Giornata mondiale pizza, Lollobrigida: parte della nostra cultura alimentare. Arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio Unesco

“Che sia a casa, in pizzeria o anche per strada un trancio di pizza fa parte della nostra cultura alimentare. Un piatto “semplice” fatto con farina, acqua, lievito che si presta a ogni tipo di condimento. Amato e copiato nel mondo, ognuno ha la sua preferita. Oggi nella giornata di Sant’Antonio Abate, protettore dei mugnai, dei pizzaioli e degli animali, celebriamo la #GiornataMondialedellaPizza e il riconoscimento dell’arte del pizzaiuolo napoletano come Patrimonio Immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

Evviva la Pizza indiscutibilmente tra i piatti più iconici della nostra cucina”.

Così sul proprio profilo Facebook Francesco Lollobrigida, Ministro Masaf, in occasione della giornata mondiale della pizza.



Giornata mondiale pizza, Italmopa: orgogliosi di contribuire con produzione farine di qualità al successo di un prodotto emblema del Made in Italy

Il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate protettore dei pizzaioli e dei fornai, ricorre la Giornata Mondiale della Pizza, un’occasione unica per celebrare in tutto il mondo uno dei piatti simboli dell’impareggiabile patrimonio gastronomico italiano.

Nel nostro Paese, oltre 400.000.000 di chili di farina, dalla bianca all’integrale, prodotte dai Molini italiani dopo un’accurata selezione delle migliori varietà di frumento, sono annualmente destinate alla produzione delle varie tipologie di pizza come evidenzia Italmopa-Associazione Industriali Mugnai d’Italia.

La pizza costituisce un alimento semplice e al contempostraordinario, dalla storia antica, eppure, meravigliosamente moderna” sottolinea Andrea Valente, Presidente ItalmopaI nostri mugnai sono orgogliosi di contribuire in modo determinante, attraverso la produzione di farine di assoluta qualità e rispondenti alle più variegate esigenze, al successo di unprodotto emblema della nostra cultura gastronomica nel mondo”.

La Giornata Mondiale è quindi anche l’occasione per ricordare che la farina costituisce lingrediente imprescindibile della pizza. Essa è generalmente utilizzata nell’impasto più classico, ma la sua straordinaria versatilità consente di proporre e di utilizzare tipologie di farine rispondenti perfettamente alle esigenze dei nostri pizzaioli e dei consumatori.

Per quanto concerne invece le preferenze degli italiani, la pizza più amata rimane saldamente la margherita per la sua semplicità e i suoi inconfondibili profumi distaccando decisamente le altre tipologie di pizze più apprezzate: capricciosa, quattro formaggi, diavola, marinara e ortolana.

In ogni modo, a prescindere dal condimento prescelto, la pizzarimane, in ogni circostanza, un simbolo assoluto di convivialità eil fulcro di un vero e proprio rito sociale fatto di gesti, sapori, colori e profumi.




Covid, Coldiretti: crack da 5 mld per la pizza in compleanno Unesco. Settore più danneggiato da chiusure

Con le vendite piu’ che dimezzate in Italia per una perdita di almeno 5 miliardi nel 2020, le pizzerie sono il settore della ristorazione piu’ colpito dall’emergenza Covid anche per il consumo serale che si scontra con l’obbligo di chiusura in tutto il territorio nazionale alle 18,00. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione del terzo anniversario dell’iscrizione dell’ “Arte dei Pizzaiuoli napoletani” nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuto il 7 dicembre 2017.

Un compleanno amaro segnato – sottolinea la Coldiretti – dall’emergenza coronavirus con piu’ della metà delle pizzerie italiane ancora chiuse per il servizio al tavolo nelle regioni non ancora gialle  e le altre duramente provate dalle limitazioni negli spostamenti e negli orari di apertura. Una debole boccata di ossigeno è rappresentata – precisa la Coldiretti – dalla consegna a domicilio e poi all’asporto alla quale molti italiani ricorrono pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy ma pesa lo smart working e l’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza.

A rischio c’è il futuro di 63mila pizzerie con circa 200mila addetti ma le difficoltà – sottolinea la Coldiretti – si trasferiscono lungo tutta la filiera considerato che a pieno regime nelle pizzerie ogni anno si stima vengano impiegati 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Senza dimenticare – continua la Coldiretti – il taglio dei consumi di vino e soprattutto di birra che trovano nelle pizzerie un canale privilegiato di vendita. La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull’occupazione ma anche – rileva la Coldiretti – sull’intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti.

Una dura prova anche per i consumatori italiani che – ricorda la Coldiretti – durante il lockdown non hanno comunque voluto rinunciare provando a farla in casa con il raddoppio delle vendite di preparati per pizze (+101%) nei supermercati secondo l’analisi della Coldiretti su dati Iri. Gli italiani – conclude la Coldiretti – sono i maggiori consumatori di pizza in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica.




PIZZA, CONFEURO: RICONOSCIMENTO IMPORTANTE. ISTITUIRE CARTA MIGLIORI PRODUZIONI REGIONALI

“L’iscrizione da parte dell’Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano nella lista degli elementi dichiarati patrimonio dell’umanità – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – rappresenta un riconoscimento importante per l’enogastronomia campana e italiana, nonché un chiaro segnale su quale evoluzione deve avere il settore primario nostrano nel prossimo futuro. Come Confeuro – prosegue Tiso – siamo assolutamente certi del valore della qualità delle produzioni agroalimentari del Bel Paese; ed è per questo che insistiamo sulla necessità di avere politiche agricole nazionali ed europee che guardino a questo aspetto più che a quello della quantità delle derrate alimentari prodotte. Ci teniamo inoltre a sottolineare – conclude Tiso – che riteniamo ancora valida la nostra proposta di istituire una carta delle migliori produzioni agricole regionali. Il riconoscimento da parte dell’Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano conferma infatti il valore culturale e sociale delle produzioni locali italiane e il grande potenziale, ancora inesplorato, che si cela dietro di esse”.

 




PIZZA NAPOLI: MONGIELLO (PD), RICONOSCIMENTO UNESCO È OPPORTUNITÀ PROMOZIONE E TUTELA

PIZZA NAPOLI-UNESCO

Mongiello: riconoscimento da parte dell’UNESCO ci offre uno strumento in più per intensificare l’azione di contrasto alle imitazioni estere della pizza napoletana

“La pizza napoletana è una summa della Dieta Mediterranea e bene ha fatto l’UNESCO ad inserirla tra dei patrimoni culturali dell’umanità”. Lo afferma la deputata Pd Colomba Mongiello, vice presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione, commentando la notizia dell’avvenuto riconoscimento dell’Arte dei Pizzaioli Napoletani. “Un risultato straordinario – dice – costruito grazie ad un lavoro di squadra a cui ho avuto il piacere di partecipare. La pizza ha contribuito a promuovere nel mondo l’immagine del nostro Paese ed è uno dei simboli della qualità della cultura gastronomica italiana e della produzione agroalimentare. Il risultato assai importante, pure sotto il profilo commerciale, è stato raggiunto anche grazie alla scelta, compiuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di puntare esclusivamente su questo simbolo del nostro stile di vita e della nostra cultura”.

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“Il riconoscimento da parte dell’UNESCO – evidenzia ancora Mongiello – ci offre uno strumento in più per intensificare l’azione di contrasto alle imitazioni estere della pizza napoletana: un caso di scuola dell’italian sounding contro cui Parlamento e Governo hanno deciso di intensificare le attività di tutela e valorizzazione del prodotto Made in Italy. Grazie all’impegno di Alfonso Pecoraro Scanio ed al sostegno diffuso dei parlamentari e delle organizzazioni agricole, prime fra tutte Coldiretti – conclude Colomba Mongiello – abbiamo l’opportunità di avviare una capillare azione di promozione dell’autentica filiera produttiva della pizza napoletana, fondata su ingredienti d’eccellenza, alcuni dei quali già certificati, e sulla sapienza artigianale acquisita ed elaborata da pizzaioli professionisti”.