Decreto 152 sul Pnrr pubblicato in Gazzetta. Fondo di 4,5 mln di euro al Mipaaf per consentire realizzazione progetti. Ecco le relazioni illustrativa e tecnica e gli effetti finanziari

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 152 relativo alle “disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”.

Istituito un fondo ad hoc per una cifra complessiva di 4,5 milioni di euro al fine di finanziare l’attività di supporto al Dipartimento delle Politiche competitive al fine di consentire la più efficace e tempestiva realizzazione degli interventi previsti dal PNRR con uno stanziamento di 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.

Importanti anche le misure turistiche agli articoli 2 e 3 introdotte nel decreto dal ministero di Massimo Garavaglia di cui AGRICOLAE ha già pubblicato la bozza. Tra queste anche il Fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo nel turismo).

L’articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, nella legge 29 luglio 2021, n. 108, definisce – si legge nella relazione tecnica di cui AGRICOLAE è venuta in possesso e che pubblica a seguire in formato PDF – le modalità di avvalimento dei soggetti previsti dal medesimo articolo 9 da parte delle Amministrazioni titolari di misure individuate nel PNRR.  Per consentire anche al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di usufruire del predetto avvalimento è pertanto istituito un fondo per finanziare l’attività di supporto fornita al competente Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca e dell’ippica, al fine di consentire la più efficace e tempestiva realizzazione degli interventi previsti dal PNRR con uno stanziamento di 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. Alla copertura dei relativi oneri si provvede si provvede mediante corrispondente  riduzione  dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto,  ai  fini del bilancio triennale 2021-2023, nell’ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire»  dello  stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per  l’anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando  l’accantonamento  relativo al Ministero delle politiche agricole e alimentari.

 

Al titolo Secondo del Capo I della relazione tecnica vengono invece affrontati il tema delle risorse idriche (all’articolo16) per cui – scrivono i relatori – “la presente disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

 

All’articolo 17 (Piano d’azione per la riqualificazione dei siti orfani) si legge che “per quanto concerne gli impatti sulla finanza pubblica, gli interventi previsti dal Piano d’azione sono finanziati nell’ambito del PNRR sotto forma di prestito”. 

 

All’articolo 18 (Proposta di riduzione dei tempi del procedimento di valutazione ambientale strategica) viene specificato anche qui come “la presente disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. 

 

Idem, all’articolo 19  sulla Gestione del fine vita degli impianti fotovoltaici: la presente disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. 

 

Articolo 20 (Interventi comunali in materia di efficientamento energetico, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e messa in sicurezza degli edifici e valorizzazione del territorio)

Dall’attuazione della disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri in quanto le risorse sono già state previste dalla legislazione vigente e dal Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU-Italia di cui all’articolo 1, comma 1037, della legge 30 dicembre 2020, n. 178.

Diversa la questione relativa ai Piani Integrati. All’articolo 21 viene ribadito come la disposizione “comporta oneri pari a 2.493,79 milioni di euro per il periodo 2022-2026, ai quali si provvede a valere sul Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU-Italia di cui all’articolo 1, comma 1037, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, secondo le modalità di cui ai commi da 1038 a 1050 del medesimo articolo 1.PNRR”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in formato PDF il decreto 152 in Gazzetta Ufficiale, la relazione tecnica, la relazione illustrativa e gli effetti finanziari.

Dl 6.11.21 n.152 PNRR.TESTO IN GAZZETTA

Dl 152 del 2021 ALLEGATO 3.bis EFFETTI FINANZIARI.rid

Dl 152 del 2021_RELAZIONE TECNICA_b_revRGS

Dl 152 del 20921 REL ILLUSTRATIVA_DEF (1)

Era già stato scritto:

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Definita la rete di attuazione di programmazione del Governo coordinata da Palazzo Chigi. Per Mipaaf Fortuna e Ferocino. Tutti i nomi

E’ stata definita la rete di attuazione di programmazione del governo, costituita dai rappresentanti dei ministeri interessati e coordinata direttamente dalla Presidenza del Consiglio di Mario Draghi.

I referenti per quanto riguarda il ministero delle Politiche agricole sono Carlo Ferocino e l’attuale capo di gabinetto di Stefano Patuanelli Francesco Fortuna.

Velluci e Rogges per lo Sviluppo Economico mentre Di Scipio e Semeraro per la Transizione ecologica di Cingolani

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il documento relativo a tutta la rete di ministeri coinvolti.

RETE ATTUAZIONE PROGRAMMA DI GOVERNO. I NOMI




Patuanelli: scostamento di ulteriori 40 Mld fondamentale per far fronte a sofferenze Pmi economia reale

“Lo scostamento di ulteriori 40 miliardi è fondamentale per lenire le sofferenze di migliaia di piccole e medie imprese con ulteriori interventi a sostegno dell’economia reale e per garantire la tenuta sociale del paese”. Lo dichiara il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.




Mipaaf, ecco le deleghe assegnate da Patuanelli a Battistoni e Centinaio. Enti vigilati, latte e zootecnia restano al ministro. Le interviste ai sottosegretari

Firmati da Stefano Patuanelli i decreti Mipaaf che assegnano le deleghe ai due sottosegretari alle Politiche agricole.

Da quanto apprende AGRICOLAE Francesco Battistoni si occuperà di Pesca e del settore ittico nella sua interezza e del comparto ippico. Sul tavolo dell’esponente di Forza Italia già vicepresidente di Comagri nonché responsabile dell’agricoltura del Gruppo (prima che passasse a Raffaele Nevi a seguito della nomina di governo), anche il comparto dell’ortofrutta, dell’olio d’olia e dell’olivicoltura. Infine tutto il settore del biologico. E l’Ispettorato.

Sempre da quanto apprende AGRICOLAE al senatore della Lega già ministro Mipaaf e responsabile per il Gruppo del settore Agricoltura Gian Marco Centinaio, la filiera del Vino, i cereali e il tabacco. Sulla scrivania di Centinaio anche i consorzi di tutela (soggetti in questi giorni a riforma), l’internazionalizzazione, (agroalimentare compreso), miele e tartufo.

Infine, il turismo in agricoltura (quindi distretti del cibo e agriturismi) e i rapporti con l’Unesco.

Patuanelli si è tenuto gli enti vigilati, tra cui Agea, Ismea e Crea, e tutta la partita della Pac, della zootecnia e del comparto lattiero caseario.

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PNRR, ecco la relazione di Patuanelli: risorse insufficienti per consentire ad agricoltura Transizione verde. Diversa modalità cofinanziamento nazionale PSR. E non chiaro se compreso costo Sian

Poco più di trenta giorni di tempo per inviare ufficialmente il PNRR alla Commissione europea e “il Mipaaf è costantemente al lavoro”. Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli invia alle commissioni V e VI del Senato la relazione sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

E il ministro sottolinea – analizzandoli punto per punto – i vari nodi da sciogliere entro quella data. In primis le risorse economiche: “prima su tutto l’ammontare complessivo delle risorse messe a disposizione che, nella proposta del PNRR del 12 gennaio – come già sottolineato più volte – risultano inferiori ai fabbisogni stimati”, scrive.

E se si prevede di ricorrere – secondo quanto previsto dal PNRR – alla copertura di parte delle spese necessarie per la realizzazione degli interventi utilizzando risorse provenienti dal FEASR o dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027, Patuanelli ricorda anche come proprio al FEASR, “sono state assegnate risorse nettamente inferiori alla passata programmazione nell’ambito dell’accordo sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e del Next Generation EU”.

Risorse necessarie “per la realizzazione di interventi strategici ed essenziali, come le misure di contrasto alle emergenze fitosanitarie e zootecniche”.

E aggiunge che per questa ragione “occorre prevedere una diversa modalità di cofinanziamento nazionale dei programmi di sviluppo rurale, per consentire al settore agricolo di assicurare il proprio fondamentale contributo alla transizione verde e digitale dell’economia del Paese”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la relazione del ministro Patuanelli in formato PDF e a seguire in formato testuale:

RELAZIONE PNRR MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI FORESTALI STEFANO PATUANELLI

IL COMPARTO AGRICOLO NEL PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (di seguito, anche “PNRR”) rappresenta un’occasione unica ed imperdibile per risollevare il Paese dalle profonde conseguenze della crisi sanitaria, economica e sociale che lo hanno colpito negli ultimi 12 mesi.

Le conseguenze economiche sono state drammatiche anche per il settore agroalimentare, nonostante la filiera sia sempre riuscita a garantire il necessario approvvigionamento alimentare alla popolazione. La chiusura del canale Ho.re.ca e le limitazioni all’export sono stati tra i fattori che maggiormente hanno pesato sul settore.

Le stime dei conti economici dell’agricoltura per il 2020, pubblicate dall’ISTAT, indicano una riduzione del 3,3% dei volumi produttivi e del 6,1% del valore aggiunto rispetto all’anno precedente.

Particolarmente colpite risultano le attività secondarie delle aziende agricole che, dopo anni di continua crescita, hanno fatto segnare un calo assai rilevante (-18,9%). Tra le attività maggiormente penalizzate compaiono quelle riguardanti la filiera vitivinicola, dell’olio d’oliva, del latte fresco e dei formaggi freschi, gli agriturismi, la manutenzione paesaggistica e l’offerta di servizi.

La crisi ha messo in evidenza la centralità del settore agricolo, non solo in termini economici e sociali ma anche sotto gli aspetti essenziali relativi a qualità e sicurezza alimentare, garanzia degli approvvigionamenti, salvaguardia del territorio e del paesaggio, tutela delle risorse naturali non rinnovabili come suolo, acqua, aria.

Il comparto si trova in prima linea nel fronteggiare gli effetti provocati dai cambiamenti climatici, tra i quali carenza idrica, calamità naturali (gelate, grandine, etc.) e fitopatie emergenti rappresentano i più preoccupanti.

Le emergenze climatico-ambientali, che si sono aggiunte alle criticità derivanti dalla pandemia, sono ancora in corso.

Il settore agricolo deve dunque poter contare su interventi di ampia portata all’interno del PNRR, allo scopo di poter compiere quella “Nuova Ricostruzione” richiamata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nell’ottica del rilancio sostenibile del Paese.

La bozza di PNRR, approvata dal precedente Governo e presentata il 12 gennaio scorso al Parlamento, assegna al settore agricolo 3,021 miliardi di euro, un budget limitato in confronto al valore dei progetti presentati dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali (di seguito, anche MIPAAF o Ministero) pari a 8,5 miliardi di euro.

Il Ministero è conseguentemente impegnato allo scopo di incrementare le risorse a disposizione.

A prescindere dalle risorse che saranno definitivamente stanziate, la struttura del Ministero, coadiuvata dagli esperti del CREA, dell’ISMEA e dell’AGEA, sta proseguendo l’impegnativo lavoro di completamento delle schede relative ai singoli progetti “agricoli”, utilizzando i format che ne consentiranno la valutazione approfondita da parte dei servizi della Commissione europea.

Nelle pagine seguenti sarà illustrato il contenuto dei singoli progetti messi a punto dal MIPAAF, inquadrati nella cornice di una più ampia Strategia nazionale per il sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura.

L’obiettivo che ci prefiggiamo è delineare gli indirizzi strategici per offrire al sistema agroalimentare nazionale le leve e gli strumenti necessari per garantire al nostro Paese quella transizione ecologica e digitale che, pur auspicata dal Green Deal, rischia di rivelarsi irraggiungibile senza il contributo centrale della filiera.

Tale contributo merita di essere adeguatamente sostenuto, fornendo ad agricoltori, allevatori e pescatori un pacchetto di strumenti di intervento necessario a facilitare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili e consentendo loro di beneficiare di un’enorme opportunità economica a tutela del proprio reddito. Futuro verde e agricoltura sono infatti strettamente connessi.

Non possiamo consentire che le aziende agricole e forestali, scoraggiate dalla crisi e dai danni da essa provocati, chiudano la propria attività, abbandonando all’incuria terreni e paesaggi tipici del nostro territorio, mettendo a rischio l’esistenza di piccoli borghi e dissolvendo così le preziose e delicate reti sociali presenti nelle aree interne.

Tanta strada è stata già percorsa negli ultimi anni in tema di sostenibilità del sistema agroalimentare, ma la devastante crisi economica provocata dal diffondersi del COVID richiede l’apporto di nuovi finanziamenti per consolidare la Strategia nazionale, integrando le risorse europee ordinariamente messe a disposizione dalla PAC, che si stanno gradualmente assottigliando.

È necessario rafforzare la nostra azione attraverso il potenziamento delle imprese e delle filiere, la lotta al dissesto idrogeologico, la tutela delle risorse non rinnovabili, la valorizzazione delle foreste, lo sviluppo delle agroenergie, il miglioramento dei sistemi di tracciabilità e trasparenza sull’origine dei cibi.

Dobbiamo, inoltre, sostenere la promozione internazionale, incentivare la sostenibilità integrale, rafforzando le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori.

I progetti sono inquadrati nell’ambito di una complessiva visione strategica declinata in tre grandi macro-obiettivi:

• competitività del sistema alimentare;

• produzione energetica da fonti rinnovabili e al tempo stesso riduzione delle emissioni e

miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi;

• miglioramento della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione del dissesto idrogeologico.

Inoltre, i progetti del MIPAAF tengono conto degli obiettivi strategici contenuti nei diversi documenti di indirizzo e programmazione elaborati dalla Commissione europea, quali Green Deal, Farm to Fork, Biodiversità e le proposte di riforma della PAC post 2020, ivi comprese la raccomandazione della Commissione europea del 18 dicembre 2020 (SWD 2020 396 final).

Le proposte sono volte ad affrontare e risolvere carenze strutturali storiche e ad imprimere un impulso decisivo allo sviluppo economico del settore e costituiscono progetti innovativi e al tempo stesso concreti ed immediatamente cantierabili, nel rispetto degli strettissimi tempi di attuazione imposti dalle regole comunitarie.

AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Il nucleo più importante delle proposte di interesse agricolo è collocato nell’ambito della Missione n. 2 – “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente n. 2 – “Agricoltura sostenibile ed economia circolare”.

Nell’ambito di tale Componente, la prima linea d’azione, denominata “Agricoltura sostenibile”, prevede iniziative per la competitività, la sostenibilità, la resilienza, la riqualificazione energetica e la capacità logistica del comparto agroalimentare italiano.

Obiettivo di tale intervento è sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile, migliorare la competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, potenziare le infrastrutture della logistica del comparto.

Il programma di investimenti proposti si sostanzia in quattro progetti finalizzati a rafforzare il contributo che il settore primario, in generale, può offrire al rilancio economico del Paese e al processo di transizione verde e digitale dell’intera economia.

Per l’attuazione dei quattro progetti, il MIPAAF ha individuato un fabbisogno complessivo pari a 6,5 miliardi di euro.

La versione del PNRR pubblicata il 12 gennaio scorso riduce a tre i progetti di competenza del MIPAAF – escludendo quello sulla meccanizzazione e sull’ammodernamento degli impianti di molitura delle olive, di cui si dirà successivamente – assegnando a tali iniziative una dotazione finanziari pari a 2,5 miliardi di euro.

1) Contratti di filiera e di distretto per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, forestale, florovivaistica

L’intervento ha l’obiettivo di rafforzare lo strumento dei Contratti di filiera e di distretto per i settori agroalimentare, forestale, della pesca e acquacoltura e florovivaistico, mediante programmi d’investimento integrati sull’intero territorio nazionale.

I contratti di filiera e di distretto promuovono programmi di investimento privato disponendo interventi materiali e immateriali volti alla transizione verde e circolare delle aziende, alla crescita dell’occupazione e del tasso di innovazione per questi settori produttivi.

I contratti di filiera costituiscono uno strumento di sostegno alle politiche agroindustriali istituito dall’articolo 66 della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

La creazione e il rafforzamento dei contratti di filiera e di distretto mira a conseguire i seguenti obiettivi:

• per il settore agroalimentare: ridurre l’impatto ambientale dei settori della produzione, trasformazione alimentare e del commercio al dettaglio;

• per il settore della pesca e acquacoltura: favorire la sostenibilità ecologica del prodotto, tramite incentivi alla “crescita blu” come approccio di sistema all’economia del mare;

• per il settore forestale: promuovere l’uso efficiente delle risorse forestali, valorizzando l’aggregazione e l’associazionismo di impresa, gli accordi e le reti di impresa;

• per il settore florovivaistico: incrementare la produzione arborea e forestale autoctona e certificata, sostituire le serre obsolete e inefficienti da un punto di vista energetico e/o efficientare i relativi impianti di riscaldamento.

Gli interventi finanziati dovranno mirare a:

ridurre la dipendenza da fitofarmaci e antimicrobici, ridurre l’utilizzo di fertilizzanti di sintesi, potenziare l’agricoltura biologica, migliorare il benessere degli animali e invertire la perdita di biodiversità;

• garantire che l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e florovivaismo contribuiscano adeguatamente agli obiettivi climatico-ambientali, migliorando contestualmente la distribuzione del valore lungo le diverse fasi della catena;

• sviluppare la produzione di energia rinnovabile e migliorare l’efficienza energetica nei settori agricolo e alimentare;

• garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare;

• ridurre le perdite e gli sprechi alimentari.

Questo risultato può essere efficacemente raggiunto solo attraverso lo stretto coordinamento e la completa integrazione degli interventi di tutti gli operatori appartenenti ad una determinata filiera produttiva, in un’ottica di transizione verde.

La transizione verso sistemi alimentari sostenibili rappresenta un’enorme opportunità economica per tutti gli attori della filiera, che possono fare della sostenibilità il proprio marchio.

I principali interventi ammissibili sono:

• investimenti materiali e immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria;

• investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e la commercializzazione di prodotti agricoli;

• investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non agricoli;

• partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità;

• misure promozionali a favore dei prodotti agricoli;

• progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo.

Le agevolazioni sono concesse nella forma di contributo in conto capitale e di finanziamento agevolato. Per usufruire del finanziamento agevolato, i beneficiari dovranno ottenere anche un finanziamento bancario ordinario pari al 50% del costo degli interventi ammissibili (c.d. cofinanziamento privato).

Per garantire il raggiungimento dei target fissati, il MIPAAF ha stimato un fabbisogno complessivo di 1.720 milioni di euro.

2) Parco Agrisolare

Il secondo progetto “agricolo” della componente M2C1 mira ad incentivare l’installazione di pannelli ad energia solare, sfruttando le superfici utili degli edifici produttivi agricoli e agroindustriali.

Il progetto si pone l’obiettivo di:

• incrementare la sostenibilità, la resilienza, la transizione green e l’efficienza energetica del comparto agricolo italiano, sostenendo investimenti per l’ammodernamento delle coperture degli immobili adibiti ad uso produttivo nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, e migliorando la coibentazione, l’isolamento termico ed il comfort degli animali allevati e la sostituzione delle coperture, specialmente in presenza di eternit/amianto, con pannelli fotovoltaici, realizzando una rete di micro-centrali, diffusa sul territorio, senza consumo di suolo;

• migliorare l’efficienza energetica dei fabbricati e supportare la transizione verso l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili per far fronte ai fabbisogni energetici dei processi produttivi dell’impresa;

• sviluppare modelli decentralizzati di energia.

Il progetto è volto a migliorare la competitività delle aziende agricole riducendo i costi di approvvigionamento energetico che complessivamente rappresentano oltre il 20% dei costi variabili delle aziende, con percentuali più elevate per alcuni settori produttivi, quali ad esempio gli erbivori e i granivori (circa 30%).

L’intervento consentirà di rendere le imprese agricole economicamente più resilienti, migliorando al contempo le proprie prestazioni climatico-ambientali.

Per la realizzazione degli interventi, si sta valutando l’applicazione alternativa di due procedure, entrambe ampiamente collaudate e utilizzate, al fine di identificare la soluzione più adeguata alla tempistica imposta dalle norme europee e più rispondente alle esigenze del settore primario:

il Bando ISI dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL);

• la procedura di finanziamento prevista dalla c.d. Legge Sabatini.

Per questa misura il MIPAAF ha individuato un fabbisogno finanziario pari a 2 miliardi di euro in sei anni.

Il successo dell’intervento è connesso anche all’attuazione di una riforma amministrativa, finalizzata a snellire e semplificare la normativa per l’istallazione di impianti fotovoltaici e per la riqualificazione energetica delle strutture produttive.

3) Piano per la logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, forestale, florovivaistica

L’Italia si posiziona al diciottesimo posto della classifica mondiale in termini di competitività delle infrastrutture, definita dall’indicatore “infrastructure” del World Economic Forum 2019.

Si evidenzia, dunque, un gap infrastrutturale – sebbene in miglioramento – rispetto agli standard raggiunti dalle altre economie sviluppate. Il progetto proposto intende colmare tale ritardo, focalizzandosi sulla logistica del settore agroalimentare, florovivaistico, della pesca e dell’acquacoltura, che risulta caratterizzata da forti specificità lungo tutta la supply chain.

Esse sono riconducibili, in particolare:

• alla natura dei prodotti (freschi, secchi e surgelati);

• alla complessità delle catene produttive e di trasformazione alimentare a monte;

• alla crescente globalizzazione e internazionalizzazione dei mercati, sia di approvvigionamento che di sbocco, con distanze crescenti fra bacini produttivi e aree di consumo;

• alla grandissima articolazione dei canali di vendita, che per i prodotti agroalimentari si estendono dall’ambulantato all’e-commerce, passando per la grande distribuzione ed il canale Ho.re.ca.

Inoltre, il piano per la logistica agroalimentare mira a far esprimere il potenziale, in termini di export, delle PMI agroalimentari italiane, migliorando l’accessibilità ai servizi interportuali e di snodo, la capacità logistica dei mercati all’ingrosso e la tracciabilità dei prodotti.

Il miglioramento della sostenibilità (ambientale, economica e sociale) è assicurato attraverso la riduzione delle emissioni, la riduzione del traffico in aree e fasce orarie più congestionate, la riduzione degli sprechi, il riutilizzo dei sottoprodotti, la riduzione di additivi utilizzati per la conservazione di materie prime e il miglioramento della qualità dei prodotti agroalimentari.

Il menzionato piano per la logistica del comparto agricolo e agroalimentare si sostanzia in contributi a fondo perduto, destinati ad aziende e organizzazioni per promuovere investimenti volti al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

• ridurre l’impatto ambientale del sistema dei trasporti in ambito agroalimentare, attraverso la riduzione del traffico in aree e fasce orarie più congestionate;

• migliorare la capacità di stoccaggio e trasformazione delle materie prime, al fine di preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive;

• incrementare il trasporto merci su rotaia e le interconnessioni tra porti, interporti e strutture logistiche al servizio di aree metropolitane;

• migliorare la capacità logistica dei mercati alimentari all’ingrosso, per garantire prodotti sostenibili;

• evitare sprechi alimentari.

I principali interventi ammissibili sono rappresentati da:

• investimenti materiali e immateriali (es. strutture di stoccaggio e trasformazione delle materie prime agricole, interventi di digitalizzazione dei processi di logistica, interventi infrastrutturali sui mercati alimentari, ecc.);

• investimenti su trasporto e logistica degli alimenti per abbatterne il costo ambientale ed economico;

• innovazione dei processi produttivi, agricoltura di precisione e tracciabilità (es. blockchain).

Tra le spese incluse nella misura rientrano quelle relative a:

tecnologie RFID (Radio Frequency Identification) o completamente automatizzate per i magazzini;

• AI (Artificial Intelligence) applicata allo stoccaggio delle materie prime, tracciabilità integrale in blockchain, software di gestione avanzata, componentistica e sensori per controllo delle nuove tecnologie emergenti applicabili allo stoccaggio e alla conservazione delle materie prime.

La misura è in linea con gli orientamenti della strategia Farm to Fork, perseguendo l’obiettivo generale di ridurre l’impronta ambientale e climatica del sistema alimentare e rafforzarne la resilienza, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare di fronte ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, guidare la transizione globale verso la sostenibilità competitiva dal produttore al consumatore e sfruttare le nuove opportunità.

Il piano per la logistica agroalimentare si sviluppa in coerenza con il Piano nazionale dei trasporti e della logistica definito nell’Allegato #italiaveloce del Programma nazionale di riforma e con il Piano per il Sud 2030.

Il costo stimato dal MIPAAF per gli investimenti ammonta complessivamente a 980 milioni di euro.

Innovazione nella meccanizzazione e ammodernamento degli impianti di molitura delle olive

Il progetto, come anticipato, non rientra tra quelli inclusi nel PNRR pubblicato il 12 gennaio scorso, ma riveste una rilevanza strategica per il MIPAAF e il suo accoglimento, attualmente oggetto di valutazione da parte degli uffici tecnici delle amministrazioni interessate nella modifica del PNRR, rappresenterebbe un formidabile volano per il settore.

Il progetto è finalizzato ad attuare tempestivamente gli obiettivi europei e nazionali volti al miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi, in particolare attraverso l’introduzione delle tecniche di agricoltura di precisione, la riduzione delle emissioni, il miglioramento della sicurezza alimentare, il miglioramento della produttività e della competitività delle filiere e la qualità del prodotto finito.

In linea con la strategia Farm to Fork, l’obiettivo è anche quello di estendere l’applicazione di tecniche di fertilizzazione di precisione e pratiche agricole particolarmente sostenibili, in combinazione con le tecnologie spaziali (Copernicus e Galileo) su cui lo stesso PNRR intende rafforzare l’investimento nel quadro del programma Space Economy.

La proposta tiene conto degli obiettivi e degli indirizzi climatici, contenuti in specifici atti di programmazione, che pongono al centro gli interventi a sostegno degli investimenti innovativi in beni strumentali, quali quelli finalizzati all’ammodernamento delle macchine agricole, nonché al soddisfacimento del fabbisogno tecnologico per le aziende del settore zootecnico, con focus per i macchinari in grado di adottare le tecnologie Precision Land Management e Agricoltura 4.0.

In quest’ottica, è necessario favorire l’introduzione di innovazioni tecnologiche nel settore della meccanizzazione agricola, il riutilizzo di tutti i sottoprodotti, la riduzione di input chimici (in particolare fitofarmaci), contrastando la scarsa propensione agli investimenti, in particolare a seguito del periodo di crisi sanitaria ed economica.

Inoltre, in funzione di una strategia di sviluppo dell’economia circolare, un’azione specifica è destinata all’ammodernamento degli impianti di trasformazione, stoccaggio e confezionamento dell’olio extra vergine di oliva, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre/eliminare la generazione di rifiuti (es. l’acqua di vegetazione), favorire il riuso a fini energetici della sansa umida, contribuire alla competitività della filiera e alla qualità del prodotto finito, a vantaggio di un settore fortemente caratterizzante per l’agroalimentare italiano e per il Made in Italy che, tuttavia, affronta da anni un sensibile declino a causa della competizione sul prezzo.

Nel settore olivicolo, l’applicazione delle più moderne tecnologie nel sistema di estrazione meccanica degli oli vergini di oliva (tecniche di estrazione a due o tre fasi) porterà ad una riduzione della “carbon foot print”, azzerando praticamente il volume dei sottoprodotti, che si trasformano da “rifiuto” in materia prima utilizzabile nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nel pieno rispetto dei principi dell’economia circolare.

I principali interventi ammissibili sono investimenti finalizzati a:

• innovazione e meccanizzazione agricola;

• innovazione nei processi di trasformazione, stoccaggio e confezionamento dell’olio extra vergine di oliva.

Come già previsto per il progetto “Parco Agrisolare”, per la realizzazione degli interventi sono attualmente oggetto di valutazione due procedure ampiamente collaudate e utilizzate (Bando ISI e procedura di finanziamento ai sensi della Legge Sabatini), al fine di identificare la soluzione più adeguata alla tempistica imposta dal Regolamento in materia di Recovery and Resilience Facility e più rispondente alle esigenze del settore.

Per il progetto il MIPAAF ha previsto un fabbisogno di 1.800 milioni di euro in sei anni.

RESILIENZA DELL’AGROSISTEMA IRRIGUO E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE

Nell’ambito della Missione n. 2 – “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, è stata prevista un’altra componente di particolare interesse per il mondo agricolo: la Componente n. 4 – “Tutela del territorio e della risorsa idrica”, al cui interno sono collocate alcune iniziative di competenza del MIPAAF.

1) Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per la migliore gestione delle risorse idriche

La proposta progettuale è finalizzata a realizzare un piano di azione nazionale per aumentare la resilienza dell’agroecosistema irriguo. L’intervento si basa sull’esperienza maturata con l’attuazione del primo Piano Invasi, coordinato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). L’obiettivo è quello di integrare gli investimenti in corso e in programmazione ad opera di altri Ministeri sulle grandi reti di accumulo e distribuzione delle acque, con interventi di manutenzione sul reticolo minore di scolo e di efficientamento della gestione irrigua.

La versione del PNRR del 12 gennaio ha assegnato a questo intervento risorse pari a 520 milioni di euro – rispetto agli 800 milioni di euro richiesti – finalizzate a sostenere gli “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per la migliore gestione delle risorse idriche (compresa la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica delle reti di distribuzione)”.

Si tratta di una linea d’azione particolarmente importante per l’agricoltura, in quanto lo spettro delle continue crisi idriche, dovute alla scarsità e alla diversificata distribuzione della risorsa, ha importanti effetti sulla produzione agricola, soprattutto nelle aree dove l’irrigazione costituisce una pratica necessaria e una condizione essenziale per un’agricoltura competitiva.

• Al fine di aumentare la capacità di fronteggiare situazioni emergenziali, è indispensabile quantificare i volumi utilizzati a fini irrigui, incrementare l’efficienza nell’uso irriguo dell’acqua e favorire anche il ricorso alle acque di depurazione (cosiddette non convenzionali) ad integrazione di quelle di origine meteorologica.

Gli interventi sono finalizzati a:

• migliorare la gestione della risorsa idrica e ridurre le perdite;

• favorire la misurazione e il monitoraggio degli usi sia sulle reti collettive sia per gli usi privati;

ridurre i prelievi abusivi di acqua nelle zone rurali;

• aumentare la resilienza dell’agro-ecosistema irriguo agli eventi climatici estremi, con

particolare riferimento agli eventi siccitosi.

Per raggiungere tali target saranno finanziati interventi infrastrutturali sulle reti e sugli impianti irrigui e sui relativi sistemi di digitalizzazione e monitoraggio consistenti nella riconversione del sistema di irrigazione verso sistemi a più alta efficienza, nell’adeguamento delle reti di distribuzione al fine di ridurre le perdite, installazione di tecnologie per uso efficiente delle risorse idriche, quali misuratori e telecontrollo.

Inoltre, saranno implementati sistemi di monitoraggio dei depuratori con potenzialità di riutilizzo irriguo e verrà promosso presso le Regioni e Province Autonome un sistema di monitoraggio delle concessioni irrigue ad uso privato e il loro collegamento al sistema di dati per gli usi collettivi (SIGRIAN), con lo scopo di registrare e monitorare i volumi utilizzati in autoapprovvigionamento e scongiurare gli usi illeciti di acqua, anche grazie alla congiunta misurazione dei volumi utilizzati sulle reti collettive di distribuzione.

Gli investimenti irrigui proposti, promuovendo un utilizzo efficiente dell’acqua, mediante la riduzione delle perdite e una migliore gestione degli usi conseguente ad una adeguata misurazione degli utilizzi, consentono una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l’irrigazione, configurandosi, quindi, come una misura di adattamento del settore agricolo ai cambiamenti climatici, aumentando la resilienza dell’agroecosistema agli eventi siccitosi.

L’attuazione degli interventi sarà affidata agli Enti irrigui e di bonifica. Il MIPAAF effettuerà la ricognizione e selezione degli interventi nella fase di avvio del progetto, utilizzando il Database Nazionale degli investimenti per l’Irrigazione e l’Ambiente (DANIA).

Il DANIA consentirà di effettuare una selezione in base a criteri oggettivi, raccogliendo gli interventi progettati dagli Enti irrigui, catalogandoli attraverso informazioni tecniche, finanziario-procedurali, nonché relative all’inquadramento territoriale. Nello specifico, sarà data priorità ai progetti con un alto livello di cantierabilità e ritenuti di maggiore strategicità territoriale da parte delle Regioni e Province autonome e delle Autorità di bacino distrettuali.

2) Gestione forestale sostenibile

Sempre nell’ambito del M2C4, si colloca un altro progetto di competenza MIPAAF, in materia di gestione forestale sostenibile. Il progetto è volto a sviluppare una filiera “foresta-legno-energia”

attraverso l’incentivazione dell’utilizzo a cascata della materia prima “legno nazionale”, con la creazione di reti di impresa forestali – notoriamente non finanziabili con la PAC – a fianco dell’attività di rimboschimento e miglioramento dei boschi esistenti.

Per tale intervento, il MIPAAF ha previsto un fabbisogno pari a 1 miliardo di euro. La versione del PNRR del 12 gennaio scorso non contempla uno specifico stanziamento nell’ambito delle risorse del Next Generation UE, ma prevede una copertura finanziaria mediante il ricorso al del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (di seguito, anche “FEASR”).

Tale aspetto costituisce una forte criticità, in quanto gli interventi progettati dal MIPAAF si riferiscono a opere di manutenzione straordinaria del reticolo idrografico minore e di gestione sostenibile delle superfici forestali esistenti, assolutamente necessari per contrastare il dissesto idrogeologico.

I predetti interventi non interessano direttamente le imprese agricole e, pertanto, risulta complicato una copertura delle spese attraverso le risorse FEASR, che, tra l’altro, risultano essere state ridotte nell’ambito del nuovo Quadro finanziario Pluriennale dell’Unione europea.

3) Interventi di gestione forestale sostenibile e di idraulica forestale in area montana e collinare a rischio idrogeologico: 0,5 miliardi di euro

La conformazione morfologica del nostro Paese costituisce una grande risorsa ma anche un elemento di fragilità. Nelle aree di pianura la componente naturale legata al rischio di alluvioni è accentuata dalla diminuita capacità del reticolo idro-geografico naturale ed artificiale minore di contenere gli eventi di piena (a causa di regimazioni, tombamenti, interrimenti, mancata manutenzione delle opere di idraulica forestale e conseguente ingombro dell’alveo da parte dei materiali trasportati).

Gli investimenti sulla gestione sostenibile delle superfici forestali ad elevato rischio idrogeologico e soggette agli effetti dei cambiamenti climatici – con estesi schianti da vento in occasione di nubifragi, aumentato rischio incendi boschivi durante gli accresciuti periodi siccitosi, accresciuta virulenza delle pullulazioni di insetti e patogeni – nelle zone collinari e montane, devono essere accompagnati da interventi puntuali di prevenzione e adattamento e dal miglioramento dell’efficienza delle storiche opere di sistemazione idraulica forestale.

Sono noti i benefici delle foreste in salute nel campo delle funzioni antierosive e regimanti degli effetti delle precipitazioni intense, tuttavia in condizioni di accentuata sofferenza, la funzionalità complessiva dei sistemi forestali decresce in misura sensibile.

Le foreste in salute svolgono anche un’importante funzione di accompagnamento alle misure di lotta al cambiamento climatico.

L’intervento persegue i seguenti obiettivi:

• prevenire e mitigare i rischi connessi al dissesto idrogeologico nelle aree forestali montane e collinari e migliorare la funzionalità, la resilienza e la resistenza delle superfici forestali agli eventi climatici estremi;

• ridurre il rischio idraulico nelle aree montane e collinare a difesa del potenziale produttivo agrosilvopastorale di pianura;

• promuovere, ove non diversamente previsto, la valorizzazione anche energetica delle biomasse ottenute dalla gestione e manutenzione straordinaria del reticolo idro- geografico minore;

• contrastare lo spopolamento e l’abbandono di aree particolarmente fragili dal punto di vista socio-economico e per natura litologica e morfologica;

• implementare il sistema di monitoraggio degli interventi. Le misure da adottare per raggiungere gli obiettivi indicati sono:

• azioni estensive di gestione forestale sostenibile con interventi selvicolturali di prevenzione dei rischi secondo un piano di tagli dettagliato;

• azioni di manutenzione straordinaria e ripristino delle storiche opere di sistemazione idraulica forestale in aree montane e collinari ad alto rischio idrogeologico e di frana secondo i criteri e le metodologie dell’ingegneria naturalistica;

• ricostituzione e restauro di aree forestali degradate e/o colpite da eventi climatici estremi attraverso interventi di riforestazione e sistemazione idraulica.

Per la realizzazione degli interventi è in fase di realizzazione una banca dati nazionale, con dettaglio regionale, sulle necessità di intervento e di individuazione dei progetti potenzialmente realizzabili da parte dei proprietari e gestori, pubblici e privati, delle superfici forestali in area ad elevato rischio idrogeologico.

Gli interventi – che potranno riguardare l’intero territorio nazionale – saranno selezionati in base ai seguenti criteri di priorità:

• urgenza per l’incolumità pubblica e delle infrastrutture;

• dimensione e unitarietà dell’intervento in termini di superficie forestale coinvolta;

• interventi integrativi di tutela della biodiversità;

• utilizzo a cascata privilegiandone l’uso duraturo dei prodotti legnosi estratti.

4) Interventi per la gestione e manutenzione del territorio rurale: 0,5 miliardi di euro

Sul territorio nazionale 7,1 milioni ettari di pianura sono serviti da opere di scolo e, di questi, 1,2 milioni di ettari richiedono il sollevamento meccanico dell’acqua attraverso l’esercizio di più di 700 impianti idrovori. La lunghezza dei canali è di oltre 90 mila chilometri.

In molte aree del territorio italiano, tale attività di tutela del territorio dal rischio di esondazioni risulta integrata con l’attività irrigua in quanto i canali artificiali e del reticolo idrografico minore hanno in molti casi sia la funzione di vettoriamento delle acque meteoriche sia la funzione di trasporto dell’acqua irrigua.

L’investimento in questione punta a ridurre il rischio idraulico e idrogeologico nelle aree rurali per garantire la sicurezza delle attività produttive, in particolare di quelle agricole, sul territorio e tutelare la salute dei cittadini, aumentando di conseguenza l’attrattività delle aree rurali.

Gli interventi previsti sono indirizzati a raggiungere i seguenti target:

• ridurre il rischio idraulico nelle aree rurali a difesa del potenziale produttivo agricolo;

• aumentare l’attrattività delle aree rurali.

Per raggiungere gli obiettivi indicati, saranno finanziati interventi di gestione e manutenzione straordinaria del territorio rurale, dei canali e della rete idrica minore, quali manutenzione straordinaria della rete scolante, verifica e potenziamento degli impianti idrovori, automazione e telecontrollo di sbarramenti mobili al fine di prevenire fenomeni di esondazione.

L’attuazione degli interventi sarà affidata agli Enti irrigui e di bonifica e da ulteriori soggetti delegati da parte delle Regioni e Province autonome. Anche in questo caso, il MIPAAF effettuerà la ricognizione e selezione degli interventi nella fase inziale, di avvio del progetto, utilizzando il Database Nazionale degli investimenti per l’Irrigazione e l’Ambiente (DANIA).

Come già osservato, questo database consentirà di effettuare una selezione in base a criteri oggettivi, essendo uno strumento che raccoglie gli interventi attuati dagli Enti irrigui – al momento solo programmati – catalogandoli attraverso informazioni tecniche, finanziario-procedurali, nonché relative all’inquadramento territoriale. Sarà data priorità ai progetti con un alto livello di cantierabilità e ritenuti di maggiore strategicità territoriale dalle autorità regionali.

DIGITALIZZAZIONE SISTEMA INFORMATIVO AGRICOLO NAZIONALE (SIAN)

Nell’ambito della Missione n. 1 – “Digitalizzazione e modernizzazione della PA”, Componente n. 1 – “Dati e interoperabilità” è stato proposto il progetto MIPAAF sulla “Digitalizzazione e reingegnerizzazione del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN)”.

Le recenti strategie europee in materia di Green Deal e Farm to Fork stressano le potenzialità della digitalizzazione particolarmente rilevanti per il settore primario.

In particolare, “le tecnologie digitali sono un fattore fondamentale per conseguire gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal. […] possano accelerare e massimizzare l’impatto delle politiche per affrontare i cambiamenti climatici e proteggere l’ambiente. La digitalizzazione presenta inoltre nuove opportunità per il monitoraggio a distanza”. Mentre la strategia Farm to Fork, mirando a stimolare un consumo alimentare sostenibile, individua negli strumenti digitali nuove modalità per informare i consumatori, fornendo loro dettagli ad esempio sulla provenienza, sul valore nutritivo e sull’impronta ambientale degli alimenti.

La qualità dei dati, la certificazione degli stessi e la capacità di condividerli all’interno dell’intero ecosistema agricolo, facilitando la fruizione delle informazioni disponibili nella gestione dei processi di filiera o nell’ambito dei procedimenti amministrativi, costituiscono il presupposto fondante per una strategia di ripartenza del sistema, sviluppando nuove dinamiche nelle aziende agricole e nel consumo da parte dei cittadini rappresentate da:

• bioeconomia,

• economia circolare,

• riduzione degli sprechi alimentare;

• tracciabilità dei prodotti;

• sicurezza alimentare;

• sostenibilità ambientale della produzione agro-zootecnica.

Le tecnologie abilitanti – dati satellitari con frequenze molto elevate, dati dell’agrometereologia, capacità di elaborare grandi quantità di dati anche eterogenei tra di loro, blockchain – consentono di perseguire con maggiore facilità gli obiettivi preposti, favorendo la trasformazione digitale del comparto.

Il progetto consente di rafforzare la connettività delle 35 strutture territoriali dell’ICQRF potenziando la digitalizzazione e la gestione evoluta dell’enorme mole di dati presente nel patrimonio informativo SIAN e conseguente all’introduzione dei registri informatizzati nei settori vitivinicolo e oleario, nel Registro Unico dei Controlli di cui al decreto-legge n. 91 del 2014, ed alle procedure gestionali SIAN presso i singoli Uffici. Inoltre, consente il potenziamento del laboratorio centrale di Roma antifrodi e la connessione con gli altri 5 laboratori ICQRF, al fine di creare un sistema altamente dinamico di contrasto alle frodi alimentari.

La digitalizzazione del sistema prevede l’integrazione tra il SIAN e la banca dati della Rete di Informazione Contabile Agricola (Reg. CE 1217/2009 e s.m.i.) e la trasformazione di quest’ultima nella Rete d’Informazione sulla Sostenibilità Agricola, così da raccogliere “dati sugli obiettivi delle strategie dal produttore al consumatore e sulla biodiversità e altri indicatori di sostenibilità”, come espressamente previsto dalla strategia Farm to Fork (par. 3.2).

Si prevede, inoltre, la definizione del sistema di raccolta dei dati di contabilità forestale (Rete di Informazione Forestale), tramite attività di indagine finalizzate alla creazione di una rete nazionale di raccolta ed elaborazione di informazioni reddituali ed economiche delle imprese del settore, nonché l’implementazione e gestione di un Portale Nazionale Forestale che permetta la raccolta e consultazione pubblica, online e gratuita, di tutti i dati e informazioni, come previsto all’articolo 15 del decreto legislativo n. 34/2018 (TUFF).

Inoltre, un sistema agrometeorologico armonizzato a livello nazionale (Sistema Agrometeorologico Nazionale e Potenziamento della Rete Agrometeorologica Nazionale), dotato delle più recenti tecnologie disponibili, è necessario per l’applicazione di specifiche tecniche di agricoltura di precisione, quali la distribuzione degli input a rateo variabile, e una più razionale gestione dei rischi in agricoltura.

Infine, la lotta agli sprechi alimentari rientra nella visione della strategia nazionale del Green Deal, poiché gli sprechi alimentari hanno conseguenze sociali, etiche, economiche e soprattutto ambientali.

In quest’ottica, è funzionale l’implementazione di un sistema informativo di misurazione, gestione e monitoraggio finalizzato alle azioni da attuare per la lotta agli sprechi e il recupero delle eccedenze alimentari (Sistema informativo lotta agli sprechi alimentare).

L’intervento si concretizza nello sviluppo di tecnologie abilitanti su cui implementare i colloqui tra amministrazioni e tra amministrazioni e aziende agricole, basate su un sistema cloud e (near)real time, per una reingegnerizzazione e conseguente digitalizzazione dei processi amministrativi, con sistemi blockchain e servizi decentralizzati di input e di output.

Il sistema consente di garantire il continuo scambio di informazioni e dati tramite processi affidabili e certificati, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento GDPR. Inoltre, il sistema prevede dashboard per il supporto alle decisioni di policy e al monitoraggio e valutazione delle stesse per le amministrazioni, alle decisioni di business per le aziende agricole e gli operatori e per il sistema di contrasto alle frodi alimentari.

Il PNRR, nella versione del 12 gennaio 2021, non contiene traccia evidente dell’assegnazione di 140 milioni di euro da destinare all’intervento.

Gli interventi sostenuti sono in sinergia con il programma nazionale relativo alla Space Economy, nel cui ambito sono previsti interventi volti a sviluppare e fornire alle organizzazioni istituzionali e alle aziende del settore privato servizi geo-spaziali su misura per le esigenze operative, creando un contatto tra la domanda qualificata e l’offerta di applicazioni e servizi geo-spaziali a valore aggiunto e facilitando l’adozione da parte degli utenti finali non tecnici, compresi anche gli enti della pubblica amministrazione.

ULTERIORI PROGETTI DI INTERESSE PER L’AGRICOLTURA

1) Digitalizzazione delle aree rurali a fallimento di mercato (capofila Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale) – banda larga

Altro intervento di grande interesse per il mondo agricolo è inserito nella M1C2 – “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, che si propone, tra l’altro, di realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e monitoraggio satellitare, per la realizzazione, l’ammodernamento e il completamento delle reti ad altissima capacità collegate all’utente finale nelle aree bianche e grigie (aree rurali a fallimento di mercato).

In questo ambito, si prevedono interventi per la riduzione del digital divide, favorendo il raggiungimento degli obiettivi europei della Gigabit society.

Sempre in ambito digitalizzazione, il progetto “Osservazione della Terra”, tramite l’utilizzo di dati satellitari, potrà essere di grande utilità per la gestione sostenibile del territorio agricolo e rurale e per il miglioramento dell’offerta di servizi alle imprese, alle istituzioni e ai cittadini.

2) Borghi rurali (capofila MIBACT)

Nell’ambito della M1C3 – “Turismo e cultura 4.0”, è inserita una linea d’azione per lo sviluppo del patrimonio storico rurale.

La linea di intervento prevede, tra l’altro, la realizzazione di interventi di valorizzazione dei piccoli borghi storici e rurali coordinati grazie a un Piano Nazionale Borghi.

Il progetto, di cui era capofila il MIBACT, interviene per salvaguardare il prezioso ma talvolta fragile patrimonio culturale delle aree rurali del nostro Paese, favorendo tra l’altro la rinascita o il consolidamento del tessuto produttivo agricolo.

Il progetto prevede di sostenere l’attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali, tra le quali nuove modalità di ricettività, quali ospitalità diffusa e albergo diffuso, per la rivitalizzazione del tessuto socio-economico dei luoghi, contrastando lo spopolamento dei territori e favorendo la conservazione del paesaggio e delle tradizioni e riqualificando l’edilizia rurale e storica.

Il programma prevede di realizzare anche un grande piano di interventi preventivi antisismici, per ridurre significativamente il rischio ed evitare l’enorme investimento necessario per il ripristino dopo eventi calamitosi, oltre che la perdita definitiva di molti beni, come purtroppo accade dopo ogni terremoto.

3) Sviluppo del biometano secondo criteri di promozione dell’economia circolare

Sebbene non risulti presente nella versione del PNRR del 12 gennaio scorso, il progetto risulta attualmente inserito nella Missione n. 2, Componente n. 2 – “Transizione energetica e mobilità sostenibile”.

Il progetto prevede la riconversione di impianti di biogas, la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano e la sostituzione di mezzi meccanici obsoleti e a bassa efficienza con mezzi alimentati a metano/biometano. Gli interventi consentirebbero di risolvere, sulla base dei criteri di promozione dell’economia circolare, anche diversi aspetti legati alla gestione delle deiezioni animali. Lo sviluppo del biometano appare particolarmente interessante per rendere più sostenibile l’attività agricola e al contempo produrre un biocombustibile avanzato, valido sia per usi puntuali nel luogo di produzione, sia per immissione in rete, tramite le infrastrutture di rete già esistenti.

Il progetto vale 1,923 miliardi di euro e vede il MISE in qualità di amministrazione capofila.

CONCLUSIONI

La struttura tecnica del MIPAAF è costantemente al lavoro, in collegamento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e gli altri Dicasteri, al fine di finalizzare la proposta di PNRR da trasmettere ufficialmente alla Commissione europea entro il 30 aprile prossimo.

Il confronto con i servizi della Commissione europea è, in realtà, già in corso da diversi mesi, al fine di definire un allineamento preventivo agli standard fissati, facilitando così la fase successiva di valutazione.

Prima di tale data, sarà necessario sciogliere alcuni importanti nodi che riguardano il settore agricolo, primo tra tutti l’ammontare complessivo delle risorse messe a disposizione che, nella proposta del PNRR del 12 gennaio – come già sottolineato più volte – risultano inferiori ai fabbisogni stimati.

Altro importante aspetto è costituto dalla previsione del PNRR di ricorrere alla copertura di parte delle spese necessarie per la realizzazione degli interventi utilizzando risorse provenienti dal FEASR o dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027.

A tal proposito, è opportuno evidenziare che nel periodo di programmazione 2014-2020, 842 milioni di euro delle risorse FSC sono state destinate ad interventi in favore del settore agricolo e che, per la nuova programmazione (2021-2027), occorrerebbe riservare un analogo finanziamento per la realizzazione di interventi strategici ed essenziali, come le misure di contrasto alle emergenze fitosanitarie e zootecniche.

Per quanto riguarda il FEASR, occorre sottolineare che ad esso sono state assegnate risorse nettamente inferiori alla passata programmazione nell’ambito dell’accordo sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e del Next Generation EU.

Per tale ragione, occorre prevedere una diversa modalità di cofinanziamento nazionale dei programmi di sviluppo rurale, per consentire al settore agricolo di assicurare il proprio fondamentale contributo alla transizione verde e digitale dell’economia del Paese.

Per il periodo 2023-2027 è infatti necessario prevedere una contribuzione nazionale al cofinanziamento dei programmi FEASR non inferiore al 60% ed il concorso dello Stato, a cofinanziamento dei programmi regionali, non inferiore al 75%.

Una volta definito il contenuto del PNRR, l’altra grande sfida è rappresentata dall’attivazione immediata delle procedure di evidenza pubblica necessarie per realizzare concretamente gli interventi.

Per tale ragione, è in fase di definizione, su ogni singola scheda progettuale, un cronoprogramma dettagliato che dia la certezza di completamento delle azioni nell’orizzonte temporale previsto.

Il settore agricolo potrà trovare nel PNRR un potente strumento di sviluppo e rilancio, con la possibilità di compiere nuovi e importanti passi in avanti in tema di competitività, sostenibilità, digitalizzazione.

In conclusione, se il settore agricolo ha bisogno del PNRR, il PNRR ha assoluta necessità del contributo agricolo per traghettare il Paese verso gli obiettivi di transizione ecologica economica e sociale che sono stati alla base di questa poderosa iniziativa.

Se si avrà la capacità di accompagnare l’attuazione del PNRR con una riforma amministrativa incentrata sul potenziamento della pubblica amministrazione e sul complesso processo di semplificazione amministrativa, il nostro Paese avrà compiuto un decisivo passaggio verso la “Nuova Ricostruzione”.




Patuanelli, Mipaaf: parte tutto da agroalimentare. Valore aggiunto imprenscindibile del Paese per poter ripartire

“I produttori agricoli devono conoscere tutte le potenzialità degli strumenti in campo e noi abbiamo il dovere di accompagnarli in una profonda azione di formazione sulle nuove tecnologie, l’innovazione, la produzione sostenibile.

Abbiamo la grande sfida della Pac post 2020, un’occasione che non possiamo perdere per invertire finalmente il paradigma del più grande settore produttivo del paese. E abbiamo già a disposizione strumenti come Transizione 4.0 che ci consentono di investire guardando alle nuove frontiere offerte dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale.

E’ dall’agroalimentare che parte tutto, ed è da qui che dobbiamo ripartire con azioni mirate ad innovare i processi di coltivazione e produzione, guardando alla sostenibilità ambientale ed economica come valore aggiunto ormai imprenscindibile”.

Così il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli sui social.




Patuanelli: diffondere modello di consumo che sappia premiare identità qualitativa

“Ricostruire significa compiere scelte decisive per il futuro delle nuove generazioni, e l’agricoltura sarà certamente protagonista del rilancio sostenibile, di questo approccio nuovo che dovrà garantire l’integrazione delle politiche ambientali, produttive e sociali.

Assieme all’intera filiera produttiva dell’agroalimentare, dobbiamo incidere affinché si possano diffondere stili di vita sani e rispettosi delle persone e del pianeta, promuovendo sistemi innovativi di coltivazione e produzione, ma anche un modello di consumo che sappia premiare l’identità qualitativa e territoriale dei prodotti e che garantisca un’equa distribuzione del valore tra tutti i soggetti che intervengono nel processo produttivo.

A tal proposito, come ho ribadito anche durante il Consiglio Agrifish a Bruxelles, mi batterò per risolvere il problema del Nutriscore che penalizza i nostri prodotti e che promuove anche pratiche non in linea con la necessità di diminuire l’impatto dei cibi sull’ambiente”.

Lo scrive sui social il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.




Made in Italy, Cina cambia le regole sui consorzi di tutela. Origin Italia scrive a Di Maio e a Patuanelli

Il made in Italy agroalimentare Dop e Igp rischiano un repentino stop nelle esportazioni in Cina.

Da quanto si apprende infatti, le autorità cinesi starebbero chiedendo ai Consorzi di Tutela (che figurano come organizzazioni no-profit) di dotarsi di un rappresentante legale per poter fare promozione delle indicazioni georgrafiche in territorio straniero e altre attività ordinarie.

Un fatto che potrebbe tradursi, oltre a una maggiore incombenza burocratica per i consorzi, anche in un incremento delle imitazione dei prodotti italiani in Cina. “Con pesanti ripercussioni sulla visibilità del Made in Italy”.

Origin Italia, che raggruppa la maggior parte dei consorzi di tutela del made in Italy agroalimentare, prende carta e penna e – preoccupato – scrive ai ministri degli Esteri Luigi Di Maio e delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF e in forma testuale il testo della lettera inviata dal presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi ai ministri competenti:

LETTERA ORIGIN A DI MAIO E PATUANELLI SU MODIFICA DISCIPLINA CONSORZI DI TUTELA IN CINA

in qualità di Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, riportiamo alla Vostra attenzione le segnalazioni pervenuteci da parte di alcuni dei nostri Soci che svolgono attività di promozione delle Indicazioni Geografiche in territorio cinese.

Ci si riferisce, in particolare, ad una recente richiesta che sembra essere stata avanzata dalle autorità cinesi in virtù di una legge del 2017 nei confronti delle organizzazioni no- profit, tra le quali figurerebbero anche i Consorzi di Tutela, di dotarsi di un rappresentante legale nella Repubblica Popolare Cinese per potervi svolgere le normali attività che, nel caso specifico dei Consorzi di Tutela, consistono nella promozione delle Indicazioni Geografiche in territorio straniero.

Se tale cambiamento di disciplina dovesse essere confermato, i Consorzi di Tutela rischierebbero di subire una interruzione repentina delle attività promozionali in territorio cinese, con gravi ripercussioni in termini di visibilità del Made in Italy ed esacerbando una situazione già critica a causa dei gravi danni riconducibili alla pandemia da Covid-19 che hanno colpito principalmente le attività promozionali dei Consorzi quali fiere, esposizioni, ecc, essenziali per la crescita e la tutela delle Indicazioni Geografiche. Inoltre, tale decisione, oltre ad oberare i Consorzi di Tutela di ulteriori incombenze e costi da sostenere ancora non chiari, potrebbe anche ledere l’autonomia delle iniziative consortili operanti in territorio cinese, allungarne le tempistiche e creare un vuoto nella tutela e nella promozione delle Indicazioni Geografiche: risultato, questo, che si pone in contrasto con la recente entrata in vigore (01 Marzo 2021) dell’Accordo stipulato tra l’Unione Europea e la Repubblica Popolare Cinese sulla cooperazione e la protezione dall’imitazione e dall’uso improprio della denominazione di 200 Indicazioni Geografiche europee e cinesi.

Data la rilevanza della materia in oggetto, Origin Italia si è attivata sin da subito al fine di ottenere informazioni più dettagliate per vie brevi presso il Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali e presso Agenzia ICE, senza tuttavia riuscire ad avere risposte chiare in merito.

Per le ragioni sopra esposte, con la presente chiediamo quanto prima un chiarimento della situazione e sulle misure che vorrà predisporre il Governo italiano sulla questione.




Rifiuti, una bottiglia di vino come l’amianto. Ma solo per agricoltori. Organizzazioni scrivono, e Mipaaf e Transizione ecologica fanno squadra per risolvere

Una bottiglia di vino come l’amianto: rifiuto speciale. Ma solo nel caso in cui viene buttata da un agriturismo, da una cantina o da un’azienda agricola. Tanto che gli enti di recupero stanno mandando delle comunicazioni per dire: non siamo più autorizzati a ritirarle, organizzatevi in altro modo.

Tutto a causa di un problema di incrocio tra norma nazionale e norma comunitaria a seguito dell’abolizione della Tari che ha dato vita a un periodo di transizione che sta generando una burocrazia kafkiana.

Il problema riguarda sia gli imballaggi dei prodotti agricoli che le bottiglie. E le organizzazioni agricole scrivono al ministero della Transizione Ecologica di Cingolani per chiedere una soluzione all’impasse.

A rispondere sono il sottosegretario al Mite Vannia Gava e il sottosegretario al Mipaaf Gianmarco Centinaio che dicono: facciamo squadra e risolviamo.

“In un momento di grave crisi economica, che rischia di tradursi in una emergenza occupazionale, il Paese ha il dovere di deburocratizzare e semplificare, non, viceversa, di rendere ancora piu’ complicato il lavoro di chi prova a resistere nel fare impresa. Riteniamo che debba essere ascoltato il grido di allarme di Confagricoltura, Cia e delle principali associazioni di categoria che si occupano di agricoltura rispetto all’impatto della nuova normativa sull’etichettatura e gli imballaggi. Sosterremo dunque la loro richiesta di un congruo periodo di adattamento prima dell’entrata in vigore della nuova normativa sugli imballaggi come abbiamo gia’ fatto dall’opposizione, presentando e sostenendo in Parlamento proposte di legge o emendative a sostegno delle filiere agroalimentari. I tempi stringono e con il collega della Lega dell’Agricoltura, Gianmarco Centinaio , stiamo attivando le strutture tecniche dei ministeri per sanare le criticita’ piu’ evidenti e siamo certi di poter dare a breve una risposta chiara in termini di semplificazioni”, spiega Gava.

Agroalimentare: Gava, ascoltiamo allarme filiera su etichette e imballaggi

“Le aspettative dei comparti, delle filiere, dei tantissimi imprenditori devono essere realmente poste al centro dell’azione dell’esecutivo, per colmare il tempo che si era perduto e per ritrovare una fondamentale intesa con i settori produttivi”, risponde Centinaio ribadendo che occorre “accordare quindi la massima attenzione alle preoccupazioni delle filiere agroalimentari rispetto alla nuova normativa su imballaggi ed etichettatura, e condividerne la necessità di un adeguato periodo di rodaggio e di adattamento antecedente all’entrata in vigore della nuova disposizione, significa rispettare la parola data sin da quando, anche dall’opposizione, sostenevamo con l’azione parlamentare le filiere dell’agroalimentare”. “Ringrazio pertanto – conclude – anche a nome del settore agroalimentare, il sottosegretario alla Transizione Ecologica Vannia Gava con cui stiamo proficuamente collaborando sulla tematica, e con la quale avvieremo un consolidato legame operativo che risulterà prezioso per le tante esigenze di imprese e lavoratori”.

Agricoltura: Centinaio, su imballaggi attenzione a richiesta agroalimentare, ok collaborazione con Gava




Governo ha giurato. Ecco i cambi dell’ultimo minuto che hanno generato contenti e malcontenti

Il giorno del giuramento parte con alcuni malcontenti – dentro e fuori dai partiti – il nuovo governo Draghi a causa dei cambi last minute di poltrone.

Da quanto apprende AGRICOLAE, sembrerebbe che Forza Italia abbia ‘scippato’ all’ultimo minuto un ministero a Italia Viva. Originariamente infatti sembra che il ministero del Sud fosse destinato a Teresa Bellanova ma poi ‘girato’ a Mara Carfagna lasciando senza posto l’ex ministro all’Agricoltura.

Per quanto riguarda invece il Mipaaf, sempre da quanto si apprende, sembra fosse destinato al leghista – già ministro delle Politiche agricole – Gian Marco Centinaio ma poi lasciato fuori a causa della decisione di posizionare Giorgetti al Mise. E per consuetudine mai è accaduto che Mise e Mipaaf – ministeri sinergici – andassero alla stessa forza politica.

Uno dei temi su cui l’ex ministero di Patuanelli ha lavorato in questi mesi in campo agricolo è la Blockchain.

Governo, ecco la squadra Draghi. Domani si giura alle 12.00. Patuanelli al Mipaaf

Mipaaf, Gallinella: auguri di buon lavoro a Stefano Patuanelli

Governo Draghi, De Carlo: Patuanelli, tra i migliori del Conte bis, si spera faccia meglio di quando eliminò Italian Sounding

Governo Draghi, Giansanti: con il ministro Patuanelli per vincere le sfide dell’agricoltura

Governo, Coldiretti; buon lavoro a Patuanelli e esecutivo Draghi

Governo, Copagri: buon lavoro a Stefano Patuanelli, Roberto Cingolani e a tutta squadra del premier Mario Draghi

Governo, Serpillo, UCI: auguri a Patuanelli, certi che potrà dare ‘Primaria’ importanza al comparto

Governo, Sicolo: buon lavoro a Patuanelli al quale spetta progettare piano olivicolo

Governo, Draghi, Alleanza cooperative agroalimentari: “auguri di buon lavoro al ministro Patuanelli”

Confeuro: buon lavoro al ministro Mipaaf Patuanelli. Ora impegni chiari e un tavolo di confronto

Alleanza cooperative della pesca dà il benvenuto a Patuanelli

Governo Draghi, AIC: “Buon lavoro, uniamoci per rilanciare l’Italia”

Governo, Anbi augura buon lavoro e auspica che territorio e gestione efficiente delle acque siano tra le priorita’ della sua azione

Governo, Alleanza delle Cooperative “Buon lavoro a Draghi e al nuovo Governo. Le competenze che esprime base solida per affrontare sfide impegnative”

Governo Draghi, Fai Cisl: auguri ai nuovi ministri, subito confronto sul lavoro

Governo, Cai: buon lavoro al Ministro Patuanelli e al Governo Draghi

Governo Draghi: Cia, buon lavoro al ministro Patuanelli. Insieme per riprogettare il futuro




Olio, Assoproli a L’Abbate: Mipaaf torna indietro e crea barriere a sviluppo settore

Il presidente di Assoproli Bari Pasquale Mastrandrea invia alla redazione di AGRICOLAE una lettera aperta al sottosegretario delle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate in merito alle modifiche all’ultimo momento, prima dell’approdo al tavolo tecnico della Conferenza Stato Regioni, apportate al decreto ministeriale relativo alle Disposizioni nazionali concernenti i programmi di sostegno al settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola, di cui all’articolo 29 del regolamento (UE) n. 1308/2013 del 17 dicembre 2013.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera:

“Carissimo onorevole L’Abbate,

non mettiamo in discussione la sua buona fede nè il suo pensiero sincero.

Purtroppo, a nostro avviso, Agricolae ha ragione e quanto riportato da loro è la triste realtà.

Ultimamente, infatti, sui provvedimenti che riguardano l’olivicoltura, il Ministero ha riportato le lancette indietro nella storia creando non pochi ostacoli e barriere alla crescita e allo sviluppo del settore e dei suoi operatori.

La lista sarebbe molto lunga e saremmo ben lieti di confrontarci con lei quando vorrà.

Nel caso specifico dell’ultimo decreto per il biennio di transizione verso la nuova Pac, purtroppo, nella formulazione partorita all’ultimo istante, si riporta il sistema ad un “centralismo forzato” escludendo di fatto il protagonismo dei territori.

Il punto da lei richiamato, il 50% per le Op nell’ambito della quota del 15% destinata alle misure della tracciabilità, è solo virtuale, in quanto all’articolo 2, comma 2, è scritto chiaramente che i fondi sono destinati prioritariamente alle AOP (questa la formulazione: Sino alla emanazione del decreto ministeriale di cui all’articolo 224 ter, comma 6 del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020, n. 77, anche al fine di accelerare l’introduzione nel settore dell’olio d’oliva di un sistema di certificazione unitario della sostenibilità della filiera olivicola di cui alla citata disposizione di legge, l’ambito di intervento di cui al punto 5 dell’allegato II è attuato prioritariamente a livello nazionale da parte delle AOP).

In italiano, quindi, significa che se ci fosse anche un solo progetto di una sola AOP che assorbe l’intero budget, l’ipotesi delle somme residue da destinare a livello regionale, quindi quel 50% di cui lei parla, verrebbe completamente meno.

Anche perché, ripetiamo, è scritto chiaramente che le risorse prioritariamente vanno alle AOP e, di logica, solo se dovessero avanzare risorse queste andrebbero divise alle Op sui territori.

Quanto previsto, invece, nella prima stesura del decreto proposto dallo stesso Ministero alle Regioni, era puntuale e coerente con le necessità dell’olivicoltura, non riservava risorse a nessuno e, anzi, metteva tutti nelle condizioni di candidarsi a tale misura.

A noi non interessano guerre o divisioni, semplicemente siamo convinti che garantendo a qualcuno dei fondi per il solo fatto di esistere non si aiuta il mercato a crescere, ma al contrario si garantiscono posizioni di rendita che spesso generano sprechi e cattiva spesa.

Se mai ci sbagliassimo nell’interpretazione, e la sua lettura fosse corretta, siamo convinti che il Ministero e Agea nei documenti che dovranno produrre nelle prossime ore potranno meglio chiarire in atti il suo pensiero.

Quando poi vorrà, potrà fare una puntuale verifica delle destinazioni passate di queste risorse e di quali ricadute hanno avuto nei diversi territori o per le diverse persone”.

Pasquale Mastrandrea

Presidente OP Assoproli Bari

Olio d’oliva, a poche ore dalla Conferenza Stato Regioni Mipaaf ci ripensa e “fa fuori” le Op. Ecco il decreto




Registro cereali, Veronesi, Assalzoo: bene apertura L’Abbate, ora lavorare in sinergia per trovare giusto equilibrio

“Per noi la trasparenza e la lotta a qualsiasi speculazione di mercato è fondamentale, tuttavia il rilancio della filiera agricola italiana non passa per un incremento della burocrazia ma dallla possibilità di rendere efficiente la legislazione e l’amministrazione in sinergia con il comparto per trarre il massimo del valore per tutti gli anelli della filiera”. Così ad AGRICOLAE il presidente di Assalzoo Marcello Veronesi commentando le parole del sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate in merito a una modifica del registro cereali.

“Bene dunque l’apertura del sottosegretario alle Politiche agricole, ora speriamo che alle parole seguano i fatti nellìottica di trovare assieme una soluzione che da un lato non danneggi la filiera e che dall’altro lato persegua l’obiettivo di una maggior tutela e trasparenza del mercato ceraliacolo e di chi ci lavora”, prosegue.

“Aspettiamo dunque quanto prima di essere convocati e di poterci merttere a lavorare in sinergia al fine di trovare il giusto equilibrio del provvedimento.

Auspichiamo inoltre – apprezzando sia la figura come persona che come politica di Teresa Bellanova – un superministro all’Agricoltura (vecchio o nuovo) che si possa dedicare al 100 per cento e a tempo pieno alle tematiche delle filiera in un momento così importante e delicato”, conclude.

Registro cereali, L’Abbate, Mipaaf: pronti a lavorare insieme per superare ostacoli. Compresa soglia 5t.




Fine 2020, Bellanova: Rinascita Italia parta da agroalimentare. Il futuro ha un cuore agricolo

“Futuro è una delle parole che con più frequenza ormai da mesi abita le nostre riflessioni. E’ una parola che va maneggiata con cura.
Non c’è futuro se non assumiamo per intero la responsabilità di avere cura del presente, di questo presente, indicando con grande chiarezza le direttrici lungo cui vogliamo orientare le nostre politiche, quelle di governo come quelle associative, le nostre strategie, la nostra stessa idea di quanto ci attende e ci misurerà”.
Così, ad AGRICOLAE, la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova tracciando l’anno che si chiude guardando in prospettiva all’anno che si apre.
“E’ la ragione per cui continuiamo a dire, con molta chiarezza, che la materia complessa del Recovery Fund non può essere delegata a formule e soprattutto non può tradursi in un utilizzo passivo dell’enorme mole di risorse a disposizione. Buona programmazione, buona attuazione e capacità di spesa vanno insieme. E vanno di pari passo qualità dei progetti in campo e della pubblica amministrazione: un passaggio determinante. Sono queste le parole d’ordine che devono orientare il processo”, prosegue.”E’ la ragione per cui oggi più che mai sono fermamente convinta che quel Piano debba avere un cuore agricolo.
In questi mesi così complicati e complessi, dove ognuno di noi ha dovuto misurarsi con qualcosa di enorme e inaspettato, drammatico, quasi uno spartiacque nella stessa idea di tempo, l’intero Paese ha appreso una lezione preziosa: la rilevanza strategica del settore agricolo e agroalimentare, l’intreccio fortissimo tra garanzia degli approvvigionamenti, salute e sicurezza alimentare, diritto al cibo e cibo di qualità per tutti ma anche, e al contempo, interdipendenza tra tutti gli anelli della filiera. E’ una lezione da tenere a mente sempre”.

“Ecco perché – spiega la ministra – in questi mesi abbiamo lavorato, fino alla Legge di bilancio approvata ieri, esclusivamente per mettere in sicurezza agricoltura, pesca, acquacoltura, filiera agroalimentare, incluso il mondo della ristorazione. Lo abbiamo fatto attraverso un rapporto costante con l’intero settore e il mondo delle associazioni, per monitorare costantemente lo stato delle cose e rendere adeguate le risposte alle criticità.
Mettendo in campo modelli innovativi di intervento, risorse e investimenti per oltre 4 miliardi al netto delle misure orizzontali, puntando a garantire liquidità, sostegno, tutela”.

“Lavorando contemporaneamente sui tavoli europei dove, non dimentichiamolo, abbiamo sostenuto l’esigenza di un Piano straordinario per l’agricoltura con risorse extra Pac, abbiamo chiuso il negoziato sulla Pac Post 2020 con esiti fortemente positivi mentre adesso ci attende la grande sfida legata alla costruzione del Piano strategico nazionale, portiamo avanti con grande determinazione – tra le altre – una battaglia sull’etichettatura di origine e sulle etichettature nutrizionali, continuiamo a indicare come obiettivo irrinunciabile la tutela del reddito degli agricoltori perché le due strategie, Farm to Fork e Biodiversità, concorrano realmente a realizzare quel futuro verde su cui tutti siamo impegnati.
Con l’approvazione ieri in Senato della Legge di bilancio destiniamo al settore ben oltre 1miliardo, rilanciando le priorità su cui vogliamo continuare a scommettere: filiere, investimenti, infrastrutture, innovazione. Insieme alla conferma  di misure bandiera come quelle mirate a moltiplicare la presenza delle donne e delle nuove generazioni in questa filiera, a rafforzare le risposte alle fragilità alimentari alimentando al contempo il contrasto allo spreco e il sostegno al settore.

Un impianto solido, il cui obiettivo è agire come elemento di congiunzione con il lavoro sulla nostra Strategia nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e quello che ci attende sul Piano Strategico Nazionale in vista della Pac Post 2020. Sui cui, già lo sapete, intendiamo aprire quanto prima il Tavolo di confronto e costruzione, luogo decisivo per la nuova agricoltura italiana.
Ecco i passaggi attraverso cui vogliamo ripensare il futuro”.
“Non da soli ma insieme all’intero settore, a tutti i protagonisti di questa straordinaria filiera e di concerto con l’intera filiera istituzionale decisiva perché ogni singola azione produca a cascata buoni effetti su ogni territorio andando a risolvere antiche criticità e confermando la forza e la straordinaria capacità espansiva di questo settore.
E’ il mio augurio per il 2021.“Ringraziando ancora una volta tutte quelle donne e quegli uomini che con grande determinazione e coraggio in questi mesi, e ancora adesso, svolgendo di fatto una funzione istituzionale, hanno confermato le fondamenta solide del nostro agroalimentare, quelle incredibili capacità di resilienza, forza e determinazione che hanno garantito cibo di qualità al Paese e tenuta sociale alle comunità”, conclude.




Covid, Bellanova: no aumentare tasse ma ricchezza. Conciliare salute con lavoro. Usare Mes per colmare gap Paese. Fondo Ristorazione doppia valenza. Ma sarà un Natale ‘sobrio’

“Non abbiamo parlato di un lockdown a Natale e non si tratta di essere contrari. Si tratta di lavorare per risolvere la situazione. Ma siamo tutti consapevoli che dovrà essere comunque un Natale sobrio, visti i precedenti dell’estate”. Così il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova intervistata da Skytg24.

“Credo che si tratti di buonsenso che appartiene a tutti i cittadini la volontà di contrastare il Covid rispettando le regole e i corretti comportamenti senza morire contestualmente di fame per motivi economici”, spiega. “La battaglia che abbiamo fatto in Consiglio dei ministri è stata quella di rendere conciliabile salute e lavoro e lo svolgimento delle attività e della didattica in presenza per quanto possibile”.

Poi sul governatore della regione Campania Vincenzo De Luca: “campagna denigratoria? assolutamente no. Io credo che chi svolge funzioni istituzionali non si possa permettere lo sprezzo nei confronti delle istituzioni. Sappiamo che c’è un problema del Mezzogiorno che riguarda anche le classi dirigenti. Oggi anziché fare polemica occorre trovare soluzioni”.

Secondo il ministro “è necessario andare a prendere le risorse del Mes per mettere in sicurezza il Paese colmando i gap che si presentano. A partire dalla carenza di personale”.

Poi Bellanova insiste sul Mes spiegando che “è da irresponsabili non attingere a risorse che possono migliorare la vita ai cittadini di tutte le regioni, da Nord a Sud. Se il Mes ci mette nelle condizioni di garantire la sanità a tutti, dobbiamo procedere subito”.

“Le strutture agrituristiche danno la possibilità alle persone di vivere in maniera dignitosa rispettando le distanze”, spiega poi prendendo in considerazione gli agriturismi come strutture da attrezzare per far fronte all’emergenza Covid nell’ottica dei Covid hotel proposti dal governo.

“La logica cui dobbiamo ispirarci non è aumentare le tasse ma aumentare la ricchezza per questo occorre mantenere il più possibile le attività aperte chiaramente nel vincolo dettato dalla sicurezza sanitaria”.

“La filiera agroalimentare sta affrontando con grande sforzo questa fase per garantire a tutti la normalità. Il fondo Ristorazione da 600 milioni non sarà un click day, sarà un contributo erogato in base alle fatture che dimostrano di aver comprato prodotti agroalimentari made in Italy. Si raggiungono così due obiettivi: sosteniamo i ristoratori e combattiamo lo spreco alimentare. Il 45 per cento dei prodotti alimentari sono destinati infatti al mondo della ristorazione”, conclude.

Poi sulla norma sull’immigrazione: “ha dato la possibilità ad oltre 200mila persone di regolarizzarsi e di attivare un contratto. Sono persone che – man mano che vengono elaborate le pratiche – ci permettono di non far marcire i prodotti nei campi e aiutano i nostri anziani. E’ giusto riconoscere il diritto all’identità che si traduce anche per l’Italia nell’avere delle entrate dato che queste persone pagano le tasse, proprio in quanto regolarizzate”.

Poi sull’eventuale rimpasto di governo: “vedremo nel tempo ma tutti devono percepire l’esigenza di una maggiore collaborazione, sia da parte della Maggioranza che dalla Minoranza. E non solo mediaticamente, ma sui tavoli di lavoro”, spiega ancora riferendosi al coinvolgimento di Forza Italia nella stesura della Legge di Bilancio. “Occorre mettere in campo il meglio delle intelligenze per le nuove generazioni”.

Infine sul rapporto con i sindacati: nel precedente governo “Renzi mi diede la delega di gestire i tavoli di crisi e ho lavorato dunque quotidianamente con le organizzazioni sindacali. Spero che anche adesso si prosegua per dare soluzioni a questo Paese”.

 




Dpcm, Bellanova: non va bene. Non coglie suggerimenti regioni e comunità scientifica. Si decida in base esigenze Paese, non a desiderata forze politiche. VIDEO

“L’ho detto in mille modi alla riunione iniziata sabato mattina alle 6:30: quel DPCM non va bene. Non risponde alle esigenze della comunità scientifica e ai suggerimenti delle regioni e crea tantissimi danni alla ristorazione e alla filiera agroalimentare. Ai ristoranti abbiamo chiesto di adeguarsi alle misure consigliate dalla comunità scientifica e molti locali hanno fatto investimenti così come anche il resto delle strutture come le palestre e i cinema si sono adeguati a quello che abbiamo consigliato. E adesso ad alcuni diciamo di stare completamente chiusi e ai ristoranti diciamo di chiudere alle 18 che si traduce nel non lavorare. Noi dobbiamo dare risposte concrete a questo paese e non prendere decisioni in base ai desiderata di quella o questa forza politica ma in base di quello che la comunità scientifica consiglia per contrastare la diffusione del virus”.

Lo dice sui social il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova in merito al Nuovo Dpcm che impone le nuove restrizioni di alcune attività.