Sindacati: grande affermazione della Fai-Cisl in Latteria Soresina a Cremona

Grande affermazione per la Fai-Cisl in Latteria Soresina, la cooperativa di trasformazione più importante del settore e realtà industriale i cui prodotti sono esportati in tutto il mondo: nelle elezioni delle Rsu, la Federazione agroalimentare cislina si è aggiudicata 6 dei 9 seggi disponibili, ottenendo ben 149 voti su 221 votanti.

“Esprimiamo grande soddisfazione per il risultato ottenuto dalla nostra lista, che va a rafforzare la nostra presenza in uno stabilimento storico, punto di riferimento per tutto il territorio cremonese”, commenta Paola Marazzi, Segretaria Generale della Fai-Cisl Asse del Po, che aggiunge: “Abbiamo registrato un’alta partecipazione al voto, segno del grande interesse manifestato dalle lavoratrici e dai lavoratori che attendono nei prossimi mesi anche il rinnovo del Contratto Provinciale delle Latterie della Provincia di Cremona. La costante e quotidiana presenza della Fai e il continuo confronto con i lavoratori, la capacità di saper interpretare e rappresentare le loro esigenze unite alla consapevolezza e alla puntuale conoscenza delle produzioni che interessano lo stabilimento – conclude la sindacalista – hanno premiato la nostra federazione incoraggiandoci a fare sempre di più e meglio nell’interesse di tutte le persone che rappresentiamo: agli eletti Marco Vitali, Gianmario Mori, Paolo Zanini, Marcello Armanni, Silvio Galioto, Enrico Mussi, facciamo i nostri complimenti e gli auguri di buon lavoro per continuare a crescere nel solco del lavoro svolto finora”.

Nata nel 1900 come cooperativa di trasformazione e a fronte dell’esigenza di creare un’unione salda tra agricoltori e produttori di latte, Latteria Soresina vanta oggi circa 200 soci e una vasta gamma di prodotti lattiero caseari, tra cui il celebre Grana Padano, di cui è il primo produttore al mondo.

Un commento positivo sulle elezioni Rsu giunge anche dal Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota: “L’alta partecipazione alle elezioni in azienda e la fiducia ottenuta dalla nostra federazione – afferma il leader del sindacato – sono un ottimo segnale di incoraggiamento a rafforzare la nostra identità di organizzazione libera, autonoma, riformista, responsabile, che mira a implementare il protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici per rafforzare tutele, solidarietà, qualità del lavoro: davvero complimenti a tutta la squadra e auguri di buon lavoro agli eletti”.

 




Lavoro in agricoltura, i Ministri Lollobrigida e Calderone incontrano i sindacati

I ministri dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, hanno incontrato questo pomeriggio nella Sala degli Arazzi di Palazzo Chigi, le rappresentanze sindacali del comparto agroalimentare per un confronto sulle criticità attuali e le prospettive future. Molteplici i temi affrontati: dalla contrattualistica alle attività ispettive, dagli insediamenti abusivi alla lotta al lavoro sommerso e al caporalato fino alla gestione dei flussi e alla formazione del personale, anche in materia di sicurezza sul lavoro.
“Questa riunione dà il senso della collaborazione tra ministeri e conferma la sinergia con la quale il Governo Meloni lavora. Ringrazio la collega Calderone per la puntualità e l’attenzione con la quale affronta le tematiche relative al settore agricolo”, dichiara il ministro Lollobrigida. “Abbiamo lavorato da subito, anche insieme al ministro Piantedosi, per risolvere la piaga del caporalato intervenendo sulla condizionalità sociale. Il contrasto al caporalato è una sfida collettiva che richiede l’impegno di tutti: istituzioni, cittadini, aziende agricole e organizzazioni sociali. Solo attraverso un’azione sinergica e costante sarà possibile estirpare questa piaga e costruire un sistema agricolo più giusto e sicuro. Abbiamo reso giustizia al mondo della pesca, che veniva considerato di serie B, modificando la legge 102 e parificando i diritti dei pescatori a quelli degli agricoltori. Particolarmente rilevante è stato l’intervento sulla programmazione dei flussi. Una programmazione triennale che va incontro alle esigenze delle imprese e punta sulla formazione dei lavoratori. Così come è importante l’azione per rinnovare i macchinari, e rendere più sicuro il lavoro in agricoltura, attraverso il bando ISI-INAIL”, aggiunge il ministro Lollobrigida.
“L’incontro di oggi ha rappresentato un’opportunità di ascolto per risolvere le criticità – afferma il ministro Calderone –. Il comparto dell’agricoltura è per noi strategico anche per le prospettive di crescita strutturale di cui può essere espressione grazie, per esempio, all’ottimizzazione degli strumenti contrattuali, la valorizzazione della formazione professionale, la creazione di un sistema informativo dedicato”.
Alla riunione hanno preso parte le rappresentanze di CISL, UILA, CGIL, UGL E CONFSAL.




Ccnl cooperative alimentari, ecco il documento messo a punto dai sindacati: 230 euro in più di base per un totale di oltre 300 euro. Settore in crescita grazie ai lavoratori

Non solo aumenti salariali nella proposta messa a punto dai sindacati Uila-Flai e Fai per il rinnovo del contratto collettivo del lavoro delle cooperative di trasformazione alimentare 2023-2027. Anche: relazioni sindacali e industriali; riforma del sistema di inquadramento; orario e organizzazione del lavoro; appaltì, comunità di sito e processi di reintarnalizzazione; mercato del lavoro e dell’occupazione; formazione professionale; generazioni al lavoro; violenza di genere e mobbing; conciliazione dei tempi di vita e lavoro; salute e sicurezza sul lavoro; welfare nazionale; e il protocollo aggiuntivo VV.PP considerati i nuovi modelli organizzativi e l’adozione di sempre più moderni strumenti informatici.

Nel contesto economico-sociale nazionale ed europeo la dinamica del salario deve contribuire all’espansione della domanda interna e a consentire la piena difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni a fronte delle dinamiche inflattive.

Grazie anche al contributo delle lavoratrici e dei lavoratori, il settore della cooperazione di trasformazione alimentare ha performato mediamente meglio degli altri comparti manifatturieri reagendo in modo efficace e resiliente alle complessità nazionali e internazionali che hanno caratterizzato il periodo di vigenza del CCNL.

Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, nel ribadire il sistema salariale di cui all’art. 45 del CCNL della cooperazione di trasformazione alimentare chiedono un incremento, a parametro 137, pari a: 230 euro a valere sui minimi tabellari mensili (Art. 45 lett. A); A cui si devono aggiungere 70 di incremento aggiuntivo e circa 12 di welfare.

I sindacati, nella relazione che AGRICOLAE è in grado di anticipare qui di seguito, ricordano come “il settore alimentare italiano, anche grazie al contributo delle lavoratrici e dei lavoratori, ha reagito in modo efficace agli effetti della pandemia, dimostrandosi ancora una volta solido e votato alla crescita.

Nel 2022 la produzione è stata superiore di oltre 8 punti percentuali a quella media dell’intera manifattura, superando di ben 10 punti percentuali il dato del 2017. Allo stesso tempo, la produzione è cresciuta dell’1,3% rispetto al 2021, anno nel quale si era già registrato un aumento di ben 6 punti percentuali sul 2020. Una tendenza positiva confermata anche a gennaio 2023, con l’indice di produzione del settore che ha fatto registrare un balzo del 6% rispetto allo stesso mese del 2022.

Per quanto riguarda l’export agroalimentare, che nell’ultimo quinquennio è cresciuto del 43%, il 2022 è stato un anno straordinario. È stata, infatti, raggiunta la cifra record di 60,7 miliardi di euro pari al 10% delle esportazioni complessive del Paese, dato che potrebbe essere superato nel 2023″.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il PDF dell’ipotesi di contratto con le cooperative di trasformazione alimentare:

IPOTESI CONTRATTO COOPERATIVE ALIMENTARI

 




Panificazione, Sindacati: Nuova polizza per il Fondo Sanitario del settore

È stata rinnovata la polizza assicurativa del Fondo Assistenza Sanitaria Panificatori (Fonsap), che coinvolge i circa 80 mila lavoratori del settore panificazione e affini. A darne notizia sono i sindacati di categoria, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, che esprimono soddisfazione per aver concordato con Unisalute un accordo che amplia i diritti e le tutele dei lavoratori e delle loro famiglie.

Tra le novità principali, l’aumento del massimale per i casi di ricovero da 20mila a 30mila euro, il rimborso integrale delle spese per lenti correttive o a contatto nel limite di 100 euro per nucleo famigliare, il rimborso delle spese di implantologia con massimali aumentati da 350 a 450 euro per un impianto, da 700 a 800 per due impianti, da 1100 a 1200 per tre o più impianti. Anche rispetto ai casi di Covid19, è stata prorogata l’indennità fino al 30 giugno, ed è previsto un plafond di 100mila euro per i sinistri per tutta la durata contrattuale.

“La pandemia – affermano i sindacati – ha messo a dura prova il sistema sanitario e il mondo del lavoro su più fronti, per questo è ancora più importante che tramite la bilateralità, la previdenza complementare e i fondi integrativi, frutto della contrattazione, si possano riconoscere ai lavoratori e alle loro famiglie prestazioni e cure. La buona contrattazione, infatti, aiuta il Paese anche da questo punto di vista, sostenendo i settori chiave con la valorizzazione della qualità del lavoro e delle relazioni industriali”.

 




Agricoltura, sindacati: mobilitazione prosegue, sciopero il 30 aprile, ci aspettiamo fatti concreti

“La mobilitazione svolta ieri, con presìdi davanti alle Prefetture di tutta Italia, ha riscontrato grande condivisione e partecipazione nel pieno rispetto delle limitazioni imposte a causa delle misure anti-Covid. Ringraziamo i partecipanti e tutti coloro che stanno esprimendo solidarietà alle nostre iniziative, rendendoci ancora più convinti di stare dalla parte della ragione, che è la parte delle tante lavoratrici e dei tanti lavoratori che chiedono dignità e maggiore equità. Governo e Parlamento non possono più minimizzare l’esasperazione di un milione di operai agricoli che, dopo aver perso milioni di giornate di lavoro, si sono visti esclusi da qualsiasi tipo di ristoro e integrazione al reddito”.

Lo affermano i segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza, commentando la giornata di mobilitazione svolta ieri in tutta Italia a seguito della prima manifestazione di Roma del 31 marzo.

“Ringraziamo il Ministro Patuanelli per aver risposto alla mobilitazione garantendo sia disponibilità al dialogo che l’impegno, anche da parte del Ministro del Lavoro Orlando, per un tavolo di discussione sugli ammortizzatori sociali – aggiungono i sindacalisti – ma deve essere chiaro che adesso ci aspettiamo fatti concreti sulle priorità che da tempo continuiamo a segnalare”.

“La mobilitazione dunque prosegue”, concludono i sindacati: “Le lavoratrici e i lavoratori agricoli sciopereranno in tutta Italia venerdì 30 aprile per protestare contro le iniquità contenute nel Decreto Sostegni, ma anche contro i mancati rinnovi dei contratti provinciali, la mancanza della Naspi per i dipendenti delle cooperative e dei loro consorzi, l’assenza di una cassa integrazione stabile per i lavoratori della pesca, di una clausola di condizionalità sociale nella Politica agricola comune (PAC), di tutele per i lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali. E al loro fianco, ci saranno anche gli operai idraulico forestali, privati del contratto nazionale dal 2012 e dunque in agitazione già da mercoledì 14 aprile con presìdi sotto la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome”.




Governo, voto Rousseau lascia spazio a consultazioni sindacati e Confindustria, convocati domani. Mal di pancia per discasteri in base a gruppi parlamentari

Il voto sulla piattaforma Rousseau ha riallungato i tempi e il premier incaricato Mario Draghi ha dovuto togliere momentaneamente il piede sull’acceleratore per la formazione del nuovo governo. Ma non si perde tempo e sono stati convocati i sindacati e Confindustria per domani.

Nel frattempo si registrano – da quanto apprende AGRICOLAE – alcuni mal di pancia perché Draghi avrebbe intenzione – nel caso di un governo politico – di assegnare dicasteri in base ai gruppi parlamentari. Cosa che potrebbe far preferire ad alcuni partiti, Pd in primis, la formazione di un governo tecnico. Mentre sarebbero agevolati il Movimento Cinque stelle e la Lega.




ECCO DPCM FIRMATO. BRACCIO DI FERRO TRA BELLANOVA E PREMIER MA MACCHINE AGRICOLE ESCLUSE. EXPORT VALE 7,5 MLD (ANCHE IN GERMANIA) E MANCANO PEZZI RICAMBIO. IMPRESE PRONTE A BYPASSARE P.CHIGI

Un lungo braccio di ferro durato tutto il giorno tra il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova – la cui posizione era condivisa dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli – e il premier Giuseppe Conte, il Pd e i sindacati. Oggetto del contendere il codice ATECO 28.30, relativo alle macchine agricole.

 

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti il codice era stato inserito nella bozza di questa mattina ma poi stralciato – sembra su richiesta, accolta – dei sindacati.

 

Quello delle macchine agricole rappresenta un tassello importante per la produzione agroalimentare italiana, soprattutto nella stagione primaverile e il conseguente aumento del lavoro nei campi. E al problema di ordine economico si somma quello di approvvigionamento dei beni di prima necessità dato che i pezzi di ricambio scarseggiano e in alcuni casi le imprese agricole non possono mandare avanti la produzione.

L’Italia infatti, è il terzo produttore mondiale di macchine agricole (la New Holland è l’unica Fiat che è rimasta in Italia) ed esportiamo proprio in quei paesi a cui stiamo chiedendo ora una mano: la Francia e la Germania.

“Siamo il terzo produttore mondiale di macchine agricole ed esportiamo un valore di 7,5 miliardi di euro per una produzione complessiva di 11 miliardi”, spiega ad AGRICOLAE Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma. “I paesi in cui esportiamo di più sono Francia, Germania, Stati Uniti, Russia e Spagna”, aggiunge.

“Si tratta di un danno norme innanzitutto per l’agricoltura italiana perché non si danno agli agricoltori le macchine di cui hanno bisogno in una stagione importante come la Primavera – precisa – ma anche perché a mancare sono anche i pezzi di ricambio”. Inoltre, prosegue ancora, “Si danneggia tutto il Paese dato che l’Italia è il principale produttore di componenti di tutta l’Europa”. Il settore occupa circa 16mila unità tra diretto e indotto. “Rimango basito sul fatto che il settore sia stato escluso dalla scelta del codice ATECO dato che siamo una parte fondamentale della filiera agroalimentare. Una scelta irrazionale”, conclude.

“Un grande problema” anche per il presidente di Unacma, Roberto Rinaldin. “Stiamo esaurendo i pezzi di ricambio e abbiamo le macchine nuove da consegnare. Sappiamo che molte aziende hanno comunque intenzione di aprire martedì con una richiesta al prefetto bypassando Palazzo Chigi”, spiega ad AGRICOLAE. “Se posso dare il mio giudizio è corretto farlo perché siamo in piane campagna primaverile e gli agricoltori hanno bisogno di pezzi di ricambio per poter lavorare e garantire i prodotti sugli scaffali. E abbiamo anche bisogno di consegnare le macchine nuove già ordinate”, conclude.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il DPCM firmato in PDF:

DPCM 10 APRILE FIRMATO




NASCE ‘PREVIDENZA COOPERATIVA’, ACCORDO STORICO TRA COOPERATIVE E SINDACATI. TUTTI I NUMERI

Nasce Previdenza Cooperativa, il fondo unico di previdenza complementare per i lavoratori delle cooperative italiane. È stato approvato oggi, a Bologna, il progetto di fusione tra Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop, che darà vita ad uno dei fondi pensione negoziali più grandi e patrimonializzati del Paese. Il quinto per iscritti (112.000) e l’ottavo per patrimonio (1,9 miliardi di euro di attivo), ancora più solido, efficiente e vantaggioso per i suoi aderenti.

Previdenza Cooperativa sarà aperto a tutti i settori ed imprese cooperative e farà riferimento a tutti i contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Confcooperative, Legacoop e Agci con Cgil, Cisl e Uil. La fusione è stata annunciata, al termine delle tre assemblee dei delegati che oggi, a FICO Eataly World, hanno approvato il Progetto, lo Statuto e il Regolamento elettorale del nuovo fondo.

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La fusione crea valore in termini di efficienza, per assicurare ai lavoratori aderenti prestazioni ancora più sicure e vantaggiose e ampliare ulteriormente il bacino degli iscritti. L’obiettivo è quello di rilanciare il ruolo della previdenza complementare come secondo pilastro pensionistico. Infatti, le economie di scala che i tre Fondi otterranno dalla fusione in Previdenza Cooperativa comporteranno, si stima, una diminuzione tra il 5% e il 10% delle principali voci di spesa di gestione, grazie alla razionalizzazione dei servizi e alla rinegoziazione con i fornitori e i gestori finanziari.  Renderà inoltre possibile allocare meglio le risorse, consolidare gli assetti organizzativi e strategici e rispondere all’ampia domanda potenziale di previdenza integrativa ancora non soddisfatta nel mondo cooperativo.

L’unificazione attua l’Accordo Interconfederale del 21 febbraio 2017, e verrà ora comunicata alla Covip.  Alla data di efficacia, tra circa tre mesi, gli iscritti a Cooperlavoro, Previcooper, e Filcoop diverranno automaticamente iscritti di Previdenza Cooperativa, mantenendo senza alcun onere, tra le altre, le anzianità di iscrizione maturate nei Fondi di origine, i requisiti di partecipazione, le posizioni individuali accumulate e il medesimo comparto di investimento. Il nuovo Consiglio di amministrazione transitorio porterà a fine anno all’elezione dei nuovi organi statutari di Previdenza Cooperativa.

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Maurizio Gardini, presidente Confcooperative e Alleanza Cooperative Italiane: «È un accordo epocale nelle relazioni tra associazioni datoriali e sindacali. Nell’Italia in cui tutti si dividono oggi scriviamo una pagina di storia. Il fondo unico è uno strumento prezioso a disposizione dei lavoratori delle cooperative italiane a cui vogliamo garantire, attraverso il secondo pilastro previdenziale, un futuro con maggiori sicurezze».

Mauro Lusetti Legacoop e copresidente Alleanza Cooperative «Oggi compiamo un passo concreto per realizzare, grazie al percorso unitario che abbiamo avviato, due obiettivi di grande rilievo: offrire ai soci e alle socie delle cooperative un solido pilastro previdenziale, capace di garantire anche performance migliori, e rendere possibile che parte di queste risorse vengano investite nell’economia reale, affiancando anche le cooperative nella realizzazione dei progetti per lo sviluppo del Paese».

Brenno Begani, presidente Agci e copresidente Alleanza Cooperative Italiane «Agci insieme alle altre Centrali dell’Alleanza lavora da anni per la costituzione di un fondo previdenziale unico della Cooperazione. Si tratta di un traguardo importante che va ulteriormente consolidato attraverso una diffusione massiva presso imprese e lavoratori di tutti i settori cooperativi».

Stefano Dall’Ara, neo presidente Previdenza Cooperativa «La nascita di Previdenza Cooperativa, oggi una realtà importante che proviene da tre storie cooperative di successo, rafforza ulteriormente la validità  ed il ruolo dei fondi pensione negoziali  come strumenti fondamentali  nella previdenza integrativa,   per tutelare, garantire  e rendere sempre più sicuro e migliore  il futuro dei lavoratori  iscritti».

Salvatore Casabona, responsabile nazionale Cgil per la previdenza complementare «Il fondo unico della cooperazione consentirà di migliorare i livelli di tutela del risparmio previdenziale degli aderenti, di ridurre i costi gestionali e di realizzare una più efficace politica di investimento nell’economia del paese. Ci misureremo ora, non solo con l’efficienza di una macchina amministrativa, con la congruità dei rendimenti, con la finalità previdenziale e con la necessaria revisione dei campi di investimento, ma anche con una politica di promozione e di aggregazione di quei soci e di quei lavoratori che oggi sono fuori».

Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl con delega alla Previdenza «La Cisl ha voluto e sostenuto la scelta di un fondo unico più solido, grande ed efficiente a vantaggio di lavoratori ed imprese della cooperazione. Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni dalla COVIP,  l’impegno dell’Organizzazione proseguirà per rafforzare e completare il percorso attraverso iniziative di informazione e idonee scelte contrattuali che aumentino l’attenzione e la sensibilità su importanza, utilità e vantaggi della previdenza complementare nei diversi settori della Cooperazione, incrementando contemporaneamente i livelli di adesione da parte dei lavoratori e delle imprese».

Domenico Proietti, segretario confederale Uil con delega alla Previdenza «I fondi pensione negoziali sono uno dei frutti migliori delle relazioni industriali degli ultimi 20 anni e hanno dato ottima prova di solidità e di sana gestione assicurando agli iscritti ottimi rendimenti e costi contenuti. Con la creazione del fondo unico della cooperazione le parti istitutive confermano una visione e un’azione lungimirante volte a razionalizzare l’offerta dei fondi. Il nuovo fondo Previdenza Cooperativa permetterà di realizzare migliori economie di scala con un beneficio concreto sulle prestazioni e la rendita agli iscritti».

PREVIDENZA COOPERATIVA, I NUMERI DEI TRE FONDI DI PREVIDENZA

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Al via la Previdenza Cooperativa, nata dalla sinergia tra le cooperative e i sindacati.

Cooperlavoro è il fondo pensione complementare riservato ai soci lavoratori ed ai dipendenti delle cooperative di lavoro e delle loro società collegate, delle associazioni cooperative Agci, Confcooperative, Legacoop e di Cgil, Cisl, Uil. Associa oltre 72 mila lavoratori occupati in tutti settori produttivi.

Previcooper è il fondo pensione complementare riservato ai lavoratori delle aziende che applicano il contratto nazionale di lavoro della Distribuzione Cooperativa. Nasce dagli accordi contrattuali tra L’Associazione Nazionale delle Cooperative di consumatori (Ancc – Legacoop), l’Associazione Nazionale delle Cooperative fra Dettaglianti (Ancd – Legacoop), la Federazione Nazionale delle Cooperative di Consumo e della Distribuzione (CCI), l’Associazione Italiana Cooperative di Consumo (Agci) e la Filcams – Cgil, la Fisascat-Cisl e la Uiltucs – Uil. Associa oltre 30 mila lavoratori.

FILCOOP è il Fondo Pensione a Capitalizzazione per i lavoratori dipendenti addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale ed idraulico-agraria, per i dipendenti da Cooperative di trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici e lavorazione prodotti alimentari e per i lavoratori dipendenti da cooperative e consorzi agricoli. Associa oltre 9 mila lavoratori.

GLI ANDAMENTI DI COOPERLAVORO, PREVICOOPER E FILCOOP

Nonostante la crisi economica ed occupazionale iniziata nel 2008, negli ultimi 10 anni i tre Fondi previdenziali della cooperazione hanno registrato una sostanziale tenuta degli associati.

Previcooper, Cooperlavoro e Filcoop hanno avuto un incremento significativo dei loro patrimoni (oltre il 520% nel periodo 2007-2017), dati molto positivi di andamento gestionale dei diversi comparti (sull’orizzonte 2006-2016 i Comparti Bilanciato di Cooperlavoro e Previcooper, che rappresentano i 2/3 delle risorse patrimoniali complessive dei tre Fondi, attestano un rendimento medio annuo composto che, in termini comparativi, si colloca ai vertici dei rendimenti dei comparti «obbligazionari misti») e costi di gestione contenuti (i comparti Bilanciato di Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop e i comparti Dinamico di Cooperlavoro e Previcooper presentano indici sintetici di costo (ISC) inferiori ai fondi pensione aperti ed ai Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo, ma anche inferiori o al più allineati alla media degli ISC degli analoghi comparti dei Fondi Pensione Negoziali.