Olio, Saccardi: prodotto toscano primeggia su qualità. Con bando innovazione rinnoviamo i frantoi. VIDEOINTERVISTA

“Il momento in cui che vive l’olio della Regione Toscana è un po il momento difficile che sta vivendo tutta l’agricoltura, a seguito dei cambiamenti climatici, dei costi delle materie prime che si stanno alzando, i costi dell’energia che naturalmente influiscono anche sull’olio, perché l’attività del frantoio, come sappiamo bene, è una delle attività energivore, sebbene si si collochi in un periodo abbastanza ristretto di tempo”.

Così ad AGRICOLAE Stefania Saccardi, assessora all’agricoltura della Regione Toscana, a margine della Selezione Oli Extravergine 2024, il “green carpet” dell’oro verde che ogni anno premia le eccellenze toscane.

“Crediamo che pur in questo quadro non semplicissimo, lavorare come stiamo facendo sulla qualità dell’olio sulle nostre quattro DOP e IGP sia oggi la scelta giusta per per promuovere e sostenere l’olio della nostra regione, che sulla quantità sicuramente non non primeggia, ma certamente primeggia sulla qualità.

I nostri frantoi sono tutti fortemente rinnovati e sappiamo bene quanto nella produzione dell’olio conti certamente la olivicoltura, ma anche la filiera della trasformazione. Il nuovo bando sull’innovazione e sul rinnovamento dei frantoi, che ha visto un impegno per la Regione Toscana di 8,3 milioni ha avuto circa 20 milioni di richieste, un frantoio su quattro: c’è ancora tanta voglia di innovare e tanta voglia di di investire sulla filiera della trasformazione.

A questo potrebbe anche essere utile il bando sull’innovazione che è ancora aperto e che vede circa più di 22 milioni di euro di risorse messe a bando e che può lavorare su questo aspetto straordinariamente importante in questi tempi, che è quello dell’uso razionale dell’acqua e dell’economia circolare,  quindi favorire strutture che possano garantire la chiusura del cerchio da parte dei frantoi per il riutilizzo di tutto e il corretto smaltimento.

Siamo abbastanza contenti che ci sia ancora voglia di investire sul fronte dell’olio e della sua trasformazione e ci auguriamo che si sviluppi una cultura che sappia apprezzare tutto questo e renda l’olivicoltura davvero remunerativa per gli olivicoltori e che quindi possa garantire in qualche modo non solo un prodotto di grande qualità, ma anche un prodotto che caratterizza fortemente anche il nostro paesaggio, il nostro territorio.

C’è il rischio che nel nostro territorio si utilizzino cultivar tradizionali. Io non sono contro una agricoltura più intensiva, capisco che oggi il tema della remuneratività è legato anche a colture più intensive. Certamente preferirei che tutto questo si facesse con cultivar tradizionali del nostro territorio. Questo non vuol dire che non si debba sostenere e alimentare la ricerca, che oggi diventa quasi obbligata in queste condizioni cambiamento climatico, su questo naturalmente siamo impegnati su diversi fronti insieme all’università e insieme al Crn”.

L’olio del futuro? Sempre più tecnologico, sicuro e tracciato. Presentate le 45 eccellenze della produzione olearia toscana




Crisi agricoltura, accolta richiesta di Cia Toscana. La Regione apre un tavolo per le emergenze del settore

La nostra richiesta di aprire con urgenza un tavolo sull’agricoltura toscana è stata accolta e siamo stati già convocati dalla vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi. La possibilità di dare concretezza ad un Pacchetto Agricoltura che possa dare risposte concrete agli agricoltori è quanto mai una necessità per sostenere il reddito delle aziende agricole toscane, dare valore alla filiera, alleggerire il peso della burocrazia e risolvere, attraverso atti concreti, delle vere e proprie emergenze che vanno avanti da troppo tempo, come la gestione dell’acqua e la presenza di ungulati e animali selvatici”.

A sottolinearlo è il direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci che parteciperà ad una prima riunione operativa con la vicepresidente Saccardi, come richiesto dalla stessa Cia nell’incontro di lunedì scorso con il presidente Eugenio Giani e la vicepresidente Stefania Saccardi. Ieri, invece, una delegazione di Cia Toscana ha incontrato il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo.




Vino, Toscana regina del bio: è qui il 17% della superficie italiana. Nuovi mercati, enoturismo, innovazione, parole chiave del futuro

Toscana regina del vino biologico: è qui il 17% della superficie vitata bio in Italia. Su quasi 61mila ettari del vigneto toscano, 23 mila sono certificati bio, ovvero il 38% del totale regionale. Un dato che evidenzia il raggiungimento e superamento con largo anticipo dell’obiettivo posto dal New green deal dell’Unione Europea e dell’Agenda ONU 2030. La più recente fotografia della produzione vitivinicola toscana ci restituisce il quadro di una regione sempre più verde, con una superficie vitata in crescita da 4 anni, destinata per il 95,7% a vini a DOC e DOCG, rispetto a una media nazionale che non supera il 65%. Oltre 12mila le aziende attive in Toscana, per una media di 5 ettari ciascuna e una modesta propensione al modello cooperativo (18%, contro il 50% a livello nazionale). Cala la produzione, in flessione del 26% circa nel 2023 rispetto alla campagna precedente, a causa principalmente delle fitopatie sofferte in vigna, in un contesto di sensibile riduzione a livello nazionale a causa del cambiamento climatico in atto. Si ridimensiona il tasso di crescita dell’export, rendendo manifesta la necessità di adottare nuove strategie in un settore che continua a presentare opportunità, ma che si arricchisce di incognite. I dati emergono a PrimAnteprima, la tradizionale giornata che apre la Settimana delle Anteprime del vino toscano, la wine week in cui si presentano al mondo le nuove annate. PrimAnteprima è un evento promosso da Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzati da PromoFirenze. Il coordinamento della comunicazione, l’ufficio stampa e i social, sono curati da Fondazione Sistema Toscana

 

IL QUADRO. A livello nazionale la Toscana è settima per vino prodotto. La sua unicità emerge nel poter vantare sul suo territorio ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT, che presidiano la quasi totalità della superficie vitata toscana. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, rispettivamente occupando il 41% e il 21% della superficie rivendicata. Una predominanza che si traduce nella netta prevalenza del Sangiovese (59%) tra i vitigni allevati sul territorio, seguito a distanza da Merlot (8%) e Cabernet Sauvignon (6%). Percentuali inferiori per i vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano copre il 4% della superficie a vite e il Vermentino il 3%.

 

L’ULTIMA ANNATA. Diversi i fattori cha hanno contribuito alla riduzione della produzione regionale, dalle temperature troppo basse durante il germogliamento all’eccessiva pioggia primaverile che ha innescato malattie fungine, come la grave insorgenza della Peronospora. Secondo le prime elaborazioni, ancora provvisorie, curate da ISMEA per il report annuale per PrimAnteprima, nel 2023 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vino DOP toscano, in flessione del 7,6% rispetto all’anno precedente, mentre l’IGP con 690 mila ettolitri ha registrato una flessione del 6%. Sul fronte interno, in un contesto generalizzato di riduzione degli acquisti delle famiglie, il vino Toscano DOP ha realizzato performance inferiori rispetto al comparto delle DOP italiane. La domanda interna di vini toscani DOP, limitatamente agli acquisti nei format della Grande Distribuzione, ha mostrato una riduzione in termini di volume del 5,8% contro un -3,4% delle DOP totali e un -3,6% dei vini fermi nel complesso. In termini di spesa, i vini DOC/DOCG toscani hanno segnato una sostanziale stabilità, garantita dall’aumento dei prezzi medi, che ha compensato la flessione dei volumi. Sorprese arrivano dal dato sui nuovi wine lovers italiani: le categorie di giovani prefamily e famiglie con figli piccoli segnano rispettivamente +3% e + 6% rispetto al 2022. I maggiori acquirenti – il 68% – restano gli over 60 con reddito medio-alto, residenti nel Centro Nord.

 

L’EXPORT. Anche la domanda estera 2023 non è stata particolarmente favorevole ai vini DOP della regione. Facendo proiezioni fino a fine anno, tenendo conto dei dati Istat gennaio-ottobre, si stima una flessione delle esportazioni di DOP toscane del 13%, accompagnato da un -5% dei valori. A influire sul calo, la forte concentrazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti (31% del volume e 38% del valore), mercato oggi in profonda trasformazione. La perdita più consistente dei volumi esportati, infatti, è stata verso i Paesi Extra-Ue (-15%) a fronte del -7% maturato all’interno dei confini comunitari. È proprio la riduzione della domanda USA (-20% in volume e -3% in valore) a incidere profondamente sul risultato finale dei prodotti toscani. Male anche Germania, Canada e Svizzera, mentre nel Regno Unito alla riduzione del 9% dei volumi si affianca una timida ripresa dei valori (+1%). A sostegno della promozione dei vini toscani DOP nel mondo, la Regione ha messo a punto un pacchetto di misure attraverso le risorse 2023-2027 del PSP Piano Strategico della PAC: 6 milioni di euro nel 2024 per la promozione nei paesi UE (Italia compresa) e circa 15 milioni tra 2023 e 2024 verso i paesi extra-UE.

IL CASO USA. Secondo l’analisi presentata da Carlo Flamini, responsabile Osservatorio del Vino – Unione Italiana Vini in occasione di PrimAnteprima, il mercato americano è entrato in una fase di profondo cambiamento: i consumi di vino – in particolare rosso fermo – sono in calo da almeno cinque anni, mentre altre tipologie di alcolici sembrano adattarsi meglio alle esigenze delle nuove generazioni, in termini sia di salute/benessere/lifestyle, ma anche di aderenza a una dimensione di “consumo a seconda dell’occasione”. Il profilo del consumatore che ha decretato il successo dei vini italiani della prima generazione (dagli anni Sessanta in poi), fortemente conservativo, di etnia bianca, residente principalmente sulla costa atlantica, sta lasciando il posto a un mix di consumatori per etnia, abitudini, aspirazioni. La sfida dei prossimi anni sarà quella di ridurre il raggio d’azione (non tutto il mercato, ma parti di esso, quelle più recettive e profittevoli) e avere un approccio il più possibile diretto e “custom made” con i consumatori. A partire dall’implementazione di enoturismo ed esperienze in prima persona nei luoghi di produzione, attività su cui la Toscana ha fatto da apripista per tutta l’industria vitivinicola nazionale.

 

CLIMA. Tra le sfide dei prossimi anni anche quella determinata dal cambiamento climatico, che impone un ripensamento delle coltivazioni e della gestione in vigna e in cantina. Secondo quanto riportato da Bernardo Gozzini, amministratore unico Consorzio LaMMA nel suo intervento a PrimAnteprima, l’agricoltura italiana sta già mostrando segnali di adattamento alle mutate condizioni: negli ultimi 5 anni le coltivazioni di frutti tropicali in Italia sono triplicate (banana, avocado, mango, a cui si aggiungono colture sperimentali di caffè). Assistiamo anche alle “migrazioni interne” di particolari varietà: la produzione industriale di pomodori cresce nel Nord (+27%) e scende nel Sud (-17%), i vigneti si arrampicano oltre i 1200 metri di altezza, mentre in Valtellina crescono oggi 10mila olivi. Anche per questo la Regione Toscana si sta spingendo per incentivare metodi innovativi di coltivazione e di gestione delle acque, impianti sperimentali e agricoltura di precisione. A fine dicembre 2023, infatti, è stato approvato il Bando PNRR dedicato all’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione. Con una dotazione complessiva di 22 milioni e 350mila euro, il bando concede contributi in conto capitale alle imprese agro-meccaniche e alle micro, piccole e medie imprese agricole e le loro cooperative e associazioni, che intendono realizzare, nella propria azienda, progetti per l’ammodernamento del proprio parco macchine agricolo e investimenti in sistemi di agricoltura di precisione, per l’efficientamento della produzione agricola. La misura concorre a sostenere investimenti in macchine e attrezzature per l’agricoltura di precisione, l’acquisto di trattori elettrici o a biometano, sia per l’agricoltura che per la zootecnia, e investimenti in sistemi di gestione intelligente per irrigazione e la gestione delle acque. 

 

Il PREMIO ASET AD ALESSANDRO FRANCESCHINI. In occasione di PrimAnteprima, la vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi e il presidente di ASET – Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) Leonardo Tozzi hanno consegnato il Premio Kyle Phillips intitolato al giornalista americano prematuramente scomparso e ogni anno assegnato dall’Associazione a un collega di settore che incarni l’approccio di franchezza, curiosità professionale, mancanza di pregiudizi e serenità di giudizio. Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato ad Alessandro Franceschini, giornalista free lance che si occupa da anni della divulgazione nel mondo del vino, della grande distribuzione e dell’ortofrutta. Franceschini è direttore del magazine ViniPlus di Lombardia (AIS Lombardia) nonché collaboratore per testate di settore come Pambianco Wine & Food, Civiltà del Bere e Myfruit. Docente di Master alla Scuola di Comunicazione dell’Università IULM di Milano e in passato ha collaborato con la guida ai ristoranti del Touring Club e con la guida vini de L’Espresso. Coautore del libro “Il vino naturale. I numeri, gli intenti e altri racconti”, è vice curatore della Guida Vini di Vignaioli Artigiani.

LA WINE WEEK. La Settimana delle Anteprime prosegue con gli appuntamenti curati dai Consorzi: Chianti Classico Collection (15 e 16 febbraio), Anteprima del Nobile di Montepulciano (17 febbraio), Chianti Lovers & Morellino (18 febbraio), L’Altra Toscana (19 febbraio).




Anteprime di Toscana, Saccardi: dati export confermano che nonostante le difficoltà il nostro vino è in grande salute. VIDEOINTERVISTA

“Nonostante sia un periodo non facilissimo per la nostra industria del vino, non solo per quella toscana ma per quella nazionale, perché ovviamente il tema dei cambiamenti climatici è un tema vero, con il quale bisogna fare i conti e che si porta dietro anche alcune problematiche di carattere fitosanitario, nonostante questo il nostro vino, la nostra viticoltura, è in grande salute. I dati sull’export ce lo dimostrano, ma ce lo dimostrano anche alcuni dati che ci dicono che la Toscana è la regione che ha utilizzato forse meglio anche la misura della ristrutturazione e della riconversione dei vigneti attraverso l’OCM, rinnovando quasi il 60% del proprio dei propri vigneti”.

Così ad AGRICOLAE Stefania Saccardi, assessora all’agricoltura per la Regione Toscana, in occasione dell’Inaugurazione della settimana delle Anteprime dei vini della Toscana organizzata a Firenze oggi.

Ce lo dimostra il fatto che noi abbiamo circa il 38% della superficie vitata destinata a biologico, contro un 20% di media nazionale e quindi un investimento molto forte anche in innovazione e i bandi, per esempio sull’agricoltura di precisione ce lo dimostrano, con un’affluenza incredibile una richiesta che supera i 100 milioni, rispetto ai 10 milioni che erano che c’erano di dotazione finanziaria. Ci dimostra la voglia delle nostre aziende comunque di innovare e di scommettere sul futuro, di misurarsi con le sfide del futuro, prima fra tutte la sfida ambientale.

Penso che questi siano segnali importanti di quanto sul vino la Regione Toscana non vuole sedersi sugli allori e sugli obiettivi già raggiunti, ma voglia cogliere accogliere le sfide che il futuro le mette davanti e provare a rilanciare per mantenere i livelli straordinari di qualità e di produzione che che abbiamo in questa Regione”.




Ocm vino, a rischio esclusione ma Mipaaf può replicare Toscana e Piemonte per ampliare platea

Entro il 20 dicembre, da quanto apprende AGRICOLAE, dovrebbero essere pronte le graduatorie nazionali dell’Ocm vino Promozione. E sembrerebbe che il plafond per l’OCM vino di competenza nazionale e per talune Regioni non basterà a coprire tutti i progetti considerati ammissibili. Ma il regolamento Ue prevede la possibilità di – come già fatto a livello regionale la Toscana e il Piemonte – di ridurre l’anticipo e ampliare la platea dei beneficiari. In quanto pone il limite dell’80% ma non esclude la possibilità di ridurre detta soglia.

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Il grave quadro dell’emergenza sanitaria conseguenza della variante  Omicron che sta preoccupando i governanti di tutto il mondo rischia di tradursi, anche per il 2022, in un grave danno per l’economia del settore vitivinicolo italiano. Settore che nelle precedenti annate, proprio grazie agli importanti finanziamenti comunitari destinati a sostenere la promozione del vino italiano  nel mondo, è riuscito a mantenere un elevato livello di competitività, limitando i danni derivanti dalle chiusure di importanti sbocchi commerciali quali quelli rappresentati dal settore dell’Ho.re.ca a livello mondiale in conseguenza degli alti livelli della pandemia che hanno imposto e continuano, purtroppo, ancora oggi ad imporre limitazioni di accesso e chiusure diffuse a livello nazionale ed internazionale.

Ed a questo quadro di perdurante situazione di emergenza, si aggiunge la preoccupazione di alcuni operatori del settore quali quelli presenti sui programmi di rilevanza nazionali presentati agli uffici del Mipaaf lo scorso 10 ottobre con richiesta di finanziamento a valere sui fondi comunitari di competenza degli uffici di via XX settembre,  di rimanere esclusi dalla possibilità di essere destinatari dei finanziamenti comunitari.

Come già anticipato da AGRICOLAE lo scorso 26 novembre (vedi https://www.agricolae.eu/ocm-vino-ecco-prime-graduatorie-toscana-diminuisce-anticipo-e-recupera-gap-di-1-mln-per-aumentare-platea-ma-mipaaf-non-puo/ ) sembrerebbe che il plafond di finanziamenti stanziati per l’annualità 2022, ammontante ad euro 22.525.023, non sarà sufficiente a finanziare tutti i programmi presentati con la conseguenza di eventuali esclusioni di aziende italiane che rappresentano l’immagine più forte dell’export vinicolo italiano nel mondo. Con tutte le conseguenze negative per la filiera vinicola italiana ed i flussi di esportazione del vino italiano nel mondo.

E’ una regola di mercato che ad un minor fatturato corrispondono minori investimenti in termini di approvvigionamento della materia prima con la conseguenza che il conto più salato rischiano di pagarlo proprio i produttori italiani.

Una situazione che potrebbe essere scongiurata prevedendo, al pari di quanto predisposto dalle Regioni Toscana e Piemonte, una riduzione della quota dell’acconto del contributo comunitario ammesso, in un range compreso tra il 60 e l’80 %  onde consentire,  in sede di redazione della graduatoria nazionale (attesa entro il prossimo 20 dicembre) il finanziamento di tutti i programmi che saranno ritenuti ammissibili e finanziabili ed ampliare in tal modo la platea dei potenziali beneficiari.

Peraltro, sulla base degli approfondimenti normativi condotti da AGRICOLAE, sembrerebbe che per attivare detta decisione non occorra alcuna modifica degli atti normativi che sovrintendono l’erogazione dei finanziamenti comunitari a supporto della promozione nei paesi terzi posto che la questione dell’acconto erogabile è normata solamente dall’ articolo 26, comma 2 del “REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2016/1150 DELLA COMMISSIONE del 15 aprile 2016 recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i programmi nazionali di sostegno al settore vitivinicolo” che recita come segue: “L’importo dell’anticipo è limitato all’80 % del contributo dell’Unione”. Condizione, questa, peraltro correttamente e legittimamente recepita dall’art. 3, comma 6 dell’avviso ministeriale n. 0376627 del 26/08/2021 recante per oggetto “OCM Vino – Misura “Promozione sui mercati dei Paesi terzi” – Avviso per la presentazione dei progetti campagna 2021/2022. Modalità operative e procedurali per l’attuazione del Decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo n. 3893 del 4 aprile 2019.”

Una limitazione che quindi non esclude la legittima possibilità di ridurre detta soglia anche in corso di istruttoria decisionale sulle domande pervenute con una decisione motivata dal decreto che andrà a determinare la graduatoria, provvisoria, dei programmi ritenuti ammissibili e finanziabili per l’annualità 2022 (attesa entro il prossimo 20 dicembre).

Peraltro, sulla legittimità e correttezza di un eventuale decisione che gli uffici di via XX settembre potrebbero assumere nell’interesse primario di tutto il settore vitivinicolo nazionale c’è il precedente della Regione Toscana che lo scorso anno, proprio sul presupposto di quanto previsto dal richiamato art. 26, comma 2 del Regolamento comunitario 2016/1150 decise, in corso d’istruttoria e nella piena legittimità, di erogare l’anticipo nella misura del 67,459358% (vedasi graduatoria allegata) indicando nella propria deliberazione n. 4423/2021 del 15 marzo 2021 (anch’essa allegata) quanto segue: “tutte le 36 domande ritenute ammissibili sono finanziabili, tenuto conto che, in attuazione del punto 4 della Deliberazione Giunta regionale n. 1583/2020 sopra citata, la percentuale di anticipo concedibile sulla compagna 2020/2021 è pari al 67,459358% del contributo richiesto ammissibile, anziché all’80%, fermo restando che la rimanente somma ammissibile verrà finanziata a saldo a valere sulle campagne finanziarie successive”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il decreto 4423 e l’allegato:

DECRETO_n.4423_del_15-03-2021

DECRETO.4423_del_15-03-2021-Allegato-A




Ocm vino, ecco prime graduatorie. Toscana diminuisce anticipo e recupera gap di 1 mln per aumentare platea. Ma Mipaaf non può senza decreto correttivo

Primi della classe Bolzano e l’Alto Adige che hanno pubblicato le graduatorie dell’Ocm vino Promozione in anticipo rispetto alle altre regioni.

GRADUATORIA BOLZANO

ALTO ADIGE-Graduatoria provvisoria progetti ammessi 2022

BANDO OCM VINO ALTO ADIGE

Ha avviato l’istruttoria, da quanto apprende AGRICOLAE, anche la regione Toscana alla quale però – sempre da quanto si apprende – sembra manchi un milione di euro in quanto le richieste di contributo superano di un milione circa il plafond stanziato dalla regione. Questione che la regione di Eugenio Giani sembra aver superato preventivamente nel punto 4.2 dell’allegato alla delibera di bando che stanziava i contributi in circa 9,3 milioni di euro riducendo la quota di anticipo così da poter ampliare la platea:

4.2 “Il contributo viene concesso, secondo le modalità stabilite da AGEA, Organismo Pagatore:
– sotto forma di anticipo pari al massimo all’80% del contributo ammesso, cui segue il pagamento
del saldo (per la rimanente quota) successivamente alla conclusione delle attività; qualora il
fabbisogno ammissibile superi le risorse assegnate alla misura, la percentuale dell’anticipo erogabile
viene definita tra l’80% e il 60% al fine di soddisfare il maggior numero possibile di domande di
contributo ritenute ammissibili”.

E a pagina 10 della Delibera si leggono le motivazioni: “Ritenuto opportuno, al fine di favorire la maggiore spesa possibile del sostegno unionale previsto dalla misura promozione nei Paesi terzi dell’OCM Vino per sostenere le aziende del settore vitivinicolo e favorire dinamiche di riequilibrio dei mercati legati a tale settore, stabilire che, qualora il fabbisogno ammissibile superi le risorse assegnate alla misura, la percentuale dell’anticipo erogabile debba essere definita tra l’80% e il 60% al fine di soddisfare il maggior numero possibile di domande ritenute ammissibili”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la delibera e l’allegato A della regione Toscana:

Delibera_n.1002_del_04-10-2021-Allegato-A

Delibera_n.1002_del_04-10-2021

Mipaaf è al lavoro per la fase istruttoria. Ora bisognerà vedere se, nel caso in cui, come sembra, il plafond nazionale non dovesse riuscire a coprire quanto chiesto dagli operatori in termini di domande ritenute ammissibili, il dicastero di Stefano Patuanelli deciderà di ampliare la platea riducendo la quota dell’anticipo analogamente a quanto fatto dalla regione Toscana e Piemonte. Ma da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che per ora questo non sia possibile in quanto il decreto del ministro prevede attualmente un anticipo all’80 per cento. Sarebbe infatti necessario redigere un decreto ulteriore.

D’altronde è la stessa identica soluzione individuata dalle organizzazioni della filiera nella precedente annualità e riportata nella lettera inviata all’allora ministro Teresa Bellanova e al sottosegretario Giuseppe L’Abbate.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta la lettera.

LETTERA ORGANIZZAZIONI 11 01 2021 A BELLANOVA E L’ABBATE

Lettera che però non venne presa in considerazione, cosa che ha poi generato tre ricorsi prima al Tar e poi al Consiglio di Stato il cui primo pronunciamento è atteso per il 16 dicembre. E per il quale, da quanto apprende AGRICOLAE, il ministero delle Politiche agricole si sarebbe limitato nell’ambito del procedimento a sollevare un obiezione relativa ai termini procedurali (da cui è scaturito il rinvio dell’udienza inizialmente prevista per il 28 ottobre) senza entrare nel merito della legittimità della norma contestata dai ricorrenti.




Bto, la presentazione delle quattro giornate: innovation, destination, food&wine e hospitality

Il Bto si dispiegherà in quattro giornate che si concentreranno su aspetti diversi del turismo. Il 25 novembre sarà dedicato alla digital innovation, il 26 novembre alla destination, il 29 novembre al food and wine e infine il 30 novembre all’hospitality.  Nell’arco del pomeriggio Bto ha ripreso i lavori parlando ancora della vision d’insieme con Gabriele Burgio, di Alpitour World: “La domanda è spinta dalla voglia delle persone di viaggiare. La conferma arriva da ottobre, quando con la riapertura delle Maldive, Repubblica Dominicana e Egitto abbiamo registrato un’esplosione delle richieste . Tuttavia ci troviamo di fronte ad una riduzione dell’offerta. Stiamo ora vivendo decisione last minute che portano difficoltà nella pianificazione sia dei viaggi. Ad oggi abbiamo un febbraio ancora vuoto e un gennaio in fase di riempimento. Oggi, dopo la pandemia, la richiesta dell’organizzazione di un viaggio è di nuovo in aumento, riscoprendo l’attività dei tour operator, a patto di avere  flessibilità, oggi un cambiamento irreversibile. Oggi la parte digitale chiede un potenziamento e questo viene confermato dai 10mila preventivi al giorno che i nostri sistemi creano, tutti uno diverso dall’altro e sempre più personalizzati”.

Il professor Dimitrios Buhalis, della Bournemouth University, si è soffermato sul cambiamento nell’approccio ad una esperienza turistica che sarà diversa rispetto a quella a cui siamo abituati: “Stiamo cercando di tornare alla normalità, ma la tecnologia ha rivoluzionato tutte le nostre vite, compreso il turismo. La Mixed reality può aiutare, come la realtà aumentata, a farci scoprire le cose che davvero ci interessano e non quello che magari vuole farci vedere una guida turistica. Poi c’è l’intelligenza artificiale con i big data che ci aiuteranno a contestualizzare il prodotto giusto al momento giusto. Il terzo elemento sarà l’automazione, e possiamo prendere esempio dalla robotizzazione di Amazon”.

Tutto gioca attorno al concetto dei dati, perché sono la chiave di volta che potrà permettere ad un settore in difficoltà come quello turistico a fare il salto di qualità verso il futuro: “Una parte del nostro lavoro è legata alla raccolta di big data in partnership con le pubbliche amministrazioni, così da capire cosa stesse succedendo al tessuto turistico durante la pandemia – spiega Nicola Villa, Executive Vice president di Mastercard -. Per questo abbiamo spesso a che fare con il concetto di “Reset”, ovvero far ripartire il turismo in chiave più sostenibile e inclusiva. Per questo stiamo sviluppando alcune iniziative per aiutare le piccole e medie imprese. Uno dei trend è lo staycation, un mix tra vacanza e lavoro in tempi prolungati. Abbiamo rilevato anche un utilizzo maggiore dei trasferimenti su gomma, preferiti ad altre modalità proprio a causa della pandemia. I viaggi business iniziano a ripartire, soprattutto per le piccole e medie imprese”.

La presentazione ha accolto quattro panel specificatamente dedicati alle quattro giornate del BTO. Vista la forma ibrida della manifestazione i contributi saranno poi disponibili per quattro mesi. L’innovation, come ha sottlineato Francesca Benati, di Amadeus, si giocherà sulla capacità di risposta degli operatori: “La chiave sarà l’agilità. Abbiamo parlato di innovazione, di velocità, ma dovremo essere capaci di muoverci rapidamente dal punto di vista del marketing. Non basterà aggiungere risorse, dovremo cambiare il modo di fare partnership con varie aziende che possono completare il nostro business e diversificare così i costi”. Le fa eco Rita Jusztina Varga, RAIZUP: “Al momento i dati ci dicono che in Italia ci sono più di 50mila posizioni aperte nel settore dell’ospitalità, una sfida da affrontare per il prossimo decennio”, mentre Simone Puorto, di Travel Singularity, non vuole parlare di punto di non ritorno: “Il cambiamento era già in corso prima del Covid, che ha solo accelerato alcuni processi. Semplicemente abbiamo tagliato circa 10-15 anni. e oggi abbiamo tre tendenze: la richiesta del viaggiatore medio per la flessibilità della prenotazione”.

Misa Labarile, della Commissione europea, parla di destination, di come cambieranno i luoghi: “Dobbiamo certamente tornare alla normalità e il turismo deve tornare nell’agenda della Commissione Europea. L’UE può creare accordi con stati e regioni e un memorandum di intesa metterà assieme tutte le idee per i prossimi dieci anni. Si tratta di una visione che si è evoluta grazie al contributo di tutti. Uno degli obiettivi è avere accesso ai dati libero a tutti, perché la condivisione è fondamentale”. Per Dolorez Ordonez, legata al programma Smart Cities della Commissione, l’obiettivo è offrire servizi migliori ai cittadini: “La città smart deve offrire servizi sia a chi ci abita sia ai turisti. L’intelligence cities challenge coinvolge 30 città. Dobbiamo individuare le necessità di ciascuna e una strategia. Come rendere queste destinazioni sostenibili ma efficaci?  Serve un esperto per ogni città e per ogni aspetto”. Ma non deve essere tralasciato l’aspetto degli abitanti dei luoghi visitati, come conferma  Patrick Torrent, dell’Agenzia catalana per il turismo: “Abbiamo bisogno di un nuovo patto sociale, serve una luce verde da parte dei residenti, chiediamo un impegno globale per il turismo responsabile, mettere dietro lo stesso tavolo l’industria del turismo e gli attori locali”.

Ma quali sono le sfide del turismo enogastronomico? Per Magda Antonioli, della Bocconi di Milano, “si tratta di una componente importante del turismo, capace di convogliare risorse per un territorio e la sua tradizione, ma solo a patto di confezionare un pacchetto esperienziale cucito addosso ad ogni turista”. Stefano Mosca, della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, ha coniato un neologismo: Turismo “enogastronobile”, che unisce insieme enogastronomia e sostenibilità, che però deve essere anche sociale”.




Presentata la 13ma edizione di Bto: be travel onlife

I termini turista e turismo sono stati usati ufficialmente per la prima volta nel 1947 alla Società delle Nazioni per coloro che viaggiavano per oltre 24 ore di seguito. Ma il turismo viene da lontano. Dalle ferie dell’antica Roma al turismo religioso del Giubileo del 1300 fino a diventare culturale, nelle città d’arte italiane del cosiddetto Gran Tour dei rampolli del 1400. E Firenze era una delle mete preferite.

Sta per tornare a Firenze, in presenza e online, BTO, l’evento leader in Italia sulle connessioni tra turismo, innovazione e tecnologia che per questa 13a edizione ha scelto un payoff tutto nuovo – “Be Travel Onlife” – che continua le riflessioni sul concetto di Onlife, della capacità di adattamento, di cui si è discusso nell’ultima edizione e che diventa ancora più attuale in tempi di post pandemia. BTO2021 si snoderà in 5 giornate tematiche – 24, 25, 26, 29 e 30 novembre  un viaggio tra innovazione e ospitalità che porterà a Firenze alcuni tra i più importati player del settore, alcuni interverranno in collegamento e altri si paleseranno davanti agli ospiti in forma di ologramma. BTO – Be Travel Onlife è un evento di Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, da sempre attente alla competitività del turismo connesso alla sfida dell’innovazione digitale. L’organizzazione è affidata a Toscana Promozione Turistica, PromoFirenze eFondazione Sistema Toscana.

 

Il tema che farà da filo rosso degli oltre 100 appuntamenti in programma è “New Frictionless World”, letteralmente “un nuovo mondo senza attrito”, che è anche un augurio per il futuro come spiega il direttore scientifico di BTO2021, Francesco Tapinassi: “La semplificazione delle esperienze digitali è il segreto del successo delle principali piattaforme online ed è estremamente interessante che il modello organizzativo incentrato sulla costruzione di touch point fluidi, senza attriti e complessità, possa diventare un esempio anche nella generazione di destinazioni, strutture ed esperienze turistiche perfette per il viaggiatore contemporaneo. Un augurio quindi quello di un “new frictionless world” nel turismo, partendo dalla fine della più grande friction degli ultimi decenni, la diffusione del Covid-19”.

 

LE GIORNATE TEMATICHE – Il taglio del nastro è in programma il 24 novembre nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze con due sessioni di lavoro: “Visione”, con ospiti da tutto il mondo e “Focus”, in cui i verranno fornite alcune anticipazioni dei quattro main topic (digital innovation, destination, food &wine, hospitality) attraverso delle “round table” a cui parteciperanno alcuni dei relatori che si ritroveranno poi nei giorni successivi. Le sedi di Nana Bianca e della Camera di Commercio di Firenze ospiteranno poi le quattro giornate tematiche, da seguire anche online. Nel dettaglio, il 25 novembre è Digital Innovation, il 26 novembre è Destination, il 29 novembre è Food & Wine e il 30 novembre è Hospitality.

BTO – Be Travel Onlife è un marchio di proprietà di Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze. L’organizzazione è affidata a Toscana Promozione Turistica, PromoFirenze – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana.




Buyfood Toscana, Terre D’Etruria: innovazione ed energia in un’oliva e quello che era un costo diventa un guadagno. VIDEOSERVIZIO

Gusto, tradizione, cultura ed energia sostenibile. Tutto in un oliva. Ma anche energia circolare, perché dell’oliva non si butta nulla.

Terre dell’Etruria, 60 milioni di euro di fatturato, 3500 aziende agricole associate, rappresenta la più importante realtà imprenditoriale del mondo agricolo della Toscana. La Cooperativa, con sede nel comune di Castagneto Carducci, opera sulle quattro province di Livorno, Siena, Pisa e Grosseto e si pone sul mercato della filiera agroalimentare con l’obiettivo di indirizzare, seguire ed aiutare le aziende agricole nelle scelte agronomiche e produttive e di valorizzare le produzioni agricole toscane dei propri associati.

Ma non solo produzione: anche commercializzazione. Negli ultimi anni infatti si è affermata per la rivendita di prodotti tipici provenienti dal conferimento delle produzioni dei propri soci dando una maggiore garanzia al consumatore finale su qualità e correttezza della filiera.

Conditio sine qua per poter soddisfare le richieste dei buyer è l’aagregazione. Altrimenti il gioco non funziona.

Terre D’Etruria, una delle tappe di Buyfood Toscana 2021, è anche la testimonianza di come innovazione coniugata con tradizione si possa tradurre in convenienza economica, risparmio d’acqua e nuove opportunità di guadagno. Tutto all’insegna della sostenibilità.

“La sansa denocciolata viene inviata agli impainti di biogas dove viene mescolata con altri prodotti per bruciare e trasformarsi in energia elettrica. Il cosidetto nocciolino destinato a utilizzo da combustibile”, spiega Giulio Fontana.

“Grazie all’innovazione che abbiamo messo in campo, tutto quello che un tempo era scarto e quindi un costo, oggi è un’opportnutà e risparmio di acqua”, prosegue. “Grazie agli aiuti comunitari e della regione Toscana abbiamo potuto fare i nuovi lavori di ammodernamento. Quello che un tempo era un rifiuto è oggi una risorsa”, ribadisce.

Un socio conferitore può decidere, una volta consegnate le olive, se ritirarle sottoforma di olio, oppure mantenere un buono lasciando il prodotto all’interno della cooperativa. In quel caso – nel momento in cui un grosso buyer dovesse chiedere importanti quantitativi di prodotto – la cooperativa sarà in grado di soddisfare la richiesta. E tutti ci guadagnano.

“Metterci insieme e pensare a una commerciale che possa soddisfare un pochino tutti”, precisa ancora Fontana.




Covid, Regione Toscana: per imprese agricole scadono il 30 giugno termini per ottenere garanzie per liquidità

Hanno tempo fino al 30 giugno le imprese agricole e agroalimentari per ottenere prestiti in liquidità fino a 200mila euro con garanzia gratuita. E’ la misura messa a punto dalla Regione Toscana rivolta alle aziende colpite dall’emergenza pandemica, che hanno bisogno di sopperire a necessità di risorse liquide: deriva dalle misure 4.1.6, rivolta alle imprese agricole, e dalla misura 4.2.2, rivolta alle imprese agroalimentari, del Programma di sviluppo rurale Feasr 2014-2020.

“E’ un’opportunità – spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che abbiamo voluto creare per rendere possibile ottenere garanzie gratuite previste nella programmazione dello sviluppo rurale anche per l’erogazione di liquidità a favore degli agricoltori in sofferenza a causa del periodo che stiamo attraversando. Sappiamo che adesso l’urgenza è rappresentata in molti casi dalla mancanza di disponibilità e cerchiamo quindi di venire incontro a questa necessità”.

Le Pmi e le Smal Mid Cap (imprese che indipendentemente dal fatturato hanno un numero di dipendenti inferiori a 500 unità) che sono state colpite dalla crisi potranno dunque chiedere liquidità non superiori a 200 mila euro, alle banche convenzionate e i prestiti dovranno essere erogati entro il 30 giugno 2021.

Tra i requisiti: occorre avere avuto nel 2020 una riduzione di fatturato rispetto al 2019. Viene meno quindi, rispetto a prima, l’obbligo di presentare giustificativi basati su piani aziendali o documenti equivalenti e prove che dimostrino che il sostegno fornito tramite lo strumento finanziario sia stato utilizzato per gli investimenti.

Le banche abilitate sono la Banca di Cambiano, il Monte dei Paschi di Siena, Credem, Creval e Iccrea Banca impresa.




Toscana, promuovere le eccellenze agroalimentari, Regione e Camera di commercio Firenze rafforzano l’intesa

Si conferma e si rafforza la collaborazione tra Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze in materia di politiche di promozione nel settore agricolo e agroalimentare.

Regione e Camera di Commercio hanno appena rinnovato e integrato un accordo triennnale che da quest’anno al 2023 le vede affiancate come di consueto, ma in maniera ancora più robusta, nella programmazione di iniziative ed eventi per la promozione dell’agroalimentare toscano di qualità e per l’internazionalizzazione delle imprese impegnate su queste filiere.

Primo fra tutti il BuyWine Toscana, ma poi la Selezione Regionale degli oli extravergini DOP/IGP, il BuyFood Toscana, PrimAnteprima, e diverse altre, sono tutte iniziative volte a migliorare la competitività delle imprese a favore delle produzioni vitivinicole, agricole e agroalimentari certificate di qualità.

La Regione ha integrato le risorse messe a disposizione, prevedendo per il triennio 2021-2023 1,3 milioni di euro  

La Camera di Commercio ha messo a disposizione il know how della propria azienda speciale PromoFirenze, che vanta un’esperienza trentannale nell’organizzazione di eventi e di iniziative per l’internazionalizzazione delle imprese.

Tra gli obiettivi: valorizzare le produzioni vitivinicole, agricole ed agroalimentari tipiche e tradizionali toscane, in stretta connessione con l’identità dei territori; supportare le imprese, anche piccole e micro, operanti nei settori delle produzioni vitivinicole ed agroalimentari che partecipano alle iniziative; favorire la penetrazione commerciale dei prodotti sia nei mercati tradizionali che in quelli emergenti; migliorare la capacità delle imprese di affrontare i mercati; rafforzare il posizionamento del brand “Toscana”; valorizzare e promuovere le filiere produttive agricole ed agroalimentari toscane.

“Il rafforzamento di questo accordo testimonia l’impegno e il lavoro che vogliamo dedicare alle imprese dell’agroalimentare e ai prodotti legati al brand Toscana – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che hanno tutte le caratteristiche per imporsi sempre di più nei mercati mondiali. Un impegno forte per iniziative fondamentali per dare slancio a questi prodotti creando lavoro e sviluppo”.

“Siamo onorati – ha detto Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze – che la Regione abbia confermato il rapporto con la Camera di commercio e PromoFirenze per promuovere e organizzare gli eventi di punta dedicati alla produzione agroalimentare toscana. La ripresa economica passerà anche dalla capacità di valorizzare le nostre eccellenze, che rappresentano uno straordinario fattore di marketing per il territorio e per la regione intera”.

“Questo accordo – ha sottolineato Massimo Manetti, presidente di PromoFirenze, azienda speciale della Camera di commercio di Firenze – consolida la collaborazione con la Regione e ci permette di realizzare eventi di alta qualità al servizio delle imprese toscane dell’agroalimentare, in un momento difficile per l’economia, con la prospettiva di contribuire al rilancio del settore, guardando ai mercati internazionali”,




Promozione agroalimentare, Regione Toscana e Camera di commercio Firenze firmano accordo

Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze  rinnovano e rafforzano il protocollo per la collaborazione nelle politiche di promozione nel settore agricolo e agroalimentare.
La vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi e il presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi firmeranno l’intesa lunedì 22 febbraio.

A seguire, in una conferenza stampa Stefania Saccardi, Leonardo Bassilichi e il presidente di PromoFirenze Massimo Manetti illustreranno  i contenuti dell’accordo insieme ad altre novità.
L’appuntamento con i giornalisti è alle ore 11.30 in sala Pegaso – Palazzo Strozzi Sacrati, piazza Duomo 10.




Ristori, Cia Toscana: da Regione Toscana risorse importanti per allevatori ovicaprini

Si tratta di un sostegno concreto e molto importante per l’intero settore ovicaprino della Toscana, in un momento particolarmente complicato a causa della crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria Covid-19. Commenta positivamente la Cia Agricoltori Italiani della Toscana, l’impegno della Regione Toscana per ristori per oltre 1,4 milioni destinati agli allevatori ovicaprini da latte. Sono 774 le imprese ovicaprine da latte, con una consistenza delle greggi di almeno 50 capi, che riceveranno dalla Regione Toscana un ristoro per gli effetti dell’emergenza economica determinata dalla pandemia da covid-19. L’entità del contributo dipenderà dalla consistenza delle greggi.

«Le risorse a sostegno del settore lattiero-caserio – sottolinea Luca Brunelli, presidente Cia Toscana –  sono quanto mai auspicate ed in questa fase di crisi economica, causata dagli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19. Si tratta di una sosboccata di ossigeno fondamentale per tante aziende zootecniche ed allevamenti toscani».

I capi ovicaprini da latte allevati dalle aziende che otterranno le sovvenzione ammontano complessivamente a 270.588 – fa sapere la Regione Toscana -: un numero che copre la quasi totalità (96 per cento) di quelli allevati nelle aziende che hanno più di 50 capi, potenziali beneficiari del provvedimento.

«Con questo intervento – aggiunge Brunelli – si vuol rafforzare e sostenere la filiera toscana. Inoltre sarà importante che i trasformatori siano coerenti e responsabili, mantenendo gli impegni contrattuali relativamente al ritiro di tutto il latte prodotto dagli allevamenti conferenti, che riconoscendo prezzi al latte alla stalla, adeguati al valore del prodotto a partire dalla totale copertura dei costi di produzione».




Regione Toscana, Aglione e Grano 23 salvati dall’estinzione

Rischiavano l’estinzione ma oggi possono rappresentare nuove occasioni di sviluppo per l’agricoltura toscana. Sono l’aglione e il grano 23: i due prodotti toscani sono stati iscritti nel Repertorio regionale e all’Anagrafe nazionale dell’agrobiodiversità, azione che costituisce il primo importante passo per la messa in sicurezza di un patrimonio unico.

Ad oggi sono oltre 700, su un totale di 880, le varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi autoctoni e razze animali della Toscana che, rischiando di scomparire, sono state mantenute in vita grazie al sistema di salvaguardia della biodiversità agricola della Regione Toscana, sistema basato sulla azione dei “Coltivatori custodi” e  sulle  “Banche del germoplasma”.

“La salvaguardia delle varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi e delle razze animali autoctone  è uno dei fondamenti delle nostre politiche agricole – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Proteggere dal rischio di estinzione e valorizzare questo patrimonio di biodiversità è elemento irrinunciabile della nostra strategia, volta a garantire l’identità di un territorio, la sua cultura rurale, il lavoro  degli agricoltori che ci vivono e delle loro comunità. Ma oggi fondamentale è anche l’impegno a reimmettere queste varietà, o almeno alcune di queste, in un circuito produttivo.  La loro presenza non solo può sostenere attività di rilancio economico, specie nelle zone considerate marginale, ma anche rafforzare l’immagine della Toscana come luogo di qualità grazie all’equilibrio fra ambiente, agricoltura e attività dell’uomo, un vero e proprio agroecosistema”. 

Aglione – Più conosciuto come condimento per il famoso piatto dei pici toscani, ma già conosciuto come “Prodotto tradizionale agroalimentare” anche a livello nazionale, è una varietà locale che appartiene alla specie Allium ampeloprasum var. holmense, da non confondersi con l’aglio (specie Allium sativum). Salvato da alcuni agricoltori locali della Val di Chiana toscana e umbra, solo recentemente è stato riscopero, recuperato e valorizzato dagli agricoltori e dagli enti locali e dalle loro associazioni e consorzi, tuttavia risulta ancora a rischio di estinzione. 

Grano 23 – Conosciuta inizialmente anche con il nome “Avanzi 3”, questa varietà di frumento tener è perfettamente compatibile con la produzione di prodotti tipici della zona, quali panigacci e testaroli; quindi una farina particolarmente idonea a prodotti poco lievitati, ben rappresentati nei numerosi PAT (prodotti agroalimentari tradizionali) appartenenti al territorio della Lunigiana. I diversi operatori hanno manifestato un forte interesse a recuperare una filiera locale che utilizzi farina di un grano autoctono, tradizionalmente coltivato in diverse zone dei Comuni di Pontremoli, Filattiera e Fivizzano, nonché nelle zone a maggiore altitudine come Zeri.




In arrivo dalla Regione Toscana ristori per oltre 1,4 milioni destinati agli allevatori ovicaprini da latte

Sono 774 le imprese ovicaprine da latte, con una consistenza delle greggi di almeno 50 capi, che riceveranno dalla Regione Toscana un ristoro per gli effetti dell’emergenza economica determinata dalla pandemia da covid-19. L’entità del contributo dipenderà dalla consistenza delle greggi.

Le risorse assegnate alle 774 aziende ammontano a 1.430.399 euro e, grazie al complessivo impegno finanziario regionale su questo intervento, è stato possibile concedere alle imprese ammesse l’importo massimo del contributo per capo, pari a 8 euro, previsto dal bando.

Le risorse saranno disponibili subito dopo l’imminente adozione degli elenchi di liquidazione.

“C’è l’emergenza sanitaria, ma c’è anche un’emergenza economica e la scelta della Regione – commenta la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – è quella di stare al fianco del mondo produttivo, senza lasciare solo nessuno. All’allevamento ovicaprino sono legate in Toscana produzioni di grande qualità e il nostro obiettivo è di tutelare il complesso della filiera. Con questo intervento – conclude – contribuiremo a sostenere, sul mercato, un segmento importante della nostra economia”.

La consistenza dell’allevamento ai fini del calcolo della sovvenzione è stata rilevata dalla Banca dati informatizzata nazionale delle aziende zootecniche istituita dal Ministero della salute (BDN).

I capi ovicaprini da latte allevati dalle aziende che otterranno le sovvenzione ammontano complessivamente a 270.588: un numero che copre la quasi totalità (96 per cento) di quelli allevati nelle aziende che hanno più di 50 capi, potenziali beneficiari del provvedimento.