Macfrut, Piraccini: penisola arabica strategica, ricca di potenzialità. Puglia regione partner, focus su uva. VIDEOINTERVISTA
“Le novità sono tante, credo che anche nella presentazione di oggi abbiamo evidenziato un po’ quella che è la caratteristica che rende unica questa fiera, proprio perché in poco tempo uno si fa l’idea di cosa sta cambiando in questo settore e il settore è veramente oggetto di una rivoluzione. Rivoluzione che riguarda tutte le fasi della filiera. E proprio perché Macfrut ha questa caratteristica, è nata come fiera delle tecnologie (ricordo che Macfrut significa macchine da frutta),è poi diventata la fiera del prodotto, la fiera del packaging, la fiera della refrigerazione, di tutto quello che serve. E in ognuna di queste fasi oggi ci sono delle grandissime novità.”
Così il Presidente di Macfrut Renzo Piraccini a margine della conferenza stampa di presentazione della 41esima edizione di Macfrut, Fiera della filiera internazionale dell’ortofrutta.
“Pensiamo solamente a cosa significheranno, ad esempio nella vivaistica, oggi avere una nuova varietà, la varietà giusta di mirtilli o di un’altra specie, mi riferisco in particolare all’orticolo che ha dei cicli veloci, diventa un elemento strategico e questo si sta capendo. Soprattutto é proprio questo approccio un po trasversale, molto scientifico e diviso in saloni fa sì che siamo particolarmente attrattivi nei confronti delle medie aziende, perché nelle medie aziende c’è magari una stessa figura che deve guardare più cose, non solo il mercato, ma anche a come si sviluppa la tecnologia. Quindi il Macfrut è la sede giusta.
Mi fa piacere che questo approccio sta avendo un grande appeal a livello internazionale, che è anche il motivo del successo e della crescita dimensionale.
Circa le prove sul campo, dico che da sempre Macfrut si caratterizza per avere delle aree dinamiche. Abbiamo due aree di circa 1500 metri dove uno può vedere in campo direttamente le macchine lavorare, può vedere le novità sul fuori suolo, può vedere le coperture, e questo è molto diverso che vedere un video su YouTube.
Uno non ha bisogno di vedere al Macfrut una nuova macchina, però lì è una cosa diversa perché ha la possibilità di vederla operare, di parlare col costruttore, di vedere la tecnologia concorrente. Cioè è un format che pur essendo devo dire abbastanza costoso (credo che si possa facilmente capire come portare 3000 metri di terra l’anno scorso erano 90 camion di terreno che dopo tre giorni dobbiamo spostare, ripiantare, quest’anno abbiamo dell’uva, dei mirtilli, etc., insomma una cosa molto costosa) è molto apprezzata e veramente un tratto distintivo della fiera.
Per quanto riguarda il focus internazionale, quest’anno parliamo di Penisola Arabica, un posto strategico. Adesso è un’area che sta avendo delle difficoltà a causa delle tensioni sul Mar Rosso, però è un’area importante. Ricordo che l’Italia esporta 100.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi che sono al 70% Mele e il resto sono uva e kiwi, più una serie di altri prodotti minori e che diventa sempre più strategica. Oggi purtroppo c’è questa crisi che impedisce di sviluppare le potenzialità, speriamo che si possa risolvere, perché con i miglioramento della logistica ci si arriva rapidamente anche con dei costi molto bassi. Il nord Adriatico è l’hub ideale per per interconnettere questa parte del mondo e credo che sarà un’opportunità che sfrutteremo adeguatamente.
Circa la Puglia devo dire che quest’anno è la Regione partner e l’uva il prodotto simbolo. Si percepisce poco l’innovazione che la Puglia ha fatto perché spesso si parla di situazione di crisi e dei problemi ortofrutticoli, invece in Puglia è stato fatto un grandissimo lavoro. Ricordo che l’uva da tavola è il secondo prodotto più esportato dopo le mele, ha un ottimo potenziale e soprattutto queste nuove cultivar sono straordinarie perché con alto grado zuccherino, cioè quelle richieste dai consumatori (poi ognuno può avere le proprie idee però il mercato va in questa direzione e noi dobbiamo soddisfare le esigenze del mercato).
L’italia ha comunque una buona immagine come produttore di uva da tavola. Gli agricoltori coltivatori e le strutture commerciali hanno esperienza. C’è stato un pò in passato questa carenza di disponibilità, di varietà giuste. Adesso il panorama varietale invece molto articolato e la Puglia ha fatto passi in avanti negli ultimi anni, diciamo anche dal punto di vista qualitativo e varietale quindi ci sono tutte le condizioni perché sicuramente vi possa essere una partecipazione veramente interessante per tutti.”