Zootecnia, filiera chiede informazione corretta ma nel PNRR trasmesso a Ue, 5 mln di euro a influencer per condizionare su ‘nuova agricoltura’

Dati reali? Informazione corretta? Parola alla scienza? No. La zootecnia, l’agricoltura e la pesca (e quello che sarà di loro nel concetto di ‘nuova agricoltura’) saranno in mano agli influencer. E’ previsto dal PNRR materialmente inviato a Bruxelles (un malloppo da 2500 pagine che contiene anche i progetti) che stanzia 5 milioni di euro (solo nella versione in inglese) per ingaggiare chi condiziona il mondo dei social a pagamento (a pagina 881 del primo faldone)

1′ FALDONE PNRR INVIATO A COMMISSIONE UE E ALLEGATI-1-1112

2′ FALDONE PNRR INVIATO A COMMISSIONE UE E ALLEGATI-1112-2487

Il caso Berlinguer (che ha prima attaccato la zootecnia italiana sostenendo nel corso di CartaBianca che gli allevatori italiani utilizzano ormoni fuorilegge e poi ha chiesto scusa) è solo l’ultimo dei casi in cui dal mondo della televisione pubblica e dei social viene attaccata la zootecnia sulla base di “sentito dire”, informazioni parziali o fake news.

Alcune trasmissioni – anche sulla rete pubblica – hanno addirittura associato la diffusione del virus all’inquinamento prodotto dagli allevamenti zootecnici del Nord Italia. Tesi poi smentita dai dati Ispra (7% afferente al settore) e dagli stessi virologi.

Controcarne, Pregliasco: escludo ogni coinvolgimento zootecnia in diffusione Covid-19

E a fronte di un settore che chiede sempre di più di essere ascoltato e di far riferimento a dati che siano reali e scientificamente fondati per contrastare le fake news e informare i cittadini, il PNRR inviato a Bruxelles, mette l’ “informazione” sulla “nuova agricoltura” in mano agli influencer. 

E stanzia 5 milioni di euro per pagarli.

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha chiesto “un confronto basato sulla corretta informazione, su ciò che il comparto sta facendo per continuare a garantire sicurezza, salubrità e alta qualità delle produzioni, nel rispetto delle regole di sostenibilità e del benessere animale”.

Zootecnia, Giansanti: apriamo confronto basato su corretta informazione

Mentre il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha ricordato che “la zootecnia italiana è la più sostenibile al mondo ma come spesso accade prevale la disinformazione. Occorre far sì che l’informazione sul settore Primario corrisponda alla realtà dei dati così da fornire elementi corretti ai consumatori”.

Perché in gioco “non c’è solo la dignità di tutti coloro che lavorano in agricoltura, ma anche uno dei maggiori pilastri economici del nostro Paese”.

Zootecnia, Prandini: disinformazione prevale su dati reali. In gioco dignità lavoratori e pilastro economico del Paese

Anche il presidente di UnaItalia Antonio Forlini – che non ha accettato le scuse della Berlinguer – ha chiesto che ci si basi sull’informazione corretta dei dati.

Gli infuencer ‘influenzano’ per l’accezione stessa del termine. Vengono pagati dalle aziende proprio perché in grado di ‘condizionare’ gli acquisti, le mode e i consumi.

Esattamente quel principio di “condizionamento” su cui – è d’accordo tutto il governo – si basa il Nutriscore. Che sembra essere molto lontano dall’informazione.

Insomma, il PNRR prevede di condizionare e influenzare i cittadini sull’alfabetizzazione climatica e sulla ‘nuova agricoltura’ (quella, come è stato più volte ribadito, che subirà una cura speciale per quanto riguarda il comparto degli allevamenti), invece di informare.

Per dirla con le parole riportate nella premessa del PNRR, si “vuole valorizzare la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare e migliorare le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione. In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione”.

Un retaggio di quando era premier Giuseppe Conte che già fece ricorso all’influenza di Fedez in epoca di Lockdown? una svista rimasta tale prima dell’invio in Europa? Fatto sta che la versione inviata a Bruxelles parla chiaro: 5 milioni di euro agli influencer “per massimizzare la diffusione dei messaggi su tutta la popolazione”. “I key opinion leader e gli influencer – si legge nel capitolo ‘Investimento 3.3: Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali’ – sono persone che hanno uno status sociale così forte che le loro raccomandazioni e opinioni sono ascoltate quando si prendono decisioni importanti”. 

Era già stato scritto l’8 maggio:

PNRR, ecco le 2.500 pagine del faldone trasmesso all’Ue. Influencer pagati per far diventare italiani Eco attivi, anche a tavola (nuova agricoltura)

 




Controcarne, Pregliasco: escludo ogni coinvolgimento zootecnia in diffusione Covid-19

Fabrizio Pregliasco esclude a 360 gradi ogni possibile coinvolgimento da parte della filiera zootecnica e degli allevamenti intensivi nella diffusione del Covid-19. Come invece era stato più ipotizzato da alcuni media.

“Non è possibile, non ci sono elementi che possano considerare questa correlazione. E’ un virus a trasmissione umana da diretto infetto anche se asintomatico e non ci vedo possibili legami con gli allevamenti zootecnici”, spiega il virologo dell’Università di Milano e direttore sanitario Irccs “Galeazzi” ad AGRICOLAE.

“Dal punto di vista generale da parte degli allevamenti italiani ci sono inoltre indicazioni stringenti e codici di controllo ai massimi livelli rispetto agli altri Paesi del mondo. Escludo quindi eventuali rischi per zoogenesi. Non ci vedo dunque nessun possibile coinvolgimento”, conclude.




CORONAVIRUS, PREGLIASCO: COLPISCE I POLMONI MA NON SI ESCLUDE COINVOLGIMENTO ALTRI ORGANI. CONTAGIO NON AVVIENE IN SPAZI APERTI. POSSIBILI NUOVE QUARANTENE

In merito alla possibilità di una diffusione aerea del virus, come sostenuto dal virologo americano Fauci in questi giorni, “sappiamo già che questo può avvenire, come in condizioni ambientali particolari, quando si producono aerosol durante l’assistenza medica, in terapia intensiva o in reparto col paziente. Questo elemento quindi c’è ma dobbiamo considerarlo nella giusta dimensione. Le goccioline respiratorie rimangono l’elemento cardine del rischio” dichiara ad AGRICOLAE Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Studi di Milano.

“Si può però escludere una trasmissione negli spazi aperti, come appunto nei campi agricoli. Il fattore fondamentale per la propagazione del virus rimane infatti la vicinanza con un soggetto a rischio, quindi il famoso metro di distanza deve essere la norma da seguire” prosegue.

In merito alla possibilità che il Covid-19 colpisca oltre ai polmoni anche altri organi in via primaria, come il fegato, è ad oggi da escludere. Ma studi maggiori serviranno a chiarire la situazione.

“Non si può sapere quanto sia il coinvolgimento successivo, potrebbe essere, stiamo testando i pazienti ma servono studi più approfonditi” afferma Pregliasco.

“Col tempo riusciremo a capire maggiormente quali sono le interazioni di questo virus con le persone e i malati. Le casistiche che io stesso seguo però non evidenziano come elemento principale il coinvolgimento di altri organi. Non si esclude che possa però avere un effetto negativo su questi, perché l’infezione quando c’è è sistemica”.

“Bisogna vedere la tempistica e quello che succederà” dichiara in merito alle diverse misure adottate da paesi come la Svezia o alle casistiche della Germania e del Giappone.

“Le misure che abbiamo preso hanno una loro scientificità, perché, come è ovvio, più chiudi meglio è. Si dovrà vedere alla fine quale soluzione sarà stata la migliore, ma molto dipende dai contesti, dalle abitudini e dagli aspetti sociologici dei vari paesi.”

“L’Italia è stata investita da uno tsunami, soprattutto in Lombardia. Rispetto ad altre nazioni abbiamo subito un contagio diffuso in epoca molto anticipata, quando la patologia era molto meno conosciuta rispetto ad oggi. In Lombardia avevamo un arrivo negli aeroporti di 20.000 persone dalla Cina ogni settimana, molte in ambito lavorativo e questo spiega anche perché è stato colpito un territorio così legato al commercio e da rapporti internazionali. Il “caso uno” in realtà non fu che il più grave tra i tanti positivi che già giravano sul nostro territorio, nella maggior parte dei casi senza però presentare sintomi” sottolinea.

“Il distanziamento sociale è la misura principale per far fronte al virus ma se non si riesce a mantenerla la mascherina aiuta. Sarebbe meglio se però la usassero tutti e non solo i positivi al Covid-19. Ognuno di noi potrebbe essere infatti portatore del virus.

Può essere poi che un uso diffuso fin dall’inizio, in tutta la popolazione, delle mascherine avrebbe ridotto il numero di contagiati ma il problema è stata la bassa quantità disponibile e son state fatte delle scelte” dichiara Pregliasco.

“Grazie alle misure restrittive non abbiamo fatto crescere in modo esponenziale la curva, riuscendo a mitigare e spalmare nel tempo la malattia. Rimarranno però sacche di soggetti suscettibili, la scommessa sarà alla ripresa del lavoro individuare i focolai e tamponarli. Come era stato fatto all’inizio, prima che l’onda ci travolgesse impedendoci di proseguire con questa sistematica esecuzione. Infatti i casi veri saranno sicuramente da moltiplicare per dieci rispetto a quelli notificati” evidenzia.

“In una fase successiva, quando arriveremo ad un azzeramento, dovremo intervenire tempestivamente ogni volta che ci sarà un focolaio, magari in ambiente aziendale.

Ci sarà necessità di modulare in modo adeguato la ripresa ed eventualmente di rimodularla spegnendo di volta in volta i focolai. Ci potranno perciò essere restringimenti e quarantene variegate. Speriamo di evitare una nuova quarantena a carattere nazionale ma non si può escludere la possibilità.”




CORONAVIRUS, PREGLIASCO: POTREBBE RIPRESENTARSI IN AUTUNNO, ANCHE PIU FORTE, OCCORRE AZIONE DILATATA NEL TEMPO. GARANTIRE BENI PRIMA NECESSITA

“Tutte le pandemie hanno la caratteristica di presentarsi a più ondate, in alcuni casi più deboli o qualche volta addirittura peggiori. Possibile che ci sia un coinvolgimento del 30 – 40 per cento della popolazione nella prima ondata e un coinvolgimento successivo. Dobbiamo considerare uno sforzo che si proietti su piu mesi e dilatato nel tempo”. Così ad AGRICOLAE Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Studi di Milano in merito all’emergenza Coronavirus che rischia di mettere in ginocchio il Paese.

“La nostra possibilità di vincere sul virus dipende dalla nostra capacità di resistenza nel mantenere un’elevata riduzione dei contatti per il maggior tempo possibile. Con le limitazioni del caso. Se chiudiamo infatti la filiera agroalimentare che coinvolge oltre 3milioni di lavoratori si rischia di avere gli scaffali vuoti e gettare il Paese nel panico”, precisa.

Secondo Pregliasco, c’è il rischio che chi guarisca possa restare con delle conseguenze. Molti soggetti sembrano però recuperare in toto la funzionalità polmonare ma è ancora tutto da capire.

“Ad oggi i risultati sembrano dire che chi ce la fa, recupera le proprie funzionalità. Ma bisogna vedere alla luce del tempo che passa e della casisistica che non è ancora ben chiara”, precisa ancora il virologo.

Per quanto riguarda l’uso del lisozima, l’enzima antivirale sistemico, antibatterico e immunomodulatore, secondo Pregliasco “sicuramentee in questa fase si devono fare delle prove ed è assolutamente fondamentale un’azione su quanto è a disposizione con giudizio e con scelte mirate perché la riuscita dipende da persona a persona e da caso a caso. Di fatto l’elemento in questione è funzionale e interessante. Ha una capacità di contrastare le infiammazioni che è l’elemento che ci interessa ora sulla fase che interessa i polmoni”.

Sulle misure adottate dal governo e dagli italiani, Pregliasco non è critico: “Diciamo in qualche modo il governo ha fatto un’azione progressiva in considerazione della mutazione dello scenario epidemiologico. Forse c’è stata qualche difficoltà iniziale nella comunicazione – conclude – ma giustificata dalla novità”.