Wine2Wine, Rigotti (Alleanza Cooperative): Puntare su territorialità e sostenibilità ma stop a ulteriori oneri per le aziende

“La situazione è grave anche se il settore vitivinicolo si è dimostrato spesso anticiclico.

Adesso il futuro dipenderà anche dalla durata della crisi e dal rapporto con i mercati esteri. È una situazione del tutta nuova e l’incertezza rende difficile programmare il futuro. Dovremo puntare sulla domanda di sostenibilità, varietà e territorialità” dichiara Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza Cooperative.

“Le aziende più piccole potranno puntare sulla specificità, le più grandi sull’export ma servirà comunque un sostegno economico. Ed aiuti economici dovranno esseri compresi anche per il settore alberghiero perché non possiamo prescindere da questi comparti che sono importantissimi per il nostro mercato.

Dobbiamo cercare degli accordi su degli elementi che aiuteranno il nostro settore a tutto tondo” sottolinea Rigotti.

“Al di là delle politiche europee noi avremo successo se sapremo interpretare i concetti di sostenibilità. Non diventino però ulteriori oneri a carico delle aziende, si trasformino invece in opportunità” conclude.




Wine2Wine, Curbastro (Federdoc): Frammentazione e complessità sono valore per il nostro vino. Aziende sole, poca corrispondenza tra annunci governo e realtà dei fatti

“La frammentazione e la complessità rappresentano un grande valore per il nostro vino. Concordo invece sul fatto che la frammentazione può diventare talvolta complicata, ma la complessità significa unicità che dà ricchezza”.

Così Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc.

“Certamente esiste una gravità della situazione sia sanitaria che economica, ma grave è anche l’amministrazione del nostro paese. Vengono fatti dal governo annunci roboanti ma passano mesi prima che vengano messi in opera e non sempre risultano efficaci. La rapidità è fondamentale, ad esempio abbiamo avuto lo sgravio dei contributi ma ad oggi ancora non sono disponibili i moduli.

Sono situazioni incongrue rispetto alla gravità della situazione. Le imprese sono molto sole e c’è poca corrispondenza tra gli annunci governo e la realtà dei fatti” prosegue.

“L’Europa finora ha fatto bene, dando più flessibilità e strumenti. Ed anche noi come paese abbiamo recepito bene.

Fondamentale è la promozione, quella del domani sarà un mix tra virtuale e reale, perché la pandemia ci ha insegnato che possiamo raggiungere anche col digitale mercati lontani per presentare i nostri prodotti.

La sostenibilità è oggi una parola molto abusata, perciò oggi non possiamo prescindere da controlli e certificazioni che ne garantiscano la certezza” conclude Curbastro




Wine2Wine, Boscaini (Federvini): Lavorare a regia unica e integrazione pubblico-privato per dare valore a filiera vino

“La situazione che stiamo affrontando è seria e complicata e mette in luce tutte le nostre fragilità, ovvero l’estrema frammentazione produttiva e commerciale, le tante produzioni e la varietà dei sistemi di promozione senza una regia unica. Abbiamo poi un patrimonio vasto e con la necessità di essere raccontato, difficile allora fare una comunicazione che sintetizzi le varie realtà”.

Così a Wine2Wine Sandro Boscaini, presidente Federvini.

“Un grande problema è legato al mondo della ristorazione che è stato da sempre messaggero del vino italiano, e che invece ritrovandosi oggi ad essere il settore più penalizzato non potrà darci alcun conforto.

Inoltre i nostri vini vivono di territori e con la limitazione del turismo ci manca anche questo secondo traino” sottolinea.

“Non è questione di piccole o grandi aziende ma tra chi è strutturato e chi non lo è. Ci sono piccole realtà molto efficienti ed alcune grandi che esprimono grandi difficoltà.

Auspichiamo poi che mondo privato e pubblico siano maggiormente integrati, con degli enti che si interessino e facciano sintesi sul valore del vino italiano, senza competizione tra regioni o denominazioni. Serve una regia unica” prosegue Boscaini.

“Ci auguriamo poi che certificazione diventi un vero strumento di lavoro aziendale e che non ci siano ulteriori carichi burocratici, perché rappresenta un importante elemento di marketing che può dare valore aggiunto sul mercato” conclude.




Wine2Wine, Abbona (Uiv): Nostre debolezze sono frammentazione e mercato concentrato in pochi paesi. Dare maggiori risorse a promozione

“I dati evidenziano un calo contenuto ma non un crollo, ed andiamo meglio di altri competitor. Non c’è stato però un calo uguale per tutti. Alcune aziende sono infatti più strutturate di altre, sanno dunque fare rete e usare tutti gli strumenti, anche quelli più moderni come l’ecommerce e le piattaforme digitali. Ci sono dunque aziende in crescita che trainano i territori e le realtà più piccole” dichiara a Wine2Wine Ernesto Abbona, presidente Uiv.

“Abbiamo saputo far crescere le denominazioni e abbiamo dato eccellenza a tanti marchi diversi. Ci sono però delle debolezze, come il fatto che siamo concentrati in pochi mercati, Usa, Gb e Germania. E poi c’è la frammentazione del nostro sistema, chiediamo allora di potenziare gli strumenti di promozione in termini finanziari e di flessibilità. Solo così possiamo far crescere le aziende ed essere più pronti sul mercato” sottolinea.

“Abbiamo la necessità di portare a 150 mln annui la promozione ocm vino. Dobbiamo privilegiare progetti di carattere nazionale e le aziende che sanno far rete tra di loro. Occorre favorire la specificità dei nostri territori, senza che questo ci divida, andando a sfruttare al meglio le risorse che ci fornisce l’Italia e l’Europa.

Abbiamo lavorato molto sul tema della sostenibilità, la certificazione deve essere verificata e garantita da un ente terzo. Chiediamo infine al ministro Bellanova di rendere operativo il decreto attuativo” conclude Abbona.




Wine2Wine, Poggi (Fivi): Consumi non crollati ma mutati da fuori a dentro casa. Certificazione non sia ulteriore onere per aziende vitivinicole

“Stiamo tutti soffrendo ma la buona notizia è che i consumi non sono calati, bensì sono mutati dal fuori casa al dentro casa” dichiara a Wine2Wine Matilde Poggi, presidente Fivi.

“La situazione non tornerà come prima ma dobbiamo essere abili a saper cogliere le nuove opportunità. Dovremo diversificare ed essere pronti a rispondere alle emergenze e ai cambi che il futuro ci metterà davanti” prosegue.

“Le aziende Fivi hanno avuto danni maggiori, con perdite tra il 20-40%, questo perche le nostre aziende non sono molto diversificate.Il valore del sistema italiano è fornita però proprio dalla sua conformazione fatta da produttori piccoli, medi e grandi. Non dobbiamo diventare tutti aziende grandi, ma serve connubio tra le varie realtà” evidenzia Poggi.

“C’è poi il tema molto importante della sostenibilità. Oggi notiamo una presenza sempre maggiore di vini biologici e sostenibili, mi spaventa però la certificazione unica perché per le aziende più piccole può rappresentare un carico burocratico importante” conclude.




Vino nella Gdo: la ricerca Iri per WINE2WINE

Finito il lockdown primaverile le vendite di vino nei supermercati si erano stabilizzate e i consumatori in estate avevano ripreso le loro abitudini d’acquisto. Nel 2021 con ogni probabilità l’andamento altalenante del mercato del vino nella Grande distribuzione cesserà non appena la pandemia sarà sotto controllo, ma qualcosa dei cambiamenti in atto rimarrà. Se ne è parlato oggi alla 16° edizione della tavola rotonda “Vino e Grande distribuzione di fronte al cambiamento”, organizzata da Veronafiere nell’ambito di Wine2Wine Exibition.

 

E’ stata presentata la ricerca IRI per Vinitaly sui primi 10 mesi del 2020: le vendite di vino nella Grande distribuzione aumentano nel 2020 del 6,9% a valore e del 5,3% a volume rispetto all’anno precedente (dati aggiornati all’8 novembre 2020). La crescita, sospinta dalle vendite eccezionali nel trimestre primaverile del lockdown e dalle chiusure di bar, ristoranti e affini, si è tradotta in una buona performance degli spumanti, dei vini doc e una discreta progressione dei vini da tavola. Vanno sottolineati gli aumenti dei vini di categoria medio/alta con la crescita del 13,6% nella fascia di prezzo tra 7 e 10 euro e dell’8,7% nella fascia di prezzo tra 5 e 7 euro. Gli spumanti aumentano del 10,4%, nonostante il crollo nel mese di aprile. Crescono il vino comune, del 4,2% a volume, e il vino a marchio delle insegne distributive (MDD) che aumenta, a valore, dell’8,7% nel comparto vino e del 10,8% nel comparto spumante. I vini biologici, una categoria di nicchia nella Grande distribuzione, mantengono la stessa crescita del 2019: +12,5%, a volume (in allegato le tabelle dell’IRI).

 

L’analisi dell’IRI evidenzia come lo sviluppo del mercato del vino nella Gdo si realizzi in un contesto di aumento dei prezzi (+1,4%) e di calo delle promozioni (-3%). L’elemento determinante è stato l’andamento della pandemia. Dopo la stabilizzazione del periodo estivo, le vendite di vino hanno ripreso a correre in coincidenza della seconda ondata: +2,8% in ottobre e +6,7% nelle prime due settimane di novembre.

I numeri possono aiutare a interpretare le nuove abitudini di acquisto dei consumatori. Le stelle polari sono: salutismo, qualità, gratificazione e sostenibilità, ma anche
la convenienza. Aumentano i vini di qualità a denominazione d’origine, ma nel contempo anche il vino comune da tavola, dunque una forchetta che privilegia fasce alte e basse. Infine, nei primi 10 mesi del 2020 sono aumentate del 122% le vendite di vino on line e del 200% quelle dei grocery di piccole dimensioni.

 

Cosa rimarrà in futuro di questi cambiamenti? – si è chiesto Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI In estate abbiamo registrato un ritorno dei consumatori alle consuete abitudini di acquisto. Ma il 2021 non potrà essere uguale al 2020. Certamente non potrà toccare gli stessi picchi di vendita, ma vedrà anche tanti consumatori fidelizzati agli acquisti da casa e agli acquisti on line come pure alle piccole superfici di vendita ‘di prossimità’. Bisognerà saper decodificare i diversi segnali trasmessi dagli shopper”.

 

La ricerca di IRI per Vinitaly è stata commentata nel corso della tavola rotonda a Wine2Wine Exibition, condotta da Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch, dai rappresentanti della Grande distribuzione e delle cantine.

 

In Conad crescono a doppia cifra vini di qualità (Igp, Doc, Docg) mentre il vino comune ha arrestato la flessione degli anni passati – ha detto Alessandra Corsi, Direttore marketing dell’offerta e MDD di Conad Nel campo degli spumanti è interessante notare la crescita della spumantizzazione di vini tipici del territorio. Stiamo lavorando per creare, nei nostri punti vendita, enoteche di concezione innovativa, che integreranno fisico e digitale”.

 

Anche la Coop è impegnata a migliorare informazione e comunicazione nelle vendite del vino. “Stiamo formando figure professionali in grado di consigliare i consumatori sui vini in offerta e sull’abbinamento cibo vino, quando possibile impieghiamo anche sommeliers – ha riferito Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche di Coop Italia I consumatori amano le promozioni, ma va detto che una promozionalità sana guida il consumo consapevole, quella eccessiva invece fidelizza all’occasione ma non al prodotto”.

 

Il canale della Grande distribuzione nel 2020 si conferma come il maggiore in Italia, con prospettive di crescita: “L’emergenza della pandemia ha incrementato l’attenzione nei confronti della Gdo da parte di quelle cantine che storicamente erano presenti solo nel canale Horeca – ha sottolineato Gianmaria Polti, Responsabile Beverage di Carrefour Italia – Puntiamo a creare forti sinergie a livello locale, con un’attenzione particolare alle realtà dei fornitori regionali italiani”.

 

I rappresentanti delle insegne hanno evidenziato la crescita dei vini a marchio del distributore (MDD): “Per questi vini prevediamo una chiusura a fine anno con crescita a doppia cifra rispetto al 2019 – ha dichiarato Fabio Sordi, Direttore commerciale del Gruppo Selex – con aumenti rilevanti nella fascia di prezzo superiore ai 6 euro. Registriamo anche l’aumento delle vendite del vino on line, con 2.492 referenze in offerta”.

 

In rappresentanza di Federvini è intervenuto Mirko Baggio (Responsabile vendite canale Gdo Italia di Villa Sandi): “La sfida del futuro per le cantine sarà quella di differenziarsi, per andare incontro ai cambiamenti richiesti dal mercato. Villa Sandi ha saputo differenziarsi negli anni costruendo una proposta con marchi diversi e tipologie di prodotto diverse per affrontare una pluralità di mercati: off trade – on trade – on line, sia in Italia che nel mondo”.

 

Enrico Gobino rappresentante di Unione Italiana Vini (Marketing Director del Gruppo Mondodelvino Spa) ha invitato a studiare attentamente i comportamenti dei consumatori: “Il modo di consumare si adatta alle limitazioni del momento, l’unica cosa alla quale non ci si può adattare è la diminuzione del potere d’acquisto. Nel nuovo contesto la Gdo può operare come elemento virtuoso nel mercato del vino, creando una catena di valore. Le cantine devono disporre di una distribuzione multicanale: non esistono canali di serie A e di serie B”.

 




Vino, Agivi: giovani, donne e consumatori ‘core’ trainano consumo durante lockdown

Appassionato, giovane e donna, pronto a stappare anche fuori dai pasti. È l’identikit del consumatore protagonista della ripresa nei consumi di vino secondo i dati Wine Intelligence presentati oggi al wine2wine di Veronafiere durante il convegno “Diamo i numeri: giovani, vino e mercato dal lockdown ad oggi”, l’appuntamento organizzato da Agivi per analizzare l’effetto del Covid-19 sui modelli di consumo delle nuove generazioni.

“Abbiamo esaminato i sei mercati chiave per il vino italiano, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Svezia, Canada, Australia e Cina – ha spiegato Pierpaolo Penco, Italy Country Manager di Wine Intelligence che ha realizzato l’indagine –, e abbiamo osservato come la frequenza di consumo di vino sia rimasta stabile e, in molti Paesi, sia cresciuta oltre i livelli del 2019”. Secondo la fotografia scattata ad agosto, infatti: “I lockdown nei diversi Paesi non hanno fermato il trend decennale di diversificazione e aumento delle occasioni di consumo – ha proseguito Penco –: la moltiplicazione dei momenti per stappare a casa ha compensato il venir meno della maggior parte delle opportunità del fuori casa. A sostenere questo trend – ha concluso – sono stati i consumatori ‘core’, le donne e i giovani, in particolare i Millennials, contribuendo così all’affermazione delle vendite nel canale e-commerce”.

Per la presidente dell’Associazione dei giovani imprenditori vinicoli italiani under 40 di Unione italiana vini, Violante Gardini Cinelli Colombini: “Nonostante le difficoltà e tutte le limitazioni determinate dall’emergenza sanitaria, il vino ha continuato a farsi interprete dei momenti della socialità, anche se vissuti a distanza, con una sorta di ‘effetto sostituzione’ dell’aperitivo, soprattutto tra i giovani. Per questo dobbiamo continuare a studiare soluzioni e proposte che sappiano fidelizzare i nuovi winelover, sempre più protagonisti nei momenti di transizione e trasformazione, e conquistare anche questi segmenti del mercato con lo sguardo innovativo che la giovane imprenditoria sa e deve avere in questa fase delicata di ripresa per il settore”.

 

 

Agivi (https://agivi.unioneitalianavini.it/). Nata nel 1989, Agivi è l’Associazione dei giovani imprenditori vinicoli italiani tra i 18 e i 40 anni, impegnati direttamente o indirettamente nelle attività aziendali. Una squadra che riunisce quasi 100 giovani leve delle imprese vinicole di tutte le tipologie e regioni italiane. Educazione, promozione e sistema sono le key word dell’associazione: i tre asset strategici del cambio generazionale del mondo del vino.

 




Mipaaf, Bellanova: sostenibilità parola chiave di un piano di sviluppo per intera filiera vitivinicola

“Se abbiamo individuato “ripresa e resilienza” come parole chiave di questo momento complesso e difficile, dobbiamo aggiungerne una terza altrettanto fondante: alleanza e leale collaborazione. Nella filiera istituzionale, nel rapporto con il settore, in quello con i consumatori che hanno diritto a informazioni trasparenti e corrette.

Su questo proprio il mondo del vino può dare lezioni importanti”.
Così la Ministra Teresa Bellanova aprendo il suo intervento oggi a conclusione dell’evento “Il futuro del vino: visioni differenti, unica prospettiva. Scenari attuali e possibili sfide del prossimo decennio”, organizzato da VeronaFiere, Vinitaly, Wine to Wine.

“Con la chiusura dell’horeca e la ridotta diversificazione dei mercati e dei canali di vendita, sono soprattutto le imprese vinicole più piccole a pagare il conto più salato di questo scenario di crisi dominato dall’incertezza.
Un conto rilevante anche per le imprese più dimensionate che comunque, potendo contare su strutture commerciali, finanziarie e patrimoniali più robuste, dimostrano una resilienza indubbiamente più elevata.
Direi che qui è il tema dei temi, quello più sfidante”, ha detto ancora la Ministra, che nel corso dell’intervento ha sottolineato i provvedimenti e le azioni Mipaaf a livello nazionale e sui tavoli europei a sostegno del settore dell’intera filiera agroalimentare.

Per poi concludere con una proposta: “Le sfide che i mercati stanno ponendo alle imprese, sfide accresciute dalla pandemia, richiedono analisi e ricerche specifiche e comportano rilevanti investimenti materiali e immateriali. Per affrontare queste sfide e sostenere questi investimenti, il Ministero è disponibile ad accompagnare il settore ed è intenzionato a farlo su più fronti. Serve però un nuovo “Piano di sviluppo” dell’intera filiera vitivinicola italiana, in grado di parlare al futuro e guardare a quello che succederà nei prossimi anni.
Per farlo accadere, avremo a disposizione le risorse della Politica agricola comune, che hanno il merito di aver sostenuto il grande salto di qualità degli ultimi 20 anni e continueranno a farlo anche nei prossimi 10.
La PAC però sino ad oggi ha sostenuto gli investimenti dei singoli, mentre a noi è necessaria una visione d’insieme.
Per questo dico che occorre un Progetto organico di sviluppo, in grado di mettere a sistema le buone pratiche, e ne abbiamo tante, e a valore tutto quello che di buono siamo riusciti a fare in questi anni, soprattutto per rafforzare l’ambito internazionale, dove il Made in Italy è molto apprezzato, e però non riusciamo ad essere presenti e forti come potremmo. Per definire un Progetto comune”, ha proseguito Bellanova, “dobbiamo mettere insieme le energie e trovare un fattore di condivisione, in grado di far convergere interessi oggi non sempre allineati. Questo fattore comune di miglioramento della competitività lo abbiamo già trovato: è la sostenibilità”.

Infine: “Questa giornata conclude anche una intensissima tre giorni, il Festival del futuro giunto alla sua seconda edizione, dove si è parlato molto di innovazione e ricerca. E il settore agroalimentare, ce lo siamo detti tante volte, oggi più che mai ha bisogno proprio di investire in innovazione perché ogni singolo segmento e ogni singola azienda, anche la più piccola, si sentano coinvolti in questa sfida complessa e appassionante. Agricoltura di precisione, ricerca, biotecnologie sostenibili, giovani e donne. La più straordinaria leva per l’innovazione su cui può contare il nostro Paese, e che dobbiamo essere capaci di attrarre sempre di più anche in questo straordinario settore”.
Con un obiettivo strategico: alleanza tra competitività e sostenibilità, ecologia, ricerca, tecnologia.

Sul sito del Mipaaf il testo dell’intervento integrale della Ministra Bellanova.




Wine2Wine, Ferro (Ice): Situazione difficile ma export vino in crescita in Germania e Svizzera. Bene e-commerce, firmato 25 accordi con 13 paesi

“Il vino, se escludiamo per altri settori il valore delle importazioni di materie, è il comparto che fornisce il maggior contributo alla bilancia commerciale del paese, per circa 5 miliardi di euro” dichiara Carlo Ferro, presidente Ice.

“I numeri dei primi otto mesi non sono brillanti ma non è un tracollo col -2,6%, e alcuni mercati come Germania e Svizzera sono addirittura in crescita. I dati indicano che l’Italia in questo momento di pandemia globale sta facendo meglio di Spagna, Francia, USA, Australia e Cile ma ciò non toglie che l’azione di supporto debba essere accelerata” evidenzia.

“Una delle grandi sfide dei produttori di vino stanno vivendo è lo spostamento dei canali di distribuzione, molto meno la domanda horeca e con l’esplosione dell’ecommerce. Ice nell’attuazione del Patto per l’export ha messo in campo quattro azioni che vanno in direzioni di grande interesse, tra le quali il piano di comunicazione del nation brand e le iniziative sull’ecommerce sul quale siamo particolarmente attivi. Abbiamo ad oggi 25 accordi firmati per vetrine del Made in Italy in 13 paesi, con Amazon e Alibaba tra i molti” conclude.




Wine2Wine, Bellanova: Ripresa, resilienza e collaborazione parole chiave per rilancio settore. Creare alleanza tra sostenibilità e competitività

“Il rilancio di questo settore strategico per il nostro paese ha bisogno di nuove strategie. Per questo l’evento promosso da Veronafiere e Vinitaly va colto come un vero e proprio strumento di lavoro, capace di avvicinare aziende e buyer del vino ai mercati.

Ripresa e resilienza sono parole chiave di questo difficile momento ma dobbiamo aggiungerne una terza, alleanza. Ossia una leale collaborazione nella filiera istituzionale, nel rapporto col settore e col consumatore”.

Così il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova nel corso del suo intervento a Wine2Wine.

“La pandemia ha ulteriormente messo in luce le criticità strutturali e dimensionali di cui soffre il nostro sistema produttivo. Con la chiusura dell’horeca e la ridotta diversificazione del mercato di vendita sono specialmente le imprese vinicole più piccole a pagare il conto più salato della crisi. Una crisi che tocca però anche le strutture più grandi nonostante una maggiore resilienza” prosegue.

“Nei mesi più drammatici della pandemia ho voluto mettere in sicurezza l’intera filiera agroalimentare, la nostra qualità ed eccellenza nel mondo è fatta dalla somma di innumerevoli vino di nicchia, da una straordinaria scelta a disposizione di un canale fondamentale come l’horeca, dal posizionamento sui mercati interni e globali e dall’alleanza coi consumatori. Questa grande ricchezza si riflette nelle oltre 500 cultivar a dimostrazione dell’enorme biodiversità e nelle 525 denominazioni d’origine. Dobbiamo essere allora capaci di traghettare questa forza e ricchezza, da qui l’interlocuzione costante che ho messo in campo col settore e con le regioni” sottolinea il ministro.

“Abbiamo lavorato per garantire l’esonero contributivo nei primi sei mesi del 2020 per un valore di oltre un miliardo di euro. Abbiamo individuato nel fondo ristorazione uno strumento efficace per sostenere la filiera e le eccellenze. Abbiamo destinato espressamente al vino misure e strumenti specifici. Abbiamo agito sul versante europeo e sul quale toccherà insistere. Abbiamo sostenuto la necessità di un tavolo vino col settore per le azioni mirate all’export e nei prossimi giorni conto di poterlo fissare col ministro Di Maio, con la partecipazione di Ice e dei rappresentanti della filiera del vino” evidenzia.

“Le risorse destinate all’Ocm vino, seppur con tagli dovuti al quadro finanziario, continuano ad essere lo strumento principale di risorse finanziarie destinate al settore. Dobbiamo lavorare assieme per migliorare la capacità di realizzazione di questo strumenti necessari a rilanciare il settore. Tempestività, efficacia e condivisone è il metodo che propongo.

Bisogna poi lavorare su comunicazione e semplificazione, su una maggiore sussidiarietà e flessibilità dell’utilizzo delle autorizzazioni di impianto dei vigneti. Oltre che sull’etichettatura dei vini. Dovremo avere l’obiettivo strategico di creare alleanza tra competitività e sostenibilità, ecologia, ricerca e tecnologia” conclude la ministra Bellanova.




Wine2Wine, Borriello (Ismea): Export fondamentale per futuro Made in Italy ma pesa incertezza economica e geopolitica

“Il futuro del vino e dell’agroalimentare italiano ha ancora tanti elementi di incertezza, dovuto in primis dalla pandemia che influisce fortemente sulla capacità di programmare” dichiara il direttore di Ismea Raffaele Borriello a Wine2Wine.

“Un’incertezza poi sulla situazione economica globale e sul commercio internazionale che influisce fortemente sul nostro paese e sul settore del vino di cui siamo forti esportatori, secondi al mondo per valore e primi per qualità. Infine una incertezza che viene dalle politiche messe in campo dai governi, che hanno puntato in una prima fase a dare sussidi e sostenere le imprese ma bisognerà poi favorire gli investimenti per attivare la ripresa” prosegue.

“In tutto questo scenario però le esportazioni rappresentano la vera nota dolente perché per il Made in Italy è determinante, come dimostrano i dati record del 2019.

Inoltre una volta passata l’emergenza nei vari paesi non ci si dimenticherà facilmente degli appelli a produrre nazionale. Dovremo poi affrontare i temi fondamentali per favorire le esportazioni, uno su tutti è la logistica e le infrastrutture” conclude Borriello.




Wine2Wine, Mantovani (Veronafiere): Lavorare in sinergia per uscire da crisi, in futuro Fiere sempre più importanti. Abbassamento prezzi vino solo se strategia a breve termine

“Saranno mesi complessi quelli che verranno, perché oltre la pandemia ci aspettiamo anche qualche revisione sui confini del mercato, con un mondo più complesso dal punto di vista geopolitico. Un grande merito va dato alle nostre aziende per la capacità nel reagire mostrata e nell’aver saputo mantenere i rapporti col mercato in questi mesi” dichiara a Wine2Wine Giovanni Mantovani, Dg Veronafiere.

“Emerge una tradizionale forza di questo settore, perciò vedo il bicchiere come mezzo pieno e con la prospettiva che se lavoriamo con più sinergia, comunicazione e gioco di squadra ce la faremo” prosegue.

“Le aziende più piccole di dichiarano pessimiste e questo ci preoccupa molto perché significa che serve un intervento forte da parte della promozione, qualche supporto straordinario dal parte dell’Europa. Noi come Veronafiere stiamo mettendo in campo più iniziative in termini di manifestazione, come Wine2Asia con risultati straordinari in presenza.

La pandemia ha accelerato tanti processi che erano in via di definizione, ed oggi vediamo che il mercato si aspetta una rapida accelerazione su tutto ciò che è innovazione e sulle nuove funzioni digitali, come multicanalità ed ecommerce” sottolinea Mantovani.

“Ci sarà quindi una sempre maggior focalizzazione su questi canali e sarà decisivo scegliere sui diversi mercati gli Hub più corretti per essere presenti in maniera forte. I grandi eventi dedicati al vino diventeranno quindi straordinariamente importanti perché saranno qualcosa di ancora più unico rispetto al passato.

Sui mercati bisogna essere riconoscibili per questo è importante avere brand forti e di eccellenza. Non dobbiamo puntare poi sull’abbassamento dei prezzi, può essere una strategia di brevissimo termine per risolvere qualche problema di scorta, perché altrimenti diventerebbe la base da cui ripartire sul mercato. E se torniamo indietro sarà molto complicato innalzare nuovamente il loro valore” conclude.




Wine2Wine, Danese (VeronaFiere): Evento che sostiene il sistema Italia e pone le basi per la ripartenza del settore vitivinicolo

“Abbiamo voluto creare un insieme di iniziative per sostenere il mercato vitivinicolo e il sistema Italia in un momento molto difficile e delicato ma guardando al futuro e alla fase post covid.

Un evento di servizio che vuole porre le basi migliori per la ripartenza del settore” dichiara il presidente di Veronafiere Maurizio Danese nel corso della presentazione di Wine2Wine.

L’obiettivo è chiaro, e lo vediamo col contatto quotidiano con le aziende vinicole e i mercati internazionali che hanno subito un deficit di relazione nelle diverse fasi del lockdown, con le iniziative lasciate più al singolo che ad una logica di un sistema, ovvero aiutare il comparto del vino che ha una grande rilevanza economica, sociale e di immagine per il nostro paese” prosegue.

“Wine2wine digital si inserisce in uno spazio nel quale cerchiamo di proporre alcune strategie di settore per capire come muoversi nel nuovo mondo. Abbiamo trasferito sulla piattaforma digitale l’intera programmazione di wine2wine, uno sforzo organizzativo notevole dovuto alla crisi pandemica, ma siamo consapevoli che seppur il digitale può colmare la distanza tra operatori la fiera in presenza resta insostituibile” sottolinea.

“Siamo il primo evento che parla di vino, con più di duecento aziende presenti, di cui la metà italiane. Tutte le iniziative in programma in questi due giorni sono sold out, indice di una forte aspettativa” conclude Danese.




Unione Italiana vini a Wine2Wine: quattro appuntamenti Live per intercettare crescita nel Post Covid

Case history, nuovi trend di prodotto e dati di scenario, ma anche politiche di filiera, strategie di ripartenza e analisi di mercato. Sono i temi di Unione Italiana Vini (Uiv) per la settima edizione di wine2wine di Veronafiere, l’evento internazionale digitale su wine business e networking in programma dal 22 al 24 novembre. Quattro gli appuntamenti live targati Uiv in programma tutti lunedì 23/11 sulla piattaforma Veronafiere Plus, oltre al tavolo di confronto su “Vino nello scenario globale che cambia: le sfide della filiera” (ore 12.30) organizzato da Veronafiere, in cui interverranno il presidente Uiv, Ernesto Abbona, e vertici di Ice, Federdoc, Federvini, Alleanza per le Cooperative e Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

 

Ad aprire la giornata (ore 10.00) sarà il focus “Vino e sostenibilità in cantina. Esperienze internazionali a confronto”, con le best practice sul fronte green della competitività in attesa della definizione di una norma unica nazionale di certificazione, attraverso i contributi di Davide Tommasi (Cantine Settesoli S.c.a.), Eva Plaza Tornè (Caves Vilarnau) e Katerina Marozava (Ruffino).

A seguire (ore 11.00), “L’Italia alla prova del Rosé, tra nuove bollicine e mercati”. Il ‘terzo colore del vino’, destinato a cambiare numeri e dimensioni del mercato in rosa, sarà al centro di una analisi che ne vaglierà anche le prospettive di posizionamento. A presentare i dati, Pierpaolo Penco di Wine Intelligence e Carlo Flamini dell’Osservatorio del vino di Uiv, accompagnati dal presidente di Rosautoctono – Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano, Franco Cristoforetti, e dall’enologo-produttore Mattia Vezzola, vicepresidente del Consorzio Valtenesi.

Chiude la mattinata (ore 11.45) il convegno di Agivi, l’associazione dei giovani imprenditori under 40 di Uiv guidati da Violante Gardini Cinelli Colombini, intitolato “Diamo i numeri: giovani, vino e mercato dal lockdown ad oggi”. Sotto la lente, l’indagine curata da Wine Intelligence che fotografa il cambiamento dei consumi di millenial e generazione Z nel periodo dell’emergenza sanitaria in sette mercati chiave (Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Svezia, Canada, Australia e Cina).

 

Gli appuntamenti di Unione italiana Vini a wine2wine si concludono con Carlo Flamini che presenta “L’Osservatorio del Vino UIV: verso un innovativo sistema di condivisione dei dati” (ore 14.00): un’unica piattaforma che raccoglie non solo tutti i numeri relativi a commercio mondiale di vino, potenziale, imbottigliamenti, stock, prezzi dello sfuso, ma anche un innovativo sistema di monitoraggio delle performance delle denominazioni di origine sul mercato italiano e internazionale. A completare il quadro, l’esperienza di imprese e Consorzi che aderiscono al progetto, con i punti di vista di Antonio Rallo (ad Donnafugata e presidente del Consorzio di Tutela Vini Sicilia Doc), Luca Giavi (direttore generale Consorzio di Tutela Prosecco DOC) e Sandro Sartor (managing director – senior vice president – Ruffino Group & Cbi Emea Region).

 




Vino, Coldiretti. Mantovani (Veronafiere): Ridefinire strategie e progetti per tornare a competere e vendere. Vinitaly e Wine2Wine punto forte di ripartenza

“Il 2020 sarà ricordato come un “annus horribilis” per il settore internazionale del vino. Prima c’è stato il lockdown con le chiusure totali e parziali dell’horeca in tutto il mondo ed ora siamo di nuovo in una fase critica, aggravata dalla crisi economica che avrà ripercussioni sul potere d’acquisto dei consumatori. Tutta questa situazione rischia dunque di scompaginare il settore, in uno scenario che diventa sempre più inedito e con le sfide del posizionamento e della promozione” dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale Veronafiere.

“Questa crisi porta con se la ridefinizione di linee strategiche e progettuali, non solo per tornare a competere ma, in questa fase, per ritornare a vendere.

Il nostro osservatorio vinitaly nomisma nel corso del semestre da marzo ad agosto ha evidenziato come gli scambi complessivi, a livello mondo, del vino abbiano subito un calo del 15,2%, con una perdita equivalente di quasi 1,5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Passando dal livello globale a quello nazionale emerge che questo sia il risultato peggiore degli ultimi trent’anni. Dopo un eccellente inizio anno con +14,5%, il semestre di crisi ha inflitto al vino italiano una perdita dell’export dell’8,6%.

Confrontando il dato con gli altri competitor possiamo dire che il calo italiano nelle vendite estere è quasi una mezza vittoria. A pagare maggiormente sono specialmente le piccole e medie imprese di qualità che sono l’asset portante del Made in Italy” sottolinea Mantovani.

“Stati Uniti e Svizzera, che sono rispettivamente prima e terza destinazione del nostro prodotto, sono i paesi che hanno contribuito a rendere meno amaro il nostro export.

Negli Usa la performance negativa è stata pari a -8,1%, meno drammatica di quella francese (-40,1%) stroncata anche dai dazi aggiuntivi.

In Svizzera abbiamo invece registrato una crescita del +7,5%.

In Cina invece, da marzo ad agosto, il nostro export enologico ha subito una contrazione del 38%, pari a quella francese. Ma per il nostro paese il deficit si traduce in 26 milioni di euro, per la Francia ben 122 mln euro” prosegue il direttore generale di Veronafiere.

“A breve partirà wine2wine, un evento tutto digitale che dovrà sfruttare tutte le potenzialità che il digitale mette a disposizione. In questo momento di grande cambiamento Veronafiere con le sue iniziative c’è e soprattutto c’è Vinitaly, perché il 2020/21 potrà essere un punto forte di ripartenza, con più energia e potenzialità di prima, sfruttando quello che i mercati avranno creato come opportunità di crescita” conclude Mantovani.