BF, al via piano di rilancio Le Piane: la biodiversità in Maremma. VIDEOINTERVISTE DI: Pisante, Vecchioni, Saccardi, Frascarelli, Filippi (Coldiretti Toscana), Capellino e Romiti (IBF)

Si è svolta oggi la presentazione da parte del Gruppo BF Spa del piano di rilancio della Tenuta Le Piane. La Tenuta Le Piane è caratterizzata da una superficie di circa 1000 ettari  di cui circa 800 boschivi e 110 di seminativo e il restante pascolo  che vede la presenza di circa 200 capi di razza bovina Maremmana. A partire da queste peculiarità è stato ideato un progetto che prevede diversi ambiti di intervento, integrati e sinergici, che vedranno tutte le realtà del Gruppo BF Spa impegnate nella sua valorizzazione, con l’obiettivo di fare della Tenuta Le Piane un esempio a livello nazionale di economia circolare sostenibile.

Di seguito tutti gli interventi: 

BF, Biodiversità. Pisante: Promuovere uno sviluppo nuovo e duraturo per consumatori, turisti e residenti. VIDEOINTERVISTA

BF, biodiversità, Vecchioni: progetto Le piane straordinaria iniziativa valorizzazione, recupero e presidio del territorio – VIDEOINTERVISTA

BF, Biodiversità. Saccardi: tenere insieme tradizione, innovazione e sostenibilità. VIDEOINTERVISTA

BF, Biodiversità. Frascarelli (Ismea): Creare e vendere valore mettendo insieme agricoltura, ambiente e turismo. VIDEOINTERVISTA

BF, Biodiversità, Filippi (Coldiretti Toscana): Bonifiche Ferraresi interpreta al meglio l’agricoltura moderna. VIDEOINTERVISTA

BF, Biodiversità. Capellino: Fondamentale salvaguardare biodiversità, ma in un contesto di realismo. VIDEOINTERVISTA

BF, presentato piano di rilancio Le Piane: La biodiversità in Maremma

BF, Biodiversità, Romiti (IBF): diamo supporto all’agricoltura di precisione e al monitoraggio. VIDEOINTERVISTA

 

 

 




BF, Biodiversità. Pisante: Promuovere uno sviluppo nuovo e duraturo per consumatori, turisti e residenti. VIDEOINTERVISTA

“È un progetto di sviluppo che parte in un territorio estremamente qualificato sotto il profilo della biodiversità e Bonifiche Ferraresi ha messo a punto un’attività progettuale molto ambiziosa. A partire dalla biodiversità e agrobiodiversità dei luoghi vogliamo promuovere uno sviluppo nuovo e duraturo non solo per i residenti e i territori, ma anche per consumatori e turisti che vengono qua da altre parti del mondo.”

Così ad AGRICOLAE Michele Pisante, presidente BF Spa, in occasione della presentazione del progetto “Crescita e comunità in Toscana: La biodiversità in Maremma” alla tenuta Il Cicalino, presso Massa Marittima.

“È un progetto che vede al centro la biodiversità ma non con un’ottica museale, bensì con un’ottica gestionale di conservazione e valorizzazione allo stesso tempo. L’innovazione e la ricerca saranno fondamentali, ed a questo affiancheremo anche delle misure di formazione per trasferire questo modello pilota anche in altre aree simili del bacino del mediterraneo.”




CREA, DIMESSI TUTTI I MEMBRI DEL CDA. CONTINUANO ISPEZIONI GDF

Verso la soluzione per il Crea, che – secondo quanto previsto dallo statuto firmato dall’allora ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – per essere commissariato ha bisogno delle dimissioni dei membri del Consiglio di amministrazione. Hanno rassegnato le dimissioni Michele Pisante e Alessandra Gentile (vicepresidente), di nomina ministeriale. Da quanto apprende AGRICOLAE si sarebbero dimessi, anche se la notizia ancora non è ufficiale, anche Marco Remaschi, di nomina delle regioni e Domenico Perrone, di rappresentanza scientifica, che aveva mandato la mail mostrando nei giorni scorsi dubbi in tal senso. Resta invece in carica – senza dimettersi – il presidente attualmente indagato e già agli arresti domiciliari, Salvatore Parlato. Arresti però che sembrano essere stati tolti.

Le indagini della Guardia di Finanza, da quanto apprende AGRICOLAE, sono ancora in corso con nuove ispezioni presso la sede dell’ente di ricerca.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la comunicazione interna Crea:

comunicazione per il personale CREA




CREA, GENTILE E PISANTE RASSEGNANO DIMISSIONI. MANCANO PERRONE E REMASCHI. CGIL: ENTE IN OSTAGGIO DEL CDA

Verso la soluzione per il Crea, che – secondo quanto previsto dallo statuto firmato dall’allora ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – per essere commissariato ha bisogno delle dimissioni dei membri del Consiglio di amministrazione. Hanno rassegnato le dimissioni Michele Pisante e Alessandra Gentile (vicepresidente), di nomina ministeriale. Mancano all’appello Marco Remaschi, di nomina delle regioni, che da quanto apprende AGRICOLAE sarebbe però in procinto di rassegnare anche lui le dimissioni, e Domenico Perrone, di rappresentanza scientifica, che aveva mandato la mail mostrando nei giorni scorsi dubbi in tal senso. Resta invece in carica – senza dimettersi – il presidente attualmente indagato e già agli arresti domiciliari, Salvatore Parlato.

Le indagini della Guardia di Finanza, da quanto apprende AGRICOLAE, sono ancora in corso con nuove ispezioni presso la sede dell’ente di ricerca.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la comunicazione interna Crea:

comunicazione per il personale CREA

Nel frattempo la Cgil mette in guardia: il Crea ostaggio dei membri del CDA. Prevista il 4 aprile una manifestazione sotto al Mipaaft.

“Il CREA, principale ente pubblico di ricerca in materia agricola, organo di collegamento tra l’Italia e l’UE per le indagini RICA e REA sulle aziende agricole, non ha ancora superato la grave crisi istituzionale conseguente alle misure cautelari nei confronti del presidente e del vertice di gestione, adottate dalla magistratura con decorrenza dallo scorso 5 marzo 2019″, si legge nel comunicato stampa.

“La gestione dell’Ente è, allo stato attuale, limitata alle attività indispensabili e urgenti. In questo contesto di concreta ed evidente stasi istituzionale, le dimissioni volontarie dei rimanenti consiglieri produrrebbero lo scioglimento del consiglio di amministrazione, che non ha potuto «garantire l’assolvimento delle proprie funzioni indispensabili e non abbia provveduto, su richiesta del Ministero vigilante, a rimuovere le disfunzioni rilevate» (art. 3, comma 3, sub.1, Statuto).

Peraltro, la fonte di legittimazione della nomina ministeriale dei consiglieri è radicalmente diversa (art. 5 Statuto): tre componenti del consiglio di amministrazione sono individuati con atto del Ministro; uno è «designato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome» (Marco Remaschi) ed uno è «scelto su base elettiva dai e tra i ricercatori e tecnologi di ruolo dell’Ente» (Domenico Perrone).

La previsione statutaria, quindi, assegna l’individuazione della maggioranza dei componenti alla scelta discrezionale e politica del Ministro, allo scopo legittimo di garantire la continuità di indirizzo con l’azione di Governo. Ne consegue che l’impossibilità di svolgere l’incarico o la cessazione dall’incarico della maggioranza dei componenti di nomina ministeriale pone il consiglio di amministrazione (in quanto organo collegiale rappresentativo di differenti interessi pubblici) in una condizione di insostenibile delegittimazione funzionale.

Per conseguenza, è opportuno e necessario che i consiglieri di amministrazione, indipendentemente dalla rispettiva fonte di legittimazione, prendano atto che una ulteriore prosecuzione di una situazione di “blocco” istituzionale, rappresenta un danno irrecuperabile per l’Ente, per le sue attività e per il Personale.

Qualora il Ministro non provveda sollecitamente ad assumere l’iniziativa politica, a tutela dell’Ente, è previsto un presidio sindacale davanti al Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (MIPAAFT), giovedì 4 aprile 2019″.

Per saperne di più era stato scritto:

CREA, GOVERNANCE “NON MOLLA” E NON COGLIE “L’INVITO” DEL MINISTRO. LA MAIL

CREA, NUOVA LINFA PER I BOSCHI CON AGRICOLTURA PRECISIONECaos al Crea. E Perrone, il membro del Cda, non ‘coglie’ l’invito del ministro per chiudere il capitolo, resettare tutto e ricominciare. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e del Turismo Gian Marco Centinaio ha convocato nella giornata di ieri il Cda per chiederne – anche se indirettamente – le dimissioni. Passaggio fondamentale – anche visto il fatto che il presidente non si è ancora dimesso – per poter procedere al commissariamento che dovrebbe avvenire entro 10-15 giorni. Ma non è detto che il Cda si dimetta.

Nel frattempo, il membro Cda scrive una mail a tutto il personale del Crea: “al fine di assicurare la continuità amministrativa in un momento reso delicato dai fatti di cronaca che potrebbero danneggiare l’immagine dell’ente di ricerca, il membro anziano del Cda, Domenico Perrone, ha individuato e nominato con decreto il nuovo dg; ha revocato e conferito il potere di firma a 3 funzionari (su 4) per gli ordinativi di pagamento; sospeso la procedura di selezione del direttore generale dell’ente; revocato in autotutela il bando per la ricerca di un immobile in cui far confluire le strutture Crea insistenti nell’area lodigiana. Provvedimenti che – se non fossero stati presi tempestivamente – scrive Perrone nella mail di cui AGRICOLAE è venuta in possesso – non avrebbero permesso il pagamento degli stipendi di marzo”.

Nella mail si legge: “ieri l’intero Cda è stato convocato dal ministro Centinaio per affrontare la delicata situazione Crea. In merito, il ministro dopo aver ringraziato il Consiglio per il lavoro svolto, anche se indirettamente, ne ha chiesto le dimissioni per procedere in tempi rapidi (10-15 giorni) al commissariamento dell’ente”.

“Al riguardo – si legge ancora – in nome e per conto del personale dell’ente ho fatto presente al ministro che il Crea, al di là delle vicende giudiziarie in cui oggi è coinvolto, è pur sempre un ente di ricerca che va adeguatamente rappresentato nei diversi contesti scientifici nazionali e internazionali. Perciò il commissario, che svolge le funzioni di Cda e del Consiglio scientifico, dovrà essere scelto tra figure di alta qualificazione scientifica e manageriale (preferibilmente di scuola ministeriale) e, data la situazione contingente, essere supportato nella sua azione amministrativa da un magistrato contabile oltre che da un funzionario interno che conosce ed ha a cuore l’ente”.

“Per quanto mi riguarda – scrive ancora Perrone – in questa breve esperienza nell’organo di governo dell’Ente, ho fatto esattamente ciò che avevo promesso: ho portato e sostenuto con passione e determinazione al tavolo del CdA del CREA solo istanze finalizzate alla crescita scientifica e professionale del personale dell’Ente ed alla tutela del suo patrimonio immobiliare. E’ stato anche grazie a questo lavoro da “sentinella” se il nostro caro Ente è ancora in vita.

Riguardo le dimissioni sostanzialmente richiesteci, in quanto membro scelto da e tra i R&T di ruolo dell’Ente, per rispetto a chi mi ha espresso fiducia, sto pensando seriamente a non rassegnarle. Peraltro, la mia nomina niente ha a che fare con il fallimento di scelte politiche avventate che, per il bene dell’Ente, mi auguro non non abbiano a ripetersi in futuro. E questo l’ho rappresentato con forza al Ministro vigilante”.

Fossi il decisore di questo momento, sulla base dell’esperienza maturata nell’organo di governo, ma soprattutto del trentennale vissuto nell’Ente, saprei benissimo cosa fare:
1) dare una sede di proprieta al personale dell’AC, del CREA-PB di Roma e del CREA-DC di Palermo, ricorrendo anche a soluzioni interne, liberando così risorse per il funzionamento, l’adeguamento alle norme di sicurezza ed il potenziamento strutturale e tecnologico delle sedi dei 12 Centri di ricerca;
2) aggiornare e semplificare i regolamenti fondamentali dell’Ente (ROF e REC) al fine di favorirne l’attività istituzionale, sia essa di ricerca che di terza missione, in un rinnovato e potenziato rapporto con il territorio;
3) motivare il personale tutto dell’Ente, offrendole concrete opportunità di sviluppo professionale.

Non avendo la disponibilità della mailing list di tutto il personale CREA (posseggo solo gli indirizzi e-mail dei R&T), vi chiedo la cortesia di far girare questo messaggio tra tutto il personale dei vostri Centri”.

E non finisce qui. In un comunicato sindacale, l’Anpri, l’associazione nazionale professionale per la ricerca scrive: “Resta poi incerto il futuro del Consiglio di Amministrazione. Mentre sono sempre più insistenti le voci di commissariamento, abbiamo saputo anche di un certo malessere al MiPAAFT. I consiglieri sono stati infatti invitati la scorsa settimana ad un incontro  con il Ministro Centinaio, ma alcuni  hanno chiesto un rinvio a causa di problemi “accademici”. Se così fosse, sarebbe un grave affronto al Ministro e al personale del CREA. L’incontro si è tenuto comunque oggi e la sensazione è che si arrivi presto ad un commissariamento del CREA. Di qui in poi non sappiamo  cosa accadrà ma non possiamo che auspicare un cambiamento deciso ed un nuovo impulso per l’Ente, e vigileremo affinché questo avvenga nel migliore dei modi”. I due membri del Cda del Crea che possono avere ‘impegni accademici’ sono Alessandra Gentile e Michele Pisante in quanto entrambi docenti universitari.

CREA, CENTINAIO: PATRIMONIO DA TUTELARE. CDA HA ACCOLTO MIO INVITO A FAVORIRE CAMBIO DI GOVERNANCE

Il Ministro, a seguito della riunione di ieri con il Consiglio di amministrazione del Crea ha ribadito ad AGRICOLAE: “ho molto apprezzato il senso di responsabilità della Vice Presidente e dei Consiglieri, estranei ai fatti accaduti”.

Quale è la strada che è stata individuata per risolvere la situazione generata dai fatti di cronaca e mettere al riparo l’ente di ricerca da eventuali danni di immagine?
Risposta: “In particolare essi hanno accolto il mio invito a favorire un cambio di governance”

Come ha reagito il Cda in questa contingenza?
Risposta: “ho apprezzato il modo fattivo in cui gli stesi hanno operato anche in questa delicata fase”.

Perché l’invito a dimettersi?
Risposta: “Tutto questo perché sono convinto che il Crea sia un patrimonio della collettività e del mondo dell’agricoltura”.

 




CREA, GOVERNANCE “NON MOLLA” E NON COGLIE “L’INVITO” DEL MINISTRO. LA MAIL

CREA, NUOVA LINFA PER I BOSCHI CON AGRICOLTURA PRECISIONECaos al Crea. E Perrone, il membro del Cda, non ‘coglie’ l’invito del ministro per chiudere il capitolo, resettare tutto e ricominciare. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e del Turismo Gian Marco Centinaio ha convocato nella giornata di ieri il Cda per chiederne – anche se indirettamente – le dimissioni. Passaggio fondamentale – anche visto il fatto che il presidente non si è ancora dimesso – per poter procedere al commissariamento che dovrebbe avvenire entro 10-15 giorni. Ma non è detto che il Cda si dimetta.

Nel frattempo, il membro Cda scrive una mail a tutto il personale del Crea: “al fine di assicurare la continuità amministrativa in un momento reso delicato dai fatti di cronaca che potrebbero danneggiare l’immagine dell’ente di ricerca, il membro anziano del Cda, Domenico Perrone, ha individuato e nominato con decreto il nuovo dg; ha revocato e conferito il potere di firma a 3 funzionari (su 4) per gli ordinativi di pagamento; sospeso la procedura di selezione del direttore generale dell’ente; revocato in autotutela il bando per la ricerca di un immobile in cui far confluire le strutture Crea insistenti nell’area lodigiana. Provvedimenti che – se non fossero stati presi tempestivamente – scrive Perrone nella mail di cui AGRICOLAE è venuta in possesso – non avrebbero permesso il pagamento degli stipendi di marzo”.

Nella mail si legge: “ieri l’intero Cda è stato convocato dal ministro Centinaio per affrontare la delicata situazione Crea. In merito, il ministro dopo aver ringraziato il Consiglio per il lavoro svolto, anche se indirettamente, ne ha chiesto le dimissioni per procedere in tempi rapidi (10-15 giorni) al commissariamento dell’ente”.

“Al riguardo – si legge ancora – in nome e per conto del personale dell’ente ho fatto presente al ministro che il Crea, al di là delle vicende giudiziarie in cui oggi è coinvolto, è pur sempre un ente di ricerca che va adeguatamente rappresentato nei diversi contesti scientifici nazionali e internazionali. Perciò il commissario, che svolge le funzioni di Cda e del Consiglio scientifico, dovrà essere scelto tra figure di alta qualificazione scientifica e manageriale (preferibilmente di scuola ministeriale) e, data la situazione contingente, essere supportato nella sua azione amministrativa da un magistrato contabile oltre che da un funzionario interno che conosce ed ha a cuore l’ente”.

“Per quanto mi riguarda – scrive ancora Perrone – in questa breve esperienza nell’organo di governo dell’Ente, ho fatto esattamente ciò che avevo promesso: ho portato e sostenuto con passione e determinazione al tavolo del CdA del CREA solo istanze finalizzate alla crescita scientifica e professionale del personale dell’Ente ed alla tutela del suo patrimonio immobiliare. E’ stato anche grazie a questo lavoro da “sentinella” se il nostro caro Ente è ancora in vita.

Riguardo le dimissioni sostanzialmente richiesteci, in quanto membro scelto da e tra i R&T di ruolo dell’Ente, per rispetto a chi mi ha espresso fiducia, sto pensando seriamente a non rassegnarle. Peraltro, la mia nomina niente ha a che fare con il fallimento di scelte politiche avventate che, per il bene dell’Ente, mi auguro non non abbiano a ripetersi in futuro. E questo l’ho rappresentato con forza al Ministro vigilante”.

Fossi il decisore di questo momento, sulla base dell’esperienza maturata nell’organo di governo, ma soprattutto del trentennale vissuto nell’Ente, saprei benissimo cosa fare:
1) dare una sede di proprieta al personale dell’AC, del CREA-PB di Roma e del CREA-DC di Palermo, ricorrendo anche a soluzioni interne, liberando così risorse per il funzionamento, l’adeguamento alle norme di sicurezza ed il potenziamento strutturale e tecnologico delle sedi dei 12 Centri di ricerca;
2) aggiornare e semplificare i regolamenti fondamentali dell’Ente (ROF e REC) al fine di favorirne l’attività istituzionale, sia essa di ricerca che di terza missione, in un rinnovato e potenziato rapporto con il territorio;
3) motivare il personale tutto dell’Ente, offrendole concrete opportunità di sviluppo professionale.

Non avendo la disponibilità della mailing list di tutto il personale CREA (posseggo solo gli indirizzi e-mail dei R&T), vi chiedo la cortesia di far girare questo messaggio tra tutto il personale dei vostri Centri”.

E non finisce qui. In un comunicato sindacale, l’Anpri, l’associazione nazionale professionale per la ricerca scrive: “Resta poi incerto il futuro del Consiglio di Amministrazione. Mentre sono sempre più insistenti le voci di commissariamento, abbiamo saputo anche di un certo malessere al MiPAAFT. I consiglieri sono stati infatti invitati la scorsa settimana ad un incontro  con il Ministro Centinaio, ma alcuni  hanno chiesto un rinvio a causa di problemi “accademici”. Se così fosse, sarebbe un grave affronto al Ministro e al personale del CREA. L’incontro si è tenuto comunque oggi e la sensazione è che si arrivi presto ad un commissariamento del CREA. Di qui in poi non sappiamo  cosa accadrà ma non possiamo che auspicare un cambiamento deciso ed un nuovo impulso per l’Ente, e vigileremo affinché questo avvenga nel migliore dei modi”. I due membri del Cda del Crea che possono avere ‘impegni accademici’ sono Alessandra Gentile e Michele Pisante in quanto entrambi docenti universitari.