Si aspetta che entri in vigore mercoledì il Dpcm che prevede il coprifuoco alle 21:00, la Dad e l’autonomia per le regioni che superano l’indice Rt di 2 di poter decidere eventuali restrizioni future.
Con il premier Giuseppe Conte in Parlamento la maggioranza e l’opposizione dicono la loro.
Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF e a seguire in forma testuale le due risoluzioni.
DPCM RISOLUZIONE MAGGIORANZA
DPCM RISOLUZIONE MINORANZA
La maggioranza scrive:
i recenti dati relativi al numero dei contagi da Covid-19 e al valore dell’indice di trasmissibilità RT, evidenziano un progressivo peggioramento dell’epidemia di Sars-CoV-2 nel nostro
Paese;
già la scorsa settimana, sulla base dei 4 scenari descritti nel documento ‘Prevenzione e risposta a COVID-19’ redatto dall’Istituto superiore di Sanità, l’Italia si collocava nello scenario 3, con una situazione caratterizzata da “trasmissibilità sostenuta e diffusa” del virus con “rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo” e valori di Rt regionali prevalentemente e significativamente compresi tra 1,25 e 1,5;
dunque, l’analisi dell’andamento della curva epidemica indica come l’Italia sia ormai molto vicina allo scenario 4, l’ultimo ed il più grave previsto. In questo scenario “i valori di Rt regionali sono prevalentemente e significativamente maggiori di 1,5” ed uno scenario di questo tipo “potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi”; inoltre il citato documento rileva che “appare piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità”;
durante una recente audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ha spiegato che per contenere la diffusione del virus occorre evitare che la soglia dell’indice Rt finisca fuori controllo rendendo impossibile il tracciamento, pertanto appare indispensabile, oltre che continuare a tracciare i positivi, anche «individuare gli asintomatici» perché «individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per fermare l’infezione»;
tale quadro epidemiologico sta determinando una pressione particolarmente severa sul servizio sanitario nazionale; negli ultimi giorni si è infatti osservato un incremento significativo del numero di persone ricoverate e, conseguentemente, sono aumentati i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva;
nel tentativo di contenere questa forte ondata di contagio da covid-19, alcuni Paesi in Europa stanno attuando un lockdown di carattere nazionale o regionale, mentre l’Oms segnala un allarmante aumento del 40% delle vittime di Covid -19 rispetto alla settimana precedente;
appare indispensabile riuscire ad arginare la curva epidemiologica al fine di gestire la pandemia in modo da tutelare la salute e permettere al nostro sistema sanitario di offrire una risposta efficiente, nonché garantire cure e ricoveri adeguati a tutti i cittadini:
considerato, altresì, che:
sotto il profilo economico-finanziario, pur in ripresa, l’attività economica nel nostro Paese rimane nettamente al di sotto dei livelli del 2019; pertanto il quadro di finanza pubblica a legislazione vigente per gli anni 2020-2023, delineato dalla NADEF 2020 stima una flessione del PIL nel 2020 del 9,0% rispetto all’8,0% del DEF, mentre nel 2021 è prevista una crescita del PIL del 5,1%, nel 2022 del 3,0% e nel 2023 dell’1,8%;
salvare vite umane e, al contempo, non penalizzare l’economica significa bilanciare beni ugualmente fondamentali e, pertanto, finora il Governo ha deciso misure più soft rispetto a un lockdown totale. Da ultimo, il D.P.C.M. 24 ottobre 2020 ha, evidentemente, colpito più duramente talune fasce di popolazione e categorie professionali (per fare solo alcuni esempi, si pensi ai ristoratori, proprietari e gestori di palestre e piscine, ma anche lavoratori e maestranze del mondo dello sport, della cultura e dello spettacolo);
alla luce di ciò rimane pertanto fondamentale che eventuali misure restrittive si accompagnino ad un ulteriore e più certo – nelle cifre, nei modi e nei tempi – ristoro per gli operatori economici che verranno direttamente e indirettamente penalizzati;
in tale ale prospettiva, il Governo ha dunque adottato con urgenza una strategia articolata su diversi piani, ricomprendendo cospicui interventi di politica economica a sostegno dell’occupazione, dei redditi e della liquidità di famiglie e imprese. Nel complesso, tali interventi ammontano a 100 miliardi in termini di impatto sull’indebitamento netto della Pubblica Amministrazione nel 2020 (oltre il 6% del Pil), a cui va aggiunto l’ammontare delle garanzie pubbliche sulla liquidità;
per fronteggiare l’impatto economico-sociale della pandemia Covid19, l’Ue ha predisposto meccanismi per garantire una risposta coordinata e sostenere gli Stati membri nella lotta alla pandemia. In particolare, è stato raggiunto l’accordo dal Consiglio europeo sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e sull’associato programma Next Generation EU (NGEU) – che prevede una dotazione di bilancio di 1074,3 miliardi di euro per il periodo 2021-27;
il 29 ottobre u.s., avendo valutato la situazione epidemiologica quale situazione senza precedenti che suscita gravissime preoccupazioni, il Consiglio europeo ha dichiarato fondamentale attuare il pacchetto per la ripresa economica senza ulteriori ritardi;
udite le comunicazione del Presidente del Consiglio dei ministri sull’evoluzione della situazione sanitaria ed economica derivante dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 le approva ed impegna il Governo:
1) ad adottare misure nazionali che consentano di mitigare il più possibile la curva di crescita del contagio, anche al fine di alleviare il carico, già molto pesante, sul sistema sanitario nazionale;
2) a intervenire in costante confronto con le Regioni misure restrittive crescenti, adeguate all’evoluzione della pandemia, che siano ispirate ai principi di massima precauzione, di proporzionalità e di adeguatezza, sulla base di parametri oggettivi che consentano di non sottovalutare la severità e l’imprevedibilità della pandemia stessa, che continua a crescere con preoccupante rapidità;
3) a potenziare le misure che consentano di analizzare i dati sui flussi di ingresso e uscita nei reparti del servizio sanitario, nonché la relativa capienza, anche differenziata su base territoriale, e tracciare tempestivamente, in modo completo ed efficace, le catene di trasmissione, al fine di realizzare un adeguato apparato di prevenzione del contagio e di rafforzamento ed efficientamento del servizio sanitario su tutto il territorio nazionale;
4) a potenziare gli strumenti atti a consentire la diagnosi ed il trattamento precoce della patologia, anche prevedendo uno specifico piano di interventi che conduca a migliorare in maniera significativa, su tutto il territorio nazionale, la capacità delle strutture sanitarie di rispondere in modo adeguato all’emergenza, assicurando in tal modo la necessaria assistenza sanitaria;
5) a verificare, avvalendosi del Comitato tecnico-scientifico, in considerazione dei dati epidemiologici che evidenziano una significativa crescita dei contagi dell’infezione da Covid-19 sull’intero territorio nazionale, la necessità di individuare ulteriori misure di prevenzione per il contrasto alla diffusione del virus, in linea con gli indirizzi che il Parlamento riterrà di formulare;
6) a valutare l’opportunità di adottare misure ulteriori, anche di carattere automatico, differenziandole sulla base della gravità territoriale della diffusione del virus, anche a livello provinciale e/o comunale, in relazione alla sostenibilità del relativo servizio sanitario e prevedendo altresì il contestuale ristoro economico per i soggetti che verranno direttamente e indirettamente penalizzati;
7) a garantire,nelle aree territoriali in cui la soglia dell’indice Rt non risulti fuori controllo, la didattica in presenza, con particolare riferimento ai nidi, alle scuole per l’infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo grado, assicurando di conseguenza nel contempo screening periodici, tamponi veloci a personale scolastico, ata e ad alunni;
8) a predisporre misure volta a garantire la salute del personale e degli ospiti delle RSA e delle comunità residenziali e semiresidenziali predisponendo misure preventive come screening periodici;
9) a valutare l’opportunità di un nuovo ricorso all’indebitamento – ai sensi dell’art. 81 Cost. – anche al fine di garantire e potenziare il sostegno al reddito ed ai lavoratori (precari, autonomi, partite Iva e PMI) dei settori produttivi dalla pandemia e ad integrare progressivamente tali misure con politiche volte alla creazione di un ambiente idoneo all’esercizio dell’attività di impresa e capace di generare un sensibile incremento occupazionale;
10) a garantire il rafforzamento della Strategia europea per i vaccini, che permetta sviluppo, produzione e distribuzione di vaccini sicuri ed efficaci con un accesso equo, tempestivo e rigoroso per i cittadini europei, nonché a favorire ogni politica coordinata che fornisca una risposta europea comune alla pandemia, con informazioni obiettive sulla diffusione del virus e sugli sforzi efficaci per contenerlo;
11) ad assumere ogni decisione sul ricorso alla linea di credito sanitaria del MES solo a seguito di un preventivo ed apposito dibattito parlamentare e previa presentazione da parte del Governo di un’analisi dei fabbisogni e di un piano dettagliato dell’utilizzo degli eventuali finanziamenti.
La minoranza scrive:
a partire dal 31 gennaio 2020, con la dichiarazione dello stato di emergenza, il Governo ha troncato ogni confronto con le forze di opposizione, cestinando sistematicamente le proposte che queste ultime hanno avanzato sotto forma di emendamenti, ordini del giorno e risoluzioni;
le misure di contenimento della pandemia da COVID-19, anche quelle più drastiche, che hanno inciso sulle libertà fondamentali degli italiani, sono state prese in maniera completamente autocratica, attraverso lo strumento del d.P.C.m., in pacchetti chiusi e immodificabili, annunciati alla stampa e solo dopo, tempo permettendo, alle camere parlamentari che, in questo modo, sono state totalmente private della possibilità di intervento;
i risultati di questa gestione accentrata e, sotto più profili, inadeguata, della situazione epidemiologica sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti;
il Governo ha fatto sinora fallire ogni possibilità di un collaborativo confronto con le opposizioni: al fallimento della Cabina di regia ipotizzata al tempo del decreto Cura Italia ha fatto seguito il mancato coinvolgimento delle opposizioni annunciato a gran voce nel corso degli Stati generali dell’economia dello scorso mese di giugno;
ora il Governo propone l’istituzione di una Commissione, presieduta da un Ministro e composta da parlamentari in modo paritetico, e, quindi, tale da non rispecchiare la reale rappresentatività delle singole forze politiche, del quale non si capisce né il ruolo né il potere decisionale e che appare assai discutibile anche sotto il profilo della costituzionalità;
si è già dato conto dei ritardi accumulati nel corso della prima ondata della pandemia, con il Governo che aveva in mano gli scenari sull’evoluzione della situazione epidemiologica e, ciononostante, ha passato l’intero mese di gennaio 2020 a convincere l’opinione pubblica che andava tutto bene, che non c’era nulla di cui preoccuparsi, per poi ritrovarsi del tutto impreparato il mese successivo, ad emergenza conclamata, senza mascherine, senza DPI e senza respiratori per le terapie intensive (l’abc delle dotazioni richieste in questi casi);
sempre con riferimento alla prima ondata dell’epidemia, si è denunciato più volte il carattere raffazzonato dei d.P.C.m. e delle misure di contenimento ivi contenute, spesso confuse, contraddittorie tra loro e difficilmente decifrabili, financo per le amministrazioni chiamate ad attuarle, come dimostra l’abuso di circolari e Faq a parziale integrazione o rettifica delle misure stesse;
durante la tregua estiva, quando il virus ha allentato la presa e vi erano tempi, modi e risorse per intervenire compiutamente, il Governo ha pensato bene di utilizzare il tempo a disposizione per smantellare i decreti sicurezza, agevolando gli arrivi irregolari nel nostro Paese che, in questo modo, sono aumentati fino a triplicare (27 mila arrivi in totale nel 2020 e, tra questi, l’attentatore di Nizza, sbarcato a Lampedusa il 20 settembre scorso);
sul fronte della sanità, dei trasporti, della scuola e di tutti gli altri settori in cui occorreva intervenire tempestivamente, invece, il Governo non ha fatto altro che accumulare ritardi su ritardi;
in tema di sanità, si registrano gravi ritardi da parte del Ministero competente e del Commissario straordinario, in primis, nell’attuazione dei piani presentati dalle regioni per il rafforzamento delle terapie intensive, ai sensi del di quanto previsto dall’articolo 2 decreto-legge rilancio;
i piani sono stati presentati dalle regioni nel rispetto delle scadenze prefissate, ma il bando per la loro attuazione è stato pubblicato dal Commissario straordinario solamente a inizio ottobre, con un ritardo, inaccettabile, di diversi mesi, che adesso renderà estremamente difficoltosa la realizzazione delle opere programmate, poiché potrebbe comportare la chiusura dei reparti oppure lo spostamento dei pazienti proprio nel momento in cui gli ospedali si trovano sotto pressione;
sempre in tema di sanità, si sono registrate gravi lacune sul fronte del potenziamento dell’assistenza territoriale, dell’intensificazione delle cure e dei tamponi a domicilio, nonché del reclutamento dei medici, degli infermieri e degli operatori sociosanitari, in particolare presso le residenze sanitarie assistenziali e le strutture analoghe;
ancora, è stato fatto poco, o nulla, sul fronte della tutela dei pazienti non COVID-19, (pazienti cronici, pazienti oncologici, solo per citarne alcuni) il cui diritto alla continuità assistenziale è stato duramente compromesso poiché molta, se non tutta, l’offerta specialistica ambulatoriale e di reparto è stata assorbita, non certo per sua colpa, dalle situazioni di urgenza;
stesso discorso vale, purtroppo, per i lavoratori fragili, per i soggetti immunodepressi, per le persone con disabilità fisica, sensoriale, relazionale e intellettiva, così come per i loro familiari e caregiver, i quali tra una proroga dello stato di emergenza e l’altra sono stati dimenticati dal Governo, con tutele solo parziali, deficitarie e puntualmente tardive;
sul fronte della scuola, in disparte i banchi a rotelle, sui quali non è neppure il caso di indugiare, nessun investimento è stato fatto a sostegno dell’edilizia, del recupero di nuovi spazi e dell’approvvigionamento dei presidi medici presso le strutture scolastiche;
altrettanto gravi sono le mancanze registrate nel settore dei trasporti pubblici, con il Governo che ha dirottato le risorse verso il bonus monopattini, in luogo che aiutare gli enti locali nel potenziamento delle corse di autobus e metro;
il Governo responsabile dei ritardi e degli errori di programmazione sopra menzionati, adesso, proclama una nuova stagione di chiusure e invoca, in maniera sempre più ricorrente, la prospettiva di un secondo lockdown nazionale che avrebbe conseguenze gravissime per la nostra economia;
peraltro, nel disporre le misure di contenimento, che via via si fanno sempre più restrittive, il Governo non pare francamente ispirato da un criterio logico e, men che meno, tecnico scientifico di fondo;
l’ultimo d.P.C.m., quello del 24 ottobre u.s., adottato come molti altri senza alcuna preventiva illustrazione alle Camere, ne costituisce la migliore riprova: interi settori sono stati distrutti (ristorazione, cinema, teatri, sport, palestre e piscine, solo per citarne alcuni) mentre non è stato diffuso neppure un dato sui contagi che effettivamente si sarebbero verificati all’interno delle predette realtà;
le attività che avevano investito tempo, sacrifici e risorse nell’adeguamento dei propri locali ai protocolli di sicurezza sono state chiuse dall’oggi al domani, quasi in maniera punitiva, e ciò senza che vi fosse la benché minima evidenza in ordine agli effetti che queste chiusure avrebbero potuto avere sulla curva dei contagi;
la mancanza di visione nell’operato dell’esecutivo trova conferma anche nella tempistica con la quale si arriva al nuovo d.P.C.m. che forma oggetto delle odierne comunicazioni alle Camere;
il Governo, infatti, ha deciso di mandare in soffitta il vecchio d.P.C.m. prima ancora che sia possibile osservarne e valutarne i risultati, ad appena sette giorni dalla sua adozione, il che conferma come le misure in esso contenute fossero del tutto arbitrarie, prive di fondamento scientifico e totalmente inadeguate a sortire gli effetti sperati a lungo termine;
le restrizioni imposte, la totale assenza di programmazione e la scure di un nuovo lockdown hanno ovviamente generato ansia e insicurezza presso la popolazione che ha manifestato il proprio malcontento nelle piazze di tutta Italia;
il Parlamento è la sede istituzionale deputata al confronto tra le forze politiche e il Governo ed è in questa sede che si intende porre alcuni punti centrali per la corretta gestione dell’emergenza,
impegna il Governo
1) a modificare radicalmente la strategia utilizzata ai fini del contenimento della diffusione del virus, inaugurando una pianificazione di interventi di medio e lungo termine che possano instaurare una gestione della situazione epidemiologica trasparente e consapevole, evitando nuove chiusure arbitrarie e improvvise come quelle dettate dagli ultimi d.P.C.m.;
2) a scongiurare la prospettiva di un secondo lockdown nazionale, provvedendo a tal fine:
a) a recuperare i ritardi accumulati sul fronte del rafforzamento del servizio sanitario nazionale, attuando con massima celerità i piani predisposti dalle regioni per il potenziamento delle terapie intensive e, in generale, per il riordino della rete ospedaliera;
b) a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale e domiciliare, stanziando ulteriori risorse affinché nelle regioni, compatibilmente con il quadro clinico del paziente, possano essere garantiti i tamponi, gli esami e le terapie, direttamente a domicilio del paziente;
c) a porre rimedio alle problematiche di carattere amministrativo che stanno ostacolando la disponibilità dei trattamenti che sono stati sperimentati con successo nel corso della prima ondata dell’epidemia, agevolando la diffusione della terapia a base di plasma iperimmune e promuovendo, presso l’AIFA, un riesame della decisione presa con riguardo al principio attivo idrossiclorochina, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche;
d) ad ampliare ulteriormente le procedure per il reclutamento, in deroga alla normativa vigente e ai vincoli di spesa, di medici, infermieri e altri professionisti sanitari e operatori sociosanitari, al fine di dare supporto alle strutture ospedaliere e alle residenze sanitarie assistenziali ove si registrano situazioni di carenza;
e) ad implementare un database pubblicamente accessibile con tutti i dati necessari per affrontare efficacemente l’epidemia;
f) a garantire la reperibilità e l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi presso le farmacie private convenzionate presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, anche da parte dei farmacisti stessi, definendo a tal fine un apposito protocollo di concerto con le parti coinvolte;
g) ad adottare iniziative per il potenziamento del trasporto pubblico locale, volte a garantire un adeguato distanziamento su tutti i mezzi pubblici, anche attraverso la stipula di convenzioni con gli operatori privati, al fine di garantirne l’operatività in condizioni di sicurezza per i relativi utenti e operatori;
3) a prevedere ulteriori e più efficaci misure di risarcimento per le attività costrette alla chiusura e al fermo lavorativo, garantendo l’addebito diretto della misura di ristoro sui conti correnti di tutti i lavoratori, anche autonomi, danneggiati da nuove limitazioni, e assicurando un rimborso del 75% del fatturato mensile dichiarato nel 2019 per le imprese con meno di 50 dipendenti;
4) ad accelerare l’erogazione degli ammortizzatori Covid, prevedendo interventi di snellimento delle procedure relative alla richiesta ed alla concessione della casa integrazione guadagni;
5) a consentire la riapertura delle attività produttive in base a protocolli di sicurezza e non in base a codici ATECO, consentendo l’esercizio di tutte le attività commerciali, inclusi ristoranti, bar, piscine, palestre e altri, che possano garantire l’applicazione dei protocolli di sicurezza;
6) a modificare il decreto legge 137/2000, cosiddetto “Decreto Ristori”, prevedendo che il diritto al ristoro, a valere sui fondi stanziati, valga anche per le attività colpite da provvedimenti ulteriormente restrittivi adottati dalle Regioni rispetto a quelli adottati in forza dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri;
7) in tema di sostegni al mondo imprenditoriale, a passare dalla logica dei bonus e dei ristori una tantum al principio dell’intervento dello Stato a copertura dei “costi fissi” che gravano su imprese e lavoratori autonomi che, a causa delle disposizioni dello Stato stesso, hanno subito una drastica riduzione delle entrate, quali, ad esempio: canoni di locazione, mutui/leasing in essere, utenze, imposte e tasse (in primo luogo quelle attinenti a servizi non fruiti quali tasse sui rifiuti, sull’occupazione del suolo pubblico e simili), premi assicurativi, versamenti contributivi quando indipendenti dal fatturato come nelle Gestioni speciali degli artigiani e dei commercianti;
8) a disporre la sospensione del decreto dignità e la reintroduzione dei voucher per tutti i settori, compresi i voucher familiari, al fine di dare alle imprese la possibilità di sostituire la forza lavorio assente perché contagiata dal virus o in quarantena e proseguire la propria operatività;
9) in tema di locazioni, a modificare la normativa vigente prevedendo, per i proprietari-locatori di immobili, il pagamento delle relative imposte esclusivamente sui canoni effettivamente percepiti;
10) a dichiarare lo stato di crisi per il settore del turismo, fortemente colpito dall’emergenza in corso;
11) a prorogare, per le imprese e i lavoratori autonomi che hanno registrato un significativo calo del fatturato nel semestre marzo-agosto 2020 rispetto al medesimo semestre 2019, il termine di versamento delle imposte sui redditi al 30 giugno 2021 prevedendo l’unificazione degli anni fiscali 2019/2020, ovvero consentendo la compensazione degli utili e delle perdite dei due esercizi;
12) a tenere in debita considerazione, in sede di adozione delle future misure di contenimento, le esigenze dei pazienti non COVID-19 (e, tra questi, dei pazienti cronici e dei pazienti oncologici), assicurando nei loro riguardi la continuità assistenziale e la tutela del diritto alla salute, anche attraverso l’attivazione dei servizi di telemedicina;
13) a garantire una tutela effettiva, da qui fino al termine dell’emergenza, ai lavoratori fragili, alle persone con disabilità (sia essa fisica, sensoriale, relazionale o intellettiva), nonché ai rispettivi familiari e caregiver, assicurando loro un adeguato sostegno economico e assistenziale, anche a livello domiciliare, affinché la progressione della pandemia e l’applicazione delle misure di contenimento non determinino ulteriori regressioni, discriminazioni o isolamenti;
14) a prevedere interventi mirati e appropriati alle diverse fragilità, al fine di non isolare ulteriormente bambini, ragazzi e persone con disabilità – in particolare intellettive – potenziando in modo adeguato l’assistenza socio-sanitaria domiciliare, nell’ottica di prevenire e assistere in sicurezza, consentendo anche a chi svolge attività domiciliare di usufruire di test rapidi a tutela sia propria che dell’utenza;
15) a potenziare l’assistenza domiciliare ed i servizi soprattutto in favore degli anziani, categoria maggiormente vulnerabile, al fine di consentire loro, su base volontaria, di limitare le occasioni che li espongono maggiormente a rischio di contagio;
15) a garantire la tempestiva pubblicità dei verbali del Comitato tecnico scientifico, assicurando un dialogo costante dello stesso anche con i rappresentanti del mondo produttivo e lavorativo;
16) per quanto riguarda la sicurezza delle scuole, ad applicare termoscanner all’ingresso delle strutture scolastiche o delle classi per monitorare la temperatura di alunni e personale, e ad allestire tensostrutture da dedicare alle scuole per aumentare gli spazi disponibili; a prevedere interventi straordinari di edilizia scolastica per adeguare gli ambienti di apprendimento alle disposizioni di sicurezza;
17) a garantire pari opportunità per l’accesso alla didattica a distanza, attraverso l’adozione di ogni iniziativa volta ad assicurare reti accessibili e funzionali, nonché mettendo a disposizione degli studenti, in comodato d’uso, anche attraverso gli stessi istituti scolastici, dispositivi digitali individuali, per la fruizione delle piattaforme, nonché per la necessaria connettività di rete;
18) a garantire che lo stanziamento già previsto di 85 milioni per l’acquisto di dispositivi per la didattica digitale integrata da concedere in comodato d’uso agli studenti meno abbienti sia destinato anche alle scuole paritarie, ora escluse, senza che ci sia bisogno di un apposito emendamento al Decreto definitivo, affinché venga garantita una parità di trattamento per tutti gli studenti.
19) ad effettuare test obbligatori per chi arriva dall’estero con momentanea sospensione degli accordi di Schengen;
20) ad attivare specifiche ed immediate misure per il controllo delle frontiere marittime e terrestre e delle acque territoriali nazionali -, anche attraverso il divieto di ingresso, transito e sosta di ONG straniere e non- , al fine di impedire l’ingresso illegale in territorio italiano di cittadini provenienti da paesi terzi, ad implementare e migliorare gli accordi bilaterali con i paesi di origine e transito dei flussi migratori irregolari e il numero delle riammissioni da essi previsti, infine, per motivi di carattere sanitario e di sicurezza, ad aumentare il numero e la capacità dei centri di permanenza per il rimpatrio e assicurare in ogni caso il trattenimento degli immigrati irregolari qualora non possa essere disposto il loro tempestivo ed effettivo allontanamento dal nostro Paese;
21) a potenziare, rafforzare, implementare gli organici delle Forze di Polizia nazionale, locali e militari e in generale del comparto sicurezza, ordine pubblico del Paese garantendo loro tutte le tutele funzionali, normative e sociali per adempiere al meglio il ruolo di protezione e difesa del Paese anche per le straordinarie esigenze legate all’emergenza sanitaria.