Siccità in Sicilia, Maretti (Legacoop Agroalimentare): situazione drammatica. Occorre lo stato di emergenza nazionale

«Aumento delle temperature e scarsità di pioggia, mettono in crisi l’agricoltura in Sicilia. Dalle nostre cooperative arriva un disperato appello in quanto filiere come quella vitivinicola ed ortofrutticola, già fortemente provate dai cambiamenti climatici e dalla peronospora, rischiano letteralmente il collasso». Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare sottolinea la drammatica situazione che si vive nelle campagne siciliane e non solo vista la dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza regionale avvenuta a fine marzo da parte della Regione Sicilia con la riduzione forzata dell’uso d’acqua e il razionamento anche per scopi domestici. A pesare «come raccontano le cooperative siciliane di Legacoop Agroalimentare, è, sì la siccità ma anche l’ormai strutturale carenza d’acqua negli invasi», continua Maretti. «La crisi che colpisce gli invasi siciliani rischia di avere contraccolpi drammatici sulla produzione agricola dell’isola». Soltanto a marzo sono mancati 300 millimetri di pioggia, ma è stato il settimo mese consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma.

«Nella Giornata della Terra, la difficile situazione in Sicilia è un invito urgente a far sì che la sostenibilità sia un stile che caratterizza scelte e azioni di tutti come da sempre lo è per le filiere cooperative», commenta Maretti.

Per la Regione perdite in agricoltura fino a 2,7 miliardi di euro. Il peso dell’agricoltura in Sicilia è importante. È tra le regioni d’Italia con le maggiori superfici agricole utilizzate (1,342 milioni di ettari, 338mila destinati a biologico), conta 142.416 aziende attive nel settore agricolo che arrivano a 160.629 (il 13% del totale Italia) con il tutto il comparto agrifood, e un valore alla produzione di 9,7 miliardi di euro. La Regione ha stimato perdite comprese tra 1 e 2,7 miliardi di euro a seconda delle precipitazioni che dovessero verificarsi o meno nei mesi di aprile e maggio.

Misure a sostegno del comparto agricolo e di quello zootecnico. Con la siccità ad essere in crisi e a subire danni, continua Maretti, sono «l’agricoltura e la zootecnia dove, tra l’altro, pesa la mancanza di scorte di fieno e l’assenza di pascoli verdi. Ecco perché è urgente che sia dichiarata l’emergenza nazionale in Sicilia e sono necessarie, da parte di Regione e Governo, misure compensative in grado di sollevare il settore agroalimentare ormai in ginocchio», commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare.

Il rischio, evidenzia Filippo Parrino presidente di Legacoop Sicilia, «è la chiusura di decine di aziende con il conseguente depauperamento delle campagne e del nostro patrimonio agricolo. La dichiarazione dello stato d’emergenza è l’unico strumento, al momento, in grado di dare ristoro all’economia agroalimentare della Sicilia che adesso, in codice rosso, non può permettersi lungaggini burocratiche».




Sicilia, Luca Sammartino si dimette da assessore e da vicepresidente della Regione Siciliana

Si è dimesso da assessore regionale e da vicepresidente della Regione Sicilia Luca Sammartino a seguito dell’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell’operazione Pandora . «Ho scritto una nota al presidente della Regione, Renato Schifani, per rimettere l’incarico di assessore regionale e vicepresidente della Regione, dopo essere stato raggiunto da misura cautelare interdittiva in relazione a un’ipotesi di reato lontana nel tempo. Tengo a sottolineare che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio. Sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa, che con stupore leggo mi vengono contestati» scrive in una nota lo stesso Sammartino al governatore Renato Schifani dopo essere stato raggiunto da misura cautelare interdittiva.




Anbi. Il dilemma della Sicilia dove i turisti aggraveranno la carenza d’acqua

Nel Marzo 2024, il più caldo di sempre a livello globale (fonte: Copernicus), è l’Italia centrale a registrare le maggiori anomalie termiche lungo lo Stivale: +1,52° sulla media 1991-2020 (al secondo posto tra i più caldi dal 1800), mentre al Nord lo scarto positivo è stato di 1,39° ed al Sud di 1,44°. Analizzando invece l’intera Penisola (fonte: ISAC-CNR), la media delle temperature nel recente periodo Dicembre-Marzo è stata record storico (+2,20° al Nord, +2,07 al Centro, +1,87° al Sud).

In questo quadro il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche non può che confermare la situazione delle settimane scorse, evidenziando come, tra un Nord Italia dai corpi idrici al colmo ed un Meridione in sofferenza idrica già dall’inverno, ci sia il limbo delle regioni centrali che, di fronte ai molti segnali preoccupanti per la tenuta idrica nella prossima stagione estiva, sperano in piogge primaverili, che possano garantire le necessarie riserve d’acqua per i mesi più caldi.

“E’ questa fotografia idrica dell’Italia a confermare la necessità di dotare il territorio di infrastrutture capaci di calmierare l’imprevedibilità di eventi meteo, che quest’anno stanno premiando il Nord altresì colpito da siccità nello scorso biennio. La grande quantità di risorsa idrica, che stiamo rilasciando in mare per mancanza di bacini, è l’immagine di un Paese incapace di programmare il proprio futuro” affermaFrancesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).  

E’ l’Abruzzo la regione, che appare in maggiore sofferenza idrica: situazione critica soprattutto sulle colline teramane (a Cellino Attanasio il deficit pluviometrico da Ottobre ad oggi è di oltre 100 millimetri) ed anche se nel mese di marzo si è registrato sulla regione un surplus di pioggia pari a circa il 16%, le temperature eccezionalmente alte (circa 3 gradi superiori alla media) hanno aggravato il bilancio idroclimatico soprattutto nella provincia de L’Aquila e nei territori settentrionali della provincia di Teramo(fonte: Regione Abruzzo).

Avvisaglie di potenziali difficoltà idriche si riscontrano anche sulle aree adriatiche, che non hanno finora beneficiato di piogge abbondanti: si va dalle zone di pianura romagnole sotto il fiume Reno (da inizio d’anno sono caduti solamente 163 millimetri d’acqua, vale a dire circa la metà di quanto registrato sulle pianure piacentine e parmensi) fino al Sud delle Marche, dove molti comuni nelle province di Fermo ed Ascoli guardano con preoccupazione i prossimi mesi a causa delle precipitazioni scarse e delle sorgenti ancora compromesse dal sisma del 2016 (!!) In questa regione, le portate dei corsi d’acqua sono in calo e registrano livelli più bassi rispetto agli anni scorsi (male soprattutto Esino, Sentino e Tronto), mentre restano cospicue le riserve idriche negli invasi.

In Umbria, il mese di marzo, con una cumulata di pioggia media, superiore ai 110 millimetri, è stato il  più piovoso del recente quinquennio; ciò nonostante, i fiumi registrano portate in calo (unica eccezione, il Chiascio) ed il livello del lago Trasimeno non raggiunge il livello minimo vitale (-cm. 120), rimanendo ancora 81 centimetri sotto la media.L’invaso di Maroggia cresce di 470.000 metri cubi d’acqua.

Anche il Lazio registra una significativa riduzione nei flussi dei fiumi, dove spicca la performance negativa del Tevere, che in 6 giorni perde il 28% della portata e si attesta attorno al 42% della media del periodo; calano anche Aniene, Velino e Fiora. Tra i laghi, stabile è il livello del Sabatino, mentre quello di Nemi cresce di 3 centimetri, ma resta 26 centimetri più basso dell’anno scorso e l’acqua nel bacino di Albano si alza di solo 1 centimetro in due settimane.

A Sud c’è stato un incremento nei volumi idrici invasati dalle dighe di Puglia (+1,68 milioni di metri cubi), raggiungendo il 58% della capacità, ma registrando un deficit di 98 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.

Sempre più grave è l’emergenza idrica in Sicilia dove, oltre allo stato d’emergenza già dichiarato dalla Regione ed al razionamento dell’acqua per centinaia di migliaia di abitanti, l’imminente inizio della stagione turistica acuirà la grave situazione, comportando la pressochè scontata penalizzazione delle necessità irrigue delle campagne sottoposte già ora ad uno straordinario stress termico.

“E’ doloroso assistere al destino segnato per l’Isola, dove paradossalmente la ricchezza turistica si riverbererà negativamente su un’eccellente economia agricola, già assetata. Ancora una volta si rincorrono eventi prevedibili in un territorio, dove il primo obbiettivo dovrebbe essere l’efficientamento dell’esistente. Dopo decenni di commissariamenti, il ritorno all’autogoverno dei Consorzi di bonifica in un chiaro quadro di compatibilità economiche deve essere la chiave di volta per la progressiva soluzione dei problemi, valorizzando le professionalità esistenti” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Risalendo verso Nord, un segnale confortante arriva dalla Sardegna, dove le piogge di Marzo hanno portato oltre 209 milioni di metri cubi d’acqua negli invasi regionali, permettendo di abbandonare la condizione d’emergenza e di raggiungere percentuali tra il 60% ed il 70% di riempimento; fanno eccezione purtroppo i bacini del territorio dell’Alto Cixerri (solo al 17,35% del riempimento).

In Toscana si segnala una netta riduzione delle portate fluviali, pur mantenendosi abbondanti (solamente l’Ombrone scende leggermente sotto la portata media del periodo).

Un netto abbassamento dei livelli dei fiumi si registra anche in Liguria, dove l’Entella scende al di sotto della media del periodo.

L’Emilia-Romagna si conferma regione spartiacque con la portata del fiume Reno in aumento e quella dell’Enza in marcata decrescita.

Pure in Veneto si registra una contrazione dei flussi nella gran parte dei fiumi, che però continuano a mantenersi sopra le medie; eccezione rilevante è la portata dell’Adige, che segna un incremento di ulteriori 125 metri cubi al secondo, salendo a mc/s 403,93, cioè il 135% in più sulla media. D’altronde il mese di marzo sulla regione è stato ricco di precipitazioni piovose (+156%), nonché nevose: sulle Dolomiti, il manto è superiore alla media. Da inizio 2024, sulla fascia prealpina insiste una condizione di umidità estrema e, fatta eccezione per l’alta pianura veronese, le falde sotterranee sono ora ricche d’acqua (fonte: ARPA Veneto).

Anche in Lombardia vi è sovrabbondanza di risorsa idrica, grazie allo spesso manto nevoso (indice SWE – Snow Water Equivalent: 3918 milioni di metri cubi) ed ai bacini colmi; nel complesso si stima +59% di riserva idrica rispetto alla media. La portata del fiume Adda si mantiene da settimane largamente al di sopra delle medie del periodo, grazie alle massime erogazioni (oltre mc/s 300) dal lago di Como.

Dopo le apprensioni per le ondate di piena, i fiumi del Piemonte tornano a regimi più rassicuranti, mantenendo comunque portate molto al di sopra delle medie mensili (Toce +92%, Tanaro +22%). Grazie ai 280 millimetri di pioggia caduti in Marzo (+317% sulla media e surplus anche per l’anno idrologico: +50%) e ad oltre 3642 milioni di metri cubi d’acqua rappresentati dalla neve presente (i bacini idrografici hanno registrato fino al 412% di coltre in più rispetto alla media), la falda idrica sotterranea, da anni in sofferenza, è tornata quasi ovunque a rimpinguarsi (sola eccezione: Alessandria; fonte ARPA Piemonte).

I grandi laghi (Maggiore, Sebino e Benaco) si mantengono ai livelli massimi del periodo con percentuali di riempimento rispettivamente pari a 110,9%, 93,6% e 100,7%.

In Valle d’Aosta, le alte temperature dei giorni scorsi (a m.2280 registrati oltre 10° medi) hanno iniziato a sciogliere l’abbondante manto nevoso, senza però intaccare troppo gli imponenti accumuli, che questa generosa primavera ha regalato alla catena alpina insieme a precipitazioni, che a Marzo sono state le più copiose da 20 anni (mm.203, cioè 4 volte la media mensile sulla regione). I corsi d’acqua mantengono portate importanti (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle D’Aosta).

Infine, il fiume Po, pur registrando una riduzione di portata, mantiene un flusso medio nel tratto piemontese e fino all’emiliana Boretto, di +75% sulla media, crescendo poi ulteriormente in prossimità del delta dove, a Pontelagoscuro, ha segnato una portata di ben 3695,67 metri cubi al secondo (+137% sul consueto del periodo) dopo aver toccato, sul finire della settimana scorsa, il valore più alto da novembre 2019: mc/s 4810,26).

 

 




Il Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP al Salon International de l’Agrume a Mentone

Il Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP è presente, con il presidente Gerardo Diana e la fattiva presenza del collaboratore Salvatore Milluzzo, alla prima edizione del Salon International de l’Agrume a Mentone in Francia in programma venerdì 5 e sabato 6 aprile nella cittadina della Costa Azzurra.

Al Salone, oltre al limone IGP di Mentone ci saranno altri agrumi del Mediterraneo, con 40 espositori, 14 workshop, 6 incontri tematici e 6 cooking show con i migliori chef francesi e internazionali.
“Siamo felici di essere stati selezionati tra le varietà rappresentative dei sapori autentici e solari del Mediterraneo”, afferma il presidente Diana.
“Il salone è un’occasione importante per farci conoscere di più oltralpe e fare sistema con altri consorzi Dop e Igp europei, spina dorsale dell’agrumicoltura di qualità.”, aggiunge.
“Siamo molto fieri di aver potuto invitare oggi tutti gli organismi europei che fanno parte della filiera agrumicola per conoscerci e mettere in comune il nostro Savoir-faire intorno all’agrumicoltura europea e ringraziamo le persone che sono venute da tutta Europa per onorarci durante questo primo salone internazionale dell’agrume”, così Luisa Delpiano Inversi, segretaria dell’associazione che si occupa della promozione del Limone di Mentone IGP.




Tour siciliano per il senatore De Carlo. Agricoltura, zootecnia e territorio sotto la lente

Doppia tappa siciliana oggi per il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare.
“Agricoltura, zootecnia e territorio” i temi degli incontri che lo hanno visto protagonista questa mattina ad Enna e in serata a Ragusa; all’incontro al Federico II Palace Hotel di Enna presenti sul palco – insieme al presidente De Carlo – Salvo Pogliese, senatore e Coordinatore FDI della Sicilia Orientale, la deputata
Eliana Longi, il Presidente provinciale FDI Nino Cammarata, e Salvina Russo e Gabriella Regalbuto del Dipartimento regionale Agricoltura FDI.

All’appuntamento nelle sede di Ragusa della Camera di Commercio interverranno invece, oltre a De Carlo e Pogliese, il vicecapogruppo FDI in Senato Salvo Sallemi e il capogruppo FDI all’Ars Giorgio Assenza.




Siccità, interrogazione Pd a Salvini: servono misure urgenti per Sicilia

“Un periodo di grave siccità, nonostante le ultime piogge, sta colpendo duramente la Sicilia. Chiediamo al governo, e in particolare al ministro delle Infrastrutture Salvini, come intenda fronteggiare e con la massima urgenza, una situazione che sta mettendo in grave difficoltà l’intera Regione” A chiederlo, attraverso una interrogazione al ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, sono i parlamentari del Pd Giuseppe Provenzano (primo firmatario) Anthony Barbagallo, Maria Stefania Marino, Giovanna Iacono e Fabio Porta.  “Al momento – si legge nel testo dell’interrogazione-  proprio a causa della carenza idrica sono già 150 i comuni dell’isola nei quali l’acqua è razionata nella sua erogazione quotidiana, creando disagi e disservizi alle comunità locali. Per fronteggiare la crisi – proseguono gli esponenti del Pd –  la Regione ha provveduto a nominare un commissario straordinario, con la predisposizione di un piano da 150 milioni di euro senza però le corrispondenti coperture e soprattutto ha ipotizzato un piano di razionamento con tagli all’erogazione dell’acqua dal 10 fino al 45 % rispetto alla media”. Gli esponenti del Pd evidenziano inoltre che “il Piano ha messo immediatamente in allarme, in particolare, il settore agricolo che rischia di affrontare un periodo estivo con una disponibilità di acqua limitata che pregiudicherebbe un anno di lavoro con devastanti impatti produttivi e anche occupazionali”.

Nel testo dell’interrogazione dei Dem, si legge inoltre che “per la manutenzione degli impianti servirebbero circa un miliardo di euro e il mancato utilizzo delle risorse del PNRR rappresenta una oggettiva aggravante, anche perché sembrerebbero non esservi disponibili altre risorse. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti – si evidenza nel testo – ed espongono la Sicilia ad affrontare situazioni di estrema difficoltà anche per il futuro. Occorrerebbe – concludono i Dem- una adeguata programmazione di interventi infrastrutturali dedicati proprio a dotare la Sicilia di adeguate infrastrutture idriche senza disperdere l’indispensabile risorsa”.




Siccità, Tiso(Confeuro): Sicilia dimostra che in Italia serve riforma strutturale e cultura acqua

Confeuro sta seguendo con molta preoccupazione quanto sta accadendo nel territorio regionale della Sicilia, dove purtroppo è stato dichiarato lo stato di crisi idrica per siccità: una vera e propria emergenza, che aumenta d’intensità e desta allarme in vista della prossima estate: mancano ancora alcuni mesi al caldo torrido del periodo estivo, eppure la regione è già costretta a razionare l’acqua a circa tre milioni di persone. Un contesto di una gravida inaudita, non degno per una nazione come la nostra che si definisce moderna, e ancora un contesto non nuovo, ma che richiede interventi risolutivi, rapidi e concreti sia nel breve che nel lungo periodo, se non si vogliono rischiare danni dalla portata enorme.

 

E guai a pensare che il resto del territorio italiano e, quindi, l’intero comparto agricolo, possa essere esente da tali rischi idrici. Anzi, in attesa che nel nostro paese si realizzino i progetti previsti dal Pnrr, per i quali auspichiamo una forte accelerazione, è necessario e improcrastinabile coinvolgere maggiormente i consorzi di bonifica al fine di rendere più diffuse le modalità di irrigazione di precisione e strumenti di difesa del suolo. Al momento l’uso di tecnologie sembra essere la strada obbligata al fine di gestire il consumo di acqua nel settore agroalimentare.

 

Al contempo, bisogna cominciare a diffondere una nuova cultura del risparmio sull’acqua: in tal senso, serve una vera e propria rivoluzione che parta da campagne di sensibilizzazione ai bambini e alla popolazione. Siamo il paese con il consumo idrico più elevato pro capite in Europa, un dato allarmante che deve far riflettere le istituzioni”. Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Idea Agro investe nell’avocado in Sicilia. Partner strategico Areté, dall’idea di business al closing

Areté, The Agri-food Intelligence Companyè il partner strategico del progetto che ha visto IDeA Agro – il più grande fondo di private equity in Italia interamente dedicato a investimenti nell’agribusiness, gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR – in partnership strategica con S.P.O. Zentrum S.r.l. e Jingold S.p.A., avviare un nuovo sviluppo agricolo che prevede la realizzazione di un impianto di avocado in Sicilia su un areale di circa 100 ettari nella provincia di Siracusa. Agro Avo, la nuova realtà nata dalla partnership tra le tre istituzioni altamente sinergiche e complementari, si candida a diventare in pochi anni un player di riferimento nella produzione e commercializzazione di avocado siciliano in Italia.

Il contesto di mercato

Il consumo di avocado ha registrato aumenti costanti a doppia cifra negli ultimi anni, sia a livello globale che a livello UE. Le stime lo indicano come secondo prodotto tropicale più venduto al mondo, dopo le banane, da qui al 2030. La produzione mondiale si aggira intorno ai 9 milioni di tonnellate, un terzo dei quali realizzate in Messico (2,5 mio), seguito a distanza da Colombia, Perù, Indonesia e Repubblica Dominicana. USA e UE sono i principali importatori – 1,2 e 0,7 milioni di tonnellate rispettivamente. L’UE è largamente deficitaria, producendo complessivamente circa 150mila tonnellate – di cui il 70% in Spagna – con un consumo apparente che si attesta invece a quasi 700mila tonnellate. La produzione italiana, ad oggi, secondo le stime, è sviluppata su una superficie di circa 500 ettari.

Il progetto

Il progetto mette insieme tre attori leader nei rispettivi ambiti; sono infatti soci di Agro Avo, oltre a IDeA Agro anche S.P.O. Zentrum S.r.l. – partner operativo locale nell’operazione – società siciliana specializzata nella produzione, confezionamento e distribuzione di prodotti ortofrutticoli con circa 450 ettari in Sicilia, magazzini di pre-calibratura in Sicilia e centri logistici e di distribuzione nel centro Italia, e  Jingold S.p.A. – partner commerciale e di prodotto nell’operazione – attore globale nel settore del breeding e della commercializzazione di kiwi, che dispone di una vasta rete composta da oltre 800 agricoltori e collabora con partner commerciali in Sud America, Asia, Sud Africa ed Europa meridionale.

“Siamo orgogliosi di essere stati al fianco di IDeA Agro, principale fondo di private equity specializzato nel settore agricolo in Italia, in questa operazione, dalla sua ideazione e pianificazione fino alla sua implementazione, individuando i partner giusti da coinvolgere intorno al progetto e la location agricola che avesse le caratteristiche giuste per la sua realizzazione” spiega Ludovico Gruppioni, responsabile del progetto e Senior Consultant nell’area Growth Strategies di Areté. “Abbiamo creduto fermamente in questo progetto, per natura ambizioso ma che conferma la possibilità di concretizzare opportunità di investimento importanti se si selezionano con cura i settori sui quali investire, i partner con cui realizzarle, e si coinvolgono le professionalità e le competenze giuste per metterli a terra.

“L’agricoltura continua a offrire opportunità di straordinario interesse, all’estero ma anche in Italia – commenta Mauro Bruni, Presidente di Areté e guida dell’area Growth Strategies – e la collaborazione con i fondi di investimento è fondamentale per raggiungere le dimensioni di scala necessarie per garantire investimenti competitivi”.

Come società di consulenza specializzata nell’agrifood, la nostra missione è proprio quella di contribuire alla nascita di buone idee e metterle poi al servizio degli attori migliori che possano realizzarle.

Areté, The Agri-food Intelligence Company, è oggi un soggetto di riferimento in Italia per M&A ed operazioni di investimento nel settore agricolo e agroindustriale.

L’unità di Growth Strategy di Areté, in aggiunta all’attività di consulenza strategica, ha progettato e generato negli ultimi 10 anni oltre 100 mio di investimenti nei settori agri-food e rinnovabili per fondi d’investimento, holding company e società agroindustriali, oltre ad aver consentito la nascita di una business unit di farm management, dedicata alla gestione specializzata di grandi aziende agricole in tutta Italia, dal Veneto alla Sicilia.




Dopo il successo del 2023 riparte il progetto del consorzio Dos dedicato alla valorizzazione dei prodotti Dop, Igp e Qs siciliani

Conclusa l’entusiasmante esperienza del 2023 che ha visto DOS capofila di otto educational tour dedicati ad altrettante eccellenze gastronomiche siciliane riparte oggi il secondo ciclo di incontri dedicati ai prodotti DOP, IGP e QS siciliani organizzato e coordinato sempre da DOS Sicilia, ovvero l’’Associazione di Consorzi per la Promozione e Valorizzazione di produzioni tipiche Agroalimentari Siciliane a Marchio DOP, IGP e QS che nasce nel 2020, con l’obiettivo di riunire per la prima volta insieme Associazioni e Consorzi di Valorizzazione e Tutela di produzione agricole di qualità.

“La mission di DOS Sicilia è favorire lo sviluppo e il progresso in campo alimentare della Regione Siciliana. Il valore complessivo rappresentato dai Consorzi di Tutela ivi presenti – spiega il Presidente Massimo Todaro – raggiunge oltre 40 milioni di euro. Attualmente le produzioni agroalimentari di qualità certificata ad esso aderenti sono 17 e, grazie al supporto della Regione Siciliana, con l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, DOS Sicilia, sarà possibile fare rete e promuovere, nei mercati nazionali ed internazionali, tali prodotti Siciliani di qualità certificata. Lo scorso anno abbiamo organizzato otto educational che hanno avvicinato le persone ad i prodotti siciliani a marchio DOP, IGP e QS, abbiamo suscitato interesse e molta partecipazione riscontrando un elevato interesse nel pubblico per approfondire gli aspetti valoriali delle produzioni”.  

Tra gli obiettivi principali di DOS Sicilia c’è quello di favorire l’aggregazione di produttori, così come valorizzare, promuovere e diffondere le produzioni agricole e agroalimentari siciliane di qualità certificate attraverso l’adozione di pratiche sostenibili nella produzione e nella trasformazione, con particolare riguardo alla salvaguardia dell’ambiente e della salute della persona. Nondimeno, DOS Sicilia si impegna a combattere ogni tentativo di frode che potrebbe interessare le singole filiere e promuovere un consumo sostenibile agevolando il passaggio a regimi alimentari sani seguendo i principi della Dieta Mediterranea.

“Grazie all’educational – riprende Todaro – abbiamo portato sul territorio di origine tanti esperti direttamente a contatto con i consumatori, attuali e futuri, le attività sono variate: degustazioni guidate, visite ai luoghi di produzione ma anche showcooking per operatori del settore e rappresentanti del mondo dei media che hanno potuto così raccontare le specificità di ogni produzione dopo averla toccata con mano. Si ritiene che questo metodo sia il modo più efficace per raggiungere il consumatore, tant’è che pensiamo di dare continuità al progetto anche dopo il 2024”.

Gli incontri già calendarizzati nel 2024 saranno 9 ed avranno la durata di un giorno per ogni singolo evento; l’inizio delle attività è stato dedicato all’Olio Extravergine di Oliva Monti Iblei DOP con il primo degli appuntamenti dedicati ai singoli prodotti ed il programma, comune a ognuna delle produzioni, di volta in volta interessate comprenderà un momento di confronto ed un incontro comprensivo di presentazione e degustazione guidata del prodotto stesso.

“Il progetto di DOS Sicilia è un’opportunità indispensabile per lo sviluppo del sistema enogastronomico siciliano di qualità – spiega Giuseppe Arezzo, presidente Consorzio Olio EVO Monti Iblei– la collaborazione tra Consorzi di eccellenza è necessaria per fare sistema e poter crescere ed ambire ad obiettivi sempre più importanti. Come Consorzio da anni stiamo creando sinergia con il sistema didattico del territorio al fine di supportare gli studenti, che saranno i consumatori ed i produttori del futuro, in una formazione che congiunga la pratica alla teoria appresa. Proprio per questo collaboriamo da anni con gli Istituti superiori del territorio, alberghiero ed agraria, al fine di creare l’esperienza formativa migliore possibile. La riapertura della facoltà di Agraria ed Economia con indirizzo Agroalimentare all’Università di Ragusa è un altro passo fondamentale per migliorare il sistema agroalimentare locale ed un‘occasione importante per diffondere ancora di più la nostra mission sui giovani”.

Ad aprire quindi la serie di incontri sarà il primo educational dedicato alla Olio Extravergine di Oliva Monti Iblei DOP, che avrà luogo all’Istituto Superiore “Galileo Ferraris” in via Nicolò Tommaseo a Ragusa, oltre alla presentazione del Consorzio ed a un incontro dedicato all’approfondimento sul prodotto condotta dal Dott. Agr. Giuseppe Cicero, avverrà uno showcooking con ricette adatte all’esaltazione dell’Olio EVO Monti Iblei.

L’elenco degli associati del Consorzio DOS:
Filiera Formaggi
1) Consorzio di Tutela del Pecorino Siciliano DOP
2) Consorzio di Tutela del Formaggio Piacentinu Ennese DOP
3) Consorzio del Formaggio Provola dei Nebrodi DOP
4) Consorzio per la Tutela del Formaggio Ragusano DOP
5) Consorzio di Tutela della Vastedda della Valle del Belice DOP

Filiera Oli e grassi
1) Consorzio di Tutele dell’Olio Extravergine d’Oliva DOP Monte Etna
2) Consorzio di Tutele dell’Olio Extravergine d’Oliva DOP Monti Iblei
3) Consorzio per la Tutela e Valorizzazione dell’Olio Extravergine d’Oliva DOP Val di Mazara

Filiera ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati
1) Consorzio Carota Novella di Ispica IGP
2) Consorzio per la Tutela della Ciliegia dell’Etna DOP
3) Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP
4) Consorzio di Tutela del Pistacchio Verde di Bronte DOP
5) Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP
6) Consorzio di Tutela Ficodindia dell’Etna DOP

Filiere QS
1) Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Marchio Collettivo QS garantito
dalla Regione Siciliana per la Filiera Agnello/Agnellone e Derivati
2) Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Marchio Collettivo QS garantito dalla Regione Siciliana per la Filiera del Latte vaccino e derivati
3) Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Marchio Collettivo QS garantito dalla Regione Siciliana per la Filiera del Latte ovino e derivati




Agricoltura, Pogliese e Sallemi (FDI) incontrano il direttore AGEA: Assicurazioni su pagamenti per aziende agricole siciliane

Il senatore Salvo Pogliese, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Agricoltura, e il senatore Salvo Sallemi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, hanno incontrato il direttore dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, il dottor Fabio Vitale. Si è trattato di un confronto interlocutorio relativo alle esigenze del settore agricolo in Sicilia con particolare riferimento alle procedure e alle tempistiche dei pagamenti della Domanda Unica 2023 e della Domanda Sviluppo Rurale. Altro tema affrontato dai senatori è quello della presenza di AGEA sul territorio siciliano che per vocazione ha una rete di migliaia di aziende agricole in tutte le province dell’isola.
“Abbiamo avuto modo – dicono i senatori Pogliese e Sallemi – di confrontarci con il direttore sul fondamentale ruolo dell’AGEA per l’agricoltura siciliana e sull’esigenza di poter procedere all’erogazione dei fondi UE con celerità. L’AGEA ha fatto passi in avanti sul fronte gestionale e informativo garantendo un sistema di pagamenti maggiormente fluido rispetto al passato e ciò rappresenta un beneficio indiscutibile per l’agricoltura siciliana”.
“Per quanto concerne la situazione della provincia di Enna, segnalata dalle imprese del settore, alla fine del 2023 sono state liquidate il 65,23% delle somme richieste derivanti dalla Domanda Unica e abbiamo appreso dal direttore l’impegno di liquidare i restanti saldi prima della scadenza naturale del 30 giugno 2024. Le somme invece derivanti dalla Domanda Sviluppo Rurale sono in totale oltre 19 milioni e ne sono stati liquidati oltre 8 milioni e mezzo di euro e anche in questo caso c’è l’impegno di AGEA di accelerare le procedure in sinergia con la Regione. Auspichiamo che si lavori sempre con celerità per dare riscontro a tutte le aziende siciliane che stanno affrontando un momento complesso”, proseguono.
“Da ultimo abbiamo raccolto la richiesta del mondo agricolo – concludono i senatori – che è quella di avere uno sportello fisico di AGEA in ogni provincia siciliana, in modo tale da poter ottenere un confronto adeguato e diretto sulle opportunità di finanziamenti e bandi. Il direttore Vitale ha dato un riscontro positivo a questa richiesta, su cui si era già avviata un’interlocuzione con l’assessorato regionale all’Agricoltura. Siamo e saremo sempre vigili e al fianco degli agricoltori, così come ha dimostrato di esserlo il Governo Meloni”.



Edo certifica emergenza siccità in Sicilia, Anbi chiede cabine di regia per il centrosud Italia

Arriva dall’European Drought Observatory la più recente attestazione sulla grave situazione idrica, che sta colpendo ampie zone del bacino mediterraneo (regioni insulari d’Italia, Algeria, Marocco, Spagna Sud-Orientale comprese le isole Baleari); lo stesso Osservatorio indica come il 16,1% dell’Europa sia ormai minacciato da grave siccità, ma soprattutto l’1,2% sia già in allarme conclamato: le spagnole Murcia, Regione Valenciana, Maiorca, oltre alla Sicilia.

Nell’iberica Catalogna, dove non piove significativamente da tre anni, sono già scattate restrizioni sull’uso civile dell’acqua, mentre gli invasi marocchini trattengono solo il 23,2% della capacità (nel siccitoso inverno 2023 erano al 31,5%!) a causa di un deficit pluviometrico pari al 70% della media.

Nel nostro Paese, le due maggiori isole stanno già facendo i conti con limitazioni nell’uso agricolo della risorsa idrica, ma le temperature eccezionalmente alte, la scarsità di precipitazioni e l’assenza di neve lungo la dorsale appenninica stanno velocemente disegnando uno stato di grave sofferenza idrica per le regioni peninsulari, più accentuato al Sud, ma in costante allargamento verso le regioni centrali. Criticità stanno evidenziandosi anche nelle regioni del Nord: in particolare, su alcuni bacini piemontesi, in Liguria ed Emilia Romagna orientale. Va meglio a Nord-Est dove, nonostante le temperature miti, nel mese di gennaio le precipitazioni sono state superiori alla media e lo stato di innevamento su Dolomiti e Prealpi risulta nella norma, soprattutto in Veneto.

“Guardiamo con apprensione l’evolversi della situazione meteo, perché si stanno delineando le condizioni per un’altra estate d’emergenza idrica con gravi ripercussioni soprattutto per l’economia agricola” commenta un preoccupato Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

“Alte temperature e carenza di piogge sono un mix, che sta mettendo sotto stress da settimane le infrastrutture idrauliche del Mezzogiorno, che finora riescono a rispondere alle esigenze dei campi, che si eleveranno però con l’incedere dei mesi più caldi, quando aumenterà anche la pressione antropica, dovuta all’arrivo dei turisti. Aldilà dei provvedimenti emergenziali è necessario attivare da subito le cabine di regia fra tutti i soggetti interessati per gestire al meglio, nel rispetto delle priorità di legge, le risorse disponibili” indica Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. 

Detto dell’emergenza idrica, che sta generandosi in Sicilia, il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche parte dalla Sardegna, dove la crisi d’acqua non si attenua: i bacini sono al 50% del riempimento; rispetto al 2023 mancano 440 milioni di metri cubi ed il deficit rispetto alla media degli ultimi 14 anni è del 32% circa. Drammatica è la condizione degli invasi nell’Alto Cixerri, dove trattengono soltanto il 10,33% della capacità, seguiti dal serbatoio Maccheronis al 16,94% e da quelli dell’Ogliastra a poco più del 28%.

In Basilicata, gli invasi contengono il 40% d’acqua in meno rispetto all’anno scorso; in Puglia il deficit sale addirittura al 44%!

In Campania, il fiume Volturno, specialmente nelle sezioni a monte, presenta livelli nettamente inferiori alle medie degli anni passati; ancora peggiore è la condizione del Garigliano il cui deficit sul 2023 si quantifica in 65 centimetri.

In Abruzzo, a Gennaio, le piogge si sono concentrate principalmente lungo la fascia collinare litoranea (provincia di Chieti: +40%), lasciando a secco i monti Aquilani e la Marsica (-41%). Nella diga di Penne rimangono solamente 1.250.000 metri cubi d’acqua, mentre sui rilievi la neve è presente soltanto alle quote più alte e sui versanti in ombra dei massicci della Maiella e del Gran Sasso, lasciando desolatamente brulli i restanti territori montani.

Sul Lazio, le piogge di inizio d’anno sono state minime: sulla Capitale, dal primo di Gennaio ad oggi, sono caduti solo 21 millimetri mentre, negli scorsi 18 anni, la media del mese si aggirava su mm. 76: attualmente, quindi, il deficit è di oltre il 72% e la temperatura media è stata superiore di 2 gradi e mezzo al consueto. Il fiume Tevere, nonostante un aumento nel tratto romano, registra una portata pressoché dimezzata rispetto alla media del periodo; calano anche l’Aniene e, seppur di poco, il Velino nel Reatino ed il Liri in Ciociaria, mentre resta stabile la Fiora nella Tuscia.

Anche in Umbria le piogge sono finora scarse nel 2024 (mm.30 ca.) e stanno condizionando lo stato dei corpi idrici superficiali: oltre al lago Trasimeno, in sofferenza idrica da oltre un anno (il livello idrometrico continua a segnare -cm. 138 contro una media mensile di -cm. 57), arrancano anche i bacini fluviali con gli alvei di Nera, Topino, Paglia, Chiascio, che stanno peggio dell’anno scorso.

Nelle Marche contrazioni minime si registrano nei livelli dei fiumi Potenza, Esino e Sentino, mentre quelli di Tronto e Nera registrano una sostanziale invarianza;confortano i volumi trattenuti dalle dighe (46,52 milioni di metri cubi d’acqua), perché rimangono superiori agli anni passati.

Le portate dei fiumi della Toscana sono tutte ampiamente sotto la media degli scorsi 20 anni: Serchio al 34%; Sieve al 31%; Arno al 36%; Ombrone al 14%.

In Liguria non c’è praticamente neve ed i livelli dei fiumi stanno rapidamente calando, soprattutto quelli di Entella e Magra.

In Emilia-Romagna è esemplare la rapidità, con cui la Secchia è scivolata al di sotto della portata minima storica: attualmente nel tratto modenese, il fiume, già osservato speciale per i rischi alluvionali, ristagna a mc/s 0,46 di portata, cioè quasi 2 metri cubi al secondo in meno, rispetto al record finora minimo (mc/s 2,32). Tutti i fiumi della regione sono in secca con deficit maggiori nei bacini centro-orientali (Savio al 5,95% della portata media!) rispetto a quelli più occidentali (portata della Trebbia praticamente dimezzata rispetto al consueto del periodo); se in altitudine manca la neve, sono i territori romagnoli a registrare i maggiori scarti negativi in termini di precipitazioni nei mesi autunno-invernali: sulle pianure tra Conca e Lamone a Sud della foce del Reno, da Ottobre ad oggi, sono caduti solamente circa 200 millimetri di pioggia (fonte: ARPAE).

In Veneto, le precipitazioni di Gennaio sono state  superiori del 40% alla media con il maggiore surplus registrato sui bacini dei fiumi Lemene (+78%) e Sile (+73%), nonché sulla pianura tra Livenza e Piave (+68%); nonostante la terza decade eccezionalmente calda (+4,5° sulla media) e la quasi assenza di nevicate nella seconda metà del mese, lo spessore nevoso è basso, ma nella norma. I livelli di falda, fatta eccezione per l’alta pianura veronese, dove persiste un deficit significativo, risultano nella media. Per quanto riguarda le portate dei fiumi, sono in calo quelle di Adige, Livenza, Muson dei Sassi, Brenta e Bacchiglione; pressoché invariato il Piave ed in crescita il Cordevole (fonte: ARPAV).

In Lombardia il fiume Adda continua a calare, pur mantenendo una portata ben superiore allo scorso biennio; le riserve idriche, nonostante gli abbondanti volumi d’acqua immagazzinati dai laghi, sono inferiori del 14,2% alla media del periodo, a causa del 35% di neve che manca in quota.

In Piemonte, il mese appena trascorso è stato secco (-25% di pioggia) specialmente sui bacini settentrionali dei fiumi Toce (-51%), Ticino (-59%), Orco (-44%) e Sesia (-41%), che a fine Gennaio risultava quella maggiormente in crisi insieme al Tanaro, la cui portata continua ad abbassarsi ed attualmente vede scorrere oltre il 70% d’acqua in meno rispetto alla media; calano Varaita e Stura di Demonte (fonte: ARPA Piemonte). La neve è ovunque poca (indice Snow Water Equivalent: -35%), ma è particolarmente scarsa sul Piemonte Meridionale (indice SWE: -86%).

Stante l’attuale congiuntura idrica, anche il fiume Po subisce un ulteriore arretramento, che lo allontana sempre più da una condizione di normalità: a Boretto, la portata scende addirittura al di sotto dei minimi storici mentre verso il delta, a Pontelagoscuro, il deficit si attesta “solo” al 37% circa.

In Valle d’Aosta, nei bacini della bassa valle, l’indice SWE è ai minimi storici, mentre nell’alta valle e nelle valli di Rhemes, Valsavarenche e Valgrisenche è nella norma; tra fine Gennaio ed inizio Febbraio, però, il manto nevoso è andato assottigliandosi, complici l’assenza di precipitazioni e temperature davvero anomale: ad Aosta si sono sfiorati i 24 gradi di massima e temperature superiori ai 20 gradi si sono avvertite in molte altre zone della regione. Calano i livelli della Dora Baltea mentre restano costanti i deflussi del torrente Lys (Fonte: Centro Funzionale Regionale Valle D’Aosta).

Infine, nonostante un progressivo abbassamento dei livelli lacustri, ad eccezione di quelli del Benaco, la risorsa idrica contenuta negli invasi del Nord Italia resta abbondante: solamente il lago d’Iseo ha un livello più basso rispetto alla quota normale di questo periodo (-cm.35).

 




Acqua, interrogazione Marino (Pd Camera): su emergenza idrica in Sicilia

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01971

presentato da

MARINO Maria Stefania

testo di

Martedì 6 febbraio 2024, seduta n. 239

MARINO, VACCARI, FORATTINI, ANDREA ROSSI, IACONO e PORTA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

in Sicilia è allarme siccità, ma lo è in particolare per la provincia di Enna, interessata da un andamento climatico anomalo segnato da alte temperature e scarsità di precipitazioni. A subire gli effetti di questo caldo anomalo di inizio inverno è soprattutto il comparto agricolo, che, in questa fetta di territorio, rappresenta una quota importante dell’economia locale;

in Sicilia, la seconda metà del 2023 è stata la più arida da oltre un secolo: da settembre a dicembre, l’ammanco complessivo è di circa 220 millimetri di pioggia, mentre il solo ultimo mese dell’anno ha registrato deficit di precipitazioni fino al 96 per cento su alcune località, tra le province di Enna (-81,5 per cento mediamente sull’intera provincia) e Catania (-80 per cento in media);

la condizione degli invasi siciliani, la cui capacità è limitata dal sedime accumulato sui fondali e che si stima occupi fino al 40 per cento della capacità totale di stoccaggio, non consente più di assolvere pienamente, né alla loro funzione calmieratrice delle piene, né tantomeno a quella di riserva di acqua. Gennaio è il quinto mese consecutivo che fa registrare precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua;

la fotografia complessiva è preoccupante, si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa. Una situazione che sta danneggiando agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola per tutto il 2023;

l’assessore regionale all’agricoltura ha annunciato che presto dichiarerà lo stato di calamità naturale per l’emergenza siccità. Un segnale concreto per il comparto agricolo e per i nostri agricoltori in difficoltà –:

quali iniziative di competenza intenda assumere, con somma urgenza, per rispondere all’emergenza idrica che sta interessando la Sicilia ed in particolare il territorio ennese, se non intenda sostenere programmi finalizzati a finanziare nuovi impianti di dissalazione e se non valuti opportuno adottare iniziative di competenza finalizzate a sospendere alcuni termini tributari e contributivi nei confronti degli imprenditori impegnati nel comparto agroalimentare siciliano.
(5-01971)




Vino, interrogazione Iacono (PD Camera): su misure per comparto vitivinicolo Sicilia

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01951

presentato da

IACONO Giovanna

testo di

Mercoledì 31 gennaio 2024, seduta n. 237

IACONO, MARINO, PROVENZANO, BARBAGALLO e PORTA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

gli effetti del cambiamento climatico con eventi atmosferici estremi, la proliferazione di fitopatie mettono alla prova i viticoltori, bombardati da continue emergenze che diventano quotidianità. Con l’esigenza, sempre più forte, di trovare soluzioni politiche e globali al problema;

il vino italiano è alle prese con uno scenario economico e geopolitico in rapida evoluzione che incide sulle performance dell’export e dei consumi interni. Il volume dell’export mondiale di vino ha accusato un pesante -30 per cento in luglio a causa della crisi di fiducia innescata dal conflitto alle porte d’Europa, con l’esplosione dei prezzi dell’energia e degli input produttivi;

in questo contesto l’Italia ha tutto sommato contenuto le perdite, registrando solo un -10 per cento in aprile, che è diventato -3 per cento in luglio (dati Ismea). Un segnale comunque preoccupante perché si tratta della flessione più pesante registrata negli ultimi 20 anni. Il settore vitivinicolo, a partire dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, è stato infatti investito da straordinari processi di internazionalizzazione dei flussi commerciali e della governance della produzione. Il comparto vitivinicolo è infatti oggi chiamato a dimostrare una rinnovata capacità di organizzare azioni collettive che consentano: una migliore gestione dell’offerta con un attento studio dei mercati; un maggior stimolo all’innovazione; l’adozione di strumenti collettivi per la gestione del rischio;

il cambiamento climatico investe la Sicilia più di ogni altra regione e obbliga ad un ripensamento globale di tutto il secolare sistema di coltivazione della vite e di produzione dell’uva. La mancata adozione di misure straordinarie rischia di provocare una pesantissima contrazione dei redditi aziendali e individuali e di accentuare la crisi del mondo della cooperazione siciliana impegnato nel settore vinicolo;

una crisi di siffatte proporzioni infatti investe il mondo della cooperazione che intercetta circa l’80 per cento della superficie vitata siciliana con circa 25.000 produttori di uve coinvolti;

alla luce del quadro attuale appare quindi strategico che tutte le autorizzazioni al reimpianto vigneti provenienti da estirpazione con scadenza prevista il 31 dicembre 2022 ancora non utilizzate, vengano equiparate agli ex-diritti con scadenza prevista al 2025 e quindi posticipate;

i passati regolamenti comunitari prevedevano tempi più lunghi nell’esercizio del diritto di reimpianto. La proroga della scadenza consentirà una programmazione varietale oculata rispetto alle nuove tendenze di mercato del vino derivanti dal nuovo scenario geopolitico –:

quali iniziative intenda assumere con la massima urgenza al fine di prevedere misure ad hoc a sostegno del comparto vitivinicolo siciliano e quali iniziative intenda adottare per favorire la riconversione e la ristrutturazione dei vigneti.
(5-01951)




Ocm vino, ecco le graduatorie regionali senza soglie minime: a Gruppo Generali 64 euro per portare vino italiano in Usa, Giappone, Corea

108,15 euro (su un investimento totale di 216 euro) per far conoscere il vino italiano in Canada e 181,69 euro (a fronte di un investimento di 378,53 euro) per farlo conoscere in Cina.

Pronte le graduatorie regionali provvisorie Ocm vino deputate a sostenere il vino italiano all’estero. L’eliminazione delle soglie minime di investimento previste dal nuovo decreto approvato dagli uffici di Oreste Gerini e su cui ha lavorato l’ufficio di Isabella Verardi, sembra aver portato – come si evince leggendo alcune graduatorie dalle quali è possibile accedere a tutti i beneficiari e i relativi importi come quella del Veneto e del Lazio – a finanziamenti di alcune centinaia di euro per portare il vino Made in Italy nel mondo. Anche ad aziende che coprono grandi fette di mercato.

Quando un Ati decide di fare promozione in un Paese, tutti i partecipanti – diversamente dal passato – hanno l’obbligo di partecipare. Era prevista una soglia che poi – fanno sapere alcuni esponenti regionali ad AGRICOLAE – ragionando assieme al ministero, è stato deciso di togliere. E ora ogni regione fissa le proprie.

“Hanno scritto che potevamo definire il minimo per progetto e per paese, ma comunque non sotto i 100.000 e 50.000 (P. emergente 25.000) rispettivamente”, precisano ad AGRICOLAE. “Ma non hanno dato possibilità di fissare minimo per azienda.
Quindi potrebbe succedere, essendoci la regola per cui se una ATI va in un paese, tutti i componenti ATI devono fare qualcosa in quel paese, un soggetto di un ATI possa aver fatto una singola azione a spesa irrisoria dentro un progetto che comunque rispetta i minimi previsti”.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta la lettera inviata in data 05 07 2023 dalla Regione Veneto – il cui assessore è anche il coordinatore delle regioni per quanto attiene l’agricoltura – in cui veniva chiesta agli uffici di Oreste Gerini e di Isabella Verardi la definizione di una soglia minima:

CONTRIBUTO REGIONI AVVISO OCM VINO 05 07 23

Se si confrontano i decreti del 2022 e quello del 2023 emerge che i commi 7 e 8 all’articolo 5, deputati a fissare le soglie minime dei progetti per la promozione 2022-2023, sono spariti nel decreto successivo per la campagna 2023-2024.

MIPAAF_2022_DECRETO PROMOZIONE COM VINO 2022-23

MASAF_2023_DECRETO PROMOZIONE OCM VINO 2023-24

Un meccanismo che ha “consentito” Le Tenute del Leone Alato, del Gruppo Genagricola – la più estesa azienda agricola italiana, controllata dal Gruppo Generali che vanta un fatturato di circa 60 milioni di euro – a beneficiare di 64,93 euro di contributi comunitari a fronte di un investimento di 129,85 previsto negli Stati Uniti, in Giappone, in Corea del Sud e nel Sud Est asiatico.

Presumibilmente per essere presenti e partecipare, al pari di altre aziende partecipanti un raggruppamento proponente, ad un evento “comune” a tutte le aziende del gruppo. Nel caso dell’azienda Le Tenute del Leone Alato, l’investimento di 129,85 euro moltiplicato per le 20 aziende partecipanti il programma proposto dall’Associazione Vigneto Italia si arriva ad un investimento complessivo di euro 2.597,00 con un contributo richiesto di euro 1.298,50).

Una ‘strategia’ che arriva proprio in un momento d flessione dei volumi (non del valore) dell’export del vino italiano nel mondo che difficilmente può essere sostenuto da investimenti da 120 euro.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica le graduatorie provvisorie:

GRADUATORIA ABRUZZO B

GRADUATORIA ABRUZZO

GRADUATORIA BASILICATA

GRADUATORIA CALABRIA

GRADUATORIA EMILIA ROMAGNA

GRADUATORIA FVG

GRADUATORIA LAZIO A

GRADUATORIA LAZIO B

GRADUATORIA MARCHE

GRADUATORIA PIEMONTE

GRADUATORIA PUGLIA

GRADUATORIA SARDEGNA

GRADUATORIA SICILIA B

GRADUATORIA SICILIA

GRADUATORIA TOSCANA

GRADUATORIA UMBRIA

GRADUATORIA VENETO




Interpellanza, Suriano Misto Camera, su danni da maltempo Sicilia e politiche di prevenzione

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01366

presentato da

SURIANO Simona

testo di

Martedì 9 novembre 2021, seduta n. 591

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:

dal 22 al 26 ottobre 2021 si è abbattuta una vera e propria catastrofe naturale sulla parte orientale della Sicilia. In particolare, la zona del catanese e la città stessa di Catania sono state teatro di eventi tragici, a seguito prima di una violenta alluvione e poi del ciclone Apollo, che ha flagellato la costa orientale;

stando ai dati raccolti dal Sias, Servizio informativo agrometeorologico siciliano, sul centro di Catania si è riversata un’enorme quantità di acqua, con picchi che hanno superato i 200 mm di pioggia nelle 24 ore, mentre nell’hinterland sono state toccate punte di intensità maggiori di 400 mm nell’arco di una sola giornata;

la conta dei danni provocati al comparto agricolo è in corso in queste ore, ma è sotto gli occhi di tutti una realtà di ettari di terreni coltivati a verdure e ortaggi allagati e impossibilitati alla semina, di agrumeti devastati e di interruzione della raccolta di olive proprio nel periodo di maturazione;

a ciò si aggiungono i danni alle infrastrutture e alle proprietà private, e la drammatica perdita di vite umane: conseguenze pesanti che ancora una volta l’isola è costretta a sopportare, insieme alle frequenti eruzioni vulcaniche e ad altre alluvioni, come quella verificatasi nel 2018, per la quale gli agricoltori erano stati compensati, salvo poi subire il taglio dell’80 per cento dei fondi destinati alla copertura dei danni e i ritardi nell’erogazione della parte restante;

nel solo mese di ottobre 2021, la Sicilia era già stata interessata da altri due eventi catastrofici: il tornado che ha colpito Catania il 5 ottobre e l’ondata di maltempo che si è riversata sul fronte occidentale tra Palermo e Trapani il 13 e 14 ottobre;

la Regione Siciliana, da una prima valutazione di massima, ha quantificato in circa 10 milioni di euro l’ammontare per gli interventi di somma urgenza e indifferibili e in circa 100 milioni di euro quello per gli interventi strutturali di riduzione del rischio; ha inoltre dichiarato ufficialmente lo stato di emergenza regionale e ha richiesto al Governo la dichiarazione di stato di calamità per 86 comuni, a seguito degli eventi meteorologici estremi occorsi nel mese di ottobre 2021;

ciò che è accaduto non è più un unicum per la nostra penisola, e si è ormai ben oltre il preludio di un cambiamento climatico in cui fenomeni come le «bombe d’acqua» rappresentavano un’eccezione alla norma, e la tendenza alla tropicalizzazione, con fenomeni violenti anche brevi ma di maggiore intensità e con sfasamenti stagionali, dovrebbe far riflettere sul reale rischio idrogeologico, sull’impatto di tali fenomeni sulla vita dei cittadini e sulle attività produttive, sull’inadeguatezza di una politica prevalentemente di mera gestione dell’emergenza;

Coldiretti stima che, su tutto il territorio nazionale, i costi dei danni alle infrastrutture nelle campagne e della perdita di raccolti, causati da fenomeni meteorologici estremi, ammontino a circa due miliardi di euro da gennaio 2021 a oggi;

la Sicilia presenta il 92,3 per cento, dei comuni interessati da rischio di frane e alluvioni: secondo l’ultimo rapporto del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, tra il 2019 e il 2020 in Sicilia si sarebbero degradati e consumati ben 400 ettari di suolo (100 ettari proprio nei pressi di Catania) e in alcune aree, come quella di Gravina di Catania, il 50 per cento del territorio è impermeabilizzato e non vi è quindi alcun freno alle portate violente delle inondazioni. A ciò si aggiungono i gravi ritardi della politica nella realizzazione di opere pubbliche, come il Canale di Gronda, ancora in costruzione dal 1985 e che permetterebbe alla città di Catania di smaltire le acque provenienti dal suo hinterland;

è arrivato il tempo di invertire la rotta dalla politica dell’emergenza alla politica della prevenzione, ci sono i fondi e le competenze; i necessari ingenti investimenti potranno essere ammortizzati da notevoli risparmi nel ristoro ex post dei danni e si potranno creare migliaia di posti di lavoro per i giovani –:

quali iniziative il Governo intenda assumere per far fronte agli enormi danni causati in Sicilia dagli eventi meteorologici estremi occorsi nel mese di ottobre 2021 e se stia valutando di accogliere la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza da parte della Regione Siciliana;

se sia previsto lo sblocco dei fondi destinati al ristoro dei danni per le calamità del 2018 e quali nuovi ammortizzatori sociali e misure di sostegno alle imprese si intendano mettere a disposizione dei territori colpiti dagli ultimi eventi, tenuto conto che la città metropolitana di Catania ha già subito gravi danni a causa delle ceneri laviche degli incessanti parossismi dell’Etna nell’anno in corso;

quale sia lo stato dell’arte riguardante il Piano nazionale di contrasto al dissesto idrogeologico e quale il realistico cronoprogramma per uscire dalla fase di gestione emergenziale e avviare una seria politica di prevenzione, cominciando dalla realizzazione di opere come il Canale di Gronda di Catania, che dopo 36 anni non è ancora stato completato.

(2-01366) «Suriano, Ehm, Sodano, Raduzzi, Menga, Paxia, Sarli, Schullian».