Sanremo: il messaggio integrale degli agricoltori. Paghiamo scelte sbagliate Ue. Non vogliamo soldi o sussidi, ma dignita coltivando il valore della terra

Questo il messaggio integrale degli agricoltori presenti a Sanremo consegnato alla Rai per la divulgazione nel corso del festival canoro:

“Gli agricoltori italiani pagano lo scotto di decisioni sbagliate non basate sulla scienza. Basti pensare a politiche comunitarie quali il green deal, la direttiva sulla qualità dell’aria o il regolamento sui fitofarmaci, fortunatamente ritirata dalla Commissione UE grazie alle nostre proteste; tutte queste politiche, a nostro avviso eccessivamente sbilanciate a favore dell’ambiente, vanno a discapito di tutta l’agricoltura italiana, con particolare riferimento alle piccole aziende. Su queste questioni pesa poi la spada di Damocle dei prezzi pagati agli agricoltori. Ricordiamo a tutti che noi non possiamo programmare il prezzo di vendita dei nostri prodotti, perché siamo sottoposti ad un mercato drogato dalle speculazioni, dove il prezzo a noi pagato è un decimo di quello che pagano i consumatori. Per questo stiamo protestando in questi giorni: chiediamo una legge chiara che garantisca la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con reciproci benefici per i produttori agricoli e per i consumatori. I prezzi pagati agli agricoltori sono fermi da trent’anni, tanto che ai consumatori alcuni prodotti arrivano a costare fino a dieci volte di più. Siamo l’unica categoria a non poterci basare sui costi di produzione a non poter applicare i costi, subendo tutti gli svantaggi del mercato e delle possibili intemperie della stagione, pur avendo costi alti e certi legati alla semina e alla produzione. Non stiamo ora a tediarvi elencandovi nel dettaglio quello che chiediamo, che abbiamo più volte spiegato alla stampa e portato all’attenzione della politica, ma vogliamo limitarci a trasmettere un messaggio molto semplice: noi agricoltori non siamo in piazza per chiedere aiuti o sussidi, ma solo per assicurarci che ci venga corrisposta la giusta remunerazione per il duro e insostituibile lavoro che svolgiamo quotidianamente, grazie al quale ogni cittadino può mangiare ogni giorno. Questo purtroppo non avviene da tempo, tanto che oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è ampiamente sottopagato, con ricavi che sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione. Protestiamo quindi per difendere la dignità di tutti gli agricoltori e per chiedere con forza che venga corrisposto il giusto alle nostre produzioni. Un Futuro all’Agricoltura e al Made in Italy. Tutto questo semplicemente perché senza agricoltura non c’è vita, non c’è sovranità alimentare, non c’è libertà; chiediamo solo la possibilità di continuare a onorare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni, che con rispetto, amore e dignità ci hanno portato a coltivare il valore della terra e di ciò che rappresenta, con il solo e unico obiettivo di lasciare un mondo migliore ai nostri figli. Concludiamo con un saluto all’Italia, alla Rai e a te Amadeus. Grazie per aver dato voce agli agricoltori nel tempio della musica italiana. Negli scorsi giorni abbiamo insistito nel voler salire noi stessi sul palco per un unico motivo: far vedere anche i nostri volti, facce pulite che rappresentano il futuro dell’agricoltura italiana e occhi appassionati di chi crede ancora che, citando Papa Francesco, non c’è umanità senza coltivazione della terra”.

Era successo ieri a Sanremo:

Sanremo, Teresa Mannino dal palco: formiche fanno agricoltura da 50 mln di anni senza rovinare niente, noi da 10mila anni e abbiamo sfinito il pianeta. Applausi. VIDEO




Sanremo, Teresa Mannino dal palco: formiche fanno agricoltura da 50 mln di anni senza rovinare niente, noi da 10mila anni e abbiamo sfinito il pianeta. Applausi. VIDEO

A Sanremo prima invitano gli agricoltori sul palco, poi ci ripensano (anche per via della provenienza di chi guida la mobilitazione). E infine si addebita loro la responsabilità della distruzione ambientale del Pianeta.

“Le formiche tagliafoglie hanno un vero e proprio sistema agricolo, come noi. Sono le uniche al mondo. Hanno grandissimi formicai dove coltivano funghi […]. Fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente, noi facciamo agricoltura solo da 10mila anni e abbiamo sfinito il pianeta”.

Così sul palco di Sanremo Teresa Mannino, la comica che ha affiancato Amadeus nel corso della terza serata del festival canoro in un passaggio del suo assolo. Frase, quella sull’agricoltura che ‘ha sfinito il pianeta’ che è stata coperta dagli applausi del pubblico di Sanremo. Dallo stesso palco dove sarebbero dovuti salire gli agricoltori che in questi giorni stanno protestando in strada per le politiche green imposte dall’Unione europea.

Proprio ieri la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge, senza voti contrari, volto a riconoscere il ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente e del territorio e ad istituire la Giornata nazionale dell’agricoltura. Un passaggio istituzionale ritenuto importante dal mondo politico e dagli operatori del settore per riconoscere il valore fondamentale del mondo dell’agricoltura.

Camera, approvato ddl agricoltore custode ambiente e Giornata nazionale agricoltura. LE REAZIONI

“Sono prontissima, perché è da una vita che mi preparo. Ma non a Sanremo, bensì a dire quello che penso, che è quello che farò anche su quel palco” aveva dichiarato qualche tempo fa Mannino.
QUI DI SEGUITO IL VIDEO INTEGRALE RAI
Agricoltori protagonisti della satira della kermesse canora condotta da Amadeus anche lo scorso anno, quando Angelo Duro ne parlò come di persone umiliate e fallite in quanto contadini

Sanremo, il palco dell’Ariston riporta l’agricoltura al Medioevo: “umiliati” e “falliti” in quanto “contadini”. “Doppiamente falliti’ se con laurea. IL VIDEO

A proposito delle formiche tagliafoglie, secondo quanto riportato da Focus, “nel corso di milioni di anni di evoluzione, le formiche tagliafoglie hanno sviluppato conoscenze e tecniche agricole più avanzate delle nostre”
“La specie umana – scrive Focus – ha consolidato l’invenzione dell’agricoltura circa 11.000 anni fa. Le formiche tagliafoglie, un nome generico che fa riferimento a diverse specie di formiche, ormai da 60 milioni di anni, coltivano nei loro nidi i funghi che usano poi come nutrimento per l’intera colonia.
Un gruppo di ricercatori dell’università di Copenaghen ha di recente pubblicato uno studio nel quale si prova a rispondere in merito alle tecniche agricole delle tagliafoglie e su come fanno a sapere quale fertilizzante usare per i loro funghi”.



Carne sintetica, PresaDiretta vola a Singapore e spiega: “mai usufruito di alcuna sovvenzione”. Su altre trasmissioni Rai non si conoscono finanziatori

“Le trasferte di PresaDiretta sono sempre state realizzate nel pieno rispetto delle regole aziendali e la trasmissione non ha mai usufruito di alcun tipo di sovvenzione”.

Così ad AGRICOLAE la redazione di Presa Diretta, programma d’inchiesta di Rai 3 fa chiarezza sciogliendo qualunque equivoco o misundertanding su come è stata prodotta la puntata girata, in parte, a Singapore a seguito di una mail inviata dalla redazione la mattina successiva alla messa in onda del programma.

Lo scorso 2 ottobre Presa Diretta ha dedicato una puntata alla carne sintetica, volando anche a Singapore, in occasione del Future Food Asia 2023, fiera dedicata anche al cibo sintetico sponsorizzata dalla multinazionale Cargill, visitando anche il centro di produzione di Good Meat,  la prima startup al mondo a essere autorizzata al commercio a Singapore del pollo a base cellulare e la Nanyang Technological University di Singapore.

Good Meat, controllata dalla azienda californiana Eat Just, durante la puntata non ha voluto rivelare né quanta carne di origine cellulare riesca  a produrre e nemmeno la composizione della parte vegetale del pollo prodotto, che corrisponde a circa il 40% del totale.

La trasmissione di Roberto Iacona a differenza di quanto accaduto in passato con altre trasmissioni di inchiesta che vendevano a ‘pacchetto chiuso’ il prodotto al Servizio pubblico (quindi senza che la Rai rendesse noto di come fossero state finanziate) non ha negato la trasparenza dei finanziamenti e ha dichiarato di non aver mai usufruito di alcuna sovvenzione.

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Zootecnia, Rai non risponde su sponsor/finanziatori di “Indovina chi viene a cena”. No trasparenza servizio pubblico su programma conduttrice vegetariana che attacca allevatori su uso improprio ormoni

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Rai, Report “difende” Nutriscore e fa melina su finanziatori. Ma la scienza dice altro

Per saperne di più su quanto emerso nel corso della puntata di PresaDiretta:

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PresaDiretta, interrogazione componenti Vigilanza a Ad Rai su incompatibilità cornice normativa e contrattuale

I componenti della Commissione Vigilanza Rai hanno firmato, capofila Giorgio Bergesio – capogruppo Lega in Commissione -, un’interrogazione all’amministratore delegato Rai per sapere “se non ritenga incompatibile con la cornice normativa e contrattuale che Presa Diretta abbia trasmesso un servizio, riguardante l’utilizzo della carne sintetica, non accompagnato da alcuna evidenza scientifica o da alcun dato che confermi la validità delle tesi esposte”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il testo:

All’Amministratore delegato della Radiotelevisione italiana RAI. Per sapere –Premesso che

durante la trasmissione televisiva “Presa diretta“, andata in onda lo scorso 2 ottobre, su Rai3, dal titolo di “Cibo sovrano, si è a lungo parlato di carne sintetica;

durante la puntata in oggetto, il conduttore Riccardo Iacona, ha affrontato un tema molto delicato come quello dell’alimentazione,del cibo Made in Italy, delle nuove frontiere della carne coltivata, della sostenibilità del nostro sistema agroalimentare e i, nonché iproblemi della filiera agricola prospettando la possibilità, controversa e attualmente vietata nel nostro paese, della produzione di carne coltivata;

l’esaltazione delle caratteristiche e delle proprietà della carne coltivata in laboratorio, della sua presunta genuinità, nonché del rispetto dell’impatto ambientale e dell’ecosistema animale, perché ottenuta senza la soppressione di animali, contrasta con i criteri di veridicità dell’informazione cui deve rigorosamente attenersi la diffusione mediante utilizzo del servizio pubblico nazionale;

si ricorda che il governo ha varato un disegno di legge che vieta categoricamente la produzione e la commercializzazione di cibo sintetico, dando così immediato seguito alle istanze di associazioni di categoria, agricoltori, Regioni e consiglieri comunali amministrazioni locali di diverso colore politico, che hanno approvato provvedimenti contro la commercializzazione di alimenti prodotti in laboratorio;

parlare di carne ottenuta in laboratorio come di un grande risultato del progresso scientifico, esaltandone presunte qualità e caratteristiche, e ipotizzandone la vendita e la commercializzazione, è un fatto che contrasta apertamente con quanto disposto dal governo italiano al fine di salvaguardare l’intera filiera nazionale e preservare la salute pubblica dai rischi connessi all’assunzione di alimenti non naturali;

ai sensi dell’articolo 6 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 8 novembre 2021, n.208, in materia di principi generali di informazione e di ulteriori compiti di pubblico servizio nel settore dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, l’attività dell’informazione radiotelevisiva è tenuta a garantire sempre «la presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti, in modo tale da favorire la libera formazione delle opinioni», ed è fatto espresso divieto di utilizzare metodologie e tecniche capaci di manipolare in maniera non riconoscibile allo spettatore il contenuto delle informazioni;

la vicenda in oggetto contrasta altresì con gli obblighi di contratto cui è soggetta la Rai, ai sensi dell’articolo 6 del Contratto di servizio 2018-2022, in materia di informazione, che impongono alla società di «improntare la propria offerta informativa ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse formazioni politiche e sociali», e di assicurare la «presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti inquadrandoli nel loro contesto, nonché l’obiettività e l’imparzialità dei dati forniti» -:

se non ritenga incompatibile con la cornice normativa e contrattuale riportata in premessa il fatto che il citato programma abbia trasmesso un servizio, riguardante l’utilizzo della carne sintetica, non accompagnato da alcuna evidenza scientifica o da alcun dato che confermi la validità delle tesi esposte.

Bergesio, Candiani, Bisa, Maccanti, Minasi, Murelli

Carne sintetica, tra segreti industriali e mancanze nutrizionali. Tutto quello che è emerso dalla puntata di Presa Diretta




Carne sintetica, tra segreti industriali e mancanze nutrizionali. Tutto quello che è emerso dalla puntata di Presa Diretta

La produzione di carne sintetica è stato il tema al centro della puntata di Presa Diretta, intitolata “Cibo Sovrano”, andata in onda lunedì 2 ottobre. Di seguito AGRICOLAE pubblica le dichiarazioni degli intervistati, nel corso delle quali traspaiono tutte le criticità di un settore che tenta di conquistare importanti fette di mercato sotto la spinta delle multinazionali dell’High Tech e dell’industria.

Di seguito gli interventi:

Carne sintetica, Zang (Cargill): investiamo su proteine coltivate per entrare nel mercato dei vegetariani

Carne sintetica, Elouafi (FAO): non ha tutti i valori nutrizionali, puo essere solo integratore. Aumenta impronta carbonio e idrica

Carne sintetica, Chen (Univ. Singapore): il siero fetale bovino per produrla costa 2mila dollari al litro

Carne sintetica, Gargioli (Tor Vergata): non sappiamo cosa ci sia in quella di Israele e Singapore, coperta da segreto

 




Rai, Report “difende” Nutriscore e fa melina su finanziatori. Ma la scienza dice altro

Nutriscore vs Nutrinform. Ennesimo attacco al Made in Italy, ma questa volta giunge dalla Rai attraverso la trasmissione Report andata in onda lunedì 15 maggio in prima serata. Il tutto finanziato con soldi pubblici.

Di seguito AGRICOLAE pubblica il link la puntata andata in onda:

https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-battaglia-delle-etichette-e20891d9-b34c-418b-a0ca-c3e8660f19ba.html

E la Rai si trincera, dopo la nota di Palazzo Chigi dietro un no comment. Sigfrido Ranucci, raggiunto da AGRICOLAE spiega di non poter parlare senza autorizzazione di Fabrizio Casinelli (ufficio stampa Rai) il quale a sua volta spiega che è lo stesso Ranucci a dover chiedere l’autorizzazione a Antonio Luca Di Bella (Direttore Approfondimento). 

Nel frattempo la Rai tace in merito ai finanziatori della trasmissione Report. Infatti da quanto si apprende alcuni servizi vengono finanziati direttamente dalla Rai, mentre altri vengono venduti a pacchetto chiuso a seguito di quanto concordato preventivamente col servizio pubblico. Nel caso della puntata andata in onda sul Nutriscore si tratta di un giornalista interno, quindi un servizio finanziato con soldi pubblici. Resta il fatto che la Rai non fornisce alcuna trasparenza in merito ad eventuali finanziatori dei servizi che vengono confezionati non direttamente dal servizio pubblico.

AGRICOLAE ha difatti inviato una mail all’Ufficio Stampa Rai per sapere “chi finanzia i servizi e le trasferte, anche estere, dei giornalisti di Report. E nel caso in cui venisse venduto il prodotto finito se il servizio pubblico abbia contezza dei finanziatori delle inchieste.”

 

Nutriscore, Palazzo Chigi: Report ha fornito una visione dei sistemi di etichettatura dei prodotti alimentari parziale e non condivisibile

 

Il servizio andato in onda di Report sembra prendere le difese del Nutriscore senza chiamare in causa i molti soggetti che finora si sono espressi sfavorevolmente sull’etichettatura francese. Nel corso del servizio ritroviamo invece interviste finanche al suo ideatore ed organi di stampa che da sempre -pare- si esprimano a favore del Nutriscore, senza alcun accenno invece ai tanti dubbi sollevati dalla stessa comunità scientifica sulla reale efficacia del Nutriscore. Tra i molti a bocciare il Nutriscore anche l’Accademia dei Georgofili. 

“Quanto è giusto sacrificare sull’altare della semplicità la correttezza scientifica? si domanda Paolo Fantozzi, coordinatore del Comitato Consultivo dei Georgofili sulle Tecnologie Alimentari.

Nutriscore, anche i Georgofili bocciano (di nuovo) l’etichetta a semaforo

“Un sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole” dichiara invece Jean-Michel Lecerf, autore di oltre 600 articoli e 400 papers e fondatore all’Istituto Pasteur di un dipartimento di nutrizione.

Nutriscore, il più grande esperto di nutrizione francese: “sistema obsoleto, parziale e anni 80 con cui produttori manipolano composizione dei loro prodotti per ottenere un punteggio più favorevole”

Il CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita), un organismo di supporto del Governo e, in particolar modo, del Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’elaborazione di linee di indirizzo scientifico, produttivo, di sicurezza sociale e di consulenza in ambito nazionale e comunitario, dichiara invece:

“Non ci sono prove che l’adozione del Nutriscore possa migliorare le conoscenze/competenze in ambito nutrizionale del consumatore o le sue scelte di acquisto in un contesto di vita reale, che possa migliorare la qualità della sua dieta e che le variazioni della sua dieta possano modificare favorevolmente lo stato di salute del consumatore.”

Nutriscore, la scienza lo boccia (di nuovo): algoritmi mutevoli e arbitrari che mettono a rischio donne incinte, vecchi e bambini. Le ricerche

Stessi risultati a cui è giunta anche una recente ricerca condotta da scienziati internazionali, tra cui italiani, spagnoli e olandesi, che ha messo in luce tutte le contraddizioni del Nutriscore che in numerose occasioni promuove cibi ultra elaborati e che, anziché promuovere modelli alimentari sani, rischia di fuorviare i consumatori portando a scelte dietetiche squilibrate. Dunque il Nutriscore – si legge nel rapporto – contraddice le intenzioni originali della Commissione Ue e soprattutto mancano reali conferme di causalità tra l’adozione di una etichettatura fronte pacco e il miglioramento della salute dei consumatori.

Di seguito AGRICOLAE pubblica i risultati della ricerca: 

https://doi.org/10.1016/j.nut.2022.111861

Nutriscore, cresce dissenso in Ue. Dopo Georgofili e comunità scientifica, si schiera anche Safe: Incongruenze e difetti, promuove cibi ultra lavorati. Meglio Nova e Siga

Era stato scritto: 

RAI SU ZOOTECNIA, RANUCCI: REPORT RISPONDERA EVENTUALMENTE NELLE SEDI ISTITUZIONALI

REPORT, CHIANCA: PER ORA NESSUNA RETTIFICA DA COLDIRETTI. PRANDINI: IO ANCORA IN ATTESA DI ESSERE CONTATTATO PER FORNIRE DATI RICHIESTI COME CONCORDATO

RAI ATTACCA ZOOTECNIA. PRANDINI: DISINFORMAZIONE PUBBLICA E SERVIZIO TAGLIATO. AGRINSIEME: INACCETTABILE. VIDEO

ZOOTECNIA, FILIERA SCRIVE A FOA: BASTA DA RAI TV DI STATO TEOREMI PRECOSTITUITI PER FARE SENSAZIONALISMO. CI SI BASI SU SCIENZA. LE LETTERE

RAI, interrogazione Lega: azienda chiarisca chi finanzia inchieste contro Made in Italy

Zootecnia, Rai non risponde su sponsor/finanziatori di “Indovina chi viene a cena”. No trasparenza servizio pubblico su programma conduttrice vegetariana che attacca allevatori su uso improprio ormoni

 

Per saperne di più: 

Nutriscore, Hercberg: sistema rigoroso e scientifico. Ma studio Ue in bilico: nessun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute

Nutriscore slitta. Picierno (Vice Presidente Parlamento Ue): Etichettatura deve essere chiara e imparziale, non può condizionare. Difendere consumatori, produttori e territori

Studio Oxford promuove Nutriscore e carne finta. Ma ricercatori sono finanziati da Gates e sono gli stessi della Dittatura alimentare Eat e Piattaforma multinazionali, di cui fa parte anche Eni. Lo studio

Nutriscore sconfitto in casa. Ok in Francia a legge vs condizionamento influencer. Bocciato divieto pubblicità prodotti classificati D e E per non ‘influenzare’ i consumatori

Ecco il Nutriscore versione Usa. La Food and Drug Administration (FDA) si basa su percentuale quotidiana e promuove olio d’oliva

Nutriscore accantonato, Ue punta a ibrido modello Usa-Australia. Ma produttori lo utilizzano solo se punteggio è positivo (come in Francia). Nonostante non ci siano prove che migliori scelte consumatori, Nestlè lo adotterà per il suo report annuale

Nutriscore, i grandi marchi lo utilizzano ma solo se punteggio è buono. La ‘E’ presente solo sull’1% dei prodotti etichettati

Nutriscore e Nutrinform superati: alimento semplice è quello salutare. I sistemi NOVA e SIGA che restituiscono dignità a carne, latte e uova

Efsa, a guidare scelte consumatori al primo posto il costo, poi il gusto e l’origine. Agli ultimi posti Clima e Ambiente. Ecco la ricerca

Nutriscore, Ue promuove sistema superato da Nova e Siga e boccia Nutrinform. Lo studio e le prime reazioni

Nutriscore, Claire Bury (Dg Sante): Commissione Ue non lo proporrà, stiamo valutando altri schemi etichetta. Non possiamo polarizzare il dibattito. VIDEO

Nutriscore a fine corsa, associazione consumatori francesi e Hercberg accusano l’Italia, Draghi, la Destra, Confagricoltura e Copa-Cogeca, ‘lobby degli agricoltori Ue’

Nutriscore, Hercberg attacca Salvini e Meloni: Partiti di estrema destra, un cocktail di demagogia e volgarità. Nel mirino anche Coldiretti, Confagricoltura, Federalimentare e Ferrero. Mentre McDonald ottiene il massimo dei voti

 

 

 




Zootecnia, Rai non risponde su sponsor/finanziatori di “Indovina chi viene a cena”. No trasparenza servizio pubblico su programma conduttrice vegetariana che attacca allevatori su uso improprio ormoni

Nuovo giro di giostra per il programma di approfondimento di RaiTre “Indovina chi viene a cena” e nuovo attacco diretto nei confronti della zootecnia italiana, quella che risulta tra le più virtuose al mondo sia dal punto di vista dei controlli di sicurezza alimentare, sia per quanto riguarda le emissioni in atmosfera – contribuisce solo al 4% rispetto al già basso dato europeo del 7%.

AGRICOLAE ha interpellato la Rai per chiedere quali siano gli sponsor e i finanziatori della trasmissione televisiva del servizio pubblico, ma l’azienda non ha risposto alla domanda in merito alla questione relativa alla trasparenza.

La prima puntata viene presentata sul social ufficiale della trasmissione presentando chi attualmente contribuisce all’economia del nostro paese, alla sua indipendenza alimentare e al controllo del territorio come “chi pensa di sfruttare risorse e animali come se fosse un pianeta di nostra proprietà (e dei soliti noti che ci guadagnano)” sottolineando come serva “consapevolezza” sull’argomento.

Del resto è facile puntare l’indice sul settore primario, più debole dal punto di vista di attività di lobbying, che indagare sull’industria dei combustibili, responsabili per l’80% dell’inquinamento del pianeta.

Il sistema di “Carbon footprint”, il calcolatore dell’impatto di ciascuno di noi sull’ambiente, fu creato di sana pianta nei primi anni 2000 proprio dietro all’input dei produttori di carburanti fossili. Spostando di fatto l’attenzione verso le responsabilità personali piuttosto che concentrarle su chi inquina di più.

Inoltre appena due giorni fa la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo (Comagri) ha bocciato a larghissima maggioranza la proposta della Commissione Ue di revisione della direttiva sulle emissioni industriali che avrebbe attribuito la denominazione di “impianti industriali” alle strutture di agricoltura familiare, ponendo le stalle sullo stesso livello degli impianti che estraggono carbone o producono prodotti chimici.

Eppure proprio gli allevatori, sempre di più, vengono additati come inquinatori. La nuova puntata del programma di Sabrina Giannini – che nell’intervento di presentazione durante il programma “Rebus” di Corrado Augias si è dichiarata vegetariana – dedica la prima puntata su ambiente, animali e modelli alimentari sostenibili.

In un servizio viene presentato il progetto TransFarmer, che ha coinvolto 120 allevatori svizzeri che hanno riconvertito i loro allevamenti in fattorie dove “hanno deciso di non mungere più le loro vacche, di non separare i vitelli dalle madri, di non macellarle più dopo i primi parti o quando diventano improduttive. Così stanno facendo anche gli allevatori di suini e galline ovaiole”,

(https://fb.watch/kaawDn7EP0/).

Non viene spiegato quale sia il modello di sostenibilità economica ma viene sottolineato che “dire che è sbagliato è chi ha fatto parte di quel sistema, cioè gli allevatori, allora cominciano ad avere paura”.

Proprio lo scorso 25 settembre tutti i cittadini svizzeri sono stati chiamati ad un referendum. L’iniziativa popolare chiedeva di inserire nella Costituzione svizzera la tutela della dignità del bestiame e il divieto di allevamenti intensivi ed è stata chiaramente respinta alle urne. Per la maggioranza dell’elettorato, la legge attuale già garantisce un’adeguata protezione degli animali. La proposta avanzata da associazioni antispeciste e animaliste è stata respinta dal 62,9% dell’elettorato. È stata anche bocciata da quasi tutti i Cantoni.

 

In un secondo servizio (https://fb.watch/kaa_D5LX_2/) viene invece riproposto una inchiesta risalente al 2017 dalle ONG Animal Welfare Foundation (AWF) e Tierschutzbund Zürich (TSB) e riportata dall’associazione animalista CIWF Italia, in cui viene raccontato come alle cavalle gravide venga prelevato in grandi quantità il sangue che sarà poi utilizzato per produrre il Pregnant Mare Serum Gonadotropin (PMSG), un ormone usato negli allevamenti di suini per provocare l’estro nelle scrofe.

La Ciclogonina è il nome commerciale di un farmaco, soggetto a prescrizione veterinaria non ripetibile, usato per curare l’ Ipoplasia ovarica, l’anaestro da infantilismo genitale e le ovaie atresiche di Bovine, Cavalle, Scrofe, Pecore, Capre e cagne. Viene anche usato per la sincronizzazione degli estri.

Altri farmaci che usano il medesimo principio attivo sono il Crono-Gest (usato nelle spugnette per sincronizzare le pecore), il Syncrostim, il Fixplan e altri. Diversi allevamenti ricorrono alla pratica della sincronizzazione dei calori con gonadotropine o progestinici per avviare alla riproduzione gruppi omogenei di scrofette da rimonta (circa il 35% delle scrofe dell’allevamento), mentre non è diffuso l’uso di queste sostanze ormonali per le scrofe che hanno già partorito almeno una volta. Si tratta di un ormone che viene prodotto dall’embrione nelle primissime fasi della gravidanza, e serve a non far regredire il corpo luteo, che rimane come Corpo Lutei Gravidico e produce il progesterone indispensabile per mantenere la gravidanza. E’ l’ormone utilizzato dai più comuni test di gravidanza nella donna.

Intanto sulla Rai si addensano nubi sul piano industriale e su altre vicende, come ha sottolineato il senatore Maurizio Gasparri in un comunicato in cui viene sottolineata la necessità di garantire l’operatività del Servizi Pubblico e quella di una strategia pluriennale: “Il grave ritardo sul piano industriale e tante altre vicende che sono emerse anche oggi nella prima audizione della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, giustamente dedicata al ministro Adolfo Urso che dovrà avviare le procedure per il rinnovo del contratto di servizio, hanno confermato la opportunità di un rapido avvicendamento al vertice operativo della Rai. Capisco che ciascuno abbia a cura il proprio futuro, ma serve garantire operatività e soprattutto capacità di prospettiva alla Rai. Che, con un nuovo Parlamento e un nuovo governo, deve impostare una strategia pluriennale. Che, in questa fase, non può essere elaborata. La Rai deve pensare al suo futuro”.

Il 12 aprile del 2023, l’Accademia dei Georgofili citava quanto scritto da Jeremy Rifkin economista americano esperto di energia e autore del best seller  “La terza Rivoluzione industriale”.

In diversi articoli, nella fattispecie quello intitolato “Rivoluzione vegetariana” e citato da Vegan 3000, Rifkin scrive nero su bianco: “penso che ce la faremo a dimostrare che l’agricoltura è la prima causa del riscaldamento globale. Al momento attuale sia l’Onu che la Fao affermano che sia la causa numero due, ma se ci diamo da fare a mettere insieme tutti i fattori collegati all’agricoltura potremo dimostrare che sia il numero uno” definendo l’agricoltura un “flagello mondiale”.

 




Ippica, la Rai risponde sul palinsesto: sempre considerato importante il settore dell’Equitazione

La Rai risponde a Alberto Barachini, Presidente della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, a seguito della lettera che Michele Anzaldi, segretario della Commissione di vigilanza, aveva inviato alla televisione di stato sull’assenza del settore ippico nei palinsesti:

“Gentile Presidente,

con riferimento a quanto segnalato da alcune associazioni e personalità del settore ippico a tutti i componenti della Commissione di Vigilanza Rai lo scorso 10 febbraio 2022 (come di seguito riportato in calce), in particolare riguardo alla scarsa attenzione nei palinsesti Rai nei confronti del settore ippico ed equestre e chiedendo di sottoporre la questione alle strutture competenti dell’Azienda al fine di effettuare le opportune valutazioni, riscontriamo quanto segue.

La Rai storicamente si impegna a rappresentare e diffondere al pubblico ogni disciplina sportiva; fra queste ha sempre considerato importante il settore dell’Equitazione, contribuendo alla sua diffusione.

Si voglia tener conto, ad esempio, degli Eventi trasmessi nei palinsesti Rai dal 2019 ad oggi, sia per l’ippica sia per gli sport equestri – considerata la situazione pandemica che non ha certo agevolato le manifestazioni – fra i quali si annoverano i più prestigiosi in ambito nazionale ed internazionale. Alcuni di questi sono anche sempre disponibili on demand sulla piattaforma Rai Play (diritti permettendo), come facilmente verificabile.

Per citarne i più noti, nelle diverse specialità: Gran Premio Lotteria Agnano; Piazza di Siena (diffuso su rete generalista); Gran Premio di Merano; Campionato Europeo del Trotto; Derby Italiano del Galoppo, al Derby Italiano del Trotto; Prix d’Amerique; Campionato Europeo di Salto, oltre ai prestigiosi The Royal Ascot e L’Arc de Triomphe.

La Rai, ed in particolare la Direzione Rai Sport, ha sempre dimostrato adeguata attenzione al mondo dell’Equitazione, così come fa e continuerà a fare sulla quasi totalità delle numerose discipline diffuse nel Paese.

Infine, a mero titolo informativo, è in programma nei prossimi giorni un incontro tra il Direttore di Rai Sport e il Presidente della FISE”.

Così la risposta di Luca Mazzà, Direttore Direzione Relazioni Istituzionali e Responsabile del Canale Istituzionale nell’ambito della Testata Rai Parlamento




Farinetti, Anzaldi: colpa della Rai. O in tanti non hanno fatto loro lavoro o è stata una super marchetta

“Purtroppo è la Rai. Lui fa il suo lavoro. Tutti gli opinionisti giornalisti sono pagati, molto probabilmente Farinetti non lo è e quindi fa gli affari suoi e se il conduttore non lo argina fa l’imprenditore”.

Così il segretario della commissione di vigilanza Michele Anzaldi ad AGRICOLAE in merito alla puntata di Restart del 10 novembre su RaiDue nel corso della quale Oscar Farinetti ha menzionato per due volte la sua nuova azienda che evoca, nel nome, Greenpeace.

“La colpa è della Rai. Probabilmente lo hanno anche ringraziato per l’ospitata. O sono in tanti che non hanno fatto il loro oppure è stato un supermarchettone della rete pubblica”, conclude.




Farinetti difende Italian Sounding e ‘pubblicizza’ su RAI sua Green Pea. Greenpeace: invece che imitarci si dedichi a crisi climatica. Anzaldi: da rete pubblica incompetenza o supermarchetta

La differenza fonetica è quella di una “S” finale, da Green Pea a Greenpeace. Questa l’azienda sulla sostenibilità che Natale Farinetti (detto Oscar), menziona (facendo automaticamente pubblicità) sulla rete pubblica Rai2 nel corso di Restart usando il tema della sostenibilità. Per due volte infatti Farinetti (fondatore già di Eataly che secondo alcuni parlamentari imita foneticamente il Made in Italy) cita la nuova azienda che vede presidente Cda Francesco Farinetti, e tra i consiglieri Nicola Farinetti, Andrea Farinetti e altri tre nomi.

L’azienda, si legge sul sito https://www.greenpea.com/cosa/ , si occupa di prodotti all’insegna della sostenibilità: “Da noi trovi prodotti belli e bellissimi a basso impatto sull’ambiente – di alta qualità, Made in Italy e dal mondo – esperienze, eventi e tutti i servizi necessari per vivere Green. In pratica, hai a disposizione 66 negozi, un museo, 3 luoghi di ristorazione, una piscina, una spa e un club dedicato all’ozio creativo. In totale, 72 luoghi in cui il Rispetto da dovere diventa piacere”.

Una ‘evocazione’ che non è piaciuta a GreenPeace. “In un mondo dominato dal greenwashing l’uso di assonanze di questo tipo (non è il primo caso) non ci sorprende. Ci piacerebbe che più che ispirarsi ai nomi di chi, come Greenpeace, si dedica da sempre alla difesa dell’ambiente, tali soggetti realizzassero tutte le azioni necessarie per risolvere, in particolare, la gravissima crisi climatica”, spiega ad AGRICOLAE alla domanda se ritenga opportuno che qualcuno evochi il nome della Onlus e automaticamente sfrutti con la stessa politica commerciale dell’italian Sounding il lavoro no profit fatto negli anni dall’organizzazione no profit per generare profitto personale.

Greenpeace è impegnata perché tale agenda venga adottata e rispettata da governi e aziende”, ribadiscono dalla No Profit.

Il fondatore di Eataly che vende Made in Italy e di GreenPea che vende Sostenibilità, aveva difeso l’Italian sounding. E sul Prosek, da Restart di Rai2 del 10 novembre, aveva dichiarato:

“Non è Italian sounding. Non c’entra niente. Questi signori sono migliaia di anni che fanno quel vino e sono secoli che lo chiamano Prosek. Ed è un vino completamente diverso dal nostro. E tenete presente che se qualcuno parla male del Prosecco gli faccio male. Il Prosecco ci rappresenta nel mondo.

Questa è cattiva informazione. Bisogna guardare al mondo. Il miglior modo per essere sciovinisti è non essere sciovinisti e il nostro è un Paese di sciovinisti. E lo dice uno che ha alzato il sederino ed è andato nel mondo a vendere le cose, non lo dice solo in televisione o nei convegni.

Questi signori dalmati a cui va tutto il mio rispetto sono migliaia di anni che fanno questo prodotto, sono disponibilissimi a scriverci sotto Prosek Dalmata, lo chiamano Prosek da prima che noi chiamassimo Prosecco il nostro vino. E’ una storia di nicchia di un paesino e noi andiamo a fare Golia. Veramente non è un problema”.

Farinetti aveva poi messo in discussione i dati per cui sarebbero 100 milioni e (viene poi corretto dalla conduttrice che ricorda che sono ‘miliardi’) il valore dell’Italian Sounding nel mondo. “chi lo ha detto?”, insiste il fondatore di Eataly. “E’ normale che ci imitano, perché siamo i più bravi al mondo grazie alle persone che sono venute prima di noi che non si occupavano di stupidaggini come il Prosek. Ho trovato nel mondo, un salame calabrese fatto da calabresi che è più buono del nostro. Ci sono nel mondo milioni di italiani che sono stati accolti da altri paesi dove producono il cibo più buono al mondo”.

E aveva ribadito: “mentre noi facciamo i poliziotti esportiamo la metà della Francia, meno della Germania. Noi con i nostri 800 prodotti tutti fighi esportiamo la meta di quello che potremmo. Quando sono andato in Canada, meno male che avevamo fatto un accordo importante. Sono quattro contadini. Io sono stato là. Il Prosek è un vino costoso dalla lunga tradizione che è tutta un’altra storia e che costa dieci volte il Prosecco. Questi contadini, strepitosi, meravigliosi bravissimi non vedono l’ora di scrivere Dalmata sotto al Prosek”.

Farinetti aveva detto la sua anche sulla zootecnia e sulla questione per cui, secondo alcuni, occorre diminuire i prodotti a base di proteine animali per ridurre l’inquinamento. “l numeri mondiali dicono che l’agricoltura inquina tanto perché gli allevamenti o di bovini mandano metano che è dieci volte più inquinante. Noi in Italia non abbiamo allevamenti intensivi come il resto del mondo ma non è il Paese degli allevamenti intensivi. Secondo me il nostro futuro è questo: dobbiamo fare un’agricoltura di altissimo livello per venderla nel mondo. E io ho detto di no quando mi hanno chiesto di fare il ministro dell’Agricoltura. Io fare l’Italia prima penisola Bio al mondo. Nel vino fra cinque o due anni saremo tutti Bio”. 

Poi sulla questione della farina di insetti a tavola approvata dalla Commissione europea. “Io ho mangiato scarafaggi, sono buoni, sono ottimi. D’altronde noi mangiamo cose ancora più mostruose come gli scampi. E’ questione di cultura. Il problema che se tutto il mondo si mettesse a mangiare carne come noi e il nord del mondo non basterebbero sette pianeti. Dobbiamo dare il buon esempio. Con una gran pasta artigianale si arriva al 15 per cento di proteine”.

“Visto che abbiamo toccato il tema della sostenibilità sono dieci anni che lo studio e ho fatto Green Pea. Siamo sull’orlo del burrone, la politica fa bal bla bla e di questo passo fra quattro generazioni noi non ci siamo più. All’ingresso di Green Pea c’è un cartello dove ci sono tutti gli eventi climatici. Noi italiani siamo già i più bravi.

Il commento:

Farinetti, Anzaldi: colpa della Rai. O in tanti non hanno fatto loro lavoro o è stata una super marchetta

Era stato scritto:

Prosek, Farinetti: anche Zaia dice che non è un problema, fa scena. Chiamano loro vino Prosek da prima di noi e costa 10 volte tanto

Prosek, Zaia a Farinetti: a uomo delle identità spiego valenza identitaria e rischio del precedente

Zootecnia, ministro e filiera: stop fake news. E Farinetti attacca carne e difende vermi a tavola e Prosek. Ma per Ue nostra agricoltura inquina 7%

Farinetti, Caselli: basta fake news e propaganda che minano processo sostenibile. Si studi: i dati dicono altro

Farinetti, Vallardi: AAA cercasi visibilità. Ma provi a vendere Prosek e vermi e ricordi come Eataly scimmiotti Made in Italy

Prosecco e zootecnia, Caretta, Fdi: fake news di Farinetti sono un’offesa a Made in Italy che sua azienda ‘evoca’




Zootecnia, Prandini: disinformazione prevale su dati reali. In gioco dignità lavoratori e pilastro economico del Paese

“La zootecnia italiana è la più sostenibile al mondo ma come spesso accade prevale la disinformazione. Occorre far sì che l’informazione sul settore Primario corrisponda alla realtà dei dati così da fornire elementi corretti ai consumatori. In gioco non c’è solo la dignità di tutti coloro che lavorano in agricoltura, ma anche uno dei maggiori pilastri economici del nostro Paese”.

Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in merito al caso Rai che si è generato in seguito ad alcune dichiarazioni nel corso di CartaBianca da parte di Bianca Berlinguer – che ha in seguito chiesto scusa – secondo la quale gli allevatori italiani usano sicuramente ormoni.

“Tutto l’agroalimentare, grazie al suo indotto e alle eccellenze Igp e Dop, farà la differenza nella fase di ripartenza”, conclude.




Zootecnia, Giansanti: apriamo confronto basato su corretta informazione

“Apriamo un confronto basato sulla corretta informazione, su ciò che il comparto sta facendo per continuare a garantire sicurezza, salubrità e alta qualità delle produzioni, nel rispetto delle regole di sostenibilità e del benessere animale”.

Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in merito al caso Rai generato dalle dichiarazioni di Bianca Berlinguer – seguite dalle scuse – sulla presenza di antibiotici e di ormoni nella carne.

“Non possiamo continuare a subire attacchi mediatici per un settore che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy agroalimentare nel mondo”, prosegue.

“Le imprese agricole italiane sono fortemente impegnate in un modello produttivo che nulla ha a che vedere con alcuni casi – da condannare- presi ad esempio di metodo di allevamento. Distruggere l’agricoltura italiana significa distruggere la nostra storia, la nostra economia, le imprese e i lavoratori che rendono il cibo italiano eccellenza mondiale”.




Zootecnia, Anzaldi: Rai ponga rimedio a dichiarazioni Berlinguer. E allevatori e associazioni categoria chiedano danni

“Sarebbe doveroso che l’azienda corresse subito a ripari con trasmissioni riparatrici e mi auguro che allevatori e associazioni di categorie chiedano i danni alla Rai”.

Così Michele Anzaldi, segretario della commissione Vigilanza Rai in quota Italia Viva in merito alle dichiarazioni di Bianca Berlinguer, nel corso della trasmissione CartaBianca, secondo cui “gli allevamenti zootecnici italiani usano, sono sicura, gli ormoni, nonostante illegali”.

Zootecnia, Rai ‘attacca’ settore. Berlinguer a CartaBianca: “ormoni ufficialmente vietati ma sicura che somministrati”. Scoppia il caso e poi chiede scusa. VIDEO




Zootecnia, Cillis, M5S: su dichiarazioni Berlinguer chiederemo lumi in Commissione Vigilanza Rai. A disposizione per chiarire le idee dati alla mano

“Il settore zootecnico italiano, in tutti i suoi aspetti, è tra i più controllati al mondo grazie alla Sanità Animale che vigila sul rispetto dei regolamenti e delle normative garantendo la salubrità dei nostri prodotti. Sparare nel mucchio, con attacchi generalizzati, provoca solo smarrimento tra i consumatori quando, invece, i rigidi controlli effettuati sul nostro territorio ci permettono di raggiungere risultati impensabili per altri Paesi, con elevati standard di qualità dei prodotti.

Così Luciano Cillis, deputato M5S, in merito alla dichiarazione fatta da Bianca Berlinguer nel corso di CartaBianca in cui si è detta convinta che la zootecnia italiana utilizza ormoni fuorilegge: “sono ufficialmente vietati ma sicuramente somministrati. Sono illegali ma sono sicura che molti dei polli che mangiamo sono belli imbottiti di ormoni”.

Abbiamo introdotto per norma il Sistema Nazionale di Qualità per aumentare la sostenibilità e il benessere animale nel comparto zootecnico nazionale, il quale farà la sua parte nella transizione ecologica, modificando laddove possibile i propri processi produttivi, ma che merita tutela e valorizzazione e non demonizzazione generalizzata.

Chiederò lumi in Commissione di Vigilanza Rai sulle affermazioni andate in onda a Cartabianca. Con i colleghi M5S della Commissione Agricoltura della Camera siamo a disposizione, con dati alla mano, per un approfondimento che riguardi i temi del comparto primario”.

Zootecnia, Rai ‘attacca’ settore. Berlinguer a CartaBianca: “ormoni ufficialmente vietati ma sicura che somministrati”. Scoppia il caso e poi chiede scusa. VIDEO




Zootecnia, Rai ‘attacca’ settore. Berlinguer a CartaBianca: “ormoni ufficialmente vietati ma sicura che somministrati”. Scoppia il caso e poi chiede scusa. VIDEO

Ancora associazione con gli allevamenti e la diffusione di virus. CartaBianca manda in onda un servizio su un allevamento irregolare e Bianca Berlinguer – parlando di allevamenti intensivi – dice, a proposito degli ormoni: “sono ufficialmente vietati ma sicuramente somministrati. Sono illegali ma sono sicura che molti dei polli che mangiamo sono belli imbottiti di ormoni”.

In sostanza è come se la Berlinguer, dalla televisione pubblica, dicesse che tutte le aziende zootecniche italiane sono fuorilegge e compiono reati.

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Zootecnia, Centinaio (Mipaaf): Berlinguer si scusi per aver dato dei criminali a nostri allevatori

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Zootecnia, Forlini, Unaitalia: non bastano scuse Berlinguer, stanchi di affermazioni populiste e prive di fondamento

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