REPORT, CHIANCA: PER ORA NESSUNA RETTIFICA DA COLDIRETTI. PRANDINI: IO ANCORA IN ATTESA DI ESSERE CONTATTATO PER FORNIRE DATI RICHIESTI COME CONCORDATO

Luca Chianca, autore del servizio di Report andato in onda lunedì 13 aprile e dedicato alla zootecnia lombarda ha voluto ribadire ad AGRICOLAE la sua posizione rispetto alle polemiche provocate dalla trasmissione e alla risposta di Coldiretti via Facebook riportata da AGRICOLAE.

“L’intervista ha riguardato due punti: la questione Zebù e Brasile e poi la zona del Bresciano. Io non ho parlato male degli allevatori italiani tout court, ho focalizzato l’attenzione su questi due aspetti. Il primo è il legame tra il Brasile e noi, la bresaola, dall’altra ho fatto un focus sulla provincia di Brescia. Non ho mai parlato di altro se non dell’inquinamento sulla provincia di Brescia, ho intervistato gli allevatori della zona.

Ho visto il video che ha fatto Prandini e mi sono rivisto l’intervista, ma di dati non me ne dà. Non posso tramettere quello che non ho. Alla domanda che gli ho posto secondo cui l’Ispra giudica gli allevamenti tra i maggiori fattori di inquinamento della Pianura Padana, lui mi ha risposto che non era vero e mi ha parlato di studi europei che condividono questa posizione. Non mi ha citato uno studio o il nome di uno di questi. Io gli ho parlato di Ispra e Arpa, a domanda le risposte erano generiche, anche durante l’intervista, non mi ha citato uno studio preciso. Io ho presentato uno studio dell’Università di Parma sulla zona di Brescia e su questo mi ha risposto con un fantomatico studio dell’università di Milano, ma senza riferimenti”, spiega.

“Confermo che non ho alcuna email in cui ho ricevuto dati. Durante l’intervista non mi cita di quale università si tratta, ma semplicemente che quello che sostengo non è vero, ma riferito a tutta la regione e non su Brescia. Secondo Prandini i livelli sono sotto controllo e non è cambiato molto rispetto al passato, la stessa risposta che ho ricevuto dall’assessore. Secondo questo studio generico si affermerebbe che in Lombardia i più alti livelli di inquinamento delle falde sono vicino ai centri abitativi dove mancano i depuratori. Io invece parlavo dell’Oglio, dove non ci sono né centri urbani né depuratori. In pratica confondiamo le pere con le mele”, prosegue ancora il giornalista di Report.

Su richieste di rettifica Chianca spiega che “non posso parlare del passato, parlo per me, non mi è arrivato nulla, non mi è stato girato nulla, conosco solo questo video che sta girando su Facebook. Pubblicarlo? Spetta a Sigfrido Ranucci, ma non facciamo il portalettere. Se arriva una rettifica daremo una risposta, ma alle 20 di oggi non c’è ancora nulla”.

Una delle questione sollevate è legata al montaggio effettuato che andrebbe a travisare quanto è stato detto, senza sottolineare che l’inquinamento prodotto dagli allevatori italiani è molto più basso rispetto agli altri paesi europei.

“Siamo tutti contenti e felici del Made in Italy e lo esaltiamo quando c’è da esaltarlo. Se hai una provincia, come quella di Brescia, in cui dovrebbe essere sversati 170 kg di nitrati e ce ne sono 500, si comprende che è un problema. Come al solito uno dice una cosa e l’altro capisce quello che vuole. La Regione impone un massimo di liquami per ettaro e lì ce ne sono più del triplo. Non c’è accanimento nei loro confronti, ma c’è una correlazione confermata dall’Arpa tra gli spandimenti e la presenza di PM10 nella regione. Noi abbiamo un multa a Prandini e gli ho fatto la domanda. Le guardie ecologiche hanno trovato spandimenti sul suo terreni in periodi in cui era vietato, ma non abbiamo fatto polemiche. Abbiamo solo avuto difficoltà per capire se è stata pagata. Nell’intervista non c’è alcun taglio strano, il senso è compiutamente quello, l’importante è mantenere la rappresentazione di quello che ci siamo detti. Rivendendo il pezzo, posso confermare che è estremamente veritiero. Venire accusato di non aver trasmesso quanto registrato è privo di ogni riscontro”, conclude Chianca.

“Rettifica? io a dire il vero sto ancora aspettando che rientrato dal suo viaggio in Brasile Chianca mi chiami per mettergli a disposizione – così come annunciato da lui su mia precisa richiesta su dove potevo mandarli – i dati di cui abbiamo parlato nell’intervista che dimostrano come la zootecnia italiana sia quella che ha l’incidenza più bassa rispetto agli altri paesi comunitari. In Italia la zootecnia rappresenta  il 7,2 per cento di tutte le emissioni a livello nazionale con 30 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti in Italia contro i 76 milioni di tonnellate della Francia, i 66 della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna” precisa invece il presidente di Coldiretti Ettore Prandini con AGRICOLAE. Che aggiunge: “Oltre tutto l’Italia utilizza i residui per la produzione di biogas, che è energia sosenibile. E se siamo i più sostenibili in Europa è facile anche che siamo i più sostenibili a livello mondiale”.

“Oltre alla presentazione dello studio approfondito e puntuale dell’Università di Milano – che nell’intervista era stato citato in termini di paragone rispetto a quello che secondo quanto mi era stato raccontato sarebbe invece stato prodotto dall’Università di Parma – avevo specificato come ogni azienda agricola sia tenuta a presentare un piano inerente allo smaltimento dei reflui”, prosegue. “Quando si è verificata la situazione delle finestre che ci sono state concesse nel mese di febbraio è bene ricordare che venivamo da un mese di dicembre piovoso in cui era impossibile smaltire i reflui e l’autorizzazione è stata accordata dal ministero dell’Ambiente di concerto con il ministero dell’Agricoltura. Ovviamente le regioni a loro volta potevano valutare se era una reale necessità”, continua ancora Prandini. “Sempre nell’intervista avevo ribadito che mi pareva strano come ci fosse una grande attenzione per il settore agricolo quando ci troviamo a dover smaltire, soprattutto in Emilia Romagna e in Lombardia, la quasi totalità dei fanghi prodotti a livello nazionale dai centri di depurazione che sono quelli che realmente hanno un odore acre che da particolarmente fastidio alla popolazione. Ma ovviamente di questo non se ne è fatto menzione”.

“L’intervista è stata tagliata ed è stata stravolta nel suo senso per quanto riguarda la gestione inerente lo smaltimento dei reflui zootecnici la cui informazione riteniamo debba essere doverosamente puntuale e attenta dato che più volte il comparto agricolo è stato strumentalizzato”.

“Inoltre per quanto riguarda l’ipotetica multa che mi sarebbe stata fatta, a mia precisa domanda se era stato fermato mio dipendente se c’era una fotografia o un video che ritraesse un mio mezzo agricolo – facilmente identificabile dato il nome – mi è stato risposto che questo non è avvenuto”, precisa ancora. “Ho semplicemente detto che mi sembrava strano che mi si potesse contestare una sanzione che riguardava una verifica fatta appena dieci giorni prima in un fondo chiuso a meno che non si avesse un mandato per poter verificare quanto avveniva. Infine nessun video ritraeva un mio dipendente smaltire reflui. Mi è stata mostrata una foto con un terreno agricolo con sopra dell’acqua e venivamo da una stagione piovosa. A fronte di tutto questo io non ho mai ricevuto una sanzione sulla quale avrei fatto tutte le osservazioni del caso.

Sei mesi fa nel corso di un controllo mi è stato contestata la mancanza delle protezioni tra una trincea e l’altra. Ho pagato e ho messo le protezioni richieste. Mi sembra strano che un giornalista abbia in mano uno pseudo verbale mentre io non ad oggi non ho nulla”.

“Chianca sa benissimo cosa è stato detto e come sono andate le cose”, conclude infine il presidente Coldiretti.