GRANO CAPPELLI, AGCM: DA SIS-COLDIRETTI PRATICHE SLEALI, ABUSO E AUMENTO PREZZO INGIUSTIFICATO. SEME SOLO AI “TARGATI”. IL DOCUMENTO

Pratiche sleali, sfruttamento di una posizione di forza, diniego ingiustificato della fornitura delle sementi a coltivatori non aderenti alla Coldiretti e ingiustificati aumenti di prezzo pari al 60% rispetto al prezzo precedente. Questi, secondo l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, i risultati dell’accordo in esclusiva che l’allora presidente Crea Salvatore Parlato aveva fatto con la Sis che autorizzava la Società sementiera appartenente alla galassia Coldiretti (sul sito ufficiale di Sis campeggia con grande evidenza il simbolo della Coldiretti) a gestire la concessione della riproduzione del seme Cappelli bio per 15 anni. Creando – scrive l’Agcm – un monopolio e una discriminazione. E consentendo a Sis – emerge – di concedere il seme solo alle aziende ‘targate’ o ‘targabili’. Un accordo che già allora aveva creato non poco scontento tra gli operatori del settore e le organizzazioni di categoria.

L’Agcm nella relazione redatta a termine dell’istruttoria mette in discussione il contratto e la gestione da parte di Sis-Coldiretti, di cui il presidente è Mauro Tonello, esponente di primo piano della Coldiretti, del seme Cappelli biologico.

Secondo l’Agcm “le evidenze agli atti mostrano come SIS abbia subordinato la fornitura delle Sementi all’accettazione del vincolo di filiera chiusa, facendosi forte dell’esclusiva ottenuta in base alla Licenza-CREA, ciò che per di più è avvenuto a valle di una fase di notevole sviluppo della varietà Cappelli e la conseguente crescita della richiesta commerciale di prodotti alimentari a base della stessa”.

Sulla base di quanto accertato in corso d’istruttoria “risulta – si legge – che SIS abbia ritardato o addirittura del tutto denegato la fornitura di Sementi in maniera ingiustificata, in svariati casi senza neppure fornire riscontro alle reiterate richieste di coltivatori interessati a ottenere le Sementi, oppure facendolo con ritardi incompatibili a consentire la debita programmazione delle semine da parte degli stessi; a tale fine, SIS ha scientemente fatto ricorso a false giustificazioni”. E non solo:

Numerose evidenze agli atti consentono in effetti d’intendere come, “a fronte dell’impegno dei coltivatori a stipulare il Contratto-SIS, l’impresa sementiera abbia slealmente selezionato le proprie controparti commerciali sulla base di valutazioni discriminatorie di tipo soggettivo, quali, in maniera pervasiva, l’appartenenza o meno dei richiedenti a determinate organizzazioni di rappresentanza, ovvero la preesistenza di relazioni commerciali diverse con soggetti terzi, i consorzi agrari”.

E al punto 109 l’Agcm parla di “sistematico trattamento discriminatorio operato da SIS rispetto alle proprie controparti commerciali”. Secondo l’Autorità “nel rispondere alle deduzioni di SIS al proposito, secondo cui molte forniture sarebbero comunque avvenute nei confronti di coltivatori non iscritti a Coldiretti, è sufficiente considerare come, oltre alla specifica ricorrenza di dichiarate preferenze o riserve rispetto a singoli controparti in violazioni ragione della rispettiva appartenenza associativa, le quali già di per sé rappresentano rilevanti violazioni della disciplina di cui all’art. 62, d.I. n. 1/2012, più in generale risulta che tra la dirigenza di SIS, Coldiretti e consorzi agrari sia stato deciso “che per i casi di agricoltori non iscritti alla Coldiretti avremmo cercato di far firmare i contratti senza creare turbative all[e] nostre aziende”.
“Dato un siffatto squilibrio contrattuale, dalle risultanze istruttorie è emerso che SIS ha fatto leva su di esso — in particolare per l’esclusiva legale detenuta sulle Sementi in base alla licenza Crea – per imporre ai coltivatori la stipula del Contratto-SIS, ai sensi del quale gli stessi s’impegnano a conferire il Raccolto. SIS, inoltre, ha ritardato o definitivamente denegato la fornitura di Sementi in maniera ingiustificata, discriminando tra i coltivatori richiedenti sulla base di considerazioni del tutto sconnesse da motivazioni obiettive e leali. SIS, infine, non appena ottenuta l’esclusiva sulle Sementi ha praticato un incremento di prezzo assai significativo rispetto a quelli registrati in precedenza risultato ingiustificato rispetto agli impegni e spese sostenuti da SIS in quel momento procedendo a ulteriori aumenti di prezzo anche negli anni successivi”, prosegue Agcm.

“Le condotte descritte per le motivazioni esposte appaiono conclusivamente integrare sfruttamenti abusivi della propria posizione di forza commerciale da parte di SIS, a danno dei coltivatori interessati alla semina al raccolto di grano Cappelli. Esse appaiono quindi configurare pratiche commerciali sleali, determinando perciò violazioni dell’art. 62, commi 1 e 2”, conclude.

Questa la relazione prodotta a termine della fase istruttoria. Naturalmente il pronunciamento dell’Agcm avverrà a seguito della presentazione di eventuale ulteriore documentazione da parte delle parti coinvolte.
Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il documento della relazione AGCM