Inchieste14/10/2021 15:27

Da Gates a Nestlè, ecco i nomi della business platform che si basa su studio Eat, per “imporre” sistema alimentare globale, promosso da Fondazione Barilla. Gruppo Barilla: ma non esistono diete universali

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Una "piattaforma di affari" (anzi una serie di scatole cinesi) con dentro i Big del mondo, dal Food alla Finanza fino alle istituzioni, per trovare soluzioni aziendali al fine di 'trasformare' (scrivono) l'alimentazione globale. Sulla base degli studi Eat.

Studi che si focalizzano su una sorta di 'Dittatura alimentare'. Una dieta universale e alimentazione sana e sostenibile per il Pianeta negando - così scrivono - la libertà di scelta ai consumatori. Temi promossi dallo studio della Eat Lancet committee nei documenti prodotti dai 37 esperti guidati da Walter Willet e Joahn Rokstrom ora più che mai - anche nell'ultimo Food Systems Summit di New York di settembre - divenuti centrali in un momento in cui la transizione ecologica e il Pnrr rappresentano importanti treni da non mancare.

EAT-Lancet_Commission_Summary_Report

Uno studio, quello di Eat, che prevede, tra le altre cose, una sempre minore alimentazione animale per i consumatori che non devono essere messi nelle condizioni di scegliere cosa mangiare.

Ma se la Barilla, in anteprima, il 17 gennaio del 2019 lanciava dal sito della sua fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, lo studio della Eat Lancet, la Rappresentanza permanente italiana presso l'Onu alzava dei dubbi sull'indipendenza dei 37 esperti citando il World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) "che raggruppa alcune delle più grandi multinazionali nei settori alimentare, farmaceutico, chimico e del bio-tech". Il WBCSD - si legge sul portale ufficiale - "è stato fondato nel 1995, come una piattaforma per il business per rispondere alle sfide della sostenibilità che stanno irrompendo la superficie della coscienza collettiva del business".

La Rappresentanza italiana cita anche FRESH. FReSH (Food Reform for Sustainability and Health) riporta sul proprio sito di rappresentare "uno sforzo per guidare la trasformazione del sistema alimentare e creare una serie di soluzioni aziendali per il cambiamento del settore".

"Lanciato nel gennaio 2017, (il logo Nutriscore è stato adottato per la prima volta in Francia con un decreto del 31 ottobre 2017) FReSH è un progetto del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), che ha riunito 25 aziende membri del WBCSD per "trasformare - scrivono sempre - il sistema alimentare". Più di 30 aziende fanno ora parte di questo progetto. EAT lavora in collaborazione con FReSH, fornendo la scienza come base per il loro sviluppo di soluzioni aziendali".

Bill and Melinda Gates Foundation (che hanno investito in produzione di carne sintetica), Nestlé e Danone (a cui piace il Nutriscore), Bayer, Basf, Syngenta, ma anche il World economic Forum, Fao e la Commissione Ue. Come anche il Wwf sono solo alcuni tra membri e partner del gruppo WBCSD e FRESH. Naturalmente figura anche Eat come la scienza su cui basare l'operato.

https://www.wbcsd.org/Overview/Our-partners/Collaboration-partners

https://www.wbcsd.org/Overview/Our-partners/WBCSD-programs/Food-Nature

Già nel 2002, nel corso del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, il World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) e Greenpeace - in passato su posizioni diverse - si erano unite per lanciare un appello a favore di una nuova "guerra fredda" contro il cambiamento climatico.

https://cordis.europa.eu/article/id/18869-researchers-call-for-cold-war-on-climate-change/it

Danone 'prima della classe' per quanto riguarda le politiche verso diete 'salutari' e sviluppo sostenibile ha già adottato il Nutriscore e - assieme alla Nestlè - sembra avere un vero e proprio ascendente nei confronti dell'etichettatura a punteggio.

Il 26 giugno del 2020 una nota ufficiale WBCSD riportava come in Danone gli azionisti avessero  votato all'unanimità perché diventasse la prima "Entreprise à Mission" quotata in borsa. Tra i membri del Comitato di Missione, si legge sul sito, figura Guido Barilla. Che oltre ad essere Presidente del Consiglio di Amministrazione di Barilla, "di cui ha curato l'espansione internazionale per diversi anni", è "dal 2008 membro inpedente del Consiglio di Amministrazione di Danone".

https://www.wbcsd.org/Overview/News-Insights/Member-spotlight/Shareholders-unanimously-vote-for-Danone-to-become-the-first-listed-Entreprise-a-Mission

La stessa Barilla simbolo della Dieta Mediterranea che aveva anticipato lo studio Eat ribadendo come fosse "senza dubbio una fonte attendibile di informazioni nel settore" "con 37 tra i maggiori esperti mondiali di salute e sostenibilità provenienti da 16 diversi paesi e uno sforzo enorme per valutare tutte le prove scientifiche disponibili".

il Gruppo Barilla, contattato dalla testata prima della pubblicazione, conferma - successivamente - che in generale esistono diversi modelli di diete corrette e sostenibili (ad esempio il modello della Med Diet) che tengono conto delle abitudini e gusti alimentari delle diverse popolazioni. Per questo non è corretto proporre un modello di “dieta universale “ ma altresì la promozione di modelli di diete che coniughino piacere, corretta alimentazione e salvaguardia dell’ambiente (ancora ad es. il modello della Med Diet).

https://www.barillacfn.com/it/magazine/cibo-e-sostenibilita/eat-lancet-commission-un-sistema-alimentare-sostenibile-genera-diete-sane/

Pochi mesi più tardi, il 22 marzo, la Rappresentanza italiana permanente italiana presso l'Onu scriveva invece come "il rapporto EAT-Lancet è stato prodotto da una Commissione formata da 37 membri, che partecipano in qualità di esperti indipendenti", specificando come tuttavia diverse critiche fossero state mosse "all’effettiva indipendenza della Commissione, alla luce dei collegamenti dell’iniziativa in parola con importanti organizzazioni finanziarie ed economiche: EAT-Forum è stato fondato dalla Fondazione Stordalen, finanziata, tra gli altri, dal Wellcome Trust".

Un importante partenariato di EAT-Forum è stato istituito con FReSH (Food Reform for Sustainability and Health), una delle principali iniziative del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), che raggruppa alcune delle più grandi multinazionali nei settori alimentare, farmaceutico, chimico e del bio-tech", proseguiva ancora la Rappresentanza italiana.

Ecco cosa scriveva integralmente la Rappresentanza italiana presso le Nazioni Unite a Ginevra il 22 marzo, pochi giorni prima dell'effettiva presentazione del rapporto Eat-Lancet:

https://italiarappginevra.esteri.it/rappginevra/it/ambasciata/news/dall-ambasciata/2019/03/comunicato-stampa-sul-lancio-del.html

Mentre il gigante della pasta Made in Italy ribadiva sul sito il "concetto di 'limite' (in inglese boundary)" come  "fondamentale nel report della EAT-Lancet Commission": grazie all’analisi dei dati scientifici si fissano infatti i “limiti”, le soglie entro le quali si dovrebbe rientrare quando si prendono decisioni in termini di dieta sana e sostenibilità dei sistemi alimentari", facendo notare che a livello mondiale i due gruppi di alimenti che superano di gran lunga la soglia massima (indicata come 100%) sono la carne rossa (288%) e i vegetali amidacei come le patate o la manioca (293%), la Rappresentanza italiana all'Onu stigmatizzava come la Commissione identificasse diverse gradazioni di intervento pubblico per “cambiare il sistema alimentare globale”, che spaziano da misure più morbide (come l’“educazione” del pubblico attraverso campagne di informazione di massa) a misure più drastiche, che includono l’adozione di incentivi per alcune categorie di prodotti alimentari identificati come “sani”, l’adozione di disincentivi per le altre categorie merceologiche, la restrizione della libertà di scelta da parte del consumatore e, da ultimo, la TOTALE eliminazione della libertà di scelta da parte del consumatore. Il rapporto della Commissione afferma che – in tale ultima fase – l’industria alimentare dovrebbe semplicemente ritirare dal commercio i prodotti “inappropriati” e diversificare il proprio business".

Per saperne di più:

No libertà di scelta consumatori e piu tasse per aziende, questo il piano del capo Onu al Food Systems Summit per i consumi alimentari. I documenti Eat della ‘Dittatura alimentare’

Così il mondo mette a rischio sovranità alimentare in direzione del Food sintetico. Rispondendo al Covid con il Green

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