Vinitaly, l’incontro “Il vino è Made in Italy”. Interventi di Giansanti, Battista, Rigotti, Pallini, Bonaldi, Fini e La Pietra

Nella prima giornata del Made in Italy a Vinitaly si parla del prodotto italiano per eccellenza, il vino e del suo ruolo di rappresentanza della produzione italiana agroalimentare, nell’incontro organizzato nell’area Masaf di Vinitaly “Il vino è…Made in Italy”.

“Oggi è la giornata del Made in Italy e non c’è occasione migliore per parlare di vino con tutti i rappresentati della filiera. Parliamo di 13 miliardi di fatturato con il 50% che arriva dall’estero. Ci sembrava giusto avere un momento di confronto di tutto il settore in un momento non semplice, vuoi per i conflitti e vuoi per l’economia, ma soprattutto per un mercato che in alcuni paesi e per certi prodotti è in sofferenze.

Stiamo vivendo una fase di cambiamento soprattutto del consumatore e della sua sensibilità. I nostri prodotti sono di altissima qualità, ma il futuro deve essere di condivisione sui punti strategici. Parlo degli strumenti di controllo dell’offerta per le produzioni che non trovano sbocco sul mercato. Come presidente vino di Copa Cogeca stiamo pensando a delle misure per controllare l’offerta, che in certe zone europee possono arrivare anche all’estirpo definitivo o temporaneo, così da stabilizzare la situazione per poi puntare al reimpianto, magari con uve più incentrate sul mercato. Dovrà esserci un sostegno forte con l’OCM vino verso i paesi consolidati, dovremo trovare una sintesi su proposte efficaci. Sulla sostenibilità noi dovremo essere i primi attori, ma dovremo mettere in campo azioni concrete anche per un consumo consapevole”. Così Luca Rigotti, Alleanza delle Cooperative.

“Veniamo da un’annata difficile, ma l’innovazione è la soluzione al cambiamento climatico. Dobbiamo però immaginare un percorso virtuoso e il settore vitivinicolo è quello che più ha investito nella digitalizzazione, anche del prodotto. Le aziende più performanti sono quelle che hanno investito per far scoprire cosa c’è dietro una bottiglia di vino. Per resistere oggi abbiamo bisogno di piante resistenti e su questo abbiamo portato avanti tanta ricerca, anche grazie al Crea. Non stiamo parlando di OGM, ma di Tea: oggi è un errore caratterizzare la pianta, ma capire se questa riesce a garantire la stessa qualità di una pianta normale, non vedo rischi e preoccupazioni, ma anzi dobbiamo accelerare sulla sostenibilità e sulla consapevolezza verso i giovani. Con le Tea potremmo avere piante che hanno bisogno di meno cure. Voglio poi sottolineare l’importanza dei dati, serve un raccoglitore nazionale perché consentiremo a tutti gli agricoltori di fare un salto quantico, ma i dati non possono passare per provider esteri, altrimenti rischiamo di perdere la nostra resistenza”, Così Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

“Il vino, così come gli altri settori agricoli, riesce ad adattarsi alle variazioni dettate dal cambiamento climatico che del mercato. L’anno scorso abbiamo assistito alle contrazioni di vendita che hanno portato a giacenze importanti nelle cantine. Per quest’anno, per ora è impossibile  fare previsioni, ma dobbiamo trovare soluzioni integrate, soprattutto sui mercati, dove dobbiamo trovare nuovi sbocchi che possano rispondere alle riduzioni subite l’anno passato. Dobbiamo perseguire inoltre la strada segnata dalla scienza e dalla ricerca, siamo a favore delle tecniche di evoluzione assistita. Abbiamo già fatto passi in avanti per l’uva da tavola che è in corso di sperimentazione in campo: tra tre anni potremo capirne l’esito, sia per la resistenza che per la qualità. Dobbiamo poi sbloccare l’OCM per la aiutare la promozione puntando alla fascia giovane, oggi parzialmente disinteressata, ma sono iniziative che richiedono una pianificazione. Voglio poi ribadire un concetto: il vino non è un prodotto alcolico”. Così Tommaso Battista, presidente Copagri.

“Sul vino ci sono posizioni nette, ma va detto che il vino naturale non esiste. Finché non lo diciamo urlando si crederà il contrario. Alcuni produttori cadono in questa trappola, un salto nel buio e non si può scendere a compromessi”. Così Cotarella, presidente Riccardo Assoenologi.

“Quello della salute è un tema complesso. Studi passati si riferiscono alla curva J, che confermano benefici con un uso moderato di vino, fino ad una certa soglia, ma il discorso è complesso su cui incidono predisposizioni e ambiente. Si parla tanto di dieta mediterranea, con un’ampia diversità alimentare e anche questo provoca un’incidenza. Dobbiamo combattere l’abuso ma distinguerlo dall’uso, con un’attenzione ai minori. Per quanto riguarda la questione Belgio, voglio partire dall’Italia, che si è data da tempo un codice di autoregolamentazione per quanto riguarda le fasce giovani. Al contrario il Belgio ha presentato alla Commissione una richiesta di regolamento per il consumo, poco chiara: temiamo che senza un intervento europeo potrebbe esserci un nuovo caso Irlanda”. Così Micaela Pallini, presidente Federvini.

“La nostra associazione riunisce i principali consorzi di produzione italiani del vino. Ricordo che i consorzi hanno un duplice ruolo: protezione del territorio e tutela della produzione. La riforma europea cambia alcuni temi: mettere insieme food e vino dovrebbe rafforzare le IG, un elemento di promozione internazionale essenziale, mettere insieme le forze aiuta la tutela, sapendo che ci sono attacchi che possono mettere in difficoltà le nostre produzioni tipiche e a valore aggiunto. Spero che il prossimo Parlamento europeo sia più sensibile su questi temi. Dobbiamo evitare una eccessiva parcellizzazione dei prodotti tipici, rischiamo di non vederli emergere all’estero. Alcuni piccolo però, mettendosi insieme, possono riuscire ad emergere”. Così Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Federdoc.

“Il vino e economia e cultura del turismo, un legame consolidato in questi ultimi anni. Il vino italiano viene riconosciuto per la sua qualità e le sue origini. Le imprese danno tanto per il territorio, ma è lo stesso territorio a creare un legame imprescindibile. Abbiamo un valore di 2,6 miliardi di euro che arriva dall’enoturismo e la ricezione turistica nelle cantine è uno dei segreti che ci ha fatto fare passi in avanti. Dobbiamo continuare a creare spazi per questo tipo di iniziative, ma dobbiamo fare promozione, di più e meglio, per tutto questo. Diventa fondamentale per aree del paese fragili, quelle rurali, che soffrono anche il digital divide: metterli in rete incentiverebbe anche il turismo. La tecnologia poi attira anche i giovani, ma abbiamo ancora frontiere da raggiungere, sia per la sostenibilità che per la commercializzazione. Le nuove leve entrano in viticoltura perché vedono prospettive future, ma dobbiamo creare le condizioni”. Così Cristiano Fini, presidente Cia.

“Questo settore è estremamente complesso, ma il vino rappresenta tutte le sfaccettature dell’agroalimentare italiano. Ad esempio, dove c’è viticoltura si vedono paesaggi scolpiti dall’uomo, dove c’è identità e tradizione. Su questo si innesca l’innovazione tecnologica. Sono tutti elementi delle politiche del Masaf, ma su tutto c’è al centro la famiglia: si tratta di un lavoro che viene trasmesso tra generazioni, un ulteriore valore.

Come Governo siamo favorevoli alle Tea. L’evoluzione assistita c’è sempre stata, una volta si chiamavano innesti, si tratta di una evoluzione di una pratica antica. Questo ci serve a causa dei cambiamenti climatici, siamo pienamente d’accordo che la ricerca sia un elemento basilare. Sul dealcolato, l’importante è non chiamarlo vino, è qualcosa di diverso. Stiamo facendo una battaglia per non ingannare il consumatore: come si può comprare un hamburger vegetale? E quindi come chiamare quello senza alcool vino? Dobbiamo dare una risposta al proibizionismo che sta emergendo”. Così Patrizio La Pietra, sottosegretario Masaf.




Stati Generali del Vino, scenari e prospettive del settore vitivinicolo. INTERVENTI E VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, Frescobaldi, Antinori, Rigotti, Prandini, Giansanti, Battista, Dorfmann

Si sono svolti oggi a Roma gli Stati generali del vino. Molti i temi affrontati nel corso dell’incontro, dal quadro regolamentare alle politiche UE per promuovere la competitività del settore e la sua attrattività turistica fino alla questione etichettatura.

Di seguito gli interventi: 

Stati Generali del Vino, Lollobrigida: anticipare strategie per contrastare effetti cambiamento clima. VIDEOINTERVISTA

Vino, Frescobaldi (Uiv): si a raccomandazioni in etichetta, no a babele allarmistica. Pronti a lavorare con Ue

Federvini, Stati Generali del Vino. Albiera Antinori : Auspichiamo regole chiare e certe per la crescita del comparto vitivinicolo italiano

Stati generali del vino, Lollobrigida: vino gioiello italiano e prodotto strategico. Governo ha adottato provvedimenti in aiuto filiera

Stati generali del vino, Albiera Antinori (Federvini): criticità legate a etichettature e Farm to Fork ideologica, prevalga il buon senso. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Giansanti: fitosanitari necessari per produrre, serve pragmatismo. Ripensare sistema vino per prossime sfide. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Rigotti (Alleanza Cooperative): prodotto vino demonizzato, proibizionismo non risolve problemi. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Frescobaldi (Uiv): calati in quantità ma vendemmia di buona qualità. Ora ripensare a posizionamento vino italiano. VIDEOINTERVISTA

Stati Generali del vino, Dorfmann: sostenibilità del settore non deve riguardare solo l’ecologia, ma anche parte economica. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Prandini: torni strategia nazionale su internazionalizzazione. Lavorare su posizionamento e collocamento vino italiano

Stati Generali del Vino, Battista: migliorare promozione verso paesi terzi e puntare sull’enoturismo. VIDEOINTERVISTA

 

 

 




Vinitaly, Fare Sistema: fondamentale unità e maggior presenza in Ue. INTERVENTI DI: Lollobrigida, Tajani, Prandini, Giansanti, Fini, Battista, Rigotti, Pallini, Cotarella

Etichettatura vino, fitofarmaci, regolamento sugli imballaggi e necessità di andare uniti in Europa, creando alleanze. Se ne è parlato nel corso del convegno “Fare Sistema” organizzato a Vinitaly 2023, che ha analizzato scenari e prospettive del settore primario fino alle recenti criticità in Ue.

Di seguito tutti gli interventi: 

Vinitaly, Fare sistema. Lollobrigida: fare asse con il Mediterraneo. Italia guarda con interesse ai Balcani

Vinitaly, fare sistema. Tajani: etichetta irlandese “marchio a sangue” che induce il consumatore a scelte

Vinitaly, Fare sistema. Prandini: per competere a livello mondiale dobbiamo presentarci uniti all’estero

Vinitaly, Fare Sistema. Giansanti: Green Deal teoria da scuola che non si adatta a vita comune

Vinitaly, fare sistema, Fini: accettiamo sfida sui fitofarmaci, ma servono strumenti adeguati e alternative

Vinitaly, Fare Sistema. Battista: vino testimonianza del territorio, avvicinare giovani con virtual tour cantine

Vinitaly, fare sistema. Rigotti (Alleanza Cooperative): popolazione giovane va educata al consumo moderato

Vinitaly, fare sistema. Pallini (Federvini): etichetta irlandese uno schiaffo ai nostri prodotti, possibili conseguenze sulla promozione

Vinitaly, fare sistema. Cotarella: vino parte della nostra cultura. Dannoso per la salute? Vogliamo la dimostrazione scientifica

 




Confcooperative, tempesta dei prezzi sulla filiera del vino: Censis calcola 1,1 miliardi in più. Tutti gli INTERVENTI e le VIDEOINTERVISTE

Extracosti da oltre 1,1 miliardi di euro a causa dell’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime: è questo il conto salato che sta per abbattersi sulla filiera vitivinicola italiana. Una vera tempesta dei prezzi che intaccherà la redditività delle imprese e rischia di comprometterne anche la capacità competitiva sui mercati internazionali . Il rapporto del Censis è stato presentato presso la sede di Confcooperative, che chiede un intervento nazionale ed europeo per salvaguardare un settore strategico dell’agroalimentare italiano.

Questo il comunicato stampa

Vino, Confcooperative: da aumenti energia e materie prime extracosti da 1,1 miliardi per la filiera

Questa la dichiarazione del presidente di Alleanza Cooperative Giorgio Mercuri

Extracosti sulla filiera del vino, Mercuri (Confcooperative): prossima campagna vitivinicola con prezzi di produzione più alti

Questa la dichiarazione di Luca Rigotti, Coordinatore vitivinicolo Alleanza cooperativa alimentari

Extracosti sulla filiera del vino, Rigotti (Confcooperative): rischiamo di non avere contenitori in vetro. Urge spostare gli obblighi di sostenibilità

Questa la dichiarazione di Andrea Toma, del Censis

Extracosti sulla filiera del vino, Toma (Censis): tempesta dei prezzi, oltre 1,1 miliardi in più pesano sul settore vitivinicolo

Queste le videointerviste 

Vino, extracosti sulla filiera. Toma (Censis): effetti dell’aumento dei prezzi di energia e di materie prime arriveranno fino al 2023 – VIDEOINTERVISTA

Vino, extracosti sulla filiera. Rigotti (Confcooperative): costi stanno erodendo margini filiera. Valutiamo l’utilizzo di contenitori diversi dal vetro – VIDEOINTERVISTA

Vino, extracosti sulla filiera. Mercuri (Confcooperative): imitare Francia e Spagna per un tetto massimo sul costo dell’energia – VIDEOINTERVISTA




Vino sotto fuoco incrociato: Nutriscore e Cancer Plan. E consigliere Salute Walter Ricciardi ritwitta Hercberg: “disgustoso, ricerca e lobby in conflitto”. Le reazioni

Vino sotto attacco: da una parte l’Europa che sta per votare sul Cancer Plan, dall’altro lato il fondatore del Nutriscore che propone una F nera su tutte le bevande che contengono alcol anche in minima parte.

E mentre la filiera si agita e la Lega presenta un’interrogazione alla Commissione europea, il consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi – che come svelò AGRICOLAE è tra gli scienziati che appoggiano il Nutriscore – ritwitta le dichiarazioni del fondatore dell’etichetta a colori Serge Hercberg, che dice: “Diffamazione disgustosa. Un’altra fake news da una struttura di lobby che cerca di screditare il Nutriscore e gli scienziati che lo supportano. La mia battaglia contro le lobby del cibo è raccontata nel mio libro” e “ricerca e lobbyng in conflitto sulla questione di un’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione in Francia” citando la pubblicazione PMC 74, n1. del 2016:51.

Ricciardi – fanno sapere ad AGRICOLAE dal ministero della Salute – è ancora consigliere del ministro Speranza.

Serge Hercberg va poi oltre e scrive ancora, dopo il rumore in terra francese dopo l’appello di Centinaio a Macron: “orrore! La scienza sta recuperando con la lobby dell’alcol”. E ricorda al giornalista Fred Hermel che “l’alcol incluso il vino è responsabile di 41mila decessi all’anno di cui 18mila per cancro. Anche questa è la Francia! Dobbiamo smettere di banalizzare o addirittura promuoverne il consumo. E’ da irresponsabili”.

La vicenda Nutriscore è per il presidente di Federvini Micaela Pallini “solo l’ultima tappa di una vera e propria offensiva in pieno svolgimento: il piano europeo di lotta contro il cancro prima, il documento dell’OMS sulla lotta all’alcol e infine questo mi sembra chiaro il tentativo di attacco concentrico nei confronti di quei prodotti e di quei Paesi che guarda caso da sempre sono stati portabandiera di uno stile di vita corretto, alimentazione bilanciata, cultura del bere e bellezza associata ai propri territori. Il tutto con una base scientifica approssimativa e grossolana, che non fa le necessarie distinzioni. I prossimi mesi saranno cruciali: difendiamo i nostri settori, le nostre abitudini, la nostra socialità ma soprattutto difendiamo il buon senso”.

Unione italiana vini – ha invece detto il Segretario Generale Uiv, Paolo Castelletti – è estremamente preoccupata: da una parte ritiene doveroso redigere un piano anticancro, dall’altra è convinta che il report della Commissione BECA rappresenti un mandato in bianco per equiparare una bottiglia di vino a un pacchetto di sigarette, quale prodotto dannoso di per sé, a prescindere dalle quantità”.

Per il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio alcuni fondamentalismi “sono più pericolosi di un bicchiere di vino a tavola”. Che aggiunge: “non si può equiparare il consumo moderato e l’abuso. La prossima settimana quando ci sarà a Strasburgo il voto in plenaria sul Beating cancer plan prevalga il buon senso”.

“Bene ha fatto il Sottosegretario Centinaio a ribadire le perplessità, condivise dall’intera filiera vitivinicola nazionale, rispetto alla equiparazione tra uso e abuso di vino contenuta nel documento per la lotta al cancro realizzato dalla Commissione speciale per la lotta al cancro del Parlamento europeo (Commissione BECA)” commenta il coordinatore del settore Vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti.

“E’ del tutto improprio – secondo la Coldiretti – assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche – ricorda la Coldiretti – sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti”.

Solo pochi mesi fa si era alzato un polverone sul vino senza alcol. Ora il vino è nuovamente al centro delle attenzioni con il Nutriscore e il Cancer Plan.

Nutriscore, Lega presenta interrogazione alla Commissione europea

Vino (Uiv): Non solo Nutriscore, voto a Cancer Plan decisivo per produttori e consumatori

Federvini, Nutriscore vuole demonizzare le bevande alcoliche

Vino, Centinaio (Mipaaf): In Ue prevalga buon senso, distinguere fra consumo moderato e abuso. Difendiamo il settore

Vino, Rigotti (Alleanza Cooperative): Bene intervento Centinaio, il settore va difeso. Distinguere tra consumo moderato e abuso

Vino: Coldiretti, bollino nero è attacco a Made in Italy

per saperne di più:

Nutriscore, Ricciardi firma appello francese: NutrInform non funziona ed è frutto di gruppo lobbistici. La lista degli scienziati, anche italiani




Vino, Rigotti (Alleanza Cooperative): Per i vini dealcolizzati Europa introduca nuove categorie, ai produttori va lasciata possibilità di scegliere

Non si può chiamare vino un prodotto assai lontano da quello originale in cui è prevista l’aggiunta di acqua. Si tratta di un errore che andrebbe a snaturare completamente le caratteristiche di un prodotto dalla tradizione millenaria, oltre a costituire anche una mancanza di trasparenza nei confronti del consumatore”. Con queste parole Luca Rigotti, Coordinatore del settore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari, commenta quanto contenuto nel testo ancora in bozza di un Regolamento comunitario attualmente in discussione a Bruxelles nel corso del cosiddetto trilogo che vede impegnati Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo.

“Siamo molto preoccupati dal nuovo approccio che sembra emergere nei testi che stanno circolando”, prosegue Rigotti. “Nella proposta iniziale della Commissione, vino dealcolizzato e parzialmente dealcolizzato dovevano andare a costituire due nuove categorie di vino. Nel nuovo testo, essi diventano invece il mero risultato di una pratica enologica che andrebbe ad applicarsi alle categorie di vino già esistenti (fermo, frizzante, spumante, eccetera)”.

“Pur concordando sulla opportunità che tali regole trovino spazio in Regolamenti del settore vitivinicolo e pur non essendo a priori contrari ai vini a bassa gradazione alcolica, considerando che essi rappresentino un’opportunità commerciale, specie in alcuni paesi– argomenta il Coordinatore Vitivinicolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari – la nostra posizione è che essi debbano essere chiamati diversamente, ad esempio ‘bevande a base di vino’”.

Se la proposta di regolamento non verrà modificata, non ci sarà nemmeno bisogno di apportare alcuna modifica ai disciplinari per poter produrre un vino a denominazione parzialmente dealcolizzato. “E, cosa ancor più grave – spiega il Coordinatore Rigotti – i produttori di vino e i loro Consorzi non avranno più la possibilità di decidere autonomamente se accettare o meno tale pratica”.

Tanto per fare un esempio, potremmo un domani trovare sul mercato (senza che la filiera produttiva abbia effettuato alcuna scelta in tal senso) un prodotto denominato “vino”, ad esempio un Montepulciano d’Abruzzo DOC, con una gradazione alcolica di 2% vol. È vero che per le DOP e le IGP nella bozza di testo si parla solo di dealcolizzazione parziale, ma secondo Rigotti, “ciò non è in alcun modo sufficiente per tutelare i vini di qualità”.

Rigotti ritiene, infine, ancora più grave l’inserimento nel nuovo testo della possibilità di “consentire l’aggiunta di acqua dopo la dealcolizzazione ai prodotti vitivinicoli, pratica che è attualmente vietata in tutta l’UE. In Italia il Testo unico del vino ha introdotto il divieto anche solo di detenere acqua in cantina, compresa quella ottenuta dai processi di concentrazione dei mosti e dei vini, riconosciuta a tutti gli effetti come sostanza idonea alla sofisticazione.




Vivite, ecco come tiene (e cresce) il vino della cooperazione: Mercuri, Centinaio, Saccone, Rigotti, Pantini

Nell’anno dell’emergenza pandemica il sistema vitivinicolo cooperativo (423 cantine per 4,9 miliardi di euro di giro d’affari e una produzione pari al 58% del vino italiano), ha mostrato la sua resilienza, registrando nel complesso una sostanziale tenuta del proprio fatturato (+1%), su cui ha inciso positivamente l’incremento di vendite nel canale della grande distribuzione organizzata (+6%, dato Iri, 2021) e quello sulle esportazioni (+3%). È questo il dato più significativo emerso oggi nel corso di Vivite Talk del vino cooperativo, iniziativa organizzata da Alleanza Cooperative Agroalimentari.

Vivite, vino cooperativo tiene malgrado il covid ed il crollo dell’Horeca: nel 2020 fatturato a +1% e vendite in Gdo +6%

Vivite, Alleanza Cooperative. Mercuri: Oltre 4,9 mld il valore del vino cooperativo. Resilienza, sostenibilità e innovazione i nostri pilastri

Vivite, Vino, Centinaio: Cooperazione emblema resilienza e importanza di fare sistema

Vivite, Alleanza Cooperative. Saccone (Ice): Promosso piani di gratuità e promozione per aiutare aziende. Bene accordo con Tannico e piattaforme online

Vivite, Alleanza Cooperative. Rigotti: Progetto cooperativo è progetto di valore. Investire in formazione, promozione e sostenibilità

Vivite, Alleanza Cooperative. Pantini (Nomisma): Presidiare mercati Usa, Germania e Corea. Puntare su digitalizzazione, E-commerce e Gdo. Attenzione a prodotti basso costo




Alleanza Cooperative, Luca Rigotti eletto presidente del gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca

Luca Rigotti è stato eletto per acclamazione Presidente del Gruppo di Lavoro Vino del Copa-Cogeca, la principale organizzazione di rappresentanza agroalimentare europea. Succede al francese Thierry Coste, che ha mantenuto l’incarico per 11 anni. È la prima volta che alla presidenza del gruppo Vino viene eletto un italiano.

Luca Rigotti, 56 anni, imprenditore del settore vitivinicolo, laurea in Giurisprudenza, è dal 2012 presidente del Gruppo Mezzacorona e della controllata Nosio S.p.a.; nel 2019 ha assunto il ruolo di Coordinatore del Settore vitivinicolo dell’Alleanza cooperative Agroalimentari, che associa 400 cantine cooperative che producono il 58% del vino italiano.

“Ringrazio tutte le delegazioni per il sostegno e per la fiducia che mi hanno dimostrato sostenendo la mia candidatura come rappresentante italiano” ha dichiarato il presidente Rigotti.  “Il mio sarà un mandato all’insegna della continuità con l’importante lavoro svolta da Coste in questi anni – ha proseguito – a cui va un ringraziamento particolare per la professionalità e l’impegno dimostrati. Ritengo che sarà indispensabile continuare a promuovere il dialogo e un attivo coinvolgimento di tutti i Paesi rappresentati all’interno del Gruppo di lavoro: solo così potremo affrontare e vincere le numerose sfide a cui si trova davanti il settore. Se questo è vero in termini assoluti, lo è ancor di più in questa fase di estrema difficoltà che il mondo produttivo si trova ad attraversare”.

“È mio obiettivo – conclude il neo presidente del gruppo Vino Copa Cogeca – allo stesso tempo, continuare a promuovere un proficuo dialogo con le Istituzioni europee e con le altre organizzazioni europee rappresentative del settore vitivinicolo”.




Vino, Rigotti (Alleanza Coop): Occorre arrivare presto ad uno standard unico di sostenibilità

Occorre giungere presto alla definizione di un unico standard di sostenibilità per il settore vitivinicolo, al fine di razionalizzare e valorizzare al tempo stesso gli standard già esistenti e per vagliare in maniera più controllata e disciplinata i requisiti di sostenibilità”. Lo chiede l’Alleanza Cooperative Agroalimentari che ha riunito oggi il Coordinamento del Settore Vitivinicolo. “Altrettanto importante è che ai requisiti ambientali si affianchino quelli di sostenibilità economica e sociale, e che chi li rispetta possa dotarsi di un marchio distintivo di rispetto di tali requisiti. La riconoscibilità nei confronti del consumatore, infatti, è uno degli aspetti fondamentali per valorizzare e incentivare il lavoro delle imprese in questa direzione”.

In queste settimane il ministero delle politiche agricole sta lavorando, unitamente alla filiera vino, nella definizione di uno standard unico della sostenibilità, in attuazione dell’articolo 224-ter della legge 18 luglio 2020, n. 77.

In tale ambito questo contesto, l’Alleanza ha anche espresso in una lettera trasmessa al Ministero, le sue proprie perplessità in merito al quadro di poca chiarezza che ruota intorno alla terminologia dei “vini naturali” nell’etichettatura e nella presentazione dei vini.

“La mancanza di una procedura o di un sistema regolamentato – scrive il coordinatore Luca Rigotti nella lettera – come invece è previsto per i vini biologici o quelli certificati con lo standard volontario SQNPI, consente di fatto un utilizzo potenzialmente ingannevole della terminologia vino naturale, tenuto conto dell’assenza di regole condivise. A differenza di quanto avviene per gli altri standard, per i quali esiste un’attività di riscontro dei requisiti rivendicati affidata ad enti terzi di certificazione, per i vini naturali – conclude Rigotti – non esiste un sistema predisposto a livello nazionale”.

Nella missiva inviata al Ministero l’Alleanza fa riferimento alla nota della Commissione Europea dello scorso luglio in cui, fornendo un chiarimento in risposta al CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins) rispetto all’utilizzo del termine naturale, ha precisato che tale termine non è definito dalla disciplina europea e che non è incluso nella lista delle categorie di prodotti vitivinicoli. Si tratta di informazioni che potrebbero secondo la commissione indurre il consumatore a ritenere che il prodotto naturale abbia una qualità o requisiti superiori rispetto ad un altro vino che non riporta la medesima dicitura.

Di qui l’invito al ministero italiano a predisporre, anche nelle more di una posizione condivisa a livello europeo, indicazioni in grado di chiarire, sia sotto il profilo regolamentare che sanzionatorio, il corretto utilizzo del termine “vini naturali”.




Wine2Wine, Rigotti (Alleanza Cooperative): Puntare su territorialità e sostenibilità ma stop a ulteriori oneri per le aziende

“La situazione è grave anche se il settore vitivinicolo si è dimostrato spesso anticiclico.

Adesso il futuro dipenderà anche dalla durata della crisi e dal rapporto con i mercati esteri. È una situazione del tutta nuova e l’incertezza rende difficile programmare il futuro. Dovremo puntare sulla domanda di sostenibilità, varietà e territorialità” dichiara Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza Cooperative.

“Le aziende più piccole potranno puntare sulla specificità, le più grandi sull’export ma servirà comunque un sostegno economico. Ed aiuti economici dovranno esseri compresi anche per il settore alberghiero perché non possiamo prescindere da questi comparti che sono importantissimi per il nostro mercato.

Dobbiamo cercare degli accordi su degli elementi che aiuteranno il nostro settore a tutto tondo” sottolinea Rigotti.

“Al di là delle politiche europee noi avremo successo se sapremo interpretare i concetti di sostenibilità. Non diventino però ulteriori oneri a carico delle aziende, si trasformino invece in opportunità” conclude.




VINITALY, LE DICHIARAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE

Sandro Boscaini, presidente Federvini: “Condividiamo in pieno le scelte di Veronafiere, sia per quanto riguarda la decisione presa, sia per la relativa collocazione temporale insieme ad altri grandi eventi come Cosmoprof di Bologna e il Salone del Mobile di Milano, che daranno un segnale importante per la ripresa del Paese”.

Ernesto Abbona, presidente Unione italiana vini: “Occorre dare un messaggio forte al Paese. Se agiamo uniti nel contesto dello spostamento di data, non solo di Vinitaly, ma di altri grandi eventi internazionali che si svolgeranno in Italia a giugno, potremo contribuire in modo corale al rilancio dell’immagine positiva che merita il made in Italy”.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoneologi: “La decisione assunta da Veronafiere su Vinitaly e supportata dalle associazioni della filiera, deriva da considerazioni intelligenti e imprenditoriali. Non si può immaginare un Vinitaly fiore all’occhiello del settore vitivinicolo italiano, nonché evento che tutto il mondo ci invidia, ridimensionato più o meno fortemente nelle presenze di operatori che al momento danno previsioni non soddisfacenti. Questo significa tutelare l’operatività dei nostri produttori e allo stesso tempo proteggere l’immagine del vino italiano e di Vinitaly nel mondo”.

Matilde Poggi, presidente Federazione italiana vignaioli indipendenti: “Siamo d’accordo con Veronafiere sulla necessità di modificare le date in calendario di Vinitaly. Giugno è l’ultima data utile per un evento sul vino. Come Fivi siamo comunque pronti ad un grande impegno per partecipare, dal momento che questo mese è dedicato tradizionalmente alle lavorazioni in vigna”.

Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc: “La nostra posizione è di non dare messaggi negativi al mercato, specie in un momento cruciale per il sistema Paese e per il settore. La situazione negli ultimi giorni è stata diversa da quella sperata e per questo ci sentiamo di condividere la scelta di Veronafiere e di stare sulla stessa linea di Vinitaly, pur consapevoli che ci sarà molto da fare”.

Luca Rigotti, coordinatore settore vino di Alleanza Cooperative: “Condividiamo la scelta di Veronafiere per lo spostamento delle date di Vinitaly. Ora lavoriamo assieme alla fiera affinché il mondo del vino possa dare un messaggio positivo all’economia nazionale”.