavolo di filiera, la costituzione della Cun, la rappresentanza dei pastori sardi all’interno dei consorzi, la proroga della scadenza dell’atto programmatorio per quanto concerne il Pecorino Romano Dop, un registro telematico del latte ovi caprino, moratoria dei mutui, monitoraggio al fine di assicurare il rispetto delle quote. Poi, di intesa con l’Ice, prevedere iniziative per l’internazionalizzazione del prodotto. Per quanto riguarda i rapporti tra i produttori e l’industria, saranno previsti degli specifici accordi contrattuali e l’impegno dei trasformatori a non vendere sotto i sei euro.

E, cosa non da poco, anche la nomina di un Prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività della filiera.

Per quanto riguarda le condizioni economiche si è trovata la quadra sui 0,72 centesimi, ma come acconte per i mesi di febbraio, marzo e aprile. Poi, a fine maggio, sulla base del mercuriale della Camera di Commercio di Milano, relativo al periodo giugno 2018 – maggio 2019, si verificherà il valore medio che costituirà il prezzo base per i mesi successivi (2° prezzo in acconto). Infine, è prevista un ulteriore verifica del prezzo medio relativo al periodo novembre 2018 – ottobre 2019 sulla base del quale sarà determinato il conguaglio da corrispondere a saldo.

I prezzi finali saranno naturalmente determinati secondo le normali logiche del mercato.

“Tanti parlano e scrivono ma: quanti aiutano concretamente i nostri pastori?”#bastaunafetta”, scrive su Twitter il ministro Centinaio. “Il 21 lavoriamo per migliorare la filiera”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica l’accordo:

A seguito di approfondita discussione le parti concordano le seguenti misure tecnico/istituzionali ed economiche:

 

  • Condizioni tecniche / istituzionali:

 

  • Prevedere la rappresentanza dei pastori all’interno dei consorzi;

 

  • Proroga della scadenza dell’atto programmatorio relativo al Pecorino Romano;

 

  • Definizione di misure di monitoraggio al fine di assicurare il rispetto delle quote;

 

  • Previsione di un registro telematico del latte ovi-caprino;

 

  • Avvio dei lavori del tavolo della filiera il prossimo 21 febbraio a Roma;

 

  • Moratoria dei mutui. A tal fine si prenderanno i necessari ed opportuni contatti con l’ABI e con il sistema bancario;

 

  • Saranno definiti appositi accordi con la grande distribuzione per promuovere la vendita del prodotto;

 

  • Costituzione della C.U.N. (Commissione Unica Nazionale) del latte ovi-caprino;

 

  • D’intesa con l’ICE saranno definite le iniziative per sostenere l’internazionalizzazione del prodotto;

 

  • Nomina di un Prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività della filiera.

 

  • Condizioni economiche:

 

  • Si riconosce un prezzo al litro di € 0,72 iva inclusa come acconto per mesi di febbraio marzo e aprile 2019;

 

  • A fine maggio, sulla base del mercuriale della Camera di Commercio di Milano, relativo al periodo giugno 2018 – maggio 2019, verifica del valore medio che costituirà il prezzo base per i mesi successivi (2° prezzo in acconto);

 

  • Al 1° novembre verifica finale del prezzo medio relativo al periodo novembre 2018 – ottobre 2019 sulla base del quale sarà determinato il conguaglio da corrispondere a saldo;

 

  • Impegno dei trasformatori a non vendere sotto i sei euro

 

 

I prezzi finali saranno naturalmente determinati secondo le normali logiche del mercato con metodologia da definire correlando il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio, (le DOP sarde)




CRISI LATTE SARDEGNA, PALITTA, (CONSORZIO PECORINO ROMANO DOP): SITUAZIONE FUORI CONTROLLO. ECCO LE NOSTRE SOLUZIONI

“Occorre trovare una soluzione, la situazione è fuori controllo. Occorre che le autorità intervengano altrimenti la disperazione può portare all’imprevedibilile”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop in merito alla crisi che sta determinando il comparto lattiero-caseario sardo. “Occorre una soluzione immediata per gestire l’emergenza e una più a lungo termine che riporti l’equilibrio della filiera da concordare con il ministro delle Politiche agricole e il governo”, prosegue Palitta.

Il Consorzio ha messo a punto una strategia per tamponare la crisi: “Abbiamo previsto un ritiro dal mercato di 20mila quintali di Pecorino Romano per un progetto  a lunga stagionatura a cui attribuiremo il marchio “Grande riserva”. Un investimento da circa dieci milioni di euro”.

Il problema, come sempre, è il prezzo del latte: “il prezzo definito per il latte deve essere adeguato ai costi”, continua ancora Palitta. I produttori che fanno parte del sistema della Dop del Pecorino Romano sono 12mila a fronte di 35 caseifici. Un po diversa è la situazione per il latte di pecora in generale per il quale la situazione ha raggiunto una condizione di miseria disperata legata soprattutto ai flussi di cassa con il latte che viene pagato ai produttori tra i 55 e i 60 centesimi al litro. Si tratta di circa 15mila produttori con un gregge che varia da 40 a 1500 capi rispetto a pochi trasformatori, circa 50 aziende di trasformazione comprese le cooperative.

Negli ultimi anni, anche a causa del tempo, la maggior parte degli incassi è in realtà sufficiente per pagare il mangime.

La crisi nasce proprio da un prezzo del latte basso a fronte di un prezo di produzione alto. Costà più un litro di acqua minerale che un litro di latte. Sullo scaffale dei supermeracati  poi, è tutta un altra storia.

“I due fattori che determinano il prezzo del latte – conclude Palitta – dipendono dalla gestione delle produzioni e dalla gestione delle giacenze. Tutto il resto è filosofia”.