Pesca, Maretti (Legacoop Agroalimentare): sostenibilità e competitività le sfide del settore

Ci saranno anche le cooperative di pesca e acquacoltura aderenti a Legacoop Agroalimentare al Seafood Expo Global, il più importante evento internazionale, che apre i battenti oggi a Barcellona (Spagna) e che si concluderà il prossimo 25 aprile. «È un momento importante per le nostre cooperative che possono far conoscere i loro prodotti ed entrare in contatto con più di 34mila professionisti provenienti da oltre 150 Paesi», sottolinea Elena Ghezzi di Legacoop Agroalimentare.

A Barcellona la delegazione italiana vede la partecipazione del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e di 85 imprese della pesca e nell’acquacoltura, oltre a 8 Regioni: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Veneto. Presenti anche grandi imprese italiane di eccellenza del settore ittico che fanno squadra nel valorizzare e promuovere le produzioni italiane.

«La pesca e l’acquacoltura, due settori determinanti del made in Italy e punto di forza della dieta mediterranea, devono rispondere ogni giorno alle sfide competitive in un mercato sempre più globale. Le aziende offrono prodotti frutto di un lavoro nel quale la sostenibilità è da sempre al primo posto con la gestione e la salvaguardia delle risorse», commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti.

Ma, continua Maretti, «dobbiamo anche ricordare come le marinerie si trovino ad affrontare problemi quali quelli dovuti alla riduzione delle giornate di pesca e all’erosione delle possibilità di cattura che hanno inciso pesantemente sui bilanci delle imprese. Soprattutto di quelle che contribuiscono a rifornire il 60% del pesce sui mercati, favorendo le importazioni da Paesi extracomunitari». E poi ci sono emergenze come «il granchio blu e le altre specie aliene contro le quali occorrono strategie inedite e flessibilità nelle decisioni». A tutto ciò si somma il fatto che la pesca «è un settore iper regolamentato e gerarchizzato, con un peso burocratico superiore a qualunque altro e dove le normative hanno un impatto decisamente negativo.

Il peso di tensioni e congiuntura internazionale, previsioni difficili per l’industria ittica. A pesare, poi, ci sono le tensioni geopolitiche e la congiuntura internazionale. L’ultimo rapporto della Banca mondiale mostra che le prospettive economiche sono tutt’altro che ideali con la previsione che la produzione economica globale diminuirà nel 2024. Per la Banca Mondiale la crescita in Cina e negli Stati Uniti dovrebbe rallentare, mentre l’Europa vedrà solo una leggera crescita a causa della riduzione dell’inflazione che aumenta i salari reali. In questo quadro le prospettive economiche complessive nel 2024 sono difficili da prevedere anche in considerazione del fatto che la Ue prevede una crescita dello 0,5%. Per l’industria ittica, gli impatti dell’inflazione e delle questioni economiche sono stati altrettanto vari e difficili da prevedere come per le economie complessive.




Pesca, La Pietra, decreto Lollobrigida condiviso con associazioni per contrastare pesca illegale

“Il decreto firmato dal ministro Lollobrigida che prevede la diminuzione degli ami dei palamiti e vieta l’utilizzo di verricelli elettrici a bordo nasce con lo specifico intento di contrastare la pesca illegale ed è stato ampiamente condiviso con le associazioni. Un confronto con i pescatori che non è mai venuto meno in passato e che non mancherà anche in futuro, come dimostra la prossima convocazione di un tavolo, che si terrà nei prossimi giorni, con le associazioni della pesca sportiva, professionale, capitanerie di porto, venditori di attrezzatura per la pesca sportiva, Cnr ed aperta anche ai contributi dei colleghi parlamentari”.
E’ quanto dichiara il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra.



Pesca, Pd: decreto sbagliato e calato dall’alto

“Il ministro Lollobrigida, rispondendo in Aula ad una interrogazione circa la riduzione del numero di ami previsti nella pesca sportiva dei palamiti da 200 a 50 e di vietare l’utilizzo di sistemi automatici per il recupero dell’attrezzo, ha ripetuto le stesse posizioni che lo hanno portato a motivare le ragioni del decreto che noi riteniamo sbagliato. Una scelta unilaterale, considerato che le disposizioni precedenti erano in perfetta sintonia con le direttive comunitarie e le indicazioni della scienza”. Lo dichiarano i capigruppo democratici della commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, e della commissione Ambiente, Marco Simiani, alla Camera.

“Il ministro – aggiungono – ha paragonato migliaia di pescatori sportivi, che operano onestamente nel settore della pesca professionale a quanti operano illegalmente mascherandosi da pescatori sportivi, rischiando di esasperare la conflittualità tra pesca ricreativa e pesca professionale.   Non è limitando gli ami che si elimina l’illegalità e la pesca di frodo. Ripetiamo quanto detto in altre occasioni: il provvedimento è stato emanato senza un adeguato coinvolgimento del Parlamento e in assenza di un dialogo o concertazione preventiva con le parti e con associazioni sportive interessate. Il ministro si è impegnato a convocare quanto prima un tavolo con le associazioni di pesca sportiva. Speriamo – concludono – che il tavolo venga convocato quanto prima per evitare coinvolgendo i professionisti, i ricreativi, le associazioni professionistiche e dilettantistiche che praticano questo antico sistema di pesca e che rappresentano un patrimonio ad alto valore sociale e culturale per le comunità costiere del nostro Paese”.




Pesca, Lollobrigida: Palangaro, limite di 50 ami ragionevole per pesca sportiva

“Desidero ringraziare il collega Pastorino che mi ha posto questo quesito perché mi consente di fare chiarezza sulle ragioni del provvedimento. Si tratta di una misura che è stata condivisa preventivamente dal punto di vista tecnico, con il Comando generale della Capitaneria di porto e il Consiglio nazionale delle ricerche, che da quel punto di vista viene considerato un punto di riferimento in termini scientifici. La misura tecnica che limita a 50 gli ami che un pescatore sportivo può armare usando il palangaro è una misura ragionevole, poiché diretta a contrastare la pesca illegale.”

Così il ministro Masaf Francesco Lollobrigida nel corso del question time alla Camera

“Lei nella sua interrogazione fa riferimento a due ambiti di pesca quello sportivo e quello professionale. Riteniamo il primo prevalente sul secondo. Si tratta di enti, quelli che prima ho citato, che hanno più volte evidenziato come, nonostante vigesse il limite per i pescatori sportivi dei cinque chilogrammi di cattura, l’utilizzo del sistema del palangaro con 200 ami determinasse troppo spesso il superamento dei predetti limiti. La limitazione all’utilizzo di 50 ami garantisce pertanto catture ragionevoli in un contesto di pesca sportiva non professionale, quindi.

Voglio, poi, precisare come l’uscita del decreto sia stata accolta favorevolmente dalle Associazioni nazionali di categoria e dalle Organizzazioni sindacali di settore, oltre che dalle Associazioni ambientaliste e da alcuni esponenti della pesca sportiva. Ciò nonostante non ci ritireremo, rispetto a un tavolo per verificare quelli che saranno gli esiti del provvedimento che va incontro anche alle richieste dei pescatori professionali dotati di regolare licenza, che nel corso degli anni, sono stati sottoposti a continue restrizioni spazio temporale sull’utilizzo di sistemi di pesca imposte in modo pressante in particolare dall’Unione europea.

Al riguardo è utile ricordare che il prodotto catturato dai pescatori sportivi non può e non deve essere destinato alla commercializzazione. Su questo punto è bene soffermarci perché il collega fa riferimento all’indotto. Non può trattarsi di indotto dalla commercializzazione e ricordo il parere delle associazioni, anche dei rappresentanti del mondo della pesca, che non si sono dette contrarie. Ovviamente c’è un dibattito aperto su questo non si sfugge tutt’altro che manifestazioni così forti di protesta come viene citato. Però voglio spendere una parola per quanto riguarda il mondo della pesca. Il mondo della pesca è al centro delle strategie del nostro ministero oltre che per dovere istituzionali. In questi anni non ci si è accorti che mentre i governi precedenti tutelavano la pesca, noi abbiamo perso il nostro 40% delle marinerie, delle nostre tradizioni di pesca, delle nostre produzioni. E allora il nostro obiettivo è tutelare i posti di lavoro che sono collegati a questo settore in tutti gli ambiti, però avendo un criterio di priorità. Chi vive mangiando di pesca deve avere ovviamente a nostro avviso una priorità rispetto a chi ha oggi la possibilità di utilizzare la pesca per difendere una sua attività ricreativa del tutto lecita, legittima e che va incentivata per quanto possibile in quest’ordine.“




Giornata mare: Coldiretti, valorizzare pescatori “sentinelle”

Per difendere il mare occorre valorizzare il ruolo dei pescatori come sentinelle, riconoscendo la loro importanza di custodi e pulitori dei fondali. E’ quanto afferma la Coldiretti Impresapesca in occasione della Giornata nazionale del mare che si celebra l’11 aprile. Come gli agricoltori per la terra, anche i pescatori sono i primi ambientalisti – sottolinea Coldiretti –, sono loro a “leggere” quotidianamente lo stato di salute del mare e a preservarne l’ecosistema, poiché è da questo equilibrio che dipende la loro attività, potendo peraltro contare su un “esercito” di 12000 imbarcazioni e 28000 lavoratori.

Un ruolo di tutela dell’habitat marino che è stato inserito nella cosiddetta legge “Salva mare” – rileva Coldiretti – sulla quale è ora importante accelerare sui decreti attuativi per dare piena applicazione alla norma, a partire dalla diffusione di isole ecologiche in tutti i porti italiani. I pescatori italiani possono infatti contribuire a tenere puliti i mari riportando a terra la spazzatura recuperata durante l’attività. Una possibilità che prima della “Salva mare” era di fatto di difficile applicazione, vista la poca chiarezza delle norme, con le imbarcazioni costrette, in molti casi, a rigettare in acqua i rifiuti trovati per non incorrere in gravi sanzioni.

Una volta svuotate le reti, i pescatori – spiega Coldiretti – possono così dividere il pescato dal materiale plastico eventualmente trovato che viene prima stoccato a bordo e poi consegnato nei porti al loro ritorno. Negli ultimi tempi sono nati in questa ottica anche diversi progetti con il coinvolgimento di associazioni.

Un impegno per le marinerie nazionali – conclude Coldiretti – che va riconosciuto e tutelato, anche rispetto alle difficoltà che la flotta sta vivendo a causa dell’aumento dei costi che rende sempre più oneroso uscire ogni giorno in mare.




Anbi. I Consorzi di Bonifica per il mondiale di pesca sportiva

Dove la mitigazione del rischio idraulico si sposa con la valorizzazione di un territorio e del corso d’acqua, che lo attraversa: accade nel comune toscano di Castel San Niccolò dove, dal 4 al 7 Aprile prossimi, lungo le sponde del torrente Solano si terrà il Campionato del Mondo di pesca alla trota in torrente con esche naturali per nazioni e club.

“E’ un ulteriore esempio di come un’efficiente gestione idrogeologica significhi non solo sicurezza per le comunità e le economie locali, ma  possa essere volano di sviluppo sia per i grandi centri urbani che per territori indirizzati ad un turismo di nicchia. I Consorzi di bonifica dimostrano quotidianamente di saper dare risposte concrete ad entrambe le casistiche ed è per questo che, accanto a piani pluriennali di investimenti per la manutenzione del suolo,  chiediamo specifiche attribuzioni di competenze anche sui fiumi che attraversano le città, come già avviene a Firenze, Pisa e Milano” evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).   

Il Campionato del Mondo di pesca è destinato a richiamare un numero eccezionale di appassionati e turisti per la zona: è questo uno degli obbiettivi del Contratto di Fiume Casentino H2O, promosso dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno e sottoscritto da oltre 50 “stakeholders” pubblici e privati.

“Il Contratto di Fiume, al cui interno si inserisce l’evento,  prevede molte azioni volte alla qualificazione dei corsi d’acqua ed alla valorizzazione del territorio – precisa Francesco Lisi, Direttore Generale dell’ente consortile– Ci ha fatto quindi particolarmente piacere che il Solano sia stato scelto per i Mondiali di pesca: è un riconoscimento anche per il Consorzio di bonifica che opera, tenendo sempre conto del contesto ecologico e ambientale, in cui  va ad intervenire.”

L’area, su cui si svolgerà il Campionato, è particolarmente attenzionata dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, perché “è interessata dalle confluenze di alcuni corsi d’acqua ed è idraulicamente molto delicata, interessando l’abitato di Strada in Casentino attraversato anche da altri alvei” come sottolinea Enrico Righeschi, ingegnere referente della Unità Idrografica Omogenea del Casentino.

“Nel campo gara si praticherà pesca no kill, quindi il pesce catturato sarà rilasciato – informa Nicola Venturini, Presidente dell’Associazione Pescatori Casentinesi – Dopo avere ospitato gare regionali e nazionali,  questo tratto fluviale fa ora il salto di qualità e viene individuato per ospitare una  competizione mondiale, che ci stiamo adoperando per sfruttare al meglio comeoccasione di crescita per il nostro territorio.”

“Essere designati sede di un campionato del mondo è una scelta, che inorgoglisce l’intero, nostro  sistema perché, assieme alla capacità organizzativa dei locali referenti sportivi, rappresenta un riconoscimento internazionale all’impegno del Consorzio di bonifica nella gestione oculata del torrente attraverso un’attenta manutenzione; in tal modo, l’ente si conferma attore protagonista verso un modello di sviluppo, che deve avere il territorio al centro” conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.




Bracconaggio ittico: Centinaio, tuteliamo ecosistema e pesca sportiva

“Il Senato ha approvato oggi la proposta della Lega contro la pesca illegale e il bracconaggio ittico nelle nostre acque interne. Vogliamo tutelare laghi, lagune, fiumi e canali italiani da chi distrugge l’ecosistema utilizzando mezzi vietati, come veleni e corrente elettrica, per catturare e uccidere pesci destinati soprattutto al mercato dell’Est Europa. Un’azione che danneggia l’ambiente e colpisce le attività di pesca sportivo-ricreativa. L’impegno delle Forze dell’Ordine non può essere sufficiente a presidiare tutti i bacini, per questo servono divieti più stringenti, come quelli approvati oggi. Ringrazio i colleghi Giorgio Maria Bergesio, primo firmatario della proposta di legge, e la relatrice Mara Bizzotto per il loro lavoro, che ha reso possibile questo risultato”. Lo scrive sui social il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.



Bracconaggio ittico, Naturale (M5S): da destre solo contraddizioni e scappatoie

Oggi stiamo trattando un provvedimento che ha l’ambizione di intervenire su ciò che certamente non si può chiamare pesca, ma un vero e proprio abuso su tutta la fauna ittica di fiumi, laghi e lagune. Metodi di cattura invasivi e devastanti, veleni e fertilizzanti agricoli usati per indirizzare i pesci nelle trappole e nelle reti. Una scena perfetta per un film apocalittico, ma che purtroppo si ripete, e spesso, nella nostra realtà: spietati pirati delle acque che utilizzano questi terribili mezzi per fare bottino nei nostri specchi d’acqua. Metodi brutali che ovviamente uccidono ogni essere vivente che si trova nel loro raggio di azione e che permettono, in poche ore, di avere un pescato molto consistente con gravissime conseguenze per l’ambiente. Pescare di frodo è diventato più semplice e più redditizio in Italia e così, negli ultimi anni, si è drammaticamente affermata la presenza dei bracconieri nei nostri fiumi. Parliamo della piaga delle zoomafie e dello sfruttamento delle risorse animali per un giro d’affari annuale stimato in almeno 3 milioni di euro”. Lo dichiara Gisella Naturale, Senatrice del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura, intervenendo in Aula a Palazzo Madama in occasione della dichiarazione di voto sul ddl sul bracconaggio ittico.

“Per tutti questi motivi – prosegue Naturale – questo provvedimento era molto atteso. Spiace constatare che il Movimento 5 Stelle sia stato l’unico gruppo ad aver presentato emendamenti, come se queste problematiche fossero troppo lontane da noi o, peggio, di scarsa importanza. Noi, fin dalla prima lettura, abbiamo ritenuto che ci fossero diversi margini di miglioramento del testo. Dai profili derogatori alla necessaria uniformazione delle sanzioni, passando dal sequestro dei mezzi e da maggiori controlli, per finire con il riutilizzo delle risorse recuperate nel fondo antibracconaggio. Ce l’abbiamo messa tutta per migliorare il testo, ma come al solito i margini di ascolto della maggioranza sono stati pari a zero. Con il risultato che avremo una legge poco chiara e dalle forti contraddizioni. Una legge piena di scappatoie, come ormai queste destre ci hanno abituato. Per tutte queste ragioni, non possiamo far altro che dichiarare il nostro voto di astensione, con l’auspicio che alla Camera le nostre proposte possano essere accolte” conclude Naturale.




Pesca: Bizzotto (Lega), approvata legge contro bracconaggio ittico. Segnale di forte attenzione per mondo pesca sportiva

“Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione, da parte del Senato, della legge contro il bracconaggio ittico, frutto di un lungo lavoro portato avanti da anni dalla Lega per contrastare la pesca illegale e permettere una maggiore tracciabilità del pescato a tutela degli operatori sportivi e professionali e della salute dei consumatori. Una legge di buonsenso condivisa sia dal mondo dei pescatori sportivi sia dal mondo dei pescatori di professione, e che mette ordine dopo il pasticcio legislativo che nel 2019 portò la modifica dell’art. 40 rimandando al Medio Evo la gestione dei controlli sui nostri fiumi a favore delle organizzazioni malavitose dell’Est Europa. Questa legge pone rimedio, infatti, a un errore legislativo mettendo dei punti fermi nei controlli e nella lotta al bracconaggio. Una battaglia necessaria contro queste bande criminali, provenienti soprattutto da Romania, Albania e Moldavia, che fanno razzia di risorse ittiche nelle nostre acque interne. In questi anni c’è stato un grande lavoro di cooperazione tra tutte le parti coinvolte che ha permesso di effettuare operazioni importanti di salvaguardia della fauna ittica in Veneto e in tutto il Paese. Un ringraziamento va, quindi, a tutte le guardie volontarie, ai carabinieri forestali e alla Federazione Italiana Pesca Sportiva per la preziosa collaborazione nella tutela di un settore per noi fondamentale come la pesca”.
Lo dichiara la senatrice veneta della Lega Mara Bizzotto, vicepresidente vicario del Gruppo a Palazzo Madama e relatrice del disegno di legge.



Bracconaggio ittico, Biancofiore: si pone fine a fiera illegalità e si tutela pesca sportiva

“Con questo disegno di legge, che si pone in continuità con il provvedimento approvato al Senato la scorsa legislatura e poi non concluso per la sua fine anticipata, si scrive la parola fine a reati odiosi come il bracconaggio ittico  e si prevede un generale divieto della pesca professionale nei fiumi e nei canali italiani”. Lo dice in aula la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Noi moderati, Coraggio Italia, Udc, Maie. “Tutelare la biodiversità, gli ecosistemi e gli animali  – aggiunge – rappresenta un valore assoluto e  significa operare per garantire benessere e salute al pianeta e all’uomo. Le acque interne italiane – osserva – sono un ecosistema ricchissimo di biodiversità, una ricchezza che rischia però di sparire molto velocemente. Ed il bracconaggio e i cosiddetti crimini di natura i ‘Wildlife crime’ ed il fenomeno della pesca illegale sempre più dilagante ne sono la causa principale. Con questo ddl questo dannoso fenomeno si combatte in maniera f efficace. Le misure adottate, molto severe, faranno si, di contro,  che si possa invece tutelare maggiormente il settore della pesca sportiva che movimenta un giro di affari di oltre 3  miliardi. Annuncio, pertanto, il voto favorevole del gruppo che rappresento perché si possa finalmente scrivere la parola fine al fenomeno del bracconaggio e perché i nostri rinomati prodotti ittici nonché tutti i professionisti del settore possano avere più tutela”. – conclude.



Pesca, Bergesio (Lega): bene approvazione nostro provvedimento contro bracconaggio

“Quello di oggi è un disegno di legge di buonsenso, condiviso dal mondo dei pescatori sportivi e dai professionisti, che chiedono regole certe e più stringenti nell’esercizio delle attività della pesca. Da diversi anni, molte delle acque interne del territorio nazionale sono interessate dal bracconaggio, il cui pescato, di dubbia tracciabilità e certificazione sanitaria, viene collocato soprattutto in circuiti di lavorazione e consumo nei mercati dell’Est Europa.
Era necessario intervenire per ripristinare uno stato di legalità, attraverso l’introduzione di specifiche norme.  La Lega crede molto in questo testo, il cui iter è iniziato nella scorsa legislatura per volontà del collega Simone Bossi, che ringraziamo insieme a tutti coloro che in questi anni hanno combattuto contro l’illegalità: le guardie volontarie, le forze dell’ordine e la Federazione Italiana Pesca Sportiva. È stato fatto un gran lavoro e siamo soddisfatti che si approvi un provvedimento per la tutela della pesca italiana”.
Così il senatore Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente della commissione Agricoltura, nel corso delle dichiarazioni di voto per l’approvazione del ddl della Lega contro il bracconaggio ittico.



Pesca. La Pietra (Masaf): meno vincoli inutili nel futuro della marineria italiana

“Vogliamo cambiare radicalmente il paradigma dell’imprenditoria legata alla pesca in Italia e per centrare questo obiettivo strategico per il futuro della nostra marineria studieremo, insieme con le associazioni di categoria, le modalità per uscire in mare, pianificando con minor vincoli la propria attività”. Queste le prime dichiarazioni del sottosegretario Patrizio La Pietra a margine della riunione informale sulla pesca e acquacoltura, tenutasi presso il Masaf, alla presenza delle associazioni di categoria.

“Fatte salve le giornate di fermo biologico – ha proseguito il sottosegretario La Pietra – vogliamo determinare un vero e proprio cambio di strategia nell’attività dei nostri pescherecci, che permetta ai lavoratori del settore, una volta definite le effettive giornate di pesca, di scegliere in autonomia i giorni in cui uscire in mare. Sempre muovendoci nel dovuto rispetto delle normative italiane ed europee ho registrato un generale consenso delle associazioni sull’adozione sperimentale di un nuovo modello di pesca, che elimini vincoli inutili, se non dannosi per la pesca e ne stabilisca altri in grado di consentire di lavorare con autonomia e chiarezza. Più di un rappresentante delle associazioni, nel giudicare positivamente l’ipotesi di cambio di approccio ha parlato di rivoluzione copernicana per il settore e concordo con questo giudizio, perché la nostra azione è effettivamente ispirata ad una pianificazione del lavoro, che garantisca maggiori opportunità mercatali. Sono molti gli elementi su cui lavorare e con la collaborazione di tutti i soggetti interessati sono fiducioso che si potrà garantire ai nostri pescatori non solo la propria sopravvivenza lavorativa, ma anche concrete possibilità di sviluppo e rafforzamento delle imprese. Uno sviluppo che è l’obiettivo del ministero e del governo Meloni, come dimostrato anche dalla volontà di giungere in tempi rapidi alla redazione di un protocollo per l’adozione di un marchio che identifichi il pescato italiano fresco e lavorato, così da evidenziarne l’origine e quindi la qualità che da sempre è connessa alla pesca italiana”.




Granchio blu. Bonaccini-Mammi: Intervento positivo del Governo, che ha fatto quanto da noi richiesto

“Bene la moratoria sui mutui per le imprese e gli sgravi fiscali destinati ai settori pesca e acquacoltura in forte crisi a causa dei danni provocati dal granchio blu, un provvedimento in linea con quanto da noi richiesto la scorsa estate”.

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale all’Agricoltura e pesca, Alessio Mammi, nel merito dell’intervento del Governo a favore del comparto che vede l’applicazione alla pesca e all’acquacoltura del Fondo di solidarietà nazionale, in passato utilizzato solo per il settore agricolo.

Dall’estate 2023, la Regione Emilia-Romagna aveva chiesto l’intervento di moratoria e altri strumenti di sostegno al settore, per assicurare un adeguato aiuto economico ai pescatori investiti dalla calamità e per contrastare i danni all’ecosistema ambientale.

“La Regione- proseguono Bonaccini e Mammi– nel frattempo ha già messo a disposizione delle imprese danneggiate 1 milione di euro di indennizzi per la mancata raccolta delle vongole nel corso del 2023 e ha previsto nel bilancio 2024 il pagamento alle imprese della pesca di un contributo pari a 1,5 euro al kg per la raccolta del granchio blu, fino a un ulteriore milione di euro. La situazione per l’ecosistema del Delta del Po e l’economia locale è molto critica, con ricadute sociali gravi per tutta la nostra comunità: ora serve una strategia nazionale efficace e concreta”.




Granchio blu: Coldiretti Impresa Pesca, bene firma decreti Masaf, ora fare presto su attivazione

Coldiretti Impresa Pesca esprime soddisfazione per la firma del ministro dell’Agricoltura, della Sovranita’ Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ai decreti voluti per affrontare l’emergenza granchio blu. I decreti estendono anche alla pesca il Fondo di solidarietà nazionale previsto dal decreto legislativo n.102/2004, in passato utilizzato solo per il settore agricolo, cosi’ da poter prorogare fino a 24 mesi le rate dei mutui e avere l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali. “Ora – spiega Coldiretti Impresa Pesca – è necessaria un’immediata attivazione da parte degli enti preposti (inps, inail e regioni, a seconda della competenza delle materie) per trasformare in aiuti pratici quanto indicato nei decreti. Se questo non avviene in tempi rapidissimi – conclude – le nostre imprese andranno comunque a chiudere”.




Pesca: Bergamini (Lega), ristori per comparto ittico colpito da granchio blu importante risultato

“L’invasione dei granchi blu ha pesantemente impattato sulla mitilicoltura del nostro Paese, soprattutto nella zona del Delta del Po. Positivo l’intervento posto in essere dal governo per contrastare questa emergenza: come Lega avevamo chiesto azioni concrete e ristori per le imprese o la dichiarazione di stato di calamità. Oggi, con i decreti firmati, le imprese potranno beneficiare di esoneri parziali sul pagamento dei contributi per i dipendenti, una moratoria sui mutui, accesso a finanziamenti agevolati. Ancora una volta, un impegno mantenuto a tutela di un settore strategico della filiera agroalimentare italiana”.

Lo dichiara il deputato della Lega e componente della commissione Agricoltura, Davide Bergamini.