Scanavino presenta a Garavaglia l’e-commerce JpMorgan. Ma il supersito Cia da 350mila euro confonde il Prosciutto con l’insalata e il Parmigiano con il pesto. Jp Morgan: “gestione e responsabilità è della Cia, noi abbiamo solo finanziato. E’ roba loro”. Ma tutto tace

Il presidente della Cia Dino Scanavino presenta il nuovo sito creato con i 350mila euro di Jp Morgan al ministro per il Turismo Massimo Garavaglia. Effettivamente il sito Cia-JpMorgan funziona. L’ultima delle quattro piattaforme e-commerce fatte dalla Confederazione italiana agricoltori in sei anni da quando Dino Scanavino è presidente consente effettivamente – a differenza delle altre – di acquistare il prodotto agricolo che si sceglie.

Il problema è trovare il prodotto da comprare.

La scelta infatti è poca e la ricerca del sito da 350mila euro non è delle migliori, anche se si gioca facile sui prodotti simbolo del made in Italy e del territorio a vocazione agricola ed agroalimentare.

Ma c’è di più, il costoso megasito è un po confuso e scambia il parmigiano con l’insalata e il pecorino con il pesto.

Se si cerca infatti del prosciutto in tutta Italia, il sito nuovo di zecca Cia-JpMorgan trova un solo risultato: 130 grammi di insalata capricciosa di Albenga. Che non è proprio del prosciutto.

Se si cerca invece del Parmigiano, sempre senza vincoli territoriali, il sito trova solo del Pesto alla ligure senz’aglio, sempre 130 grammi e della stessa azienda dell’insalata capricciosa. Oltre al pesto, sotto la ricerca del Re dei formaggi, risulta anche il Moscato passito al Governo di Saracena.

Per una strana alchimia della costosa piattaforma, il Passito (stessa bottiglia della stessa azienda) compare anche se si cerca del Pecorino. Assieme a una salsa Rucolino. Ma niente pecorino.

E, strano ma vero, per chissà quale intelligenza artificiale il Rucolino riappare come per magia anche se si cerca del Grana Padano. Niente formaggio ma due salse della stessa azienda, Rucolino e Oriental, assieme a della Polenta.

E incredibile, il Rucolino riappare con insistenza anche se si cerca della pasta.

Il direttore della Cia Claudia Merlino aveva annunciato nei giorni scorsi – per partire – una potenza di fuoco di circa 800 fornitori pronti a vendere sul supersito. Il presidente Dino Scanavino ha rilanciato pochi giorni dopo al rialzo dalle pagine del Corriere: circa mille operatori. Da quanto si apprende, i fornitori sarebbero circa un centinaio.

La risposta:

Malfunzionamenti supersito Cia da 350mila euro, Jp Morgan: “responsabilità e gestione sono della Cia. Noi abbiamo solo finanziato”. Ma la Cia tace

Era già stato scritto:

Dal terremoto al Covid, ogni occasione per la Cia è buona per fare un sito. 4 in 6 anni per oltre 1/2 milione euro. Ma i primi tre non esistono o non funzionano

Da Jp Morgan 350mila euro per quarta piattaforma web della Cia. Signorelli: Progetto pronto all’uso per chi vende e chi compra

Cia presenta il portale Dal Campo alla Tavola al ministro Garavaglia




BANDO INDIGENTI, BELLANOVA, MIPAAF: IN CONSEGNA IN ITALIA 14 MLN DI EURO DI PECORINO ROMANO. GRAVE DISTORSIONE REALTA

“Non c’è stata alcuna esclusione delle produzioni sarde dal bando indigenti”, chiarisce la Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova”. “Affermarlo è una distorsione della realtà che non posso accettare. Come sanno bene i produttori e i pastori, proprio in queste settimane stiamo distribuendo agli enti caritativi 7500 quintali di pecorino romano dop a tutti gli indigenti di Italia per un valore di 7 milioni di euro. Ulteriori 7500 quintali per altri 7 milioni saranno acquistati da Agea e distribuiti tra ottobre e dicembre. Sono i fondi del decreto emergenze agricole del 2019 che stiamo impiegando e che porteranno questo eccellente prodotto sulle tavole dei più bisognosi dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia. Proprio in considerazione di questo fatto, che viene sistematicamente omesso da chi mi critica, nel bando appena uscito che vale 21 milioni di euro non sono presenti ulteriori prodotti della Sardegna. Questi fondi rispondono alle esigenze degli enti caritativi anche di avere una diversificazione del prodotto distribuito dal punto di vista territoriale e organolettico. Ribadisco quindi che non c’è stata nessuna esclusione contro i prodotti della Sardegna, ma la necessaria programmazione di acquisto e consegna. Peraltro, proprio alla festa dei 40 anni del Pecorino romano avevo già fatto presente che il Governo ha stanziato ulteriori 250 milioni di euro per affrontare l’emergenza alimentare e che, nell’ambito dei nuovi bandi sui formaggi che faremo nei prossimi mesi con consegne nel 2021, ci sarà attenzione anche per i prodotti sardi. Cosa c’è di non chiaro?”

“Sono tutte cose – prosegue Bellanova – che i pastori e i produttori sanno benissimo. Come sanno che abbiamo appena aperto un bando da 30 milioni di euro per il sostegno dei contratti di filiera e di distretto del latte ovino, dove mi sono impegnata fin dall’inizio a trovare 20 milioni di euro per finanziamenti agevolati che aiutassero a spendere i 10 milioni di euro di fondo perduto stanziati nel 2019. Così come ho voluto fortemente dare un aiuto a chi alleva agnelli e che è stato colpito dalla crisi covid a Pasqua. Abbiamo stanziato oltre 7 milioni di euro per il 2020 e 2021 e le domande per quest’anno sono state oltre 10mila, con una prevalenza forte dalla Sardegna e dagli allevatori di Agnello di Sardegna IGP che ricevono fino a 9 euro per ogni capo macellato tra marzo e aprile del 2019. E stiamo lavorando per rafforzare ancora gli strumenti di tutela del reddito degli allevatori azzerando i contributi previdenziali da pagare del periodo gennaio-giugno 2020”.

“Questi sono i fatti – conclude la Ministra – e alle critiche sono abituata. Non sfuggo mai al confronto, anche quando è acceso. Alle falsità, invece, proprio non riesco ad abituarmi, specie quando arrivano da persone che nei loro rispettivi ruoli avrebbero dovuto aiutare il sistema del latte ovino sardo a trovare equilibrio e futuro. Non mi pare che abbiano brillato in questi anni, forse si sono troppo dedicati alla scrittura di lettere e poco al bene di questa straordinaria filiera”.




DAZI USA AL 25% DAL 18 OTTOBRE, MADE IN ITALY COLPITO, DAL PARMIGIANO AL PECORINO. ECCO TUTTA LA LISTA

Da quanto apprende AGRICOLAE i dazi americani di Donald Trump sono al 25% ed entreranno in vigore il 18 ottobre .

Il campo di applicazione definitivo dei prodotti sarà determinato dalle modifiche all’HTSUS che USTR pubblicherà in una prossima comunicazione al Federal Register Notice.

La data di entrata in vigore dei dazi aggiuntivi è il 18 ottobre 2019.


Come specificato di seguito, in alcuni casi, la descrizione del prodotto definisce e limita la portata dei dazi supplementari. In caso contrario, e salvo esplicita indicazione contraria, le descrizioni dei prodotti sono fornite solo a scopo informativo e non limitano la portata degli obblighi supplementari. Nelle descrizioni dei prodotti, l’abbreviazione “nesoi” significa “non specificato o incluso altrove”. Qualsiasi domanda riguardante la portata di un particolare numero di segnalazione statistica HTS deve essere indirizzata a U.S. Customs and Border Protection.

Colpito il Made in Italy agroalimentare, dal Parmigiano Reggiano al Pecorino Romano.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lista:

https://ustr.gov/sites/default/files/enforcement/301Investigations/EU_Large_Civil_Aircraft_Final_Product_List.pdf




MADE IN ITALY, SINGAPORE RICONOSCE IG PECORINO ROMANO. PALITTA: PASSO FONDAMENTALE

Singapore ha riconosciuto l”IG Pecorino Romano. Da quanto apprende AGRICOLAE – che pubblica il documento – il Consorzio ha ottenuto il riconoscimento superando l’opposizione intentata dal CCNF, il Consorzio dei nomi generici USA. “Questo riconoscimento è fondamentale per il percorso di difesa in altri Paesi come la Cina ed il Giappone dove sono in corso le registrazioni”, spiega ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Salvatore Palitta.

Ecco il documento:




PECORINO ROMANO, PALITTA A COPAGRI: SI UNISCE A CORO DEGLI SCETTICI MA CITA NUMERI NON ADERENTI ALLA REALTA, RISCHIA DI METTERE IN DISCUSSIONE PROPRIA SERIETA

“Anche Copagri si unisce al coro degli scettici pur non conoscendo nel dettaglio il Piano di regolazione dell’offerta che ha subito, nel corso dell’Assemblea dei soci, importanti modifiche”. Così il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop Salvatore Palitta ad AGRICOLAE nel rispondere alle perplessità evidenziate dalla Copagri Sardegna in un comunicato stampa. “L’incerta definizione del tetto produttivo, che parrebbe fissato in 265.000 ql. per la produzione 2019-2020 ma suscettibile di revisione nelle annata successive, cozza contro i dati di mercato che segnalano un consumo di pecorino romano nel mondo nel 2018 pari a circa 210.000 ql. in pasta alle 24 ore”, scrive Copagri Sardegna in una nota. “Le modifiche – sottolinea Palitta – riguardano in particolare il rispetto del punto di equilibrio tra la domanda e l’offerta. Copagri cita numeri che non sono aderenti alla realtà e questo, a mio avviso, rischia di mettere in discussione la serietà della stessa organizzazione”, conclude.

Qui di seguito il comunicato Copagri Sardegna:

COPAGRI SARDEGNA: PERPLESSITÀ SU PIANO AUTOREGOLAMENTAZIONE OFFERTA PECORINO

L’Assemblea dei soci del consorzio di tutela del pecorino romano ha recentemente sottoposto a votazione la proposta di piano di regolazione dell’offerta del pecorino romano per il triennio 2019-2022 già avanzata a Borore il 15 luglio alla presenza delle Organizzazioni Professionali Agricole e delle Centrali Cooperative. La proposta è passata a maggioranza:

“ Copagri Sardegna, come già rilevato in altra occasione, ribadisce tutte le sue perplessità sui contenuti del Piano ritenendolo non adeguato a offrire un contributo verso il superamento della crisi che ha investito il comparto ovicaprino – rileva Ignazio Cirronis, presidente regionale dell’Organizzazione – L’incerta definizione del tetto produttivo, che parrebbe fissato in 265.000 ql. per la produzione 2019-2020 ma suscettibile di revisione nelle annata successive, cozza contro i dati di mercato che segnalano un consumo di pecorino romano nel mondo nel 2018 pari a circa 210.000 ql. in pasta alle 24 ore. Non si tiene conto che nell’ultimo triennio la produzione è sforata in due delle tre annate, producendo eccedenze che non sono ancora smaltite. L’inasprimento della contribuzione aggiuntiva, da sempre auspicata, viene mitigata da un non condivisibile sistema di deroghe. Ci è stata negata la possibilità di costruzione delle quote attraverso una maggiore corresponsabilizzazione degli allevatori assegnando ad essi le quote latte atte a divenire pecorino romano con il successivo trasferimento di esse, trasformate in “quote formaggio”, ai caseifici liberamente scelti per il conferimento. Ora, non vi è ombra di dubbio che la soluzione della crisi passa attraverso l’equilibrio tra domanda ed offerta . Non ci resta che appellarci al senso di responsabilità dei trasformatori anche per costruire un sistema di relazioni contrattuali che non penalizzi sempre il pastore“.

“ I suggerimenti delle Organizzazioni agricole non sono stati presi in considerazione – aggiunge Pietro Tandeddu, responsabile nazionale per Copagri del comparto ovicaprino – L’euro per litro latte è una chimera. Il decreto sulle emergenze agricole, da noi riconosciuto come valido strumento, è lungi dall’essere attuato; solo recentemente è stato autorizzato il bando per l’acquisto di pecorino romano per gli indigenti ma gli effetti si potranno valutare nel tardo autunno; manca ancora il decreto attuativo sulla trasparenza dei dati, non si conosce alcuna programmazione della promozione sui mercati esteri delle produzioni casearie ovicaprine. Ad oggi, proiettando l’attuale trend di crescita delle quotazioni del “romano” sino ad ottobre ed applicando quanto previsto dall’accordo del 8 marzo, da noi non condiviso perché sbagliato il periodo di riferimento, la  correlazione con il solo pecorino romano e la griglia indicata, è prevedibile l’assegnazione ai pastori di un saldo praticamente vicino all’acconto dei 74 centesimi/litro, a meno di miracoli improvvisi . Il presidente della Regione Solinas , affrontando le criticità del comparto, ha indicato alcuni obiettivi: non basta. Chi governa ha la responsabilità di indicare le soluzioni. Convochi pertanto il Tavolo regionale di Filiera e si riapra il confronto su tematiche che da tempo attendono una risposta come la costruzione di un sistema di relazioni contrattuali tra industria e pastori trasparente e rispettoso delle norme dello stato con la condivisione di un contratto-tipo valevole sull’intero territorio regionale, la condivisione di una griglia di riferimento per il pagamento del latte secondo qualità, un nuovo indirizzo per la selezione genetica, politiche atte a favorire la destagionalizzazione della produzione del latte ovino e la diversificazione delle produzioni casearie, anche orientando gli incentivi regionali di sostegno,lo sblocco dei finanziamenti disposti per l’avvio di OILOS. E rivendichi con energia,

presso il governo nazionale, la ricostituzione con apposito decreto e successiva convocazione del Tavolo di Filiera ministeriale, impegno a verbale dell’ultimo incontro a Sassari. I Tavoli regionale e nazionale non sono alternativi tra loro ma devono trovare la giusta integrazione secondo le competenze di ciascuna istituzione”.




PECORINO ROMANO DOP, CONSORZIO APPROVA PIANO OFFERTA CON IL 77% DEI VOTI. PALITTA: ORA FILIERA FACCIA LA SUA PARTE

Approvato il piano dell’offerta del Pecorino Romano Dop con il 77 per cento degli aventi diritto di voto assenti compresi. Ora, dopo il via libera dell’assemblea del Consorzio, inizia l’iter di approvazione che prevede le adesioni degli allevatori e poi dei produttori, compresi i non soci. “Abbiamo introdotto il vincolo determinante per l’ottenimento delle deroghe rispetto alle produzioni oltre la quota segnata che prevede l’obbligo della lunga stagionatura a 12 mesi”, spiega ad AGRICOLAE il presidente Salvatore Palitta. “Questo per regolamentare l’immissione sul mercato del prodotto che è l’elemento che determina il deprezzamento del prodotto” precisa poi. “Si tratta di un passo avanti faticoso ed è il primo verso la riorganizzazione del ssitema. Il consorzio ha fatto la sua parte – conclude – ora il resto della filiera faccia la sua facendosi parte attiva”.




PECORINO ROMANO DOP, PER GARANTE CONCORRENZA NESSUNA VIOLAZIONE E NESSUNA PRATICA SLEALE. IL DOCUMENTO

Nessuna violazione e nessuna pratica sleale per quanto riguarda il latte ovi caprino sardo. E nessun intervento nei confronti del Consorzio del Pecorino Romano Dop e dei produttori di latte ad esso aderenti.

Da quanto apprende AGRICOLAE – che pubblica di seguito il documento GARANTE CONCORRENZA SU CRISI LATTE SARDEGNA – il Garante per la concorrenza, in relazione alla presunta violazione dell’articolo 62, comma 2, lettera a) del D.L. 1/2012 e dell’articolo 4, comma 2, lettera c), del regolamento di attuazione in combinato disposto con l’articolo 2, comma 2 dl D.L. 51/2015 ha deliberato che “sono venuti meno i motivi di intervento nei confronti del Consorzio per la Tutela del Pecorino Romano Dop, fratelli Maoddi Srl, F.O.I. Srl, Industria casearia Agroalimentare Serra Srl, Sardaformaggi Spa, Casearia Podda Srl, F.lli Pinna Industria Casearia Spa, Casafadda 1886 Tradizioni a Tavola Srl, Cen.tral Srl, SEI. Formaggi Srl, Caseificio Aresu & C.L. Srl, Argiolas Formaggi Srl, IN.CAS Industria Casearia Srl, Società cooperativa Pastori Perfughesi, Latteria Sociale Cooperativa di Pozzomaggiore Società cooperativa, Società cooperativa Rinascita di Oliena, Cooperativa Allevatori Ovini C.A.O, La Rinascita Società Cooperativa pastorale, Agriexport Sardegna società consortile cooperativa, Cooperativa Allevatori Villanovesi società cooperativa per azioni, Assegnatari Associati Arborea società cooperativa agricola per azioni, Latteria sociale cooperativa di Bonorva società cooperativa latteria ociale Sa Costera Società cooperativa, La.Ce.Sa soc. Coop, Allevatori Sulcitani soc. Coop agricola, Cooperativa Dorgali Pastori, L’Armentizia Moderna Società cooperativa agricola, Latteria Sociale di Meana Sardo, Allevatori di Mores società cooperativa, Latteria Sociale cooperativa San Pasquale cooperativa a R.L, Op Unione pastori soc. coop. agr.

L’istruttoria era stata avviata lo scorso 11 febbraio a seguito delle proteste dei pastori sardi – sulla base dei costi medi mensili di produzione elaborati da Ismea, nei confronti del Consorzio Pecorino Romano Dop e di 33 trasformatori ad esso aderenti al fine di verificare l’eventuale violazione della normativa posta a tutela della parte debole dei contratti di fornitura, gli allevatori, nel contraddittorio con tutti gli operatori della filiera agroalimentare interessata.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il documento di cui è venuta in possesso in PDF:

GARANTE CONCORRENZA SU CRISI LATTE SARDEGNA