Vinitaly, Zaia: giovani crescono nell’agroalimentare con l’innovazione, ma dobbiamo valorizzarli

“Il Veneto raccoglie il meglio del vino italiano, siamo la prima regione per produzione ed esportiamo per 3,8 miliardi. Vinitaly per noi è anche promozione del territorio, dove abbiamo 72 milioni di presenza turistiche. Questo è merito anche degli agricoltori e viticoltori che coltivano nella nostra regione”.

Così Luca Zaia, Governatore del Veneto, in occasione dell’inaugurazione di Vinitaly 2024.

“Dovremmo interrompere una narrazione negativa sui giovani, che crescono in agricoltura e portano innovazione con sostenibilità, dobbiamo valorizzarli. Da veneto, avendo 350 prodotti tipici, so quanta qualità sappiamo fare. La sfida è la protezione di tutto questo, bloccando l’imitazione dell’agroalimentare italiano, ma l’altra sfida è legata al titolo del nostro stand a Vinitaly: Intelligenza Naturale. Dobbiamo sfruttare ad esempio l’industria aerospaziale, che può portare a ricadute importante sul settore.




Brennero. Caner: Stop a importazioni selvagge. Vogliamo maggiori tutele per le materie prime italiane e venete

Pieno appoggio agli agricoltori italiani e veneti che in queste ore stanno presidiando la frontiera con l’Austria per difendere il made in Italy. Da sempre il Brennero e i porti sono le porte d’ingresso per numerose importazioni, e i nostri imprenditori agricoli dimostrano nuovamente di essere le sentinelle sul territorio di un sistema che innesca la produzione di falsi prodotti che non rispettano le normative italiane ed europee. Sono al fianco del mondo agricolo, tant’è che la Regione si è sempre impegnata per tutelare le eccellenze agroalimentari locali venete, simbolo di una terra, di una tradizione e del rispetto delle regole”.

 

Così l’assessore veneto all’Agricoltura, Federico Caner, interviene sostenendo la protesta organizzata da Coldiretti al Brennero per fermare l’entrata irregolare di prodotti non sicuri.

All frontiera già fermati un carico di cosce di maiale dalla Danimarca, destinazione Isola della Scala, nel veronese. Arriva dalla Moldavia invece un carico di avocado importati dal Sudafrica, e 25 mila litri di latte tedesco diretto a Borso del Grappa a Treviso, formaggio già marchiato con un nome italiano e diretto al Veneto. E ancora 8 tonnellate di carne di maiale e lardo dalla Germania, quintali di uova dalla Polonia, fiori dall’Olanda verso Verona, pane e prodotti dolciari dall’Austria diretti alla volta di Catania.

 

“Non è una presa di posizione contro la libera concorrenza, ma semmai l’ennesimo tentativo di fermare l’invasione di cibo straniero spacciato per italiano e a volte non conforme – conclude Caner -. C’e bisogno di maggiore trasparenza sulle etichette, e non mi riferisco a limitazioni come quelle del Nutri-Score,  affinché i consumatori possano decidere liberamente cosa acquistare e portare in tavola. All’etichetta a semaforo e ad altre inutili classificazioni il Veneto risponde continuando a produrre alimenti di serie A, che si distinguono per il valore delle materie prime utilizzate e trasformate”.




Confagricoltura e Agriturist Veneto: Giornata dell’agriturismo a Verona giovedì 11 aprile

Nuove modalità di collaborazione tra le aziende e opportunità di costituire forme societarie per abbattere i costi. Sarà questo il tema della “Giornata dell’agriturismo”, dal titolo emblematico “L’unione fa la forza”, che si svolgerà giovedì 11 aprile alle 15all’agriturismo Villa Sagramoso Sacchetti di Verona, dimora storica ai piedi della Valpolicella.

Organizzata da Agriturist Veneto e Confagricoltura Veneto, la giornata prevede un convegno che verterà sui limiti, sugli interrogativi e le opportunità della nuova legge regionale. Seguirà un momento conviviale, in cui gli agriturismi e gli agricoltori potranno presentare il loro lavoro e i loro prodotti con l’obiettivo di avviare sinergie e forme di cooperazione, per offrire sulle tavole prodotti locali di eccellenza e qualità.

“La nuova legge regionale comporta l’obbligo per gli agriturismi veneti, nel campo della ristorazione, di utilizzare percentuali molto alte di prodotti propri e regionali – spiega Giulia Lovati Cottini, presidente di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, titolare dell’agriturismo Villa Feriani a Montegalda -. Perciò vorremmo valutare e proporre ai soci di Confagricoltura, quindi a tutti gli agricoltori e non solo agli agriturismi, delle forme di società per abbattere i costi di produzione e sgravare ogni singola impresa. L’avvocato Daniel Piran farà una presentazione di un’ora sui pro e contro delle varie tipologie di collaborazione. Seguirà una seconda parte dedicata alla conoscenza tra aziende, con l’intento di sapere chi fa cosa. Spesso, infatti, compriamo prodotti da aziende non associate di Confagricoltura semplicemente perché non abbiamo conoscenza delle potenzialità e dell’offerta delle nostre realtà”.

La nuova legge regionale prevede nella ristorazione e nella preparazione degli spuntini una quota pari al 50% di prodotto interno aziendale, ma viene diversificata e ampliata la quota di prodotto agricolo veneto e prodotto agricolo a marchio, che è possibile utilizzare nella cucina agrituristica. Di qui la necessità di fare rete. “Ad oggi non mi risulta che ci siano già agriturismi che hanno già avviato sinergie – dice la presidente -. Perciò auspichiamo una grande partecipazione alla giornata di giovedì, in quanto può essere un’opportunità per tutti gli agricoltori di far conoscere le proprie eccellenze agricole e di avviare fruttuose collaborazioni”.

 




Stella nominato commissario straordinario di Avepa. De Carlo (FdI): Finalmente il cambio di passo necessario per gli agricoltori

“Sono certo che la nomina di Fabrizio Stella a commissario straordinario di Avepa sarà in grado di portare il tanto atteso e auspicato cambio di passo necessario per gli agricoltori. L’esperienza e la conoscenza del mondo agricolo di Stella permetteranno infatti di superare quella fase che tanto ha preoccupato i produttori veneti negli ultimi mesi; a Stella il mio più grande augurio di buon lavoro, certo che saprà raccogliere le richieste e rispondere alle esigenze del territorio veneto”.

 

Così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, sulla nomina di  Fabrizio Stella a commissario straordinario di Avepa”.




Fabrizio Stella nominato Commissario Straordinario di Avepa. Zaia: nomina conferma doti professionali di competenza ed esperienze

“Mi congratulo con Fabrizio Stella che ritorna ad Avepa come commissario straordinario e gli auguro buon lavoro. La sua nomina, che sarà effettiva dal 16 aprile, conferma le grandi doti professionali, frutto di una non comune esperienza nel campo dell’agricoltura, dell’impresa e della pubblica amministrazione grazie agli importanti incarichi rivestiti fino ad oggi. Sono certo che il patrimonio di esperienze che Stella porta con sé sia una grande risorsa per l’agenzia che, nata come organismo pagatore dei contributi, ha diversificato via via gli ambiti di competenza, aumentando la rosa degli interventi come interlocutore primario nelle azioni a sostegno delle imprese agricole, in quelle agroalimentari e di altri settori produttivi. Questo è anche il momento, inoltre, per esprimere gratitudine il direttore uscente Mauro Trapani, chiamato come direttore generale a Veneto Sviluppo”.

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime le sue felicitazioni a Fabrizio Stella nominato oggi commissario straordinario di Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), ai fini di garantire continuità all’azione amministrativa dopo il recesso del direttore, che dal 15 aprile è chiamato a nuovo incarico.

 




Vinitaly, l’ambasciata del Brasile celebra i 150 anni dall’immigrazione italiana con le eccellenze enologiche

Il 21 febbraio si celebra la “giornata del migrante italiano”, una data simbolica scelta per ricordare i milioni di connazionali che hanno scelto di attraversare il mare per emigrare in Brasile. Oggi l’ambasciata del paese sudamericano ha voluto festeggiare questa ricorrenza, che nel 2024 raggiunge quota 150 anni, abbinandola all’edizione 56 di Vinitaly, in programma a Verona dal 14 al 17 aprile. All’evento, oltre all’ambasciatore Renato Mosca, hanno partecipato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Federico Caner, assessore del Veneto con delega all’agricoltura e al turismo e Federico Bricolo, presidente di Veronafiere.

“Questo incontro sottolinea i legami storici tra Brasile e Italia. Lo scorso febbraio abbiamo iniziato le celebrazioni per i 150 anni dall’immigrazione italiana in Brasile, perché il loro contributo è stato decisivo per creare l’identità culturale brasiliana. Gli oriundi hanno lasciato una grande eredità nell’arte, in economia, cucina e soprattutto nella viticoltura. Sfruttando le peculiarità dei terreni brasiliani hanno sviluppato stili di produzione propri, con una qualità riconosciuta a livello internazionale. Non a caso la viticoltura si è sviluppata in regioni con forte immigrazione italiana. Sono nate aziende e cooperative che esportano vini e spumanti in tutto il mondo. Secondo i dati internazionali il Brasile è il 14° produttore al mondo e il 13° consumatore”.

Così l’ambasciatore brasiliano Renato Mosca, che conferma la presenza del paese sudamericano a Verona: “Parteciperemo alla prossima edizione di Vinitaly, dove esporremo i nostri vini nazionali, in partnership con l’agenzia brasiliana per gli investimenti (Apex) in collaborazione con la Regione Veneto”.

“Abbiamo un grande rapporto di amicizia con il Brasile, confermato in una serie di avvenimenti in cui condividiamo i nostri percorsi. Il Veneto produce 11 milioni di ettolitri, prima regione produttiva, con la prima denominazione al mondo, il prosecco, ma anche altre eccellenze come l’Amarone. In Brasile i nostri eventi hanno lasciato il segno, anche sul territorio, da qui il fenomeno enologico che nasce proprio dai veneti. Abbiamo un legame a doppio filo con questo paese”, spiega il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

“La Regione Veneto è stata la prima a partecipare a South Wine, in Brasile, con uno stand, a conferma del nostro legame indentitario e culturale, nonché di business e turistico. In questi anni abbiamo investito molto proprio su questo aspetto e abbiamo raggiunto quasi i livelli del 2019, con un aumento del 67% del 2023 sul 2022. Questo significa che il Brasile ha molta voglia di Veneto, un legame che vogliamo sempre più rinsaldare, anche con chi vuole scoprire le proprie origini”, spiega l’assessore Federico Caner.

“Veronafiere si impegna in Italia e all’estero, spinta anche dalla Regione Veneto. Con il Brasile ci sentiamo davvero a casa, dove facciamo le nostre attività fieristiche non solo legate al vino, ma anche per altri settori. Oggi presentiamo Vinitaly, con più di 4000 espositori e ci aspettiamo visitatori da più di 140 paesi del mondo, sempre più orientati al business. Faremo conoscere i vini italiani, ma anche quelli brasiliani, che avranno un settore ancora più ampio”.




Colline del prosecco, siglato accordo per logistica sostenibile cantine. Zaia: area sempre piu’ turistica grazie al suo ambiente

La Giunta Regionale del Veneto ha approvato l’accordo, siglato con gli altri firmatari interessati, per dare attuazione al progetto sperimentale per la gestione sostenibile della logistica delle cantine comprese nell’area delle Colline del Prosecco. Un progetto in coerenza con il Piano Regionale dei Trasporti – che prevede un’azione specifica sullo sviluppo dell’accessibilità dell’area delle colline di Conegliano e Valdobbiadene – che la Regione si è impegnata a sostenere con il contributo di 87.400 euro erogati al Comune di Valdobbiadene in qualità di ente capofila.

Insieme al presidente Zaia per la Regione del Veneto, i firmatari dell’accordo sono: il sindaco Luciano Fregonese per il Comune di Valdobbiadene, la presidente Marina Montedoro per l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la presidente Elvira Bortolomiol per il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene DOCG, il presidente Giorgio Polegato per Coldiretti Treviso, il presidente Mario Pozza per la Camera di Commercio di Treviso e Carlo Antiga per Banca Prealpi San Biagio Credito Cooperativo – Soc. Coop.

“La Regione ha fortemente sostenuto il progetto di inserimento delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nel patrimonio dell’Umanità UNESCO ed è impegnata a sostenere ogni iniziativa rivolta alla valorizzazione del nostro territorio – sottolinea il presidente Zaia -. Questa vocazione oggi si incrocia con il ruolo di coordinamento, regia e pianificazione in materia di trasporti e logistica che le compete.  È intenzione di questo accordo, infatti, affrontare le necessità legate all’economia della zona in un’ottica di logistica sostenibile e con il massimo rispetto per le sue caratteristiche morfologiche, paesaggistiche e culturali”.

Sulle esperienze acquisite anche con progetti precedenti, l’accordo si propone di governare e regolare le iniziative già esistenti e provvedere a varare una serie di attività prioritarie per garantire un sistema logistico sostenibile e adatto alla realtà delle Colline.

“I firmatari dell’accordo riassumono una grande sinergia per il bene di una perla preziosa del Veneto e per le esigenze del suo tessuto produttivo – conclude Zaia -. Stiamo parlando di una zona rurale, universalmente nota per la coltivazione della vite e con una propensione turistica in crescente evoluzione. Vanta una morfologia unica del paesaggio che da un lato è valsa il riconoscimento di sito tutelato dal prestigioso riconoscimento internazionale e dall’altro ha limitato l’evoluzione necessaria a sopportare le mole di traffico generata dallo sviluppo economico e imprenditoriale. All’interno, infatti, vi è un’alta concentrazione di aziende agricole e cantine che, nel corso degli ultimi anni, hanno visto un importante affermazione. Sono due gambe su cui poggia una eccezionale realtà della nostra regione e per le quali ora guardiamo a un futuro in cui nessuna comprometta l’altra”.




Veneto. Sostegno al vitivinicolo. Assessore Caner: pronto un bando da 9,5 mln per investimenti nel settore

“Grazie alla dotazione finanziaria stanziata dal MASAF, riusciamo a sostenere gli investimenti in quello che per noi rappresenta uno dei settori più strategici dell’economia regionale, il vitivinicolo. Per il 2025 il Veneto avrà, infatti, a disposizione oltre 37 milioni di euro, una somma che sarà ripartita tra gli interventi di promozione del vino nei mercati dei paesi terzi, nella ristrutturazione e riconversione dei vigneti, ma anche nella vendemmia verde per perseguire l’attuazione di specifiche politiche di sviluppo regionale”.

Ad annunciarlo è l’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, con l’apertura di un bando specifico, suddiviso in due azioni, dedicato alla linea degli investimenti del valore complessivo di 9,5 milioni di euro.

“In relazione all’apertura del bando per la presentazione delle domande per l’intervento ‘Investimenti’, una parte della dotazione finanziaria verrà utilizzata per il pagamento dei saldi delle domande presentate lo scorso anno, mentre a vantaggio delle nuove domande mettiamo a disposizione 9,5 milioni di euro – specifica Caner -. Il bando viene ripartito in egual misura tra due azioni, entrambe riferite al periodo 2025-2026: una dedicata a investimenti nelle aziende agricole vitivinicole e l’altra per investimenti per la trasformazione e commercializzazione”.

Il termine di presentazione delle domande intese a beneficiare degli aiuti previsti per l’intervento settoriale “Investimenti”, bando biennale annualità 2025-2026, è fissato al 30 aprile 2024, mentre il termine per la definizione della graduatoria di finanziabilità delle domande ammesse è fissato al 30 luglio 2024.




Confagricoltura Veneto. boom del pomodoro da industria a Rovigo e Verona, ma prezzi bassi

Il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori per i cereali sta portando molte aziende del Veneto a orientarsi verso la coltivazione del pomodoro da industria, soprattutto nelle province di Verona e Rovigo, che sono leader regionali del settore. Preoccupa, però, la trattativa per il prezzo 2024 della bacca rossa, che ancora non riesce a decollare. La prima offerta calata dall’industria nel tavolo con i produttori del Nord Italia è, infatti, di 125 euro alla tonnellata, una cifra di ben 25 euro in meno rispetto all’annata 2023.

Una proposta inaccettabile, secondo Camillo Brena, presidente della sezione di prodotto Pomodoro da industria e orticole di Confagricoltura Veneto, titolare di un’azienda a Taglio di Po, nel Rodigino. “L’offerta è addirittura più bassa di quella del 2022, quindi non può andarci bene – sottolinea l’imprenditore agricolo -, soprattutto alla luce dell’attuale contesto economico, fatto di costi in aumento e incertezze cui è esposta la coltura. Pensiamo, ad esempio, all’incremento dei costi assicurativi, ma anche a quello del concime e delle piantine. Da mettere in conto anche le possibili perdite produttive: ricordiamo che l’anno scorso le piogge primaverili e gli eventi grandigeni hanno favorito lo sviluppo di batteriosi e peronospera, portando a perdite medie di produzione fino al 30%. Perciò respingiamo l’offerta e siamo pronti a batterci per spuntare prezzi remunerativi ed equi per i coltivatori”.

Il calo dei prezzi, secondo il presidente, è dovuto al fattoche molte aziende agricole si stanno buttando sul pomodoro, dato il tonfo sul mercato dei prezzi dei seminativi. “In Polesine molti agricoltori si sono orientati verso questa coltura, che già nel 2023 aveva segnato una crescita di oltre il 24%, pensando che il prezzo rimanesse quello dell’anno scorso, cioè 150 euro alla tonnellata. L’industria, di fronte alle previsioni di una maggiore quantità di prodotto, ha dunque pensato bene di abbassare i prezzi. Chiaramente questo sta causando disorientamento nelle aziende, che in questo momento avrebbero invece bisogno di certezze per programmare l’annata. Le piantine vanno infatti ordinate per tempo, dato che il trapianto in campo è previsto per metà aprile”.

Secondo le stime di Veneto Agricoltura, nel 2023 la superficie coltivata a pomodoro da industria in regione ha confermato il trend di crescita dell’annata precedente, portandosi a circa 1.810 ettari (+2,7%). Verona conferma la propria leadership con 1.130 ettari (+2,1%), seguita da Rovigo (465 ettari, +24,5%) e Venezia (145 ettari, -26,3%). Nonostante le piogge primaverile e i fenomeni grandigeni, che hanno favorito lo sviluppo di peronospora e batteriosi, e le alte temperature estive, la resa del pomodoro da industria è leggermente migliorata, portandosi a circa 67 tonnellate all’ettaro (+2,8%) e la produzione è stata stimata a circa 120.700 tonnellate (+5,6%).

 




Food&Science Festival, Confagricoltura Rovigo: L’intelligenza artificiale potrà salvare il Delta del Po

L’intelligenza artificiale diventerà un alleato fondamentale per gli agricoltori del Delta del Po, intervenendo per prevedere in tempo fenomeni sempre più estremi come l’inaridimento del terreno, lo stress idrico delle piante e la risalita del cuneo salino. A dirlo è una ricerca dell’Università di Padova, realizzata in collaborazione con il Consorzio di bonifica del Delta del Po, presentata  in anteprima oggi a Rovigo nel corso del Food&Science Festival Lab, organizzato da Confagricoltura Rovigo con Confagricoltura Mantova al Salone del Grano e dedicato al tema dell’“Agricoltura e intelligenza artificiale – Un nuovo approccio tra sviluppo economico e sostenibilità”.

La ricerca, presentata da Paolo Tarolli, ordinario di Idraulica agraria del dipartimento Territorio e sistemi agroforestali dell’Università, è incentrata sull’aridità nel Nordest che, negli ultimi vent’anni, ha colpito con estati sempre più calde, portando ad un progressivo inaridimento del terreno. L’agricoltura del basso Veneto, in particolare del Delta del Po, che come tutte le zone costiere è più esposta alle conseguenze dei cambiamenti climatici, soffre di stress idrico, con rischio di perdita dei raccolti e sparizione di colture. “Vent’anni di dati sulle precipitazioni del Nordest, dal 2001 al 2021, ci fanno capire come tutta la zona del basso Veneto stia andando verso l’inaridimento – ha spiegato Tarolli -. Le estati sempre più roventi vanificano l’utilità delle piogge, accelerando l’evaporazione idrica del terreno. L’applicazione che stiamo elaborando con il Consorzio del Delta, con il sostegno dei fondi Pnrr, è rivolta a prevedere i fenomeni estremi come la risalita del cuneo salino attraverso l’uso del satellite e di big data, che, sulla base dei numeri riguardanti lo storico, possono aiutarci a sviluppare un indice integrato  che ci consentirà di capire per tempo le situazioni a rischio, le variabili che entrano in gioco e ad agire di conseguenza. In sostanza, attraverso  l’intelligenza artificiale, potremo attivare un sistema di sensori montati su satellite o sul territorio del Delta, attivando un sistema di allerta, con il concorso dei consorzi, della Regione e di altri enti istituzionali”.

Durante la mattinata sono state presentati altri studi e progetti sulla ricerca e sulle tecnologie che stanno nascendo per risolvere il rebus del futuro: produrre più cibo per una popolazione mondiale di 8 miliardi, in costante crescita, evitando di impattare eccessivamente su suolo, energie e consumo idrico. Nel 2050 si prevede un aumento del 110% di fabbisogno di cereali, del 135% di carne e del 140% di soia. “Le nuove tecnologie smart possono aumentare la produttività e ridurre gli sprechi – ha detto Marianna Lo Zoppo, coordinatrice dell’Invernizzi Agrilab, il laboratorio di ricerca Bocconi dedicato all’agricoltura italiana -, distribuire più equamente valore lungo la filiera, incrementare l’efficienza nell’uso delle risorse e preservare i servizi sistemici. Le Tea potranno intervenire per rendere le piante più resistenti, la tracciabilità intelligente minimizzerà le inefficienze, il vertical farming consentirà di coltivare le piante in un ambiente controllato. Ma stanno avanzando anche la tecnologia di desalinizzazione per l’irrigazione, che sfrutterà l’acqua di mare per rendere irrigue aree colpite da scarsità idrica, e i sistemi di acquacoltura a ricircolo, che migliorano la salute dei pesci attraverso una migliore qualità dell’acqua”.

La ricerca è concentrata sulle imprese e sui sistemi che potranno aumentare la resilienza dell’agricoltura di fronte ai cambiamenti climatici, come hanno spiegato Raffaele Giaffreda, coordinatore europeo del progetto Agrifood Tef; Luca ferrari, manager di Cnh Industrial; e Matteo Vanotti, ceo di Xfarm. Bruno Basso, docente di scienze della terra e dell’ambiente alla Michigan State University, si è collegato dagli Stati Uniti per approfondire il tema delle “Tecnologie per un’agricoltura globale”.

Cambiamenti che vengono recepiti dalle associazioni sindacali, come ha riferito Cristina Tinelli, direttore relazioni Ue e internazionali di Confagricoltura, che ha raccontato cosa sta succedendo in Europa e con cambiamenti in atto della Pac, la Politica agricola europea. “Siamo in un momento molto critico, con il crollo dei prezzi dei cereali – ha sottolineato  Lauro Ballani, che ha aperto la giornata con Daniele Sfulcini, direttore di Confagricoltura Mantova, e a Cristiano Corazzari, assessore al Territorio -. Ieri sui mercati il grano duro ha perso 20 euro a tonnellata, una mazzata per i nostri agricoltori, che hanno bisogno di soluzioni e sostegno per continuare a produrre. Noi ci auguriamo che le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale possano dare l’aiuto di cui il nostro settore ha sempre più bisogno”.

 “Non può essere ignorata l’opportunità che le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, mettono a disposizione di chi lavora e produce – ha sintetizzato Cristiano Corazzari, assessore regionale al Territorio -. E questo in particolar modo per un’agricoltura che voglia guardare al futuro, con uno sguardo sempre più attento rispetto ai processi di produzione, alla sostenibilità ambientale e della filiera. L’obiettivo è quello di far arrivare prodotti di qualità sulle tavole dei cittadini, garantendo il reddito a chi produce”.

In chiusura l’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura: “Oggi le aziende agricole, attraverso il digitale e le innovazioni, possono essere più competitive e in grado di risparmiare sulle risorse, con colture migliori e terreni più fertili. In Europa però la Pac non risponde più alle necessità degli agricoltori italiani ed europei, come dimostrano le proteste degli ultimi mesi e i numeri degli ultimi anni. Produciamo meno grano, meno frutta, meno patate e meno barbabietole. Ai prezzi attuali più nessuno, l’anno prossimo, farà grano duro in Italia. Bisogna cambiare e guardare al futuro con concretezza, perché con l’intelligenza artificiale stiamo facendo un cambio epocale e l’Europa deve stare al passo, sostenendo la ricerca e le nuove tecnologie”.




Confagricoltura Veneto. Domani a Rovigo il Food&Science Festival Lab

Agricoltura e intelligenza artificiale – Un nuovo approccio tra sviluppo economico e sostenibilità”, sarà il tema di Food&Science Festival Lab Rovigo, promosso da Confagricoltura Rovigo in collaborazione con Confagricoltura Mantova, che si svolgerà domani, venerdì 8 marzo alle 9, al Salone del Grano in piazza Garibaldi 2 a Rovigo.

Droni, robot che raccolgono la frutta, sensori per l’irrigazione, zootecnia di precisione. L’agricoltura del futuro si affiderà sempre di più all’intelligenza artificiale, con tecnologie e metodologie che saranno in grado di trasformare radicalmente il lavoro agricolo, sia per affrontare i cambiamenti climatici che per ottimizzare i processi di coltivazione e raccolta. Domani scienziati e docenti universitari faranno il punto sulla ricerca e sulle tecnologie che stanno nascendo per le aziende, ma che prenderanno anche spunto da recenti ricerche per tracciare gli scenari futuri di gestione di emergenze, come la siccità.

Sarà Lauro Ballani ad aprire la giornata insieme a Daniele Sfulcini, direttore di Confagricoltura Mantova, e a Cristiano Corazzari, assessore al Territorio. Quindi si parlerà di “politiche agricole e orizzonti tecnologici” con Paolo Benanti, presidente della commissione Ia (Intelligenza artificiale) per l’informazione; Cristina Tinelli, direttore relazioni Ue e internazionali di Confagricoltura; e Marianna lo Zoppo, coordinatrice dell’Invernizzi Agrilab, il laboratorio di ricerca Bocconi dedicato all’agricoltura italiana. A seguire “L’intelligenza artificiale in campo: dove va la ricerca” con Paolo Tarolli, dell’Università di Padova, che spiegherà come può essere concretamente applicata l’Ia alla siccità; e Fabio Abeni, dirigente del Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura del Crea.

Di “Intelligenza in campo, il punto di vista delle imprese” parleranno Raffaele Giaffreda, coordinatore europeo del progetto Agrifood Tef; Luca Ferrari, manager di Cnh Industrial; e Matteo Vanotti, ceo di Xfarm. Quindi Bruno Basso, docente di scienze della terra e dell’ambiente alla Michigan State University, si collegherà dagli Stati Uniti per approfondire il tema delle “Tecnologie per un’agricoltura globale”. A moderare le diverse relazioni saranno i giornalisti scientifici di Frame, progetto di comunicazione della scienza. Conclusioni affidate a Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, su “Agricoltura, diecimila anni di innovazione”.




Confagricoltura Vicenza: assemblea annuale a Villa Ghislanzoni Curti

L’agricoltura vicentina guarda all’Europa in cerca delle risposte e del cambiamento che chiede da tempo per poter produrre e competere sul mercato globale. L’assemblea annuale, che si svolgerà sabato 9 marzo alle 10.30 all’agriturismo Villa Ghislanzoni Curti in località Bertesina a Vicenza, sarà l’occasione per un confronto con gli associati sui temi saliti alla ribalta sull’onda delle proteste che hanno infiammato l’Europa: dalla Pac, la Politica agricola comune, che non è più al passo coi tempi, alla burocrazia e alle regole che soffocano le aziende.

L’assemblea si aprirà con l’introduzione e la relazione di Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza, sul tema dell’“Europa agricola”. Subito dopo interverrà Caterina Avanza, consigliera politica al Parlamento Europeo sulla commissione Agricoltura, sul “Bilancio degli ultimi cinque anni in Ue e prospettive future per il comparto agricolo”. Al termine è previsto un buffet.

“Abbiamo pensato di riunire gli agricoltori in un momento in cui è necessario approfondire il tema dell’Europa – spiega Anna Trettenero -. Un tema cui avevamo pensato in tempi non sospetti, prima che si muovessero i trattori, e che ora è più che mai di stringente attualità. Abbiamo chiamato Caterina Avanza perché abbiamo l’esigenza di approfondire gli elementi propositivi e decisionali all’interno dell’Ue, ma in realtà partiamo da un discorso tecnico per arrivare ad affrontare con cognizione di causa l’aspetto politico, che più ci interessa. Il nodo è quello di una politica agricola nata in altri tempi e che ormai non è più adeguata considerato l’evolversi della situazione in un momento in cui si susseguono rapidamente cambiamenti economici, geopolitici e climatici. Se pensiamo che il periodo Pac dura cinque anni, che con il Covid è durato sette e che si comincia a lavorare dieci anni prima per il successivo quinquennio, è evidente che questo sistema ricorda sempre di più i piani quinquennali dell’Unione Sovietica del passato. Un sistema del tutto anacronistico”.

A questo si aggiunge il castello di regole e normative che l’Ue sforna a getto continuo. “Noi agricoltori, che ci troviamo ad affrontare per primi le situazioni estreme, non ce la facciamo più a seguire continui rimandi di documenti che, una volta tradotti da Bruxelles, sono impossibili da applicare. Bisognerebbe avere un calcolatore elettronico in mano ogni giorno per capire cosa fare per non incappare in sanzioni, anche per cose banali. Siamo i primi a fare gli imprenditori e a volere un connubio tra agricoltura e ambiente, ma ci sentiamo frustrati da una politica agricola comunitaria che non è in grado di affrontare le sfide di un mondo che corre sempre più veloce”.

Anna Trettenero è intervenuta due settimane fa a Padova all’assemblea regionale di Confagricoltura, alla quale hanno preso parte oltre 700 agricoltori da tutto il Veneto, ed ha poi partecipato la settimana scorsa a Bruxelles all’assemblea straordinaria della confederazione agricola nella sede del sindacato europeo Copa-Cogeca. “L’europarlamentare Herbert Dorfmann, in quel contesto, ci ha dato un barlume di speranza che qualcosa si possa ancora fare prima delle elezioni europee, se non altro per quello che riguarda una parte della Pac. E noi ce lo auguriamo, perché le semine sono pronte e i dubbi sono tanti. Ancora non sappiamo, ad esempio, se ci sarà l’obbligo del 4% dei terreni a riposo e se saranno congelate le sanzioni. Siamo in balia di un sistema complesso che, anno dopo anno, crea un’implosione del sistema stesso”.

Tutto questo con mondo che domanda cibo e la Fao che sollecita una crescita sostenibile. “Il nostro obiettivo è aumentare la produzione e riteniamo che a Bruxelles lo abbiano capito. Perciò auspichiamo che la classe politica europea che si insedierà in Parlamento abbia il coraggio di porsi di fronte alla commissione per un cambiamento radicale della politica agricola comunitaria, ripartendo da zero. Tutto questo tenendo conto delle attuali situazioni economica, sociale e ambientale, guardando al futuro per una crescita sostenibile anche delle imprese”.




Agriturist Veneto: Agriturismi esclusi dai fondi ministeriali per l’agroalimentare

Grande delusione di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, per l’esclusione degli agriturismi dai fondi ministeriali previsti per le eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano. Un’amara sorpresa che spunta dal decreto di attuazione (datato 24 gennaio) del decreto  del 4 luglio 2022 su criteri e modalità di utilizzazione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”. Il bando prevede uno stanziamento complessivo di 76 milioni di euro e ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano.

“Ancora una volta i soldi stanziati per l’agricoltura vanno solo nelle tasche di industriali e ristoratori – sottolinea Giulia Lovati Cottini, presidente di Agriturist Veneto – e non alle aziende agrituristiche impegnate ogni giorno nella somministrazione di alimenti autoprodotti e tipici. Il click day è previsto per il 1° marzo e, se non si corregge subito questa anomalia inserendo tra i soggetti beneficiari anche le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, le realtà che custodiscono qualità e tradizione concorrendo a promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali, oggi meta sempre più ambita dai turisti  stranieri, saranno inspiegabilmente tagliate fuori”.

Ma non è l’unica novità in negativo di questo inizio 2024. Anche la nuova legge regionale, sulla quale gli agriturismi veneti avevano riposto molte aspettative, non sta trovando applicazione nella pratica. “In questi giorni sto facendo il giro delle province, e mi rendo conto che la nuova legge regionale e ancora di più il Dgr hanno completamente illuso e disatteso le nostre aspettative – denuncia la presidente, titolare dell’agriturismo Villa Feriani a Montegalda, nel Vicentino -. Avevamo chiesto di diminuire le percentuali di valore per le attività di somministrazione, dato che il 50 per cento è tantissimo e viene applicato solo in Veneto, consentendoci di utilizzare prodotti di agricoltori veneti, ma non è cambiato nulla. Avevamo anche chiesto di portare a 60 i posti letto, in base all’esigenza e alla conformità dell’azienda, ma anche su questo fronte è cambiato poco. Da annotare che nel novero delle persone pernottanti posti letto sono stati inseriti anche i bambini non paganti, che nella precedente normativa non c’erano, così da ridurre di fatto il pur minimo risultato di avere portato i posti letto teoricamente disponibili a 45 per tipologia di ospitalità, fermo restando il limite massimo di 60 nel caso di compresenza di ospitalità al chiuso e agricampeggio”.

Non va meglio neppure per gli sviluppi del turismo rurale: “Le nostre aziende avrebbero dovuto diventare i collettori territoriali per le attività rurali, ma di fatto non possiamo uscire dai nostri campi – chiarisce Lovati Cottini -. Possiamo pedalare, camminare, fare qualche passeggiata a cavallo, ma in contesti molto limitati. Non possiamo organizzare attività di yoga, a meno che non siamo noi gli istruttori; non possiamo organizzare riunioni se non inerenti alla ruralità e a meno che non siamo noi i relatori. Non si sa bene quando avremo il tempo di fare gli agricoltori, nostra attività principale, se dobbiamo occuparci in prima persona di tutto il resto. Ci avevano promesso anche una grande promozione, ma sul sito della Regione Veneto la sezione agriturismo è appena citata. Le istituzioni ci stanno penalizzando”.

Rincara la dose Leonardo Granata, membro della giunta nazionale di Agriturist: “Da parte dei funzionari regionali si è cercato in ogni modo di depotenziare e controllare i pur modesti risultati ottenuti dopo oltre sette anni di lavoro con la revisione della legge agrituristica del Veneto. Ancora una volta ha prevalso una retriva visione oscurantista, che penalizza pesantemente l’intero settore. I funzionari imputano la responsabilità di molte scelte a decisioni politiche. Posto che si deve valutare quanto e in quale misura questo sia vero, è indubbio che vi sia un grave conflitto di competenze in capo a un assessore regionale che è al contempo assessore all’agricoltura e assessore al turismo, dove il comparto turistico ha un peso e voce nettamente preponderante rispetto ai 1.641 agriturismi attivi nella Regione, che con 17.800 posti letto non arrivano a rappresentare neppure il 2% del comparto turistico del Veneto”.




Veneto. Nota tecnica di Avepa su situazione pagamenti diretti campagna 2023-2024

Proseguono, da parte di Avepa, le erogazioni dei pagamenti diretti per la campagna 2023-24. Campagna di pagamenti il cui orizzonte di scadenza previsto è per il 30 giugno di quest’anno.

Alla data odierna, gli importi dei saldi dei pagamenti base erogati (cd BISS) ammontano a 108 milioni di euro, sui 127 complessivamente richiesti. Riguardo il sostegno redistributivo (cosiddetto CRISS), in favore delle aziende con meno di 50 ettari, è stato erogato un totale di per 24 milioni di euro sui circa 27 richiesti. A partire dalla prossima settimana, si cominceranno a liquidare anche i contributi ai giovani agricoltori, calcolati intorno ai 2,8 milioni complessivi.

Sul fronte degli aiuti accoppiati (frumento duro, barbabietole, soia, colza ed altre colture.), sui circa 22 milioni di euro richiesti, ne sono stati liquidati sinora 7, in particolar modo sulla barbabietola e sulla soia, si sta proseguendo in queste settimane con le ulteriori istruttorie.

Proseguono anche le liquidazioni nel comparto delle misure di superficie del Complemento allo Sviluppo Rurale 23-27 (CSR), in cui sui ca 59 milioni richiesti, 23 sono già stati liquidati, in particolare nella Misura 13 (indennità compensative), con 13 milioni sui 15 richiesti.

Da sottolineare da parte di AVEPA come siano in corso da parte di altri soggetti nazionali approfondimenti normativi e procedurali riguardo il trattamento gli ecoschemi. Questa forma di aiuto, come noto, è stata introdotta come una novità assoluta dalla PAC 23-27 e le relative modalità di applicazione operativa sono per la gran parte ancora oggetto di discussione a livello di sistema, cosicché gli Organismi Pagatori (Avepa inclusa) non sono ancora in grado di dare compiuta attuazione agli stessi. In ballo, per il Veneto, sugli ecoschemi da 2 a 5, ci sono circa 24 milioni complessivi, che, comunque, dovranno essere erogati entro la fine di giugno. Attendiamo, dunque gli esiti dei gruppi di lavoro tecnici in varie forme e date convocati a livello nazionale, per poi partire quanto più rapidamente sia possibile nell’erogazione a favore degli agricoltori.

Dall’elenco di cui sopra sono al momento necessariamente esclusi gli importi da erogare per gli aiuti al settore zootecnico, sia come aiuti accoppiati, sia come ecoschema 1, in quanto si è in attesa di una determinazione definitiva dei capi ammissibili e dei dati riferiti alle mediane regionali di DDD (Define Daily Dose) da parte di Classifarm: su questo Agea sta alacremente intervenendo. Per il Veneto, la cifra coinvolgibile, in base a nostre stime, potrebbe esser di circa una quarantina di milioni.

Alla luce di quanto sopra, la situazione attuale, a metà febbraio può essere così riassunta: gli importi attualmente effettivamente determinabili dei pagamenti diretti che dovranno essere erogati entro la fine del prossimo giugno, ammontano a un totale di 262 milioni di euro: alla data attuale sono già state liquidate somme per 162 milioni di euro, pari al 62% degli importi effettivamente determinabili.




Anbi Veneto. Consorzi di bonifica del Veneto puntuali nel tradurre in cantieri i finanziamenti Masaf

Un ettaro coltivato a seminativo non irriguo come il frumento genera 1.200 € all’anno, lo stesso ettaro destinato a coltura irrigua come il mais genera 2.400 €, il valore sale a 15.000 € ad ettaro in caso di colture di pregio (orticole, frutteti) possibili solo con la garanzia della risorsa irrigua. La garanzia di disponibilità di acqua per l’irrigazione incide in maniera determinante sulla redditività delle aziende agricole venete.

I dati sono riportati nel report che ANBI, l’Associazione dei Consorzi di Tutela e Gestione del Territorio e delle Acque Irrigue, ha presentato con ANBI Veneto a Fieragricola 2024 per illustrare il progresso dei cantieri di efficientamento irriguo avviati dai Consorzi di Bonifica del Paese grazie ai finanziamenti del Ministero all’Agricoltura, alla Sovranità Alimentare e alle Foreste. Un report che, sia a livello nazionale sia a livello regionale, dimostra la capacità e la velocità di azione dei consorzi di bonifica che ad oggi vantano il totale rispetto dei cronoprogrammi. Un aspetto fondamentale anche in chiave di PNRR e non scontato in un contesto generale spesso rallentato dalla burocrazia.

“Il report presentato a Fieragricola si focalizza sui dati del Masaf, presente con i suoi dirigenti, riuniti a convegno da ANBI – spiega il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro -. Un quadro rappresentativo dal quale emerge la capacità dei consorzi nel tradurre in cantieri, nel pieno rispetto dei tempi, le risorse necessarie al sistema agricolo per fronteggiare i cambiamenti climatici. Ottimizzare la distribuzione è necessario per garantire a tutti gli agricoltori la risorsa irrigua, elemento fondamentale per la produzione di qualità e le redditività.”

Il quadro veneto dei finanziamenti Masaf vede i Consorzi di Bonifica impegnati in 18 cantieri per un totale di 197.774.787,60 milioni di euro stanziati tramite PSRN 2014-2020 (11 interventi), PNRR misura 4.3 (4 interventi) e L.178/2020 (3 interventi). “È un indicatore significativo – spiega il direttore di ANBI Veneto Andrea Crestani – perché dal Ministero all’Agricoltura deriva oltre la metà dei circa 370 milioni di euro di finanziamenti ministeriali che i consorzi veneti sono riusciti ad attrarre grazie al lavoro dei propri uffici di progettazione”.

Nuovi impianti di irrigazione a pressione, rifacimento e manutenzione straordinaria di canali e canalette, installazione di misuratori e sistemi di automazione e telecontrollo. Del grande piano di efficientamento irriguo ad oggi finanziato dal Masaf beneficeranno 61.077 ettari di campagne sui circa 600 mila ettari serviti dai consorzi di bonifica. In queste aree, rispetto agli iniziali 364,4 milioni di metri cubi di risorsa distribuita, si arriverà a una riduzione delle perdite di 123,3 milioni, un risparmio superiore al 30% che toccherà il 42% grazie all’innovazione tecnologica in ambito di irrigazione di precisione e agli strumenti di consiglio irriguo.

Gli interventi mirano a preservare e potenziare un’agricoltura che, ad oggi, nelle sole aree interessate dagli interventi, genera 171,7 milioni di euro all’anno di produzione vendibile gravemente minacciata dalle crisi idriche che da vent’anni a questa parte si avvicendano in media un anno ogni tre.