CORONAVIRUS, MILAZZO: SI RIPRESENTERA IN AUTUNNO. TUTTO DIPENDERA DA CAPACITA DI RESISTERE NEI COMPORTAMENTI E NELLA PRODUZIONE BENI PRIMA NECESSITA

“La vittoria sul virus dipenderà dalla capacità di resistere” per il già primario del reparto di infettivologia dell’Ospedale Sacco di Milano Francesco Milazzo, che nel 2000 tagliò il nastro del nuovo Padiglione di Malattie infettive. Quello che oggi è in prima linea nella lotta contro il Covid-19.

Si tratta di “una pandemia importante e grave che ci interesserà per qualche mese e probabilmente si verificherà qualche ripresa anche in autunno e in inverno”, spiega Milazzo ad AGRICOLAE. “Diciamo che l’esaurimento naturale della malattia avverrà quando buona parte delle persone verranno infettate. Se non si trova un vaccino potrebbe durare anche due o tre anni con una pausa nelle stagioni calde”, ribadisce.

In sostanza “il virus non scomparirà fino a quando non ci sarà un vaccino. E’ infatti destinato a ripresentarsi nelle stagioni fredde”.

Ma per ora i dati sembrano dire che chi guarisce non ha conseguenze permanenti per la salute.

“Il virus crea delle infiammazioni ai polmoni ma chi guarisce torna normale perchè sono destinate a riassorbirsi senza lasciare cicatrici e quindi conseguenze durature”, spiega ancora Milazzo. Questo vale per la maggior parte dei casi, “le cose possono cambiare per i fumatori o per chi ha patologie pregresse”, precisa.

Per quanto riguarda l’eventuale uso di Lisozima come uno dei farmaci in grado di contrastare il virus, Milazzo spiega che “il lisozima è stato abbandonato da tutti perché si è rivelato inefficace nel tempo. Non penso che possa contrastare il virus in questo momento”.

In merito invece alla bontà delle misure prese dal governo il già primario al Sacco spiega: “Io direi di si, con le precauzioni non si esagera mai. Se c’è stata qualche incertezza è più che giustificata dalla novità. Basta vedere le perplessità e i ritardi dei paesi europei a fronte dell’emergenza anche nonostante il precedente italiano. Il comportamento delle autorità e della gente va bene, tutto sta nel quanto resisteremo”.

“Anche la filiera agroalimentare , sia per quanto riguarda la linea produttiva che la distribuzione, rischia di cedere”, spiega ancora. “Perché la vittoria del virus è direttamnte proporzionale alla nostra capacità di resistere dal punto di vista dei comportamenti e delle filiere dei beni di prima necessità. Siamo quasi in tempo di guerra – conclude – come quando si tenevano le galline sul balcone e si coltivavano pomodori in vaso”.