Semi, produttori che acquistano da grandi ditte sementiere non più costretti a vendere ai distributori scelti dai breeder. LA SENTENZA

I produttori di varietà ortofrutticole acquistate dalle grandi ditte sementiere non possono essere costretti a vendere ai distributori scelti dai breeder. Lo ha sancito una sentenza epocale della Corte di Cassazione, la numero 9429 dello scorso 9 aprile 2024.

La decisione, che chiude una questione giudiziaria annosa tra lazienda agricola Miglionico Angela di Altamura , in provincia di Bari, e il colosso californiano Sunworld, leader mondiale nel settore delle sementi, pone una pietra miliare nel rapporto tra i grandi breeder e gli agricoltori.

Dopo tre gradi di giudizio e lomologa vicenda processuale tra Eurosemillas e Nadorcott per i diritti sulla varietà di clementina Tango, i produttori di uva da tavola pugliese tirano il fiato.

Bisogna tenere a mente, però, che questa sentenza si muove sul filo del rasoio di equilibri di mercato delicati dal momento che, da un lato, la presenza in Italia dei breeder internazionali è importante per il settore produttivo perché assicurano la realizzazione di volumi che le varietà i produttori di varietà italiane (nel settore delluva, ad esempio, le realtà pugliesi Grape&Grape, Nuvaut e Italian Variety Club) ancora non possono garantire.

Allo stesso tempo, allindomani della sentenza, si inizia a riflettere anche sulla necessità di salvaguardare i club di prodotto, una forma di aggregazione tra imprese finalizzata alla creazione di un prodotto specifico destinato ad un mercato specifico che sono uno dei pochi strumenti sul piatto in grado di garantire un equa remunerazione agli agricoltori.

Il processo – La vicenda giudiziaria tra la Sunworld e lazienda agricola Miglionico nasce nel 2016. Il produttore, che aveva la licenza di produrre luva Sugar 19 Sunworld, si ritrova un raccolto danneggiato a causa di unannata climatica sfavorevole. Il distributore autorizzato dalla major californiana, gruppo Di Donna Trade Srl, non accetta lintera partita di uva danneggiata e lagricoltore, per non rimanere a secco, lo vende ad un altro distributore, non autorizzato dalla sementiera: Gianni Stea Import Export Srl, peraltro marito della signora Angela Miglionico nonché assessore allambiente della Regione Puglia.

Poiché non si rivolge ad un distributore autorizzato, Sunworld avvia un procedimento arbitrale contro lazienda agricola per inadempimento contrattiuale. Il lodo finale gli dà ragione e la Miglionico è costretta ad espiantare i vitigni Sunworld dai suoi campi.

Il lodo viene impugnato dallazienda agricola, prima in corte dAppello di Milano, che sostanzialmente conferma la decisione della commissione arbitrale, e poi dinnanzi alla Cassazione che, invece, due giorni fa, ha ribaltato la situazione.

Il giudice supremo – spiega ad AGRICOLAE Francesco Costantino, avvocato cassazionista che ha assistito lazienda agricola Miglionico ha sancito il principio che il diritto di privativa sul materiale vegetale in capo alla Sunworld riguarda solo il materiale vegetale da impiantare ed il produttore è tenuto a rispettare il contenuto contrattuale sulle modalità di produzione. Nessun vincolo può, invece essere imposto allagricoltore sulla scelta dei canali distributivi. Questo significa che quando il prodotto viene a esistenza, il diritto di privativa non c’è più e non si può parlare di affitto di frutto, come previsto nel contratto oggetto del contendere. Il prodotto venuto ad esistenza segue una vita propria.

La Cassazione, inoltre, dopo avere accolto la richiesta della signora Miglionico, ha rinviato la causa al riesame da parte della Corte di Appello di Milano che dovrà rivedere nel merito la propria decisione sulla base del principio sancito dalla Suprema Corte.

Una sentenza storica – Il nuovo processo dovrà essere riaperto entro tre mesi e ci vorranno tra i due e i tre anni perché possa arrivare a conclusione e dare alla Miglionico la possibilità di richiedere eventualmente i danni derivati dallespianto di un intero campo di circa due ettari.

Si tratta di una svolta considerata epocale nei rapporti tra breeder e agricoltori che avrà ricadute immediate, peraltro, su tante cause analoghe ancora pendenti e quindi su tutto il settore ortofrutticolo.

È una sentenza storica – afferma ad AGRICOLAE Donato Fanelli, presidente della Commissione Uva da Tavola (CUT) istituita nel quadro dellorganizzazione interprofessionale -, ma va valutata con attenzione perché non deve portare ad interrompere il dialogo tra breeder e produttori che non ha senso che vadano in conflitto perché sono dalla stessa parte quando lobiettivo è quello di creare valore sul territorio. In questo senso, la Commissione Uva da Tavola ben può rappresentare il tavolo attorno al quale questo dialogo si possa svolgere.

La questione delle varietà club – La sentenza potrebbe porre dei dubbi in relazione ai club di prodotto, una forma di aggregazione tra imprese finalizzata alla creazione di un prodotto specifico destinato ad un mercato specifico.Attualmente sono uno dei pochi strumenti a disposizione dei produttori in grado di garantire loro unequa remunerazione. Nei club di prodotto, le varietà acquistate vengono tutelate da un brand commerciale che funge da marchio ombrelloe che serve a distinguere quel dato prodotto da altri simili. Si pensi al caso di successo della mela Pink Lady.

I club di prodotto non vengono messi in discussione e possono continuare la loro attività legittimamente – afferma Gualtiero Roveda, consulente legale di Fruit Imprese, associazione indipendente nazionale di imprese ortofrutticole – dal momento che si basano su altri tipi di contratto, altri accordi tra privati, che non vengono toccati dal disposto di questa sentenza.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la sentenza:

SENTENZA CORTE CASSAZIONE (005)

Mariangela Latella

Era già stato scritto:

Governo si avvale della Golden Power: ecco decreto firmato da Draghi e Patuanelli. Stop ad acquisizione Syngenta cinese di Verisem

Mentre Ue discute di latte di piselli, burger vegetali, Farm to Fork e taglia la Pac, la Cina, dopo la terra e la chimica, vuole i semi. Focus Africa




Olio: Assoproli, regione Puglia si attivi per calamità naturale a causa della siccità

La Regione Puglia non perda un minuto di tempo, come accaduto in qualche occasione in passato, nel fare sopralluoghi e avviare l’iter per la richiesta di calamità naturale a seguito della siccità che ha seriamente danneggiato la produzione olivicola di quest’anno.

È quanto chiedono i 20 Presidenti delle Cooperative aderenti alla OP Assoproli Bari, riunitisi ad Andria per fare il punto della situazione a pochi giorni dall’avvio della campagna olivicola.

In tutta la Puglia, infatti, a causa del grande caldo e della siccità di questi mesi, la produzione di olive sarà ben inferiore alle attese.

Per questo motivo, Assoproli Bari ha chiesto con una lettera all’assessore Pentassuglia un incontro urgente per individuare misure immediate per sostenere le aziende colpite da costi di gestione elevatissimi e riduzione della produzione  e l’istituzione di tavolo tecnico di consultazione sugli interventi non più procrastinabili per dotare le nostre campagne di infrastrutture irrigue all’altezza della nostra agricoltura evitando che si continui a sperperare risorse preziosa come acqua.

“Ci aspettiamo la massima attenzione delle istituzioni regionali considerando quello che l’olivicoltura pugliese rappresenta per territorio, economia e ambiente – spiega il Presidente di Assoproli Bari, Pasquale Mastrandrea -. Assistiamo ogni giorno alla fuga dai campi perché qui in Puglia non ci sono condizioni per fare impresa, occorre quindi un deciso e immediato cambio di passo, per questo contiamo sull’attenzione e sensibilità dell’assessore Pentassuglia”.




PROTESTA PUGLIA, EMILIANO INCONTRA GILET ARANCIONI: REGIONE CONCENTRATA SU PROBLEMI AGRICOLTURA. AL VIA TAVOLO COORDINAMENTO

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha incontrato oggi una delegazione del movimento Gilet arancioni e dei sindacati che hanno manifestato in piazza per le vertenze relative all’agricoltura pugliese.

Si è deciso di creare presso la Presidenza della Regione Puglia il coordinamento delle componenti del mondo agricolo al fine di affrontare unitariamente le questioni relative a gelate, xylella, politiche comunitarie e Psr.

Emiliano ha confermato che “Oggi ci siamo chiariti; perché questo dell’agricoltura è un mondo molto complesso e sofferente. Stiamo subendo una congiuntura drammatica,  dove alle minacce derivanti dalla xylella, questo mostro che viene dal Sudamerica e che ci ha colpito alle spalle, si è sommato il dramma dei cambiamenti climatici.

Abbiamo avuto dei momenti di siccità, quando avrebbe dovuto piovere; e per la prima volta a memoria di agricoltore ci sono state delle gelate che – come è noto – sono il nemico principale dell’ulivo assieme all’eccesso di acqua. Perché mentre l’ulivo resiste bene alla siccità, non regge né l’eccesso di pioggia né il freddo. Questo ha reso improduttivi gli ulivi: quindi c’è stata una tempesta perfetta, che deve essere risolta da un immediato decreto legge del Governo che consenta quantomeno quei provvedimenti analoghi alle calamità naturali. Purtroppo in questo momento, specie per le gelate, questi provvedimenti non sono possibili per legge, perché essendo queste  materie assicurabili non è possibile attivare le provvidenze e la dichiarazione dello stato di calamità.

Però all’epoca in cui è stata rilevata questa gelata – perché non è stato rilevato immediatamente l’effetto della gelata – non erano ancora stati emessi dal Governo quei provvedimenti prodromici per poter chiedere e fare le assicurazioni. Insomma, un serpente che si morde la coda. Va trovata immediatamente una soluzione.

Gli agricoltori pugliesi stasera hanno avuto la consapevolezza che non solo il Presidente, ma tutta la Regione e i suoi uffici, sono concentrati in questa lotta. È una lotta difficile perché al Nord come al solito, quando succede qualche cosa a loro, sono sempre pronti a intervenire immediatamente come è successo per esempio per le calamità naturali di tipo idrogeologico in Veneto. Mentre quando invece siamo noi a chiedere delle cose, tutto diventa più complicato. Però sono certo che il ministro Centinaio dopo la manifestazione di oggi abbia ben capito con chi ha a che fare”.

Link video:

http://rpu.gl/pYtB9




XYLELLA, GADDA, PD A EMILIANO: IL PROBLEMA SONO I RITARDI E LA CATTIVA INFORMAZIONE

Parla di “cattiva informazione” Maria Chiara Gadda, Pd. E chiede se si è proceduto con i dissequestri. “C’è un tema di responsabilità diffuse perché il tema è quello dei ritardi con cui si è agito”, spiega. “Il tema degli abbattimenti è molto controverso e il rapporto con la scienza è complicato”. Il piano Silletti “attuava quanto richiesto dall’Europa e prevedeva abbattimenti, poi è stato fermato dalla magistratura”. “Come mai non è stato mai chiesto il dissequestro? Chi amministra sul territorio ha costantemente la sensazione di solitudine ma i governi che si sono succeduti dal 2013 in poi hanno avuto un rulo rilevante definendo un piano di contrasto stanziando dieci milioni di euro legati agli abbattimenti. Questi dieci milioni sono stati utilizzati? Come?




XYLELLA, L’ABBATE, M5S, A EMILIANO: DELUSO, MI ASPETTAVO UN MEA CULPA. LEI PARLAVA DI SHOA

“Devo ammettere grande delusione”, replica Giuseppe L’Abbate, M5S parlando di ‘mistificazione dei fatti’. “Lei presidente – dice rivolgendosi ad Emiliano audito in commissione agricoltura della Camera sulla Xylella – ha parlato di Shoa quando si parlava dei tagli. Ora viene qui a dire che i tagli sono utili e necessari. Ben venga che abbia cambiato idea ma se si fosse fatto altro, ora la malattia sarebbe stata rallentata? Quali risultati ha prodotto la task force che ha istituito? Mi parla di monitoraggi per il controllo del vettore ma sono stati fermi fino a maggio. Avete fatto una delibera per cui i monitoraggi vengono fatti solo se c’è il personale..”. Mi aspettavo un suo mea culpa chiedendo scusa agli olivicoltori pugliesi”. “Il non aver fatto nulla ha portato la Commissione Europea a includere sempre più fasce andando a coinvolgere anche zone che erano indenni al batterio”.




XYLELLA, DI GIOIA IN COMAGRI CAMERA: UNICO MODO E’ TAGLIARE. MALATTIA INCURABILE

L’assessore all’Agricoltura della regione Puglia Leonardo Di Gioia in commissione Agricoltura della Camera in audizione sulla Xylella spiega “che i piani di monitoraggi sono nell’ordine tra il 2016-2017 e il 2017-2018 di 340mila campioni prelevati in campo. Compresi quelli visivi si arriva ad oltre 400mila. La dinamica degli abbattimenti negli ultimi quattro anni è aumentata esponenzialmente. Da 104, a 1600, fino nell’ultimo anno quasi tremila. La malattia è incurabile, ormai è un dato di fatto. A fronte di una malattia incurabile l’unico rimedio è quello degli abbattimenti. Quindi saltando tutta la dinamica per cui la regione si trova unico argine, abbiamo il compito principale di procedere ai tagli nel minor tempo possibile. L’autorevolezza che chiediamo all’Europa è che possiamo essere messi in gradi di procedere in questo senso e controllare l’epidemia. Per fare questo però abbiamo bisogno di una normativa che non sia di rango regionale. Sebbene abbiamo fatto i nostri provvedimenti anche per tutelare i nostri funzionari”, prosegue Di Gioia. “Abbiamo subito in questi anni provvedimenti sui vivai anche in zone che non erano strettamente interessati”.

“Dire che un territorio è ‘infetto’ vuol dire condannarlo a una serie di eventi. Abbiamo pensato di staccare un pezzo del piano di sviluppo rurale per utilizzarlo per ricostruire il paesaggio e la produttività ma il Psr non è una misura deputata a gestire le calamità ma serve per aumentare la competitività delle aree”. Il Parlamento deve lavorare su due leggi, quella sulle calamità naturali ne sulle fitopatie. La questione può essere risolta solo se portata al vostro livello nazionale.




XYLELLA, EMILIANO IN COMAGRI CAMERA: NOI LASCIATI SOLI, RICOSTRUIRE VERITA

Questa vicenda parte più o meno nel 2013 quando la regione Puglia utilizzando il Cnr di Bari commissiona una serie di ricerca a fronte dell’essiccamento delle piante. Ebbero l’intuizione che potesse trattarsi della Xylella. Quando viene finalmente diagnosticata, nel gir di pochi mesi si passa da 8mila ettari a tutta l’area di Gallipoli. Così il presidente della regione Puglia Michele Emiliano in audizione in commissione Agricoltura della Camera sulla Xylella. “Nel giro di poco tempo la malattia si diffonde in altre aree determinando un allarme generalizzato in merito al meccanismo di individuazione della Commissione Ue”. La Xylella entra in Puglia senza che potessimo fare nulla – io non ero presidente – perché le piante con cui è entrata non era piante che secondo la commissione Ue erano da sorvegliare”, prosegue. “Si sceglie la strada dell’emergenza. E la lotta alla Xylella viene consegnata alla presidenza del Consiglio fino a gennaio del 2016 che a causa della scadenza del tempo massimo del commissariamento rimanda alla regione Puglia tutti i poteri. Non mi risulta che nel concreto sia mai stato fatto alcun che. Dal 2016 ad oggi abbiamo messo in piedi il più grande monitoraggio della storia dell’umanità”.

Quando ci sono state le misure di abbattimento in alcuni casi c’è stata un impossibilità di tagliare le piante perché i giudici ci hanno fermato le ordinanze di abbattimento. Questo anche a causa delle resistenze dovute un po’ a questioni affettive un po a questioni culturali. Tutto quello che la regione Puglia ha fatto fino ad oggi è stato fatto con i soldi della regione Puglia. Persino l’organizzazione del rapporto con l’Unione europea per procedere all’eventuale reimpianto, a parte il sostegno del Mipaaft, è stata una conquista della regione”, continua ancora Emiliano.

“Stiamo oggi cercando di attutire i danni subiti dalle aziende agricole” continua ancora il presidente della regione. “Credo che i tempi del Tar non possano coincidere con quelli dell’epidemia. Abbiamo bisogno di tagliarli immediatamente non appena il monitoraggio individua la malattia”, insiste Emiliano. Muovendoci con i mezzi adeguati possiamo dare il tempo alla ricerca di rallentare l’avanzamento della malattia. Abbiamo detto a Centinaio quando è venuto in Puglia, che era necessario fare un decreto di emergenza.

“Consentendo ai produttori di procedere con il reimpianto per il restauro del paesaggio e per ristorare le aziende che producono”.

Muovendoci con i mezzi adeguati possiamo dare il tempo alla ricerca di rallentare l’avanzamento della malattia. Abbiamo detto a Centinaio quando è venuto in Puglia, che era necessario fare un decreto di emergenza. Ci sono due proposte di legge, di De Castro e di Fitto, per consentire l’attuazione di un piano generale del rallentamento della malattia ma anche per restaurare il paesaggio e contestualmente far ripartire la produzione delle olive, dimezzata a causa della malattia.

“Noi siamo stati lasciati molto soli e con l’aggravante di essere stati considerati i responsabili di questa storia. A questa interpretazione non solo non ci rassegniamo ma rivendichiamo la possibilità di ricostruire la storia in modo veridico”.




XYLELLA, CENTINAIO: A BREVE DECRETO, MA ASCOLTANDO TUTTI. E DICE A STEFANO E SICOLO: SENZA POLEMICHE E SENZA MINACCE

Dario Stefano attacca su twitter e Gian Marco Centinaio risponde. “”Rivedo le foto di luglio scorso, raccolgo la voce delle campagne di oggi… Setembre è già passato, tra comparsate, annunci e tavoli e soluzioni promesse. Ma il piano per contrastare la xylella che fine ha fatto? scrive il senatore della Comagri in quota Pd, prima Puglia in più. “Sulla xylella stiamo preparando il decreto ascoltando tutti per non fare errori. Se questo signore vuol lavorare seriamente senza polemizzare sa dove trovarci”, risponde il ministro delle Politiche agricole.

La Commissione Agricoltura della Camera ha iniziato da qualche settimana una serie di audizioni sulla Xylella ascoltando gli esperti e i soggetti interessati. Serie di audizioni che a breve partirà anche in Commissione Agricoltura del Senato.

Il ministro prosegue rispondendo stavolta al presidente di Italia Olivicola, che aveva annumciato ad AGRICOLAE che – se il ministro non fosse intervenuto – avrebbe invaso le piazze: “non mi piacciono le minacce. Sulla Xylella esiste un tavolo al Mipaaft per realizzare il decreto. Se questo signore vuole essere ascoltato ci siamo ma senza minacciare nessuno. Noi lavoriano seriamente”.

La risposta di Gennaro Sicolo:

XYLELLA, SICOLO: CI FIDIAMO DI CENTINAIO, LA MINACCIA DELLA PIAZZA È RIFERITA AD AMMINISTRAZIONE REGIONE PUGLIA

“Ci fidiamo dell’operato del Ministro Centinaio, che è arrivato da poche settimane ed ha subito preso coscienza del problema con un approccio assolutamente positivo”. Così, ad AGRICOLAE, il presidente di Italia Olivicola.

“La “minaccia” della piazza – spiega – è dovuta esclusivamente all’inerzia dell’amministrazione regionale che continua a non occuparsi seriamente del problema.

L’ultima, ad esempio, rilanciata ieri dalla Gazzetta del Mezzogiorno, riguarda l’assenza dei monitoraggi in questi mesi, fatto molto grave che testimonia come la xylella continui a non essere affrontata con serietà e determinazione.

E potrei aggiungere, ancora, il fatto che gli Olivicoltori sono costretti ad aspettare anni per il rimborso di 140 euro per ogni pianta tagliata (cifra irrisoria rispetto ai costi sostenuti per i tagli).

Quali prospettive ci sono per le aziende colpite? Come possono ripartire i bravi agricoltori, che hanno seguito le regole e la scienza, se la politica regionale non accelera queste semplici procedure?

La xylella, come detto in Commissione Agricoltura della Camera qualche giorno fa, equivale in proporzione a più di 100 Ilva, con tutto il rispetto per Taranto ed i lavoratori.

Attendiamo con fiducia il decreto del Ministro, disponibili a qualsiasi confronto costruttivo, ma siamo consapevoli che qualsiasi decisione ministeriale avrà bisogno del supporto di burocrazia e politica regionale.

Burocrazia e politica regionale completamente assenti, fino ad ora, in questa battaglia!”, conclude.

Risponde Dario Stefano

XYLELLA, STEFANO, PD: CENTINAIO NON BUTTI PALLA IN TRIBUNA. MINACCE SONO ALTRA COSA
Posted by Redazione × Pubblicato il 07/10/2018 at 13:31
Ministro Centinaio non buttare la palla in tribuna. Un ministro ha il dovere di ascoltare e rispondere, tanto più ad un parlamentare o al rappresentante di un’importante associazione di olivicoltori. Le minacce sono altra cosa e voi della #Lega ve ne intendete bene. Così su Twitter il senatore membro della Comagri Senato Dario Stefano in merito alla polemica scaturita sulla Xylella.

Ma la polemica non si ferma qui:

XYLELLA, CENTINAIO: STEFANO LEGGA BENE E NON DICA BUGIE. DI CUI IL PD E’ ESPERTO ASSIEME AI FALLIMENTI

“Il senatore Stefano legga bene le notizie prima di interpretare a suo piacimento. Le sue accuse sono false. Ma si sa, voi del Pd di bugie e fallimenti siete esperti”. Lo scrive il ministro delle Politiche agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio su twitter rispodendo al membro della comagri Senato Dario Stefano, in qutao Pd.

XYLELLA, L’ABBATE, M5S: STEFANO INCOLPANDO GOVERNO NATO 4 MESI FA SCORDA CHE ERA LUI ASSESSORE IN PUGLIA

Mentre tutti ribadiscono il ‘presappochismo suicida’ che ha contraddistinto la Regione Puglia sin dagli albori della infezione della Xylella fastidiosa nella nostra terra, quando questa era ancora circoscrivibile, il senator ed ex-assessore regionale alle Politiche Agricole Dario Stefàno ha la sagace idea di cercare di incolpare un Governo in carica da appena 4 mesi”. Questo il commento del deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, alle accuse lanciate dal senatore salentino del Partito Democratico al Ministro Gian Marco Centinaio.Il parlamentare forse dimentica di far parte e di aver sostenuto tutte le maggioranze responsabili dell’attuale stato di crisi dell’olivicoltura puglieseprosegueDimentica di esser stato assessore alle Risorse Agroalimentari con Nichi Vendola sin dal lontano 2009 e che il primo accertato ritrovamento di Xylella fastidiosa in Puglia è datato 2013 nelle campagne di Li Sauli, tra Gallipoli e Taviano. Da allora la politica regionale del centrosinistra è stata contraddistinta dal motto adda passa ‘a nuttata. In Commissione Agricoltura alla Camera, con il Presidente Filippo Gallinella (M5S) non abbiamo perso tempo e abbiamo dato avvio ad una indagine conoscitiva – continua Giuseppe L’Abbate, che ne è anche relatoreper fare chiarezza sul marasma di informazioni sinora veicolate che non hanno fatto altro che creare maggiore confusione in cittadini, operatori e politica. Il ministro Centinaio, al contempo, ha subito mostrato la massima attenzione al problema, promettendo un intervento in tempi brevi che si sta già definendo, anche grazie al lavoro della Commissione Agricoltura di Montecitorio, in un decreto dedicato. Tutto ciò mentre nulla di concreto è stato fatto dall’ex ministro Maurizio Martina (PD) per il piano olivicolo approvato, dietro nostre pressioni e insistenze, nel 2015; mentre l’Assessore Leonardo Di Gioia (PD) stenta anche solo a fare l’ordinario nel suo territorio e mentre il Governatore Michele Emiliano (PD) continua a pregare che qualcuno gli tolga le castagne dal fuoco vista la sua totale incompetenza, la mancata volontà di perseguire un obiettivo concreto e il disinteresse nel coordinare i vari uffici regionali, ad iniziare dal Servizio fitosanitario, che pur avrebbero la possibilità di sostenere gli agricoltori e fronteggiare l’avanzata del batterio. Talvolta conclude il deputato L’Abbate (M5S)chi ha condotto il Paese al disastro, dovrebbe guardarsi allo specchio e avere il pudore del silenzio. Se il PD ha qualcosa di utile da dare o proporre agli agricoltori pugliesi, bene; altrimenti i loro esponenti farebbero meglio ad avere il pudore del silenzio.   

XYLLELA, STEFANO A L’ABBATE: NON ERO PIU ASSESSORE, O CHIEDI SCUSA PUBBLICAMENTE O CERCATI UN AVVOCATO

“Giuseppe L’Abbate potrei chiederti distudiare ma so che non lo farai. Vi sentite piùa vostroa gio tra le fakenews”. Così su twitter Dario Stefano, membro della Comagri Senato in quota Pd in risposta a Giuseppe L’Abbate, membro della Comagri Camera in quota M5s sull’affaire Xylella. “Non serve una commissione d’inchiesta per scoprire che quando è comparsa al Xylella non ero più assessore. O ti scusi pubblicamente o ti cerchi un avvocato. Scegli pure”, conclude.

XYLELLA, L’ABBATE A STEFANO: ECCO LA VERITÀ. O DICI QUALCOSA DI INTELLIGENTE O STAI ZITTO. E CITA WIKIPEDIA

Quindi è colpa di Centinaio o del GovernoConte che la maggioranza che ti ha sostenuto sino all’anno prima e con cui ti sei nuovamente candidato nel 2018 non ha fatto nulla? Bah..Abbiamo da fare @DarioStefano, se hai qualcosa di intelligente da dire dilla altrimenti stai zitto. Grazie.

Nel 2009, sullo scorcio della consiliatura, a seguito di un rimpasto della Giunta di Nichi Vendola[2], viene nominato Assessore alle Risorse Agroalimentari e, di conseguenza, assume il coordinamento a Roma della Commissione Politiche Agricole nella Conferenza Stato – Regioni.Poi 2013 viene eletto e viene sostituito da Nardoni

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dario_Stefano

L’ORIGINE DELLA POLEMICA E’ UN INTERVISTA FATTA AL PRESIDENTE DI ITALIA OLIVICOLA GENNARIO SICOLO

Quello che era stato detto:

GENNARO SICOLO: ECCO LE PRIORITA DI ITALIA OLIVICOLA. COSTRUIRE RAPPORTO CON GDO DI QUALITA. IL PRESIDENTE DELLA PRIMA ORGANIZZAZIONE OLIVICOLA ITALIANA: CENTINAIO INVERVENGA CON DECRETO SERIO SU XYLELLA ALTRIMENTI INVADEREMO LE PIAZZE

Affrontare in maniera decisa emergenze come la Xylella, “su cui la politica deve prendersi la responsabilità di intervenire in maniera decisa con un decreto serio”, e l’invasione di oli deodorati, gli attacchi ai panel test e la contraffazione. Ma anche concentrare e organizzare il prodotto olio per posizionarsi meglio sul mercato e ridare valore e redditività al comparto. Questi i primi obiettivi tracciati dal nuovo presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, alla vigilia della presentazione, in programma il 9 ottobre prossimo, della nuova organizzazione della produzione nata dalla fusione tra il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO) e Unasco.

“L’obiettivo  – ha detto ad AGRICOLAE Sicolo – è quello di fare sistema. L’evoluzione del settore ci porta a organizzare il prodotto, fare qualità, tracciabilità per andare sui nostri mercati (attualmente 42 Paesi) con oli veri, non i blend di alcune marche italiane, di cui italiano è solo il nome. Se continuiamo ad avere a che fare con i mediatori e con macchine che non valorizzano il lavoro e la qualità dei nostri oli saremo sempre fallimentari. L’organizzazione di Italia Olivicola va in questa direzione: andare sui mercati, portando oli veri e avere un rapporto con la GDO per valorizzare chi fa qualità. Poi ognuno ha le sue ricette, ma se noi non diamo un reddito a chi lavora nelle campagne non ci sarà mai un futuro per il settore. L’impegno che ci prendiamo nell’interprofessione è costruire insieme la catena del valore. L’anno scorso il 50% dell’olio all’ingrosso, non del Cno, è stato venduto a 3,90 euro; dobbiamo capire che non si può vendere l’olio a meno di 5 euro”.

“Occorre poi impegnare le istituzioni a fare degli interventi sul piano olivicolo – ha continuato Sicolo – perché noi abbiamo quella forza della qualità e dobbiamo fare anche quantità. E ci vogliono gli investimenti, con nuovi impianti soprattutto intensivi. Abbiamo 470 varietà, e questa è la caratteristica che ci distingue dagli altri Paesi, ma oggi un ettaro deve avere minimo 400 piante per avere una produzione all’altezza dei tempi”.

Sulla Xylella, che “ormai ha bruciato mezza regione” il presidente Sicolo ha le idee chiare: “’C’è stata una situazione di inerzia soprattutto da parte della Regione Puglia. La politica deve prendersi la responsabilità di intervenire. Ormai mezza regione è bruciata”.  “Il 9 ottobre  – ha detto ancora Sicolo ad AGRICOLAE – solleciteremo a intervenire e a non aspettare altri mesi. Vedremo quali sono gli interventi che si devono fare, chi deve fare cosa, per capire se c’è una volontà politica vera di affrontare la questione. Mi auguro che il ministro Centinaio intervenga in maniera decisa, con un decreto serio altrimenti interverremo nelle piazze e non so come andrà a finire. Perché è stato messo in discussione tutto il patrimonio olivicolo italiano. La Puglia è l’Italia: il 50% del prodotto è Puglia. Se il batterio colpisce tutta la Puglia, poi si allargherà anche alla Calabria e la Basilicata. E’ un batterio che non ha confini e non aspetta nessuno: viaggia a ritmo di 30-35 km l’anno; nel 2013 era a Gallipoli, ora è arrivato alle porte di Monopoli. Il rischio che la Xylella si allarghi alla Calabria e alla Basilicata è reale. Ormai lo Ionio è stato preso. Nelle tre province di Taranto, Lecce e Brindisi oramai non si interviene più, perché le piante sono tutte infette, ma nella zona di contenimento se una pianta è infetta si deve estirpare. Un batterio da quarantena richiede politiche adeguate. Ora occorre contenere il batterio e conviverci, fare le buone pratiche agricole e intervenire sugli impianti infetti che vanno estirpati immediatamente. Per questo faremo un calendario di interventi”.

“In quelle zone c’è stato l’abbandono e gli agricoltori si sono cullati nella Pac – ha continuato Sicolo, riferendosi anche alla recente proposta di tagliare i fondi della Pac agli agricoltori che abbandonano i campi -. E’arrivato il tempo di fare chiarezza. Arriveranno sempre meno soldi dalla Comunità europea. Occorre darli a chi effettivamente fa impresa, occupazione e produzione”.

Sulle varietà resistenti il presidente di Italia Olivicola è prudente: “Su questa peste non esiste una soluzione definitiva. La sperimentazione è molto lunga, non possiamo dire che il Leccino o l’Fs17 siano la soluzione. Per momento sono le due varietà che hanno dato risposte, ma se ne stanno sperimentando anche altre. I risultati però non sono immediati su queste cose: ci vorranno decenni. Per il momento ognuno deve fare la propria parte: noi agricoltori dobbiamo buone pratiche agricole per contenere il batterio; la ricerca deve lavorare, senza fretta. Perché con la fretta i risultati non si ottengono. La questione è molto molto delicata”.

Come delicata è la questione delle fake news sul batterio: “Ci siamo rivolti alla magistratura – ha continuato Sicolo -. E faremo una verifica con i nostri legali per capire a che punto sono le indagini. I procuratori si devono impegnare nei propri territori per la distruzione creata da notizie false che hanno incantato l’opinione pubblica. E visto che la situazione non migliorerà a breve io sono del parere che bisogna anche chiamare a responsabilità le persone che dovevano fare e non hanno fatto, di denunciarli per disastro ambientale. Occorre spiegare perché chi aveva la responsabilità di intervenire non l’ha fatto. Qui qualcuno deve anche pagare perché si tratta di milioni e milioni di piante bruciate che erano lì da secoli e generazioni”.

Tra gli appuntamenti in calendario, c’è anche il 9 ottobre una riunione a Bruxelles sui panel test e il 15 e 16 ottobre la riunione al Coi. “Come produttori italiani abbiamo detto che non si tocca panel test, mi auguro che anche gli industriali ci seguano. Ogni tanto ritornano alla carica alcuni industriali e commercianti che vogliono far passare tutti questi oli miscelati. Vigileremo affinché il panel test non venga manomesso: nei consessi internazionali dove siamo presenti ho già iniziato a fare questa  battaglia e continuerò a farla”. Il problema reale secondo Sicolo è la Spagna, da dove diverse ditte si approvvigionano. “Sono oli deodorati – ha detto – che passano dalle raffinerie, poi miscelati con oli italiani. Quando si vede al supermercato una bottiglia di olio a 2,50 o 3 euro, quanto due caffè, non è un olio extravergine. Ciò che dobbiamo far emergere è che l’olio extravergine è un olio che non deve essere manomesso. Occorre vigilare sui mercati e fare un accordo di protocollo con le forze dell’ordine e Italia Olivicola. Bisogna bonificare gli scaffali. Questo è un altro impegno che ci prendiamo. E’ giusto che il consumatore sappia cosa mangia e non è possibile confondere il consumatore dicendo che è tutto olio extravergine”.

Infine la tracciabilità: “Ci stiamo lavorando molto – ha detto Sicolo -. A livello europeo deve esserci un unico regolamento che deve avallare tutta la produzione, i controlli e la tracciabilità.  In Spagna, in Portogallo o in Grecia o in Francia il registro telematico non esiste. Quando si acquista l’olio dalla Spagna oggi non si è certi che venga dalla Spagna, potrebbe arrivare dal Marocco, o da chissà dove, perché non c’è un sistema di tracciabilità di questi oli. Occorre dare la certezza al consumatore che l’olio spagnolo sia effettivamente spagnolo. Ci deve essere una chiarezza sul mercato. Non è possibile  – ha concluso il presidente di Italia Olivicola – che si acquisti un olio la cui ditta è italiana ma non si sa il prodotto da che parte arrivi, anche per una questione di sicurezza alimentare e di controlli sanitari”.