E’ scontro sulla zootecnia e sul Farm to Fork nel corso del webinar organizzato da Carni Sostenibili ed European Livestock Voice.
Se il Direttore generale aggiunto della DG SANTE della Commissione Ue Claire Bury sottolinea che il settore dell’allevamento “ha avuto un impatto negativo sull’ambiente”, e ricorda “le emissioni di gas serra”, Pekka Pesonen, Segretario generale Copa-Cogeca, dal canto suo ribadisce come “molti allevatori hanno adattato i propri metodi di produzione nel corso degli anni, e pochi sono ormai quelli rimasti indietro. Gli allevatori vogliono rendere da sempre il processo sostenibile”.
E sottolinea come alcuni membri della Commissione in passato e alcune dichiarazioni non siano state adeguate. “Il futuro deve essere costruito sugli allevatori e non su un approccio ideologico”, spiega.
Secondo il direttore DG SANTE il settore zootecnico è un grande contributore Ue, (il valore della produzione animale è di 170 miliardi euro, il 40% del valore agricolo europeo). Proprio per questo motivo occorre il coinvolgimento attivo di tutta la filiera.
Ma ribadisce anche come sia “però evidente che il settore dell’allevamento ha avuto un impatto negativo sull’ambiente, pensiamo alle emissioni di gas serra”.
Senza contare la partita nutrizionale: “sulle proteine di origine animale che tutti gli studi scientifici legano a problemi di salute”, aggiunge.
Jytte Guteland, Deputata europea, Gruppo dell’Alleanza progressista dei Socialisti & Democratici, spiega invece come con il Farm to Fork sia stato fatto “un lavoro eccellente per indicare la direzione. Il messaggio è chiaro della Commissione Ue e la filiera deve essere più allineata al green deal e soprattutto sostenibile”.
E poi torna anche lei sul fattore nutrizionale:
“Tutti gli studi confermano l’impatto dell’allevamento sul clima ed è perciò necessario mangiare meno carne. Non serve fare polemica perché deve essere chiaro. Servono però incentivi per gli allevatori per effettuare questa transizione. C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo sistema, non è assolutamente sostenibile”. conclude.
La pensa in maniera diversa Herbert Dorfmann, Deputato europeo, commissione AGRI: “Tutti obiettivi giusti che vogliamo perseguire ma dobbiamo ricordarci sempre che tipo di impatto avrà la nostra strategia, non solo a livello ambientale ma anche economico e sociale”.
“L’Ue e la stessa filiera agroalimentare hanno infatti una grande responsabilità verso la popolazione e devono garantire cibo sicuro a tutti. Per questo motivo bisogna agire sui fatti e sui dati, senza alcuna ideologia. Invece ho notato che la strategia non sempre prende in considerazione la scienza, utilizzando al contrario un approccio ideologico in alcune occasioni.
Deve essere una libera scelta del consumatore se mangiare carne o meno. Troppa carne può avere un impatto negativo sulla salute ma questa rimane una scelta che spetta unicamente al consumatore” sottolinea”.
“Il Farm to Fork è un’occasione irripetibile ma c’è il rischio che la transizione verde non sia guidata da dati razionali e scientifici, bensì da un approccio ideologico” dichiara Luigi Scordamaglia, presidente Assocarni.
Bene dunque la sostenibilità ambientale ma solo se questa va insieme a quella economica” evidenzia Scordamaglia. “Bisogna poi stare attenti agli interessi strumentali di gruppi privati. La Fake Meat rappresenta un pericolo per tutti perché sostituisce il cibo vero, legato alla terra, con quello sintetico e chimico, appannaggio di poche multinazionali”.
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Zootecnia, Pesonen (Copa-Cogeca): Da Commissione Ue nessun aiuto per raggiungere obiettivi Farm to Fork. Ci siano dati strumenti e supporto
Zootecnia, Bury (Ue): Settore con impatto negativo su ambiente. Direzione Farm to Fork chiara, allevatori siano parte del cambiamento
Zootecnia, Scordamaglia (Assocarni): Farm to Fork sia guidata da scienza e razionalità, no a ideologie. Nostra filiera virtuosa e circolare, ma rischi da Mercosur e Fake Meat
Zootecnia, Dorfmann: Farm to Fork si basi su scienza e non su ideologie. Mangiare carne sia libera scelta del consumatore
Zootecnia, Guteland (Ue): Settore non sostenibile, necessario mangiare meno carne. Sistema profondamente sbagliato, ora incentivi ad allevatori per cambiare