Sicurezza alimentare, studio Bruegel: Ue a rischio shock umanitario a causa scarsità fertilizzanti. Allentare vincoli terreni incolti

La guerra della Russia contro l’Ucraina ha messo in grave crisi il sistema di sicurezza alimentare che ha protetto e garantito i paesi europei dagli shock internazionali per molti anni. Se l’UE ha fino a oggi evitato conseguenze negative dal punto di vista dell’approvvigionamento, potrebbe subire effetti potenzialmente gravi dal punto di vista umanitario. A dirlo è uno studio appena pubblicato da Bruegel, un tink tank europeo specializzato in economia che si occupa proprio della crisi alimentare, delle sue sfide a breve termine e dei problemi sistemici del settore.

La sicurezza alimentare è strettamente connessa al rapporto tra produzione e politiche energetiche. L’attuale innalzamento dei prezzi del cibo potrebbe rivelarsi persistente e potrebbe scaturire crisi umanitarie che si riverserebbero anche verso l’Europa. I dati più recenti rilevano come il 10% della popolazione mondiale stia affrontando la fame, in netto aumento rispetto al 2019. Tutto questo nasce da un deficit dei mercati globali di cereali, che dovranno fare a meno di 41 milioni di tonnellate delle esportazioni ucraine, mentre i prezzi rimarranno sopra quota 250 euro/tonnellata almeno fino ai prossimi 2 anni.

Questo aumento dei prezzi è causato anche dai prezzi dei fertilizzanti, ai massimi storici soprattutto per quanto riguarda quelli a base di ammoniaca. Prezzi più alti dei fertilizzanti limiteranno l’uso dei fertilizzanti, che ridurranno i raccolti. In definitiva, i prezzi dei fattori di produzione più elevati riducono gli incentivi che gli agricoltori hanno a produrre più cereali quando i prezzi dei cereali sono elevati. Ciò smorzerà la risposta dell’offerta che di solito deriverebbe da alti prezzi alla produzione, alimentando così l’anticipazione di prezzi elevati duraturi.

Tra i paesi in situazioni preoccupanti, quelli che hanno bisogno di diversificare si trovano per lo più in Medio Oriente e Nord Africa, mentre quelli più esposti a squilibri commerciali acuti sono nell’Africa sub-sahariana. Dei 40 paesi africani con dati disponibili, 29 dipendono completamente dalle importazioni per il loro fabbisogno interno di fertilizzanti. Per le Americhe, 16 paesi su 27 fanno affidamento sulle importazioni per almeno il 90% del loro uso domestico di fertilizzanti.

Secondo questo studio “la riduzione delle esportazioni alimentari e l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione agricoli (carburante, fertilizzanti) stanno aumentando notevolmente l’insicurezza alimentare in una serie di paesi vulnerabili nelle vicinanze dell’Europa. Se questo rischio si materializza, le conseguenze umanitarie potrebbero essere drastiche, traducendosi eventualmente in instabilità politica o addirittura in conflitti. Ciò ostacolerebbe le prospettive di sviluppo futuro nei paesi colpiti e potrebbe anche aumentare la pressione migratoria”.

Secondo Bruegel l’Europa possiede le leve per ridurre l’insicurezza alimentare sfruttando quattro strategie: aumentando la produzione agricola, spostando la produzione verso il cibo, riducendo il consumo interno e migliorando l’allocazione alimentare globale, ma tutto questo implica dei compromessi.

L’aumento della produzione agricola interna è possibile allentando i vincoli sulla gestione dei terreni incolti, nonostante l’ultima riforma della PAC preveda un 4% di terreni a riposo dal 2023 per poter ricevere i pagamenti diretti. Tutto questo però può essere perseguito mantenendo inalterati gli obiettivi di biodiversità che l’UE si è data, inoltre va sottolineato come, anche utilizzando tutti i terreni attualmente incolti (circa il 6%), la produzione non aumenterebbe di molto.

Proprio per questo dovrebbe essere sostenuto l’uso dei fertilizzanti, che ha consentito all’agricoltura europea di diventare tra le più produttive al mondo. Oggi la maggior parte dei fertilizzanti a base di azoto nell’UE proviene dalla Russia, ma lungo termine potrebbero essere possibili forniture alternative di cloruro di potassio dal Canada.

In particolare lo studio sottolinea che “l’attuale stress sui mercati dei fertilizzanti continuerà a influenzare la sicurezza alimentare e l’inflazione per i prossimi tre-cinque anni. Una riduzione dell’1% dell’uso di fertilizzanti in tutto il mondo porterebbe a una carenza dello 0,4% di calorie, mentre il 5% in meno di fertilizzanti potrebbe portare a una carenza del 2%”.

Pertanto, garantire l’equità nell’accesso ai fertilizzanti è una potente leva per alleviare i rischi di insicurezza alimentare a breve termine.

Una ulteriore soluzione è quella di scoraggiare la produzione agricola non alimentare, così da aumentare quella dedicata al cibo, quindi ridurre gli incentivi per le colture energetiche. I biocarburanti sono costituiti da bioetanolo o biogas. Secondo Transport and Environment, l’attuale consumo di biocarburanti nell’UE è compreso tra 5 milioni di ettari (se si tiene conto dei coprodotti) e 9 milioni di ettari (se non si tiene conto dei coprodotti) di terreni coltivati, all’interno e all’esterno dell’UE, un valore che corrisponde fino all’8 per cento delle terre coltivate totali molto produttive dell’UE, venendo così confermata la competizione tra energia e cibo per la terra.

Secondo questo studio sarebbe opportuno incoraggiare un minore consumo di carne in Europa: La produzione di bestiame utilizza il 71% della produzione di terreni agricoli dell’UE, includendo prati, pascoli e terreni per colture foraggere. la riduzione della produzione di carne nell’UE potrebbe portare a una diminuzione dell’uso globale del suolo. Tuttavia, se il consumo dell’UE dovesse rimanere costante, la produzione si sposterebbe dall’UE ad altre parti del mondo, dove sarebbero necessari più terreno e mangimi per produrre la stessa quantità di carne.

Sostituire la produzione di carne dell’UE con le importazioni di carne potrebbe minare la sicurezza alimentare globale, poiché in altre parti del mondo sarà necessaria più terra per produrre la stessa quantità di carne, riducendo le opportunità di produzione alimentare locale. Nel complesso, le misure che potrebbero frenare la produzione di carne dell’UE (ad esempio il miglioramento degli standard ambientali) devono andare di pari passo con la riduzione del consumo di carne. In caso contrario, il rischio è che potrebbero causare esternalità negative fuori misura a livello globale, rispetto ai potenziali benefici all’interno dell’UE.

Sempre riguardo alla carne lo studio prosegue sottolineando che i ruminanti come i bovini possono utilizzare pascoli e sottoprodotti agricoli che gli esseri umani non possono mangiare e il bestiame produce letame che può sostituire i fertilizzanti chimici nella produzione agricola. Pertanto, i sistemi di allevamento trasformati hanno un ruolo chiave da svolgere nella futura produzione agricola circolare sostenibile.

Lo studio conclude tirando le somme dell’attuale crisi della sicurezza alimentare globale. Cosa può fare l’Europa? Le politiche non dovrebbero cablare le scelte di produzione per lunghi periodi, ma dovrebbero piuttosto proteggere la flessibilità nella produzione e nel consumo, ma soprattutto viene giudicata negativamente l’eliminazione completa dei terreni incolti e la sovvenzione massiccia dell’uso di fertilizzanti, ritenute controproducenti. 

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Efsa, a guidare scelte consumatori al primo posto il costo, poi il gusto e l’origine. Agli ultimi posti Clima e Ambiente. Ecco la ricerca

EFSA, l’Agenzia per la sicurezza alimentare, redige un rapporto per stabilire quali sono le scelte dei consumatori davanti allo scaffale della spesa.

L’Eurobarometro speciale che esamina le percezioni e gli atteggiamenti degli europei nei confronti della sicurezza alimentare parla chiaro: al primo posto nel guidare le scelte di chi fa la spesa è il costo (54%) del prodotto, seguito dal gusto (51%) e dall’origine e sicurezza (46%). Poi il contenuto dei nutrienti. Agli ultimi posti e marginali il rispetto per l’ambiente e il clima.

L’indagine speciale Eurobarometro 2022 sulla sicurezza alimentare è stata condotta dalla rete Kantar nei 27 Stati membri dell’UE tra il 21 marzo e il 20 aprile 2022. Un totale di 26.509 intervistati provenienti da diversi gruppi sociali e demografici sono stati intervistati faccia a faccia a casa nella loro lingua madre. Nei paesi in cui non è stato possibile utilizzare solo interviste faccia a faccia a causa dell’impatto della COVID-19, le interviste online sono state utilizzate anche per integrare quelle faccia a faccia.

Di seguito AGRICOLAE pubblica il documento Efsa in Pdf: 

EB97.2-food-safety-in-the-EU_report

Qui i dati relativi all’Italia: 

eb972_factsheet_it_it

 

Di seguito i principali risultati della ricerca.

La sicurezza alimentare è tra i fattori più importanti che influiscono sulle decisioni di acquisto di cibo degli europei

▪ Il costo (54%) è selezionato più frequentemente dagli intervistati quando si tratta dei fattori più importanti al momento dell’acquisto cibo. Il gusto (51%) è al secondo posto, seguito dalla sicurezza alimentare e da dove proviene il cibo (entrambi il 46%);
▪ Seguono il contenuto di nutrienti (41%), mentre il impatto su ambiente e clima (16%) ed etica e le credenze (15%) sono le più basse per importanza;
▪ La percentuale di intervistati che menziona il costo come uno dei i fattori principali per l’acquisto di cibo sono aumentati in 21 UE Stati membri dal 2019 e di almeno il dieci percento punti a Malta (+17 punti percentuali), Cipro (+15 punti percentuali), Germania e Grecia (entrambi +10 pp). L’unica diminuzione notevole può essere osservato in Austria (-5 pp);
▪ In 23 paesi, è meno probabile che gli intervistati menzionino la sicurezza del cibo rispetto al 2019. Malta (-30 percento punti) si distingue per il calo maggiore di questa proporzione, seguito da Lussemburgo (-14 pp), Belgio, Germania e Portogallo (tutti -11 pp);
▪ Sette intervistati su dieci in tutta l’UE (70%) sono ‘personalmente interessati’ al tema della sicurezza alimentare.

La consapevolezza sui temi della sicurezza alimentare è alta

▪ Circa uno su cinque (21%) ha un livello molto alto di sensibilizzazione sui temi della sicurezza alimentare elencati nell’indagine (es. hanno sentito parlare di almeno 13 dei 15 argomenti elencati in l’indagine) e un ulteriore 17% ha un livello elevato di consapevolezza (cioè hanno sentito parlare da 10 a 12 argomenti);
▪ È molto probabile che gli intervistati abbiano sentito parlare di additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati negli alimenti o bevande (70%), residui di pesticidi negli alimenti (65%), antibiotici, residui di ormoni o steroidi nella carne (63%) o malattie trovato negli animali (60%);
▪ Tra i 15 argomenti elencati, muffe velenose negli alimenti e colture foraggere (38%), uso delle nuove biotecnologie negli alimenti produzione, ad es. modifica del genoma (29%) o nanotecnologia applicato alla produzione alimentare (25%) è il più basso in termini di argomenti di cui gli intervistati hanno sentito parlare.

Residui di pesticida; residui di antibiotici, ormoni o steroidi; e gli additivi sono in cima alla lista delle preoccupazioni relative alla sicurezza alimentare

▪ Quando viene chiesto di pensare a problemi o rischi associati con il cibo e il mangiare (domanda non sollecitata sulle preoccupazioni), le preoccupazioni relative all’impatto sulla salute (20%) erano più frequenti menzionato spontaneamente dagli europei. Questo è stato seguito da preoccupazioni relative ai contaminanti (17%), qualità e shelf-life (15%), additivi (12%) e origine (10%). La cima la preoccupazione tra questi cinque variava tra i paesi dell’UE, però;
▪ Agli intervistati è stato inoltre presentato l’elenco della sicurezza alimentare argomenti di cui erano a conoscenza e hanno chiesto di selezionare quelli che li riguardava di più (domanda sollecitata su preoccupazioni). Residui di pesticidi negli alimenti (40%) e antibiotici, i residui di ormoni o steroidi nella carne (39%) sono in cima alla lista preoccupazioni relative alla sicurezza alimentare tra gli europei;
▪ Al contrario, un minor numero di europei si occupava di piante malattie (11%), uso delle nuove biotecnologie negli alimenti produzione (8%) e nanotecnologie applicate agli alimenti produzione (5%), che si classificano ai livelli più bassi in termini di preoccupazione tra i 15 possibili temi;
▪ Rispetto al 2019 ci sono stati alcuni cambiamenti nei livelli di preoccupazioni per alcuni dei temi di sicurezza alimentare testati nel indagine. Questo è particolarmente vero per le microplastiche trovate negli alimenti (+8 punti percentuali), dove la quota esprimere preoccupazione è aumentato in 25 delle 27 UE Stati membri. Al contrario, le preoccupazioni per l’ambiente gli inquinanti nel pesce, nella carne o nei prodotti lattiero-caseari sono stati i più grandi diminuzione in tutta l’UE (-9 pp).

La maggior parte degli europei è ugualmente preoccupata di avere una dieta salutare e dei rischi alimentari

▪ Più di quattro su dieci (46%) affermano di avere più o meno la stessa preoccupazione sia per una dieta sana che per i rischi alimentari. Circa tre su dieci (31%) sono più preoccupati seguire una dieta sana, mentre circa due su dieci (21%) lo sono più preoccupato per i rischi alimentari;
▪ In 22 paesi, la maggior parte degli intervistati afferma di sì hanno circa la stessa preoccupazione per entrambi avere una dieta sana e rischi alimentari;

▪ La percentuale di intervistati che dichiara di essere maggiore preoccupato per una dieta sana che per il cibo rischi è maggiore tra gli intervistati con un livello più alto di consapevolezza dei rischi alimentari (ovvero coloro che hanno sentito parlare almeno 13 delle 15 tematiche elencate nell’indagine) (34%) rispetto a tra coloro che hanno un livello di consapevolezza molto basso dei rischi alimentari (es. coloro che hanno sentito parlare di un massimo di due argomenti) (27%);
▪ Circa sei su dieci (61%) affermano di mangiare più frutta e verdure come uno dei comportamenti più importanti adottare per avere una dieta sana, seguita da mangiare meno grassi (45%) e mangiare/bere meno zuccheri (42%); In 21 Stati membri dell’UE, è più probabile che gli intervistati menzionino il consumo di più frutta e verdura come importante cosa da fare per avere una dieta sana. Questo è anche il prima risposta congiunta in Estonia e Finlandia (a fianco mangiare/bere meno zucchero). In Svezia e Paesi Bassi, mangiare/bere meno zucchero è il più citato. Gli intervistati in Portogallo sono più propensi a pensare che  mangiare meno sale è importante, pur mangiando prodotti locali il cibo è la risposta migliore in Slovenia;
▪ La maggior parte degli intervistati pensa che sia ambientale problematiche (65%) e problematiche vegetali e problematiche e benessere degli animali (entrambi il 55%) hanno un forte impatto sulla salute umana (percezioni di One Health).

La televisione è la fonte più comune di informazioni sui rischi sul cibo; medici, scienziati che lavorano presso istituzioni pubbliche e le organizzazioni dei consumatori sono gli attori più affidabili

▪ Circa sei su dieci (61%) indicano la televisione, su un televisore o via Internet, come una delle loro principali fonti di informazione sui rischi alimentari, seguiti da scambi con la famiglia, amici, vicini o colleghi (44%) e internet motori di ricerca (37%);
▪ La televisione è la fonte di informazioni più selezionata rischi alimentari all’interno della fascia di età più anziana (72%) ed è anche tra le prime fonti all’interno della fascia di età più giovane (43%). Social media e blog online, simili ad altri online fonti quali i motori di ricerca internet e istituzionali siti web, è anche tra le fonti più selezionate all’interno la fascia di età più giovane (43%, contro il 10% della loro controparti più antiche);

▪ Più di otto intervistati su dieci si fidano in generale di professionisti e medici specialisti (89%), scienziati a lavoro in un’università o ricerca finanziata con fondi pubblici (82%) e organizzazioni dei consumatori (82%) come fonti di informazione sui rischi alimentari;
▪ Per quanto riguarda gli scienziati, il livello di fiducia per gli scienziati lavorando in una ricerca industriale o finanziata da privati il dato è inferiore (63%);
▪ I livelli di fiducia sono elevati anche per le istituzioni europee e nazionali autorità, con due terzi che indicano che si fidano di questi attori (entrambi 66%). Rispetto al 2019, entrambi hanno visto un aumento (+8 e +6 punti percentuali, rispettivamente);
▪ In 21 paesi, la quota di intervistati che si fidano dell’UE istituzioni come fonte di informazioni sui rischi alimentari ha in crescita rispetto al 2019, con gli incrementi maggiori osservati in Cechia (+24 punti percentuali), Malta (+17 pp) e Croazia e Polonia (entrambe +14 pp). L’unico notevole il calo si riscontra a Cipro (-4 pp), mentre questa proporzione rimane invariato in Bulgaria ed Estonia;
▪ In 21 Stati membri dell’UE, almeno sei su dieci hanno fiducia nazionali autorità come fonte di informazioni sui rischi legati agli alimenti. Interpellati in Svezia (92%) e Danimarca e Finlandia (entrambi l’89%) sono i più propensi a dare questa risposta. All’altra estremità della scala, indicando le proporzioni più basse questo può essere osservato in Croazia e Slovenia (entrambi 47%) e Polonia (54%);

Ci sono tre ragioni principali con cui le persone non interagiscono la sicurezza alimentare

▪ Circa quattro su dieci (41%) affermano di dare per scontato che il cibo venduto è sicuro come motivo per non prestare attenzione alle informazioni sulla sicurezza alimentare. Questi sono seguiti da tre su dieci (30%) che dichiarano di sapere abbastanza per evitare o mitigare i rischi alimentari e più di un quarto (27%) che menzionano che spesso trovano le informazioni sulla sicurezza alimentare molto tecniche e complesse;
▪ Sulle ragioni per cui non si presta attenzione alle informazioni sulla sicurezza alimentare, la proporzione di rispondenti che indicano come motivo il fatto che loro sappiano abbastanza per evitare o mitigare i rischi alimentari è maggiore tra coloro che hanno un livello più elevato di consapevolezza dei rischi alimentari (cioè aver sentito parlare di almeno 13 dei 15 argomenti elencati in l’indagine) (41%) rispetto a chi ha un punteggio molto basso livello di consapevolezza (ovvero aver sentito parlare di un massimo di due argomenti) (20%).

La consapevolezza dei diversi aspetti del sistema di sicurezza alimentare dell’UE è alto

▪ Almeno sette su dieci concordano sul fatto che ci siano dei regolamenti in atto in grado di assicurare che il cibo che mangiano sia sicuro (73%) e che, a decidere quanto potrebbe essere rischioso qualche cibo, l’UE si affida agli scienziati per avere consulenze esperte (70%);
▪ Inoltre, più di sei intervistati su dieci concordano sul fatto che l’UE e le autorità del loro paese responsabili per la sicurezza alimentare lavorano insieme (65%) e che l’UE ha una separato istituto che fornisce consulenza scientifica sulla sicurezza del cibo (61%).

È probabile che gli europei cambino la loro preparazione del cibo o comportamento di consumo in risposta a un incidente di intossicazione alimentare

▪ Quasi otto europei su dieci (78%) dichiarano di essere in grado di modificare la preparazione o il consumo degli alimenti se viene segnalato un incidente di intossicazione alimentare e le autorità consigliano di adottare misure precauzionali;

▪ Tra coloro che non cambieranno la preparazione del loro cibo o comportamento di consumo, la maggior parte indica il fatto che già preparano il cibo in quel modo consigliato (45%) come motivo. Inoltre, un quarto (25%) degli intervistati indica che tutti i tipi di alimenti coinvolgono qualche rischio ed è impossibile controllarli ed evitarli tutti come un motivo;
▪ Questo è seguito da quasi uno su cinque che ne menziona uno le seguenti come ragioni: sarebbero in grado di dire dall’aspetto, odore o sapore se il cibo è stato contaminato (19%), cambiare il loro comportamento farebbe poca o nessuna differenza per evitare il rischio, o che sono sani quindi il rischio non porrebbe loro alcun serio problema (entrambi il 18%).




Sicurezza alimentare: Rischio crisi globale. Produrre di più e aprire i mercati, puntando su ricerca e sviluppo. INTERVENTI DI: Qu Dongyu (Fao) e Di Maio

Si è svolto quest’oggi alla Farnesina il primo Dialogo ministeriale con i paesi del mediterraneo sulla crisi alimentare. Al centro degli interventi la crisi russo-ucraina e il blocco dell’export del grano, la crisi alimentare e le soluzioni in corso per contribuire alla sicurezza alimentare globale.

Di seguito tutti gli interventi: 

Sicurezza alimentare, Di Maio: Rischio crisi globale se non si interviene subito. Da Russia ci aspettiamo segnali chiari e concreti su export grano

Sicurezza alimentare, Qu Dongyu (Fao): Occorre produrre più cibo e aprire i mercati globali. Fondamentale puntare su ricerca e sviluppo

 

Era stato scritto: 

Grano, ministro Difesa russo: porto Mariupol completamente sminato, funziona e pronto a far partire i carichi. Ucraina: russi vogliono prendersi mercato mondiale

Remilk manda le vacche in pensione, obiettivo eliminare dalla dieta alimentare il cibo di origine animale. La Danimarca apre lo stabilimento più grande al mondo per produrre latte senza mucche

Efsa, sicurezza alimentare e benessere animale al centro di #EUChooseSafeFood. INTERVENTI DI: Spagnolli (Efsa), Leonardi (Min. Salute) e Milana (ISS)

 

 

 

 

 




Sicurezza alimentare, Qu Dongyu (Fao): Occorre produrre più cibo e aprire i mercati globali. Fondamentale puntare su ricerca e sviluppo

“Non ci aspettavamo la guerra in Ucraina e che la situazione si deteriorasse così tanto ma dobbiamo superare questa crisi e risolvere i problemi insieme, attraverso la solidarietà internazionale. Come Fao stiamo facendo del nostro meglio per fornire un contributo professionale e neutrale sulla questione della sicurezza alimentare, dando soluzioni che si basino sulla scienza.”

Così il Direttore generale Fao Qu Dongyu, nel corso del primo Dialogo ministeriale con i paesi del mediterraneo sulla crisi alimentare.

“L’Italia e il mediterraneo devono essere orgogliosi della loro tradizione alimentare. Dobbiamo rivolgerci alle catene alimentari perché siano rispettose dell’ambiente, puntando al miglioramento delle infrastrutture, allo sviluppo rurale nell’area del mediterraneo. Dobbiamo capire poi come migliorare o cambiare il nostro stile di vita per ridurre l’impronta ambientale delle catene alimentari, specialmente dobbiamo essere più efficienti evitando sprechi lungo la catena.

C’è bisogno di agire per reperire cibo e per produrre meglio e di più, rendendo sempre più aperti i mercati globali alimentari. Dobbiamo perciò snellire la logistica e renderla più efficiente, in questo modo anche le derrate alimentari saranno più accessibili.

C’è molto margine per migliorare in italia e in Europa, penso allo sfruttamento del suolo o all’efficientamento delle reti idriche, o ancora al miglioramento delle filiere. Dobbiamo trovare delle soluzioni, puntando su ricerca e sviluppo. Questa crisi deve essere una chiamata per intraprendere azioni immediate e a lungo-medio termine.”

Sicurezza alimentare, Di Maio: Rischio crisi globale se non si interviene subito. Da Russia ci aspettiamo segnali chiari e concreti su export grano

Grano, ministro Difesa russo: porto Mariupol completamente sminato, funziona e pronto a far partire i carichi. Ucraina: russi vogliono prendersi mercato mondiale




Efsa, sicurezza alimentare e benessere animale al centro di #EUChooseSafeFood. INTERVENTI DI: Spagnolli (Efsa), Leonardi (Min. Salute) e Milana (ISS)

Si è svolto quest’oggi EUChooseSafeFood, la presentazione della nuova edizione della campagna di comunicazione promossa dall’EFSA, in collaborazione con il Ministero della Salute. Al centro dell’incontro focus sui temi del benessere animale, dei materiali a contatto con alimenti (il moca) e degli integratori.

Di seguito tutti gli interventi: 

Sicurezza alimentare, Efsa. Spagnolli (EFSA): nuova campagna in Italia incentrata su conservazione cibi, tutela benessere animale e integratori

Sicurezza alimentare, Efsa. Leonardi (Ministero Salute): Su benessere animale bene Classyfarm, per una informazione chiara e trasparente su allevamenti

Sicurezza alimentare, Efsa. Milana (ISS): massima attenzione europea ai contenitori per alimenti, ma serve sensibilizzazione dei consumatori

 

 

 




Sicurezza alimentare, Scordamaglia, Filiera Italia: dopo gas Ue faccia task force e cambi approccio anche su agroalimentare, peacemaker da cui dipende tenuta sociale globale

“Bene la decisione di istituire una task force tesa a superare le mancate risposte della Commissione Ue con un approccio unitario alla crisi energetica. Acquistare insieme l’energia rafforzerà l’Unione europea superando gli egoismi dei singoli Stati membri che oggi – facendosi concorrenza l’un l’altro – hanno approcciato singolarmente i Paesi terzi fornitori senza il coraggio politico di fissare un tetto massimo all’acquisto del gas. Ora il cambio di passo si estenda all’agroalimentare posticipando l’entrata in vigore di una Pac del tutto inadatta alla situazione di insicurezza alimentare globale ed di una farm to fork che se gestita irrazionalmente aggraverà seriamente il problema”.

Così ad AGRICOLAE Luigi Scordamaglia, Filiera Italia, nel commentare la volontà Ue di fare squadra tra i paesi membri per quanto riguarda l’acquisto di energia in un momento in cui la sicurezza alimentare viene messa a rischio a causa della guerra Russia-Ucraina.

“Si superino le incongruenze burocratiche della Commissione quali quelle che prevedono di coltivare 200.000 ha di terreni mantenuti improduttivi da rimettere in produzione (ma solo per un anno) o quelle che prevedono incentivi al fotovoltaico sui tetti ma limitate solo all’autoconsumo”, prosegue Scordamaglia. “Si cambi subito passo o danni irreparabili sia in termini di ondate emigratorie da Paesi lasciati senza beni essenziali alimentari, sia in termini di coesione sociale nel nostro Paese messa a rischio dagli ulteriori aumenti in arrivo sui prodotti alimentari nei prossimi mesi. Non è più tempo di compromessi formali, – conclude – le imprese agricole ed alimentari stanno chiudendo mentre al consumatore con minore potere di acquisto non rimarranno che i prodotti fori standard di sicurezza importati da Paesi terzi”.




Sicurezza alimentare e Politiche agroalimentari. Gli interventi di: Patuanelli, Gallinella, Giansanti, Prandini, Scordamaglia e Vacondio. VIDEOINTERVISTE

Sicurezza alimentare e Politiche agroalimentari, questo il tema del convegno organizzato dalla FIDAF (Federazione Italiana Dottori in Scienze Agrarie e Forestali), in collaborazione con l’UNASA (Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Agrarie), la Società Geografica Italiana e l’Onorevole Filippo Gallinella (M5S), presidente della Commissione XIII, Agricoltura della Camera dei Deputati.

Molti i temi affrontati, dalla politica agroalimentare europea ai cambiamenti climatici, dalla Farm to Fork alla Pac fino all’attuale situazione geopolitica con le sue conseguenze sui mercati mondiali.

Di seguito tutti gli interventi: 

Fidaf, Patuanelli: Se tornano egoismi Europa è finita. No a ricette prese dal passato per risolvere crisi

Fidaf, Gallinella: Garantire sicurezza alimentare, senza dimenticare tema cambiamenti climatici. VIDEOINTERVISTA

Fidaf, Giansanti: Spingere su produzione e competitività imprese. Modello agricolo Ue non va nella direzione del mercato

Fidaf, Prandini: Gestione dei dati sarà fondamentale, assurdo non ci sia un sistema europeo

Fidaf, Scordamaglia: Non si può accettare questa Farm to Fork e continuare a smantellare produzione. VIDEOINTERVISTA

Fidaf, Scordamaglia: Farm to Fork nasce senza consultazioni e valutazioni d’impatto

Fidaf, Vacondio: Industria alimentare in situazione drammatica, serve intervento coeso dei paesi UE

 

 

 

 




Confeuro: Sicurezza alimentare, Italia eccellenza mondiale. Nostro paese diventi leader nella sfida della sostenibilità

La dieta mediterranea e il cibo italiano possono fornire le risposte a molte della sfide attuali dell’agricoltura e dell’alimentazione. Per questo vanno tutelati e promossi con ancora maggior forza nel difficile periodo che stiamo vivendo – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Nella Giornata mondiale della sicurezza alimentare che si celebra oggi, l’eccellenza delle produzioni del nostro Paese emerge ancora una volta. Sono gli stessi dati diffusi dalle istituzioni europee a confermare che il cibo italiano è più sano e può vantare una migliore qualità rispetto alla concorrenza. Un primato che possiamo rivendicare non solo nel Vecchio continente, ma anche a livello mondiale.

Nel suo ultimo rapporto, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha analizzato oltre 96mila campioni di alimenti in vendita nell’Unione europea per verificare la presenza di residui di pesticidi su frutta, verdura, cereali e vino. Dall’analisi emerge che i residui chimici irregolari sono presenti soltanto nello 0,9% dei prodotti agroalimentari italiani, contro una media Ue dell’1,3% che sale addirittura al 5.6% per i prodotti extracomunitari – spiega Tiso.

Sempre in tema di fitofarmaci, la nostra agricoltura si distingue anche per un altro record: le vendite dei pesticidi in Italia sono crollate di circa un terzo (-32%) nell’ultimo decennio. Un dato che fa dell’agricoltura italiana la più verde d’Europa, davanti ad altri grandi produttori come Francia, Spagna e Germania.

Mentre l’approvazione della nuova legge sul biologico ha fatto emergere resistenze e riserve che appaiono ormai anacronistiche, il primato del nostro Paese deve essere da stimolo per proseguire senza esitazioni il cammino intrapreso. C’è ancora molto da lavorare per rendere il nostro settore primario sostenibile. Ma, forte di questi numeri, l’Italia può fare da apripista per vincere la sfida della sostenibilità.




Giornata sicurezza alimentare, Centinaio (Mipaaf): È giornata del Made in Italy

“La sicurezza alimentare è sinonimo nel mondo di Made in Italy. Grazie al nostro sistema di controlli e ad un riconosciuto know how, i prodotti del nostro paese restano al primo posto in Europa e nel mondo, non solo per la qualità del gusto, ma anche per la salubrità degli alimenti”. Così il sottosegretario Mipaaf, il sen. Gian Marco Centinaio, in occasione della III Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e che si celebra ogni anno il 7 giugno. Il tema scelto quest’anno è “Cibo sicuro ora per un domani sano”. “L’Italia riduce ogni anno l’utilizzo di pesticidi, in controtendenza con quanto accade in altri paesi europei come Spagna e Germania – ricorda Centinaio -. E garantisce quotidianamente alimenti sani e sicuri sulle tavole degli italiani, ma anche di tutti quelli che nel mondo li scelgono. L’Italia ha un sistema di controlli fra i più efficaci in Europa e nel mondo ed è da sempre in prima linea nel contrastare la criminalità agroalimentare. Ogni anno le Asl, i Nas e l’Icqrf compiono decine di migliaia di verifiche. Solo l’Ispettorato centrale repressione frodi nel corso del 2020 ha effettuato oltre 70 mila controlli. La sfida che ci attende è una maggiore sostenibilità, che passa attraverso l’innovazione e la ricerca, e dal Pnrr avremo significative opportunità. Ma anche ora più che mai una corretta informazione ai consumatori. La pandemia ci ha fatto capire ancora di più l’importanza e il valore del cibo e dell’approvvigionamento alimentare. Se è vero che siamo quello che mangiamo, mangiare italiano ci rende migliori e sani. Possiamo dire che la Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti è la Giornata del Made in Italy”.




Farm to Fork, Vallardi: ci tolgono la terra da sotto i piedi. Da scelte Ue dipende benessere mondiale e sicurezza alimentare

“Ci stanno togliendo la terra da sotto i piedi, o reagiamo subito oppure il nostro tesoro economico e sociale scomparirà. Il Farm to Fork chiaramente deprime la produzione agricola ed agroalimentare mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare. Una strategia che – se unita alle politiche ultimamente pervenute dall’Ue sull’alimentazione  – rischia di diventare molto pericolosa”.

Così ad AGRICOLAE il presidente della commissione Agricoltura del Senato Giampaolo Vallardi in merito al documento redatto dalla USDA, il Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti, da cui emerge un effetto a catena derivante dal Farm to Fork e dalle politiche in ambito agricolo messe in campo dall’Unione europea in grado di mettere a repentaglio la sicurezza alimentare del Pianeta e il benessere mondiale.

“Siamo già in trincea”, prosegue. “Il contrattacco è già partito e non cederemo di un millimetro. Il Parlamento ha già dimostrato di essere unito e compatto su queste posizioni, a partire dal mio Ddl sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea e il divieto della somministrazione di insetti o farina di insetti a qualsiasi titolo nelle mense scolastiche e pubbliche. Credo che oggi abbiamo un arma in più che si chiama Mario Draghi. Ho fiducia nelle sue conoscenze, nella sua autorevolezza, e nella capacità di mediazione che gli è propria per farsi valere nelle sedi europee dove fino ad oggi siamo stati piuttosto latitanti. Dalla scelte che fa oggi l’Europa – conclude – dipenderà domani la sicurezza alimentare di tutto il Pianeta”.

Pac e Farm to Fork, USA: effetto domino apocalittico. Il Mondo cambierà e perderà sicurezza alimentare e benessere. Ue piu povera ma prezzi aumenteranno. Il documento

 

 




Pac e Farm to Fork, USA: effetto domino apocalittico. Il Mondo cambierà e perderà sicurezza alimentare e benessere. Ue piu povera ma prezzi aumenteranno. Il documento

Il ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti fa un’analisi – già a novembre 2020 – dell’impatto della strategia europea Farm to Fork sull’Europa e a cascata sul mondo intero. E dallo studio di Jason Beckam, Maros Ivanic, Jeremy L.Jelliffe, Felix G. Baquedano e Sara G. Scott, emerge una visione futura apocalittica in cui, nel nome della sostenibilità, l’Europa si porta nel baratro tutto il mondo. Verso l’insostenibilità sociale ed economica. Il che si traduce in possibili tensioni sociali.

La produzione agricola e alimentare cala, l’export cala, il commercio cala. L’Unione europea perde Pil e a cascata si riversa su tutta la popolazione mondiale. Aumenta l’insicurezza alimentare globale (a cascata come un domino), aumentano i prezzi, i consumatori diventano più poveri e il benessere diminuisce.

In pratica si torna indietro di 80 anni.

La Commissione europea (CE) ha presentato le sue strategie Farm to Fork e Biodiversità che imporrebbero restrizioni all’agricoltura dell’Unione europea (UE) attraverso riduzioni mirate nell’uso di terra, fertilizzanti, antimicrobici e pesticidi. Le strategie Farm to Fork e Biodiversità, a cui ci riferiamo come “le strategie”, rappresentano – si legge nel documento – un cambiamento fondamentale nella politica alimentare e agricola dell’UE, con implicazioni altrettanto fondamentali per la struttura e la produttività dell’industria alimentare e agricola europea. Poiché l’UE è uno dei principali produttori agricoli e partecipa al commercio agricolo internazionale, è probabile che questo cambiamento politico influenzi i mercati internazionali dei prodotti agricoli di base e, di conseguenza, il più ampio sistema alimentare e agricolo.

La nostra analisi, che esamina tre scenari di adozione – solo UE, intermedio (adozione da parte di alcuni paesi e incluse esplicite restrizioni commerciali dell’UE contro i non adottanti) e globale – suggerisce che il piano decennale della Commissione europea di riduzioni mirate nell’uso di terra, antimicrobici, fertilizzanti e pesticidi porterebbe a una riduzione della produzione agricola dell’UE e ridurrebbe la sua competitività nei mercati interni e di esportazione. Se il piano fosse adottato al di fuori dell’UE, questi impatti si espanderebbero anche con conseguenze per il benessere mondiale e l’insicurezza alimentare.

In sintesi, abbiamo scoperto – proseguono i ricercatori – che entro il 2030:

Il declino della produzione agricola nell’UE, come mostrato nella tabella riassuntiva, varierebbe dal 7% (adozione globale) al 12% (solo UE). Gli impatti sulla produzione sarebbero minori in tutto il mondo, tranne nel caso dell’adozione globale, quando la produzione diminuirebbe dell’11 per cento.

Il declino della produzione agricola restringerebbe l’offerta alimentare dell’UE, con conseguente aumento dei prezzi che hanno un impatto sui bilanci dei consumatori. I prezzi e i costi alimentari pro capite aumenterebbero maggiormente per l’UE, in ognuno dei tre scenari. Tuttavia, gli aumenti dei prezzi e dei costi alimentari sarebbero significativi per la maggior parte delle regioni se le strategie sono adottate a livello globale. Per gli Stati Uniti, i prezzi e i costi costi alimentari rimarrebbero relativamente invariati, tranne nel caso di un’adozione globale.

I cali di produzione nell’UE e altrove porterebbero a una riduzione del commercio, anche se alcune regioni ne beneficerebbero a seconda dei cambiamenti nella domanda di importazioni. Tuttavia, se il commercio è limitato come risultato dell’imposizione delle misure proposte, gli impatti negativi sono concentrati nelle regioni con le popolazioni più popolazioni più insicure dal punto di vista alimentare.

Il declino della produzione e del commercio, insieme ai previsti aumenti dei prezzi delle materie prime alimentari, ridurrebbe significativamente il prodotto interno lordo (PIL) dell’UE.
Il declino della produzione e del commercio, insieme ai previsti aumenti dei prezzi delle materie prime alimentari, ridurrebbe significativamente il prodotto interno lordo (PIL) dell’UE, specialmente se l’adozione fosse limitata all’UE.

In questo caso, il calo del PIL dell’UE rappresenterebbe il 76% del calo del PIL mondiale. Se le strategie fossero adottate oltre l’UE, tuttavia, la quota dell’UE nel declino del PIL mondiale scenderebbe al 49% nello scenario intermedio e fino al 12% se adottate a livello globale. Gli effetti sul PIL degli Stati Uniti sarebbero inferiori a quelli dell’UE e del mondo intero in tutti gli scenari di adozione.

– L’insicurezza alimentare, misurata come il numero di persone che non hanno accesso a una dieta di almeno 2.100 calorie al giorno, aumenta significativamente nei 76 paesi a basso e medio reddito coperti dalla nostra analisi a causa dell’aumento dei prezzi delle delle materie prime alimentari e del calo del reddito, in particolare in Africa. Entro il 2030, il numero di persone con insicurezza alimentare nel caso di adozione della sola UE, aumenterebbe di altri 22 milioni rispetto a quanto previsto senza le strategie proposte dalla Commissione Europea.
Il numero salirebbe a 103 milioni nello scenario intermedio e a 185 milioni con adozione globale.

Per esaminare le prospettive di mercato e gli impatti sulla sicurezza alimentare della proposta della CE, ci siamo concentrati su diverse riduzioni di input agro-culturali selezionate specificate nelle strategie: riduzione dell’uso di pesticidi del 50 per cento, riduzione dell’uso di fertilizzanti del 20 per cento, riduzione dell’uso di antimicrobici per il bestiame del 50 per cento, e rimozione del 10 per cento dei terreni agricoli esistenti dall’uso agricolo. Per fotografare gli impatti potenziali non solo dell’adozione delle strategie da parte dell’UE, ma anche della “transizione globale verso l’agroalimentare sostenibile” verso sistemi agroalimentari sostenibili attraverso le sue politiche commerciali e gli strumenti di cooperazione internazionale”, abbiamo utilizzato i tre diversi scenari di adozione indicati sopra.
Il primo scenario presuppone che solo l’UE attui le strategie e che il commercio sia permesso normalmente – lo scenario “solo UE”.

Il secondo scenario, uno “scenario intermedio”, estende le restrizioni sugli input agricoli a quei partner commerciali dell’UE che dipendono dalle esportazioni alimentari e agricole verso l’UE. Questo scenario include simultaneamente il fatto che l’UE limiti 50 per cento delle importazioni dalle regioni che non adottano le strategie per simulare l’uso di politiche commerciali per sostenere le strategie.

Nel terzo scenario, lo “scenario globale”, lo studio considera gli impatti del caso estremo di un’adozione globale delle strategie, come previsto dal regolamento delle strategie, come suggerito dall’impegno della CE a sostenere una transizione globale.

Nella prima fase del nostro studio, abbiamo usato un modello specifico di Equilibrio Generale Computabile (CGE), il
Global Trade Analysis Project-AgroEcological Zones (GTAP-AEZ), per esaminare i potenziali impatti sul mercato e sull’economia dall’adozione delle strategie. GTAP-AEZ divide il mondo in 18 zone agroecologiche e contabilizza esplicitamente per l’uso della terra permettendo ai terreni coltivati di competere con altre applicazioni della terra. Abbiamo assunto un orizzonte di medio periodo; quindi, i risultati potrebbero essere interpretati come impatti che potrebbero verificarsi nell’arco di 8-10 anni. Per esaminare i potenziali impatti sulla sicurezza alimentare
dall’adozione delle strategie, nella seconda fase del nostro studio, abbiamo usato i cambiamenti stimati nel prodotto interno lordo prodotto interno lordo (PIL) e i prezzi degli alimenti dal modello CGE come input nel modello USDA, Economic Research Service’s International Food Security Assessment (IFSA) dell’USDA, che stima i cambiamenti nel consumo di cibo nei paesi in via di sviluppo.

Il nostro studio si è limitato a un’analisi delle riduzioni dei fattori di produzione agricoli nell’ambito delle strategie e non considera altri importanti aspetti della proposta della Commissione Ue, per esempio, l’aumento della terra nella produzione biologica o le riduzioni dei rifiuti alimentari e delle emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, mentre i nostri risultati indicano i potenziali impatti sul mercato e sulla sicurezza alimentare delle Strategie derivanti dalle riduzioni di input proposte, non forniscono alcuna informazione sui potenziali benefici e costi per l’ambiente e la salute umana. La valutazione dell’ambiente e della salute umana (benefici e costi) secondo le Strategie è soggetta al dibattito in corso. Tuttavia, la stima degli impatti di mercato delle strategie può servire come un importante strumento importante per valutare gli obiettivi politici.

I guadagni di produttività agricola durante il 20° secolo possono essere accreditati per soddisfare molti dei
bisogni di cibo e fibre della popolazione globale, e questi benefici sono maturati anche mentre la popolazione globale
è cresciuta. Questi guadagni possono essere in gran parte attribuiti agli investimenti pubblici e privati nella ricerca
e sviluppo (R&S), stimolando l’innovazione sul campo da parte degli agricoltori di tutto il mondo (Fuglie, 2018; USDA, International Agricultural Productivity Data Set). Allo stesso tempo, i moderni sistemi di produzione agricola intensiva
moderni sistemi di produzione agricola intensiva, come la lavorazione del terreno convenzionale e gli input chimici, sono associati a ricadute ambientali. Le ricadute ambientali non mitigate possono aumentare il costo dell’agricoltura
per la società. Pertanto, sono stati fatti sforzi significativi per promuovere l’intensificazione sostenibile nei moderni sistemi agricoli, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impronta ambientale mantenendo la produttività dell’azienda.
tazione agricola (Garnett et al., 2013).

Le strategie messe in campo dall’Unione europea adottano un ampio approccio alla promozione della sostenibilità in agricoltura in quattro aree di miglioramento. Queste includono:

(1) produzione alimentare sostenibile, (2) consumo alimentare sostenibile, (3) trasformazione e distribuzione
(3) trasformazione e distribuzione alimentare sostenibile e (4) prevenzione delle perdite e dei rifiuti alimentari. Le strategie si concentrano sulla gestione dell’ambiente da parte del settore agricolo dell’UE, così come sulla sicurezza alimentare e la salute umana fissando obiettivi politici per il 2030. In definitiva, la proposta delle strategie rappresenta
un cambiamento fondamentale nell’industria alimentare e agricola dell’UE e, pertanto, è stata oggetto di un ampio dibattito (Schebesta e Candel, 2020).
In linea di principio, i costi per la società derivanti dalle strategie devono essere compensati dai guadagni prospettici (ad es, ambientali e di salute umana) derivanti dall’attuazione di tale politica (Bullock e Salhofer, 2003).
Questo documento si concentra sul primo e considera gli impatti delle riduzioni specifiche elencate nelle Strategie (cioè terra, antimicrobici, pesticidi e fertilizzanti) sulla produzione agricola, i prezzi del cibo e il benessere della società sui prezzi del cibo e sul benessere della società. Nel secondo caso, la valutazione (benefici e costi) dell’ambiente e della salute umana nell’ambito delle strategie è soggetta a un notevole dibattito.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il documento del Dipartimento dell’Agricoltura Usa:

DOCUMENTO USDA SU FARM TO FORK SUMMARY

DOCUMENTO USDA SU FARM TO FORK

 

 




Sicurezza alimentare: Pazzaglini (Lega), noi vicini a produttori e consumatori

“La Lega era, è e sempre sarà a fianco di quei produttori, di quelle filiere, di quelle eccellenze che rappresentano il made in Italy e che quotidianamente fanno i conti con chi propina insetti da mangiare e vini annacquati e chi produce sotto costo, senza regole e senza salubrità. La Lega ritiene che i nostri artigiani, che con maestria svolgono un’opera fondamentale, devono trovare giusta protezione e difesa della loro professionalità e della loro qualità. Bene tutelarli da chi falsa la concorrenza con l’introduzione di sostanze alimentari che non rispettano alcuna delle più elementari condizioni di sicurezza. Le Lega c’è, sempre al fianco del nostro Paese e di chi ne difende i suoi tesori”.

Così il senatore della Lega Giuliano Pazzaglini, durante le dichiarazioni di voto sul decreto in materia di sicurezza alimentare.




Agricoltura: Lega, sicurezza alimentare è legge, maggior tutela per produttori e consumatori

“L’approvazione definitiva al Senato del decreto-legge 42/2021 sulla Sicurezza alimentare è un’ottima notizia per i produttori del settore agroalimentare e per gli stessi consumatori, che saranno maggiormente tutelati. Un provvedimento molto importante che introduce azioni sanzionatorie di carattere penale e amministrativo nei confronti di produttori e trasformatori, mettendo al centro la sicurezza degli alimenti e la tutela della salute del consumatore. Tra le sanzioni dissuasive introdotte vi è l’istituto della diffida, efficace poiché rapportata in base ai potenziali danni alla salute e al vantaggio indebito che deriva da pratiche fraudolente o ingannevoli. Come Lega siamo soddisfatti per l’approvazione di questo testo, che inquadra per legge i reati alimentari nella sfera penale”.

Lo dichiarano i senatori della Lega in commissione Agricoltura e firmatari dell’interrogazione: Giorgio Maria Bergesio, Gianpaolo Vallardi, Rosellina Sbrana, Gianfranco Rufa, Cristiano Zuliani.




Agricoltura: Lega, avanti con ddl sicurezza alimentare, tutelare consumatori

“Bene il parere favorevole della commissione Agricoltura al Senato sul disegno di legge in materia di sicurezza alimentare recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria. Un provvedimento molto importante per il settore agroalimentare, che una volta approvato introdurrà l’istituto della diffida quale sanzione dissuasiva in base ai potenziali danni alla salute. Come Lega guardiamo con favore a questo testo, che garantirà una tutela importante ai consumatori, ed attendiamo fiduciosi il vaglio del Parlamento”.

Lo dichiarano i senatori della Lega in commissione Agricoltura e firmatari dell’interrogazione: Giorgio Maria Bergesio, Gianpaolo Vallardi, Rosellina Sbrana, Gianfranco Rufa, Cristiano Zuliani




Sicurezza alimentare, Camera approva decreto “riparatore”. Palla passa ora al Senato

La Camera approva in prima lettura il decreto legge contenente le misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza Alimentare. Con 409 si’, 2 contrari e 29 gli astenuti la palla passa ora al Senato.

Il provvedimento prevede sanzioni sia per l’utilizzo di coloranti in alimenti e bevande, che per l’uso di ingredienti in cucina che non autorizzati per il quale, se scadenti o contenenti residui di pesticidi usati in agricoltura, è previsto il carcere. Ma non solo: sanzioni anche per pubblicità ingannevole.

Il decreto è nato per evitare in corner l’abrogazione dei reati previsti della legge 283 del 1962 avvenuta con l’entrata in vigore del decreto legislativo 27 del 2021 di adeguamento della normativa nazionale a un regolamento europeo del 2017.

Era già stato pubblicato:

Dal 26 marzo saranno tutelati i truffatori invece dei consumatori: stop a reati penali per chi vende cibo alterato o con additivi fuorilegge

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto su controlli alimenti

Controlli alimenti, governo pone rimedio e con decreto proposto da Draghi reintroduce norme penali

Controlli alimenti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale decreto Draghi che pone rimedio a svista. Sanzioni penali sarebbero sparite domani