Agrilevante: a Bari la zootecnia italiana con Agriumbria

Ci sarà anche Agriumbria tra i protagonisti che quest’anno caratterizzeranno Agrilevante by Eima, la rassegna delle macchine e delle tecnologie per l’agricoltura del Mediterraneo, in scena a Bari dal 5 all’8 ottobre. Organizzata da FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura, in partnership con la Fiera del Levante, la rassegna biennale vede la presenza ormai consolidata di Agriumbria, evento di riferimento nazionale per la zootecnia, gli allevamenti e l’agricoltura. E anche quest’anno, infatti, punto di forza della sezione zootecnica di Agrilevante è la mostra di capi bovini, equini, ovini, oltre che di animali da cortile, che FederUnacoma realizza in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori (Aia), con la sua sezione regionale Ara Puglia e con la struttura organizzativa di AgriUmbria. Il pubblico dei visitatori assisterà allo spettacolo di oltre 500 capi di allevamento, espressione delle più pregiate razze autoctone, da quella ovina Gentile di Puglia alla Bufala Mediterranea Italiana, dai bovini di razza Limousine, Marchigiana, Maremmana, Podolica, Romagnola e Jersey ai cavalli Murgese e Haflinger, dal Cavallo da tiro pesante rapido all’asino di Martina Franca, oltre che ad altre razze pregiate che arricchiscono il patrimonio zootecnico italiano.

«Prosegue il nostro impegno sul Polo Carni e portiamo questi valori in giro per l’Italia anche grazie alla forte collaborazione con l’associazione italiana allevatori (Aia) e Unacoma. Per questo puntiamo sempre più sul contributo del Sistema allevatoriale che è fondamentale anche per portare avanti quell’obiettivo generale di comunicazione di quelle che sono le autentiche eccellenze dell’agroalimentare nazionale», il commento del presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri.

Agriumbria. che si terrà a Bastia Umbra (Pg) dal 5 al 7 aprile del prossimo anno, sarà presentata proprio a Bari venerdì 6 ottobre alle 11 presso Centro Congressi Sala 3 durante Agrilevante. Giunta alla 55esima edizione, la fiera perugina di fatto è la casa dell’agricoltura italiana con oltre 85mila presenze nelle ultime due edizioni. Quello di Agriumbria è un fenomeno ampiamente riconosciuto dai principali operatori italiani, che trovano proprio in questa mostra il luogo eletto per accordi, contratti e sinergie. E che fa della fiera di settore più grande del Centro Sud Italia, la prima a livello nazionale per il comparto zootecnico, anche per il fatto che è diventata ufficialmente il “Polo delle Carni Italiane” che affianca l’Osservatorio sui consumi.

Proprio per questo Agriumbria è chiamata ad organizzare la sezione dedicata alla filiera zootecnica di Agrilevante. Una partnership, quella con Federunacoma, che conferma quello di Umbriafiere come uno dei player principali del mercato. Lo spazio ospiterà uno spaccato della ricca biodiversità zootecnica italiana con l’esposizione di oltre 400 capi e lo svolgimento di concorsi e rassegne delle principali razze bovine da latte e da carne, bufaline, ovine, caprine, equine e cunicole, con particolare attenzione a quelle tipiche del Sud Italia. Sarà un evento che mostrerà quanto sia grande il coinvolgimento degli allevatori in Agriumbria dato dalla quantità e dalla qualità dei capi in esposizione e dalle ben quattro Mostre Nazionali dedicate alle razze Chianina e Romagnola di Anabic e Charolaise e Limousine di Anacli.

Agrilevante. In fiera sarà presente tutta la migliore produzione meccanica per l’agricoltura e il gardening, e dalle sezioni specificamente dedicate alla robotica e ai sistemi elettronici più avanzati, dal concorso FederUnacoma per le novità di alto contenuto tecnologico. Una rassegna strutturata per coprire, oltre alle filiere agricole tradizionali, anche il settore zootecnico. Questo comprende tecnologie specifiche per gli allevamenti e una grande area che accoglie centinaia di capi pregiati di bovini, equini, ovi-caprini e avicunicoli. Insieme al Padiglione Nuovo saranno impegnati i Padiglioni 19 e 20, mentre specifiche aree all’aperto verranno dedicate alle tecnologie digitali e robotiche e alle prove del concorso “Contoterzista Driver Trophy” promosso da Edagricole. Molto ricco si annuncia il programma di convegni, incontri e workshop, realizzato in collaborazione con l’Università di Bari e Foggia, il Ciheam di Bari e le case editrici del settore agricolo e agromeccanico. Fra gli incontri di contenuto tecnico, sono già in calendario quelli dedicati all’olivicoltura, alle coltivazioni tipiche della Puglia, a quelle innovative per i territori del Mezzogiorno e alle applicazioni 4.0 specifiche per le colture mediterranee. Sul piano delle politiche per il settore sono già previsti incontri dedicati alla nuova Pac, ai finanziamenti Pnrr e Psr, nonché all’istruzione e alla formazione, con l’obiettivo di identificare i nuovi profili professionali e i nuovi percorsi per l’agricoltura e la meccanizzazione

Agriumbria nasce da una felice intuizione dell’ideatore della manifestazione agricola, Lodovico Maschiella, e nel 1969 viene organizzata la prima “fiera moderna”, la fiera dell’agricoltura. Negli anni è nata l’Associazione Agriumbria, composta da Enti e Associazioni di categoria, per la gestione e il coordinamento della fiera. Oggi, dopo un lungo percorso, Agriumbria, Mostra dell’Agricoltura, Zootecnia e Alimentazione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e costituisce un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’Agricoltura.

 




Frantoi Aperti in Umbria 2023. La 26^ edizione dal 28 Ottobre al 26 Novembre 2023. Tutte le novità di questa edizione.

Il cuore verde dell’Umbria torna alla ribalta dal 28 ottobre al 26 novembre 2023 con la XXVI edizione di Frantoi Aperti, l’ormai celebre manifestazione che, coinvolgendo un numero crescente di borghi umbri, festeggia l’arrivo del nuovo Olio extravergine d’oliva ravvivando il periodo della frangitura, con visite esperienziali in frantoio e un fitto calendario di iniziative ambientate tra la cornice naturale degli oliveti e la suggestione medievale dei tanti comuni aderenti.

Accreditato come evento simbolo dell’oleoturismo in Italia, Frantoi Aperti offrirà ai visitatori, anche questo anno, la possibilità di vivere l’esperienza del frantoio in lavorazione, assistendo alla produzione dell’olio nuovo e immergendosi in questi luoghi divenuti multifunzionali che, pur mantenendo uno spirito fedele alla tradizione, mostrano un’attenzione crescente per le innovazioni di design e, soprattutto, una propensione sempre più marcata per l’accoglienza, che proprio in occasione di Frantoi Aperti trova il momento ideale per esprimersi al meglio.

 

Novità di quest’anno saranno: l’evento di apertura di Frantoi Aperti, in programma nella giornata di sabato 28 ottobre, organizzato in collaborazione con FIAB Umbria e YouMobility – marketplace della mobilità sostenibile “La Grande Pedalata Lungo la Fascia Olivata dei Colli Assisi – Spoleto”, un itinerario di oleoturismo in e-bike lungo i percorsi ciclabili che attraversano lo spettacolare paesaggio pedemontano di oltre 40 chilometri in cui la coltivazione dell’olivo, inserendosi in modo armonico nel contesto naturale, ha contribuito nei secoli a modellare l’ambiente creando un “paesaggio culturale vivente” (per informazioni www.lagrandepedalata.it); il “Tour degli Olivi Giganti Patriarchi nel territorio Amerino Tipico”, un  itinerario che mette in rete i luoghi iconici del territorio Amerino legati alla coltura e cultura dell’olio e.v.o., che porterà a visitare la collina degli olivi secolari Rajo di Montecampano in Amelia, passando per antichi frantoi, frantoi moderni e la collezione mondiale di olivi “Olea Mundi” di Lugnano in Teverina; e le passeggiate per bambini tra fiabe, olivi e frantoi con la “CamminAttrice” Loretta Bonamente che coinvolgerà i bambini nel racconto di storie sugli alberi, gli olivi e l’olio, per poi accompagnarli in visita nei frantoi del circuito per una merenda a base di pane e olio appena franto.

cinque weekend di Frantoi Aperti si susseguiranno poi con un nutrito programma di iniziative che, pur vedendo al centro dei riflettori come protagonisti indiscussi i frantoi e l’olio e.v.o., proporranno ai visitatori una variegata gamma di possibilità esperienziali, all’insegna delle passeggiate e dei trekking naturalistici, degli itinerari artistici e alla scoperta delle bellezze architettoniche dei borghi medievali umbri e della conoscenza del vasto patrimonio agroalimentare ed enologico dell’Umbria, senza trascurare l’ambito musicale e dell’intrattenimento ludico.

Verranno infatti proposte: #CHIAVEUMBRA | IN NATURA – Sperimentazioni artistiche nel Paesaggio Olivato”, storico spin off che accompagna ormai da 10 anni Frantoi Aperti, incentrato sul linguaggio dell’arte contemporanea, organizzato da Palazzo Lucarini Contemporary, che offrirà chiavi di accesso inedite e sperimentali sul territorio umbro, la natura e il rapporto uomo-ambiente.

“Musica nelle Abbazie” una mini rassegna di concerti in alcune delle Abbazie immerse tra gli argentei olivi umbri, come ad esempio l’Abbazia di Sassovivo di Foligno, l’Abbazia benedettina di San Felice a Giano dell’Umbria e l’Abbazzia della Santissima Annunziata di Amelia; e “Suoni dagli ulivi secolari”, la piccola rassegna musicale pensata per esaltare il dialogo tra la musica e gli ulivi che proporrà concerti in luoghi particolarmente evocativi del paesaggio olivicolo umbro ed in prossimità degli ulivi secolari più rappresentativi della regione, veri e propri monumenti naturali.

Le iniziative artistico – culturali saranno “collegate” e fruibili grazie a bus navette, passeggiate guidate a piedi e in e-bike, che collegheranno gli oliveti ai borghi ed alle città d’arte ad alta vocazione olivicola, dove si terranno feste di celebrazione della raccolta e frangitura delle olive, con esposizioni di artigiani di olio di qualità e di altri prodotti enogastronomici locali, concerti e spettacoli musicali, visite guidate dei centri storici e dei musei tematici, assaggi di pane e olio nelle piazze, aperture straordinarie di castelli e palazzi e tante iniziative immaginate per coinvolgere i più piccoli e le famiglie.

Nei 5 fine settimana di Frantoi Aperti in Umbria infine, alcuni degli chef del circuito “Umbrian #EVOOAmbassador – Testimoni di oli unici” – la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria – proporranno nei loro ristoranti menù di terra e di lago in abbinamento con gli oli e.v.o. di qualità dei produttori aderenti a Frantoi Aperti 2023.

 

Frantoi Aperti in Umbria è organizzato dall’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, in collaborazione con la Regione Umbria e con tutti gli attori del comparto olivicolo umbro.

Maggiori dettagli sul programma saranno presto online sul sito www.frantoiaperti.net

 




Crisi climatica, Cia Umbria: nei vigneti dell’Umbria perdite fino al 60%

Ingenti i danni alle vigne dell’Umbria a causa della crisi climatica. L’alternarsi di piogge eccessive con il ristagno dell’umidità, come quelle degli scorsi mesi, e il conseguente proliferare di malattie fungine e i picchi di caldo di luglio. Meteo pazzo che mette alla prova la vite e nei viticoltori desta forte preoccupazione per la vendemmia.

Di una “vera e propria emergenza” ha parlato Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo, presidente di Cia Perugia e Anabio Umbria (associazione per l’agricoltura biologica). “Con le condizioni climatiche avverse, si sono purtroppo verificate situazioni favorevoli agli attacchi fungini abbastanza importanti. In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino dove possiamo attestare le perdite al 60%. Per ciò che concerne il biologico ci sono poi situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili: in alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant’è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve.

A fronte di tutto ciò – conclude Di Filippo – è necessario guardare a politiche sul lungo termine con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a tutti gli imprenditori colpiti. Bisogna inoltre fare molta attenzione a togliere quei pochi strumenti che ci permettano di controllare le malattie fungine, come il rame, che negli ultimi anni è stato oggetto di critiche e attacchi senza ragione”.

Ma tutto il comparto vitivinicolo, anche quello ‘tradizionale’, non è stato risparmiato da questa calamità, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo dell’Orvietano: “In Umbria si stanno verificando situazioni ‘a macchia di leopardo’ che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti. È presto per calcolare l’entità effettiva dei danni che questa stagione instabile sta provocando, ma l’evidenza è sotto gli occhi di tutti”.

A peggiorare la situazione, ora, anche il caldo torrido con temperature bollenti sui campi, che mette ulteriormente a rischio alcune produzioni non solo di uva, ma anche di colture ortofrutticole.

Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria ha richiesto e dato l’avvio ad un tavolo tecnico di crisi del settore legati e mettere al centro del dibattito un’emergenza diffusa e per cui occorre agire urgentemente mettendo in campo tutte le sinergie necessarie per una risoluzione efficace ed immediata.




Fauna selvatica, Confagricoltura Umbria: salvaguardia dell’agricoltura e valorizzazione riserve

Di gestione della fauna selvatica, per trasformarla da problema in risorsa, e di salvaguardia dell’agricoltura e della valorizzazione delle riserve si è parlato oggi, sabato 13 maggio, durante l’incontro organizzato da Confagricoltura Umbria ed EPS Umbria (Ente Produttori Selvaggina)
al Caccia Village che si sta svolgendo ad Umbriafiere di Bastia Umbra.

È intervenuto anche il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida: “Ci stiamo impegnando per affrontare le criticità con gli ungulati che stanno facendo smettere di coltivare a moltissimi imprenditori agricoli che devono cambiare mestiere”.

Le attività nello stand di Confagricoltura ed Eps proseguono fino a domani (14 maggio)

BASTIA UMBRA – Trasformare il problema della fauna selvatica in risorsa, con ricadute sul territorio e direttamente a favore degli agricoltori. Tutto attraverso una attenta gestione, anche valorizzando la filiera della carne di selvaggina, per salvaguardare così l’agricoltura e valorizzare le riserve. Su questi temi si è incentrato l’incontro di sabato 13 maggio organizzato da Confagricoltura Umbria ed EPS Umbria (Ente Produttori Selvaggina) all’interno delle iniziative programmate per il Caccia Village, in programma dal 12 al 14 maggio ad Umbriafiere di Bastia Umbra.
Presente il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Oltre a Fabio Rossi, presidente di Confagricoltura Umbria, e a Marco Caprai, membro della giunta nazionale di Confagricoltura, sono intervenuti anche Roberto Morroni, assessore alle politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria, e Riccardo Primi dell’Università della Tuscia. A moderare è stato Marco Franolich, direttore EPS. È passata allo stand anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei.
“A volte qualcuno descrive un contrasto tra agricoltura e mondo venatorio – ha affermato il ministro Lollobrigida – invece qui c’è un simbolo di integrazione, un modo per riuscire a produrre e mettere al centro la sostenibilità ambientale coniugata con quella economica per permettere alle nostre aziende di restare in vita e all’ambiente di essere protetto da chi lo ama di più: da chi trae il proprio sostentamento dalla terra e quindi la protegge, come gli agricoltori, e da chi come il cacciatore mantiene l’ecosistema in un quadro di equilibrio. Per questo ci stiamo impegnando per affrontare le criticità, con gli ungulati che stanno facendo smettere di coltivare a moltissimi imprenditori agricoli che devono cambiare mestiere perché si sono superati numeri che non possono essere razionalmente considerati in equilibrio con la presenza umana e delle attività produttive”.
L’incontro, come ha ricordato inizialmente il presidente Rossi, arriva dopo la recente presentazione del Manifesto di Confagricoltura ed EPS Umbria “per avviare un positivo dialogo con la pubblica amministrazione ma anche con tutti i soggetti interessati nell’interesse generale dell’agricoltura, dell’economia rurale e della promozione della comunità regionale”. Tra gli obiettivi, ha ribadito Rossi, ci sono la tutela dell’attività economica agrosilvopastorale dall’esplosione demografica della fauna selvatica, il riequilibrio delle specie selvatiche, la piena valorizzazione delle riserve venatorie, la tutela del diritto di godimento del proprietario conduttore, dei frutti dei fondi rurali e forestali dei quali dispone.
“Come Confagricoltura – ha affermato Rossi – abbiamo sempre avuto una attenzione particolare per le aziende faunistico-venatorie e la nostra intenzione è ora quella di rilanciare in maniera forte l’EPS in Umbria. E ci fa piacere che ora altri sindacati agricoli si stiano occupando delle questioni che sono da sempre una nostra battaglia, vuol dire che eravamo nella direzione giusta e che questo crea competizione anche come stimolo a fare sempre meglio”.
Di momento critico dell’agricoltura di media e alta collina e di valore di questi territori, che se ben tenuti sono valorizzabili economicamente per combattere così lo spopolamento, ha parlato ancora Rossi: “C’è bisogno del contenimento dei cinghiali anche perché stiamo assistendo ad un depauperamento delle attività nelle colline, senza più coltivazioni, e questo non porta boschi ma incolti. Ci dobbiamo quindi riappropriare delle nostre colline”.
Caprai, che ha portato i saluti del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ha aggiunto: “Abbiamo sempre visto in questo ambito la possibilità di una valorizzazione delle nostre imprese agricole. L’agricoltura deve infatti trovare redditi al di là della stretta cerchia della produzione agricola di base e questi possono arrivare dallo straordinario valore di vivere l’outdoor, cosa che però si scontra con la non gestione della fauna selvatica”.
“Oggi l’attenzione a questo tema, soprattutto nei riguardi del mondo agricolo, c’è ed è molto marcata” ha detto l’assessore regionale Morroni per poi aggiungere: “C’è anche reattività da parte del nuovo governo e del ministro visto il piano di gestione in arrivo per un auspicato, drastico e rapido ridimensionamento di cinghiali anche nei nostri territori. Crediamo che un ruolo particolarmente significativo per far sì che questo problema diventi una risorsa lo si ha con la nascita della filiera, una filiera ben strutturata e che renda protagonista l’impresa agricola. Noi come Regione, anche grazie al confronto costante con il mondo agricolo e venatorio, stiamo facendo la nostra parte”.
Sulla gestione del territorio, anche per avere selvaggina migliore e come fonte di reddito, ha parlato infine Primi: “È opportuno che la fauna selvatica possa essere motore del rilancio dell’economia rurale soprattutto dell’alta collina. Ad esempio, sfruttando le risorse del Psr, con misure strutturali è possibile prevedere filiere della carne di selvaggina per fare economie delle aziende agricole”.

Le iniziative di Confagricoltura Umbria ed EPS Umbria al Caccia Village proseguono ora fino al 14 maggio. Durante la manifestazione, nel padiglione 7 Stand 23, si stanno svolgendo varie attività per presentare la vasta gamma di servizi: da quelli amministrativi/fiscali e assicurativi a quelli di natura tecnica e gestionale, fino ai corsi di formazione organizzati da Enapra, Cratia ed Eps. In programma anche workshop dedicati a temi relativi alla fauna selvatica e alla gestione delle carni di selvaggina e show cooking: momenti di arte culinaria dove le carni e le erbe selvatiche sono protagoniste.




Mattatoio a Terni, Cia Umbria si confronta con i candidati a sindaco

In vista delle prossime elezioni amministrative a Terni, Cia Agricoltori italiani dell’Umbria si è fatta portavoce per lanciare un appello al futuro sindaco affinché si impegni nella realizzazione di un mattatoio territoriale coinvolgendo anche i comuni limitrofi. E lo ha fatto con un incontro in cui ha invitato a partecipare i sette candidati a diventare primo cittadino di Terni.

Insieme a Matteo Bartolini, al presidente di Cia Umbria, Fabrizio Busti, il presidente di Cia Terni, Mario Illuminati, imprenditore e membro del comitato esecutivo regionale di Cia con delega alla zootecnia, Romeo Corazzi, Asl Umbria 2, i candidati a sindaco di Terni: Stefano Bandecchi, Paolo Cianfoni, Emanuele Fiorini, Jose Maria Kenny, Orlando Masselli e Silvia Tobia. Per il candidato Claudio Fiorelli, impossibilitato a partecipare, era presente Thomas de Luca.

Fabrizio Busti, ha ringraziato i candidati per aver accolto l’invito e ha spostato subito l’attenzione sul tema del mattatoio. “Il settore zootecnico è di grande importanza per la nostra città e per i territori circostanti, rappresentando una fonte di reddito per molte famiglie e contribuendo alla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Tuttavia, la mancanza di un mattatoio territoriale rappresenta un ostacolo importante per lo sviluppo di questo settore, costringendo gli allevatori a trasportare gli animali nelle strutture presenti nelle zone limitrofe che, ad oggi, risultano inefficienti, piccoli e caratterizzati da alti costi di lavorazione”.

Alla base della riflessione, c’è la convinzione di Cia che la realizzazione di un mattatoio territoriale, in collaborazione con i comuni limitrofi, rappresenterebbe una grande opportunità per lo sviluppo sostenibile del settore zootecnico, garantendo una maggiore sicurezza e qualità dei prodotti e riducendo al minimo gli impatti ambientali legati al trasporto degli animali.

“Inoltre – ha sottolineato il presidente regionale Matteo Bartolini – , la creazione di un mattatoio territoriale rilancerebbe il comparto e consentirebbe agli allevatori di abbattere le spese, anche a vantaggio dei consumatori e potrebbe favorire la nascita di nuove opportunità imprenditoriali e di lavoro, creando posti di lavoro locali e sostenibili e promuovendo lo sviluppo di una filiera corta e di qualità.

Pertanto, chiediamo al futuro sindaco della città di Terni di assumersi l’impegno di realizzare un mattatoio territoriale, coinvolgendo i comuni limitrofi e collaborando con gli allevatori e le associazioni del settore per garantire un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni locali. Siamo convinti che la creazione di un mattatoio territoriale rappresenterebbe un passo importante verso un futuro più sostenibile e solidale per la nostra città e i territori limitrofi”.

A parlare sono i dati, dell’Asl Umbria 2. “Nel 2019 – ha sottolineato Corazzi – , ultimo anno intero d’attività del mattatoio visto che nel 2020 è stato poi chiuso e smantellato, i capi macellati sono stati bovini e bufalini 1850, ovicaprini 7277, suini 11.799 ed equini 15 con una media settimanale di circa 400 capi. In questa riflessione si può pensare come una nuova struttura, efficiente e fatto con criteri moderni, possa ad esempio diventare un punto di riferimento per zone limitrofe, come ad esempio Rieti, dove anche li non c’è più un mattatoio. Tra gli aspetti positivi di una nuova struttura, quelli del benessere animale con la diminuzione dei tempi di trasporto e attesa nelle stalle di sosta con la diminuzione dello stress che si ripercorre anche sulla qualità delle carni”. Oltre alla macellazione sarebbe utile l’attività di sezionamento e confezionamento comprese quelle per la macellazione per uso privato, un centro di lavorazione selvaggina e l’istituzione al suo interno di una scuola di formazione per addetti alla macellazione e norcineria.

La dotazione di un mattatoio di comunità, si è detto, rappresenterebbe anche una risorsa fondamentale all’interno di uno scenario di sviluppo locale più ampio che comprende la trasformazione dei prodotti, il turismo rurale e la ristorazione di qualità di un territorio presso agriturismi, ristoranti e macellerie. Senza dimenticare le produzioni che puntino a valorizzare le tradizioni di un territorio, come, ad esempio, nelle norcinerie e l’arte della lavorazione delle carni suine ad opera del norcino rappresentate dalla norcineria e, quindi, dall’arte della lavorazione delle carni suine ad opera del norcino.

I candidati hanno preso parte al dibattito e, tutti, all’indomani delle elezioni, hanno concordato nel volere aprire dei tavoli di confronto per attualizzare un progetto comune.




Vinitaly, Agabiti (Regione Umbria): parte campagna di comunicazione per far conoscere nostre eccellenze enogastronomiche e culturali. VIDEOINTERVISTA

“Abbiamo avuto un’importante campagna di comunicazione in Italia, e ora stiamo lavorando per far conoscere e promuovere l’Umbria all’estero. Per le tante eccellenze faremo una comunicazione integrata per conoscere il nostro patrimonio artistico e culturale, le nostre eccellenze enogastronomiche, il nostro territorio meraviglioso fatto di grandi città e piccoli borghi, che ne rappresenta l’identità di una terra ricca e variegata.”

Così ad AGRICOLAE Paola Agabiti, assessora della Regione Umbria al turismo, in occasione di Vinitaly 2023.




Cai Agromec invita le aziende agromeccaniche del Centro Italia ad Agriumbria 2023

Cai Agromec (l’organizzazione sindacale che rappresenta l’80% delle 18.000 imprese agromeccaniche presenti in Italia), sarà presente come di consueto ad Agriumbria, la storica manifestazione dedicata all’agricoltura, giunta quest’anno alla 54esima edizione, in programma negli spazi del quartiere fieristico di Bastia Umbra (Pg) dal 31 marzo al 2 aprile.

Cai Agromec è pronta ad accogliere le imprese agromeccaniche delle regioni centrali d’Italia all’interno del Centro Congressi con uno spazio dedicato ai temi che più stanno a cuore alle imprese agromeccaniche: da quelli più tecnici (sicurezza e circolazione stradale) a quelli economici (costi di esercizio e finanziamenti pubblici).
Il punto informativo sarà aperto venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile dalle 9 alle 17, con la presenza di tecnici qualificati e di una delegazione dell’associazione imprese agromeccaniche della provincia di Perugia (Aiapp), della quale farà parte la direttrice Laura Boni.




Agricoltura, a Roma l’Umbria protagonista alla conferenza economica Cia

Sono molte le questioni umbre che, a Roma, durante la IX Conferenza Economica di CIA Agricoltori Italiani, sono state poste al centro del dibattito e del confronto con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ma anche con gli altri autorevoli esponenti delle istituzioni italiane ed europee presenti al Palazzo dei Congressi: Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale; Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr; Janusz Wojciechowski, commissario Europeo per l’Agricoltura.

Cia Agricoltori dell’Umbria, nei giorni scorsi, era presente con una delegazione di delegati guidata dal presidente Matteo Bartolini, anche vicepresidente nazionale di Cia. 

Al centro del dibattito le problematiche relative a fauna selvatica, al dissesto idrogeologico, degli squilibri di mercato, degli effetti dei cambiamenti climatici. E ancora, dalla legge sul giusto prezzo agricolo lungo la filiera al piano di insediamento abitativo nelle aree rurali, dalla sperimentazione in campo aperto delle nuove tecniche genomiche all’ora di educazione alimentare nelle scuole, dagli effetti del cambiamento climatico, alle pensioni degli agricoltori. 

Tutti punti che hanno trovato spazio nel manifesto di Cia: un documento programmatico che mette nero su bianco emergenze e proposte, richiamando all’azione il Governo, per definire insieme un nuovo grande progetto di Sistema Paese con l’agricoltura protagonista, basato su quattro ambiti: rapporti di filiera e di mercato; servizi infrastrutture e aree rurali; clima energia e ambiente; orizzonte Europa. A supporto, per Cia, lo studio ad hoc di Nomisma “Le nuove sfide per l’agricoltura italiana”, illustrato dal responsabile per l’agroalimentare Denis Pantini. Ritrae un’Italia in crisi e più preoccupata della media Ue per inflazione, povertà e guerra, con il 51% dei cittadini in difficoltà economiche contro il 45% del resto d’Europa. Cambiano così i consumi alimentari per l’84% dei cittadini, con lo stop al superfluo per il 46% e solo il 22% che non rinuncia alla qualità. C’è poi un’Italia agricola che si distingue per le attività connesse, come agriturismi, fattorie sociali e didattiche, agroenergie e che valgono 5,3 miliardi e incidono sulla produzione nazionale per oltre il 10% contro una media Ue di appena il 4%. 

“Gli agricoltori di Cia – ha detto Bartolini – sono protagonisti in prima persona dell’attività sindacale della loro organizzazione, fornendo contributi concreti al dibattito. La consapevolezza è quella della criticità del momento storico che stiamo vivendo a livello internazionale, ma c’è anche la fiducia nella capacità dell’agricoltura di reggere l’impatto delle crisi, attraverso le potenzialità del sistema agricolo-alimentare, guardando alle sfide europee sul fronte della nuova sostenibilità economica, ambientale e sociale”.

Bartolini ha partecipato anche al panel “Orizzonte Europa” che ha visto il collegamento con Christiane Lambert, alla presidenza del Copa, l’organizzazione degli agricoltori europei, Andrea Gavinelli, commissione europea Dg Sante e Pierluigi Londero, commissione europea Dg Agri.

 




Presentata la nuova annata dell’Olio e.v.o. Dop Umbria. Oggi l’educational tour alla scoperta di biodiversità e territorio regionale

Si è tenuta ieri, lunedì 6 febbraio, a Todi (Pg) la prima giornata dell’Anteprima dell’Olio extravergine di oliva Dop dell’Umbria, la presentazione della nuova annata Dop Umbria, rivolta a giornalisti, chef, ristoratori ed operatori di settore, che dopo una giornata interamente dedicata all’assaggio ed alla conoscenza dell’Olio Dop, prosegue oggi, martedì 7 febbraio con un educational tour alla scoperta dell’Umbria rurale, dei frantoi, del paesaggio e delle emergenze culturali umbre.

 

L’Anteprima Dop, un evento dell’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, realizzato in collaborazione con tutti gli attori del comparto olivicolo umbro, a partire dalla Regione Umbria, il Sistema Camerale dell’Umbria, Promocamera Umbria, Sviluppumbria, il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, il Comune di Todi, l’Istituto Agrario Ciuffelli – Einaudi di Todi, la Strada dei Vini del Cantico, le associazioni di categoria umbre, ha visto la partecipazione di giornalisti delle principali testate nazionali dei settori dell’enogastronomia e del turismo, operatori esteri selezionati dalla Camera di Commercio dell’Umbria, chef umbri del circuito degli Evoo Ambassador, esperti d’enogastronomia ed operatori di settore.

La giornata del 6 febbraio, si è svolta interamente a Todi (Pg) dove la splendida Sala Affrescata del Museo Pinacoteca del Comune è stata lo scenario del “Panel test”, una grande sessione di assaggio di Olio e.v.o. Dop Umbria guidata da Angela Canale, capo panel del Premio Regionale “Oro Verde dell’Umbria” e a cui hanno partecipato oltre 50 persone. A seguire i partecipanti sono stati ospitati presso l’Istituto Agrario “Ciuffelli – Einaudi” di Todi, il più antico Istituto Agrario d’Italia fondato nel 1863, dove si è tenuto il Banco di Assaggio con i produttori di Olio Dop Umbria, un momento di assaggio e confronto diretto con i produttori locali (Dop Colli Amerini Azienda Agricola Oliveto di Amelia e Frantoio Suatoni di Amelia (Tr); Dop Colli Assisi – Spoleto Frantoio Di Spello Uccd Soc. Coop di Spello (Pg), Frantoio Gaudenzi di Trevi (Pg), Gnavolini Raccolta Sapore di Bastia Umbra (Pg), Marfuga Azienda Agraria di Campello sul Clitunno (Pg), Olio Melchiorri di Spoleto (Pg); Dop Colli Martani Azienda Agricola Bacci Noemio di Gualdo Cattaneo (Pg), Decimi di Bettona (Pg), Frantoio La Casella di Todi (Pg), La Montagnola Snc di Torgiano (Pg); Dop Colli Orvietani Azienda Agricola Pelagrilli di Monteleone di Orvieto (Tr),Oleificio Cecci di Castel Viscardo (Tr); Dop Colli del Trasimeno Azienda Agricola Gori Maria Paola di Panicale (Pg), Centumbrie di Magione (Pg)), a cui è seguito l’incontro di approfondimento a cura di Luigi Caricato, Direttore della rivista OlioOfficina, la visita guidata dell’Istituto Agrario e della città di Todi e nel pomeriggio, presso la Sala del Consiglio del Comune di Todi, la conferenza stampa di presentazione della nuova annata dell’olio extra vergine di oliva Dop Umbria.

 

“Un evento come l’Anteprima Dop non celebra solo la qualità di un prodotto certificato, ma anche la qualità di un territorio, perché dal bello nasce il buonocosì ha esordito Paolo Morbidoni, Presidente della Strada dell’Olio dell’olio e.v.o. Dop Umbria, in apertura della conferenza stampa di presentazione dell’annata dell’Olio e.v.o. Dop Umbria, che ha proseguito – La rivoluzione culturale nel settore dell’olio si compirà appieno soltanto quando questo prodotto uscirà definitivamente dall’ambito degli addetti ai lavori e diventerà un prodotto culturale legato all’atto edonistico del mangiare. Quando diventerà esperienza da vendere sul mercato turistico e patrimonio di conoscenza, di chi cerca una qualità nel cibo che sia anche sostenibile e salutistica. Anteprima Dop nasce proprio per spingere fino in fondo questa nuova stagione dell’olio.”

 

Ad intervenire alla conferenza, moderata dal giornalista Luigi Caricato, sono stati inoltre: Antonino Ruggiano, Sindaco di Todi; Michela Sciurpa; Amministratore Unico di Sviluppumbria; Marcello Serafini, Amministratore Unico 3A-PTA Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria;Federico Sisti , Segretario Generale della Camera di Commercio dell’Umbria; Angela Canale e Giulio Scatolini, Capi Panel “Premio Oro Verde dell’Umbria” che hanno dato voce alla preoccupazione che ha caratterizzato il periodo precedente alla raccolta di ottobre/novembre 2022, momento in cui, a seguito della siccità che si è protratta per mesi e del grande caldo estivo, si temeva per il momento della raccolta e frangitura delle olive, ma la sapienza e le capacità ormai consolidate dei produttori, unite alle innovazioni che caratterizzano gli odierni macchinari dei frantoi, hanno fatto sì che per questo anno in Umbria si siano comunque prodotti circa 40.000 quintali di olio extravergine di oliva, a fronte dei 50.000 mediamente prodotti negli anni precedenti.

A raccontare le caratteristiche di questa campagna olearia, Federico Mariotti, Key Manager Certificazione 3A-PTA Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria,società che dal 1998 è autorizzata dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al controllo e certificazione dell’Olio e.v.o. DOP Umbria, che ha raccontato le caratteristiche dell’annata olearia 2022 e della certificazione Dop Umbria, dicendo che l’olio extravergine d’oliva DOP Umbria è stato il primo registrato, in ambito Comunitario, a comprendere l’intero territorio regionale. Le indicazioni sulle modalità produttive sono contenute nel disciplinare e il loro rispetto è controllato, fino all’atto dell’immissione al consumo, dall’Organismo di Certificazione 3A-PTA. Questo meccanismo di controllo, a volte non è percepito appieno nella sua reale importanza dal consumatore: il controllo e la certificazione della produzione e del prodotto, la vigilanza e i controlli dell’ICQRF del Masaf, fanno sì che il sistema dei “controlli” italiano sia tra quelli più efficaci al mondo. Il consumatore che compra un prodotto DOP acquista un prodotto controllato e certificato, un prodotto in possesso delle peculiarità conferite dal territorio di produzione e che contraddistinguono le eccellenze italiane come l’olio della nostra regione. Un prodotto che ha una propria identità e che per caratteristiche procedurali di ottenimento ed intrinseche, si differenzia dalla massa, rientrando in quelle specialità che fanno grande l’Italia.

 

Questi i dati della DOP dell’anno 2022: La campagna olearia 2022 della Dop Umbria è caratterizzata da un forte consolidamento e miglioramento rispetto alla precedente. I dati produttivi estrapolati dal SIAN evidenziano come le olive umbre molite e l’olio atto a divenire DOP Umbria, paragonato alla precedente campagna olearia, segna un + 66%. Alla data odierna sono stati effettuati 111 prelievi che hanno consentito la certificazione già di circa 300.000 litri di DOP Umbria; se si considera il fatto che nell’intera campagna olearia 2021 ne sono stati certificati 326.000, è ragionevole ipotizzare che verrà eguagliato il quantitativo della campagna olearia precedente con nove mesi di anticipo. Per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche degli oli della campagna 2022 si riscontra un miglioramento rispetto all’anno precedente per la parte chimica, oltre ad uno splendido equilibrio delle caratteristiche organolettiche in termini di fruttato, amaro e piccante. In particolare “come dato medio riscontrato, abbiamo i seguenti risultati: Ac. % 0,19; N.P. 3,9; PFT 543; Ac. Oleico% 74,3; colore verde, fruttato verde, Mfruttato 3,9; Mamaro 4,0, MPiccante 4,2”. In definitiva è ragionevole affermare che le peculiarità della campagna olearia 2022 rappresentano un elemento di grande attrattiva per il mercato, mercato che sottolinea un grande interesse per “l’oro verde” della nostra regione, rappresentato dalla DOP Umbria.

A concludere la conferenza l’intervento dell’Assessore alle politiche agricole e agroalimentari ed alla tutela e valorizzazione ambientale della Regione Umbria, Roberto Morroni che ha detto “L’olio caratterizza l’identità culturale e paesaggistica di questo nostro territorio umbro. Come amministrazione regionale abbiamo investito per avere frantoi all’avanguardia, per sviluppare un’unione di intenti tra i produttori e sviluppare la filiera corta. Quello che in pochissimi imprenditori illuminati, inizialmente hanno avuto l’ardire di fare, cioè di trattare l’olio come un elemento culturale di traino per il territorio e per il turismo, come amministrazione regionale, abbiamo cercato di farlo fare anche al resto delle aziende olearie dell’Umbria, anche grazie allo studio di un disciplinare sull’oleoturismo, perché oltre alla produzione, questa è la nuova frontiera su cui puntare, rendendo i frantoi al pari delle cantine, dei luoghi di accoglienza. Queste ed altre sono le ragioni per cui oggi l’Umbria è da considerarsi un vero e proprio “laboratorio” ed incubatore per la promozione dell’olio e dell’oleoturismo”.

La prima giornata di “Anteprima Olio Dop Umbria” si è conclusa a Collazzone (Pg) presso il Frantoio I Potti de Fratini – luogo simbolo di come la produzione di olio di alta qualità, possa essere affiancata dall’accoglienza e dalla proposta di esperienze immersive di oleoturismo – con una Cena Oleocentrica ad 8 mani con gli chef: Filippo Artioli chef de La Trattoria di Oscar, Giancarlo Polito chef di Tipico Osteria dei Sensi & Locanda del Capitano di Montone, Giulio Gigli chef di Une Ristorante di Capodacqua di Foligno e Marco Gubbiotti chef di Cucinaa Progetto Gastronomico di Foligno; che fanno parte del circuito “Evoo Ambassador”, la rete creata dalla Strada dell’olioe.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria.

Nella seconda giornata di Anteprima Olio Dop Umbria,martedì 7 febbraio invece, l’esperienza dedicata a chef, giornalisti e professionisti del settore – con l’intento di rimarcare il peso del territorio di origine che incide sulla qualità organolettica dell’olio, ma che sta sempre più diventando una chiave di lettura originale ed affascinante, per i turisti che visitano i territori di produzione – prosegue con un tour alla scoperta della biodiversità e delle sottozone della Dop Umbria, a partire dalla visita al Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, per proseguire poi con due percorsi creati ad hoc, nei Colli Martani, Assisi – Spoleto e nel Colli Amerini, per far conoscere ai partecipanti, il paesaggio e le emergenze culturali umbre in inscindibile connubio con i peculiari prodotti della regione, fino a trovarsi per il saluto finale, presso il Frantoio Sautoni di Amelia (Tr), dove verrà anche presentato “Amerino Tipico”, un progetto di sviluppo territoriale e di valorizzazione del cibo, a partire dall’olio, come elemento chiave per l’innovazione territoriale e nuova opportunità di racconto del paesaggio Amerino.

L’Anteprima dell’Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria è un evento della Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria, che fa parte del progetto “Esperienze lungo le Strade dell’Olio Dop Umbria” – PSR per l’Umbria 2014-2020 – Misura 16.3.3., che ha come partner tecnici Cancelloni Group, I Potti de Fratini e Giuliano Tartufi. L’organizzazione e la comunicazione sono a cura di ADD Comunicazione ed eventi.




Il 6 e 7 febbraio 2023 in Umbria la presentazione della nuova annata dell’Olio Dop Umbria

Il 6 e 7 febbraio 2023 l’Umbria racconta il suo olio extravergine di oliva DOP con la seconda edizionedell’Anteprima della Dop dell’Umbria, la presentazione della nuova annata Dop Umbria, rivolta a giornalisti, chef e operatori di settore.

L’Anteprima, organizzata dall’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, è un’assoluta novità nel panorama degli eventi di promozione dedicati agli oli extravergini di oliva certificati, che va ad arricchire l’importante lavoro di promozione integrata del territorio regionale e dell’Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria, già portato avanti con Frantoi Aperti in Umbria, uno dei più importanti eventi di oleturismo d’Italia, che proprio nel periodo della frangitura delle olive, mette al centro dei riflettori l’Umbria rurale, i borghi ad alta vocazione olivicola ed i produttori di olio e.v.o Dop Umbria.

Nei due giorni di Anteprima dell’Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria, a cui parteciperanno giornalisti delle principali testate nazionali dei settori dell’enogastronomia e del turismo, operatori esteri selezionati dalla Camera di Commercio dell’Umbria, chef umbri del circuito degli Evoo Ambassador, esperti d’enogastronomia ed operatori di settore, saranno coinvolti tutti i soggetti che a vario titolo fanno parte del mondo dell’Olio e.v.o. Dop Umbria.

La giornata del 6 febbraio, si svolgerà a Todi (Pg) e sarà interamente dedicata all’assaggio e alla conoscenza del prodotto. Si comincia alle ore 10.00nella Sala Consiliare del Comune di Todi con un Panel Test, una sessione di assaggio di Olio E.v.o. Dop Umbria a cura dei capi Panel del Premio Regionale “Oro Verde” dell’Umbria, Angela Canale e Giulio Scatolini, per poi spostarsi presso l’Istituto Agrario “Ciuffelli – Einaudi” di Todi il più antico Istituto Agrario d’Italia, nato nel 1863, dove ogni anno si diplomano decine di periti agrari che facilmente trovano impiego nel settore agroalimentare.

Presso l’Istituto Agrario “Ciuffelli – Einaudi” di Todi durante la mattinata si terrà un Banco di Assaggio con i produttori di Olio Dop Umbria, una possibilità davvero unica per confrontarsi direttamente con i produttori locali, a cui seguiranno una serie di attività formative e di approfondimento, la visita guidata dell’Istituto Agrario e della città di Todi e nel pomeriggio, alle ore 18.00, presso la Sala Affrescata del Museo Pinacoteca della città, si terrà la conferenza stampa di presentazione della nuova annata dell’olio extra vergine di oliva Dop Umbria.

La giornata si chiuderà presso il Frantoio I Potti de Fratini di Collazzone (Pg) – luogo simbolo di come la produzione di olio di alta qualità, possa essere affiancata dall’accoglienza e dalla proposta di esperienze complete di oleoturismo – con una CenaOleocentrica ad 8 mani con gli chef: Filippo Artioli chef de La Trattoria di Oscar, Giancarlo Polito chef di Tipico Osteria dei Sensi & Locanda del Capitano di Montone, Giulio Gigli chef di Une Ristorante di Capodacqua di Foligno e Marco Gubbiotti chef di Cucinaa Progetto Gastronomico di Foligno; che fanno parte del circuito “Evoo Ambassador”, la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria.

Martedì 7 febbraio invece l’esperienza, dedicata a chef, giornalisti e professionisti del settore – con l’intento di rimarcare il peso del territorio di origine che incide sulla qualità organolettica dell’olio, ma che sta sempre più diventando una chiave di lettura originale per i turisti che visitano i territori di produzione – proseguirà con un tour alla scoperta delle sottozone della Dop Umbria che partirà dalla visita al Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria3A-PTA, ente che si occupa della certificazione della denominazione d’origine protetta (DOP) Umbria dell’olio, per proseguire poi con gli itinerari del San Felice, dei Colli Martani e del Rajo nei Colli Amerini; percorsi creati ad hoc per far conoscere ai partecipanti, il paesaggio e le emergenze culturali umbre in inscindibile connubio con i peculiari prodotti della regione, fino a trovarsi per il saluto finale, ad Amelia (Tr).

L’Anteprima dell’Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria è un evento che fa parte del progetto “Esperienze lungo le Strade dell’Olio Dop Umbria” – PSR per l’Umbria 2014-2020 – Misura 16.3.3., organizzato dalla Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria – in collaborazione con la Regione Umbria, il Sistema Camerale dell’Umbria, Promocamera Umbria, Sviluppumbria, il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3A-PTA, il Comune di Todi, l’Istituto Agrario Ciuffelli – Einaudi di Todi, la Strada dei Vini del Cantico, le associazioni di categoria umbre (CIA, Coldiretti e Confagricoltura) e con il supporto di ADD Comunicazione ed eventi, Cancelloni Group, I Potti de Fratini e Giuliano Tartufi.

 




Cia Umbria: “Bollicine made in Umbria per brindare alle feste”

Bollicine made in Umbria per brindare alle festività del Natale e all’anno nuovo. Oltre ai prodotti della tradizionale gastronomica come le lenticchie, la notte di San Silvestro vedrà come protagoniste le bollicine locali. “Nonostante in Umbria non ci sia la tradizione della spumantizzazione, come invece accade nel nord d’Italia, i produttori agricoli del territorio negli ultimi anni hanno vissuto una vera e propria evoluzione qualitativa”. Lo ha detto Nicola Chiucchiurlotto dell’azienda agricola Madrevite a Castiglione del Lago, tra le imprese associate a Cia Agricoltori dell’Umbria. In Umbria, infatti, sono sempre di più le aziende che, oltre ai terroir storicamente e tradizionalmente conosciuti, scelgono di differenziarsi e mettersi in gioco con un prodotto che al mercato piace. “I piccoli e grandi produttori umbri – ha aggiunto Chiucchiurlotto – hanno dimostrato l’ascolto contemporaneo di una lettura adeguata allo scenario enologico moderno che, parallelamente alla valorizzazione delle peculiarità del territorio, li ha portati ad affacciarsi al mondo delle bollicine”.

Dalle dolci colline del Trasimeno fino a quelle dell’Orvietano. Anche qui alcune aziende agricole si sono affacciate alla produzione di bollicine con ottimi risultati. “Abbiamo imbottigliato Simcha’ spumante Brut metodo Charmat e Simcha’ spumante Brut metodo Classico – ha detto Massimo Ciaffardini Ceo&Founder dell’azienda agricola Casale Ciaffardini srl, in località Poggente, Orvieto Sono vini che ci stanno dando grandi soddisfazioni. Oltre alle nostre vigne, alla posizione collinare e ventilata, e alle proprietà dei nostri terreni, ruolo fondamentale è giocato dal nostro enologo, Prof. Riccardo Cotarella, tra i migliori al mondo. Possiamo dire che anche l’Umbria sa fare ottime bollicine che non hanno nulla da invidiare a quelle venete o francesi”.

Bollicine anche in località Rocca Ripesena sempre nell’Orvietano. “E’ stata un’idea di mio figlio, che è enologo – ha spiegato Giovanni Dubiniall’azienda agricola Palazzone – . E’ una produzione limitata, che stiamo sperimentando ma che, devo ammettere, ha riscosso successo”. Insomma, l’Umbria premia le feste. Anche quest’anno le famiglie italiane scelgono di trascorrere Natale, Capodanno e l’Epifania negli agriturismi umbri che in questi giorni e nei prossimi accoglieranno molti tristi che vogliono coniugare il piacere di una location nella natura, i confort e le bellezze del patrimonio artistico delle città umbre. “La stagione è andata bene – ha concluso Dubini che gestisce anche un agriturismo-, le prospettive per il 2023 sono buone e le prenotazioni, rispetto a quelle del 2022, sono in aumento”.




AgriUmbria. Presentata ad EIMA (Bologna Fiere) la nuova edizione della Mostra nazionale agricoltura, zootecnia e alimentazione (Umbriafiere 31 marzo, 1-2 aprile 2023)

Siccità e cambiamenti climatici hanno messo in evidenza negli ultimi mesi la drammaticità della mancanza di acqua in agricoltura. Coldiretti ha stimato perdite pari al 10% della produzione agroalimentare nazionale, per un valore superiore ai 6 miliardi di euro. Secondo il WWF, in alcuni casi, i numeri delle perdite sono drammatici: fino al 70% in meno per diverse varietà di frutta e verdura, tra il 50 e il 60% in meno per il mais, tra il 10 e il 30% in meno per il grano, il 45% in meno per il mais e i foraggi per l’alimentazione degli animali, il 20% in meno per il latte. Ecco perché il tema dell’acqua è di primaria importanza per l’agricoltura. Ecco perché ad Eima International, in corso a Bologna, durante la presentazione della 54esima edizione di Agriumbria si è parlato della gestione delle risorse idriche, sia in agricoltura che in zootecnia, in “Acqua e tecnologia: la sfida del futuro in agricoltura” focus che si è tenuto oggi, 10 novembre. Un seminario per fare il punto sul contributo innovativo della tecnologia applicata al risparmio dell’acqua e ad una gestione sostenibile della risorsa. «Abbiamo voluto mettere a fuoco uno dei temi fondamentali per le sfide del futuro in agricoltura – ha spiegato il Presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri – è del resto uno dei segreti di Agriumbria, che oggi abbiamo come ormai di consueto presentato ad Eima International, quello di creare confronti tra mondo degli imprenditori e mondo della scienza e della ricerca».

Durante il seminario è stato presentato un documento dal titolo “Strategie e tecnologie sostenibili per la gestione delle risorse idriche in agricoltura”, rapporto dell’Università di Perugia realizzato per Agriumbria. Ad illustrarlo è stata Francesca Todisco, docente di Idraulica agraria e sistemazione idraulico-forestali dell’Ateneo perugino.

Il rapporto: ridurre sprechi e perdite, diffondere tecniche di irrigazione di precisione. Oggi è sempre più forte il legame tra garanzia di produzioni agricole adeguate dal punto di vista qualitativo e quantitativo e disponibilità di risorsa idrica. Senza un’adeguata pianificazione, la competizione per l’uso di tale risorsa determinerà situazioni conflittuali e limitazioni nell’uso viste le criticità nell’approvvigionamento e nella gestione dell’acqua. Secondo il rapporto sono oggi importanti l’incremento e la valorizzazione dei sistemi di approvvigionamento, la tutela della disponibilità e della qualità della risorsa idrica, l’ammodernamento dei sistemi di irrigazione e le politiche, anche transfrontaliere, di gestione della risorsa e dei rischi connessi, la tariffazione e l’educazione ad un uso consapevole dell’acqua. Ma determinanti per l’Agricoltura sono due aspetti. La minimizzazione degli sprechi e delle perdite nelle reti di distribuzione. Una soluzione da portare avanti attraverso sistemi avanzati per il monitoraggio, il controllo e la gestione adattiva delle reti e la quantificazione dei volumi distribuiti da dati satellitari. E la diffusione di tecniche di gestione basate sui principi dell’irrigazione di precisione. In questo caso diventano indispensabili i Decision Support Systems, DSS basati su modelli adattivi e integrati con sensoristica di contatto e da remoto, droni, satelliti, fotocamere, intelligenza artificiale, big data. Questi due aspetti che l’Università di Perugia ha focalizzato su Agriumbria, sono sviluppati nel progetto PNRR Agritech – SPOKE 3, che ha l’obiettivo di fornire strumenti innovativi per facilitare l’adozione di tecnologie e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale, sviluppare e valutare metodi adeguati per ottimizzare, monitorare e modellare il suolo e le risorse idriche a diverse scale spaziali e temporali, definire ed applicare modelli e strumenti intelligenti e sostenibili per l’ottimizzazione della gestione delle acque agricole.

Nell’incontro di oggi, Stefano Ansideri, Presidente di Umbriafiere, ha presentato come detto l’edizione numero 54 in programma a Bastia Umbra dal 31 marzo al 2 aprile 2023. La filiera agricola sarà il fil-rouge di quella che ormai è la manifestazione di riferimento nel panorama fieristico del centro-sud.

“La fi(li)era è servita” è, infatti, il claim della prossima edizione rappresentata da un piatto all’interno del quale si trovano i tre pilastri della manifestazione: zootecnia, meccanizzazione e la carne di cui Agriumbria è diventato polo nazionale di riferimento. Intorno al centro del piatto sono riportati altri elementi della filiera che, come detto, sarà il tema della prossima edizione di Agriumbria che avrà proprio dei focus specifici a partire dalla risorsa idrica e al suo futuro incerto, passando per l’innovazione e quindi la formazione, fino al consumatore finale. Quella 2023 sarà anche la prima edizione da quando Agriumbria, con la firma dell’accordo con l’Associazione Italiana Allevatori, è diventata ufficialmente il “Polo delle Carni Italiane”, accordo che affianca l’Osservatorio sui consumi. Si prospetta quindi una edizione ricca non solo di espositori, ma anche di novità dal punto di vista della tecnica e della scienza applicabili in agricoltura.

Agriumbria nasce da una felice intuizione dell’ideatore della manifestazione agricola, Lodovico Maschiella, e nel 1969 viene organizzata la prima “fiera moderna”, la fiera dell’agricoltura. Negli anni è nata l’Associazione Agriumbria, composta da Enti e Associazioni di categoria, per la gestione e il coordinamento della fiera. Oggi, dopo un lungo percorso, Agriumbria, Mostra dell’Agricoltura, Zootecnia e Alimentazione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e costituisce un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’Agricoltura.




Ponte dei morti, Cia Umbria: bel tempo salva agriturismi

L’eccezionale ondata di bel tempo durante il ponte dei morti favorisce le vacanze degli italiani negli agriturismi, che in tempi di crisi costituiscono un’alternativa low budget ai viaggi all’estero. Secondo Cia Agricoltori Italiani e Turismo Verde, la sua associazione per la promozione agrituristica, tra il 28 ottobre e il primo novembre si registra, infatti, un +20% di prenotazioni rispetto all’anno scorso, che scontava limitazioni legate alla pandemia. Il costo medio del pernottamento per una famiglia di 4 persone in una struttura agrituristica è di 120 euro complessive, mentre per chi sceglierà la sola ristorazione il costo medio si aggira sui 35 euro pro capite. A testimoniare il tutto esaurito nelle strutture umbre, l’agriturismo “Marilena la Casella” a Lisciano Niccone. «Per il Ponte siamo al completo – dicono dalla struttura – , abbiamo dovuto dire no a tantissimi turisti che volevano raggiungere l’Umbria da tutta Italia». Ma le prenotazioni hanno interessato le strutture di tutta l’Umbria.

L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, in grado di venire incontro al desiderio di vacanze sostenibili e connesse alla natura. «Dal nord al sud dell’Umbria, gli agriturismi locali segnalano un boom di prenotazioni. Buoni segnali che arrivano dal settore confermano la ripresa – ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori dell’Umbria -, ma la preoccupazione ora si concentra sull’aumento dei costi di gas e luce che, nei mesi invernali, mette a rischio l’operatività delle strutture e, se necessario, la loro chiusura fino alla Pasqua. Stiamo sollecitando con vigore un’azione di governo realmente incisiva in vista della prossima manovra di bilancio». Ad accogliere i turisti, le tante le iniziative messe in campo sul territorio per puntare sulle eccellenze locali, dal tartufo all’olio.

E’, infatti, troppo costoso tenere aperte nell’autunno/inverno strutture spesso di grandi dimensioni, che hanno bisogno di un grande dispendio energetico per il riscaldamento. Cia ricorda che la superficie media della camera di un agriturismo è di circa 36 mt2, quasi il doppio di quella di un albergo e i previsti rincari in bolletta non potranno essere compensati dalla presenza degli ospiti. Resta comunque la preoccupazione degli agriturismi umbri per i rincari energetici, che in gran parte fermeranno le attività dopo il ponte, per riaprire non prima di Pasqua. «Se gli imprenditori hanno avuto nel biennio passato – ha concluso Bartolini – la capacità di reagire allo shock imposto dalla pandemia limitando le perdite rispetto ad altri comparti turistici, ora la crisi energetica desta grande preoccupazione»




Cia Umbria, rinnovabili: vantaggi per aziende e cittadini, no a speculazioni

 

«C’è il rischio reale che molte aziende agricole debbano chiudere non essendo più in grado di sostenere ulteriori aumenti dei costi. Oggi l’attenzione si sposta sulla fase di trasformazione del prodotto agricolo: la preoccupazione più alta è, ad esempio, per chi produce tabacco e deve asciugare il prodotto, chi produce vino nelle cantine, per chi fa olio, quindi nei frantoi, ma anche nei mattatoi, dove l’aumento dei costi energetici ora si fa pericolosamente sentire».

A lanciare l’allarme è Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori Italiani dell’Umbria.

«Per l’economia regionale umbra – continua il presidente Bartolini – , principalmente agricola ma non solo, c’è la necessità che il governo regionale si adoperi per far sentire la propria voce al governo nazionale, affinché nella prossima finanziaria vengano adottate misure utili per i ristori.

Serve una misura immediata da inserire nella prossima finanziaria e una programmazione di medio e lungo termine affinché la Regione, unitamente con l’Anci, apra un tavolo per la semplificazione burocratica, per la diffusione delle comunità energetiche e per permettere l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia rinnovabile. Energia che deve essere messa a disposizione delle aziende locali e dei cittadini umbri, non certo per fare speculazione. E’ fortemente necessario che qualora ci sia una opportunità, più che auspicata, per le energie da fonti rinnovabili, venga lasciata nelle mani di piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, aziende agricole per permettere la sopravvivenza di coloro che sono il tessuto economico e sociale dell’Umbria. Questo, infine, permetterà anche l’abbandono di una problematica di carattere ambientale per tutta la regione e i cittadini».




Agriumbria: la fi(li)era è servita. Si scaldano i motori per la 54esima edizione, la prima da quando è “Polo nazionale delle carni”

 

La filiera sarà al centro della edizione numero 54 di Agriumbria, la fiera per eccellenza per il mondo dell’Agricoltura in programma dal 31 marzo al 2 aprile 2023, nei padiglioni di Umbriafiere, a Bastia Umbra (Pg), con un programma sempre più indirizzato alle esigenze degli imprenditori di un settore in continua evoluzione e crescita costante. In attesa di presentare il nuovo modello fieristico, pensato anche in conseguenza agli accadimenti a livello internazionale, il Presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri, ha incontrato una delegazione delle Associazioni che contribuiscono alla realizzazione di Agriumbria. Dall’Associazione italiana allevatori, alle associazioni delle singole razze come Anacli, Anabic. Importante anche la presenza nel comitato di Federunacoma e Federacma per la parte della meccanizzazione. Poi le Associazioni di categoria come Cia, Coldiretti, Confagricoltura. «L’obiettivo è dare vita per tempo a un tavolo tecnico che possa mettere a disposizione per questa nuova edizione esperienza, ma anche necessità del mondo rappresentato – spiega Ansideri, Presidente di Umbriafiere – Agriumbria ormai da anni è infatti una fiera “moderna”, che al di là del lato espositivo rappresenta un momento di riflessione, ma anche confronto sul futuro del settore e proprio per questo ho proposto, trovando riscontro, la possibilità di promuovere almeno altri due appuntamenti spalmati nell’arco temporale annuale, su temi di vitale importanza per il settore».

La filiera, il tema, più che mai attuale, della prossima edizione. “La fi(li)era è servita” è lo slogan della prossima edizione di Agriumbria rappresentata da un piatto all’interno del quale si trovano i tre pilastri della manifestazione: zootecnia, meccanizzazione e la carne di cui Agriumbria è diventato Polo nazionale di riferimento. Intorno al centro del piatto sono riportati alcuni altri elementi della filiera che, come detto, sarà il tema della prossima edizione di Agriumbria che avrà proprio dei focus specifici a partire dalla risorsa idrica e al suo futuro incerto, passando per l’innovazione e quindi la formazione, fino al consumatore finale. Sarà anche la prima edizione da quando Agriumbria, firmando un accordo con l’Associazione italiana allevatori, è diventata ufficialmente il “Polo nazionale delle carni di qualità”, accordo che affianca l’Osservatorio sui consumi. Si prospetta quindi una edizione ricca non solo di espositori, ma anche di novità dal punto di vista della tecnica e della scienza applicabili in agricoltura.

 

Agriumbria nasce da una felice intuizione dell’ideatore della manifestazione agricola, Lodovico Maschiella, e nel 1969 viene organizzata la prima “fiera moderna”, la fiera dell’agricoltura. Negli anni è nata l’Associazione Agriumbria, composta da Enti e Associazioni di categoria, per la gestione e il coordinamento della fiera. Oggi, dopo un lungo percorso, Agriumbria, Mostra dell’Agricoltura, Zootecnia e Alimentazione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e costituisce un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’Agricoltura.